Fermate il treno, voglio scendere.

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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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Cacciati dalle coop bianche, indagati per truffa
Ecco chi gestisce il centro di Cona, feudo politico

In provincia di Venezia muore un’ivoriana, scoppia la rivolta. Minniti trasferisce 100 persone in Emilia
Maltrattamenti e falso: due inchieste sulla Edeco, che negli anni ha assunto decine di parenti di politici


Cronaca
Una ragazza ivoriana di 25 anni muore per cause naturali nel cpa di Cona e scoppia la rivolta: 25 dipendenti sequestrati fino alle 2 della notte, quando sono intervenute le forze dell’ordine. Il centro ospita 1.400 immigrati ma qui “siamo 190 residenti”, lamenta un cittadino (leggi). Nel frattempo due procure indagano sugli affari della Ecofficina Edeco di Padova, leader nel settore dell’accoglienza in Veneto. Truffa, falso e maltrattamenti le ipotesi di reato nei confronti della cooperativa che negli ultimi anni ha decuplicato il suo fatturato. A settembre è stata allontanata da Confcooperative: “Fa troppo business”
di F. Q.
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UncleTom ha scritto:Cacciati dalle coop bianche, indagati per truffa
Ecco chi gestisce il centro di Cona, feudo politico

In provincia di Venezia muore un’ivoriana, scoppia la rivolta. Minniti trasferisce 100 persone in Emilia
Maltrattamenti e falso: due inchieste sulla Edeco, che negli anni ha assunto decine di parenti di politici


Cronaca
Una ragazza ivoriana di 25 anni muore per cause naturali nel cpa di Cona e scoppia la rivolta: 25 dipendenti sequestrati fino alle 2 della notte, quando sono intervenute le forze dell’ordine. Il centro ospita 1.400 immigrati ma qui “siamo 190 residenti”, lamenta un cittadino (leggi). Nel frattempo due procure indagano sugli affari della Ecofficina Edeco di Padova, leader nel settore dell’accoglienza in Veneto. Truffa, falso e maltrattamenti le ipotesi di reato nei confronti della cooperativa che negli ultimi anni ha decuplicato il suo fatturato. A settembre è stata allontanata da Confcooperative: “Fa troppo business”
di F. Q.


Venezia, tutte le ombre su chi gestisce il centro di Cona: Parentopoli, indagini per truffa la cacciata da Confcoop



Cronaca


A gestire la struttura dove è morta la giovane Sandrine Bakayoko è la Ecofficina Edeco di Padova, leader nel settore dell'accoglienza in Veneto. Negli ultimi mesi, però, è stata colpita da tre inchieste: truffa, falso e maltrattamenti le ipotesi di reato avanzate dai magistrati nei confronti dei dirigenti della cooperativa che negli ultimi anni ha decuplicato il suo fatturato. Nata nel 2011 con le quote di Padova Tre, società che si occupa di rifiuti, è settembre è stata allontanato da Confcooperative. Il motivo? "Fanno troppo business"



di F. Q. | 3 gennaio 2017

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Più informazioni su: Centri di Accoglienza, Padova, Venezia


Tre centri d’accoglienza, quasi duemila ospiti, un bilancio a sette zeri e più di un’indagine della magistratura. E poi quell’appellativo che la stampa locale utilizza ormai da tempo: “la coop pigliatutto” la chiamano. Perché se in Nord Est c’è un società leader nel settore dell’accoglienza dei migranti quella è la cooperativa Ecofficina Edeco di Padova. È Ecofficina, infatti, a gestire il centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, finito al centro delle notizie di cronaca nelle ultime ore a causa della rivolta scoppiata in seguito alla morte della giovane Sandrine Bakayoko.

Le origini, lo smaltimento rifiuti e la primavera Araba
Sulla vicenda è in corso un’indagine della procura di Venezia, al momento a carico di ignoti, mentre il nome della coop è tutt’altro che sconosciuto per gli altri uffici inquirenti della zona, dove negli ultimi mesi sono state aperte ben tre inchieste: truffa, falso e maltrattamenti le ipotesi di reato avanzate dai magistrati di Rovigo e Padova nei confronti dei vertici della coop. Ma andiamo con ordine. Tra i colli Euganei, infatti, il nome di Ecofficina è noto da tempo: almeno dal 2011 quando, come racconta il Corriere del Veneto, la coop nasce grazie alle quote di Padova Tre, la società che nella zona si occupa di rifiuti. In origine si chiamava Ecofficina Educational e il suo obiettivo era fornire personale alle varie strutture dalla bassa padovana. Il 2011, però, è anche l’anno della primavera Araba: le coste del Sud Italia si riempiono di esuli arrivati dal Nord Africa e il sistema d’accoglienza è al collasso. È in quel periodo che in tutto il Paese nascono nuove associazioni e nuove società per gestire lan nuova ospitalità made in Italy.

Ecofficina: un bilancio decuplicato in quattro anni
Anche i vertici di Ecofficina decidono di entrare nella gestione dei migranti e in breve tempo vedono esplodere il loro fatturato. Secondo il Mattino di Padova, il primo bilancio, quello del 2011, è di appena 114 mila euro: appena due anni dopo supera il milione, per salire poi a 2 milioni e 369 mila euro nel 2014 e addirittura sfiorare i 10 milioni nel 2015, con un utile di 441 mila euro, praticamente raddoppiato in soli dodici mesi. Cifre giustificate dal fatto che Ecofficina riesce ad aggiudicarsi nel frattempo la gestione di importanti strutture dedicate all’accoglienza: Bagnoli a Padova, Cona a Venezia, Oderzo a Treviso. Complessivamente si parla di quasi duemila ospiti. Fino a settembre scorso, poi, la coop gestiva anche l’ex caserma Prandina di Padova. Qui, alle porte del centro storico del capoluogo euganeo, per circa quattordici mesi sono transitati centinaia di profughi. Troppi. Tanto che a fine estate 2015 la prefettura fu costretta a trasformare la tendopoli in un insediamento con moduli prefabbricati. È in questo modo che Ecofficina si è guadagnata sul campo l’etichetta di “coop pigliatutto” del Veneto.

La cacciata da Confcooperative: “Fanno troppo business”-
Quei bilanci a otto cifre, però, non sono piaciuti ai vertici di Confcooperative, che nel settembre scorso hanno sospeso la società perché faceva “troppo business“. Emblematiche le parole di Ugo Campagnaro, presidente regionale di Confcooperative: “Non esiste una legge che impedisce di ospitare e gestire centinaia di profughi in un’unica struttura. Questo però è un sistema che non risponde alle logiche della buona accoglienza, della qualità dell’intervento, dell’integrazione e della relazione. Si tratta invece di un modello che guarda soprattutto al business. E, per tutte queste ragioni, vogliamo prendere le distanze da questo soggetto e dalla maniera in cui opera”.


Il legame con Padova Tre e la Parentopoli: da Ncd ai Ds
Nel frattempo la cooperativa aveva cambiato nome – ora si chiama Ecofficina Edeco – mantenendo invariata la dirigenza: il presidente è sempre Gaetano Battocchio mentre l’amministratore delegato è Sara Felpati, moglie di Simone Borile, ex presidente del Consorzio Padova Sud e vicepresidente della controllata Padova Tre, la società che si occupa di rifiuti dal quale era nata la stessa coop: per il Mattino di Padova si fa segnalare anche perché “a tratti assume i connotati di un album di famiglia“. A Padova Tre lavorano o hanno lavorato- tra gli altri – Francesca Degani, sorella di Barbara, ex presidente della provincia e sottosegretario all’Ambiente con il Nuovo Centrodestra, ma anche Emiliano Manzato, figlio di Sergio, ex deputato dei Ds e sindaco di Stanghella. E poi una pletora di parenti di politici locali: mogli, figli e cognate di assessori, vicesindaci, consiglieri comunali di destra, sinistra e centro: praticamente una Parentopoli bipartisan quella tracciata dal quotidiano euganeo all’interno della società che si occupa di rifiuti e che fino a poco tempo fa gestiva anche i centri d’accoglienza nella zona.. L’unione tra Padova Tre e Ecofficina, infatti, si conclude nel 2014 quando la coop diventa autonoma., ma i legami tra le due società sono finiti comunque al centro di un’inchiesta del pm di Padova Federica Baccaglini su un buco in bilancio da 30 milioni di euro. Addirittura nel novembre scorso gli uomini della guardia di finanza sono arrivati a perquisire gli uffici di Ecofficine per un sospetto scambio di denaro tra le casse della coop e quelle della società di raccolta rifiuti.

Le altre indagini sulla coop: truffa, falso e maltrattamenti
Non è l’unica indagine che ha colpito i vertici della cooperativa. A maggio 2016, infatti, era stato aperto un fascicolo per truffa e falso. Secondo l’ipotesi al centro degli accertamenti, per provare la “pluriennale esperienza nel servizio di accoglienza”, funzionale all’aggiudicazione di un appalto per l’accoglienza nel comune di Due Carrare, sempre in provincia di Padova, sarebbe stata modificata una data in alcuni documenti ufficiali. Nel registro degli indagati è finito anche il nome di Tiziana Quintario, funzionaria della Prefettura, la cui figlia viene indicata dai giornali locali come ex dipendente della coop. Poche settimane prima, nell’aprile del 2016, i carabinieri avevano perquisito la sede di Ecofficine nell’ambito di un’indagine per presunti maltrattamenti. Quell’inchiesta era nata da una segnalazione che denunciava cibo di scarsa qualità distribuito agli ospiti delle strutture gestite dalla coop, angherie, soprusi e nessun corso di alfabetizzazione organizzato per fare studiare l’italiano ai migranti.

L’interrogazione parlamentare: “Assistenza sanitaria inadeguata, situazione può degenerale”
Praticamente gli stessi problemi denunciati nel dicembre scorso da Giovanni Paglia, il deputato di Sinistra Italiana che per primo si è occupato del centro di Cona. “Le condizioni di alloggio, limitate di fatto a tende di diverse dimensioni, sono caratterizzate da sovraffollamento e condizioni ambientali estremamente disagiate”, scriveva il deputato in un’interrogazione parlamentare depositata dopo un’ispezione nell’ex base missilistica in provincia di Venezia. Un atto indirizzato all’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano in cui Paglia segnalava tra l’altro “la difficoltà di garantire assistenza sanitaria adeguata” ai quasi 1.500 ospiti del centro e “il rischio che una simile situazione possa degenerare in qualsiasi momento”. Parole che oggi – dopo la morte della giovane ivoriana e la successiva rivolta dei migranti – appaiono quasi profetiche.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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LA VOX POPULI



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omonimo veneziano • 18 minuti fa





adesso capite perche' arrivano cosi' tanti migranti da noi e v engono tenuti anche se non aventi diritto?
il giro e' chiaro: i politici fanno la guerra nei paesi africani e leggi e decidono a favore di chi sbarca per metterli nei centri di accoglienza. i centri in cambio assumono i parenti dei politici e magari gli sganciano pure qualche mancetta....altro che senso umanitario e aiuto a chi scappa dalle guerre.

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Dada Cinokk • 19 minuti fa





eh la cara vecchia Balena Bianca non si dimentica mai...

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Kif • 21 minuti fa





Dove sono i veneti e i "padani" in generale ? Una notizia analoga ambientata in Sicilia o al Sud Italia avrebbe già dato sfogo ai vostri istinti peggiori, niente da dire in questo caso ?

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TheGlide22 • 28 minuti fa





Come si dice "gnamgnamgnam" in arabo ?

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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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Da un commento all’articolo:

Veneto, profughi in rivolta prendono 25 in ostaggio
Muore una ivoriana, i migranti protestano nel centro di Cona (Venezia). Liberati dopo ore gli operatori presi in ostaggio
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 47650.html


La rete in questo caso permette di misurare il grado di ignoranza sommata all’imbecillità di alcuni italioti.

Che all’inizio del 2017 ci siano ancora questi “bovi ignorantoni”, spinge ulteriormente a pensare che questo stramaledetto Paese non uscirà mai dal pozzo nero in cui si trova.


elio2
Mar, 03/01/2017 - 08:49
Ecco i risultati di permettere che i comunisti riempiano la nostra Patria di tutti i rifiuti dell'umanità, che a prezzi stratosferici vanno a prendere e poi mantenere fino in Africa per dar modo alle loro cooperative di far soldi a palate. Del quasi 7 milioni di Italiani che vivono nell'indigenza e povertà, di quelli non gliene frega nulla, perché ad aiutarli non ci guadagnano niente, invece con i clandestini sono 5 i miliardi spesi lo scorso anno e quest'anno, come è sempre successo tutti gli anni, saranno di più. Votate PD e poi pagate
.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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LA FABBRICA DELL'ODIO


Al Giornale e a Libero, pensano di far tornare al governo il CD e Berlusconi cercando proseliti in chi è propenso a odiare il prossimo?

Veneto in balìa dei migranti


Dopo Cona, tensioni anche a Verona e a Vicenza. Strade bloccate e cassonetti ribaltati: "Il cibo che ci date è scadente"

di Alessandra Benignetti

3 ore fa
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 47817.html
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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IL PIACERE DI SENTIRSI FACCE DI EMME.

LA COERENZA STA SOTTO LA SUOLA DELLE SCARPE. AMMESSO CHE PORTINO LE SCARPE.



Titolo da Il Giornale.it:

Tutti quelli che hanno finto
di non vedere il disastro


Ipocrisia rossa: le cifre e i fatti raccontano il fallimento dei Cie. Ma davanti ai clandestini diventiamo tutti ciechi

di Stenio Solinas

2 ore fa

^^^^

Eppure al Giornale fanno finta di non sapere come stanno le cose.

Sono loro che quasi un anno fa hanno pubblicato questo articolo, dai contorni piuttosto chiari.


Ecco chi è l'uomo in Ferrari che fa i milioni con i profughi
Si chiama Paolo Di Donato, gestisce quasi mille richiedenti asilo, incassa 30mila euro al giorno. E tra barche e auto di lusso non si fa mancare nulla
Massimo Malpica - Mer, 24/02/2016 - 08:10
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Roma - L'identi-tweet è di ieri mattina. «2 settimane all'uscita... Si parlerà anche di un uomo in Ferrari che grazie ai profughi incassa 24mila euro al giorno chi sarà?», scrive Mario Giordano, accompagnando il tutto con l'hashtag #profugopoli, ossia il titolo del libro, di prossima uscita per Mondadori, che il direttore del Tg4 ha dedicato al business dell'immigrazione.Ma chi è «l'uomo in Ferrari» che si occupa di sociale con tanto profitto? È da qui che comincia il gioco, la sfida, la caccia al tesoro, provando a seguire gli indizi in attesa di leggere le tante storie di business sulla pelle degli immigrati raccolte e raccontate da Mario Giordano.

La cifra, 24mila euro al giorno, è la stessa incassata dai centri di accoglienza in provincia di Palermo. Ma non li gestisce un solo imprenditore, tantomeno appassionato di auto sportive. Stessa cosa a Trieste: coincide la cifra, ma non c'è nessuno che gira in Ferrari. Proprio seguendo la Rossa, invece, spunta una pista possibile. Che porta a un imprenditore sannita, Paolo Di Donato, 46 anni appena compiuti, molti spesi nel mondo della cooperazione sociale nel Beneventano. A lui l'identikit di Giordano sembra calzare quasi alla perfezione.
Proprio Di Donato, in effetti, appare immortalato accanto a una Ferrari rosso fiammante in un articolo dedicato a una struttura di accoglienza profughi di Benevento sul sito «redattoresociale», dove si parla anche del giro d'affari del consorzio da lui fondato, Maleventum, del quale l'uomo è stato prima amministratore unico e poi procuratore speciale. Redattoresociale aveva denunciato carenze nel livello dell'accoglienza dei richiedenti asilo della struttura da parte di Maleventum, che gestirebbe «circa 1000 richiedenti asilo» in tutto il Beventano, con «introiti intorno ai 30mila euro al giorno». Replicando alle accuse sullo stesso sito web redattoresociale.it, Maleventum a novembre dichiarava di ospitare «740 migranti in 12 strutture», ricordava di aver vinto due appalti (tra cui quello al centro dell'articolo del sito) al ribasso («28 euro al giorno per migrante, contro i 35 euro a base d'asta», ossia «il prezzo più basso d'Italia», quasi uno slogan) e sottolineava che Di Donato era «dirigente» e non «presidente» del consorzio, ruolo ricoperto invece da Elio Ouchtati che firmava la replica. Di Ouchtati, sul web, non c'è nulla. Del «dirigente aziendale» Di Donato invece sì, e così pure del consorzio Maleventum, che negli ultimi anni di emergenza immigrazione sembra prosperare. Dovrebbe avere un giro d'affari di almeno 8 milioni l'anno nonostante le gare vinte al ribasso, forte dei suoi mille posti letto spalmati in 15 strutture.
inReadDi Donato, come detto, è molto attivo anche sul web. Posta foto a tutto spiano, e a giudicare da quelle si direbbe che non se la passa male nemmeno lui. C'è la Ferrari, una Porsche, un «selfie» alla guida di un motoscafo, un'altra simile con i Faraglioni alle spalle, due scatti in compagnia «dei ministri della Salute, Livia Turco, e della Giustizia, Clemente Mastella». Gli ultimi due sono sul suo sito, dove si definisce «ideatore, creatore e gestore» del consorzio Maleventum. Mentre su Facebook Di Donato non fa mancare scintille con gli amministratori locali che non gradiscono la presenza dei profughi sul loro territorio (e di conseguenza il suo business). A maggio scorso il sindaco di un piccolo comune sannita, Castelvenere, non essendo stato informato dell'arrivo di alcuni rifugiati aveva chiesto di gestire direttamente i fondi per l'accoglienza, minacciando di consegnare al prefetto la sua fascia tricolore. Di Donato ha replicato, caustico: «Cari Sindaci, ma il problema sono i profughi che passeggiano nei vostri comuni o i soldi che mi dà il Governo devono essere per Voi e per le Vostre cooperative?». L'unica cosa certa è che chi guadagna con i migranti non ha i conti in rosso. Semmai la Ferrari.


Per chi vuole vedere la foto:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 28464.html
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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TRA PROPAGANDA E PROBLEMI REALI

Senza proporre soluzioni, o sollecitazioni mirate in direzione del ministero Degli Interni, tutto si riduce a mera propaganda.

Il centro destra, attraverso le sue corazzate della carta stampata a cosa mira?????

A creare ulteriore malessere nella speranza di vincere le elezioni, o si tratta solo di odio naturale infinito?????


Eppure il problema è serio.

Intraprendere la strada del solo allarmismo serve a poco.



INVASIONE SENZA FINE
Sequestrati dai profughi
Gli italiani sono al limite

Scoppia la guerriglia degli immigrati in Veneto
Ma da Nord a Sud tutto il Paese è una polveriera


Di Manila Alfano
Il campo profughi di Cona, nel Veneto è solo l’ultimo caso. La tensione in Italia è ormai alle stelle.Rabbia,frustrazione,violenza, sono lì, pronte ad esplodere in ogni momento. Polveriera Italia, in Veneto come in Lombardia, nel Lazio, in Sicilia. Scoppiano risse, sassaiole contro le forze dell’ordine, contro i cittadini, rivolte per strada. Il problema è la gestione, gli arrivi sono fuori controllo. Il collasso è la miccia che rischia di far saltare tutto, e di sfociare in violenza incontrollabile. L’anno appena concluso rischia di essere quello record in quanto agli sbarchi, che sono aumentati del 9,83 per cento rispetto al 2015. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Viminale,a dicembre sono stati oltre 181mila gli immigrati approdati sulle nostre coste. E l’Unione europea guarda l’invasione senza muovere nemmeno un dito. Ma il vero
Problema è poi l’accoglienza, la sistemazione nei vari centri smistati in tutta Italia. È qui infatti che la situazione rischia di diventare incandescente, come dimostrano anche gli ultimi tristi fatti di cronaca. Il sistema d’accoglienza è messo sotto forte pressione e i centri che ospitano gli stranieri e le strutture temporanee sono al collasso. Tra le regioni, in testa c’è la Lombardia (con il 13 per cento), seguita da Sicilia, Piemonte, Lazio, Veneto e Campania, tutte con l’8 per cento(circa 14mila ospitati per ognuna).
Neppure l’Umbria, nonostante l’emergenza terremoto, si è tirata indietro, e ospita il 2 per cento degli immigrati. Tra le nazionalità dichiarate al momento dello
sbarco prevalgono i nigeriani(20%), seguiti da eritrei(12%), guineani (7%) e gambiani (6%). Ingente, inoltre, anche il fenomeno dei minori non accompagnati, che hanno superato quota 20mila, contro i 12mila dell’intero 2015. Qui di seguito le regioni. Manila Alfano

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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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ANALISI DELL’ARTICOLO PRECEDENTE


INVASIONE SENZA FINE

E’ un titolo decisamente all’allarmistico.


Ammesso, e non concesso, che questa sia ancora una “democrazia”, i rappresentanti italiani di Fossa Italia cosa hanno prodotto in Parlamento per investire il Parlamento italiano, ed in modo particolare gli ultimi governi italiani, al fine di affrontare questo problema spinoso diventato di prima grandezza?????

La stessa domanda deve essere rivolta agli scalda poltrone che bivaccano presso il Parlamento europeo.

Ci facciano sapere i propagandisti della carta stampata, legati al Giornale e a Libero quante e quali iniziative sono state messe in campo dai Forzaitalioti in Spe.

Indipendentemente dai loro annunci, la situazione è rappresentabile come un palloncino di gomma o una camera d'aria di una bicicletta quando si continua a pompare aria. Prima o poi scoppia.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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ANALISI DELL’ARTICOLO PRECEDENTE


Ma da Nord a Sud tutto il Paese è una polveriera

Su questo dato sono d’accordo, ma rimango dell’opinione che tutte le forze politiche, proprio tutte, finora
hanno fatto solo e soltanto delle gran chiacchere e basta.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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INVASIONE SENZA FINE
Sequestrati dai profughi
Gli italiani sono al limite


POLVERIERA ITALIA


PIEMONTE

La rivolta al Villaggio Olimpico e le minacce agli italiani: «Vendetta»

Nadia Muratore
È il Villaggio Olimpico, ex Moi,di via Giordano Bruno, aTorino,la polveriera del Piemonte, pronta ad esplodere ad ogni litigio tra immigrati o tra loro ed i residenti. Come è accaduto a fine novembre dell’anno scorso, quando i profughi che occupano abusivamente quattro palazzine,sono scesi in strada e hanno sradicato cartelli, lanciato bottiglie, ribaltato cassonetti dell’immondizia, inscenando la prima rivolta dei migranti della storia di Torino. Al grido: razzisti, carogne, Allah ci guiderà nella vendetta, hanno bloccato il quartiere per due giorni. Si parlò di mandare l’esercito, di un censimento e di sgombero ma, a due mesi di
distanza, niente è stato ancora fatto. «I riflettori si sono spenti ma la situazione non è cambiata:nell’ex Villaggio Olimpico si rischia la rivolta ad ogni istante - spiega il presidente della Circoscrizione 8, Davide Ricca, rappresentante del Pd-.E anche la gestione del sindaco Piero Fassino ha le sue responsabilità per questa situazione altamente a rischio. In un’area che può ospitare al massimo 400 persone, ce ne sono, in una situazione di assoluto degrado, mille e 500: è fisiologico che prima o poi la tensione diventi rivolta». Nell’ex Moi si muove una città illegale dove i primi a essere insofferenti sono i molti stranieri regolari che da anni vivono nel quartiere. Gli ultimi dati diffusi dalla Regione Piemonte indicano che su 10.171 immigrati presenti in Piemonte, 9.209 si trovano ancora nei centri di permanenza temporanea e il malcontento per l’ospitalità, soprattutto nei piccoli paesi, di un numero spropositato di profughi - spesso più numerosi degli stessi residenti-serpeggia in tutta la regione. Le rivolte per la mancanza di cibo, abbigliamento non adeguato, la rete gratuita di Wi-Fi, ma anche per gli orari troppo mattinieri per svolgere i lavori socialmente utili, animano quasi ogni giorno i centri di accoglienza.E l’insofferenza sale,al di là del colore politico.

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