Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzione?
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Islamici
Da :
WikiIslam
Paradiso sensuale
Nell'islam, il concetto di 72 vergini (houri) si riferisce ad un aspetto del Jannah (Paradiso). Questo concetto si trova nel testo del Corano che descrive un paradiso sensuale dove gli uomini credenti sono premiati avendo in sposa[1] le vergini con dei seni "cresciuti", "gonfi" o "a forma di pera".[2][3] Al contrario, le donne avranno un solo uomo, e "saranno soddisfatte con lui".[4]
Dei teologi musulmani molto famosi, per esempio Gibril Haddad, hanno commentato la natura erotica del paradiso coranico, affermando che alcuni uomini potrebbero aver bisogno dei ghusl (abluzioni richieste dopo un incontro sessuale) solo per aver sentito certi versi.[5]
I teologi musulmani ortodossi come al-Ghazali (morto nel 1111 d.C.) e al-Ash'ari (morto nel 935 d.C) hanno tutti discusso i piaceri sensuali che si trovano in paradiso, collegandoli all'hadith che descrive il paradiso come un mercato di schiavi dove non ci sarà nessun "compra e vendi, ma... se qualche uomo vorrà far sesso con una donna, lo farà e basta."[6][7]
È citato da Ibn Kathir, nel suo Commento del Corano, il Tafsir ibn Kathir,[8] e sono descritti graficamente dal commentatore del Corano ed eclettico, al-Suyuti (morto nel 1505), che, confermando un hadith hasan[9] from Ibn Majah,[10] scrisse che le perenni vergini avranno tutte "delle vagine appetenti", e che "i peni degli eletti non si ammosceranno mai. L' erezione è eterna".[11]
Il piacere sensuale tra i credenti e le vergini in paradiso è confermato anche da due collezioni di hadith Sahih, chiamate Sahih Bukhari[12] e Sahih Muslim, dove leggiamo che saranno delle vergini talmente belle, pure e trasparenti che "il midollo delle ossa delle loro gambe sarà visibile attraverso le ossa e la carne",[13] e che "i credenti le visiteranno e godranno di loro".[14]
Da :
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Paradiso sensuale
Nell'islam, il concetto di 72 vergini (houri) si riferisce ad un aspetto del Jannah (Paradiso). Questo concetto si trova nel testo del Corano che descrive un paradiso sensuale dove gli uomini credenti sono premiati avendo in sposa[1] le vergini con dei seni "cresciuti", "gonfi" o "a forma di pera".[2][3] Al contrario, le donne avranno un solo uomo, e "saranno soddisfatte con lui".[4]
Dei teologi musulmani molto famosi, per esempio Gibril Haddad, hanno commentato la natura erotica del paradiso coranico, affermando che alcuni uomini potrebbero aver bisogno dei ghusl (abluzioni richieste dopo un incontro sessuale) solo per aver sentito certi versi.[5]
I teologi musulmani ortodossi come al-Ghazali (morto nel 1111 d.C.) e al-Ash'ari (morto nel 935 d.C) hanno tutti discusso i piaceri sensuali che si trovano in paradiso, collegandoli all'hadith che descrive il paradiso come un mercato di schiavi dove non ci sarà nessun "compra e vendi, ma... se qualche uomo vorrà far sesso con una donna, lo farà e basta."[6][7]
È citato da Ibn Kathir, nel suo Commento del Corano, il Tafsir ibn Kathir,[8] e sono descritti graficamente dal commentatore del Corano ed eclettico, al-Suyuti (morto nel 1505), che, confermando un hadith hasan[9] from Ibn Majah,[10] scrisse che le perenni vergini avranno tutte "delle vagine appetenti", e che "i peni degli eletti non si ammosceranno mai. L' erezione è eterna".[11]
Il piacere sensuale tra i credenti e le vergini in paradiso è confermato anche da due collezioni di hadith Sahih, chiamate Sahih Bukhari[12] e Sahih Muslim, dove leggiamo che saranno delle vergini talmente belle, pure e trasparenti che "il midollo delle ossa delle loro gambe sarà visibile attraverso le ossa e la carne",[13] e che "i credenti le visiteranno e godranno di loro".[14]
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Atei
Ateismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Definizioni
Si definisce ateo o atea chi non crede in alcuna divinità.
Se considerata rispetto al concetto di "divinità", la definizione di "ateismo" che il filosofo britannico Antony Flew coniò circa alla metà degli anni settanta del XX secolo distingue tra ateismo positivo — ovvero l'asserzione che non esistano dèi oppure la negazione dell'asserzione che una qualsivoglia divinità esista[2] — e negativo, al quale egli stesso si richiamava, che si basa sull'impossibilità di verificare o falsificare con l'esperienza qualsivoglia asserzione teologica[3]; l'accezione di cui alla prima definizione citata, anche identificata con ateismo forte, ovvero la positiva affermazione dell'inesistenza di Dio e non di una generica divinità, è tuttavia oggetto di nuove attribuzioni di significato: nel XXI secolo si tende ad attribuire al termine ateismo positivo o forte il significato — oltre a quello, scontato, di negazione del trascendente — di disapprovazione morale e di avversione alle credenze[4].
Qualora rapportata altresì al concetto di "credenza in qualsivoglia divinità", emerge una distinzione tra ateismo pratico — proprio di chi, per esempio, pur non negando i dogmi o le credenze che affermino l'esistere di qualsivoglia ente trascendente, prescinde nella realtà quotidiana da tale ente e agisce come se esso non esistesse[5] — e teorico, appannaggio di chi, indipendentemente dal proprio comportamento, non creda, o apertamente neghi, l'esistenza di un ente trascendente[5].
L'ateo, piuttosto, basa la propria filosofia di vita non su dogmi accettati per fede, ma sul raziocinio, ossia sull'uso ponderato della mente per dare una risposta (scientifica) ai grandi interrogativi della vita, più che ricondurre le risposte ad un'unico Dio demiurgo trascendente (o ad un pantheon di divinità) e fonda la propria condotta su principi morali e non su imposizioni da rispettare per "guadagnarsi", in un'ipotetica vita dopo la morte, una posizione privilegiata o comunque più agiata rispetto a chi non dovesse attenersi alle stesse[a quale dottrina si riferisce l'ultima parte della frase?] .
Un'ulteriore posizione è quella dell'apateismo, che caratterizza chi considera irrilevante o priva di significato qualsiasi discussione sull'esistenza o meno di una divinità[6] e, in senso più esteso, qualsiasi discussione su religione o sistemi valoriali o morali legati a credenze religiose[6]; la posizione implicita dell'apateismo può essere riassunta nell'asserzione: «Dio esiste? Non lo so e non m'interessa»[6].
Nel suo portale dedicato all'ateismo, la BBC introduce l'argomento con la seguente definizione: «Gli atei sono persone che credono che Dio o gli dèi (o altri esseri soprannaturali) siano costruzioni umane, miti e leggende, o che credono che questi concetti non siano significativi»[7].
Generalmente l'ateismo si contrappone al teismo, e in modo particolare al monoteismo (anche se, nell'ateismo «forte», è esclusa ogni forma di esistenza che trascenda la natura); talora, infatti, l'opposizione al panteismo o al politeismo risulta più sfumata o molto meno sviluppata, come – per esempio – in Richard Dawkins o Daniel Dennett.
L'ateismo si differenzia dall'agnosticismo, che raggruppa tutti coloro che si astengono dall'esprimersi su una materia quale l'esistenza o meno di una divinità, considerandola a priori inconoscibile. Ateismo e agnosticismo tuttavia non sono posizioni contrapposte. Un ateo può essere considerato agnostico nel momento in cui, pur non credendo nell'esistenza del divino, ammette di non poterne avere la certezza assoluta. Prendendo in prestito una terminologia in uso nel mondo anglosassone, all'ateo agnostico si contrappone l'ateo gnostico, cioè colui che ritiene di poter affermare con certezza la non esistenza del divino[8].
Nell'antichità il termine "ateo" era spesso usato con accezione negativa dai credenti in una religione per indicare coloro di un credo diverso; a titolo d'esempio, il padre della Chiesa Clemente Alessandrino (II-III secolo) riferisce nei suoi Stromateis che i greci dell'epoca consideravano «atei» i primi cristiani[9].
Ateismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Definizioni
Si definisce ateo o atea chi non crede in alcuna divinità.
Se considerata rispetto al concetto di "divinità", la definizione di "ateismo" che il filosofo britannico Antony Flew coniò circa alla metà degli anni settanta del XX secolo distingue tra ateismo positivo — ovvero l'asserzione che non esistano dèi oppure la negazione dell'asserzione che una qualsivoglia divinità esista[2] — e negativo, al quale egli stesso si richiamava, che si basa sull'impossibilità di verificare o falsificare con l'esperienza qualsivoglia asserzione teologica[3]; l'accezione di cui alla prima definizione citata, anche identificata con ateismo forte, ovvero la positiva affermazione dell'inesistenza di Dio e non di una generica divinità, è tuttavia oggetto di nuove attribuzioni di significato: nel XXI secolo si tende ad attribuire al termine ateismo positivo o forte il significato — oltre a quello, scontato, di negazione del trascendente — di disapprovazione morale e di avversione alle credenze[4].
Qualora rapportata altresì al concetto di "credenza in qualsivoglia divinità", emerge una distinzione tra ateismo pratico — proprio di chi, per esempio, pur non negando i dogmi o le credenze che affermino l'esistere di qualsivoglia ente trascendente, prescinde nella realtà quotidiana da tale ente e agisce come se esso non esistesse[5] — e teorico, appannaggio di chi, indipendentemente dal proprio comportamento, non creda, o apertamente neghi, l'esistenza di un ente trascendente[5].
L'ateo, piuttosto, basa la propria filosofia di vita non su dogmi accettati per fede, ma sul raziocinio, ossia sull'uso ponderato della mente per dare una risposta (scientifica) ai grandi interrogativi della vita, più che ricondurre le risposte ad un'unico Dio demiurgo trascendente (o ad un pantheon di divinità) e fonda la propria condotta su principi morali e non su imposizioni da rispettare per "guadagnarsi", in un'ipotetica vita dopo la morte, una posizione privilegiata o comunque più agiata rispetto a chi non dovesse attenersi alle stesse[a quale dottrina si riferisce l'ultima parte della frase?] .
Un'ulteriore posizione è quella dell'apateismo, che caratterizza chi considera irrilevante o priva di significato qualsiasi discussione sull'esistenza o meno di una divinità[6] e, in senso più esteso, qualsiasi discussione su religione o sistemi valoriali o morali legati a credenze religiose[6]; la posizione implicita dell'apateismo può essere riassunta nell'asserzione: «Dio esiste? Non lo so e non m'interessa»[6].
Nel suo portale dedicato all'ateismo, la BBC introduce l'argomento con la seguente definizione: «Gli atei sono persone che credono che Dio o gli dèi (o altri esseri soprannaturali) siano costruzioni umane, miti e leggende, o che credono che questi concetti non siano significativi»[7].
Generalmente l'ateismo si contrappone al teismo, e in modo particolare al monoteismo (anche se, nell'ateismo «forte», è esclusa ogni forma di esistenza che trascenda la natura); talora, infatti, l'opposizione al panteismo o al politeismo risulta più sfumata o molto meno sviluppata, come – per esempio – in Richard Dawkins o Daniel Dennett.
L'ateismo si differenzia dall'agnosticismo, che raggruppa tutti coloro che si astengono dall'esprimersi su una materia quale l'esistenza o meno di una divinità, considerandola a priori inconoscibile. Ateismo e agnosticismo tuttavia non sono posizioni contrapposte. Un ateo può essere considerato agnostico nel momento in cui, pur non credendo nell'esistenza del divino, ammette di non poterne avere la certezza assoluta. Prendendo in prestito una terminologia in uso nel mondo anglosassone, all'ateo agnostico si contrappone l'ateo gnostico, cioè colui che ritiene di poter affermare con certezza la non esistenza del divino[8].
Nell'antichità il termine "ateo" era spesso usato con accezione negativa dai credenti in una religione per indicare coloro di un credo diverso; a titolo d'esempio, il padre della Chiesa Clemente Alessandrino (II-III secolo) riferisce nei suoi Stromateis che i greci dell'epoca consideravano «atei» i primi cristiani[9].
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Dunque, caro pancho, il trascorrere della vita su questo pianeta implica raggruppare la grande famiglia umana in tribù che si associano nelle varie credenze sopra descritte decisamente diverse tra di loro. Oggi addirittura in aperto conflitto come nei secoli scorsi.
Non abbiamo fatto passi in avanti. Siamo sempre gli stessi primitivi che si crogiolano nelle cazzate di sempre.
Non c’è da andare molto in là nel tempo. Basta osservare l’esperienza di vita fatta l’altro ieri da Primo Levi nella società nazista all’interno di un campo di concentramento.
Un’esperienza che si traduce in un monito a tutto il genere umano:
CHI DIMENTICA LA STORIA E’ COSTRETTO A RIVIVERLA.
E noi che insegnamento ne abbiamo tratto?
NESSUNO. ASSOLUTAMENTE NESSUNO.
Ci rifiutiamo di capire la realtà della vita, ripetendo all’infinito sempre gli stessi errori.
Nell’anno domini 2015 siamo di nuovo all’interno di una Guerra Mondiale. La Terza, per la cronaca.
Con lo sviluppo dell’edilizia negli ultimi 100 anni si è formato il concetto diffuso del “condominio”, del vivere in un condominio.
Malgrado questo tipo di evoluzione centennale, stenta a prendere forma la concezione realistica che la vita su questo pianeta Terra, adesso che sono state superate tutte le distanze, si vive come in un grande condominio. Il condominio Terra.
Non sò se tu, caro pancho, hai esperienza di riunioni di condominio. Nello stato dell’arte ad oggi 10 ottobre 2015, le riunioni di condominio ci indicano, e misurano, il grado di evoluzione raggiunto dalla società umana.
Cioè molto basso, tendente allo scarso, allo scadente.
In realtà mostriamo in continuazione di aver raggiunto un grado di evoluzione di poco superiore a quello dei nostri antenati della società dell’età delle caverne. Novemila anni fa.
Non devono trarre in inganno le mutate scene di teatro dovute all’innegabile sviluppo tecnologico, che tocchiamo inevitabilmente con mano.
Dal punto di vista sociale siamo gli stessi primitivi di allora.
Anche se esibiamo il Suv, la Ferrari chi può, la televisione da parete a schermo piatto, la lavatrice, l’ipad, il telefonino cellulare, il forno a microonde.
CONTINUA
Non abbiamo fatto passi in avanti. Siamo sempre gli stessi primitivi che si crogiolano nelle cazzate di sempre.
Non c’è da andare molto in là nel tempo. Basta osservare l’esperienza di vita fatta l’altro ieri da Primo Levi nella società nazista all’interno di un campo di concentramento.
Un’esperienza che si traduce in un monito a tutto il genere umano:
CHI DIMENTICA LA STORIA E’ COSTRETTO A RIVIVERLA.
E noi che insegnamento ne abbiamo tratto?
NESSUNO. ASSOLUTAMENTE NESSUNO.
Ci rifiutiamo di capire la realtà della vita, ripetendo all’infinito sempre gli stessi errori.
Nell’anno domini 2015 siamo di nuovo all’interno di una Guerra Mondiale. La Terza, per la cronaca.
Con lo sviluppo dell’edilizia negli ultimi 100 anni si è formato il concetto diffuso del “condominio”, del vivere in un condominio.
Malgrado questo tipo di evoluzione centennale, stenta a prendere forma la concezione realistica che la vita su questo pianeta Terra, adesso che sono state superate tutte le distanze, si vive come in un grande condominio. Il condominio Terra.
Non sò se tu, caro pancho, hai esperienza di riunioni di condominio. Nello stato dell’arte ad oggi 10 ottobre 2015, le riunioni di condominio ci indicano, e misurano, il grado di evoluzione raggiunto dalla società umana.
Cioè molto basso, tendente allo scarso, allo scadente.
In realtà mostriamo in continuazione di aver raggiunto un grado di evoluzione di poco superiore a quello dei nostri antenati della società dell’età delle caverne. Novemila anni fa.
Non devono trarre in inganno le mutate scene di teatro dovute all’innegabile sviluppo tecnologico, che tocchiamo inevitabilmente con mano.
Dal punto di vista sociale siamo gli stessi primitivi di allora.
Anche se esibiamo il Suv, la Ferrari chi può, la televisione da parete a schermo piatto, la lavatrice, l’ipad, il telefonino cellulare, il forno a microonde.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
camillobenso scrive:
Caro camillobenso, qui sta la grandezza rivoluzionaria di papa Franceso quando intervistato da Scalfari dice:
“E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio."
a dirlo prima di lui era stato il card. Martini, nelle “Conversazioni notturne a Gerusalmme”.
Come credente, credo fermamente che Dio, è un “padre buono”, per tutti, che ama tutti e vuole la salvezza di tutti e, se è “cattolico”,
lo è nel senso del significato proprio del termine ossia: universale.
Come vedi qualcosa si muove, ben poca cosa dirai... non è poca cosa sono affermazioni fatte da un grande come Carlo Maria Martini
e da Francesco, un papa.
Ciò apre un grande, inedito spiraglio di speranza.
un saluto
Quello che scrivi è vero ma forse qualcosa si muove con Francesco...“...il trascorrere della vita su questo pianeta implica raggruppare la grande famiglia umana in tribù che si associano nelle varie credenze sopra descritte decisamente diverse tra di loro. Oggi addirittura in aperto conflitto come nei secoli scorsi.”
Caro camillobenso, qui sta la grandezza rivoluzionaria di papa Franceso quando intervistato da Scalfari dice:
“E io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio."
a dirlo prima di lui era stato il card. Martini, nelle “Conversazioni notturne a Gerusalmme”.
Come credente, credo fermamente che Dio, è un “padre buono”, per tutti, che ama tutti e vuole la salvezza di tutti e, se è “cattolico”,
lo è nel senso del significato proprio del termine ossia: universale.
Come vedi qualcosa si muove, ben poca cosa dirai... non è poca cosa sono affermazioni fatte da un grande come Carlo Maria Martini
e da Francesco, un papa.
Ciò apre un grande, inedito spiraglio di speranza.
un saluto
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
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La risposta “spremuta di camomillo” a pancho.
Lo scopo della pubblicazione delle varie religioni in rapporto al credo con l’aldilà, è per arrivare a concludere che a parte della religione buddista che prevede la reincarnazione, quindi il ritorno su questo pianeta, tutte le altre non prevedono il biglietto di ritorno.
Quindi diventa determinante convenire che questa vita è per tutti gli uomini un’esperienza unica, e che deve prevalere sempre e comunque il diritto alla vita.
Un diritto che viene calpestato in continuazione con gli omicidi di massa(le guerre) e con gli omicidi singoli di tutte le specie.
Ma in punta di diritto, corre l’obbligo che ogni uomo nei limiti del possibile possa vivere la propria vita il più decente possibile.
Non intendo minimamente paragonare uno standard di vita decente con la trasformazione secondo il credo cattolico, nel paradiso terrestre.
Vivere decentemente non dipende dalla volontà divina, per chi ci crede, ma solo dalla volontà umana che fino ad oggi è semplicemente paragonabile alla vita umana di 9mila anni fa quando gli uomini vivevano nelle caverne.
Non possiamo considerarci una società evoluta solo perché abbiamo sviluppato il cervello per l’avanzamento tecnologico.
Dal punto di vista sociale, piaccia o non piaccia siamo fermi a 9mila anni fa.
E questo è il punto di partenza su cui riflettere quando si intraprendono approfondimenti per capire cosa sta succedendo al genere umano in questa fase della sua evoluzione, o regressione, a secondo del punto di osservazione con cui la si analizza.
CONTINUA
La spremuta di camomillo
La risposta “spremuta di camomillo” a pancho.
Lo scopo della pubblicazione delle varie religioni in rapporto al credo con l’aldilà, è per arrivare a concludere che a parte della religione buddista che prevede la reincarnazione, quindi il ritorno su questo pianeta, tutte le altre non prevedono il biglietto di ritorno.
Quindi diventa determinante convenire che questa vita è per tutti gli uomini un’esperienza unica, e che deve prevalere sempre e comunque il diritto alla vita.
Un diritto che viene calpestato in continuazione con gli omicidi di massa(le guerre) e con gli omicidi singoli di tutte le specie.
Ma in punta di diritto, corre l’obbligo che ogni uomo nei limiti del possibile possa vivere la propria vita il più decente possibile.
Non intendo minimamente paragonare uno standard di vita decente con la trasformazione secondo il credo cattolico, nel paradiso terrestre.
Vivere decentemente non dipende dalla volontà divina, per chi ci crede, ma solo dalla volontà umana che fino ad oggi è semplicemente paragonabile alla vita umana di 9mila anni fa quando gli uomini vivevano nelle caverne.
Non possiamo considerarci una società evoluta solo perché abbiamo sviluppato il cervello per l’avanzamento tecnologico.
Dal punto di vista sociale, piaccia o non piaccia siamo fermi a 9mila anni fa.
E questo è il punto di partenza su cui riflettere quando si intraprendono approfondimenti per capire cosa sta succedendo al genere umano in questa fase della sua evoluzione, o regressione, a secondo del punto di osservazione con cui la si analizza.
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La spremuta di camomillo
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Ius soli: negli Usa non funziona, sarebbe un errore applicarlo anche in Europa
di Roberto Marchesi | 14 ottobre 2015-- da il F.Q.
Vivendo negli Usa, dove vige la normativa dello “Ius soli”, mi trovo in una posizione privilegiata per vedere direttamente all’opera la legge di concessione della cittadinanza a chiunque nasca sul suolo degli Stati Uniti, ma anche dei problemi che comporta soprattutto quando i flussi di immigrazione sono elevati.
La principale differenza legislativa sta appunto nel fatto che, mentre nelle normative sullo “Ius soli” la cittadinanza viene riconosciuta automaticamente per diritto di nascita, le normative dello “Ius Sanguinis” accordano invece la cittadinanza per diritto di sangue. Bisogna cioè nascere da genitori di quella nazionalità per acquisirne automaticamente la cittadinanza, indipendentemente dal luogo dove si nasce.
Come è risaputo, negli Stati Uniti d’America il fenomeno dell’immigrazione è da sempre stato altissimo e, anche se in certi periodi si è avuta prevalenza di alcune popolazioni che in quel periodo sbarcavano sul suolo americano in cerca di fortuna (irlandesi, italiani, cinesi ecc., per non contare la truce immigrazione forzata degli schiavi africani prima della guerra civile tra nord e sud) si è venuta a creare di fatto una nazione molto eterogenea quanto a razze presenti. Nell’ultimo secolo la prevalenza dell’immigrazione dall’America Centrale e Meridionale ha spostato in modo determinante, oggi, il rapporto della popolazione americana, che vede attualmente la maggioranza bianca “caucasica” (carnagione bianca e provenienza europea o anglo-sassone) cedere lentamente il primato a quella “latina” (popoli centro-sud americani).
Pubblicità
Tutta questa invasione di razze diverse ha generato di fatto l’assenza, negli Usa, di una popolazione originaria avente razza e consuetudini omogenee. Il che ha creato però, e crea tuttora, parecchie tensioni di carattere razziale, soprattutto tra bianchi e neri, benché severissime normative siano state nel frattempo emanate allo scopo di punire le discriminazioni.
Ogni immigrato, di qualunque provenienza, rimane sempre legato alla storia della sua nazione e alle sue tradizioni, anche per diverse generazioni, nonostante gli sforzi che lui stesso fa per cercare di integrarsi. E’ noto il fenomeno della crisi di “rigetto” della seconda e terza generazione di immigrati, che cercano quasi disperatamente di conoscere le proprie origini culturali, dopo che gli immigrati di prima generazione hanno invece fatto di tutto per cancellarle al fine di integrarsi più in fretta nella nuova patria.
Se nella nazione di accoglienza è assente una originaria cultura dominante questa viene in parte sostituita (come negli Usa) da un orgoglio di tipo nazionalistico-militare e diventa ancor più difficile pervenire ad una integrazione di tipo socio-culturale.
Se gli Stati Uniti, benché popolati da una fortissima immigrazione fin dall’origine, non sono riusciti a creare una vera integrazione in due secoli di storia, sarebbe del tutto velleitario pensare che possa farlo l’Europa, che è ancora oggi caratterizzata invece da forti nazionalismi culturali di cui ogni popolo è giustamente geloso.
Essendo, come è ben visibile nell’immigrazione americana, non completamente superabile il radicamento della cultura originaria, nonostante gli sforzi normativi verso l’integrazione, sarebbe quindi assurdo cercare di copiare un sistema che non funziona.
La vera integrazione si ottiene solo facendo in modo che la matrice culturale della nazione ospite possa presto prevalere per la maggiore modernità e migliore qualità su quella dei nuovi arrivati, non per imporre delle regole ma per convincere con l’esempio (come avviene oggi per le conversioni religiose).
Se non si ha la convinzione di proporre, attraverso l’accoglienza, una proposta di vita migliore per l’immigrato, non solo sul piano economico ma anche sul piano culturale, il rischio è che, rispettando troppo le sue personali convinzioni, sia lui a sperare di convertire noi, convinzione che è durissima da superare anche dopo diverse generazioni.
Persino negli Usa non sono pochi i politici che vorrrebbero cambiare e passare allo “Ius Sanguinis” o almeno a normativa molto più severa sulla concessione della cittadinanza.
Sarebbe perciò assurdo per l’Italia modificare proprio adesso la normativa sull’immigrazione applicando la “Ius Soli” che, favorendo il radicamento di culture diverse sul nostro territorio, renderebbe di fatto molto più difficile la vera integrazione.
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Forse sarò un po' troppo ottimista e credo che la cosa migliore sia il rispetto per le tradizioni altrui e nello stesso tempo l'osservanza e il rispetto delle leggi vigenti nel paese che ti ospita
A camillobenso
al contrario di me prevale il suo pessimismo sul genere umano
come si può affermare :
"Dal punto di vista sociale, piaccia o non piaccia siamo fermi a 9mila anni fa",
forse non tiene conto che dal punto di vista sociale la maggior parte degli uomini ritiene fondamentale l'osservanza delle leggi che uno Stato si dà per permettere una convivenza civile.
di Roberto Marchesi | 14 ottobre 2015-- da il F.Q.
Vivendo negli Usa, dove vige la normativa dello “Ius soli”, mi trovo in una posizione privilegiata per vedere direttamente all’opera la legge di concessione della cittadinanza a chiunque nasca sul suolo degli Stati Uniti, ma anche dei problemi che comporta soprattutto quando i flussi di immigrazione sono elevati.
La principale differenza legislativa sta appunto nel fatto che, mentre nelle normative sullo “Ius soli” la cittadinanza viene riconosciuta automaticamente per diritto di nascita, le normative dello “Ius Sanguinis” accordano invece la cittadinanza per diritto di sangue. Bisogna cioè nascere da genitori di quella nazionalità per acquisirne automaticamente la cittadinanza, indipendentemente dal luogo dove si nasce.
Come è risaputo, negli Stati Uniti d’America il fenomeno dell’immigrazione è da sempre stato altissimo e, anche se in certi periodi si è avuta prevalenza di alcune popolazioni che in quel periodo sbarcavano sul suolo americano in cerca di fortuna (irlandesi, italiani, cinesi ecc., per non contare la truce immigrazione forzata degli schiavi africani prima della guerra civile tra nord e sud) si è venuta a creare di fatto una nazione molto eterogenea quanto a razze presenti. Nell’ultimo secolo la prevalenza dell’immigrazione dall’America Centrale e Meridionale ha spostato in modo determinante, oggi, il rapporto della popolazione americana, che vede attualmente la maggioranza bianca “caucasica” (carnagione bianca e provenienza europea o anglo-sassone) cedere lentamente il primato a quella “latina” (popoli centro-sud americani).
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Tutta questa invasione di razze diverse ha generato di fatto l’assenza, negli Usa, di una popolazione originaria avente razza e consuetudini omogenee. Il che ha creato però, e crea tuttora, parecchie tensioni di carattere razziale, soprattutto tra bianchi e neri, benché severissime normative siano state nel frattempo emanate allo scopo di punire le discriminazioni.
Ogni immigrato, di qualunque provenienza, rimane sempre legato alla storia della sua nazione e alle sue tradizioni, anche per diverse generazioni, nonostante gli sforzi che lui stesso fa per cercare di integrarsi. E’ noto il fenomeno della crisi di “rigetto” della seconda e terza generazione di immigrati, che cercano quasi disperatamente di conoscere le proprie origini culturali, dopo che gli immigrati di prima generazione hanno invece fatto di tutto per cancellarle al fine di integrarsi più in fretta nella nuova patria.
Se nella nazione di accoglienza è assente una originaria cultura dominante questa viene in parte sostituita (come negli Usa) da un orgoglio di tipo nazionalistico-militare e diventa ancor più difficile pervenire ad una integrazione di tipo socio-culturale.
Se gli Stati Uniti, benché popolati da una fortissima immigrazione fin dall’origine, non sono riusciti a creare una vera integrazione in due secoli di storia, sarebbe del tutto velleitario pensare che possa farlo l’Europa, che è ancora oggi caratterizzata invece da forti nazionalismi culturali di cui ogni popolo è giustamente geloso.
Essendo, come è ben visibile nell’immigrazione americana, non completamente superabile il radicamento della cultura originaria, nonostante gli sforzi normativi verso l’integrazione, sarebbe quindi assurdo cercare di copiare un sistema che non funziona.
La vera integrazione si ottiene solo facendo in modo che la matrice culturale della nazione ospite possa presto prevalere per la maggiore modernità e migliore qualità su quella dei nuovi arrivati, non per imporre delle regole ma per convincere con l’esempio (come avviene oggi per le conversioni religiose).
Se non si ha la convinzione di proporre, attraverso l’accoglienza, una proposta di vita migliore per l’immigrato, non solo sul piano economico ma anche sul piano culturale, il rischio è che, rispettando troppo le sue personali convinzioni, sia lui a sperare di convertire noi, convinzione che è durissima da superare anche dopo diverse generazioni.
Persino negli Usa non sono pochi i politici che vorrrebbero cambiare e passare allo “Ius Sanguinis” o almeno a normativa molto più severa sulla concessione della cittadinanza.
Sarebbe perciò assurdo per l’Italia modificare proprio adesso la normativa sull’immigrazione applicando la “Ius Soli” che, favorendo il radicamento di culture diverse sul nostro territorio, renderebbe di fatto molto più difficile la vera integrazione.
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Forse sarò un po' troppo ottimista e credo che la cosa migliore sia il rispetto per le tradizioni altrui e nello stesso tempo l'osservanza e il rispetto delle leggi vigenti nel paese che ti ospita
A camillobenso
al contrario di me prevale il suo pessimismo sul genere umano
come si può affermare :
"Dal punto di vista sociale, piaccia o non piaccia siamo fermi a 9mila anni fa",
forse non tiene conto che dal punto di vista sociale la maggior parte degli uomini ritiene fondamentale l'osservanza delle leggi che uno Stato si dà per permettere una convivenza civile.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
CONTINUA
La risposta “spremuta di camomillo” a pancho.
Non sto rispondendo in termini decenti alla riflessione di pancho, ma solo a spizzichi e bocconi:
Quale altra alternativa ci può essere?
Ora che abbiamo tirato il sasso non possiamo cavarcela col solo tirare indietro il braccio.
Sono soluzioni semplici ed inevitabili per chi non vuole addentrarsi nel problema vero.
Ma siamo proprio sicuri che anche noi vorremmo fosse risolto affrontando alla base il problema e tutto sommato ci conviene cosi'?
Un salutone
Non perché non voglio. Ma perché mi manca materialmente il tempo necessario nel tentativo di tenere in piedi questo forum.
Non mi sto dolendo dell’impegno sottratto alla mia vita privata, anche perché nella vita del forum e della sua potenzialità di comunicare in merito alla vita di tutti i giorni io ci credo già dai tempi di ulivo.it.; quasi quattordici anni fa.
Pertanto, sottopongo al giudizio critico di pancho questo articolo comparso oggi su LIBRE Associazione di idee.
Uno dei motivi per cui diventa più che logico abbandonare quelle terre e trovare riparo in un luogo dove non rappresenti un obbligo vivere in quel modo.
Uranio e diamanti, gli Usa in Africa coi tagliagole Seleka
Scritto il 17/10/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
La scorsa settimana, decine di civili sono stati uccisi in scontri tra milizie cristiane e musulmane nella capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui.
L’ultimo ciclo di violenza è stato innescato dopo che un tassista musulmano è stato attaccato e decapitato da bande armate di machete.
Fatto che a sua volta ha portato a rappresaglie contro le comunità cristiane.
Il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Stephen O’Brien ha avvertito che il paese è sull’orlo del disastro, con più di 40.000 persone che hanno abbandonato la capitale nei giorni scorsi. In totale, circa 2,7 milioni di persone – la metà della popolazione – sono a rischio di essere tagliati fuori dagli aiuti umanitari da cui dipendono per la sopravvivenza.
Il peggioramento del conflitto confessionale sta semplicemente rendendo troppo pericolosa l’opera delle agenzie di soccorso.
A poter aggiungere benzina a questa crisi è la rivelazione della scorsa settimana che forze speciali Usa sono in collegamento con una delle milizie nella Repubblica Centrafricana.
Il gruppo con il quale le forze Usa hanno instaurato un collegamento è conosciuto come i ribelli Seleka, i cui membri sono a maggioranza musulmana.
Negli ultimi due anni, i Seleka si sono impegnati in una guerra di bassa intensità con la fazione cristiana rivale “anti-Balaka” in una lotta di potere per il controllo del paese.
La Repubblica Centrafricana è ricca di oro, diamanti, legname e uranio. Lo Stato, senza sbocco al mare, ha una massa equivalente a quella della sua ex potenza coloniale francese, ma una popolazione inferiore al 10% della Francia.
Dall’ottenimento dell’indipendenza dalla Francia nel 1960, il paese ha assistito a cinque colpi di Stato, alcuni con il coinvolgimento segreto francese.
Migliaia di civili sono stati uccisi finora nel ciclo di violenza settaria che dura da due anni, con milioni di sfollati, che spesso cercano rifugio in nascondigli di fortuna nella giungla.
Il reale pericolo è che il percepito sostegno americano per un lato rispetto all’altro potrebbe innescare una strage ancora su maggiore scala.
La scorsa settimana, il “Washington Post” ha riferito che le forze speciali americane avevano istituito una base nella giungla del nord-est della Repubblica Centrafricana, dove la milizia Seleka ha la propria roccaforte.
«Il Pentagono non aveva precedentemente rivelato che stava cooperando con i Seleka ed otteneva informazioni dai ribelli.
L’accordo ha messo le truppe americane in una posizione scomoda», secondo il “Post”.
L’obiettivo dichiarato delle forze armate statunitensi è dare la caccia ad un noto signore della guerra, Joseph Kony, che gestisce un gruppo di guerriglia conosciuto come l’Esercito di Resistenza del Signore (Lord’s Resistance Army – Lra). Kony e il suo Lra sono da ritenersi responsabili di atrocità di massa e del reclutamento di bambini soldato.
Originario dell’Uganda, Kony e l’Lra guadagnarono notorietà quando l’ente di beneficenza statunitense Invisible Children diffuse un video quasi quattro anni fa che pubblicizzava le violazioni commesse del gruppo.
Con le varie celebrità americane che avallavano il video, il presidente Usa Barack Obama inviò forze speciali in quattro paesi africani con la missione di rintracciare Kony ed i suoi complici.
Questi paesi sono l’Uganda, il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica Centrafricana. Finora, Kony ha eluso la cattura, anche se Washington ha posto una taglia di 5 milioni di dollari sulla sua testa.
Si ritiene che egli sia rintanato in una zona remota della giungla a cavallo tra i confini dei quattro paesi africani in cui le forze speciali degli Stati Uniti operano.
Il terreno è costituito da una fitta giungla con poche strade e si dice copra un’area delle dimensioni della California. «Immaginate la ricerca di 200 criminali in un’area delle dimensioni della California coperta dalla giungla», afferma un funzionario militare statunitense citato dal “Post”. «Tra bracconieri, commercio di avorio e l’Lrs, non si sa chi è chi».
In questa caccia sfuggente al signore della guerra Kony ed al suo Lra, i militari americani si stanno rivolgendo alla milizia Seleka per “informazioni”.
Ma, come noto, quel legame con i Seleka sta causando qualche preoccupazione tra le truppe Usa sul terreno.
Questo perché i Seleka hanno guadagnato una reputazione per le atrocità alla pari con quelle di Kony e dell’Lra, tra cui l’assassinio di civili, lo stupro di donne e il reclutamento di bambini soldato nei loro ranghi.
Il “Post” riferisce: «Secondo i funzionari militari statunitensi, la squadra di truppe Usa a Sam Ouandja [la base nella giungla della Repubblica Centrafricana nord-orientale] si incontra regolarmente con i capi Seleka, ottiene informazioni dai ribelli e talvolta fornisce assistenza medica ai lealisti Seleka».
Il documento aggiunge: «La cooperazione è un argomento delicato. Il Pentagono non pubblicizza i suoi rapporti con i Seleka e ha rifiutato di commentare in dettaglio le interazioni».
La riluttanza del Pentagono a “pubblicizzare i propri rapporti” non è sorprendente. Nel 2013, la statunitense Human Rights Watch ha registrato un regno di terrore sotto i Seleka nella Repubblica Centrafricana, riferendo come le sue forze «hanno distrutto numerosi villaggi rurali, saccheggiato diffusamente nel paese e violentato donne e ragazze». “Hrw” ha riferito sulle uccisioni extragiudiziali perpetrate dai Seleka, alcune che coinvolgono l’assassinio di bambini con il taglio della gola.
In un attacco brutale il 15 aprile 2013, il gruppo per i diritti ha riferito: «La milizia Seleka ha ucciso la 26enne moglie e la figlia diciottenne di un autista di camion, il cui veicolo volevano per trasportare merci rubate. Un testimone ha descritto come i Seleka hanno sparato al bambino nella testa, prima di uccidere la madre mentre si avvicinava alla porta della casa di famiglia».
In base alle sue scoperte, “Hrw” ha raccomandato che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe imporre sanzioni a tutti i capi Seleka.
In un’altra atrocità riportata a maggio 2014, i militanti Seleka hanno ucciso 11 fedeli in una chiesa nella capitale Bangui, lanciando granate nell’edificio e attaccando la congregazione con armi da fuoco.
Ma il Pentagono sta ora in collegamento con questa stessa milizia nella sua missione che dovrebbe rintracciare il signore della guerra Joseph Kony e il suo esercito di sbandati.
I Seleka non sono certo l’unica milizia fuorilegge, operante nella Repubblica Centrafricana.
La cristiana anti-Balaka ha perpetrato altrettante atrocità contro la minoritaria comunità musulmana del paese.
Il presidente ad interim Catherine Samba Panza, che ha dovuto tornare in fretta dalla recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York a causa del deterioramento della situazione nel paese, ha accusato elementi del deposto presidente François Bozizé anche di orchestrare le violenze.
Bozizé, che è cristiano, si era già avvalso della patrocinio della ex potenza coloniale francese, prima di essere cacciato dal paese dai Seleka nel marzo 2013.
Il punto è che la tragedia che si svolge in Repubblica Centrafricana mostra come l’ingerenza da parte delle potenze occidentali serve a versare benzina sul fuoco di un esplosivo conflitto intestino.
La dubbia missione delle forze speciali Usa nelle giungle dell’Africa – suppostamente per la cattura di un signore della guerra – sta avendo l’effetto di allineare Washington in una guerra civile che si va inasprendo, e al fianco di elementi le cui mani grondano di sangue.
La scena è stata preparata per un’intensificazione ancora più sanguinosa. Il coinvolgimento di Washington può finora apparire come un fattore clandestino, ma non è meno incendiario.
Si tratta di un ruolo incendiario che Washington interpreta ripetutamente, come visto in altri conflitti in corso, dalla Siria all’Iraq passando per l’Ucraina.
(Finian Cunningham, “La mano nascosta di Washington nella guerra in Africa Centrale”, da “Stampa Libera” del 9 ottobre 2015).
CONTINUA
La risposta “spremuta di camomillo” a pancho.
La risposta “spremuta di camomillo” a pancho.
Non sto rispondendo in termini decenti alla riflessione di pancho, ma solo a spizzichi e bocconi:
Quale altra alternativa ci può essere?
Ora che abbiamo tirato il sasso non possiamo cavarcela col solo tirare indietro il braccio.
Sono soluzioni semplici ed inevitabili per chi non vuole addentrarsi nel problema vero.
Ma siamo proprio sicuri che anche noi vorremmo fosse risolto affrontando alla base il problema e tutto sommato ci conviene cosi'?
Un salutone
Non perché non voglio. Ma perché mi manca materialmente il tempo necessario nel tentativo di tenere in piedi questo forum.
Non mi sto dolendo dell’impegno sottratto alla mia vita privata, anche perché nella vita del forum e della sua potenzialità di comunicare in merito alla vita di tutti i giorni io ci credo già dai tempi di ulivo.it.; quasi quattordici anni fa.
Pertanto, sottopongo al giudizio critico di pancho questo articolo comparso oggi su LIBRE Associazione di idee.
Uno dei motivi per cui diventa più che logico abbandonare quelle terre e trovare riparo in un luogo dove non rappresenti un obbligo vivere in quel modo.
Uranio e diamanti, gli Usa in Africa coi tagliagole Seleka
Scritto il 17/10/15 • LIBRE nella Categoria: segnalazioni
La scorsa settimana, decine di civili sono stati uccisi in scontri tra milizie cristiane e musulmane nella capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui.
L’ultimo ciclo di violenza è stato innescato dopo che un tassista musulmano è stato attaccato e decapitato da bande armate di machete.
Fatto che a sua volta ha portato a rappresaglie contro le comunità cristiane.
Il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Stephen O’Brien ha avvertito che il paese è sull’orlo del disastro, con più di 40.000 persone che hanno abbandonato la capitale nei giorni scorsi. In totale, circa 2,7 milioni di persone – la metà della popolazione – sono a rischio di essere tagliati fuori dagli aiuti umanitari da cui dipendono per la sopravvivenza.
Il peggioramento del conflitto confessionale sta semplicemente rendendo troppo pericolosa l’opera delle agenzie di soccorso.
A poter aggiungere benzina a questa crisi è la rivelazione della scorsa settimana che forze speciali Usa sono in collegamento con una delle milizie nella Repubblica Centrafricana.
Il gruppo con il quale le forze Usa hanno instaurato un collegamento è conosciuto come i ribelli Seleka, i cui membri sono a maggioranza musulmana.
Negli ultimi due anni, i Seleka si sono impegnati in una guerra di bassa intensità con la fazione cristiana rivale “anti-Balaka” in una lotta di potere per il controllo del paese.
La Repubblica Centrafricana è ricca di oro, diamanti, legname e uranio. Lo Stato, senza sbocco al mare, ha una massa equivalente a quella della sua ex potenza coloniale francese, ma una popolazione inferiore al 10% della Francia.
Dall’ottenimento dell’indipendenza dalla Francia nel 1960, il paese ha assistito a cinque colpi di Stato, alcuni con il coinvolgimento segreto francese.
Migliaia di civili sono stati uccisi finora nel ciclo di violenza settaria che dura da due anni, con milioni di sfollati, che spesso cercano rifugio in nascondigli di fortuna nella giungla.
Il reale pericolo è che il percepito sostegno americano per un lato rispetto all’altro potrebbe innescare una strage ancora su maggiore scala.
La scorsa settimana, il “Washington Post” ha riferito che le forze speciali americane avevano istituito una base nella giungla del nord-est della Repubblica Centrafricana, dove la milizia Seleka ha la propria roccaforte.
«Il Pentagono non aveva precedentemente rivelato che stava cooperando con i Seleka ed otteneva informazioni dai ribelli.
L’accordo ha messo le truppe americane in una posizione scomoda», secondo il “Post”.
L’obiettivo dichiarato delle forze armate statunitensi è dare la caccia ad un noto signore della guerra, Joseph Kony, che gestisce un gruppo di guerriglia conosciuto come l’Esercito di Resistenza del Signore (Lord’s Resistance Army – Lra). Kony e il suo Lra sono da ritenersi responsabili di atrocità di massa e del reclutamento di bambini soldato.
Originario dell’Uganda, Kony e l’Lra guadagnarono notorietà quando l’ente di beneficenza statunitense Invisible Children diffuse un video quasi quattro anni fa che pubblicizzava le violazioni commesse del gruppo.
Con le varie celebrità americane che avallavano il video, il presidente Usa Barack Obama inviò forze speciali in quattro paesi africani con la missione di rintracciare Kony ed i suoi complici.
Questi paesi sono l’Uganda, il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica Centrafricana. Finora, Kony ha eluso la cattura, anche se Washington ha posto una taglia di 5 milioni di dollari sulla sua testa.
Si ritiene che egli sia rintanato in una zona remota della giungla a cavallo tra i confini dei quattro paesi africani in cui le forze speciali degli Stati Uniti operano.
Il terreno è costituito da una fitta giungla con poche strade e si dice copra un’area delle dimensioni della California. «Immaginate la ricerca di 200 criminali in un’area delle dimensioni della California coperta dalla giungla», afferma un funzionario militare statunitense citato dal “Post”. «Tra bracconieri, commercio di avorio e l’Lrs, non si sa chi è chi».
In questa caccia sfuggente al signore della guerra Kony ed al suo Lra, i militari americani si stanno rivolgendo alla milizia Seleka per “informazioni”.
Ma, come noto, quel legame con i Seleka sta causando qualche preoccupazione tra le truppe Usa sul terreno.
Questo perché i Seleka hanno guadagnato una reputazione per le atrocità alla pari con quelle di Kony e dell’Lra, tra cui l’assassinio di civili, lo stupro di donne e il reclutamento di bambini soldato nei loro ranghi.
Il “Post” riferisce: «Secondo i funzionari militari statunitensi, la squadra di truppe Usa a Sam Ouandja [la base nella giungla della Repubblica Centrafricana nord-orientale] si incontra regolarmente con i capi Seleka, ottiene informazioni dai ribelli e talvolta fornisce assistenza medica ai lealisti Seleka».
Il documento aggiunge: «La cooperazione è un argomento delicato. Il Pentagono non pubblicizza i suoi rapporti con i Seleka e ha rifiutato di commentare in dettaglio le interazioni».
La riluttanza del Pentagono a “pubblicizzare i propri rapporti” non è sorprendente. Nel 2013, la statunitense Human Rights Watch ha registrato un regno di terrore sotto i Seleka nella Repubblica Centrafricana, riferendo come le sue forze «hanno distrutto numerosi villaggi rurali, saccheggiato diffusamente nel paese e violentato donne e ragazze». “Hrw” ha riferito sulle uccisioni extragiudiziali perpetrate dai Seleka, alcune che coinvolgono l’assassinio di bambini con il taglio della gola.
In un attacco brutale il 15 aprile 2013, il gruppo per i diritti ha riferito: «La milizia Seleka ha ucciso la 26enne moglie e la figlia diciottenne di un autista di camion, il cui veicolo volevano per trasportare merci rubate. Un testimone ha descritto come i Seleka hanno sparato al bambino nella testa, prima di uccidere la madre mentre si avvicinava alla porta della casa di famiglia».
In base alle sue scoperte, “Hrw” ha raccomandato che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe imporre sanzioni a tutti i capi Seleka.
In un’altra atrocità riportata a maggio 2014, i militanti Seleka hanno ucciso 11 fedeli in una chiesa nella capitale Bangui, lanciando granate nell’edificio e attaccando la congregazione con armi da fuoco.
Ma il Pentagono sta ora in collegamento con questa stessa milizia nella sua missione che dovrebbe rintracciare il signore della guerra Joseph Kony e il suo esercito di sbandati.
I Seleka non sono certo l’unica milizia fuorilegge, operante nella Repubblica Centrafricana.
La cristiana anti-Balaka ha perpetrato altrettante atrocità contro la minoritaria comunità musulmana del paese.
Il presidente ad interim Catherine Samba Panza, che ha dovuto tornare in fretta dalla recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York a causa del deterioramento della situazione nel paese, ha accusato elementi del deposto presidente François Bozizé anche di orchestrare le violenze.
Bozizé, che è cristiano, si era già avvalso della patrocinio della ex potenza coloniale francese, prima di essere cacciato dal paese dai Seleka nel marzo 2013.
Il punto è che la tragedia che si svolge in Repubblica Centrafricana mostra come l’ingerenza da parte delle potenze occidentali serve a versare benzina sul fuoco di un esplosivo conflitto intestino.
La dubbia missione delle forze speciali Usa nelle giungle dell’Africa – suppostamente per la cattura di un signore della guerra – sta avendo l’effetto di allineare Washington in una guerra civile che si va inasprendo, e al fianco di elementi le cui mani grondano di sangue.
La scena è stata preparata per un’intensificazione ancora più sanguinosa. Il coinvolgimento di Washington può finora apparire come un fattore clandestino, ma non è meno incendiario.
Si tratta di un ruolo incendiario che Washington interpreta ripetutamente, come visto in altri conflitti in corso, dalla Siria all’Iraq passando per l’Ucraina.
(Finian Cunningham, “La mano nascosta di Washington nella guerra in Africa Centrale”, da “Stampa Libera” del 9 ottobre 2015).
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
EUROPA 1944
Vincenzo Pappalettera - Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Pappalettera
Sulla base di questa esperienza scrive un libro di memorie, Tu passerai per il camino, pubblicato da Mursia, che raccoglie commenti positivi sia dalla critica sia ...
TU PASSERAI PER IL CAMINO - Bibliolab
http://www.bibliolab.it/rece_dep/camino.htm
"Tu passerai pre il camino" era la minaccia che gli aguzzini di Mauthausen lanciavano ai detenuti del lager; una minaccia cui corrispondeva morte sicura.
Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen ... - Ibs
http://www.ibs.it/code/9788842545514/pa ... -camino.ht...
Premio Bancarella 1966. "Tu passerai per il camino" è stata la minaccia che per anni i kapò e gli aguzzini nazisti hanno ripetuto ai prigionieri del campo di ...
Amazon.it: Tu passerai per il camino. Vita e morte a ...
http://www.amazon.it › Libri › Storia › Storia militare
Amazon.it: Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen - Vincenzo Pappalettera - Libri.
Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen by ...
http://www.goodreads.com/.../15745769-t ... ita-e-mort...
Valutazione: 4,1 - 10 voti
29 mag 2015 - "Tu passerai per il camino" era la minaccia che gli aguzzini di Mauthausen lanciavano di continuo ai detenuti del lager maledetto; una ...
Tu passerai per il camino : vita e morte a Mauthausen ...
http://www.librinlinea.it/titolo/tu-pas ... RLZ0149154
Tu passerai per il camino : vita e morte a Mauthausen / Vincenzo Pappalettera ; prefazione di Piero Caleffi. - 16. ed. ... Pappalettera, Vincenzo | da Wikipedia.
^^^^^^
Vincenzo Pappalettera (Milano, 28 novembre 1919 – Cesano Maderno, 1º dicembre 1998) è stato uno scrittore e storico italiano.
Biografia
Di famiglia pugliese è membro attivo della Resistenza durante l’occupazione tedesca del Nord-Italia. Viene arrestato nel 1944 per reati politici e deportato nel campo di concentramento e sterminio di Mauthausen. Sulla base di questa esperienza scrive un libro di memorie, Tu passerai per il camino, pubblicato da Mursia, che raccoglie commenti positivi sia dalla critica sia dai lettori italiani, e per il quale Pappalettera gli è assegnato nel 1966 il Premio Bancarella.
La sua narrazione si prefigura come descrizione e riflessione psicologica sul fenomeno Lager. A Tu passerai per il camino fanno seguito, in ordine cronologico, Ritorno alla vita, Nei lager c'ero anch’io e La parola agli aguzzini, drammatica relazione e dossier sul processo di Norimberga.
In seguito a studi approfonditi, inserisce il fenomeno Lager in un contesto storico e sociologico approfondito, con l’intento di spiegare le motivazioni di tanto odio, portando alla formulazione del saggio Nazismo e olocausto.
A lui è intitolata la Biblioteca Civica di Cesano Maderno, città nella quale ha vissuto per oltre 40 anni.
EUROPA 2015
Tu morirai annegato
Migranti, due naufragi nel mare della Grecia: sedici morti tra cui tre bambini
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2136086/
Vincenzo Pappalettera - Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Pappalettera
Sulla base di questa esperienza scrive un libro di memorie, Tu passerai per il camino, pubblicato da Mursia, che raccoglie commenti positivi sia dalla critica sia ...
TU PASSERAI PER IL CAMINO - Bibliolab
http://www.bibliolab.it/rece_dep/camino.htm
"Tu passerai pre il camino" era la minaccia che gli aguzzini di Mauthausen lanciavano ai detenuti del lager; una minaccia cui corrispondeva morte sicura.
Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen ... - Ibs
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Premio Bancarella 1966. "Tu passerai per il camino" è stata la minaccia che per anni i kapò e gli aguzzini nazisti hanno ripetuto ai prigionieri del campo di ...
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Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen by ...
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29 mag 2015 - "Tu passerai per il camino" era la minaccia che gli aguzzini di Mauthausen lanciavano di continuo ai detenuti del lager maledetto; una ...
Tu passerai per il camino : vita e morte a Mauthausen ...
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Tu passerai per il camino : vita e morte a Mauthausen / Vincenzo Pappalettera ; prefazione di Piero Caleffi. - 16. ed. ... Pappalettera, Vincenzo | da Wikipedia.
^^^^^^
Vincenzo Pappalettera (Milano, 28 novembre 1919 – Cesano Maderno, 1º dicembre 1998) è stato uno scrittore e storico italiano.
Biografia
Di famiglia pugliese è membro attivo della Resistenza durante l’occupazione tedesca del Nord-Italia. Viene arrestato nel 1944 per reati politici e deportato nel campo di concentramento e sterminio di Mauthausen. Sulla base di questa esperienza scrive un libro di memorie, Tu passerai per il camino, pubblicato da Mursia, che raccoglie commenti positivi sia dalla critica sia dai lettori italiani, e per il quale Pappalettera gli è assegnato nel 1966 il Premio Bancarella.
La sua narrazione si prefigura come descrizione e riflessione psicologica sul fenomeno Lager. A Tu passerai per il camino fanno seguito, in ordine cronologico, Ritorno alla vita, Nei lager c'ero anch’io e La parola agli aguzzini, drammatica relazione e dossier sul processo di Norimberga.
In seguito a studi approfonditi, inserisce il fenomeno Lager in un contesto storico e sociologico approfondito, con l’intento di spiegare le motivazioni di tanto odio, portando alla formulazione del saggio Nazismo e olocausto.
A lui è intitolata la Biblioteca Civica di Cesano Maderno, città nella quale ha vissuto per oltre 40 anni.
EUROPA 2015
Tu morirai annegato
Migranti, due naufragi nel mare della Grecia: sedici morti tra cui tre bambini
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2136086/
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
L'Eiar ha riscoperto che continua la via crucis dei migranti della via balcanica.
Al Tg3 passano immagini di migranti sotto la pioggia e comincia a fare freddo.
I migranti hanno mutato d'abito. Cercano di fare fronte alle nuove condizioni della stagione.
Ma fa specie in questa drammatica via crucis la presenza di bambini al seguito. (NB. Se faccio spesso riferimento ai bambini non è perché potrei essere sosettato di pedifilia. NON LO SONO. Ma è inaccetabile che chi è piombato da poco su questo pianeta senza la propria volontà, é costretto a subire la follia degli adulti senza averne la minima responsabilità)
Tutti infagottati seguono passivamente i genitori.
Sono gli adulti che hanno perso ogni minimo senso di umanità.
Nei prossimi mesi quei tragitti proseguiranno, ma farà ancora più freddo, sia per gli adulti che per i bambini.
Quelle immagini ci ricordano quelle degli ebrei nella prima metà degli anni '40.
La storia si ripete.
Al Tg3 passano immagini di migranti sotto la pioggia e comincia a fare freddo.
I migranti hanno mutato d'abito. Cercano di fare fronte alle nuove condizioni della stagione.
Ma fa specie in questa drammatica via crucis la presenza di bambini al seguito. (NB. Se faccio spesso riferimento ai bambini non è perché potrei essere sosettato di pedifilia. NON LO SONO. Ma è inaccetabile che chi è piombato da poco su questo pianeta senza la propria volontà, é costretto a subire la follia degli adulti senza averne la minima responsabilità)
Tutti infagottati seguono passivamente i genitori.
Sono gli adulti che hanno perso ogni minimo senso di umanità.
Nei prossimi mesi quei tragitti proseguiranno, ma farà ancora più freddo, sia per gli adulti che per i bambini.
Quelle immagini ci ricordano quelle degli ebrei nella prima metà degli anni '40.
La storia si ripete.
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Re: Immigrazione-La piaga del nuovo millennio.Quale soluzion
Forse sarò un po' troppo ottimista e credo che la cosa migliore sia il rispetto per le tradizioni altrui e nello stesso tempo l'osservanza e il rispetto delle leggi vigenti nel paese che ti ospita
A camillobenso
al contrario di me prevale il suo pessimismo sul genere umano
come si può affermare :
"Dal punto di vista sociale, piaccia o non piaccia siamo fermi a 9mila anni fa",
forse non tiene conto che dal punto di vista sociale la maggior parte degli uomini ritiene fondamentale l'osservanza delle leggi che uno Stato si dà per permettere una convivenza civile.
SMS per iospero
Rispondo con 6 giorni di ritardo perchè l'ho letto solo ieri sera.
Dizionario di Italiano
il Sabatini ColettiDizionario della Lingua Italiana
pessimismo
[pes-si-mì-smo] s.m.
1 Tendenza a cogliere e a sottolineare gli aspetti negativi e sfavorevoli della vita e della realtà (si contrappone a ottimismo): vedere tutto con p.; atteggiamento di sfiducia, di previsione negativa riguardo a qlco.: non nascondeva il suo p. sull'esito dell'impresa
2 filos. Corrente di pensiero che tende a credere alla prevalenza del male sul bene; più spec., dottrina secondo cui la vita umana è dominata dal dolore e dal male e il mondo non è che la manifestazione di una forza irrazionale e incomprensibile: il p. di Schopenauer, di Leopardi
• a. 1826
Contrapposto a:
realismo
Vocabolario on line
realismo s. m. [der. di reale2]. –
a. Nella filosofia scolastica, corrente e posizione teorica che, nella valutazione del problema degli universali, attribuisce una realtà oggettiva ai concetti universali (contrapp. a nominalismo e concettualismo): il r. platonico o trascendente, il r. aristotelico o immanente; il r. di Tommaso d’Aquino. Nella filosofia moderna, dottrina e corrente che riconosce come esistente in sé l’oggetto della conoscenza, indipendentemente dall’attività conoscitiva (contrapp. a idealismo): il r. di J. F. Herbart.
b. Nella pedagogia moderna, indirizzo che dà preminente rilievo agli insegnamenti tecnico-scientifici e delle lingue moderne, in quanto più utili per la vita pratica e per le attività professionali, basandosi sul metodo naturale e intuitivo.
d. Nel linguaggio polit., r. politico o semplicem. realismo, atteggiamento e prassi che si fondano sulla valutazione delle situazioni reali e degli interessi concreti dell’azione politica, indipendentemente dalle concezioni ideologiche e morali (v. anche Realpolitik)
2. Nell’uso com., atteggiamento e comportamento improntato a una obiettiva considerazione delle condizioni e delle situazioni reali, concrete (contrapp. a idealismo, soggettivismo, utopia e anche a ottimismo): è una situazione difficile, che va affrontata con r., con coraggioso r.; valuta i fatti con r., senza speranze eccessive e illusioni pericolose.
^^^^^^
Posterò di seguito, caro iospero, una serie di articoli improntati alla realpolitik, con la preghiera di fornire la soluzione ottimistica, ma soprattutto reale e pratica con cui venirne fuori(Non alla Renzi, parole distintivo).
La sottosegretaria Barracciu (Pd) si è dimessa
Questa mattina il rinvio a giudizio per peculato
Inchiesta su uso illecito dei fondi della Regione. Pm: “Incongruenze tra spostamenti e carta di credito”
Lei lascia e dice: “Sono colpita e amareggiata. Totalmente innocente, uscirò a testa alta dal processo”
Aveva resistito quando era stata nominata nel governo, già indagata. Ora, dopo il rinvio a giudizio, la sottosegretaria ai Beni culturali Francesca Barracciu ha lasciato l’esecutivo di Matteo Renzi (leggi). L’inchiesta riguarda il titolare della maxi inchiesta sui fondi ai gruppi in Consiglio regionale della Sardegna. A lei vengono contestati rimborsi benzina per 80mila euro. I fatti risalgono a due diverse legislature: quella tra il 2004 e il 2009, e una parte della successiva (articolo di Monia Melis). L’ex sottosegretaria: “Doveroso dimettermi per affrontare questa battaglia”
Andando direttamente sull'articolo, un poco più in basso si possono leggere i commenti di una parte di italiani.
Quelli della prima pagina me li sono letti tutti.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2148485/
^^^
Politici, imprenditori, travet, Vaticano: gli equilibri romani toccati da Marino. Ecco i “nemici” che lo hanno portato alla caduta
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2117657/
CONTINUA
A camillobenso
al contrario di me prevale il suo pessimismo sul genere umano
come si può affermare :
"Dal punto di vista sociale, piaccia o non piaccia siamo fermi a 9mila anni fa",
forse non tiene conto che dal punto di vista sociale la maggior parte degli uomini ritiene fondamentale l'osservanza delle leggi che uno Stato si dà per permettere una convivenza civile.
SMS per iospero
Rispondo con 6 giorni di ritardo perchè l'ho letto solo ieri sera.
Dizionario di Italiano
il Sabatini ColettiDizionario della Lingua Italiana
pessimismo
[pes-si-mì-smo] s.m.
1 Tendenza a cogliere e a sottolineare gli aspetti negativi e sfavorevoli della vita e della realtà (si contrappone a ottimismo): vedere tutto con p.; atteggiamento di sfiducia, di previsione negativa riguardo a qlco.: non nascondeva il suo p. sull'esito dell'impresa
2 filos. Corrente di pensiero che tende a credere alla prevalenza del male sul bene; più spec., dottrina secondo cui la vita umana è dominata dal dolore e dal male e il mondo non è che la manifestazione di una forza irrazionale e incomprensibile: il p. di Schopenauer, di Leopardi
• a. 1826
Contrapposto a:
realismo
Vocabolario on line
realismo s. m. [der. di reale2]. –
a. Nella filosofia scolastica, corrente e posizione teorica che, nella valutazione del problema degli universali, attribuisce una realtà oggettiva ai concetti universali (contrapp. a nominalismo e concettualismo): il r. platonico o trascendente, il r. aristotelico o immanente; il r. di Tommaso d’Aquino. Nella filosofia moderna, dottrina e corrente che riconosce come esistente in sé l’oggetto della conoscenza, indipendentemente dall’attività conoscitiva (contrapp. a idealismo): il r. di J. F. Herbart.
b. Nella pedagogia moderna, indirizzo che dà preminente rilievo agli insegnamenti tecnico-scientifici e delle lingue moderne, in quanto più utili per la vita pratica e per le attività professionali, basandosi sul metodo naturale e intuitivo.
d. Nel linguaggio polit., r. politico o semplicem. realismo, atteggiamento e prassi che si fondano sulla valutazione delle situazioni reali e degli interessi concreti dell’azione politica, indipendentemente dalle concezioni ideologiche e morali (v. anche Realpolitik)
2. Nell’uso com., atteggiamento e comportamento improntato a una obiettiva considerazione delle condizioni e delle situazioni reali, concrete (contrapp. a idealismo, soggettivismo, utopia e anche a ottimismo): è una situazione difficile, che va affrontata con r., con coraggioso r.; valuta i fatti con r., senza speranze eccessive e illusioni pericolose.
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Posterò di seguito, caro iospero, una serie di articoli improntati alla realpolitik, con la preghiera di fornire la soluzione ottimistica, ma soprattutto reale e pratica con cui venirne fuori(Non alla Renzi, parole distintivo).
La sottosegretaria Barracciu (Pd) si è dimessa
Questa mattina il rinvio a giudizio per peculato
Inchiesta su uso illecito dei fondi della Regione. Pm: “Incongruenze tra spostamenti e carta di credito”
Lei lascia e dice: “Sono colpita e amareggiata. Totalmente innocente, uscirò a testa alta dal processo”
Aveva resistito quando era stata nominata nel governo, già indagata. Ora, dopo il rinvio a giudizio, la sottosegretaria ai Beni culturali Francesca Barracciu ha lasciato l’esecutivo di Matteo Renzi (leggi). L’inchiesta riguarda il titolare della maxi inchiesta sui fondi ai gruppi in Consiglio regionale della Sardegna. A lei vengono contestati rimborsi benzina per 80mila euro. I fatti risalgono a due diverse legislature: quella tra il 2004 e il 2009, e una parte della successiva (articolo di Monia Melis). L’ex sottosegretaria: “Doveroso dimettermi per affrontare questa battaglia”
Andando direttamente sull'articolo, un poco più in basso si possono leggere i commenti di una parte di italiani.
Quelli della prima pagina me li sono letti tutti.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2148485/
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Politici, imprenditori, travet, Vaticano: gli equilibri romani toccati da Marino. Ecco i “nemici” che lo hanno portato alla caduta
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10 ... a/2117657/
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