La Porcata (Parte Seconda)

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
soloo42000
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Re: La Porcata (Parte Seconda)

Messaggio da soloo42000 »

E` quasi finita ormai.

Adesso Casini fa il colpaccio in Parlamento.
Il PD non fara` cadere il Governo, e anche se lo facesse il Parlamento potrebbe comunque deliberare
con una nuova maggioranza PDL, UDC, LEGA contro i massimalismi di sinistra.
Magari un nuovo PdC meno "tecnico" e piu` "popolare", ma senz'altro destro, fino a primavera.

Infine col proporzionale con preferenza il PD scoppia in breve tempo.
Le enormi contraddizioni, prima sanate con la lista unica imposta, esploderanno.
Oltretutto ampliate dalle primarie (magari avvelenate in modo mirato dai destri),
dal problema lavoro, privatizzazioni, tagli ulteriori.
Altro che le vecchie guerre fra correnti della DC.

A quel punto la destra avra` ancora buon gioco a dimostrare, non del tutto
a torto, che il PD non e` un soggetto politico affidabile.
Vuoi per le enormi divisioni interne.
Vuoi per l'assenza di una proposizione politica.
Vuoi per certi alleati inaffidabili.
A destra come a sinistra.
Vuoi per la scarsezza di consenso.

E a quel punto precipitera` fino alla frammentazione.
In piena campagna elettorale.

Ci vorranno anni per ricostruire un soggetto politico di sinistra.
Soprattutto partendo da certi velleitarismi e frammentismi.

Nel frattempo l'Italia sara` diventata Cina.

Ciao.


soloo42000
lucfig
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Re: La Porcata (Parte Seconda)

Messaggio da lucfig »

Un nome ... una garanzia! :lol:

da www.ilfattoquotidiano.it

Legge elettorale, giovedì verso il testo base proposto da Calderoli
A fare da mediatore in Commissione Affari Costituzionali al Senato è il 'padre' del Porcellum che fa riferimento a un sistema 'simil-spagnolo'. "Cauto ottimismo" di Pd e Pdl. "Ho portato un documento - ha spiegato il senatore della Lega - che è servito a smuovere le acque ed è iniziato un dialogo vero tra le forze politiche"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 ottobre 2012

Si sblocca l’impasse sulla legge elettorale e la commissione Affari Costituzionali del Senato potrebbe votare già giovedì prossimo l’adozione di un testo base sulla riforma. A fare da mediatore è il ‘padre’ del Porcellum, Roberto Calderoli, che ha portato in commissione una proposta che può portare alla nascita di un testo base su un sistema ‘simil-spagnolo’. Dal quale, poi, bisognerà ripartire. “Ho portato un documento – ha spiegato il senatore della Lega – che è servito a smuovere le acque ed è iniziato un dialogo vero tra le forze politiche. Con ragionevole prudenza – ha direi che si comincia a lavorare e ognuno finalmente esprime le proprie posizioni sul merito. Per ora stiamo lavorando su una traccia”.

Domani “in modo collettivo”, i rappresentanti dei gruppi parlamentari insieme ai tecnici, tenteranno la redazione di un testo che rappresenti “un punto di partenza”. Poi giovedì – e su questo c’è il “cauto ottimismo” sia di Pdl sia del Pd – ci dovrebbe essere il testo base “unitario” sul quale poter ragionare e da poter modificare. La commissione Affari Costituzionali del Senato potrebbe votare già giovedì prossimo l’adozione di un testo base sulla riforma della legge elettorale.

”Immagino che giovedì riusciamo ad avere un testo unitario”, ha detto la senatrice Anna Finocchiaro al termine della seduta della commissione Affari costituzionali sulla legge elettorale. Sulla traccia presentata da Calderoli, ha puntualizzato, ci sono cose da limare ma “quello che mi induce all’ottimismo è il fatto che comunque partiamo con una spinta che mi pare essere diversa rispetto alle altre settimane”. “Dico con chiarezza – aggiunge la presidente dei senatori del Pd – che nessuno di noi è un pazzo entusiasta che aderisce in maniera completa al testo di Calderoli ma un filo di speranza mi pare esserci perché potrebbe essere una base comune non di parte”. E a chi le chiede del fatto che Calderoli è pur sempre l’ideatore del Porcellum la Finocchiaro risponde sorridendo: “Nel bene o nel male è comunque un maestro…”.

Secondo il vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello ”tutte le proposte di mediazione vanno prese in considerazione a partire da quella di Calderoli. La discussione di oggi è servita a chiarire anche che il testo base non è un accordo definitivo su un testo ma un accordo che porta a iniziare una discussione”. E ha concluso: “Se c’è un testo unitario dei due relatori giovedì si vota”.
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lucfig
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Re: La Porcata (Parte Seconda)

Messaggio da lucfig »

Buoni si, ma fessi no!
Forse hanno capito che c'è qualche fregatura tra le righe. :lol:


da www.repubblica.it

Legge elettorale, il Pd si sfila dall'intesa
Calderoli: "Possibile un'altra maggioranza"


La bozza proposta dal leghista prevede un premio del 12% per la coalizione che conquista il 40% dei seggi. Freddezza dei democratici: "Non è possibile discutere un testo scritto dal responsabile del Porcellum"

ROMA - Dopo le aperture di ieri, torna in alto mare l'ipotesi di un'intesa sulla riforma elettorale. "Il Pd ha fatto marcia indietro quando ieri non aveva ancora il documento, che ha avuto ieri sera", lamenta oggi Roberto Calderoli, autore del testo di sintesi su cui ieri pareva essere stata raggiunta una convergenza tra le principali forze politiche. "Ma io - precisa l'esponente leghista - vado avanti lo stesso, chi ci sta ci sta. O è sì o è no, non voglio carciofi. In ogni caso domani ci sarà un documento" e se il Pd dirà di no "ci sarà un'altra maggioranza che porterà avanti" la riforma della legge elettorale, "se uno decide di isolarsi rispetto al resto del mondo...". Maggioranza che secondo Calderoli potrebbe non essere necessariamente una riedizione del vecchio asse tra Pdl e Lega. "C'è anche l'interssaamnto dell'Idv e del Terzo Polo", afferma.

Il testo messo a punto dall'ex ministro prevede un premio di maggioranza del 12 per cento alla coalizione che supera una soglia del 40 per cento dei seggi. Un ritocco rispetto alla bozza che ieri era stata illustrata in commissione Affari costituzionali in vista del voto di domani per l'adozione di un testo base. La traccia di ieri indicava come soglia per coalizioni il 45 per cento. Il Pd aveva chiesto di abbassarla al 40%, ma le obiezioni dei democratici sono in realtà molto più ampie.

"Mi auguro che non sia Calderoli a stendere il testo base della prossima riforma elettorale", dice Francesco Boccia a Omnibus su La7. "Anche per una questione di credibilità collettiva e di dignità stessa della politica, ci sono cose che poi uno non rifà". E conclude: "E' da anni che discutiamo del Porcellum, Calderoli se vuole dia un contributo al suo partito, non alla discussione politica degli altri partiti".

Altri punti importanti della bozza elaborata dall'esponente del Carroccio sono: scelta dei candidati sulla base di liste plurinominali brevi e con i nomi visibili sulla scheda elettorale e sbarramento nazionale al 5%; sistema elettorale proporzionale corretto.
(03 ottobre 2012)
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camillobenso
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Re: La Porcata (Parte Seconda)

Messaggio da camillobenso »

QUALE SISTEMA ELETTORALE
Il porcellum e i porcellini


Il testo della nuova legge elettorale sinora lungamente sudata nella sua gestazione nella commissione Affari costituzionali del Senato passerà ora (con calma, si intende) all'esame dell'Aula.
Non è una proposta unanime. È una proposta di impianto proporzionale che al Pd di Bersani non piace (secondo me a ragione). Ma Bersani non si oppone come altri facendo fuoco e fiamme.
(Leggi: La carta d'intenti-ndt)
E così la proposta arriverà, finalmente, all'Aula del Senato. Lì il testo passerà così com'è? Forse, perché il Senato non prevede il voto segreto e quindi lì è più difficile fare vigliaccate. Se ne vedremo di belle sarà allora a Montecitorio, dove invece il voto segreto è consentito.

In attesa di quel voto segreto, facciamo il punto. Il Porcellum , la legge elettorale di Calderoli, fu un atto di tracotanza: l'allora alleanza di ferro Berlusconi-Bossi bastava ad assicurare il passaggio di una legge truffa che è purtroppo ancora vigente. Questa volta la legge in gestazione è invece un calcolino di paure (di essere rottamati) e di allettamenti demagogici. Ma la paura non è, spesso, buona consigliera. E nemmeno lo è la demagogia sfrenata. Difatti il testo faticosamente partorito in Senato è pieno di stranezze forse intese a salvare i «rottamandi», ma non per questo di stranezze intelligenti. Ne indicherò tre.

Un primo problema per tutti i sistemi elettorali proporzionali, o prevalentemente tali, è di bloccare la frammentazione dei partiti (che è, piaccia o non piaccia, la causa prima della ingovernabilità, come nel suo secondo governo Prodi ha forse capito, visto che si è trovato a dover fare ogni giorno «la quadra» con 13 partiti e con un governo di oltre cento governanti. Un po' troppi, no? Comunque sia, per bloccare la frammentazione occorre (Germania docet ) uno sbarramento che elimini i partitini, i nanetti. Invece, udite udite, i nostri legislatori ora propongono uno sbarramento del 5 per cento che per i partiti coalizzati scende al 4 per cento. Invece, se uno sbarramento deve funzionare, le coalizioni elettorali tra i partiti devono essere vietate. Questa è una condizione inderogabile e anche molto ovvia. Possibile che i nostri legislatori non ci arrivino?

Analogo è il discorso sul premio di maggioranza. Il progetto prevede un premio del 12,5 per cento. È una misura di premio accettabile, ma di nuovo viziata dal fatto che può essere attribuito non solo al partito ma anche a una coalizione. No, e poi no. Nei sistemi parlamentari le coalizioni si fanno in parlamento, non prima. E si possono anche cambiare. Pertanto il premio va attribuito soltanto al partito che ottiene più voti.

Un ultimo punto è sulle preferenze. Quando le avevamo (fino agli anni 90) Mario Segni le fece abolire per referendum, davvero a furor di popolo. Ora, da qualche anno, giornali, tv e partiti sbavano sulle preferenze. Senza preferenze, si proclama, il popolo è spodestato. La domanda resta: le preferenze ricreano davvero il «popolo sovrano»? A suo tempo si sapeva che in Sicilia le preferenze erano manovrate dalla mafia. Ora si scopre che vengono comprate anche a Milano. E allora? Una soluzione ci sarebbe. La propongo da anni, ovviamente invano.

Giovanni Sartori
14 ottobre 2012 | 8:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/editoriali/12_ot ... a4c4.shtml
camillobenso
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Re: La Porcata (Parte Seconda)

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QUALE SISTEMA ELETTORALE
Il porcellum e i porcellini


Il testo della nuova legge elettorale sinora lungamente sudata nella sua gestazione nella commissione Affari costituzionali del Senato passerà ora (con calma, si intende) all'esame dell'Aula.
Non è una proposta unanime. È una proposta di impianto proporzionale che al Pd di Bersani non piace (secondo me a ragione). Ma Bersani non si oppone come altri facendo fuoco e fiamme.
(Leggi: La carta d'intenti-ndt)
E così la proposta arriverà, finalmente, all'Aula del Senato. Lì il testo passerà così com'è? Forse, perché il Senato non prevede il voto segreto e quindi lì è più difficile fare vigliaccate. Se ne vedremo di belle sarà allora a Montecitorio, dove invece il voto segreto è consentito.

In attesa di quel voto segreto, facciamo il punto. Il Porcellum , la legge elettorale di Calderoli, fu un atto di tracotanza: l'allora alleanza di ferro Berlusconi-Bossi bastava ad assicurare il passaggio di una legge truffa che è purtroppo ancora vigente. Questa volta la legge in gestazione è invece un calcolino di paure (di essere rottamati) e di allettamenti demagogici. Ma la paura non è, spesso, buona consigliera. E nemmeno lo è la demagogia sfrenata. Difatti il testo faticosamente partorito in Senato è pieno di stranezze forse intese a salvare i «rottamandi», ma non per questo di stranezze intelligenti. Ne indicherò tre.

Un primo problema per tutti i sistemi elettorali proporzionali, o prevalentemente tali, è di bloccare la frammentazione dei partiti (che è, piaccia o non piaccia, la causa prima della ingovernabilità, come nel suo secondo governo Prodi ha forse capito, visto che si è trovato a dover fare ogni giorno «la quadra» con 13 partiti e con un governo di oltre cento governanti. Un po' troppi, no? Comunque sia, per bloccare la frammentazione occorre (Germania docet ) uno sbarramento che elimini i partitini, i nanetti. Invece, udite udite, i nostri legislatori ora propongono uno sbarramento del 5 per cento che per i partiti coalizzati scende al 4 per cento. Invece, se uno sbarramento deve funzionare, le coalizioni elettorali tra i partiti devono essere vietate. Questa è una condizione inderogabile e anche molto ovvia. Possibile che i nostri legislatori non ci arrivino?

Analogo è il discorso sul premio di maggioranza. Il progetto prevede un premio del 12,5 per cento. È una misura di premio accettabile, ma di nuovo viziata dal fatto che può essere attribuito non solo al partito ma anche a una coalizione. No, e poi no. Nei sistemi parlamentari le coalizioni si fanno in parlamento, non prima. E si possono anche cambiare. Pertanto il premio va attribuito soltanto al partito che ottiene più voti.

Un ultimo punto è sulle preferenze. Quando le avevamo (fino agli anni 90) Mario Segni le fece abolire per referendum, davvero a furor di popolo. Ora, da qualche anno, giornali, tv e partiti sbavano sulle preferenze. Senza preferenze, si proclama, il popolo è spodestato. La domanda resta: le preferenze ricreano davvero il «popolo sovrano»? A suo tempo si sapeva che in Sicilia le preferenze erano manovrate dalla mafia. Ora si scopre che vengono comprate anche a Milano. E allora? Una soluzione ci sarebbe. La propongo da anni, ovviamente invano.

Giovanni Sartori
14 ottobre 2012 | 8:52
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camillobenso
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Re: La Porcata (Parte Seconda)

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Il porcellum e i porcellini


Il testo della nuova legge elettorale sinora lungamente sudata nella sua gestazione nella commissione Affari costituzionali del Senato passerà ora (con calma, si intende) all'esame dell'Aula.
Non è una proposta unanime. È una proposta di impianto proporzionale che al Pd di Bersani non piace (secondo me a ragione). Ma Bersani non si oppone come altri facendo fuoco e fiamme.
(Leggi: La carta d'intenti-ndt)
E così la proposta arriverà, finalmente, all'Aula del Senato. Lì il testo passerà così com'è? Forse, perché il Senato non prevede il voto segreto e quindi lì è più difficile fare vigliaccate. Se ne vedremo di belle sarà allora a Montecitorio, dove invece il voto segreto è consentito.

In attesa di quel voto segreto, facciamo il punto. Il Porcellum , la legge elettorale di Calderoli, fu un atto di tracotanza: l'allora alleanza di ferro Berlusconi-Bossi bastava ad assicurare il passaggio di una legge truffa che è purtroppo ancora vigente. Questa volta la legge in gestazione è invece un calcolino di paure (di essere rottamati) e di allettamenti demagogici. Ma la paura non è, spesso, buona consigliera. E nemmeno lo è la demagogia sfrenata. Difatti il testo faticosamente partorito in Senato è pieno di stranezze forse intese a salvare i «rottamandi», ma non per questo di stranezze intelligenti. Ne indicherò tre.

Un primo problema per tutti i sistemi elettorali proporzionali, o prevalentemente tali, è di bloccare la frammentazione dei partiti (che è, piaccia o non piaccia, la causa prima della ingovernabilità, come nel suo secondo governo Prodi ha forse capito, visto che si è trovato a dover fare ogni giorno «la quadra» con 13 partiti e con un governo di oltre cento governanti. Un po' troppi, no? Comunque sia, per bloccare la frammentazione occorre (Germania docet ) uno sbarramento che elimini i partitini, i nanetti. Invece, udite udite, i nostri legislatori ora propongono uno sbarramento del 5 per cento che per i partiti coalizzati scende al 4 per cento. Invece, se uno sbarramento deve funzionare, le coalizioni elettorali tra i partiti devono essere vietate. Questa è una condizione inderogabile e anche molto ovvia. Possibile che i nostri legislatori non ci arrivino?

Analogo è il discorso sul premio di maggioranza. Il progetto prevede un premio del 12,5 per cento. È una misura di premio accettabile, ma di nuovo viziata dal fatto che può essere attribuito non solo al partito ma anche a una coalizione. No, e poi no. Nei sistemi parlamentari le coalizioni si fanno in parlamento, non prima. E si possono anche cambiare. Pertanto il premio va attribuito soltanto al partito che ottiene più voti.

Un ultimo punto è sulle preferenze. Quando le avevamo (fino agli anni 90) Mario Segni le fece abolire per referendum, davvero a furor di popolo. Ora, da qualche anno, giornali, tv e partiti sbavano sulle preferenze. Senza preferenze, si proclama, il popolo è spodestato. La domanda resta: le preferenze ricreano davvero il «popolo sovrano»? A suo tempo si sapeva che in Sicilia le preferenze erano manovrate dalla mafia. Ora si scopre che vengono comprate anche a Milano. E allora? Una soluzione ci sarebbe. La propongo da anni, ovviamente invano.

Giovanni Sartori
14 ottobre 2012 | 8:52
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