Comunicazione ai forumisti

Idee proposte confronti per una sinistra che vuole essere libera ed autentica.
Il forum è Un Congresso sempre aperto tutti possono dare un contributo, anche tu!
Regole del forum
http://forumisti.mondoforum.com/viewtopic.php?f=2&t=52
Chi siamo:
Questo forum nasce da lontano, dall'esperienza dell'ulivo.it
Da allora abbiamo analizzato e discusso vicende della politica italiana ed estera, arricchendoci d'idee e proposte spesso non colte dai partiti.
Ciò ha dimostrato che esiste un modo diverso di fare politica, partendo dal basso, tramite una rete di idee che aiuta la crescita personale e sociale dei partecipanti e dare valore all'agire politico.
Base comune delle nostre discussioni è l'articolo 3 della Costituzione dove parole come lavoro, dignità, uguaglianza ci impongono il dovere di difendere i valori fondanti posti dai costituenti per la nascita della nostra Repubblica.
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UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

Nel postare nel 3D:
Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?non ha funzionato l'invio ed è uscita questa segnalazione:


Errore Generale
SQL ERROR [ mysqli ]

Incorrect string value: '\xF0\x9F\x98\xB2 \xE2...' for column 'post_text' at row 1 [1366]

Si è verificato un errore SQL richiamando questa pagina. Contatta un amministratore se il problema persiste.
Per favore, invia notifica ad un amministratore: gcimador@gmail.com
UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

Ora legale 2016 in Italia, quando cambiare orario e perchè
http://www.uniquevisitor.it › Magazine
L'ora legale nel 2016 entra in vigore domenica 27 marzo alle ore 02:00 (notte tra sabato e domenica), in tale data ed a tale orario occorre cambiare l'ora

Ritorno all'ora solare, il processo inverso andrà fatto domenica 30 ottobre 2016 alle ore 03:00 (quindi nella notte tra sabato e domenica), anche in questo caso seguendo la procedura standard bisognerà riportare le lancette indietro di un'ora.


L'ora legale del Forum non è aggiornata
lucfig
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da lucfig »

Complimenti !!!

Ti informiamo che sei 7° nella TopForum Visite mensile.

Pertanto ti sono stati assegnati ben 44 punti.

Per maggiori informazioni sui punti, leggi
http://www.mondoweb.net/viewtopic.php?f=36&p=11365

La TopForum Visite mensile la trovi all'indirizzo
http://www.mondoweb.net/Top-Forum.html
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

La truffa dei cani più belli e dei gatti più costosi del mondo: non aprite quelle foto


http://www.lastampa.it/2017/01/05/socie ... agina.html
UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

Altro che giuria popolare M5S. La Cassazione inguaia i siti

Nubi sempre più nere si affollano sulla libertà di espressione nel nostro Paese

Daniela Missaglia - Ven, 06/01/2017 - 08:58

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Nubi sempre più nere si affollano sulla libertà di espressione nel nostro Paese. Il 2016 si chiude infatti con una discutibilissima sentenza della Corte di Cassazione che, contravvenendo ogni principio di logica e diritto, persino quelli stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, introduce una responsabilità in concorso del gestore di siti internet nei quali un forumer non anonimo iscriva commenti ritenuti diffamatori.

Questo è quello che la Suprema Corte ci sta dicendo: se sul sito di questo giornale o in qualsiasi altro sito aperto ai commenti, un lettore (pur identificato con nome e cognome e regolare registrazione) dovesse esprimere feroci censure ad una notizia di cronaca politica, dipingendo come un farabutto questo o quell'onorevole, la responsabilità penale non sarebbe solo quella personale del commentatore fumino, ma anche del gestore o amministratore del sito che si buscherebbe un bel concorso in diffamazione. È bastato che un lettore chiamasse «farabutto emerito» e «pregiudicato doc» il presidente della Figc ad oscurare il sito su cui il post incriminato era stato vergato elettronicamente, con avvio dell'azione penale verso i gestori (e 60mila euro di condanna risarcitoria)

Fermo il rispetto a Giancarlo Tavecchio ed al suo sacrosanto diritto di difendere la propria onorabilità nei confronti di chi lo diffami, con questa logica perversa (non a caso esclusa dal Tribunale di prime cure) stiamo condannando alla chiusura forum, chat pubbliche, piattaforme e siti che ammettono il coinvolgimento degli utenti attraverso i commenti. Pensare che la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva bacchettato, nel febbraio 2016, gli Stati dell'Unione che condannavano i gestori dei siti per effetto di commenti di utenti anonimi o non identificabili: questo perché, spiegavano i magistrati di Strasburgo, così si finiva per ledere la libertà d'espressione che è un diritto fondamentale dell'umanità. Chi, dopo la sentenza in commento del supremo organo giurisdizionale nostrano, avrà il coraggio di gestire un sito e ammettere i commenti dei lettori? Si fa un gran parlare di post-verità, di Beppe Grillo e giurie popolari per smascherare i media, dell'ira del divin Mentana contro il leader pentastellato e poi questa sentenza scivola in un trafiletto delle pagine interne.

A questa stregua Laura Boldrini o Matteo Renzi potrebbero, da soli, far chiudere l'80% dei siti italiani ma bisognerebbe costruire un super-carcere apposito per ospitare tutti gli amministratori.

Per non parlare di quanto è stato scritto negli anni su Silvio Berlusconi e qualsiasi altro personaggio della politica, sport, finanza, tv o carta stampata che, per la sua visibilità e notorietà, automaticamente ha risentito di critiche, anche ben oltre il lecito. Siamo ad un bivio: la Cassazione dipinge lo scenario futuristico di un mondo di repressione verbale, la Corte europea fornisce invece una visione più garantista e rassicurante, identificando come personale la responsabilità penale, a tutela di un diritto fondamentale, il diritto alla libertà d'espressione.

Questa volta mi sento di propendere per la visione europea, una volta tanto più avveduta dei manicheismi patri.
UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

IL VIRUS DALL’I N DI A
WhatsApp, basta un clic per perdere tutti i risparmi

qALLARMEVIRUS, la National Investigation Agency, agenzia di intellgence indiana, avverte gli utenti di WhatsApp che stanno girando dei messaggi in grado di svuotare il loro conto in banca. Sull’applicazione arriva un file Excel con l’intestazione della National Defence Academy o della National Investigation Agency, due agenzie governative molto conosciute. Un mittente insospettabile che suscita curiosità nell’u te n te . Questo virus è in grado di accedere a tutte le informazioni sensibili contenute negli smartphone e negli account dei loro possessori, fino ad apprendere le credenziali di accesso ai conti correnti che, così, possono essere svuotati.
Per il momento pare che tale allarme sia circoscritto al solo continente indiano e sembra che siano vulnerabili soltanto vecchi modelli di smartphone che usano versioni del sistema operativo Android ormai superate. Ma alcuni specialisti informatici ritengono che gli hacker potrebbero ripetere presto tale operazione anche in altri Paesi.
erding
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da erding »

UncleTom ha scritto:Altro che giuria popolare M5S. La Cassazione inguaia i siti

Nubi sempre più nere si affollano sulla libertà di espressione nel nostro Paese

Daniela Missaglia - Ven, 06/01/2017 - 08:58
C'è da considerare che la libertà di manifestazione del pensiero è un diritto riconosciuto da tutti gli ordinamenti democratici.
Inoltre: Dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo si legge:
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di espressione; tale diritto comprende la libertà di cercare, ricevere e diffondere
informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica
o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta.” (art.19)
Ovviamente ciò fa paura a chi vorrebbe tenere a bada la libera espressione dei cittadini.
Sta a noi non sottostare a queste limitazioni.
UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

Siamo tutti hackerabili: tra password e antivirus ecco come difendersi

Tutti i nostri computer a rischio intrusione. I rimedi esistono. E sono alla portata di tutti

Clarissa Gigante - Mer, 11/01/2017 - 08:22

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Un malware: un programmino malevolo che viene installato nel pc e che permette a chi lo controlla di spiare quello che facciamo.

Ad aprire la porta ai malintenzionati siamo spesso noi stessi, inconsapevoli dei rischi che corriamo a prendere alla leggera gesti ormai quotidiani. E se ci cascano premier e presidenti della Bce, i cui dispositivi sono si spera controllatissimi, cosa può succedere ai semplici cittadini? Gli strumenti per difendersi ci sono e sono alla portata di tutti.

PASSWORD E PIN

Usate password complesse e diverse per ogni servizio, composte da una combinazione di maiuscole, minuscole e numeri. Un trucco? Scegliete una parola comune (niente nomi) che abbia un senso solo per voi e sostituite alcune lettere con un numero che le ricorda, come il 3 per la «e» e il 4 per la «a». Per gli smemorati, esistono alcune servizi come LastPass o Keypass che permettono di salvare in un posto sicuro tutte le password. Anche in questo caso, però, sempre meglio non mettere troppe informazioni: se mettiamo il nome della banca e il pin subito dopo, ci vuol poco a capire di cosa parliamo. Meglio salvarli sempre in app criptate - come se fossero contatti telefonici, magari aggiungendo un prefisso e qualche numero casuale dopo.

EMAIL, CHAT E LINK MALEVOLI
Che usiate Gmail, Yahoo o qualsiasi altro servizio, impostate sempre i filtri antispam e lasciate che il vostro gestore faccia il suo lavoro: se una mail finisce tra lo spam, quasi certamente è perché contiene un link o un allegato malevolo. Anche e soprattutto se proviene da un contatto che conoscete, o perché il loro dispositivo è infetto o perché il loro indirizzo è finito in una rubrica trafugata. Attenzione anche ai messaggi privati sui social come Facebook.

NAVIGAZIONE SU INTERNET

Navigate solo su siti conosciuti e verificate sempre che l'indirizzo sia scritto in modo corretto. Se usate pc o dispositivi non vostri, usate sempre la modalità in incognito o anonima per evitare di salvare i vostri dati. E attenzione alle ricerche, soprattutto se cercate file come film in streaming: potreste finire su siti non sicuri. Non cliccate mai su banner e messaggi, soprattutto se vi avvisano che il pc o il telefono è infetto. In ogni caso non inserite mai le password se non siete certi di essere sul sito giusto..

SOCIAL NETWORK
Non accettate mai l'amicizia di persone che non conoscete personalmente o di cui non sapete nulla: potrebbe trattarsi di qualcuno che vuole acquisire informazioni su di voi. Dove possibile - e su Facebook è possibile - dividete i vostri amici in liste in modo che solo gli amici più stretti possano vedere tutto quello che condividete. E impostate sempre il livello di privacy adatto a quello che condividete.

WIFI PUBBLICI
Evitate di connettervi a reti wifi pubbliche o in ristoranti e locali: non potete sapere se chi è connesso alla stessa rete sa sfruttare l'occasione per entrare nel vostro dispositivo.

ANTIVIRUS E ANTIMALWARE
Installate sempre un antivirus sul vostro computer. Quello che trovate preinstallato ma anche uno dei tanti gratuiti che si trovano sul web. L'importante è aggiornarlo spesso, in modo da essere sempre protetti. Installate anche un programma che possa identificare malware e software malevoli. Anche in questo caso, aggiornate e scansionate spesso il computer.
UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

Come la sicurezza informatica può aiutarci a tenere gli occhi aperti

Intervista a Paolo Dal Cin, managing director Accenture, partendo dal caso dei fratelli Occhionero, responsabili dello scandalo Eye Pyramid

Martina Zanghì - Mar, 17/01/2017 - 18:05

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Nannni Moretti diceva che le parole sono importanti ma in questo caso dobbiamo dire che le mail e le password sono molto, molto più importanti.

Non si tratta di una novità assoluta ma, questa volta, in gioco ci sono i poteri forti. Il caso di cyberspionaggio Eye Pyramid sta destando molto interesse sia nel mondo politico che in quello economico e il perché possiamo dedurlo con facilità.


I due fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero sarebbero i responsabili di un sistema di intelligence iniziato nel 2008, attivato grazie ad un malware che avrebbe permesso loro di accedere alle mail di molte personalità importanti dell'ambiente politico ed economico italiano. Le indagini sono in corso dunque sapremo nel corso del tempo le effettive attività della 'Banda Occhionero'. Ma come è possibile che questo sia potuto accadere? Lo abbiamo chiesto ad un esperto di sicurezza informatica: Paolo Dal Cin, Managing Director, Accenture security lead di Italia, Europa Centrale e Grecia.




Abbiamo sempre più a che fare con il mondo virtuale che ha sempre più implicazioni su quello reale. Che idea si è fatto della vicenda Eye Pyramid?
Ci sono delle indagini in corso per cui è difficile dire con certezza quanto sia realmente accaduto. Per quanto noto ad oggi, è emersa una vera e propria attività di spionaggio e dossieraggio avvenuta in tempi prolungati, resa possibile tramite l’utilizzo di tecniche di ingegneria sociale - quali ad esempio lo spear-phishing - e di malware, ovvero programmi appositamente creati e progettati per la compromissione di sistemi informatici con la relativa raccolta di dati riservati. L’attacco avrebbe toccato personalità di spicco del governo, della politica, della pubblica amministrazione e dell’imprenditoria, con un potenziale impatto diretto e indiretto sulla sicurezza nazionale e sulla competitività dell’imprenditoria.

Da quanto risulta fino ad ora, l’attacco perdurava dal 2011, mentre le prime versioni del malware EyePyramid risalgono al 2008. Un’attività di spionaggio sistemico durato anni.

In questo caso, come negli ultimi emersi di recente, la domanda da un milione di dollari, banale ma doverosa è: Si poteva evitare e come? Ma soprattutto abbiamo i mezzi per farlo?
Gran parte delle soluzioni di sicurezza attualmente adottate sono basate su “firme” che rendono riconoscibili le minacce, ma se l’attacco non ha queste “impronte digitali” già codificate, spesso i sistemi di protezione non riescono a rilevare la violazione. Succede quindi che soggetti con ampie capacità economiche possono commissionare malware scritti da zero e programmatori abili possono modificare malware già presenti sul mercato, rendendo “invisibili” le minacce cibernetiche e lasciandole agire indisturbate.

Le tecnologie per fronteggiare questo tipo di attività illecite esistono e sono già disponibili sul mercato, ma non sono ancora implementate in maniera appropriata e diffusa. Metodologie innovative come la Threat Intelligence, i Security Analitycs, il Machine Learning e l’Intelligenza Artificiale applicate alla Cyber Security non solo permettono di contrastare l’attacco mentre è in corso, ma sono in grado di monitorare la rete e riconoscere comportamenti anomali di PC e infrastrutture di rete, fornendo protezione non solo reattiva, ma anche predittiva. È possibile così prevenire la violazione e “giocare d’anticipo”.

Il capro espiatorio è stato il capo della polizia postale Roberto Di Legami ma è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Rispetto agli altri paesi del mondo secondo lei l'Italia in che condizioni è sull'argomento?
Purtroppo è un fatto che non sorprende. Da una nostra recente indagine su un campione di organizzazioni di vari settori in diversi paesi nel mondo, tra cui l’Italia, emerge come il primo nemico della cybersecurity sia un incauto senso di sicurezza. La ricerca evidenzia infatti che la maggior parte delle aziende ritiene di avere un buon livello di gestione della sicurezza cibernetica. Spesso però una buona gestione della sicurezza viene confusa con il rispetto della compliance alle normativa e non c’è sufficiente consapevolezza dei danni che una violazione può portare. Infatti dall’indagine risulta che in media 1 attacco informatico su 3 va comunque a buon fine e, se scoperto, viene identificato spesso dopo mesi. Le aziende italiane in particolare sembrano distinguersi per la capacità di gestire l’emergenza ad attacco avvenuto, ma risultano meno preparate e impegnate nella pianificazione strategica e nella valutazione corretta dei rischi e dell’impatto che una violazione informatica può avere.

Sembra impossibile eppure c'è ancora chi crede alle mail truffa sulle lotterie o risponde a finte banche scrivendo in chiaro i numeri della propria carta di credito. Come si può sensibilizzare l'utente sull'importanza della cybersecurity?
Questa tipologia di violazione è così diffusa perché è molto semplice da realizzare da parte di un attaccante. Normalmente, questo tipo di attacco viene chiamato Phishing (letteralmente “a pesca”) e i pesci che abboccano sono sorprendentemente numerosi. L’utente medio non è consapevole dei rischi che corre inserendo informazioni sui propri dati personali o bancari senza sapere realmente a chi arriveranno questi dati. Si corrono dei rischi anche banalmente entrando nelle reti wi-fi condivise senza autenticazione, lasciandosi “loggati” sui social network, per esempio, in un internet cafè.

Una popolazione ormai sempre più digitale va sicuramente “educata” sul concetto di sicurezza informatica, tutti dovrebbero essere a conoscenza dei principi di base come ad esempio accertarsi della validità dell’indirizzo mail del mittente, controllare gli indirizzi URL dei link contenuti sulle mail prima di cliccarci sopra, evitare di aprire gli allegati di email sospette, verificare che i siti siano legittimi ed in https (connessione cifrata sicura). Sicuramente l’attenzione mediatica al tema non può che aiutare alla sensibilizzazione degli utenti, più o meno esperti, in quanto ovviamente il rischio non è solo per i “pesci grossi” ma anche per i cittadini che hanno semplicemente un home banking o fanno acquisti online.

Se due civili con un semplice laptop sono riusciti a 'sniffare' mail dal 2008 a personalità importanti, (la vicenda è ancora in via di accertamento ndr) cosa può fare una intelligence esperta e ben strutturata? Lo scenario è a dir poco apocalittico...
Purtroppo apocalittico è il termine corretto, i danni all’economia digitale, alla sicurezza nazionale, alla competitività delle aziende e alla privacy dei cittadini potrebbero essere molto ingenti. Si consideri ad esempio che il cybercrime e i cyber attacks hanno portato a circa 400 miliardi di dollari di costi per le aziende a livello mondiale (secondo Lloyd’s of London) e potrebbero arrivare a 3.000 miliardi nel 2020. Gruppi organizzati indipendenti o finanziati da terzi agiscono con determinazione per raggiungere scopi ben precisi che possono andare dall’attivismo sociale, allo spionaggio industriale e politico, al terrorismo oppure alle cyberwar, vere e proprie guerre informatiche tra nazioni. In un mondo sempre più interconnesso, dove i dispositivi IoT (Internet of Things ndr) e le tecnologie digitali pervadono ogni ambito della vita quotidiana – dalla sfera lavorativa, al tempo libero, alla gestione domestica – la mole di dati sensibili che i singoli utenti “consegnano” ad aziende e istituzioni è sempre più significativa. Per questo è indispensabile un lavoro che consenta di proteggere quella “fiducia digitale”, che è condizione imprescindibile per il funzionamento dell’economia moderna.

Il cybercrime però si sta ritagliando il suo spazio e, seppur molto lentamente, sta diventando sempre di più mainstream. Le serie tv, ultima tra tutte Mr Robot, lo stereotipo dell'hacker nerd, stanno entrando nell'immaginario collettivo. Come vede il nostro futuro?
Il cybercrime è la minaccia del futuro che ormai è diventato presente. Basti pensare che è stata la terza tipologia di reato di cui le imprese italiane sono state vittime negli ultimi anni, dopo appropriazione indebita e corruzione. Al pari della società e delle tecnologie evolvono purtroppo anche le attività criminali e il cybercrime è diventato una minaccia reale per le aziende, per lo stato e per i comuni cittadini. Le aziende, le pubbliche amministrazioni e cittadini devono adeguare le misure di sicurezza ai nuovi rischi: in aggiunta agli allarmi contro i furti in casa dovremo imparare a proteggerci anche dai crimini informatici C’è sicuramente ancora molto da fare in termini culturali, di consapevolezza e di formazione, oltre che di tecnologie. La collaborazione tra pubblico e privato e la condivisione tempestiva delle informazioni sulla sicurezza sono indispensabili per limitare le probabilità che violazioni già avvenute continuino a ripetersi.

Aziende e istituzioni devono agire in modo sinergico e con urgenza per passare da un senso di sicurezza a un innalzamento reale del livello di protezione e di fiducia nel mercato digitale.
UncleTom
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Re: Comunicazione ai forumisti

Messaggio da UncleTom »

Ci ha trasmesso l'unica regola su cui regge questo forum, poi è sparito.

Che fine ha fatto l'amico Peanuts???



Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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