News dal mondo

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
Rispondi
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

ELEZIONI USA 2016
Donald Trump presidente, via alla catastrofe planetaria

di PierGiorgio Gawronski | 10 novembre 2016
COMMENTI (17)

Profilo blogger
PierGiorgio Gawronski
Economista

Post | Articoli
Facebook
Siamo abituati ad abituarci a tutto.

Perciò le pagine dei giornali si riempiono di esortazioni a vedere il bicchiere mezzo pieno, a mettersi al passo con i tempi, con la modernità, il cambiamento, la rottamazione delle élite.

Quanti commentatori anche del Fatto Quotidiano nei giorni scorsi mettevano sullo stesso piano Hillary e Donald? Serviti.

Il masochismo della sinistra non ha limiti.


Benvenuti nell’era post-democratica.

Da Trump a Farage e May, da Putin a Orban, da Kaczynski a Berlusconi, da Renzi a Erdogan, in Occidente è ormai tutto un brulicare di ‘uomini del fare’ insofferenti delle mediazioni, affaccendati a deportare stranieri, smantellare Costituzioni, mettere sotto controllo TV, Parlamenti, Corti Supreme, la selezione dei candidati (se non aboliscono le elezioni), ecc.

E ci si mette anche l’Unione Europea: detta modifiche costituzionali che tolgono diritti, censura sentenze delle Corti Costituzionali, vieta referendum, ecc.


Il tutto è motivato dalla presenza di untori, nemici del popolo: ambientalisti, messicani, europei poco British, amerikani, immigranti siriani, russi, comunisti, gufi, professoroni, curdi, giornalisti, dipendenti pubblici, keynesiani, sindacalisti…

Per proteggerci dai quali i leader chiedono voti e ‘mani libere’… dalla democrazia liberale di Montesquieu e dalla separazione dei poteri, ‘che non consente di decidere’ dietro le quinte (come gli pare).

E dalla globalizzazione, che richiede velocità, uh che novità!

“Nel mio primo Manifesto (1909) io dichiarai: la magnificenza del mondo s’è arricchita di una bellezza nuova, la bellezza della velocità.

Dopo l’arte dinamica la nuova religione-morale della velocità nasce in quest’anno futurista della nostra grande guerra liberatrice…


Bisogna perseguitare, frustare, torturare tutti coloro che peccano contro la velocità…

La lentezza, avendo per essenza l’analisi razionale… è naturalmente immonda.

Noi crediamo in un nuovo bene: la velocità, e in un nuovo male: la lentezza” (Marinetti).

Ma quel che è successo in America non è ‘Che vuoi che sia!’. È una catastrofe planetaria a lento svolgimento, ed improvvise accelerazioni, nonostante i toni prevedibilmente più pacati del Trump Presidente rispetto al candidato.


In America, perderanno l’assistenza sanitaria, la possibilità per molti stranieri di vivere in pace, il buon governo; cresceranno le disuguaglianze sociali, le tensioni razziali, i rischi di recessione; gli attacchi alla democrazia, alla legalità, e ai diritti umani.

Nel mondo, faranno catastrofici passi indietro gli accordi contro il grave surriscaldamento planetario, il commercio internazionale, la difesa e la sua coesione dell’Occidente, l’appeal dei suoi valori, l’Onu, la non proliferazione nucleare, la prevenzione delle epidemie da parte dell’Oms, la stabilità delle democrazie.

allegoria

Allegoria del Cattivo Governo, 1338-1339, Sala della Pace, Palazzo Pubblico, Siena

La gente ha dimenticato le lezioni del 1914-1970. A quali drammi conduce l’ascesa di personaggi autoritari e l’erosione della democrazia liberale.

A quale progresso e benessere conducono istituzioni nazionali libere da protettorati, caratterizzate da forti controlli sugli eletti, da incentivi a formare ampie coalizioni parlamentari (in rappresentanza di interessi vasti e diffusi).

Quanto importanti sono le organizzazioni internazionali per favorire la cooperazione.

Oggi si vuole tutto e subito, e senza sforzo.

È l’età delle aspettative infinite, dei padri deboli e dei figli prepotenti, sempre immaturi.

Il mondo si fa violento: gli anelli deboli sono i primi a rischiare. Indossare l’elmetto, prego.
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

Nelle discussioni, quasi giornaliere con un amico di fede Darwiniana, spesso le sue conclusioni sui comportamenti degli umani, giustificano il fatto che l'uomo è un animale.

Ieri, però le stesse conclusioni le ho sentite fare da un altra persona che non ha la stessa fede.

Leggendo di prima mattina questo articolo scelto da Libre, viene il sospetto che le cose funzionino in questo modo.

Per quanto riguarda Facebook, io mi ero iscritto quattro anni fa, ma non ho mai scritto un rigo, ne letto un rigo.

Motivo. Su La Repubblica di quattro anni fa comparve un articolo in cui l'autore sosteneva che Facebook spiava e controllava tutti i partecipanti.

Essere spiato e controllato in modo sistemico, non entra nel mio Dna.

L'articolo di stamani, conferma.




LIBRE news

Biometria facciale, già foto-schedato un americano su due
Scritto il 11/11/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi


Oggi, Facebook vanta oltre un miliardo e mezzo di utenti.

Le loro facce sono pubbliche.

Una colossale auto-schedatura planetaria.

Non è uno scherzo: c’è chi sta lavorando per “classificare” ogni inviduo, magari utilizzando telecamere di sorveglianza nelle strade.

Oggi, un americano adulto su due – cioè 117 milioni di persone – ha già avuto le sue foto sottoposte a questo genere di ricerche.

In pratica, scrive la “Stampa”, si impiegano «algoritmi utilizzati dalle polizie di una trentina di Stati come fossero un semplice motore di ricerca».

All’occorrenza, «si immette l’immagine del presunto criminale e si cerca un possibile collegamento con una foto tratta dalle banche dati delle patenti di guida o delle carte d’identità».



O magari da Facebook, che è così comodo – ora, scrive Gianfranco Carpeoro proprio nella sua pagina Fb, meglio si capisce il nome, “faccia-libro”, del mega-network creato da Mark Zuckerberg all’indomani dell’11 Settembre, quando la Cia scoprì la necessità di dover controllare l’identità, l’orientamento e i movimenti di milioni di individui.



A svelare che il 50% della popolazione statunitense è già stata sottoposta a schedatura digitale, con l’impiego di sofisticate tecnologie per il riconoscimento facciale, è un autorevole istituto, il “Center on Privacy & Technology” della Georgetown University.

La tesi della ricerca, scrive Carola Frediani sul quotidiano torinese, è che l’adozione del riconoscimento facciale sia inevitabile, anche ai fini di sicurezza, e non possa o debba essere fermato, benché attualmente non sia ancora regolamentato.

«Tra le criticità, dice lo studio, c’è il modo in cui sono usati questi sistemi: un conto è fare una ricerca per identificare qualcuno che è stato fermato o arrestato, un altro paio di maniche è avere l’immagine di un sospetto presa da una videocamera e cercarla in un database composto dalle patenti di comuni cittadini o da immagini riprese da videocamere mentre sono per strada».

Nel primo caso si tratta di una ricerca mirata e al contempo pubblica, palese; nel secondo è invece tanto generica quanto invisibile.

«Oggi, ogni dipartimento o agenzia locale americana fa quello che vuole».

Andando a pescare dagli archivi delle patenti, però, l’Fbi sta costruendo una risorsa di dati biometrici che include cittadini rispettosi della legge, continua la “Stampa”.

Storicamente, invece, le impronte digitali e il Dna erano sempre stati raccolti solo in relazione ad arresti o indagini criminali.

Tutto ciò, dice lo studio, non ha precedenti ed è problematico.

Così come lo è l’impiego di video in tempo reale, registrati dalle telecamere di sorveglianza: sono almeno cinque i dipartimenti di polizia che utilizzano funzioni di riconoscimento facciale di questo tipo su videocamere in strada.

Inoltre, continua la Frediani, su 52 agenzie che adottano questa tecnologia, solo una proibisce espressamente il suo utilizzo per monitorare individui coinvolti in attività politiche o religiose.

«Il rischio di utilizzi impropri, discriminatori ad esempio verso afroamericani o minoranze, è alto».

Senza contare l’affidabilità (relativa) del sistema: solo due agenzie hanno subordinato l’acquisto a test di efficacia.

E una delle maggiori aziende del settore, FaceFirst, che sostiene di avere un tasso di accuratezza del 95%, declina ogni responsabilità nel caso in cui non raggiunga la soglia prevista.

«A ciò, va aggiunta l’assenza di controlli e meccanismi per rilevare eventuali abusi: solo nove agenzie su 52 registrano le ricerche effettuate nei database dai loro agenti».

E l’Italia?

Per ora lancia un bando: “Strumento utile per l’antiterrorismo”.

L’industria del riconoscimento facciale, aggiunge Carola Frediani, è spinta anche dalle richieste di sicurezza degli Stati.

Tra gli utilizzi più diffusi finora – ad esempio in Turchia – c’è la ricerca del volto di qualcuno fermato a una frontiera, dopo averlo fotografato con lo smartphone, e avendone poi collocata l’immagine su un database di sospettati o criminali.

«Più complessa, ma molto ambita dalle forze di sicurezza, la ricerca fatta su immagini registrate da telecamere a circuito chiuso o riprese in tempo reale da videocamere di sorveglianza».

Ambizione espressa anche del governo italiano, che con il ministro dell’interno Angelino Alfano aveva annunciato un potenziamento del sistema di sicurezza del nostro paese, che includeva anche questo genere di tecnologia.

«Lo scorso novembre è stata indetta una gara pubblica da 56 milioni di euro per la fornitura di sistemi di videosorveglianza (per edifici pubblici e per il territorio) con funzioni di analisi video in tempo reale e riconoscimento facciale».

In mano a uno stalker, però, questo dispositivo può diventare un’arma pericolosa, avverte la “Stampa”: «Una delle applicazioni commerciali più inquietanti del riconoscimento facciale è quella già adottata da alcune piattaforme di appuntamenti, come la russa FindFace», che utilizza una tecnologia avanzata «per abbinare foto scattate a sconosciuti per strada, per esempio attraverso lo smartphone, con i volti dei profili di iscritti a Vkontakte, una sorta di Facebook russo».

Secondo i suoi creatori avrebbe un tasso di successo del 70%.

Alcuni utenti che lo hanno testato sono riusciti a identificare donne fotografate in altri contesti.

«È chiaro che il potenziale per stalking e abusi di ogni tipo è altissimo», ammette Frediani.

Tutt’altro utilizzo è invece quello pensato dalla app di dating Heystax, che lavora sullo studio delle espressioni facciali dei suoi utenti mentre sono impegnati in una videochiamata con un potenziale partner.

La pretesa qui è solo di «valutare la compatibilità emozionale della coppia».

Infine, il sistema può permettere l’ingresso in alcuni edifici solo a determinate persone.

«L’efficacia maggiore delle tecnologie di riconoscimento facciale avviene nei cosiddetti contesti cooperativi, laddove cioè le persone si fermano e si fanno volutamente inquadrare da videocamere», spiega la giornalista.

«Un utilizzo che funziona per dare l’accesso a luoghi riservati: per esempio edifici o cantieri con esigenze particolari di sicurezza».

L’azienda israeliana Fst Biometrics pubblicizza da qualche anno un sistema che dovrebbe funzionare da pass di ingresso negli edifici, al posto di chiavi, badge e password.

Basta dare inizialmente una propria foto al sistema e poi, al momento dell’accesso, farsi inquadrare dalla videocamera.

Tra le aziende in Italia c’è Eurotech a lavorare proprio su questo genere di applicazioni, promettendo un tasso medio di identificazione del 95%.

Può monitorare il transito di un visitatore in un edificio o abbinare il suo volto a un documento precedentemente registrato per identificarlo.
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

Repubblica 12.11.16
La Cina
Pechino pronta alla sfida deprezza subito lo yuan e dà lezioni di ecologia
Lo scontro
Scoppia la guerra delle monete tra le due superpotenze, dalla fine delle delocalizzazioni pochi posti in Usa
di Angelo Aquaro


SHENZHEN. La prima guerra tra Stati Uniti e Cina è già scoppiata, ma per la sorpresa di tutto il mondo il colpo d’inizio non l’ha battuto Donald Trump. A sparare la bordata di benvenuto al presidente eletto sono stati i signori di Pechino. Un bel deprezzamento dello yuan che tocca i minimi degli ultimi sei anni: con tanti saluti al miliardario che accusa il Dragone di svalutare la moneta per favorire l’export. Ma che volete? Perfino il Wall Street Journal, che non è proprio il “Giornale del Popolo”, ammette che contro il rafforzamento del dollaro la Banca centrale cinese non aveva altra scelta se non sparare il renminbi ad altezza di verdone: tasso di cambio 6.7885. Ed è solo l’inizio: «Lo stimolo fiscale che i repubblicani lanceranno porterà al rialzo dei tassi e a un dollaro ancora più forte» avverte l’economista Zhou You. E quindi? «A un ulteriore indebolimento dello yuan».
La mossa sui cambi è la dimostrazione che Pechino non ha nessuna intenzione di piegarsi. Anzi. «Se Trump cerca di sondare la Cina con qualche provocazione » avverte il Global Times, che è il megafono in inglese del partito «la Cina dovrà rispondere con decisione e senza paura, stabilendo il tono dell’interazione con Washington». Per adesso è più che baldanzoso. Pechino che soffoca di smog si permette pure di dare lezioni di ecologismo agli Usa: se il nuovo presidente rimetterà mano agli accordi sul clima sappia che sta sfidando «la volontà dell’intera società globale». E indovinate un po’ chi è pronto a difenderla? «Siamo il più grande mercato del mondo: siamo il futuro» dice Jack Ma dalla platea del Singles Day di Alibaba, dopo che l’altro giorno aveva perso la pazienza persino lui: «Se Trump non collabora con la Cina sarà un disastro ». Davvero?
Il New York Times fa due conti e scommette che a perderci sarebbe comunque Pechino che negli Usa esporta 4 dollari per ogni dollaro di merce che importa. Ma gli scambi commerciali non sono semplice matematica. Minxin Pei, l’autore di “China’s Crony Capitalism”, spiega su Fortune che è vero, i 116 miliardi dell’export Usa verso la Cina sono poca cosa rispetto ai 483 miliardi che Pechino incassa dall’export. Ma le vittime collaterali? Il 35% delle esportazioni del Dragone sono “rimbalzi” da Giappone, Corea del Sud e Taiwan, cioè prodotti che la Cina assembla e poi riesporta. È pronto mister Trump a colpire anche i suoi alleati?
E con che armi poi. Un conto è ruggire in campagna elettorale: tasserò il 45% del loro export. Ma la legge, fino a quando il Congresso tutto repubblicano non la cambierà, gli permette di brandire al massimo il 15%: e per non più di 150 giorni.
I più preoccupati sono proprio gli americani: anche perché la guerra alla Cina riporterebbe a casa ben pochi dei posti di lavoro promessi da Trump. Finita l’era della delocalizzazione da queste parti: gli stessi cinesi di Byd, il gigante dei bus ecologici, trovano più conveniente andare a produrre in Ungheria. E poi a chi giova scagliare la prima pietra? Già quando ad alzare la voce era Barack Obama, accusandoli della sovraproduzione di acciaio, i cinesi rispondevano: e noi vi togliamo le fabbriche degli iPhone. Ora le ritorsioni potrebbero volare molto più in alto. Pensate solo a un signore come Chen Feng, il proprietario di Hainan, la più grande compagnia aerea privata cinese, che quest’anno ha fatto spesa all’estero per 10 miliardi e si dice pronto a comprare «anche mille jet» pur di abbassare il prezzo imposto da Boeing.
Certo: il Dragone agita la coda ma poi conferma che gli annuali colloqui sul commercio si terranno regolarmente il 21 novembre a Washington, anche se è chiaro che con Trump l’obiettivo del Trattato bilaterale d’investimento si allontana sempre di più. E del resto come si può scendere a patti con chi sulla Cina si fa consigliare da Peter Navarro? Il professore dell’Università di California è l’autore di un video dal distensivo titolo “Morire di Cina”: dove non solo si sostiene che gli Usa devono stracciare le bozze del Patto Transpacifico, si suggerisce pure che per proteggere i commerci bisogna rispedire nel mar della Cina 70 navi militari in più.
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

LIBRE news

Crivella, sindaco-vescovo di Rio: il Brasile diverrà teocrazia

Scritto il 20/11/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi


Marcelo Crivella, 59 anni, pastore pentecostale e vescovo della Chiesa Universale del Regno di Dio, è il nuovo primo cittadino di Rio de Janeiro, seconda città carioca dopo San Paolo. Difensore della teoria creazionista e ultraconservatore, parla tranquillamente di teocrazia per il Brasile: sono a rischio i diritti civili e la secolarizzazione del maggior paese sudamericano, secondo Giacomo Russo Spena. «Alla notizia della vittoria, è esplosa la festa nella Chiesa evangelica di Rio de Janeiro: “È il trionfo di Dio”, hanno urlato i fedeli». Al ballottaggio, Crivella ha sconfitto con il 59% dei consensi Marcelo Freixo, esponente di sinistra del Psol, il “Partito Socialismo e Libertà”. «Mi prenderò cura del popolo e sotto il mio governo finalmente si proteggerà la famiglia», ha annunciato a caldo Crivella, che ha promesso di migliorare i servizi e contrastare la corruzione dilagante, che fa esplodere il malcontento nel Brasile post-olimpionico, soprattutto tra le fasce sociali più deboli: «È tra le classi lavoratrici che il suo partito ha intercettato la maggioranza dei voti: la classe media e i poveri hanno espresso infatti la propria preferenza per il partito repubblicano brasiliano (Prb), forza fondata nel 2002 dallo stesso Crivella».Secondo “El Pais”, la vittoria di Crivella e del suo Prb, il braccio politico della Chiesa, è stata trainata dall’elettorato evangelico, che rappresenta un terzo dei quasi 4,9 milioni di elettori, oltre agli elettori più poveri e meno istruiti. Gli evangelici sono rappresentati anche in Parlamento con 80 esponenti (il 14% in più rispetto alla scorsa legislatura), a dimostrazione della loro crescita. Ma chi è Marcello Crivella? A leggere il suo curriculum, scrive Russo Spena su “Micromega”, siamo di fronte a una clamorosa svolta religiosa che, in prospettiva, può mettere a repentaglio la stessa laicità del Brasile. Ingegnere, senatore dal 2002 e cantante gospel, il nuovo sindaco di Rio parla tranquillamente di teocrazia per il paese carioca ed è vescovo della Chiesa Universale del Regno di Dio. Ha sempre fatto della religione un perno centrale della sua vita e per anni ha vissuto in Africa per missioni di evangelizzazione delle tribù locali. Nel 1999 ha redatto un libro pubblicato in inglese con il titolo “Mutis, Sangomas e Nyanga: tradizione o stregoneria”, che comprende anche fotografie in cui l’allora giovane Crivella esegue rituali di esorcismo in paesi come Kenya e Sud Africa.«Nel testo i gay sono condannati per la loro “condotta maligna”, l’aborto viene considerato un abominio e le altre religioni sono etichettate come “demoniache”». Inoltre, continua Russo Spena, si accusano la Chiesa cattolica e l’induismo per “il sacrificio di bambini”. «L’omosessualità è il male supremo, concetto ribadito più volte durante la sua campagna elettorale a Rio». Crivella, tra l’altro, è nipote di Edir Macedo, fondatore della chiesa pentecostale Igreja Universal do Reino do Deus, «un impero miliardario e punta di diamante per l’avanzata dei neopentecostali nella politica brasiliana». Lo zio possiede un canale televisivo importante, “Record”. «E grazie anche all’influenza dei media, in Brasile è in corso una forte processo di evangelizzazione. Nell’era della crisi economica e del discredito dei politici (dopo l’impeachment col quale è stata incastrata la ex presidente Dilma Rousself), il paese è stato travolto da un’onda conservatrice». L’ideale conservatore, osserva il blog “Terradamerica.com”, «ha le sue radici nel dovere morale di resistere all’insicurezza», come sostiene Rogério Baptistini, professore di sociologia dell’Università Presbiteriana Mackenzie.Anche lo storico Boris Fausto, in un’intervista rilasciata alla rivista “Veja”, afferma che un fenomeno (la crescita evangelica) alimenta l’altro (l’onda conservatrice). «L’espansione di queste chiese – si legge su “Terraamerica.com” – favorisce un discorso conservatore a causa di alcuni dei principi che esse sostengono, come il veto al matrimonio omosessuale e il divieto di aborto. I pastori non intervengono nel vuoto: questo discorso trova eco in una tendenza conservatrice già latente nella società brasiliana». L’epicentro di influenza politica evangelica «non è più a livello globale gli Stati Uniti, ma il Brasile», rivela sul “Wall Street Journal” Andrew Chesnut, professore di religione presso la Virginia Commonwealth University, il quale sottolinea come il censimento del 2010 ha mostrato che il numero di brasiliani evangelici sia più che raddoppiato, con vaste aree della popolazione convertite in massa. «Da anni l’avanzata è inarrestabile. Una guerra di proselitismo nella quale le chiese di culto evangelico brasiliane raccolgono successi incredibili dal punto di vista del numero di fedeli, delle donazioni, ottenendo anche l’elezione di politici di area». Lo stesso Prb, la forza di Crivella, ha registrato una grande crescita: se nel 2008 aveva 54 sindaci, oggi ne ha 105, più oltre 1.600 assessori. E contende lo scranno di primo cittadino in altre cinque città nel prossimo ballottaggio. Per Russo Spena, i diritti civili in Brasile sono a rischio, «più di quanto si possa pensare».
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

LIBRE news

Sorvegliati via smartphone: Singapore, governa Big Data
Scritto il 22/11/16 • nella Categoria: segnalazioni Condividi


«Il nostro smartphone ci rende trasparenti e molto vulnerabili: certamente sarebbe meno pericoloso girare completamente nudi in un parco», anche perché il microfono «funziona anche quando la nostra conversazione è terminata (penso a Siri per l’iPhone)». Sicché, «ogni nostra parola, i suoni intorno a noi, i nostri movimenti, sono registrati». Un sistema di controllo perfetto. Perché allora non farne anche un sistema di governo? E’ esattamente la scelta di Singapore, che «sta progettando un nuovo modello d’ingegneria sociale che potrebbe presto essere applicato altrove, in particolare nelle grandi metropoli come Parigi», scrive il sociologo belga-canadese Derrick de Kerckhove, direttore scientifico della rivista italiana “Media2000” e dell’Osservatorio TuttiMedia all’Internet Forum di Pechino, dopo aver guidato il McLuhan Program di Toronto fino al 2008. Ora siamo alla “datacrazia” definitiva, il “potere dei dati”: i leader li crea direttamente un algoritmo, i cittadini si adeguano ai comportamenti sociali imposti dalla tecnologia, di cui il governo si serve per mantenere il controllo. Una “tirannia morbida”, verso il “governo delle macchine”.L’analisi di Derrick de Kerckhove, presentata su “Avvenire”, parte dall’esempio di una città-Stato, Singapore, dove il modello di gestione è fondato sulla tecno-etica. «Ho definito quest’organizzazione “datacracy”, perché è una civiltà che si fonda sui dati e apparentemente permette di vivere in un luogo ideale senza rapine né furti». Tutto è regolato secondo un nuovo ordine che parte dalla raccolta e dall’analisi dei dati. «Il protagonista di questo nuovo modello è lo smartphone, perché ci identifica molto più del nostro passaporto, della nostra carta di credito o del nostro certificato di nascita». Il telefono palmare, infatti, «contiene tutto ciò che riguarda ciascuno di noi ed è sempre pronto a condividere contenuti con chiunque abbia le giuste capacità tecniche, anche se non possiede requisiti giuridici o diritti legali». Di noi, lo smarthone registra tutto, cosa che «ormai è di dominio pubblico». Follia? No, è solo l’ultimo gradino della scala che stiamo scendendo, da anni: «Dall’arrivo di Internet – scrive il sociologo – abbiamo iniziato a perdere privacy e anche il controllo delle nostre idee, scritte o discusse. E presto, forse, perderemo anche l’esclusiva sui nostri pensieri».Le tracce che ciascuno di noi lascia, continua de Kerckhove, sono raccolte da banche dati e poi riutilizzati per tanti scopi. Scandaloso? Ma anche ineluttabile: «Quello che sta accadendo dopo l’adozione globale di Internet è una graduale diminuzione delle libertà civili e delle garanzie che associamo con l’idea di democrazia occidentale», ammette lo studioso. «La privacy svanisce più velocemente nelle società dove le garanzie per l’individuo sono meno sacre o addirittura inesistenti; ne è prova l’evoluzione di Singapore, dove Lee Hsien Loong, figlio di Lee Kuan Yew, continuando l’opera del genitore ha abilmente usato la tecnologia per mettere sotto sorveglianza permanente i suoi cittadini». E guarda caso, «Singapore è la città-Stato con il più alto tasso di penetrazione al mondo di smartphone». Fino a che punto il fine può giustificare i mezzi? «Singapore si pone come Stato precursore del controllo urbano attraverso la sorveglianza fondata su Big Data e smartphone». Un modello di vita basato sulla tecno-etica: «I cittadini di Singapore, come la maggior parte di noi, trascorrono molta della loro vita attiva di fronte a uno schermo, lasciano tracce: sono geolocalizzati, si sa cosa scrivono e dicono. Le istituzioni di Singapore hanno deciso senza pudore di fare pieno uso di tali informazioni al fine di garantire ordine sociale e comportamenti corretti. Nessuno sporca la città, nessuno trasgredisce la legge».Nella metropoli asiatica, rilva il sociologo, la tendenza alla sorveglianza occhiuta si manifesta tra il 1965 e il 1990, quando Lee Kuan Yew (premier e padre dell’attuale capo di governo), istituisce regole draconiane per ripulire la città e per gestire le tensioni tra i quattro gruppi etnici che popolano Singapore. Tante le imposizioni: vietato masticare chewingum fuori casa, sputare per terra; non azionare lo scarico nei bagni pubblici. Bacchettate sulle mani per gli autori di graffiti, fustigazione per gli atti vandalici. Idem per l’ambito privato: zero pornografia, illegale il sesso gay (due anni di carcere). E’ illegale persino camminare nudi, in casa, fuori del bagno. Questo regime ha un nome, si chiama “democratura”. E oggi sta diventando anche “datacracy” o “governo di algoritmi”. «L’imposizione di una trasparenza completa permette di sapere il più possibile su tutto e tutti». Salito al potere nel 2004, Lee Hsien Loong ha imposto nuovi divieti e onnipresenti telecamere di sorveglianza: «Siamo alla ricreazione di Argus, il gigante della mitologia greca che tutto vede con i suoi 100 occhi. L’attuale capo del governo ha sostituito la democratura del padre con la datacrazia: siamo al “governo dell’ algoritmo”. E questo significa che dai dati raccolti e analizzati viene automaticamente il responso e, nel caso, la pena».Nuovi sensori e telecamere poste su tutto il territorio di Singapore raccolgono dati e informazioni per consentire al governo di monitorare ogni azione o evento, controllare pulizia degli spazi pubblici, tassi d’inquinamento, densità di folla e movimento di tutti i veicoli. «La sorveglianza è completa grazie ai dati raccolti da smartphone, social media, sensori e telecamere pubbliche». Il sistema «assicura l’immediato giudizio, il verdetto e l’esecuzione della pena (multe o peggio)». E le persone? «Sembrano soddisfatte della situazione, che assicura pace e ordine, pulizia, e attrae investitori», senza contare «salute e tutto il benessere possibile». A Singapore, scrive Derrick de Kerckhove, «si respira un senso di armonia sociale di cui i cittadini sembrano essere orgogliosi». Tutti d’accordo? No, ovviamente: esiste «una frangia di dissenso», peraltro «già sotto stretta sorveglianza». I critici sostengono che l’uso di Internet non è sicuro e quindi le persone tendono all’auto-censura, preferiscono tenere la bocca chiusa. Anche perché i blogger dissidenti sono perseguitati: Amos Yee, 16 anni, è in carcere dal maggio 2015 per commenti offensivi. Ong e informazione libera sono scoraggiati, la tv è monopolio statale, la stampa è fortemente controllata.«La narrazione politica sulla supposta armonia interculturale impera», sottoinea de Kerckhove, «ma il razzismo continua, soprattutto nelle assunzioni». Intanto, «i simboli del passato vengono soffocati da opere moderne, senza rispetto per la storia della città», che viene «riscritta, nei testi scolastici, per soddisfare la propaganda di Stato». A maggior ragione, «l’accesso agli archivi governativi pubblici è limitata». Secondo il sociologo, «ci avviamo al punto di non ritorno di un cambiamento radicale, paragonabile solo al Rinascimento europeo. Questa volta, però, mondiale». De Kerckhove cita Marshall McLuhan, secondo cui l’elettricità è l’infrastruttura della rivoluzione: «Dispositivi d’informazione elettrici sono gli strumenti per la tirannia e la sorveglianza universale, dal grembo materno alla tomba. Nasce così un grave dilemma tra il nostro diritto alla privacy e la necessità della comunità di sapere. Le idee tradizionali legate ai pensieri e alle azioni private sono minacciate dai modelli di tecnologia meccanica che grazie all’elettricità permette il recupero istantaneo delle informazioni». Fascicoli zeppi di notizie e pettegolezzi che non perdonano: «Non c’è redenzione, nessuna cancellazione di “errori” di gioventù». Alla fine, conclude Derrick de Kerckhove, dovremo «trovare un equilibrio tra le esigenze di vita privata e quelle sociali». Cos’è peggio, la vecchia “democratura” o la nuova, inquietante “datacrazia”, ovvero il «potenziale tirannico di un governo dei Big Data»? E soprattutto: «Abbiamo ancora una scelta, in materia», o si tratta di un destino inesorabile?
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

Cuba, è morto Fidel Castro
Il Líder Máximo aveva 90 anni. Ad annunciare la morte alla tv nazionale è stato il fratello Raul, presidente dal 2008

di Orlando Sacchelli
2 ore fa
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

Da IlGiornale.it:


2 ore fa 1438
Irriducibili comunisti piangono
"Giusto omaggiare oggi Castro"

Franco Grilli

MA CI SONO O CI FANNO????


Castro, il dolore degli irriducibili: "Perché è giusto omaggiarlo"
Giorgio Napolitano: "Fidel Castro è stato protagonista storico di grande rilievo sul piano mondiale del secolo scorso"


Franco Grilli - Sab, 26/11/2016 - 12:43
commenta
"Fidel Castro è stato protagonista storico di grande rilievo sul piano mondiale del secolo scorso, e si è caratterizzato come un costruttore di un esperimento di stato fondato sulla mobilitazione e il sostegno popolare, fin quando non sono balzate in primo piano e divenute contraddizioni fatali le componenti autoritarie e la subordinazione agli schemi sovietici e al blocco ideologico-militare guidato da Mosca".


Lo scrive in una nota l'ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

"Castro -sottolinea Napolitano- è stato nel contempo mito ideale e politico per grandi masse di militanti della sinistra nel mondo, nella stessa Europa e nel nostro paese. Anche per il suo straordinario carisma personale ha ispirato movimenti rivoluzionari, in particolare nell'America Latina, e alimentato speranze immaginando un futuro libero dal dominio capitalistico. La Cuba di Castro è stata anche al centro in vari momenti di tensioni tra le maggiori e più pericolose tra i blocchi dell'Est e dell'Ovest nel periodo della guerra fredda e oltre". "La sua rivoluzione contro il regime di Batista -rimarca Napolitano- non era stata guidata da ostilità verso gli Stati Uniti, ma piuttosto da vicinanza alle grandi tradizioni di libertà di quel paese. È giusto rendere omaggio oggi alla sua figura per l'esperienza complessa e drammatica che ha rappresentato nelle sue luci e nelle sue ombre, e per la lungimirante apertura con cui negli ultimi anni ha assecondato un processo di avvicinamento all'Occidente e di superamento delle barriere che avevano a lungo tenuto isolata la sua Cuba".

E ad esaltare Castro anche Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista: "Immenso dolore per la morte di Fidel Castro, rivoluzionario vittorioso a cavallo di due secoli, che ha difeso l'umanità dalla barbarie". "Fidel -assicura- ha saputo guidare la lotta per la liberazione di Cuba dalla dittatura di Batista e l'ha saputa trasformare in una rivoluzione socialista. Fidel è stato protagonista della difesa della rivoluzione cubana dagli attacchi degli Usa, da quelli militari come quelli economici tutt'ora in vigore con il bloqueo. In questa difficile situazione ha saputo trovare la strada per la costruzione del socialismo, dell'eguaglianza, della dignità e della libertà del popolo cubano. Ciao compagno Fidel, comunista non pentito, grazie per quel che hai fatto, riposa in pace. Continueremo la tua lotta per la dignità dei popoli, la giustizia e la libertà", afferma. Sulla stessa linea anche Marco Rizzo: "Muore il comandante Fidel Castro, ma la sua idea vive! La volontà e la lotta del grande rivoluzionario cubano ha trasformato il suo popolo ridando dignità e uguaglianza contro la mercificazione dell'imperialismo. Centinaia di volte hanno provato ad assassinarlo senza riuscirci. I popoli e le nazioni delle Americhe, dell'Africa e del mondo intero lo ricordano come portatore di idea, lotta e solidarietà. Il Partito Comunista in Italia abbassa le sue bandiere in onore del Comandante Fidel. L'idea che non muore. Con Cuba Socialista Sempre".

Parole di dolore arrivano anche dalla Spagna: "Condoglianze" al governo e alle autorità cubane per la morte di Fidel Castro sono arrivate dal capo del governo di Madrid, Mariano Rajoy. "Una figura di importanza storica" scrive Rajoy su Twitter. "Segnò una svolta nell'evoluzione del paese ed ebbe una grande influenza in tutta la regione ", scrive inoltre il governo spagnolo in un comunicatop diffuso dal Ministero degli Esteri.

L'esecutivo di Rajoy ricorda quindi "gli stretti legami" di Castro con la Spagna "come figlio di spagnoli". Era molto attaccato "ai suoi legami di sangue e di cultura. Pertanto, la Spagna si unisce in particolare al dolore del governo e delle autorità cubane". Il governo spagnolo esprime inoltre la sua "volontà di continuare a lavorare intensamente nel rafforzamento dei legami bilaterali e delle relazioni di profonda amicizia che uniscono i nostri due popoli". Cordoglio anche dalla Francia: "Fidel Castro ha incarnato la rivoluzione cubana" "nelle sue speranze e nelle sue disillusioni. Attore della guerra fredda, rispecchiava un'epoca storica conclusasi con il crollo dell'Unione Sovietica. Ha rappresentato per Cuba l'orgoglio del rifiuto della dominazione straniera". "La Francia ha denunciato le violazioni dei diritti umani ", ma "ha sempre contestato l'embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba" e "ha accolto la sua apertura e il dialogo ristabilito tra i due paesi". Hollande ha tenuto poi a inviare a Raul Castro, alla sua famiglia e al popolo cubano le sue condoglianze.
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

MA CI SONO O CI FANNO????
GOOGLE FORNISCE UN'AMPIA DOCUMENTAZIONE MAI SMENTITA DAL PENULTIMO DEI SAVOIA.



I segreti di Napolitano - micromega-online - micromega
temi.repubblica.it/micromega-online/i-segreti-di-napolitano/
04 dic 2013 - Napolitano è stato uno dei maggiori esponenti della «destra» del Pci ...... Clarridge lavorò a Roma come agente della Cia tra il 1979 e il 1981 e .


Giorgio Napolitano, traditore del PCI e servo della CIA
www.disinformazione.it/napolitano_servo_della_cia.htm
20 apr 2013 - giorgio napolitano, presidente della repubblica, re giorgio, figlio di umberto I, figlio di re umberto, cia, pci, traditore, ebraismo.


Urss, Kissinger, massoneria. Ecco i misteri di Napolitano - IlGiornale.it
http://www.ilgiornale.it/.../urss-kissi ... 71870.html
29 nov 2013 - Il presidente Napolitano è stato sempre garante dei poteri forti a livello nazionale ... O forse era un agente del KGB travestito da uno della CIA.


Alessandro Di Battista: "Napolitano era uomo della Cia" - YouTube
Video relativi a nAPOLITANO AGENTE DELLA CIA▶ 0:48
https://www.youtube.com/watch?v=ZY5rADQ_OB8
27 feb 2015 - Caricato da N0Stress7
Alessandro Di Battista (#M5S): "Giorgio Napolitano? Ora non è più presidente, lo posso dire: era un ...

Servizio Pubblico, Di Battista: Napolitano uomo della Cia - UrbanPost
urbanpost.it › Tv
26 feb 2015 - Servizio Pubblico, per Di Battista Giorgio Napolitano sarebbe un agente della Cia: “Lo è dai tempi del Partito Comunista”. servizio pubblico di


OSSERVATORIO ANTICAPITALISTA: Operazione Napolitano: come ...
zecchinellistefano.blogspot.com/2012/04/operazione-napolitano-come-la-cia-ha.html
18 apr 2012 - Operazione Napolitano: come la CIA ha piazzato uno dei suoi agenti alla Presidenza della Repubblica Italiana, di Stefano Zecchinelli.


(M5S): "Isis? Bisogna disarmarli. Napolitano? Uomo della Cia"
www.ilfattoquotidiano.it › Mondo
26 feb 2015 - Napolitano è stato un uomo della Cia all'interno del partito comunista. .... Il tuo commento invece è banale "Napolitano agente della Cia?


Abu Omar, l'ex agente Cia De Sousa chiede la grazia a Giorgio ...
www.ilfattoquotidiano.it › Cronaca
01 ago 2013 - E' tornata a parlare Sabrina De Sousa, l'ex agente della Cia ... in cui chiede la grazia a Giorgio Napolitano, ricostruisce i rapporti di forza che


NAPOLITANO, LA CARRIERA DI UN TRADITORE - Facebook
https://it-it.facebook.com/notes/inform ... 386256197/
Il figlio dopo il padre: perchè la carriera di NAPOLITANO infatti, era iniziata per .... di una agente dello PWB, Mario, massone e marito della SIGLIENTI titolare .


Ricerche correlate a NAPOLITANO AGENTE DELLA CIA

i panni sporchi della sinistra
giorgio napolitano massoneria
giorgio napolitano figlio illegittimo di umberto di savoia
three eyes loggia
three eyes wikipedia
giovanni napolitano
renzi massone
gioele magaldi



PAGINA 2


Giorgio Napolitano, traditore del PCI e servo della CIA ...
scintillarossa.forumcommunity.net › Interno
21 apr 2013 - 15 post - ‎7 autori
TRADITORE DEL PCI E SERVO DELLA CIA. ... Nel 1975 Napolitano strinse anche relazioni con Antonio Nigro, il quale ottenne grossi ...... e della guardia di finanza e degli agenti carcerari di Bolzaneto, medici compresi) fu ...


"Napolitano massone. E la Cia...". Tutti i panni sporchi della sinistra ...
http://www.affaritaliani.it/cronache/i- ... 51113.html
15 nov 2013 - Dopo una lunga attesa esce "I panni sporchi della sinistra", il libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara (edito da Chiarelettere) che fa ...
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

QUANDO IL MONDO VA A ROTOLI



Pure l'Ocse ora fa propaganda:
'Italia più governabile con il Sì'
Ennesima invasione per condizionare il voto

Sergio Rame
UncleTom
Messaggi: 5725
Iscritto il: 11/10/2016, 2:47

Re: News dal mondo

Messaggio da UncleTom »

QUANDO SI SCEGLIE LA STRADA DELL'INDIFFERENZA PER QUANTO ACCADE NEL MONDO, POI PUO' CAPITARE ANCHE QUESTO EPISODIO, COME NE SONO ACCADUTI TANTI ALTRI.

L'UOMO E' UNA BESTIA, E NON FA NIENTE PER DIMOSTRARE IL CONTRARIO.






Bullizzata per il peso, una 18enne si è uccisa davanti ai genitori


Brandy si è puntata una pistola al petto e ha fatto fuoco. Sui social insulti crudeli

Lucio Di Marzo - Sab, 03/12/2016 - 10:44
commenta

"Le dicevano cose tremende, come 'Ma perché sei ancora qui'. La chiamavano grassa, brutta.

La sorella di Brandy in lacrime in un'intervista con la Cnn

Era bellissima, assolutamente stupenda; l'unico punto su cui la gente poteva attaccarlo era il suo peso". Sono parole di grande dolore quelle pronunciate da Jackie Vela, sorella di Brandy, che si è uccisa a 18 anni per colpa dei bulli che da tempo la perseguitavano.

Aveva 18 anni Brandy Vela. Brandy che ha imbracciato una pistola, se l'è puntata al petto di fronte ai genitori che la imploravano di fermarsi, e ha fatto fuoco, distrutta dall'incessante sequela di insulti che le si riversavano addosso, come sempre era stato.


Dalla crudeltà dei bulli, che si erano spinti a creare falsi profili su Facebook pur di scriverle messaggi ingiuriosi e avvilenti, siti online in cui accanto al suo numero di telefono e al suo nome comparivano inviti espliciti: "Regala sesso gratis".

"Usavano un'applicazione e non era possibile rintracciarli", racconta ancora Brandy. Per questa la polizia, a cui la famiglia si era rivolta, dopo che Brandy aveva anche cambiato il suo numero di telefono, non aveva potuto fare nulla.

In un messaggio mandato pochi giorni prima dell'estremo gesto, parole che ora la sorella - che racconta la storia alla Cnn - rilegge con dolore infinito. "Ti voglio così bene. Ricordatelo, ti prego. E scusami per tutto".

"Avete ottenuto quello che volevate - dice ore il fratello maggiore, Victor -. Ora spero che siate felici".


.
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti