Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come se ne viene fuori ?


Le reazioni dei cinquantenni in su da queste parti in questi due ultimi mesi sono state di assorbimento degli avvenimenti.

Tutto è mutato dopo il forte coinvolgimento della Lega, la sensazione di smarrimento, di paura per il futuro è diventata all’improvviso il dominus.

Un mese fa dal palco del Teatro Smeraldo di Milano il presidente onorario di Libertà e Giustizia, Gustavo Zagrebelsky, pronunciò la fatidica frase: I partiti sono falliti.

Sono mesi che questo fatto è evidente, la presenza del governo Monti ne è la prova evidente.

Al Teatro Smeraldo ci sono andato per vedere se era possibile ottenere una risposta all’anticipazione di due poderosi articoli su Repubblica sia da parte di Zagrebelsky che da parte di Saviano.

Niente di tutto questo perché sono state replicate le rispettive analisi.

Sandra Bonsanti ha si precisato che LeG, si sarebbe attivata presso tutti i partiti per presentare il manifesto di Zagrebelsky, “ Dipende da noi”, ma la buona volontà di cittadini privati anche se organizzati in LeG non basta per far mutare parere a questi partiti.

Il fallimento continua.

Lo si vede dalle reazioni di Bersani e di Casini dopo il caso Lega, “ci vuole subito una nuova regolamentazione del finanziamento pubblico dei partiti”.

Adesso lo scoprono? Solo con i soldi sprecati elargiti da Belsito?

Perché non si sono esposti con la stessa determinazione oltre due mesi fa quando è esploso il caso della Margherita?

Si espongono ora perché siamo in campagna elettorale e il consenso dei partiti a livello nazionale sta al 4 % ?

Sarebbero stati più credibili due mesi fa, ma toccava i loro interessi e i loro giochi di potere.

Questi partiti non hanno la minima intenzione di rinnovarsi. Anzi, stanno studiando il sistema di passare indenni nella Terza Repubblica.

La Terza Repubblica non può ripartire con chi ha fatto fallire la Seconda.

Ci sono poi personaggi che appartengono al fallimento della Prima Repubblica che mirano a riciclarsi nella Terza, come Cicchitto, Pisanù, Casini, D’Alema, Veltroni, Buttiglione, Fini, La Russa, Gasparri, ecc.

Monti l’hanno chiamato in fretta e furia per tamponare la situazione, ma i provvedimenti non sono adatti per la ripresa economica. Sono tutti provvedimenti che se non supportati da nuovi provvedimenti correttivi anziché uscire dalla crisi ci porta direttamente nella depressione.

Mi rifiuto di pensare che Monti da economista non sappia quale sia la realtà economica del Paese e quali siano i provvedimenti da prendere.

Sono stato di recente a Genova per parlare con Don Gallo, ma inutilmente perché è più facile parlare con il ministro dell’Interno che con lui. La sua segretaria però mi ha dipinto un quadro fosco della città ligure, Genova è completamente senza lavoro e le sue fabbriche stanno chiudendo.

Ma cosi vale per altre città italiane.

Le misure dovevano essere prese subito dal governo Monti, altrimenti da chi?

Che il governo Berlusconi non c’entrasse nulla con la politica italiana, soprattutto quella economica che riguarda lo sviluppo delle imprese era un fatto noto, ma che un economista trascurasse un immediato intervento sul mercato interno questo non era e non é tuttora concepibile.
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Come se ne viene fuori?

La madre di tutte le domande.

Per rispondere credo che occorra fare la diagnosi delle cause prima che dei sintomi della malattia.

Per arricchire il quadro possono essere utili alcuni altri elementi.

I fatturati del comparto lusso sono aumentati mediamente di oltre l'11%.

Gli utili delle aziende hanno viaggiato nell'ultimo anno a +15%.

Nel frattempo i disoccupati sono ulteriormente aumentati di circa 100.000 unità

50.000 di essi sarebbero conseguenti al fallimento di oltre 11.500 imprese (quindi: piccole aziende con meno di 5 addetti).

I consumi alimentari sono diminuiti del 2%, mentre la spesa per giochi/lotterie è aumentata del 19%.

Cos'è tutto ciò se non la continuazione di un colossale spostamento della ricchezza dai poveri sempre più poveri (e disperati) ai ricchi sempre più ricchi?
shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

Aggiungerei che ancora, da parte di questo governo,
non si vede nessun tipo di provvedimento che possa far ripartire l’economia.
E’ assolutamente necessario un allentamento del patto di stabilità,
almeno per i comuni virtuosi,
in modo che si possano pagare tutte quelle imprese che hanno eseguito lavori pubblici e che sono in credito con la P.A. per ,mi risulta,70 miliardi.
Sono imprese che stanno sull’orlo del fallimento, perché lo Stato ,
che gli ha commissionato i lavori,
NON LE PAGA !!!!
Poi bisognerebbe intervenire su questa associazione a delinquere che sono diventate le banche:
hanno avuto dalla BCE la disponibilità di 1000 miliardi al tasso dell'1% che hanno reinvestito tutti in titoli di stato che gli rendono tra il 3 e il 5%.
ovviamente i governi di destra europei e soprattutto quello italiano ,
si guardano bene dall'obbligarli a far ripartire il credito verso le imprese che a causa di questo stanno chiudendo a migliaia.

ma questi che stanno al governo ,Mont Blank in testa,
preferiscono di certo l'economia di carta rispetto all'economia reale.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il "cuore rosso" veneto riporta con consueta lucidità nella parte finale del suo articolo lo stato dell'arte dei partiti. Ilvo Diamanti ha ragione quando invoca le grandi riforme e un nuovo Parlamento, ma trascura, come Zagrebelski il come.

Il sondaggio Swg commissionato da Agorà a Weber la scorsa settimana è piuttosto significativo. (http://www.sondaggipoliticoelettorali.i ... aggio=5351)

Partito democratico : 26 %
Popolo della libertà : 24,7 %
Lega Nord : 7,9 %
Movimento 5 stelle : 7,4 %

Il PD è in progressivo calo mentre il PDL dopo due mesi di permanenza intorno al 22 % aumenta al 24,7 %.

La Lega Nord cala di un 2%, non proporzionale a quanto sta accadendo.

L'ipotesi più credibile è che ci sia un travaso di consensi dalla Lega al PDL.

Sorprendente il risultato del movimento 5 stelle che diventa il quarto partito nazionale alla faccia di Casini e Fini sempre fermi al palo ma con grandi ambizioni di rifare la Dc.

Andando ad elezioni non è che si risolva granché se le previsioni di voto sono queste oltre al fatto che le intenzioni di non voto e dubbiosi dal 44 % sono passate a quasi il 50 %.

Quando gli italiani toccheranno con mano la cura Monti la disaffezione sarà destinata ad aumentare.

Manca completamente la fase progettuale.

Monti sta mettendo le pezze, ma non se ne esce mettendo continuamente pezze senza un progetto organico per una ripartenza a tutti i livelli.

Lo spread oggi è a 386, ma non può essere solo questa l'unità di misura per valutare lo stato dell'arte del Paese.




*********
MAPPE
La Repubblica provvisoria
Lo scandalo che ha travolto il Carroccio, la fine del berlusconismo segnano la fine di un'epoca. Che lascia la 'questione settentrionale' senza rappresentanza. E che necessità una legislatura costituente
di ILVO DIAMANTI

È FINITA un'epoca. Ripeterlo, come un mantra, serve a evitare di appiattirsi sulla cronaca (giudiziaria o di colore). Che ogni giorno riserva novità. Ieri le dimissioni del figlio del Capo - Renzo Bossi - dal Consiglio regionale della Lombardia. Oggi chissà.

Ma gli scandali che hanno travolto il milieu familiare - forse meglio: familista - di Bossi, insieme alla leadership della Lega (in parte coincidenti), rammentano quanto già si conosceva. Che la Lega è divenuta, da tempo, un partito come gli altri. Per alcuni versi: più esposto degli altri alle logiche di sotto-governo.

Perché ha occupato una catena infinita di posti di potere, centrale e locale, in tempi molto rapidi. E la sua classe politica è stata reclutata in base a criteri di fedeltà ai leader, non di coerenza con la "missione" del partito. Tanto meno di qualità.

Tuttavia la Lega non è - o almeno: non era - un partito come gli altri. È il soggetto politico che ha rovesciato la "Questione nazionale", storicamente identificata con il Mezzogiorno - l'area dello "sviluppo dipendente". Ha, invece, interpretato la cosiddetta "Questione Settentrionale". Espressa dalle province pedemontane del Lombardo-Veneto. Protagoniste, dopo gli anni Settanta, della crescita impetuosa della piccola e media impresa. La Lega ne è divenuta portabandiera. Ha interpretato la domanda di rappresentanza dei lavoratori autonomi e dipendenti che popolano questo territorio di piccole città e di piccole aziende. La Pedemontania.

La crisi della Lega è avvenuta all'indomani delle dimissioni del Cavaliere. Non a caso. Perché Berlusconi ha rappresentato l'altra faccia della "Questione Settentrionale". Milano e il capitalismo dei "beni immateriali" (per citare Arnaldo Bagnasco): media, comunicazione, assicurazioni, finanza, servizi. Naturalmente complementare alla politica, per ragioni di "mercato", spazi, concessioni.

Due Nord alternativi al capitalismo metropolitano della grande produzione di massa. Alla Fiat, insediata a Torino e alleata con Roma. Milano e la Pedemontania erano destinati a incontrarsi. A stabilire un rapporto di reciproco interesse, per quanto concorrenziale. Com'è avvenuto. Dal 1994 fino a ieri. Con alterne vicende. La vittoria e l'esperienza di governo, insieme, nel 1994 e, dopo pochi mesi, la rottura. Berlusconi all'opposizione e la Lega verso la secessione. In caduta: dal 10% nel 1996 a poco più del 4% nel 1999.

Destinati, dunque, a tornare insieme. Per vincere, nel 2001, e governare per 10 anni, quasi ininterrotti. Insieme. Berlusconi e Bossi, l'Imprenditore e il Territorio. Milano e la Pedemontania: a Roma. Per cambiare l'Italia. Per riformarla a misura del loro popolo, dei loro elettori. Che chiedevano - e chiedono - di essere "liberati": dalle tasse, dalla burocrazia, dal peso del pubblico, dai privilegi della classe politica - "romana" e "meridionale". Dal centralismo.

Nulla di tutto ciò si è avverato. La pressione fiscale è cresciuta. Il federalismo: approvato a parole. Mai tradotto in regole e strutture amministrative efficienti. I privilegi politici: mantenuti e moltiplicati. Insieme alla corruzione. Infine, la crisi globale - a lungo negata dal governo del Nord - ha colpito pesantemente l'Italia. Ma anche il Nord. Il piccolo Nord, il Nord dei piccoli: punteggiato dai suicidi di artigiani che non ce la fanno. Il Nord di Berlusconi, dei media e dei servizi: alla ricerca crescente di protezione politica. (Il leader: impegnato a proteggere se stesso e le proprie imprese).

Così la Lega, da Sindacato del Nord, si è trasformata in un partito come gli altri. Centralizzato e personalizzato. Senza più guida e senza controlli, dopo la malattia del Capo. In balia di colonnelli, caporali e parenti. Mentre il Pdl, ultima versione del partito personale di Berlusconi, si è meridionalizzato. Il declino del Capo l'ha lasciato senza identità e senza missione.

Così è s-finita l'avventura dei partiti del Nord alla conquista di Roma. Anche se la decomposizione della leadership leghista non significa, necessariamente, scomparsa della base elettorale. Fino a ieri era stimata intorno al 10%. E il suo elettorato più stabile e fedele, circa il 4%, dagli anni Novanta ad oggi appare insensibile a ogni rovescio. Né, d'altronde, le dimissioni di Berlusconi significano la scomparsa del suo elettorato. Quel 25% di elettori che l'hanno votato per oltre 15 anni dove e a chi si rivolgerà?

Il Centrosinistra, che pure ha governato per circa 7 anni, appare, da sempre, attraversato da profonde divisioni interne. In grado di competere, nel Nord, alle elezioni amministrative. Molto meno alle elezioni politiche. Tuttavia, la rappresentanza dei partiti del Nord oggi si presenta molto indebolita.

Così si chiude l'epoca del Grande Imprenditore e del Piccolo Nord. Senza riforme memorabili. Quelle promesse di vent'anni fa ce le siamo dimenticate. Questo "Paese eternamente provvisorio" (per citare Berselli) oggi è provvisoriamente affidato a un Grande Tecnico. Nominato dai partiti (maggiori) per garantire i mercati internazionali e l'opinione pubblica nazionale. Contro se stessi. Cioè: contro la minaccia dei partiti.

Tuttavia, è impossibile immaginare un futuro per questo Paese, senza riforme profonde. In grado non solo di controllare i "costi" della politica. Ma di ridisegnare lo Stato e le istituzioni. E di ricostruire la Politica e i Partiti. Perché senza Politica e senza Partiti non è possibile riformare lo Stato e le Istituzioni. Inutile illudersi che Monti e i suoi Tecnici (perlopiù del Nord) ce la possano fare, da soli.

Basti pensare alle difficoltà incontrate nel modificare l'articolo 18. Figurarsi cosa avverrebbe se si affrontasse una revisione costituzionale sostanziale. Non è un caso che Monti continui a citare i sondaggi - per legittimarsi. Come un Berlusconi qualsiasi. Ma la democrazia rappresentativa non può fondarsi sul verdetto dei sondaggi. Sostituendo il corpo elettorale con un campione di persone intervistate dagli istituti demoscopici.

Così, la fine dell'epoca di Berlusconi e di Bossi non risolve i problemi di questa "Repubblica provvisoria". Li lascia sospesi. La "questione settentrionale": senza rappresentanza. E, prima ancora, la "questione nazionale". In attesa di riforme che il governo del Nord non è riuscito a fare. E che il governo dei Tecnici non è in grado di realizzare. Questo Parlamento non glielo permetterebbe. Appartiene al passato. Bisogna, per questo, attendere nuove elezioni. Un nuovo Parlamento. E, a mio avviso, una nuova "Assemblea costituente".


(10 aprile 2012) © RIPRODUZIONE RISERVA
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

E’ accettabile che un Parlamento composto da partiti falliti possa dare corso alle riforme?

Vi fareste operare dal medico farfallone che in sala operatoria con estrema leggerezza vi ha tagliato la gamba sana al posto di quella in cancrena?

E’ questa la considerazione che gli italiani hanno dei partiti attuali quando il consenso ammonta solo ad un 4 %.

La casta difende il suo posto di “lavoro” né più né meno che i lavoratori Fiat e di altre imprese sull’orlo della chiusura.

Infatti, se osservate con cura, nei vari interventi i politici, tutti, pensano solo e sempre a loro e al loro futuro,…muori se espongono un progetto di ricostruzione del Paese.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

camillobenso ha scritto:
Manca completamente la fase progettuale.

Monti sta mettendo le pezze, ma non se ne esce mettendo continuamente pezze senza un progetto organico per una ripartenza a tutti i livelli.
la programmazione ormai si può fare solo a livello europeo, a livello di singolo stato è "vox clamantis in deserto".

prima di essere "considerati" a livello europeo dobbiamo passare attraverso la cura "monti" , ( avendo perso la cura PRODI perchè eravamo un paese di miopi drogati ) , eliminare nani e ballerine , ampolle e cerchi magici e se ci riusciamo recuperare un pò di dignità a livello delle istituzioni dando una botta alla corruzione e all'evasione.
se questo avverrà ( con monti o con le prossime elezioni ) ce la potremmo fare , altrimenti siamo destinati a diventare come portogallo e grecia.
pancho
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Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pancho »

Amadeus ha scritto:
camillobenso ha scritto:
Manca completamente la fase progettuale.

Monti sta mettendo le pezze, ma non se ne esce mettendo continuamente pezze senza un progetto organico per una ripartenza a tutti i livelli.
la programmazione ormai si può fare solo a livello europeo, a livello di singolo stato è "vox clamantis in deserto".

prima di essere "considerati" a livello europeo dobbiamo passare attraverso la cura "monti" , ( avendo perso la cura PRODI perchè eravamo un paese di miopi drogati ) , eliminare nani e ballerine , ampolle e cerchi magici e se ci riusciamo recuperare un pò di dignità a livello delle istituzioni dando una botta alla corruzione e all'evasione.
se questo avverrà ( con monti o con le prossime elezioni ) ce la potremmo fare , altrimenti siamo destinati a diventare come portogallo e grecia.
....e se ci riusciamo recuperare un pò di dignità a livello delle istituzioni...
Come viene considerata la dignita, a parte la corruzione, l'evazione e i vari cerchi magici, dalla comunita' europea(attuale), dagli States e dalla finanza se attualmente l'unico parametro e' lo spread che lo stessi hanno individuato come unico termometro politico/finanziario di uno stato? Ma non della democrazia.
Se riuscissimo a capire come intendono costoro(molti lo sanno gia' da tempo ma non tutti)la considerazione e la dignita' di un paese, forse avremmo capito dove sta' il bandolo della matassa per riavvolgere tutto il gomitolo.

Il problema e' piuttosto serio ed intaccherebbe tutto un sistema politico fionanziario che ci ha accomnpagnato fino a questo secolo e che ora in un mondo globablizzato(peraltro voluto da loro stessi) non puo' piu' reggere se non ritornando alle guerre di un tempo.

Questo mondo globablizzato oramai esige, giustamente, regole uguali per tutti e mai come oggi lo stesso potere finanziario che lo ha creato, si trova in difficolta' poiche si rende conto che tutto sta' ritorcendosi contro i loro interessi. Non si potra' piu' a regole uguali, creare paesi poveri e quindi spostare il loro capitale da una parte all'altra del pianeta. certamente ora non siamo a questi livelli ma il tempo che abbiamodavanti non e' lungo e questo se ne stannop accorgendo.

Ora stanno soltanto mettendo delle toppe, tramite i loro rappresentanti ad un sistema che non le accetta piu'. Un sistema che le respinge perche sono ininfluenti. Siamo oramai arrivati allo spot dei fori d'acqua con i rubinetti in cui mentre se ne tappa uno subito ne spunta un'altro.

Bisona mettere in moto sistemi alternativi che diano valore all'uomo e non alla macchina come potere economico finanziario.
Ce lo possiamo permettere?

Ce lo possono permettere o ci troveremo davanti a colossali lotte che nessuno ora potrebbe immaginare?

Ora noi stiamo discutendo soltanto su queste toppe e involontariamente(?) scordiamo il vero nocciolo del problema.

un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
pannelliano
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Iscritto il: 28/02/2012, 2:49

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da pannelliano »

camillobenso ha scritto:Come se ne viene fuori ?


Le reazioni dei cinquantenni in su da queste parti in questi due ultimi mesi sono state di assorbimento degli avvenimenti.

Tutto è mutato dopo il forte coinvolgimento della Lega, la sensazione di smarrimento, di paura per il futuro è diventata all’improvviso il dominus.

Un mese fa dal palco del Teatro Smeraldo di Milano il presidente onorario di Libertà e Giustizia, Gustavo Zagrebelsky, pronunciò la fatidica frase: I partiti sono falliti.

Sono mesi che questo fatto è evidente, la presenza del governo Monti ne è la prova evidente.

Al Teatro Smeraldo ci sono andato per vedere se era possibile ottenere una risposta all’anticipazione di due poderosi articoli su Repubblica sia da parte di Zagrebelsky che da parte di Saviano.

Niente di tutto questo perché sono state replicate le rispettive analisi.

Sandra Bonsanti ha si precisato che LeG, si sarebbe attivata presso tutti i partiti per presentare il manifesto di Zagrebelsky, “ Dipende da noi”, ma la buona volontà di cittadini privati anche se organizzati in LeG non basta per far mutare parere a questi partiti.

Il fallimento continua.

Lo si vede dalle reazioni di Bersani e di Casini dopo il caso Lega, “ci vuole subito una nuova regolamentazione del finanziamento pubblico dei partiti”.

Adesso lo scoprono? Solo con i soldi sprecati elargiti da Belsito?

Perché non si sono esposti con la stessa determinazione oltre due mesi fa quando è esploso il caso della Margherita?

Si espongono ora perché siamo in campagna elettorale e il consenso dei partiti a livello nazionale sta al 4 % ?

Sarebbero stati più credibili due mesi fa, ma toccava i loro interessi e i loro giochi di potere.

Questi partiti non hanno la minima intenzione di rinnovarsi. Anzi, stanno studiando il sistema di passare indenni nella Terza Repubblica.

La Terza Repubblica non può ripartire con chi ha fatto fallire la Seconda.

Ci sono poi personaggi che appartengono al fallimento della Prima Repubblica che mirano a riciclarsi nella Terza, come Cicchitto, Pisanù, Casini, D’Alema, Veltroni, Buttiglione, Fini, La Russa, Gasparri, ecc.

Monti l’hanno chiamato in fretta e furia per tamponare la situazione, ma i provvedimenti non sono adatti per la ripresa economica. Sono tutti provvedimenti che se non supportati da nuovi provvedimenti correttivi anziché uscire dalla crisi ci porta direttamente nella depressione.

Mi rifiuto di pensare che Monti da economista non sappia quale sia la realtà economica del Paese e quali siano i provvedimenti da prendere.

Sono stato di recente a Genova per parlare con Don Gallo, ma inutilmente perché è più facile parlare con il ministro dell’Interno che con lui. La sua segretaria però mi ha dipinto un quadro fosco della città ligure, Genova è completamente senza lavoro e le sue fabbriche stanno chiudendo.

Ma cosi vale per altre città italiane.

Le misure dovevano essere prese subito dal governo Monti, altrimenti da chi?

Che il governo Berlusconi non c’entrasse nulla con la politica italiana, soprattutto quella economica che riguarda lo sviluppo delle imprese era un fatto noto, ma che un economista trascurasse un immediato intervento sul mercato interno questo non era e non é tuttora concepibile.
Mi limito a questo... camillobenso scrive "Un mese fa, dal palco del Teatro Smeraldo di Milano il presidente onorario di Liberta' e Giustizia, Gustavo Zagrebelski pronuncio' la fatidica frase: I partiti sono falliti.
Gli rispondo:"Se ne e' accorto un mese fa...?!"
E camillobenso aggiunge:" sono mesi che questo fatto e' evidente..."
Gli rispondo:"Mesi...?!"
Aggiungo: non mi sono accorto della nascita della "Seconda Repubblica"!
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Sono pienamente d'accordo con Amadeus quando afferma che "la programmazione ormai si può fare solo a livello europeo".

Il problema è però capire di quale Europa parliamo. Certamente non quella "delle patrie", dove da padroni la fanno Germania e, in parte Francia.

La Germania nel 2011 ha sfondato per la prima volta la soglia psicologica dei 1.000 miliardi di euro (1.060) di export.

La sua performance l'ha conseguita con un incremento verso i paesi extra-euro quattro volte superiore a quello registrato in Eurolandia.

La crisi della nostra industria va a tutto vantaggio di quella tedesca. Ne è un esempio eclatante il settore automobilistico, che grazie a quel genio di Marchionne qui in Italia sta chiudendo, mentre in Germania ha registrato un boom di esportazioni.

L'export tedesco verso l'Italia è calato di 15 miliardi negli ultimi tre mesi del 2011.

Ciò vuol dire chiaramente dire che la Germania non è più interessata all'area euro come bacino delle sue esportazioni, avendo ormai indirizzato da tempo il suo interesse verso mercati emergenti come quello cinese.

Il suo sviluppo, quindi, non è strettamente legato alla crescita europea.

Analogo discorso vale per la Francia, che vede tuttavia nell'Italia un pericoloso concorrente nei suoi settori chiave: agro-alimentare ed abbigliamento. Un indebolimento dell'industria italiana va quindi tutto a suo vantaggio.

L'Europa di cui abbiamo bisogno, quindi, è "l'Europa di tutti", in cui alle logiche nazionali prevalgano logiche sovranazionali espresse attraverso istituzioni democratiche.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

@pancho

siamo già in guerra ( economica) da un bel pò di tempo , solo che il paese è stato cloroformizzato per 17 anni e abbiamo perso il treno che ci consentiva di rimanere nell'europa di francia e germania.
il bandolo della matassa pensato come evoluzione e superamento della globalizzazione è un esercizio nobile che va sicuramente nella "giusta" direzione, ma non si può aggirare qualcosa in cui sei immerso fino al collo , i paesi emergenti cina india brasile adesso battono cassa e noi arranchiamo con la lingua penzoloni, perchè è ANCORA quello il modello di riferimento.
Mezza europa è nelle nostre stesse condizioni , sta per diventare un paese povero o lo è già.
la politica non è più nè di destra nè di sinistra da troppo tempo e per questo minoranze di "minorati" hanno trovato ampie praterie in cui scorribandare, ammesso e non concesso che i maggiori partiti sappiano auto-rigenerarsi non è detto che su questo treno ci possiamo ancora salire, il gap è troppo.
e comunque sia il PD non ci vuole tornare ad essere di sinistra "sinistra" , è meglio che ce lo stampiamo bene in fronte e che sia ben chiaro così non ci sentiamo presi per i fondelli.
( sempre in my modest opinion)

@mariok
( l' abbigliamento di alto livello l'abbiamo perso , abbiamo venduto quasi tutto ai francesi , resistono pochi prodotti di nicchia. quello di medio livello invece lo abbiamo regalato ai cinesi pensando che erano quattro straccioni e non gli eredi di una civiltà millenaria , ops. )
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