IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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Referendum, Berlusconi rilancia il No e dà il via alla Missione Italia
Berlusconi rilancia le ragioni del No al referendum: "Determinati a votare contro le finte riforme di Renzi". Ma tende la mano per dare una mano sul terremoto


Sergio Rame - Ven, 04/11/2016 - 17:47
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Silvio Berlusconi è in campo al fianco del fronte del No. E, a un mese dal referendum sulle riforme costituzionali, torna a dimostrare il proprio impegno in una campagna che "procede con grande determinazione".


"Ogni giorno in tutta Italia si svolgono decine di manifestazioni per il No alle quali partecipano molti cittadini - spiega parlando ai microfoni del Tg5 - sono consapevoli della necessità di battere questa riforma finta di Renzi, per aver una riforma vera".

Il fronte del No è in netto vantaggio. Tutti i sondaggi sono concordi nel preventivare un flop di Matteo Renzi. Flop che potrebbe anche essere la pietra tombale sul futuro politico del premier. E, ora che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha allontanato il tentativo di rinviare il voto avanzato dal ministro dell'Interno Angelino Alfano, la campagna referendaria entrerà nel vivo. Da Bologna a Cosenza Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia marciano compatti per spiegare le ragioni del No. "Io sono ottimista sul fatto che gli italiani non vorranno permettere a questo governo di trovare nel referendum quella legittimazione che non ha mai avuto dalle urne - spiega Berlusconi ai microfoni del Tg5 - i governo di Renzi obiettivamente non la merita".

Berlusconi è disposto a mettere da parte la competizione referendaria per dare una mano ai terremotati. "Se prevenire i terremoti non è possibile - spiega - è però possibile e doveroso fare tutto il possibile per venire incontro ai bisogni delle vittime". Il Cavaliere è, infatti, disposto a tendere la mano al governo per far fronte all'emergenza. "La polemica politica - avverte - viene molto, molto dopo i bisogni della gente, però il governo non ci ha detto come intente agire, non ha riunito un tavolo, non ha portato in parlamento proposte e soluzioni e questo non va bene. Non si può perdere tempo - continua - l'inverno è alle porte e stiamo parlando di zone di montagna con delle temperature molto basse".

Poi, nel pomeriggio, il Cavaliere ha dato il via al tour dei volontari azzurri che partono per la "Missione Italia" da Villa Gernetto (foto): una carovana di auto Fiat 500, con il logo di Forza Italia e la scritta #iovotoNO, che farà il giro d’Italia per promuovere il No al referendum elettorale e che si concluderà alla vigilia del voto. "Ho detto ai ragazzi che devono essere fieri del loro compito", ha scritto Berlusconi su Facebook, "Stanno svolgendo una missione per la libertà, perché per continuare ad amare questo paese dobbiamo cambiarlo. Non può una legge costituzionale non essere percepita come propria dalla metà del Paese. Dopo il successo del No, dobbiamo ripartire con un processo di riforme condiviso".


Berlusconi ha poi incontrato i giovani amministratori e dirigenti locali di Forza Italia per un seminario di formazione: "Ho ricordato loro che quando siamo stati al governo abbiamo realizzato 36 grandi riforme di sistema senza mai mettere le mani nelle tasche degli italiani", ha spiegato l'ex premier, "Il nostro programma ha tre punti principali: meno tasse, meno tasse, meno tasse. Meno tasse sulle famiglie. Meno tasse sulle imprese. Meno tasse sul lavoro".

Per quanto riguarda la riforma elettorale proposta da Forza Italia, invece, il Cavaliere ha riassunto la sua idea in quattro punti: "Limite alla pressione fiscale inserito in Costituzione, in modo che nessun governo, neppure un governo di sinistra, possa aumentare le tasse oltre un certo limite; introduzione del vincolo di mandato: chi cambia idea non può tradire gli elettori. Deve dimettersi; Riduzione di oltre la metà del numero dei parlamentari: 300 deputati e 150 senatori sono più che sufficienti; Dare, finalmente, agli italiani il diritto di scegliere direttamente il Capo dello Stato".
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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UNA RAGIONE IN PIU' PER VOTARE.......NO




Referendum, respinti i ricorsi sul quesito. La Consulta non si pronuncerà su spacchettamento chiesto da Onida

Referendum Costituzionale
di F. Q. | 10 novembre 2016
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Il giudice civile di Milano Loretta Dorigo ha respinto i due ricorsi presentati dall’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida e da un pool di legali sull’eccezione di legittimità costituzionale della legge del 1970 che regola l’indizione dei referendum laddove non prevede l’obbligo di “spacchettamento” del quesito quando ci sono più temi, come nel caso di quello sulla riforma costituzionale oggetto della consultazione popolare del 4 dicembre. “Non ritiene il Tribunale – scrive il giudice – di ravvisare una manifesta lesione del diritto alla libertà di voto degli elettori per difetto di omogeneità dell’oggetto del quesito referendario”. E’ la stessa Costituzione all’articolo 138, spiega il giudice, “a connotare l’oggetto del referendum costituzionale come unitario e non scomponibile“. “E’ del tutto evidente – si legge ancora nell’ordinanza – che competerà a ogni singolo elettorale formulare una valutazione complessiva di tutte le ragioni a favore e di quelle contrarie di tutte le parti di cui è composta la riforma, insieme considerate, esprimendo infine un voto sulla base della prevalenza del giudizio favorevole o sfavorevole formulato in ordine a talune sue parti, ovvero, secondo ogni altra valutazione”.
I ricorrenti chiedevano l’intervento della Corte Costituzionale, sostenendo che la legge istitutiva del referendum numero 352 del 1970 violerebbe il principio costituzionale della libertà dell’elettore perché non consentirebbe la possibilità di esprimere orientamenti diversi su materie eterogenee, come il Cnel e il bicameralismo. Secondo Onida e il pool di avvocati che ha presentato il secondo ricorso, quindi, la legge presenterebbe profili di incostituzionalità nella parte in cui non prevede che il voto debba svolgersi su un quesito omogeneo. La legge prevede che la Corte Costituzionale possa esercitare un potere di sospensione del referendum solo nel caso dei conflitti tra Stato e Regione. Onida, invece, in udienza aveva affermato che la Consulta avrebbe potuto decidere anche in questo caso di sospendere la consultazione. Opzioni a questo punto tramontate.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11 ... o/3182455/
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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BENITO, PINOCCHIO, MUSSOLONI-LA TRUFFA E' ALLE CORDE.

DEVE QUINDI TENTARE DI TUTTO, PROPRIO DI TUTTO, PER RIMANERE AL POTERE.


NON CI STUPISCE PERTANTO SE RICORRE A METODI TRUFFALDINI COME QUESTO, GIA' ANTICIPATO SUL FORUM IERI SERA NEL 3D DI ERDING: LA SFIDA del REFERENDUM

Oggetto del messaggio: Re: LA SFIDA del REFERENDUM




DALLA PRIMA PAGINA DEL FATTO:

E S C LU S I V O Il documento della Farnesina nascosto dal governo e dal Quirinale

“Voto all’estero :
brogli facili,
sistema illegale"


Dopo le Politiche 2013 la
responsabile dei residenti
fuori dall’Italia scrisse a
esecutivo e Colle “Procedu-
re incostituzionali: non ga-
rantite libertà e segreto”.
Ma Renzi si affida proprio a
quelle per vincere: partono
le lettere con lo spot
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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VOTATE NO CONTRO L'OLIO DI RICINO DI MUSSOLONI-LA TRUFFA


FATE GIRARE LA NOTIZIA DELLA TRUFFA ALLA VELOCITA' DELLA LUCE



Il documento del governo:
“Il voto all’estero è truccato”


Dopo le Politiche 2013 la dirigente della Farnesina che si occupa del tema scrive a esecutivo e Colle: “Procedure incostituzionali: non garantite libertà e segretezza”


»CARLO TECCE
Con la lotta fra il Sì e No che si decide in volata, il verdetto sul referendum costituzionale italiano potrebbe essere decretato all’e stero, per la precisione, dai 4 milioni e 23 mila italiani residenti fuori dai confini e iscritti all’apposita anagrafe. Il governo ha intuito subito l’importanza degli italiani all’estero: ministri e politici –l’apripistafuMaria ElenaBoschi– omaggiano i connazionali e promettono finanziamenti. Il verdetto referendario è appeso a un sistema “totalmente inadeguato, se non contrario ai fondamentali principi costituzionali che sanciscono che il voto sia personale, segreto e libero”, scrive l’ambasciatrice Cristina Ravaglia in un documento riservato del ministero degli Esteri che Il Fattoha visionato. Dopo una solida carriera diplomatica costruita negli uffici di Madrid, Varsavia, Buenos Aires e Monaco di Baviera, da quattro anni e con cinque ministri, Ravaglia è il direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero e le politiche migratorie.Insostanza: èilmassimo conoscitore della legge Tremaglia, dei suoi limiti, trucchi, difetti. All’indomani delle elezioni Politiche del 2013, l’ambasciatrice Ravaglia firma un appunto per il ministro Giulio Terzi di Sant’Agata e denuncia “gli effetti potenzialmente distorsivi dell’impianto vigente”, ma propone anche degli interventi immediati per rafforzare i controlli (e magari allestire dei seggi). In copia, ci sono Presidenza della Repubblica e del Consiglio, più i sottosegretari Staffan de Mistura e Marta Dassù.
IL SISTEMA elettorale per corrispondenza è disciplinato da una leggeche portailnome diMirko Tremaglia, la numero 459 del 2001. Il bergamasco Tremaglia è scomparso un lustro fa, ministro nel governo di Silvio Berlusconi nel ’94, parlamentare di Alleanza Nazionale, volontario a Salò da minorenne. Il testo di Ravaglia, finora inedito, ruota attorno all’esperienza nel settore: “C om e principale responsabile delle operazioni elettorali all’estero, mi corre l’obbligo di richiamare l’at tenzione –nel superiore interesse delloStato edella tuteladi undiritto fondamentale–su modalità di attuazione che, ancora una volta, si sono dimostrate, alla prova deifatti,tali da mettere a rischio gli imponenti sforzimessi in atto per assicurare un ordinato svolgimento del voto”. E poi l’accu sa: “Quello per corrispondenza è soggetto, come evidente,a una serie di variabili e incertezze (quali l’af fidamento ai sistemi postali locali, il pericolo di furti, incette, pressioni, compravendite, sostituzione del votante, ma non solo)”. Il direttore generale fa riferimento anche all’affluenza ridotta (32 percento) eall’elevata quantità di schede nulle (10 per cento).
RAVAGLIA NON POTEVA sapere cos’è accadutoper ilreferendum sulle trivelle, ma aveva individuato il problema. Lo scorso aprile hanno votato 779.548 italiani al l’estero, venti su cento, con l’8,6% di schede nulle contro lo 0,68 in Italia: occorre tanta fantasia e volontà per sporcare, in maniera fortuita o intenzionale, un foglio dov’è la scelta è fra Sì e No. La dettagliata relazione di Ravaglia, però, viene ignorata. Il sistema è sempre più fragile e sempre più aggredito. Un rapido compendio. Come ha scoperto il senatore Roberto Calderoli, per il referendum sulle trivelle –dove il nemico era il quorum –la consegna delle schede era vietata in alcuni piccoli paesi, mentre stavolta il governo ha coinvolto i corrieri di aziende private.Peraumentare laplateadei votanti, il ministerodegli Interniha posticipato di un mese la scadenza per diventare elettori “tem poranei”all’estero –cioè gli italiani che sono lontani da casa per motivi di studio, lavoro o cure mediche –e per il referendum sono già 31.462.
OLTRE AI 150 MILIONI di euro stanziati nella legge di Stabilità, Matteo Renzi ha appena spedito una lettera –con lo stemma tricolore del comitato “Basta un sì”, un refuso a piè di pagina e una carrellata di fotografie al fianco di Merkel, Obama, Hollande e colleghi –proprio ai 4 milioni e 23 mila italiani chiamati a votare da domenica 20 novembre. Il ministro Boschi ha precisato che la missiva del presidente ar
riverà “in contemporanea”, ma non “assieme”al plico per il voto. In effetti, allegare l’appello di “Ba sta un Sì”alla scheda elettorale sembrava eccessivo. Ma il Partito democratico, a differenza degli oppositori, è riuscito a ottenere l’elenco degli indirizzi e farà propaganda a domicilio senza chiedere il consenso. Chissà, la privacy non conta per gli italiani all’estero. Madi certo,per tornare all’ambasciatrice Ravaglia, conta proteggere i principi costituzionali. Il voto è personale, segreto e libero. Altrimenti non è valido.
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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RICORDATE LA PAROLE DI BORRELLI DI 30 ANNI FA????

RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE.

https://www.youtube.com/watch?v=SbWoEGaE21A

ADESSO E' GIUNTO IL MOMENTO.

RESISTERE AI TRUFFATORI DEL NUOVO FASCISMO
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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IlFattoQuotidiano.it / Referendum Costituzionale



Referendum, Smuraglia dopo il caso della tessera Anpi non rinnovata a Puppato: “Tempesta in un bicchier d’acqua”



Referendum Costituzionale
Il presidente dell'associazione partigiani: "Consiglio alla senatrice Puppato di chiarirsi con il comitato provinciale. Nessuno le nega la tessera per un Sì. Il caso qui è emerso perché lei fa propaganda attiva a favore della riforma, che è qualcosa di più di una dichiarazione di voto"
di Giulia Zaccariello | 11 novembre 2016
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Più informazioni su: Anpi, Referendum Costituzionale 2016
“La vicenda di Laura Puppato è una tempesta in un bicchiere d’acqua, con un pizzico di speculazione”. Mancano poche settimane al referendum costituzionale e il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, si muove da una parte all’altra dell’Italia, tra iniziative e dibattiti, per spiegare le ragioni del No. Lo intercettiamo a Milano, poco prima di un incontro pubblico. “Sono di ritorno da Bolzano – spiega – dove il presidente dell’Anpi locale ha dichiarato pubblicamente che voterà a favore della riforma. Eppure mi ha invitato a parlare a un incontro pubblico, e poi siamo andati a cena insieme. Tutto in un clima molto tranquillo e amichevole”.

Tanto basta per parlare della polemica, ormai nota, sulla mancata tessera alla senatrice del Pd Laura Puppato, fin dall’inizio sostenitrice della riforma della Costituzione voluta di Renzi. . E’ successo a Montebelluna, in provincia di Treviso. Qui l’Anpi ha deciso di non rinnovare la tessera alla parlamentare e ne ha rigettato la richiesta d’iscrizione. Con inevitabile scia di accuse da parte dei democratici, da mesi ormai in rotta di collisione con l’associazione partigiani.


“L’Anpi non esclude e non punisce nessuno perché è per il Sì – chiarisce Smuraglia – E Bolzano ne è un esempio. Qui il presidente voterà Sì, ma non sta facendo campagna per promuovere la riforma. Anzi, in questi giorni mi ha anche chiamato per un’iniziativa. Il dissenso – continua – è libero ma c’è una raccomandazione a non creare situazioni in aperto contrasto con la linea dell’associazione, decisa al congresso. Questa è la regola a cui ci atteniamo. Fino adesso non ha mai dato problemi”. È tutto nero su bianco, spiega, in un documento del Comitato nazionale datato 24 maggio. “Si chiede ai nostri iscritti di evitare atti e manifestazioni apertamente contrarie alla posizione dell’associazione, che da mesi si sta impegnando a difesa della Costituzione”.

Niente banchetti e mobilitazioni a favore del Sì, insomma. Soprattutto se allo stesso tempo si sbandiera la propria appartenenza all’associazione partigiani. “Un parlamentare, come nel caso della Puppato, ha tutto il diritto di fare propaganda, ma non di farla esibendo il fatto di essere dell’Anpi. Non platealmente. Perché va contro a quello che l’associazione ha deciso”. Ora quindi il caso come si risolve? “Consiglio alla senatrice Puppato di chiarirsi con il comitato provinciale. Nessuno le nega la tessera per un Sì. Il caso qui è emerso perché lei fa propaganda attiva a favore della riforma, che è qualcosa di più di una dichiarazione di voto. Ci vuole un po’ di buon senso e spirito di appartenenza a un’associazione. C’è poi la questione che riguarda la richiesta d’iscrizione in un luogo diverso dalla sua residenza. Il nostro regolamento lo vieta. Le sarebbe bastato contattare il comitato provinciale per saperlo. Ma lei ha preferito invece informare la stampa di una vicenda basata sul nulla”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11 ... a/3186022/
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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Craig Roberts: primarie truccate, le aveva vinte Sanders
Scritto il 11/11/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi


«Hillary Clinton? Mai s’era visto un candidato peggiore, nell’intera storia delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti». E il peggio è che non avrebbe neppure dovuto contendere la Casa Bianca a Donald Trump: «Ci sono le prove che in realtà lei avesse perso le primarie, che erano state vinte da Bernie Sanders. Ma poi l’establishment democratico si è rifiutato di accettare la sua vittoria, perché Sanders è contro l’establishment». Parola di Paul Craig Roberts, economista e analista politico, già viceministro di Reagan e editorialista del “Wall Street Journal”. Dichiarazioni nettissime, le sue, rilasciate – a scrutinio non ancora concluso – a Glauco Benigni, che l’ha intervistato nel corso della lunghissima diretta streaming organizzata da “Pandora Tv” durante l’election-night. Inutile che oggi tutti si strappino i capelli, da Obama al “New York Times” che ammette di aver «perso il contatto con la realtà», dando vincente “obbligatoria” la signora Clinton. Hillary non avrebbe nemmeno dovuto essere in gara, insiste Craig Roberts: al suo posto, contro Trump, ci doveva essere il socialista Sanders, che tanto entusiasmo aveva infatti suscitato durante le primarie.Hillary? Era «espressione degli oligarchi al potere e del complesso militare-industriale legato a Wall Street», ma anche «della lobby israeliana, del business militare e del comparto energetico estrattivo», ricorda Craig Roberts. Enorme la differenza rispetto a Donald Trump, che «non è stato selezionato dall’establishment, ma dalla popolazione stessa». Come si è arrivati ad avere un candidato come la Clinton? «Era il candidato della classe dominante, che l’ha messa lì», anche a costo di “truccare” le primarie democratiche. Quanto alle fantomatiche “interferenze russe”, a parlarne «è stata solo la propaganda filo-Clinton». Disinformazione costruita ad arte, continua Craig Roberts, «per coprire lo scandalo delle email di Hillary, da cui emerge sostanzialmente che la Clinton è una criminale», a partire dai fondi incassati sottobanco dalla Fondazione Clinton da parte di soggetti di mezzo mondo interessati a ottenere il favore degli Usa, quando Hillary era segretario di Stato.Lo staff Clinton, aggiunge Craig Roberts, «ha quindi voluto spostare l’attenzione sui russi, e negli ultimi due anni la classe dirigente americana ha voluto ricreare un clima da guerra fredda, con la sequela di accuse e minacce contro la Russia e il suo presidente. Tutto ciò è molto pericoloso». Ora, Trump potrà dialogare con le altre potenze nucleari mondiali: «E’ il politico americano – anzi, lo è diventato – che ha detto che non vuole problemi con la Russia. E ha detto che non vuole problemi nemmeno con la Nato». Chiuderà le orrende “guerre americane” nel mondo, in cui gli Usa sono coinvolti? Craig Roberts è convinto di sì, perché Trump «è un uomo d’affari ma non è coinvolto nell’industria delle armi e in quella della sicurezza. E crede che non ci sia ragione di buttare un trilione di dollari in questioni militari e di sicurezza. Tanto più che gli Usa non hanno nemici, a parte quelli che si sono creati da soli, con i bombardamenti sulle popolazioni civili e le accuse folli contro la Russia e la Cina». Trump ritiene che tutto ciò sia stupido, conclude Craig Roberts, e che sia il caso di fermare questa pericolosa deriva bellicista.
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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Vogliamo i caschi blu


»MARCO TRAVAGLIO
Ieri il Fatto ha pubblicato un documento ufficiale e inedito che avanza seri dubbi sulla regolarità delle ultime elezioni politiche del 2013 e dell’imminente referendum costituzionale.

L’autore non è un complottista malato di dietrologia: è l’ambasciatrice Cristina Ravaglia, direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero.

All’indomani delle Politiche del 2013, madri dell’attuale Parlamento che sorregge il governo Renzi, ha rieletto Napolitano e poi eletto Mattarella, la Ravaglia scrisse una lettera a tre destinatari: il ministero degli Esteri, il Quirinale e Palazzo Chigi.

La missiva, come rivela il nostro Carlo Tecce, denuncia “gli effetti potenzialmente distorsivi”di un sistema elettorale “totalmente inadeguato, se non contrario ai principi costituzionali che sanciscono il voto personale, segreto e libero”: quello previsto dalla legge Tremaglia 2001 che fa votare i nostri emigranti per corrispondenza.

“Come principale responsabile delle operazioni elettorali al l’estero - spiega la Ravaglia mi corre l’obbligo di richiamare l’attenzione, nel superiore interesse dello Stato e della tutela di un diritto fondamentale, su modalitàdi attuazioneche,ancora una volta, si sono dimostrate, alla prova dei fatti, tali da mettere a rischio... un ordinato svolgimento del voto...

Quello per corrispondenza è soggetto, come evidente, a una serie di variabili e incertezze (quali l’affidamento ai sistemi postali locali, il pericolo di furti, incette, pressioni, compravendite, sostituzioni del votante, ma non solo)”.

Per esempio l’abnorme percentuale di schede nulle (10%) e l’affluenza inspiegabilmente bassa (32%), che fanno sospettare l’annullamento o la cancellazione di schede sgradite a chi controlla le operazioni di voto: cioè il governo del momento, tramite il Viminale.

Scena che - la funzionaria non poteva ancora saperlo - s’è ripetuta lo scorso aprile al referendum sulle trivelle: 8,6% di schede nulle (dato assurdo, visto che si trattava semplicemente di barrare il Sì o il No, infatti in Italia le nulle furono appena lo 0,68%) e 20% di affluenza.

Al posto del capo dello Stato, del premier e del ministro degli Esteri, se ricevessimo un allarme tanto grave, faremmo un balzo sulla sedia, disporremmo un’indagine amministrativa, invieremmo un esposto in Procura per gli eventuali reati e prepareremmo a un decreto per correggere lepesanti distorsioni che mettono a repentaglio il fondamento della democrazia parlamentare.

Invece che han fatto in tre anni Napolitano e Mattarella, Monti e Terzi, Letta e Bonino, Renzi, Mogherini e Gentiloni?
Niente, nada, zero.


E così il mese prossimo le sorti della nostra Costituzione saranno decise dai 4 milioni di italiani all’estero conlo stesso sistema “potenzialmente distorsivo”e “totalmente inadeguato, se non contrario ai principi costituzionali chesanciscono cheil voto sia personale, segreto e libero”.


Nei suoi 10 anni di funzionamento,il voto estero ha deciso per ben due volte il colore del governo: nel 2006 regalò all’Unione di Prodi una risicata maggioranza al Senato che, col voto italiano, non avrebbe avuto; e nel 2013 consentì al Pd di superare i 5Stelle, più votati su scala nazionale.

Ora che la sfida tra Sì e No potrebbe risolversi per una manciata di schede, la regolarità o meno del voto estero è ancor più decisiva: stavolta non è in gioco questo o quel governo pro tempore, ma la Costituzione destinata a durare decenni.


E chi può garantire che le schede che gli italiani all’estero riceveranno per posta per essere compilate e rispedite ai consolati e infine trasmesse al Viminale per lo scrutinio finale nel mega-hangar di 10mila metri quadri della Protezione civile a Castelnuovo di Porto (Roma) corrisponderanno davvero al numero e alla volontà degli elettori, senza aggiunte, trucchi, inganni, manipolazioni o annullamenti illegali?

Nessuno, a meno che Mattarella, Renzi e Gentiloni non dicano chiaramente che cosa intendono fare per porre fine agli abusi denunciati dall’ambasciatrice (che suggeriva anche una serie di correttivi) e non dimostrino di averlo fatto.

Se invece pretendono che ci fidiamo sulla parola, sappiano che no, non ci fidiamo, per via delle infinite scorrettezze di Renzi e del suo governo proprio oltre confine: ambasciatori arruolati nel tour della Boschi in Sud America; corrieri postali privati arruolati in tutto il mondo per alzare l’a ffluenza, dopo il sabotaggio del referendum sulle trivelle, quando fu vietata la consegna delle schede a interi paesi popolati da italiani; posticipo di un mese della scadenza per diventare elettori “temporanei” all’estero; 160 milioni stanziati nella legge di stabilità (il quadruplo dei risparmi del nuovo Senato) per le associazioni dei nostri emigrati; l’in c re di b il e letteradi autopropagandainviata da Renzi ai 4 milioni di nostri connazionali fuori sede con tanto di simbolo tricolore, logo “BastaunSì”e foto di lui con Obama, Merkel e Hollande, in contemporanea con la spedizione delle schede per votare. Siccome nessuno, a parteil governo,possiedenomi e indirizzi postali degli elettori, anche quest’ultima è una violazione della privacy e dei principi costituzionali sul voto personale, segreto e libero e sull’imparzialità della Pubblica Amministrazione.

Gentile presidente Mattarella, noi speriamo che lei, arrivato due anni dopo la lettera dell’ambasciatrice, ne ignorasse l’esistenza.

Ora però la conosce esa che tuttigli elettori, in Italia e all’estero, attendono da lei una parola chiara e tempestiva, possibilmente prima che il referendum costituzionale si risolva con uno scarto minimo, innescando ricorsi infiniti.

Altrimenti, ci rivolgeremo ai caschi blu.
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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IL FATTO USA IL TERMINE: TRUCCATO. MA IN REALTA' SI TRATTA DI UNA TRUFFA. SIN DALL'INIZIO QUESTO REFERENDUM E' UNA TRUFFA.

Dalla prima pagina del Fatto Quotidiano di oggi, 13 novembre 2016:

REFERENDUM TRUCCATO Governo e regole dell’Agcom a senso unico
1.50 euro per un voto estero
2.Alfano, niente elenchi al No
3. Bavaglio a “Le Iene”su Renzi

Schede comprate, indirizzi di emigrati negati e autocensura Mediaset

LA DOMANDA A QUESTO PUNTO E':

CHE FARE?????????
UncleTom
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Re: IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

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ULTIMA RILEVAZIONE Il No è avanti di 6 punti. Gli incerti sono attorno al 14%
Sondaggio del Fatto: Renzi vince
solo se raccoglie tutti gli indecisi


Secondo la ricerca condotta dalla Gpf i contrari alla riforma Boschi sono in maggioranza anche tra chi non ha ancora scelto come votare il 4 dicembre
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