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UncleTom
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Cambridge Analytica, lo scandalo big data fa scivolare Facebook a Wall Street. Downing street: pronti a indagare

Il titolo della società di Zuckerberg sprofonda fino a -7,5% a New York. Ma potrebbe essere solo il primo tassello, dopo le accuse di avere coperto il trafugamento dei dati di 50 milioni di utenti a fini politici
di Fabio Amato | 19 marzo 2018
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Più informazioni su: Facebook, Wall Street

Oggi è il valore del titolo a Wall Street. Domani potrebbe essere molto peggio. Lo scandalo di Cambridge Analytica trascina Facebook a -5 per cento all’apertura del mercato di New York per poi precipitare fino a -7,5%, ma soprattutto agita le diplomazie di mezzo mondo che sembrano scoprire oggi il potenziale intrusivo della società di Zuckerberg.

Tutta colpa, o merito, della decisione di Facebook di cancellare di punto in bianco la società dei big data, accusata di avere sottratto i dati di 50 milioni di utenti per usarli nella campagna ele
UncleTom
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Re: Dove va l'America?

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Cambridge Analytica e Facebook: vittime 50 milioni di utenti


Scritto il 22/3/18 • nella Categoria: segnalazioni Condividi

Una macchina devastante: manipolazione di massa, via Facebook, a scopo politico. Dietro allo scandalo Cambridge Analytica che sta facendo crollare in Borsa il social network di Mark Zuckerberg (2 miliardi di utenti, quasi 9 miliardi di dollari in pubblicità nel 2017) emerge una squadra formata da personaggi capaci di mettere insieme tecnologia, finanza e politica. Sono il “genietto pentito” Christopher Wylie, lo stratega trumpiano Steve Bannon, il miliardario Robert Mercer affascinato dall’intelligenza artificiale, il “manipolatore della psiche” Aleksandr Kogan e il manager Alexander Nix. «Una storia di profili rubati, manipolazioni, forse anche di tangenti e di corruzione», scrive Giuseppe Sarcina sul “Corriere della Sera”. Due gli obiettivi: spingere la Gran Bretagna fuori dall’Europa e Donald Trump verso la Casa Bianca. Un racconto reso possibile da una straordinaria inchiesta giornalistica del “Guardian”, firmata da Carole Cadwalladr. La reporter ha scavato per un anno sui retroscena della Brexit, fino a convincere Wylie a svelare i misteri della Cambridge Analytica. Il suo lavoro si è poi sommato all’indagine del “New York Times”. Tutto nasce nel 2013, quando sbarca a Londra un giovanotto canadese di 24 anni, Wylie, specialista in tendenze della moda, con un’idea sovversiva: rivoluzionare il marketing politico grazie a una specie di “porta a porta” digitale. «Si raccolgono i profili delle persone, si analizzano e poi si confeziona un messaggio su misura».
Wylie prepara così il contenitore da cui nascerà Cambridge Analytica, la società di analisi da lui stesso fondata. Nel 2014 l’incontro con Steve Bannon, a cui offre «gli strumenti per la sua guerra psicologica». Per convincere il direttore di “Breibart”, la voce online della destra radicale americana, il «gay-vegano-canadese» Christopher usa la metafora dei sandali Crocs: «Non si può dire che siano belli, eppure tutti li vogliono». Si trattava solo di mettere la Brexit (e poi Trump) al posto dei sandali, scrive Sarcina. E i soldi per l’operazione? Bannon chiede l’appoggio di Robert Mercer, 71 anni, informatico tra i primi ad applicarsi all’intelligenza artificiale (poi approdato al misterioso e quasi “mistico” hedge fund Renaissance Technologies). Con un portafoglio di oltre 25 miliardi di dollari, Robert Mercer e la figlia Rebekah «sono finanziatori generosi delle varianti più conservatrici della politica americana e non solo», ricorda il “Corriere”. Hanno comprato quote in “Breitbart” e si sono appresati a sostenere Cambridge Analytica. Dove e come procurarsi i profili dei navigatori? Ci ha pensato Aleksandr Kogan, 31 anni, nato in Moldavia e cresciuto a Mosca fino all’età di 7 anni, quando la famiglia emigrò negli Stati Uniti.
Kogan ha studiato psicologia a Berkeley e ha conseguito un Phd (dottorato di ricerca) all’università di Hong Kong. Nel 2012 è diventato assistente alla cattedra di psicologia a Cambridge, in Gran Bretagna. Ha condotto ricerche sofisticate, ma per la Analytica ha creato la app “Thisisyourdigitallife”, che offre «un esame della personalità compiuto da un team di psicologi». Kogan l’ha collocata sulla piattaforma Facebook, “catturando” subito 270 mila utenti. In realtà, scrive Sarcina, quell’applicazione «è una specie di sifone usato per risucchiare i dati sensibili dei sottoscrittori e dei loro amici». Un’enormità: «In totale 51 milioni di profili sottratti senza il consenso degli interessati: materiale prezioso per gli intrugli di Bannon». A gestire – come manager – il meccanismo è stato Alexander Nix, 42 anni, di Londra, reduce da studi all’Eton College (la scuola dell’establishment britannico), con laurea all’università di Manchester. Nel 2003, Nix ha lasciato la finanza per occuparsi di «comportamento e comunicazione politica». Ha diretto lo Strategic Communication Laboratories Group, fino a quando Bannon e Mercer l’hanno scelto come amministratore delegato di Cambridge Analytica (ora sospeso dalla società, per un video trasmesso da “Channel 4 News” in cui «si vede il distinto manager offrire “belle ragazze dell’Ucraina” per discreditare l’avversario politico di un suo cliente nello Sri Lanka».
pancho
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Re: Dove va l'America?

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UncleTom ha scritto:idee
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Cambridge Analytica e Facebook: vittime 50 milioni di utenti


Scritto il 22/3/18 • nella Categoria: segnalazioni Condividi

Una macchina devastante: manipolazione di massa, via Facebook, a scopo politico. Dietro allo scandalo Cambridge Analytica che sta facendo crollare in Borsa il social network di Mark Zuckerberg (2 miliardi di utenti, quasi 9 miliardi di dollari in pubblicità nel 2017) emerge una squadra formata da personaggi capaci di mettere insieme tecnologia, finanza e politica. Sono il “genietto pentito” Christopher Wylie, lo stratega trumpiano Steve Bannon, il miliardario Robert Mercer affascinato dall’intelligenza artificiale, il “manipolatore della psiche” Aleksandr Kogan e il manager Alexander Nix. «Una storia di profili rubati, manipolazioni, forse anche di tangenti e di corruzione», scrive Giuseppe Sarcina sul “Corriere della Sera”. Due gli obiettivi: spingere la Gran Bretagna fuori dall’Europa e Donald Trump verso la Casa Bianca. Un racconto reso possibile da una straordinaria inchiesta giornalistica del “Guardian”, firmata da Carole Cadwalladr. La reporter ha scavato per un anno sui retroscena della Brexit, fino a convincere Wylie a svelare i misteri della Cambridge Analytica. Il suo lavoro si è poi sommato all’indagine del “New York Times”. Tutto nasce nel 2013, quando sbarca a Londra un giovanotto canadese di 24 anni, Wylie, specialista in tendenze della moda, con un’idea sovversiva: rivoluzionare il marketing politico grazie a una specie di “porta a porta” digitale. «Si raccolgono i profili delle persone, si analizzano e poi si confeziona un messaggio su misura».
Wylie prepara così il contenitore da cui nascerà Cambridge Analytica, la società di analisi da lui stesso fondata. Nel 2014 l’incontro con Steve Bannon, a cui offre «gli strumenti per la sua guerra psicologica». Per convincere il direttore di “Breibart”, la voce online della destra radicale americana, il «gay-vegano-canadese» Christopher usa la metafora dei sandali Crocs: «Non si può dire che siano belli, eppure tutti li vogliono». Si trattava solo di mettere la Brexit (e poi Trump) al posto dei sandali, scrive Sarcina. E i soldi per l’operazione? Bannon chiede l’appoggio di Robert Mercer, 71 anni, informatico tra i primi ad applicarsi all’intelligenza artificiale (poi approdato al misterioso e quasi “mistico” hedge fund Renaissance Technologies). Con un portafoglio di oltre 25 miliardi di dollari, Robert Mercer e la figlia Rebekah «sono finanziatori generosi delle varianti più conservatrici della politica americana e non solo», ricorda il “Corriere”. Hanno comprato quote in “Breitbart” e si sono appresati a sostenere Cambridge Analytica. Dove e come procurarsi i profili dei navigatori? Ci ha pensato Aleksandr Kogan, 31 anni, nato in Moldavia e cresciuto a Mosca fino all’età di 7 anni, quando la famiglia emigrò negli Stati Uniti.
Kogan ha studiato psicologia a Berkeley e ha conseguito un Phd (dottorato di ricerca) all’università di Hong Kong. Nel 2012 è diventato assistente alla cattedra di psicologia a Cambridge, in Gran Bretagna. Ha condotto ricerche sofisticate, ma per la Analytica ha creato la app “Thisisyourdigitallife”, che offre «un esame della personalità compiuto da un team di psicologi». Kogan l’ha collocata sulla piattaforma Facebook, “catturando” subito 270 mila utenti. In realtà, scrive Sarcina, quell’applicazione «è una specie di sifone usato per risucchiare i dati sensibili dei sottoscrittori e dei loro amici». Un’enormità: «In totale 51 milioni di profili sottratti senza il consenso degli interessati: materiale prezioso per gli intrugli di Bannon». A gestire – come manager – il meccanismo è stato Alexander Nix, 42 anni, di Londra, reduce da studi all’Eton College (la scuola dell’establishment britannico), con laurea all’università di Manchester. Nel 2003, Nix ha lasciato la finanza per occuparsi di «comportamento e comunicazione politica». Ha diretto lo Strategic Communication Laboratories Group, fino a quando Bannon e Mercer l’hanno scelto come amministratore delegato di Cambridge Analytica (ora sospeso dalla società, per un video trasmesso da “Channel 4 News” in cui «si vede il distinto manager offrire “belle ragazze dell’Ucraina” per discreditare l’avversario politico di un suo cliente nello Sri Lanka».
Saro il solito bastian contrario, Zione ma tutto questo rientra nel sistema e pensi che dopo tutto questo possa cambiar qualcosa?

Che il sistema o le varie lobbies mondiali possano ravvedersi difronte a questo? Pura illusione questa amico mio.

Come detto nel precedente 3D i cambiamenti avvengono solo se siamo noi i prima a farlo nel ns. piccolo e poi nell'essere convincenti verso l'esterno.

Quindi, che posso dirti? I governi sono l'espressione di un popolo è più ignorante politica,ente e' un popolo tanto più facile e' governalo come vogliono.

Resta sempre la stessa domanda: un popolo difronte alla potere mediatico/lobbies può essere in grado a cambiamenti epocali come richiede questo mondo globalizzato. Globalizzato in questo modo per avere più facile i loro movimenti


un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
aaa42
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Iscritto il: 16/03/2018, 23:17

Re: Dove va l'America?

Messaggio da aaa42 »

IL VOTO PER POSTA IN USA.

A cosa serviva ?

il parere è unanime serviva per far votare i militari in giro per il mondo.
erano tantissimi in asia , europa , rischiavano spesso la vita , il MINIMO era farli votare.
poi ci sono i malati , gli anziani.
ERANO VOTI IMPORTANTISSIMI ma quantitativamente marginali , NON DECIDEVANO NULLA:

il covid ha cambiato la STRATEGIA POLITICA dei voti per posta.
ORA SONO VOTI FONDAMENTALI PER ELEGGERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D' AMERICA:

Come funziona il sistema dl voto per posta ?

come riportato in alcuni articoli in rete cambia da stato a stato.

2 sono le modalità principali :

a) su richiesta dei singoli elettori vengono spediti alla RESIDENZA dei richiedenti.
b) vengono spediti a tutti via posta., il votante decide se spedire la scheda via posta o consegnarla di persona al seggio.
LE LETTERE HANNO UN CODICE A BARRE UNIVOCO.
Sembra impossibile la duplicazione del codice a barre.

vediamo la prima modalità :

Tizio chiede di ricevere la scheda elettorale ad indirizzo di residenza.
Poi Tizio conosce Caia , una stupenda cavalla di 1,80 a Los Angeles, e probabile che Tizio l' americano voli a Los Angeles .
La scheda elettorale arriva a casa , il papa di 75 anni ha un brutto carattere è un immigrante calabrese.
APRE LA LETTERA VOTA E FIRMA CON LA FIRMA DEL FIGLIO E SPEDISCE LA LETTERA.
UNA CASO ASSOLUTAMENTE NORMALE UNA PARTENZA IMPROVVISA PER LAVORO.
LA SCHEDA ARRIVA NON SU UNA SINGOLA PERSONA MA SPESSO SU UN NUCLEO FAMILIARE, LA FAMIGLIA E PATRIARCALE E CALABRESE.
CHI VOTA ?

nel secondo caso vengono inviate milioni di schede .
Caio è un programmatore di computer, ogni 6 mesi perde il lavoro e ogni 6 mesi trova lavoro in un altra città.
In USA vi è un TURISMO PER LAVORO.

Questa scheda finisce a Tizio che abita ove prima abitava Caio.
Tizio prende la lettera vota firma e spedisce.

C è un quartiere popolare , un palazzo con un migliaio di appartamenti , non vi sono sono le cassette delle poste o sono tutte aperte .
Arrivano in questo palazzi 6.000 lettere con le schede , i ragazzini organizzano tornei di Baseball e se le giocano e poi democraticamente partecipano al voto.
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qualche giornale borghese dopo 4 giorni dal voto fornisce qualche ......approfondimento.

1) e si ma...c è il DEPOSITO DELLE FIRME.

si ma....l' iscrizione alle LISTE ELETTORALI non è espletato da un ENTE PUBBLICO ma da pseudo associazioni PRIVATE.
nella iscrizione alle liste elettorali gestite DIRETTAMENTE dal partito democratico o dal partito repubblicano sembra che ci sia il DEPOSITO DELLA FIRMA.

siamo a Kansas City Paolino figlio naturale di Alberto Sordi, un Carlo Verdone in miniatura parla solo dialetto romanesco , scrutatore deve controllare circa 200.000 firme, tempo per il controllo 4 ore.

le imprecazioni di Paolino arrivano fino in Italia.

2) si dice tramite internet è possibile controllare se il proprio voto è stato rettificato o no.
circa il 37% non ha votato, molti votano senza avere una fidelizzazione ideologica , è un miracolo che abbiano votato non perdono tempo a controllare il voto.
Si dice gli scrutatori possono TELEFONARE è chiedere Sorry, are you sent letter to me ?
Si ma si tratta di 80 milioni di telefonate.
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