Renzi

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UncleTom
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Re: Renzi

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.....UN BANDITO TRAFFICONE......






Pd, Renzi tira dritto sul congresso: "Mi dimetto e resto reggente". E chiede la revoca dei vitalizi
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La Repubblica
di GOFFREDO DE MARCHIS

5 ore fa



Pd, niente congresso? Ci saranno le primarie



ROMA. Dimissioni da segretario e immediato rientro in carica per l'ordinaria amministrazione. Niente reggenza, niente ruolo provvisorio di leader del partito affidato al presidente, nessuna segreteria di garanzia. Matteo Renzi sta preparando così l'assemblea del Pd di domenica chiamata ad avviare la fase congressuale. Controllo totale della situazione, dunque, come avrebbe voluto fare dopo il 4 dicembre dimettendosi da premier ma andando subito al voto anticipato senza lasciare Palazzo Chigi. La battaglia è già cominciata e Renzi ha intenzione di usare le armi pesanti. Altro che segnali di pace di fronte alla concreta ipotesi della scissione.

Se questo schema è dentro le regole dello Statuto lo deciderà oggi la commissione di garanzia del Pd. Renzi presenterà un parere pro veritate che dice di sì, che nulla osta, che il segretario può dimettersi e restare al suo posto fino alle primarie. Non è solo un gesto di sfida a Bersani e alla minoranza che verrà magari mitigato dalla concessione di dieci giorni di tempo in più per la campagna congressuale. Dietro c'è l'intenzione di rilanciare con forza il suo messaggio, in Parlamento e al governo. Di usare il tempo della legislatura che resta per produrre atti concreti non per aspettare passivamente l'offensiva degli altri. Poi, si vedrà qual è la data giusta del voto. La finestra di giugno è probabilmente chiusa, sebbene il segretario non rinunci a sognarla. E' invece apertissima e concreta quella del 24 settembre. "Si vota in Germania e si può votare anche in Italia", ripete il segretario mettendo a tacere i dubbi di chi gli parla della legge di bilancio da presentare a Bruxelles proprio in autunno.

Il leader del Pd ha individuato due terreni di confronto duro con il Movimento 5stelle, che torneranno utili in vista delle elezioni politiche: vitalizi e banche. Se si vota alla fine di settembre (o a scadenza naturale nel 2018) le "pensioni" dei parlamentari saranno già maturate e diventeranno il cavallo di battaglia di Grillo. "Allora dobbiamo incalzare il Parlamento e il governo a fare alcune cose. I decreti attuativi su scuola e pensioni, prima di tutto. Una commissione d'inchiesta vera sulle banche. E soprattutto tagliare selvaggiamente i vitalizi. Anche a chi già li prende".

Alla Camera è già all'esame della commissione la proposta di legge firmata da Matteo Richetti. E tocca i diritti acquisiti. Renzi ha detto al capogruppo Ettore Rosato che va approvata entro due mesi. Tutte le pensioni in essere dei parlamentari verrebbero ritoccate, verso il basso naturalmente, con il ricalcolo secondo il sistema contributivo. "E' il sistema Fornero applicato ai parlamentari", spiega Richetti. Si può fare, anche retroattivamente? Richetti giura di sì, il presidente dell'Inps Tito Boeri ha caldeggiato la misura in un'audizione alla Camera. "Una legge ha valore superiore rispetto alle decisioni dell'ufficio di presidenza che hanno sempre regolato i vitalizi". Ci sarebbe un taglio netto del 30-40 per cento sugli attuali assegni, l'intero comparto previdenziale finirebbe sotto l'ala dell'Inps, chi, con le vecchie regole, prende una "pensione" anche dopo pochi giorni di attività parlamentare, verrà portato al livello della pensione minima. "Le resistenze saranno feroci anche nel mio partito - dice Richetti - ma vediamo come reagirà Di Maio: difenderà i privilegi della Casta continuando a invocare il voto che significa mantenere il sistema attuale oppure voterà con il Pd questa legge?".

La commissione d'inchiesta sulle banche sarà un altro strumento di difesa dai grillini. Ma anche dall'eventuale scissione a sinistra che Renzi considera "cosa fatta" e per evitare la quale non vuole spendersi già di tanto. Nella commissione infatti si dovrà parlare di Banca Etruria ma anche di Monte dei Paschi, di Banca 121, istituti legati al mondo degli ex Ds.

Sfide, rese dei conti e campagna elettorale permanente in previsione di elezioni che possono arrivare da un momento all'altro. Renzi ha fatto la sua scelta e si muove in sintonia con Paolo Gentiloni, dunque con la copertura di un protagonista silenzioso ma determinante per i piani del segretario. Dal quale dipendono in parte le sorti della legislatura, senza dimenticare che l'ultima parola spetta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


ALTRO SU MSN:

Matteo Renzi in 10 frasi che hanno fatto discutere

http://www.msn.com/it-it/notizie/politi ... spartandhp
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Renzi in California, Travaglio: “È lì per studiare se c’è vita su Marte? Sarebbe stato meglio ascoltare i tassisti in piazza”

di Mario Ventriglia | 24 febbraio 2017

commenti (0)

Più informazioni su: California, Marco Carrai, Marco Travaglio, Matteo Renzi, PD


“Come sempre più spesso avviene nel giro di Matteo Renzi non si capisce bene dove inizia la politica e dove cominciano gli affari”. Così il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio a 8 e mezzo, trasmissione di La7, risponde alla domanda di Lilli Gruber sulle ragioni del viaggio dell’ex premier in California. “C’è una certa nebulosa in questa improvvisa missione di Renzi in cui si accompagna ad un uomo d’affari come Marco Carrai. Se poi sento dire che lui è lì per studiare se c’è vita su Marte o un antidoto al populismo, sarebbe bastato andare nella piazza dei tassisti e degli ambulanti che il suo governo aveva deciso di fregare con un emendamento notturno. Ho l’impressione – conclude Travaglio – che per trovare gli antidoti alla cosiddetta antipolitica, bisogna affacciarsi alla finestra in Italia, non in California”.

VIDEO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... e=category
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Re: Renzi

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25 feb 2017 17:43

LA PROFEZIA DI ROMITI: "LO DISSI A BERSANI NEL 2014: RENZI SA PIGIARE SOLO SULL’ACCELERATORE, E NON CONOSCE LE STRADE. PORTERÀ L’ITALIA A SBATTERE”

- IL PARTITO DI BERSANI E D’ALEMA SI CHIAMERA’ "DEMOCRATICI E PROGRESSISTI"




Da www.corriere.it


[...] Bersani racconta, e Cesare Romiti conferma, un incontro che ebbero nel 2014, quando la stella renziana sembrava scintillante. L’ex amministratore delegato della Fiat espresse ad alta voce le sue riserve, davanti alle maestranze di una fabbrica emiliana. «Attenzione», disse Romiti.


«Renzi sa pigiare solo sull’acceleratore, e non conosce le strade. Porterà l’Italia a sbattere». C’è da sperare che fosse una profezia ingenerosa, e che non sarà così. Ma se dovesse accadere, sono stati in molti a dargli, per calcolo, convinzione o miopia, una grossa mano.
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NEL PD E' INIZIATA LA CORSA PER LA DC 3.0



Pd, il fiatone di Matteo: primarie di corsa e senza uno slogan

di Peter Gomez | 26 febbraio 2017

| 62
Il tempo e il messaggio: sono questi i due veri problemi di Matteo Renzi nella corsa verso le primarie. L’ex premier parte in grande vantaggio, ma teme che il terreno gli scivoli a poco a poco sotto i piedi. Come insegna Sun Tzu nell’Arte della guerra, ha scelto il momento e il luogo della battaglia. Il popolo del Pd andrà alle urne il 30 aprile. Tutti i tentativi della minoranza per spostare in estate la data dello scontro sono stati respinti. A giugno ci sono le elezioni amministrative e forse i referendum sui voucher e lavoro. La probabilità di inanellare un’altra serie di sconfitte è alta. I Dem non sembrano in grado di presentare una lista a Palermo, il Comune più importante trai 1004 chiamati al voto. La situazione è complicata anche a Genova e negli altri capoluoghi di regione e di provincia.

Correre come segretario uscente di un partito che ha preso una nuova scoppola per Renzi sarebbe stato un disastro. Così le primarie si tengono in primavera e il giorno delle politiche si allontana. Ma i rischi restano molti. Se il leader Pd non raggiunge subito il 50 per cento delle preferenze il nuovo segretario lo sceglierà, come prevede lo statuto, il congresso. Dove tutto può accadere. Anche perché già ora la torbida storia Consip minaccia di produrre effetti imprevedibili sulla già ammaccata leadership dell’ex rottamatore. Lo scoop di Marco Lillo che ha spinto il suo sfidante Michele Emiliano a mostrare gli sms con cui il ministro Luca Lotti sponsorizzava Carlo Russo, indagato con il padre di Matteo, Tiziano Renzi, per traffico di influenze, comincia ad avere delle conseguenze.

Emiliano è stato chiamato a testimoniare e per tv e giornali diventa sempre più complicato tenere nascosta la vicenda. Ovviamente le eventuali colpe dei genitori non ricadono sui figli, ma al di là dell’esito dell’inchiesta penale, emerge sempre più chiaramente come Tiziano abbia tentato di utilizzare la propria posizione privilegiata di padre dell’allora premier per oscure operazioni lobbistiche. Poi ci sono le accuse, mosse dai pm proprio al renziano Lotti: prima tra tutte la fuga di notizie mirata a far saltare l’indagine su Russo e Renzi senjor. Il quadro insomma non profuma di bucato. Il sistema affaristico e di potere che sta emergendo appare sempre meno compatibile con l’idea alta della politica che decine di migliaia di iscritti del Pd e milioni di suoi elettori dicono di professare. Questo, in termini di consenso, può costare.

Ovvio, Matteo Renzi controlla ancora la macchina dem. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, quando si è visto chiedere se davvero, come scrivevano i giornali, avesse garantito all’ex premier l’appoggio alle primarie in cambio di un seggio alla Camera per il figlio, non ha smentito. Ha preferito non rispondere. Per questo Emiliano e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dati per ora bassissimi nei sondaggi, hanno ancora molte carte da giocare. Entrambi, a differenza di Renzi, hanno un messaggio semplice su cui incardinare le loro primarie. Il primo sostiene di voler rappresentare il Pd che lotta per la legalità e combatte le mafie. Il secondo dice: io sono la sinistra, quella che va a Scampia o a Mirafiori e non in California. Il segretario uscente invece di parole d’ordine non ne trova. Non può più parlare di rottamazione, di giovani o di speranza. Durante il viaggio in Usa ci ha provato con la Green Economy. Ma tutti si sono subito ricordati di quando invitava, insieme a Napolitano, gli italiani a disertare il referendum sulle trivelle. Così ora ha paura.
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Re: Renzi

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Papà Tiziano, Lotti e i generali
I volti dell'inchiesta Consip

La presunta rete per indirizzare gli appalti nel mirino dei pm. L'indagine che scuote i democratici

di Fabrizio Boschi

2 ore fa
134
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Re: Renzi

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E' RITORNATO PINOCCHIO MUSSOLONI, UN INUTILE ROMPIPALLE SFASCIACARROZZE.
ADULTO NEL CORPO MA NON NEL CERVELLO. I BAMBINI SI COMPORTANO SEMPRE COSI'.
DANNO LA COLPA AGLI ALTRI DELLE LORO MARACHELLE.
IL SOLE DELLA CALIFORNIA NON E' SERVITO A NIENTE.
DARA' UN GROSSO CONTRIBUTO AD AFFONDARE IL TITANIC ITALIA.





Renzi: "Scissione? Ideata da D'Alema"
Renzi torna in tv: "Non ho lasciato la politica perché non mi arrendo". Sulle elezioni: "Decide Gentiloni se vorrà votare prima"
Luca Romano - Dom, 26/02/2017 - 21:55
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"A me dispiace molto. Era un disegno già scritto, ideato e prodotto da Massimo D'Alema".



Lo ha detto Matteo Renzi a Che tempo che fa, parlando della scissione nel Pd. "Possono chiedermi di dimettermi ma non rinunciare un ideale. È come se D'Alema e i suoi amici non avessero mandato giù il rospo che altri avrebbero potuto competere nel partito. Io mi son dimesso perché ho preso atto di una sconfitta. Perciò sono ripartito daccapo, ma non potevo accettare ricatti. Ho invitato D'Alema a candidarsi alle primarie per avere consenso", ha aggiunto l'ex premier.

Che poi ha mandato un messaggio ai suoi detrattori: "Possono chiedermi di dimettermi, di rinunciare alla poltrona ma non di rinunciare a un ideale. Io ora riparto da zero e dalla forza delle idee. Dico ai parlamentari: tocca voi. Fate quello che dovete fare per dare ai cittadini la possibilità di scelta".

Sul futuro del governo ha detto: "Le elezioni sono previste nel 2018, se Gentiloni vorrà votare prima lo deciderà lui, non altri". E alla domanda sul perché non ha lasciato la politica, Renzi ha risposto: "Volevo farlo, ci sono state discussioni accese anche in famiglia. I miei figli devono sapere che il loro padre può perdere ma non arrendersi. Non si può lasciare l'Italia nella palude e nel pantano. Vorrei che l'Italia non si rassegnasse alla logica che "non cambierà più niente". I milioni di italiani che hanno votato sì meritano di essere rimessi in campo",

In merito all'inchiesta Consip, Renzi ha dichiarato: "Io sto sempre dalla parte dei magistrati, sono un personaggio pubblico e dico: fiducia nei magistrati. Conosco mio padre e conosco i suoi valori, ma vedo che alcuni processi si celebrano sui giornali e non nei tribunali. Per mio padre che ha comunque la possibilità di difendersi non è un grande dramma, ma io penso alle tante persone che hanno il diritto di avere processi in tempi certi. Alcuni di questi processi si celebrano sui giornali, a me piace che ci siano nelle aule dei tribunali e vediamo chi è colpevole e chi è colpevole deve pagare, ma bisogna fare i processi".
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Re: Renzi

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E' UN CASO CHE QUESTO SIGNORE SIA AMICO DI PINOCCHIO MUSSOLONI?????????



Economia & Lobby | Di F. Q.


Fca, Marchionne nel 2016
ha guadagnato 10,6 milioni
Per il presidente Elkann 2,4
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Re: Renzi

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SE LO DICE RONDOLINGUA, L'UOMO PER TUTTE LE STAGIONI, IL CAMALEONTE PERFETTO, POTETE DORMIRE TRA DUE GUANCIALI.




Renzi, Rondolino difende padre e figlio: “Tiziano più onesto di ciascuno di noi. Partito di Renzi andava fatto nel 2012”

VIDEO E NOTE
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03 ... 2/3426725/
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Re: Renzi

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SE DOPO LA MEZZANOTTE, TENDETE L’ORECCHIO, A TORINO, A MILANO, A BOLZANO, POTRETE SENTIRE STRANI RUMORI PROVENIENTI DA ROMA.

QUESTI RUMORI PROVENGONO DAL CIMITERO ACATTOLICO DI ROMA, DOVE TUTTE LE NOTTI SI AGITA ANTONIO GRAMSCI, PERCHE’ RONDOLINGUA FA PARTE DELLA FU’ UNITA’.

NON SI DA PACE.
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

2 mar 2017 15:32

RENZI SOTTO ASSEDIO: LA BOMBA CONSIP SULLE PRIMARIE PD CON UNO SFIDANTE IN CAMPO (EMILIANO) CHE È ANCHE TESTIMONE DELL'INCHIESTA E L’ALTRO (ORLANDO) CHE È IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA - MATTEUCCIO: “RESTO DALLA PARTE DEI MAGISTRATI"


- E SFIDA IL M5S NELLA BATTAGLIA DEI VITALIZI...
-



Goffredo De Marchis per la Repubblica


Non è una posizione facile da tenere, mentre escono le nuove carte dell' inchiesta Consip, ma la linea di Matteo Renzi è evitare con cura ogni polemica. Per la precisione, la scelta è confermare parola per parola la dichiarazione usata domenica sera alla trasmissione Che tempo che fa quando si è parlato del padre Tiziano: «Io sono dalla parte dei magistrati auspicando che le indagini siano rapide ».

A chi lo ha sentito, prima da Reggio Calabria e poi nel lungo viaggio in macchina verso Roma, l' ex segretario del Pd ha spiegato che nulla è cambiato rispetto a tre giorni fa, che il papà era indagato prima ed è indagato oggi, e sono nella medesima condizione Luca Lotti e il generale Del Sette. Il loro ruolo rispetto all' inchiesta non è cambiato, ripete Renzi ai suoi interlocutori. Dunque, bisogna ancora aspettare ed «avere fiducia nella magistratura», ha detto lo stesso Tiziano Renzi nel suo comunicato serale, facendo filtrare attraverso il padre la voce del figlio. Come sempre, più di sempre, aggiunge Renzi.


Naturalmente, è tutto molto più complicato. Perchè l' escalation della vicenda Consip cambia le cose anche di giorno in giorno, e una posizione "vecchia" di 72 ore fatica a reggere.


C' è l' offensiva del Movimento 5 Stelle, c’è il condizionamento delle primarie per il Pd, con uno sfidante in campo che è anche testimone dell' inchiesta. Dentro il partito, ha spiegato Renzi ai fedelissimi, se bisogna preoccuparsi per un uso interno dei fatti giudiziari andrebbe chiesto agli avversari, non a lui. E se il corso dell' inchiesta stia accelerando per entrare nel percorso congressuale del Pd, andrebbe domandato ai magistrati, dicono i renziani. Adesso, però, fanno più paura i grillini scatenati e i fronti aperti per Renzi, in questo duello che anticipa le elezioni, si moltiplicano.


I 5 Stelle chiedono a Paolo Gentiloni di riferire in Parlamento «spiegando se ha ancora fiducia nel ministro Lotti», ha chiesto ieri in conferenza dei capigruppo della Camera il presidente dei deputati M5S Vincenzo Caso. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha detto che informerà il presidente del Consiglio della richiesta avanzata.

Per Luigi Di Maio la presenza del padre Tiziano nell' inchiesta chiama in causa direttamente Renzi e da lui vuole una risposta.

La Fondazione Open, finanziata quattro anni fa da Alfredo Romeo, è costretta a rispondere ai 5 Stelle attraverso il suo presidente Alberto Bianchi, un volto poco conosciuto del renzismo, ma è in realtà uno dei personaggi chiave della scalata dell' ex segretario, «l' unico dei fedelissimi ammesso nel cerchio pur non essendo un fiorentino del contado. Io sono di Pistoia », ama dire Bianchi scherzando. Sono del contado invece proprio Lotti e Marco Carrai, l' amico che ha accompagnato Renzi in California.

Ma nel corpo a corpo che l' ex premier sta ingaggiando con Grillo, le novità giudiziarie non sono l' unica fonte di preoccupazione. La battaglia dei vitalizi è cruciale e l' ex segretario sta tenendo sotto pressione il capogruppo alla Camera Ettore Rosato per fare in modo che il Pd non venga mai scavalcato dai grillini. Vanno marcati a uomo: in aula, in commissione, nella conferenza dei capigruppo.


Intanto Renzi continua la sua campagna elettorale per il congresso. Sarà tutta, dicono i suoi collaboratori, senza staff e senza cerimoniale, come è successo ieri in Calabria. Mentre infuriava la polemica giudiziaria, l' ex segretario ha raccontato il suo incontro con i ragazzi della Locride che combattono la 'ndrangheta: «Mi ha molto colpito ». Punterà ancora sul Sud, nei prossimi giorni. Lì dove il voto delle primarie, secondo i sondaggi, non gli è favorevole.
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