Renzi

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Re: Renzi

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:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Renzi

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RAMMENTO CHE LA COMPARSA DELLE FACCINE AVVIENE PER IL TENTATIVO DI PROIBIRE LA SCRITTURA
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Re: Renzi

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DIEGO NOVELLI
“Adesso i renziani
vogliono rottamare
pure la Resistenza”
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Re: Renzi

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LUCIANO CANFORA
“Chi polemizza
è in malafede, al Pd
l’Anpi dà fastidio”


DA F.Q.



PER FORZA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

CI SONO VOLUTI 3 ANNI PER CAPIRE CHE IL PD E' LA NUOVA FARSA ITALIA.(Vedi Carlo Galli su L'Espresso)
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Re: Renzi

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LA LOTTA POLITICA IN ITALIA



.

1 ora fa
38


Province sparite solo a parole:
persa la guerra sull'abolizione


Giancarlo Mazzuca


^^^^^^^^


VISTI DA LONTANO


MA SUPERPINOCCHIO MUSSOLONI NE HA IMBROCCATA UNA???????????
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Re: Renzi

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LA LOTTA POLITICA PER LA POLTRONA AI TEMPI DELLA CADUTA DELLA REPUBBLICA DELLE BANANE


GLI ITALIANI SON FATTI COSI'





Renzi come Macron? Mancano le palle...


Alessandro Sallusti - Mar, 25/04/2017 - 14:49

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Il giorno seguente la vittoria di Trump alle presidenziali americane in Italia erano spuntati una serie di emuli (all'insaputa dell'originale).

E lo stesso è accaduto ieri con Macron. Da Renzi a Grillo, «Macron sono io», perché Macron è giovane e di sinistra-centro, perché è l'anti-partito. Parliamo di Renzi: non è Macron perché a differenza del candidato presidente francese non ha mai lavorato un giorno in vita sua; perché di conseguenza non è economicamente indipendente e deve in qualche modo far mantenere a noi la sua corte; perché un partito non l'ha fondato ma scalato e ora deve portarselo appresso. Renzi è stato e tra pochi giorni tornerà ad essere segretario di un partito che poco o nulla ha a che fare con quello fondato da Macron: il Pd è molto più simile al partito di Hollande, l'unico uscito con le ossa rotte dalle elezioni francesi.

Se proprio vogliamo fare paragoni, sempre inadeguati, Macron ricorda più il Berlusconi delle origini: un ricco signore digiuno di elezioni (Macron a differenza del Cavaliere di allora ha in verità fatto per poco tempo il ministro dell'Economia) che dalla mattina alla sera fonda un suo partito e si mette in testa di cambiare il Paese. Avesse avuto le palle, Renzi avrebbe fatto lo stesso e probabilmente oggi non sarebbe lì a elemosinare voti alle primarie e tramare contro Orlando ed Emiliano. Che è roba triste, non da Macron.

Non sappiamo se Macron sarà come Berlusconi, cioè talmente sicuro si sé da non aver paura di unire (difficilmente in caso di vittoria al ballottaggio avrà una maggioranza parlamentare sua a sostenerlo) o se viceversa farà come Renzi che per paura ha diviso il partito e il Paese fino a schiantarsi alla prima vera prova elettorale (il referendum costituzionale).

Renzi non è Macron perché ha al suo fianco una fantastica moglie, la signora Agnese, e non una socia occulta ed esperta, la probabile première dame Brigitte, che lo guida nei pericolosi meandri della politica e del potere; ma sopratutto Renzi non è Macron perché entrambi hanno vinto il biglietto della lotteria ma il nostro se l'è già stupidamente giocato con la farsa degli 80 euro e stupidate simili. Per cui, come è accaduto di recente con Trump, diffidate dalle imitazioni e dal millantato credito. Il Macron Italiano non esiste, e chi sostiene di esserlo è solo un truffatore.
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Re: Renzi

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OBBLIGO DI LETTURA



Le avventure di M.R. il toscano,
l’inafferrabile re delle cronache


http://www.ilfattoquotidiano.it/premium ... -cronache/
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Re: Renzi

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QUANDO I BOYS SCOUT CRESCONO


Exploit del nostro export di a r m a me nt i (soprattutto nei Paesi condannati
dall’Onu): + 100 per cento tra il 2015 e il 2016. Il made in Italy di Re n z i e
Pinotti


| IL FATTO QUOTIDIANO | Venerdì 28 Aprile 2017
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Re: Renzi

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LE DISGRAZIE NEL BEL PAESE NON FINISCONO MAI



Il confronto in tv è un flop ma Renzi si sente Macron
Ascolti sotto il 3% per la sfida tra i candidati su Sky E l'ex premier silura Alfano: «Minniti molto meglio»



Anna Maria Greco - Ven, 28/04/2017 - 08:25

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«Ora si riparte tutti insieme». Matteo Renzi si sente già il vincitore delle primarie Pd di domenica.

Si sente un po' Macron, favorito al ballottaggio delle elezioni in Francia. E annuncia che il suo libro, in uscita il 10 o 17 maggio, si chiamerà Avanti, quasi come lo slogan «En marche!» del giovane candidato all'Eliseo.

Lui vuole di nuovo Palazzo Chigi, ma prima deve riconquistare il partito e farlo bene, sbaragliando i due antagonisti Andrea Orlando e Michele Emiliano. Chi vince le primarie è candidato premier, precisa, «lo prevede lo statuto del Pd». E già sceglie il primo dei suoi ministri, con un calcio ad Angelino Alfano: «Sui migranti i problemi sono innegabili, ma c'è una guida politica molto più forte che nel passato: Minniti sta facendo un lavoro straordinario».

Dalla batosta della riforma costituzionale («Sono l'ex di tutto, ma era giusto così dopo aver perso il referendum») Renzi ha imparato che personalizzare il voto fa male e stavolta evita lo scontro con gli altri candidati alla segreteria dem, che nel confronto Sky della sera prima ha trattato con guanti di velluto. Mentre loro al massimo lo punzecchiavano.



«Mi avete mai sentito parlare male di Emiliano di Orlando - chiede - Mai. Io non credo che le primarie debbano essere l'occasione per litigare tra di noi». L'ex Rottamatore ora punta sulle «idee», più che su cose e persone da sfasciare. Forse per questo non vuole animare troppo le primarie, limitarsi ad un unico duello tv e non sulla Rai, dove avrebbe avuto altro risalto. Su Sky ci sono stati 766mila telespettatori, share sotto il 3%, buon risultato per la rete, ma non l'audience di milioni della tv di Stato. «Avrei voluto più confronti, ma Renzi non si è reso disponibile», si lamenta il Guardasigilli Orlando. Sembra che il segretario uscente non voglia chiamare ai gazebo di domenica grandi folle, si accontenta di prevedere un milione di votanti, quando dal 2005, quando sono nate, le primarie del centrosinistra e poi del Pd hanno collezionato sempre un'affluenza tra i 4,3 milioni e i 2,8 del 2013 in cui Matteo conquistò lo scettro dem. Orlando, al contrario, spera di «avere delle sorprese» se ci sarà la «mobilitazione di un pezzo di società che vuole un Pd diverso da questo».

Il tema delle alleanze è l'unico che anima queste esangui primarie. Quella nel centrosinistra e Renzi avverte che «se si scrive Pisapia e si legge D'Alema» la proposta del giurista Giuliano di unire tutto il fronte è irricevibile, anche perchè «con quelli che se ne sono andati via dal Pd è ovvio che non facciamo alleanze». E quella possibile con Fi, perché il leader dem non esclude larghe intese, soprattutto se ci sarà un proporzionale, mentre lui vuole il maggioritario. Forse è la differenza più chiara emersa nel duello tv con Orlando ed Emiliano, che invece chiudono ad un Nazareno bis. Il ministro della Giustizia chiede un referendum tra gli iscritti Pd «per decidere se andare con Berlusconi o Pisapia». E spiega: «O vince il Pd o vince Renzi. Le due cose non sono conciliabili». Anche il governatore della Puglia è duro, con il suo linguaggio da magistrato: «Renzi vuole sbrigare queste primarie con rito abbreviato per andare al voto e non prendersi la responsabilità della legge di bilancio. La ricostruzione del centrosinistra non può che passare dalla sua sconfitta».

Lui, Matteo, rimane cauto e precisa che il suo rapporto con Berlusconi «è inesistente da mesi», ma pensa ad un possibile accordo con Fi sulla legge elettorale, per uscire dalla «palude» del dopo referendum. Indica l'esempio della Francia, dove il ballottaggio (com'era nell'Italicum) porta ad un vincitore subito e sprona «quelli che hanno vinto il referendum, quelli del No» a fare una proposta. Sottolinea che vuole «votare quando lo dice Mattarella», ma per Emiliano «c'è un evidente conflitto tra Renzi e il Colle».
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Re: Renzi

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LE DISGRAZIE NEL BEL PAESE NON FINISCONO MAI


28 apr 2017 10:24

FLASH! RENZI DICE IN CONFIDENZA AI SUOI: MATTARELLA O NO IL PROSSIMO MINISTRO DEL MEF DEL MIO GOVERNO SARÀ NANNICINI ALTRO CHE PADOAN… -
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