DI TUTTO E DI PIU'

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
camillobenso
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da camillobenso »

INTERVISTA
Scontro treni in Puglia, l'esperto: "Sequenza di errori imperdonabili"
Sullo scontro frontale tra due convogli tra Andria e Corato, costato la vita a oltre una ventina di persone, interviene il professore della Bocconi Roberto Zucchetti. Che non boccia il sistema di sicurezza ma attribuisce la causa della tragedia a una serie di errori umani
DI MICHELE SASSO


http://espresso.repubblica.it/attualita ... EF_RULLO12 luglio 2016
erding
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da erding »

"Lo scontro tra i treni in Puglia e le responsabilità della cattiva politica
In Italia è stata realizzato (a caro prezzo) un’efficiente linea per l’alta velocità. In compenso,
è stato completamente dimenticato e trascurato il trasporto locale
Dicono i dati che il sistema ferroviario italiano è fra i più sicuri d’Europa.
Ma questo non può in alcun modo attenuare il dolore e lo sconcerto per quello che è successo in Puglia.
Ora c’è solo da sperare che le cause e le responsabilità vengano accertate più rapidamente possibile:
per rispetto delle vittime e dei feriti.
Questa tragedia ripropone però con una forza senza precedenti una questione che in un Paese stretto e lungo,
dunque secondo gli esperti particolarmente vocato al trasporto su rotaia, si trascina da decenni.
Abbiamo realizzato (a caro prezzo, va sempre ricordato) una meravigliosa ed efficiente linea per l’alta velocità ferroviaria:
e meno male che è stata fatta. In compenso, ci siamo completamente dimenticati del trasporto locale,
consegnando studenti e pendolari a una specie di girone dantesco fatto di carrozze sfasciate gelate d’inverno e roventi d’estate,
treni sporchi e stracolmi, convogli perennemente in ritardo.
Un girone nel quale si accalcano anche operatori improbabili, non importa se privati o pubblici
(ricordate lo sfascio delle pugliesi ferrovie del sud-est?), in una demenziale ripartizione di competenze fra le Regioni:
frutto di un federalismo insensato e accattone. E se non c’è talvolta nemmeno una differenza apprezzabile
fra Nord e Sud, di sicuro quel girone dantesco nel Mezzogiorno è più prossimo al fondo dell’inferno.
Le responsabilità individuali, come dicevamo, saranno accertate. Quelle di certa cattiva politica, invece, lo sono già."
( Sergio Rizzo)
paolo11
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da paolo11 »

Nel 2016 abbiamo ancora delle linee ad un binario solo.E' una VERGOGNA Invece di pensare alle olimpiadi a Roma , quei soldi spendeteli per aggiornare le linee ad un solo binario.Ora dicono che erano gia stanziati i soldi.Allora ora chi PAGA PER QUESTO DISASTRO?
Ciao
Paolo11
paolo11
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da paolo11 »

camillobenso
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da camillobenso »

PRIMO PIANO mercoledì 13/07/2016
Puglia, scontro fra treni: l’ipotesi del falso contatto che ha acceso il semaforo. I pm puntano sull’errore umano


http://www.ilfattoquotidiano.it/premium ... ore-umano/
camillobenso
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da camillobenso »

QUESTI SONO TOSTI PIU' DI TUTTI QUELLI CHE LI HANNO PRECEDUTI.

IL 30 GIUGNO DEL 2015 ERA STATO PREVISTO IL COLLAUDO DEL RADDOPPIO SECONDO IL PROGETTO CHE HA PERMESSO IL FINANZIAMENTO DI 180 MILIONI DALLA UE.

NEPPURE DAVANTI AI MORTI, SI FERMANO.





14 LUG 2016 09:34
DELRIO SUL BINARIO MORTO

- IL MINISTRO ACCUSA: "NON E’ STATO UN INCIDENTE. LA CIRCOLAZIONE REGOLATA COL TELEFONO LA PIU’ RISCHIOSA” MA SBAGLIA IL NUMERO DELLE VITTIME

- I GRILLINI LO ATTACCANO: “POLITICAMENTE E’ IL PRIMO RESPONSABILE, IL SUD E' ABBANDONATO”


Delrio: “Il binario unico non è l' unica causa di rischio, quello che serve è la tecnologia. Anche i binari unici sono molto sicuri quando sono utilizzate tecnologie avanzate” - “Il governo stanzierà ulteriori 1,8 miliardi di investimenti per le reti regionali” e istituirà una commissione d' inchiesta - Il capo dello Stato Mattarella oggi sarà alla camera ardente

http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 128647.htm
camillobenso
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da camillobenso »

alle Ferrovie non mancano risorse, manca efficienza

SOPRATTUTTO A LIVELLO POLITICO





ECONOMIA & LOBBY
Scontro treni Puglia: alle Ferrovie non mancano risorse, manca efficienza

Economia & Lobby
di Dario Balotta | 14 luglio 2016
COMMENTI (2)
Ministero delle infrastrutture, Puglia


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Dario Balotta
Esperto di trasporti e ambiente


Non è vero che si spende poco per le Ferrovie, è vero che si spende molto male. Vediamo perché.

Il ministro, Graziano Delrio, ieri in Parlamento dando l’informativa sul gravissimo incidente ferroviario che ha sconvolto l’Italia, ha detto che serve la cura del ferro. Come dire: ecco pronti nuovi investimenti per la sicurezza e per il potenziamento della rete in particolare per il Sud. E giù numeri di fondi da portare al Cipe e ad altre sedi approvative. In realtà, una cura le Ferrovie italiane l’hanno già fatta, è quella dell’oro: lenzuola d’oro, ricambi d’oro, treni fantasma pagati a peso d’oro, stipendi di manager d’oro, alta velocità d’oro, pagata il triplo rispetto alle altre ferrovie europee. Poi, abbondanti sussidi statali, europei e regionali concessi per lo più a enti locali.

In occasione di tragedie come quella in Puglia, si scatena sempre il partito del ferro, del quale ho fatto parte in buona fede per lungo tempo. E’ un partito che chiede a gran voce più spesa pubblica, a prescindere da come venga impiegata e da quali priorità siano individuate, per dare un servizio di trasporti sicuro e dignitoso ai 3,2 milioni di pendolari, che viaggiano quotidianamente (male). Mai una volta si affronta il male oscuro delle Ferrovie italiane. L’onda emotiva reclama più soldi. Lo fanno partiti, ambientalisti, costruttori e pendolari e prima o poi vengono accontentati. Ma il punto è la qualità della spesa e il meccanismo adottato per realizzarla. Progettazione, appalti, lavori, gare, dove sotto si celano tangenti, truffe e corruzione stanno alla base di un sistema privo di responsabilità e di obiettivi pubblici dichiarati. Ma dove ci sono investimenti di questo tipo inesorabilmente anche la spesa corrente è inefficiente. E infatti il ruolo delle Ferrovie nel mercato del trasporto dei passeggeri e delle merci è deludente e di gran lunga inferiore rispetto alle risorse spese. L’auto e i Tir la fanno da padroni, congestionano le strade e inquinano l’aria.

Sono oggi in discussione non solo la gestione di tratte di ferrovie in concessione con sistemi di circolazione del secolo scorso e il doppio regime di sicurezza rispetto alle reti delle Fs ma anche l‘inefficienza del “rachitico” trasporto locale italiano (chiedere ai pendolari) che soddisfa quote di traffico ridicole, rispetto a qualsiasi altro Paese del nord Europa. Le gestioni statali delle Fs e di alcune ferrovie in concessione, come le dissestate sia tecnicamente che finanziariamente Sud Est, gestite dal ventennale fallimentare federalismo dei trasporti, ci hanno consegnato un sistema precario sotto il profilo dell’ammodernamento tecnologico e incapace di intercettare l’enorme domanda di trasporto, sopratutto nelle aree urbane. Un assetto frammentato e disorganico delle competenze amministrative, della programmazione e delle regole della sicurezza di reti e società di gestione è il triste stato di fatto, che caratterizza la situazione nazionale, con punte particolarmente critiche sulla rete del Mezzogiorno. Ci sono spazio e soldi per troppi organismi le cui competenze normative sono sovrapposte e nei cui meandri spesso sono elusi gli stessi controlli, che si dovrebbero esercitare.

La spesa per investimenti ferroviari tra il 2000 e il 2010 è cresciuta, secondo la Banca d’Italia, tanto quella di Germania e Francia. Non è vero, quindi, ribadiamo, che si spende poco per le ferrovie è vero che si spende molto male. Spesso le opere e gli ammodernamenti da attuare sono “suggeriti” da lobby politiche o da costruttori, a prescinde da qualsiasi analisi costi-benefici (questo o quell’intervento a cosa serve? a chi serve? Cosa costa è prioritario?). Prassi che suggerisce l’Unione europea ma che in Italia non ha attecchito (e si vede anche dalle parole di Cantone). Il ministero delle Infrastrutture ha il compito di vigilare anche sulle ferrovie concesse oltre a quelle dello Stato e infatti il ministro Delrio ieri ha annunciato un’inchiesta da parte del suo dicastero.

Ma la struttura da lui capitanata è la stessa che da 20 anni gestisce direttamente le ferrovie pugliesi Sud-Est (450 km di rete) con un commissario. Un’azienda in default economico sotto indagine della magistratura per truffa, tangenti, acquisto di treni fantasma, stipendi d’oro. Quale credibilità abbia la struttura ministeriale per fare un’indagine di fatto sul suo operato è difficile capirlo. Meglio che prenda in mano l’iniziativa il governo e riveda profondamente l’assetto di un ministero chiave per l’economia, la mobilità delle persone e delle merci, per l’ambiente e per la sicurezza dei vettori a partire da quello ferroviario.
camillobenso
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da camillobenso »

IL DEPUTATO D’Ambrosio (M5s) “Da 3 anni faccio interrogazioni sui ritardi per il doppio binario”

“Governo ed enti locali, tutti colpevoli”

» VIRGINIA DELLA SALA


Governo, Regione e Comuni
si rimbalzano le responsabilità.
Ma nessuno è innocente”.
Giuseppe D’Ambrosio
è il deputato del M5s
che già nel 2013 (è di Andria)
aveva fatto un’interrogazione
parlamentare sui ritardi per la
realizzazione del doppio binario
nella tratta Andria-Corato,
alla quale né l’ex ministro
dei Trasporti Lupi né l’attuale
Delrio hanno mai risposto.
D'Ambrosio, partiamo dal
governo: che colpa ha?
Aver ignorato le nostre segnalazioni
per tre anni è stato
quanto meno un difetto di
controllo. Il ministero avrebbe
potuto chiedere spiegazioni
alla Regione. Invece nulla.
E se il ministero autorizza
un’opera, dovrebbe almeno
controllarne l’evoluzione.
L’ex governatore (2005
-2015) della Regione Nichi
Vendola, in carica quando
furono assegnati i fondi europei
per la realizzazione
d e ll ’opera, ieri ha difeso il
suo operato in un'intervista.
E dopo il mio intervento in aula,
un deputato di Sel ha parlato
della Bari Nord come una
ferrovia meravigliosa
e all’avanguardia. È così,
ma dimenticarsi il
tema della sicurezza è
solo un chiaro tentativo
di smarcare le due
amministrazioni di
Vendola dalle proprie
responsabilità.
Come sono stati gestiti
i fondi?
Erano quelli per il periodo
2007-2013. Sono stati assegnati
180mila euro nel 2012 e
dovevano essere spesi entro il
2013. Ma nulla si è mosso fino
al 2014. Ne frattempo, però,
non sono stati rendicontati e
per non perderli sono stati
traslati nella seconda tranche.
Ma è stato come perderli
visto che l’Ue poteva darcene
altri 180. Il termine per spenderli,
ora, è il 2020: significa
che tutti i lavori dovranno essere
avviati entro il 2018. E invece
attualmente, sono conclusi
solo quelli sulla tratta
Bari - Ruvo. Oltre, il nulla
Cosa dice la
Regione?
Nel 2015 risponde
a una mia richiesta
di informazioni
parlando
di lungaggini burocratiche
attribuibili agli enti locali. Dice
che il suo iter nella gestione
si era concluso. La mia domanda
è: chi sono questi enti
locali e perché queste lungaggini?
E poi, visto che questa opera
è definita dalla stessa Regione
“strategica a livello regionale”,
dato che contribuisce
al collegamento con l'aeroporto
di Bari Palese, perché
non ha vigilato meglio sul procedimento?
E c h e r isposta
ha
trovato?
Dai Comuni
non ho mai avuto
risposte
chiare. Solo
v a g h i b o rbottii.
Bisognava
fare le
varianti urbanis
tiche,
gli espropri.
E invece sono
stati lentissimi.
Il sindaco di Andria,
ad esempio, prima dichiarava
che i lavori sarebbero partiti
nel 2013, poi nel 2014, poi nel
2015. E invece non è stata ancora
completata la stazione
sud, dove doveva arrivare il
raddoppio: una stazione propedeutica
al doppio binario.
Dicono che dovrebbe finire
entro luglio, ma è molto indietro.
Credo sia impossibile riuscirci.
Colpa delle “lungaggini ”?
Pensi che il Comune di Andria
ha redatto le due varianti urbanistiche
rispettivamente
nel 2014 e a fine 2015. E senza,
non si può espropriare. Andria
è addirittura capofila: dei
180 milioni stanziati per il
tratto Bari-Barletta, 8 sono
solo destinati ad Andria. Doveva
essere il motore e invece
è tra gli ultimi. E ieri il sindaco
si limitava ancora a fare la cronistoria
del finanziamento. E
le responsabilità di chi sono?
Parlino prima delle responsabilità
politiche perché, ne sono
sicuro, è da quelle che discendono
le responsabilità
giudiziarie.
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camillobenso
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Re: DI TUTTO E DI PIU'

Messaggio da camillobenso »

Repubblica 20.7.16
Credulità
Crolla il principio di autorevolezza e spopolano guaritori e imbonitori
Così veniamo consolati dai tanti ciarlatani della rete
di Marino Niola


Creduloni onniscienti e complottardi diffidenti. È il paradosso della civiltà dell’informazione. Sappiamo sempre di più ma capiamo sempre di meno. E la realtà ci sfugge da ogni parte per eccesso di particolari. Inondati da immagini, notizie, informazioni, agenzie, newsletter, forum, chat, blog, pop up, che il web sversa su di noi come un fiume inarrestabile. Un download debordante che impalla il nostro processore critico. E così, incapaci di selezionare e valutare,
ci beviamo tutto quel che viene portato dalle correnti di internet. Il risultato è che l’aumento delle conoscenze e i progressi tecnologici invece che potenziare le difese della ragione provocano un ritorno massiccio di voci incontrollate, credenze infondate, verità millantate. E ciarlatanerie spudorate.
Di conseguenza, l’abuso della credulità popolare, che sembrava roba d’altri tempi, da società prescolare, ormai superato dal progresso delle conoscenze, sta ridiventando un fenomeno tristemente attuale. Col favore del web, che pullula di falsi scienziati e di autentici lestofanti. Guaritori, venditori, imbonitori, persuasori, arruffapopolo, contafrottole, predicatori, mental trainer, somatopsicologi, rabdomanti digitali e altri spacciatori di bufale che assomigliano tanto ai ciurmatori che imperversavano nella società preilluminista. Quelli che vendevano nelle pubbliche piazze i loro specifici, ovvero preparati miracolosi in grado di fermare il tempo, vincere le malattie, ridare vigore all’eros, far diventare ricchi. Come il dottor Dulcamara, protagonista dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, che vanta i portenti infiniti del suo specifico «simpatico, prolifico, che muove i paralitici, spedisce gli apoplettici, gli asmatici, gli asfittici, gli isterici, i diabetici».
Addirittura a fine Cinquecento si pubblicavano trattati per mettere in guardia le persone dai finti dottori. Li chiamavano con disprezzo “catedratici di nuove scienze”. Il celebre medico romano Scipione Mercuri scrive in quegli anni un libro intitolato De gli errori popolari d’Italia, in cui dedica un intero capitolo agli imbrogli «che si commettono contro gli ammalati in piazza». Perché era proprio nel luogo pubblico per eccellenza che gli acchiappagonzi mietevano vittime fra ingenui e babbei. E il suo contemporaneo Tommaso Garzoni, nel suo capolavoro La piazza universale, censisce 544 mestieri nel mondo, di cui una buona parte ha a che fare con truffe e raggiri.
Oggi la piazza universale si è delocalizzata in internet. Dove i ciarlatani, fatti fuori dalla cultura moderna, quella della scuola, della scienza e delle università, si prendono la rivincita e viralizzano il web. Perché, se è vero, come dice Edgar Morin, che la rete promuove una nuova coscienza planetaria, è anche vero che almeno per ora la quantità d’informazione disponibile online è inversamente proporzionale alla qualità. E rischia di generare un nichilismo culturale che rende difficile distinguere il vero dal falso.
Come ha mostrato il sociologo francese Gérald Bronner, la nostra sta diventando la democrazia della credulità. Perché dove la gerarchia dei saperi frana e il principio di autorevolezza si polverizza, spopolano le spiegazioni semplici e soprattutto monocausali di una realtà che è invece sempre più complessa e sfaccettata come quella contemporanea. Soluzioni consolatorie che ci danno la sensazione rassicurante di capirci qualcosa, di saperla lunga, di non farci infinocchiare dalle versioni ufficiali dei fatti. Che si tratti di Ogm, vaccini, sicurezza alimentare, biologico, coloranti, pesticidi, il minimo comune denominatore è una sindrome da complotto che provoca una sfiducia crescente verso tutte le autorità, scientifiche o politiche. Siamo sempre più bipolari. Per un verso malfidenti verso i vari esperti, ricercatori, professori, giornalisti o studiosi, e per l’altro pronti a prestar fede a tutte le voci che corrono in rete. Così il tessuto collettivo dell’attendibilità e della credibilità appare sempre più compromesso. Al punto che in Francia, dove la scienza è una fede e la ragione una religione, secondo uno studio recente, il 43% delle persone pensa che la ricerca comporti più rischi che benefici. E da un sondaggio Gallup di quest’anno emerge che la fiducia dei cittadini statunitensi nelle istituzioni è passata da un imponente 80% degli anni Sessanta a un allarmante 10% di ora.
Politica, religione, giornali, televisione, scuola, università, industria. Non si salva nessuno. Stanno peggio solo i rivenditori di auto usate. E cresce esponenzialmente il pregiudizio antiscientifico, soprattutto su temi che toccano tasti sensibili come la salute. Il caso più emblematico è quello dei vaccini che, dopo averci liberati da tanti mali, vengono additati come la causa di altrettanti mali. Una irragionevole demonizzazione che inizia nel 1998, quando viene, incautamente, pubblicato su
Lancet uno sciagurato articolo, rivelatosi poi fraudolento, dell’ex medico Andrew Wakefield, che sosteneva l’esistenza di una correlazione tra diffusione del vaccino trivalente Mmr e aumento dell’autismo. Era tutta una bufala. Ma nonostante le smentite del General Medical Council britannico e la sconfessione della stessa
Lancet, che ha ritirato lo scritto, le vaccinazioni sono crollate. In realtà pare che il vero scopo della pubblicazione fosse quello di lucrare su un vaccino alternativo brevettato dal novello Dulcamara. Oltretutto, la Court of Protection inglese ha accertato che la mamma di uno dei bambini autistici all’origine della vicenda ha mentito.
Ma l’ineffabile Wakefield è tornato di recente agli onori della cronaca con il documentario autocelebrativo «Vaccinati: dall’insabbiamento alla catastrofe», che ad aprile avrebbe dovuto inaugurare il Tribeca Film Festival di New York, diretto da Robert De Niro, comprensibilmente sensibile al tema in quanto padre di un ragazzo autistico. Ma la bufala è stata smascherata da un gruppo di scienziati e De Niro ha cancellato il film. Eppure il rischio vaccino per molti è diventato un dogma 2.0. Anche perché sono in tanti a pensare che dietro ci siano solo gli interessi delle case farmaceutiche. Così una mappazza di false evidenze e di pseudo conoscenze rischia di anabolizzare il web rendendo difficile distinguere tra verità e impostura. A tutti noi il compito di civilizzare la rete, facendola uscire dallo stato di natura digitale.
iospero
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Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: DI TUTTO E DI PIU'

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Simonetta ha una proposta rispetto a quello che sta accadendo in Turchia.



Parlamento Europeo: BASTA FONDI EUROPEI ALLA TURCHIA


simonetta greco
Rome, Italy



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2,800 miliardi erogati attraverso i Programmi Comunitari dal 2005 non considerando gli accordi ricattatori sull'Immigrazione. Il sostegno europeo è stato determinante per la pacificazione irlandese e per i Paesi Baschi, ma in Turchia abbiamo foraggiato lo sviluppo di una cultura sempre più islamista segno che l'insicura strumentalizzazione occidentale nel Mediterraneo priva di rispetto e contenuti non ha funzionato. L'iniqua malafede di Erdogan va fermata con ogni mezzo e se continuiamo così saremo sempre più i veri colpevoli delle nostre vittime se i nostri contributi continueranno a finire nella spirale dell'ISIS, mentre Curdi , Opposizioni, Cittadini Democratici, Stampa e Internet cadono sotto la scure di un Paese sempre più islamista. A tutto questo orrore va aggiunta la cancellazione del reato di pedofilia e la promessa emissione della pena di morte.
CHIEDIAMO CHE L’EUROPA FORMALIZZI ALLA TURCHIA L’IMMEDIATA INTERRUZIONE DELLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI CIVILI,
VENGA APERTA UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
INIZI UNA INDAGINE PARTICOLAREGGIATA SULLA DESTINAZIONE DEI FONDI UTILIZZATI A PARTIRE DALLA LORO CANDIDATURA A PAESE MEMBRO
CHE NEL MENTRE VENGANO INTERROTTE LE ASSEGNAZIONI SU OGNI PROGRAMMA FINO A QUANDO LE INDAGINI NON SIANO CONCLUSE E SIANO RAGGIUNTE SOLUZIONI NEL RAPPORTO FRA LA TURCHIA E LA COMUNITA' EUROPEA ED INTERNAZIONALE.

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