From Sicily with love
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Re: From Sicily with love
Sicilia: Miccichè parla, ma in piazza non c'è nessuno
Un comizio in una piazza deserta. Poteva andare senz'altro meglio l'intervento pubblico tenuto dal candidato alla presidenza della Regione Siciliana per Grande Sud, Gianfranco Miccichè, a Santa Caterina Villarmosa, in provincia di Caltanissetta. Gli unici presenti a sentire il suo discorso sono infatti soltanto alcuni contestatori armati di striscione
http://video.repubblica.it/dossier/elez ... 9?ref=fbpr
Un comizio in una piazza deserta. Poteva andare senz'altro meglio l'intervento pubblico tenuto dal candidato alla presidenza della Regione Siciliana per Grande Sud, Gianfranco Miccichè, a Santa Caterina Villarmosa, in provincia di Caltanissetta. Gli unici presenti a sentire il suo discorso sono infatti soltanto alcuni contestatori armati di striscione
http://video.repubblica.it/dossier/elez ... 9?ref=fbpr
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Re: From Sicily with love
mariok ha scritto:Sondaggio TP/Livesicilia: Musumeci e Crocetta allungano, cresce Grillo
Pubblicato il 12 ottobre 2012 da Carlandrea Poli
http://www.termometropolitico.it/24133_ ... rillo.html
pare comunque che la regione sarà,
per l'ennesima volta, governata dalla destra.
come non sia stato possibile mettere insieme una lista unitaria di csx per togliere finalmente la Sicilia dal controllo dei bananas mi resta del tutto incomprensibile.
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Re: From Sicily with love
Forse non cosi` incomprensibile.
Se consideri il VUOTO PNEUMATICO.
La Sicilia e` terra dove il futuro, lo sviluppo, e` strettamente legato all'affermazione di legalita` ed efficienza della PA.
Chi propone questo oggi?
PD?
UdC?
SEL?
Non sono credibili.
Ragione per cui DA SOLI perdono.
Perderebbero anche se fossero in coalizione.
Invece prosperano liste e personaggi legati al modo clientelare.
Ciao.
soloo42000
Se consideri il VUOTO PNEUMATICO.
La Sicilia e` terra dove il futuro, lo sviluppo, e` strettamente legato all'affermazione di legalita` ed efficienza della PA.
Chi propone questo oggi?
PD?
UdC?
SEL?
Non sono credibili.
Ragione per cui DA SOLI perdono.
Perderebbero anche se fossero in coalizione.
Invece prosperano liste e personaggi legati al modo clientelare.
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soloo42000
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Re: From Sicily with love
soloo42000 ha scritto:
Perderebbero anche se fossero in coalizione.
mah...sicuramente avrebbero un risultato migliore e...qualche speranza in più.
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Re: From Sicily with love
Dici?
Secondo me semplicemente i "clienti" di PdL e Forza Sud voterebbero lo stesso candidato.
soloo42000
Secondo me semplicemente i "clienti" di PdL e Forza Sud voterebbero lo stesso candidato.
soloo42000
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Re: From Sicily with love
Il M5S sta avanzando nei sondaggi ... e nelle piazze.
Se vincesse in Sicilia ... sai che divertimento al livello nazionale !??!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: From Sicily with love
SICILIA VERSO LE ELEZIONI
Dall'en plein all'esplosione del Pdl
Berlusconi-Godot ora snobba la Sicilia
Per la prima volta c'è incertezza sulla presenza del Cavaliere in Sicilia, storico granaio di voti del centrodestra. Di certo l'ex premier non può che guardare con interesse al voto siciliano che precede le elezioni in Lazio e Lombardia, e le Politiche. Ma il 61 a 0 del 2001 sembra definitivamente archiviato
di EMANUELE LAURIA
PALERMO - "Berlusconi? Stiamo insistendo perché venga". Aspettando Silvio, Angelino Alfano cerca riparo nel granaio siciliano. La figura del Cavaliere resta sullo sfondo, come Godot: il coordinatore la attende nella sua Sicilia ma nessuno è in grado di dire se davvero si farà vedere prima del voto del 28 ottobre. Tutti sanno, però, che stavolta Berlusconi non scenderà a miracol mostrare come tante volte, dal 1994 in poi, da quando la Fiera del Mediterraneo di Palermo si riempì di settemila fan per salutare la sua discesa in campo e ci fu chi fece ricorso a inviti falsi per non disertare l'evento.
Non è più tempo di trionfi, in archivio il 61 a 0 datato 2001 ma anche il 48 per cento del 2008. Il Pdl, oggi, gioca una partita del tutto diversa nell'Isola: quella della sopravvivenza, almeno con le insegne attuali. Sotto la linea dello Stretto da qualche tempo nessuno, fra i dirigenti ex forzisti, ci mette più la faccia: e ora tutte le fiches sono puntate su Nello Musumeci, uomo della Destra di Storace, già sottosegretario di Berlusconi. Attorno a lui c’è quasi tutto il vecchio centrodestra, il Pdl più gli ex cuffariani di "Cantiere popolare" condotti da Saverio Romano: che questa formula un tempo vincente si trasformi in un elisir di lunga vita per il Cavaliere? Difficile. Sia perché qui più che altrove il Pdl soffre la concorrenza di ribelli ed ex alleati (dai finiani a Lombardo) che si sono uniti nel sostegno a Gianfranco Miccichè. Sia perché l'Udc di Casini, con cui Alfano tenta di dialogare, si è messo insieme al Pd e appoggia Rosario Crocetta, oggi il concorrente numero uno di Musumeci. I sondaggi dicono che Musumeci è indietro a Palermo ma potrebbe far valere la sua forza nella Sicilia orientale. Chissà se il Cavaliere, in questo scenario incerto, farà cucù nell'Isola.
Di certo, non può che guardare con interesse al voto siciliano che precede le elezioni in Lazio e Lombardia, e le Politiche. E ancora più interessato, se possibile, è lo scudiero Angelino Alfano, che nella "sua" Sicilia si gioca buona parte del suo futuro politico: qualora l'esito elettorale nell’Isola dovesse essere positivo l’ex Guardasigilli potrebbe rilanciare il Pdl, non lasciando che finisca per essere una sorta di "bad company" alla deriva. Il coordinatore, da un successo isolano, potrebbe trarre lo spunto per rafforzare la leadership e lanciare la sua candidatura a premier. "Siamo certi - dice il coordinatore siciliano Giuseppe Castiglione - che una vittoria ridarà forza al progetto di Alfano e a quella classe dirigente che crede a candidature pulite e all'etica come valore fondante".
In realtà, non è che l'operazione liste pulite - sbandierata alla vigilia della campagna elettorale - sia riuscita benissimo al Pdl, che nella coalizione pro-Musumeci vanta una decina fra condannati e indagati. "Dobbiamo fare il pane con la farina che abbiamo", ha detto il candidato governatore correndo da un lato all'altro dell'Isola.
Anche Musumeci è consapevole che molto, del suo risultato finale, dipenderà dalla forza residua dell'ex armata berlusconiana: "Il Pdl sarà primo partito e supererà il 20 per cento", lo rassicura Castiglione. "Se va oltre il 15 può salire a piedi al Santuario di Rosalia", ribatte Micciché. Ce n'è abbastanza per disegnare la Sicilia, ancora una volta, come laboratorio di futuri processi politici. "Quello siciliano non sarà un test nazionale ma un'ottima prova per la ricostruzione del centrodestra", tenta di minimizzare Alfano, che pure non ha lesinato energie nel fare le liste, invitando a spendersi persino i due eurodeputati del Pdl, La Via e Iacolino. Al crocevia siciliano il destino del Pdl e di questo vecchio-nuovo centrodestra che si appoggia al Sud su Romano e Adolfo Urso, coordinatore della lista Musumeci.
Ma Alfano non chiude del tutto le porte all'Udc, a sentire ciò che rivela un big pidiellino in Sicilia quale il presidente dell'Ars Francesco Cascio: "Se Musumeci vincesse e non avesse una maggioranza, non sarebbe da escludere un accordo con i moderati che oggi sostengono Monti. E' un'idea che piace ad Angelino". Così, fra paure e alchimie, va in scena l'ultima difesa della roccaforte sicula. Aspettando Godot. Cioè Berlusconi.
(20 ottobre 2012)
http://palermo.repubblica.it/elezioni/r ... ef=HREC1-1
Dall'en plein all'esplosione del Pdl
Berlusconi-Godot ora snobba la Sicilia
Per la prima volta c'è incertezza sulla presenza del Cavaliere in Sicilia, storico granaio di voti del centrodestra. Di certo l'ex premier non può che guardare con interesse al voto siciliano che precede le elezioni in Lazio e Lombardia, e le Politiche. Ma il 61 a 0 del 2001 sembra definitivamente archiviato
di EMANUELE LAURIA
PALERMO - "Berlusconi? Stiamo insistendo perché venga". Aspettando Silvio, Angelino Alfano cerca riparo nel granaio siciliano. La figura del Cavaliere resta sullo sfondo, come Godot: il coordinatore la attende nella sua Sicilia ma nessuno è in grado di dire se davvero si farà vedere prima del voto del 28 ottobre. Tutti sanno, però, che stavolta Berlusconi non scenderà a miracol mostrare come tante volte, dal 1994 in poi, da quando la Fiera del Mediterraneo di Palermo si riempì di settemila fan per salutare la sua discesa in campo e ci fu chi fece ricorso a inviti falsi per non disertare l'evento.
Non è più tempo di trionfi, in archivio il 61 a 0 datato 2001 ma anche il 48 per cento del 2008. Il Pdl, oggi, gioca una partita del tutto diversa nell'Isola: quella della sopravvivenza, almeno con le insegne attuali. Sotto la linea dello Stretto da qualche tempo nessuno, fra i dirigenti ex forzisti, ci mette più la faccia: e ora tutte le fiches sono puntate su Nello Musumeci, uomo della Destra di Storace, già sottosegretario di Berlusconi. Attorno a lui c’è quasi tutto il vecchio centrodestra, il Pdl più gli ex cuffariani di "Cantiere popolare" condotti da Saverio Romano: che questa formula un tempo vincente si trasformi in un elisir di lunga vita per il Cavaliere? Difficile. Sia perché qui più che altrove il Pdl soffre la concorrenza di ribelli ed ex alleati (dai finiani a Lombardo) che si sono uniti nel sostegno a Gianfranco Miccichè. Sia perché l'Udc di Casini, con cui Alfano tenta di dialogare, si è messo insieme al Pd e appoggia Rosario Crocetta, oggi il concorrente numero uno di Musumeci. I sondaggi dicono che Musumeci è indietro a Palermo ma potrebbe far valere la sua forza nella Sicilia orientale. Chissà se il Cavaliere, in questo scenario incerto, farà cucù nell'Isola.
Di certo, non può che guardare con interesse al voto siciliano che precede le elezioni in Lazio e Lombardia, e le Politiche. E ancora più interessato, se possibile, è lo scudiero Angelino Alfano, che nella "sua" Sicilia si gioca buona parte del suo futuro politico: qualora l'esito elettorale nell’Isola dovesse essere positivo l’ex Guardasigilli potrebbe rilanciare il Pdl, non lasciando che finisca per essere una sorta di "bad company" alla deriva. Il coordinatore, da un successo isolano, potrebbe trarre lo spunto per rafforzare la leadership e lanciare la sua candidatura a premier. "Siamo certi - dice il coordinatore siciliano Giuseppe Castiglione - che una vittoria ridarà forza al progetto di Alfano e a quella classe dirigente che crede a candidature pulite e all'etica come valore fondante".
In realtà, non è che l'operazione liste pulite - sbandierata alla vigilia della campagna elettorale - sia riuscita benissimo al Pdl, che nella coalizione pro-Musumeci vanta una decina fra condannati e indagati. "Dobbiamo fare il pane con la farina che abbiamo", ha detto il candidato governatore correndo da un lato all'altro dell'Isola.
Anche Musumeci è consapevole che molto, del suo risultato finale, dipenderà dalla forza residua dell'ex armata berlusconiana: "Il Pdl sarà primo partito e supererà il 20 per cento", lo rassicura Castiglione. "Se va oltre il 15 può salire a piedi al Santuario di Rosalia", ribatte Micciché. Ce n'è abbastanza per disegnare la Sicilia, ancora una volta, come laboratorio di futuri processi politici. "Quello siciliano non sarà un test nazionale ma un'ottima prova per la ricostruzione del centrodestra", tenta di minimizzare Alfano, che pure non ha lesinato energie nel fare le liste, invitando a spendersi persino i due eurodeputati del Pdl, La Via e Iacolino. Al crocevia siciliano il destino del Pdl e di questo vecchio-nuovo centrodestra che si appoggia al Sud su Romano e Adolfo Urso, coordinatore della lista Musumeci.
Ma Alfano non chiude del tutto le porte all'Udc, a sentire ciò che rivela un big pidiellino in Sicilia quale il presidente dell'Ars Francesco Cascio: "Se Musumeci vincesse e non avesse una maggioranza, non sarebbe da escludere un accordo con i moderati che oggi sostengono Monti. E' un'idea che piace ad Angelino". Così, fra paure e alchimie, va in scena l'ultima difesa della roccaforte sicula. Aspettando Godot. Cioè Berlusconi.
(20 ottobre 2012)
http://palermo.repubblica.it/elezioni/r ... ef=HREC1-1
Re: From Sicily with love
da il post ( le percentuali sono dell'11 ottobre )
Le elezioni in Sicilia per la votazione diretta del presidente della regione e dei deputati all’Assemblea regionale (ARS) si terranno domenica 28 ottobre, in anticipo sulla scadenza naturale dell’attuale legislatura, prevista ad aprile dell’anno prossimo. In Sicilia si vota in anticipo dopo le dimissioni del 31 luglio scorso di Raffaele Lombardo, eletto presidente della regione nell’aprile del 2008 e indagato dal 2010 per concorso esterno in associazione mafiosa.
Le candidature definitive alla presidenza e le liste per l’Assemblea sono state depositate lo scorso 28 settembre. Secondo quanto pubblicato dalla Gazzetta ufficiale, i candidati alla presidenza sono dieci e le liste per l’ARS sono venti. Nell’ultimo sondaggio condotto da Datamonitor, che risale all’11 ottobre, risulta che il 44,1 per cento degli intervistati è indeciso o ha dichiarato che non voterà per il presidente. La percentuale supera il 48 per cento nel caso delle liste. I dati più significativi riguardano comunque due candidati: Rosario Crocetta, dato al 30,5 per cento, e Nello Musumeci, dato al 33 per cento.
Rosario Crocetta
Crocetta è il candidato del centrosinistra, sostenuto da PD, UdC e ApI. Sindaco di Gela per il centrosinistra dal 2002, confermato nel 2007, primo sindaco italiano dichiaratamente omosessuale, dopo un passato nei Comunisti italiani ha aderito al PD nel 2008 ed è stato eletto al Parlamento europeo nel 2009. Ha dichiarato di voler aprire al centro la coalizione e molti lo hanno criticato per questa scelta che darebbe “continuità” alle giunte Cuffaro e Lombardo, accusate di collusioni e di scarso impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Crocetta ha dichiarato che se venisse eletto il suo primo assessore sarebbe Lucia Borsellino, figlia del giudice Paolo, dirigente dell’assessorato alla Salute della regione Sicilia.
Nello Musumeci e Gianfranco Miccichè
Il centrodestra ha espresso due candidati. Il primo, oggi in vantaggio nei sondaggi, è Nello Musumeci, fino a un mese fa sostenuto anche dal secondo candidato, Gianfranco Micciché, già presidente della provincia di Catania e parlamentare europeo. Musumeci, ex MSI e AN, è sostenuto da una lista che porta il suo nome, dal PdL e dalla Destra di Francesco Storace (movimento di cui è tra i fondatori).
Gianfranco Miccichè, 58 anni, potente politico palermitano ex Forza Italia (è stato anche a lungo manager di Publitalia), è il leader della federazione Grande Sud, nata dall’unione di Forza del Sud, Noi Sud – Libertà e autonomia e Io Sud. Miccichè è parlamentare dal 1994 e ha ricoperto diversi incarichi nei governi Berlusconi. Attualmente è terzo nei sondaggi, con il 17 per cento delle preferenze.
Raffaele Lombardo, il governatore uscente, ha annunciato il suo ritiro dalla politica. Il suo partito – cioè il Movimento per l’Autonomia, che ha cambiato nome in Partito dei Siciliani – ha dato il proprio appoggio a Micciché. Tra i candidati all’Assemblea regionale siciliana, a sostegno di Micciché, c’è anche il figlio di Raffaele, Toti Lombardo. Il PdL ha denunciato la presenza di persone considerate vicine a Lombardo anche nelle liste a sostegno di Rosario Crocetta, dicendo che esiste un accordo per far perdere il centrodestra e far alleare dopo il voto Crocetta e Micciché (contratti in “CrocChé” in un popolare manifesto affisso in questi giorni).
Gianfranco Fini, durante il suo giro elettorale in Sicilia, ha dichiarato il proprio sostegno a Miccichè: «FlI è impegnato in Sicilia per fare ottenere un buon risultato elettorale al partito ed è convintamente schierato a sostegno della candidatura di Gianfranco Micciché a governatore». Avendo sostenuto Lombardo nella fase finale della scorsa legislatura, FlI avrebbe dovuto stare dalla parte di Musumeci: ma questo avrebbe significato stare dalla parte di Storace, leader del partito di Musumeci, e anche dalla parte del PdL di Berlusconi e Alfano. Per questo Fini ha spiegato: «Come si dice, tra i due litiganti il terzo gode. Ragione per cui sono ottimista per l’esito del voto».
Giancarlo Cancelleri
Il candidato del Movimento 5 Stelle è quarto nei sondaggi (7,5 per cento), ha 38 anni, è geometra e attivista. Beppe Grillo si trova da 17 giorni in Sicilia per sostenere la sua campagna elettorale. Nel programma di Cancelleri, oltre ai tagli dei costi della politica, all’abbassamento dello stipendio dei consiglieri regionali e alla corretta gestione dei rifiuti, si chiede l’autonomia: «Vogliamo l’autodeterminazione. Anche in campo economico. Abbiamo bisogno di reale autonomia nella legislatura: se siamo una regione speciale, non possiamo accettare le stesse regole che si applicano a livello europeo».
Giovanna Marano
Giovanna Marano ha 53 anni e come segretaria generale della FIOM siciliana dal 2003 ha seguito le più importanti vertenze sindacali della regione, compresa quella della FIAT di Termini Imerese. Scaduto il mandato, è stata eletta il 7 luglio 2012 presidente del comitato centrale della FIOM nazionale. Non è iscritta ad alcun partito ed è sostenuta da IdV-SeL-Federazione della Sinistra-Verdi (riunita intorno alla sigla “Libera Sicilia“) dopo che Claudio Fava, giornalista e scrittore, ex deputato ed eurodeputato, si è ritirato, visto che non era in possesso dei requisiti necessari alla candidatura (ha spostato la sua residenza da Roma alla Sicilia con cinque giorni di ritardo rispetto ai termini previsti dalla legge). Giovanna Marano è quinta nei sondaggi, al 6,5 per cento.
Gli altri
Gli altri candidati, secondo gli ultimi sondaggi, non superano il 2 per cento delle preferenze. Ci sono Giacomo di Leo (del Partito comunista dei lavoratori); Lucia Pinsone, 52 anni, insegnante di matematica di Capo d’Orlando che si presenta con il Movimento Politico VOI-Volontari per l’Italia, nato nel febbraio scorso; Gaspare Sturzo, magistrato, candidato della lista Sturzo Presidente; Mariano Ferro del Popolo dei Forconi e Cateno De Luca, il cui slogan è “per dare una spallata definitiva al sistema clientelare affaristico che ha messo in ginocchio la Sicilia”. De Luca, che è anche sindaco di Santa Teresa Riva, è stato arrestato nel 2011, poi scarcerato su ordine della Cassazione. Attualmente è sotto processo per tentata concussione e abuso d’ufficio.
La campagna elettorale
Il quadro della situazione politica siciliana è molto contorto. Oltre al sostegno dei diversi partiti ai vari candidati (sul quale ha influito il funzionamento della legge elettorale siciliana, che prevede uno sbarramento del 5 per cento per tutte le liste e che ha rappresentato un problema per Futuro e Libertà, per l’Italia dei Valori e per altri partiti minori), si sono verificati casi di doppie candidature, di querele (quella per diffamazione di Musumeci per Crocetta) e di presunti casi di abusi elettorali. Dopo il voto, lo scrutinio inizierà alle ore 8 di lunedì 29 ottobre. I primi risultati dovrebbero arrivare in serata.
link per il CrocChè
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 3766.shtml
Le elezioni in Sicilia per la votazione diretta del presidente della regione e dei deputati all’Assemblea regionale (ARS) si terranno domenica 28 ottobre, in anticipo sulla scadenza naturale dell’attuale legislatura, prevista ad aprile dell’anno prossimo. In Sicilia si vota in anticipo dopo le dimissioni del 31 luglio scorso di Raffaele Lombardo, eletto presidente della regione nell’aprile del 2008 e indagato dal 2010 per concorso esterno in associazione mafiosa.
Le candidature definitive alla presidenza e le liste per l’Assemblea sono state depositate lo scorso 28 settembre. Secondo quanto pubblicato dalla Gazzetta ufficiale, i candidati alla presidenza sono dieci e le liste per l’ARS sono venti. Nell’ultimo sondaggio condotto da Datamonitor, che risale all’11 ottobre, risulta che il 44,1 per cento degli intervistati è indeciso o ha dichiarato che non voterà per il presidente. La percentuale supera il 48 per cento nel caso delle liste. I dati più significativi riguardano comunque due candidati: Rosario Crocetta, dato al 30,5 per cento, e Nello Musumeci, dato al 33 per cento.
Rosario Crocetta
Crocetta è il candidato del centrosinistra, sostenuto da PD, UdC e ApI. Sindaco di Gela per il centrosinistra dal 2002, confermato nel 2007, primo sindaco italiano dichiaratamente omosessuale, dopo un passato nei Comunisti italiani ha aderito al PD nel 2008 ed è stato eletto al Parlamento europeo nel 2009. Ha dichiarato di voler aprire al centro la coalizione e molti lo hanno criticato per questa scelta che darebbe “continuità” alle giunte Cuffaro e Lombardo, accusate di collusioni e di scarso impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Crocetta ha dichiarato che se venisse eletto il suo primo assessore sarebbe Lucia Borsellino, figlia del giudice Paolo, dirigente dell’assessorato alla Salute della regione Sicilia.
Nello Musumeci e Gianfranco Miccichè
Il centrodestra ha espresso due candidati. Il primo, oggi in vantaggio nei sondaggi, è Nello Musumeci, fino a un mese fa sostenuto anche dal secondo candidato, Gianfranco Micciché, già presidente della provincia di Catania e parlamentare europeo. Musumeci, ex MSI e AN, è sostenuto da una lista che porta il suo nome, dal PdL e dalla Destra di Francesco Storace (movimento di cui è tra i fondatori).
Gianfranco Miccichè, 58 anni, potente politico palermitano ex Forza Italia (è stato anche a lungo manager di Publitalia), è il leader della federazione Grande Sud, nata dall’unione di Forza del Sud, Noi Sud – Libertà e autonomia e Io Sud. Miccichè è parlamentare dal 1994 e ha ricoperto diversi incarichi nei governi Berlusconi. Attualmente è terzo nei sondaggi, con il 17 per cento delle preferenze.
Raffaele Lombardo, il governatore uscente, ha annunciato il suo ritiro dalla politica. Il suo partito – cioè il Movimento per l’Autonomia, che ha cambiato nome in Partito dei Siciliani – ha dato il proprio appoggio a Micciché. Tra i candidati all’Assemblea regionale siciliana, a sostegno di Micciché, c’è anche il figlio di Raffaele, Toti Lombardo. Il PdL ha denunciato la presenza di persone considerate vicine a Lombardo anche nelle liste a sostegno di Rosario Crocetta, dicendo che esiste un accordo per far perdere il centrodestra e far alleare dopo il voto Crocetta e Micciché (contratti in “CrocChé” in un popolare manifesto affisso in questi giorni).
Gianfranco Fini, durante il suo giro elettorale in Sicilia, ha dichiarato il proprio sostegno a Miccichè: «FlI è impegnato in Sicilia per fare ottenere un buon risultato elettorale al partito ed è convintamente schierato a sostegno della candidatura di Gianfranco Micciché a governatore». Avendo sostenuto Lombardo nella fase finale della scorsa legislatura, FlI avrebbe dovuto stare dalla parte di Musumeci: ma questo avrebbe significato stare dalla parte di Storace, leader del partito di Musumeci, e anche dalla parte del PdL di Berlusconi e Alfano. Per questo Fini ha spiegato: «Come si dice, tra i due litiganti il terzo gode. Ragione per cui sono ottimista per l’esito del voto».
Giancarlo Cancelleri
Il candidato del Movimento 5 Stelle è quarto nei sondaggi (7,5 per cento), ha 38 anni, è geometra e attivista. Beppe Grillo si trova da 17 giorni in Sicilia per sostenere la sua campagna elettorale. Nel programma di Cancelleri, oltre ai tagli dei costi della politica, all’abbassamento dello stipendio dei consiglieri regionali e alla corretta gestione dei rifiuti, si chiede l’autonomia: «Vogliamo l’autodeterminazione. Anche in campo economico. Abbiamo bisogno di reale autonomia nella legislatura: se siamo una regione speciale, non possiamo accettare le stesse regole che si applicano a livello europeo».
Giovanna Marano
Giovanna Marano ha 53 anni e come segretaria generale della FIOM siciliana dal 2003 ha seguito le più importanti vertenze sindacali della regione, compresa quella della FIAT di Termini Imerese. Scaduto il mandato, è stata eletta il 7 luglio 2012 presidente del comitato centrale della FIOM nazionale. Non è iscritta ad alcun partito ed è sostenuta da IdV-SeL-Federazione della Sinistra-Verdi (riunita intorno alla sigla “Libera Sicilia“) dopo che Claudio Fava, giornalista e scrittore, ex deputato ed eurodeputato, si è ritirato, visto che non era in possesso dei requisiti necessari alla candidatura (ha spostato la sua residenza da Roma alla Sicilia con cinque giorni di ritardo rispetto ai termini previsti dalla legge). Giovanna Marano è quinta nei sondaggi, al 6,5 per cento.
Gli altri
Gli altri candidati, secondo gli ultimi sondaggi, non superano il 2 per cento delle preferenze. Ci sono Giacomo di Leo (del Partito comunista dei lavoratori); Lucia Pinsone, 52 anni, insegnante di matematica di Capo d’Orlando che si presenta con il Movimento Politico VOI-Volontari per l’Italia, nato nel febbraio scorso; Gaspare Sturzo, magistrato, candidato della lista Sturzo Presidente; Mariano Ferro del Popolo dei Forconi e Cateno De Luca, il cui slogan è “per dare una spallata definitiva al sistema clientelare affaristico che ha messo in ginocchio la Sicilia”. De Luca, che è anche sindaco di Santa Teresa Riva, è stato arrestato nel 2011, poi scarcerato su ordine della Cassazione. Attualmente è sotto processo per tentata concussione e abuso d’ufficio.
La campagna elettorale
Il quadro della situazione politica siciliana è molto contorto. Oltre al sostegno dei diversi partiti ai vari candidati (sul quale ha influito il funzionamento della legge elettorale siciliana, che prevede uno sbarramento del 5 per cento per tutte le liste e che ha rappresentato un problema per Futuro e Libertà, per l’Italia dei Valori e per altri partiti minori), si sono verificati casi di doppie candidature, di querele (quella per diffamazione di Musumeci per Crocetta) e di presunti casi di abusi elettorali. Dopo il voto, lo scrutinio inizierà alle ore 8 di lunedì 29 ottobre. I primi risultati dovrebbero arrivare in serata.
link per il CrocChè
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 3766.shtml
Re: From Sicily with love
Questa è la Sicilia che va al voto
Domenica prossima in Sicilia si vota il futuro presidente della Regione. Chiunque vincerà dovrà sobbarcarsi una regione sull'orlo del default. - Claudia Di Pasquale
Riuscirà il prossimo presidente della regione a salvare la Sicilia?
Secondo la Corte dei Conti il debito a fine anno toccherà i 6 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere i debiti delle società partecipate e quelli degli Ato rifiuti. Intanto le entrate nel 2011 sono crollate del 13%. Le spese invece, in base ai rendiconti, sono sempre cresciute, passando dai 14,8 miliardi di euro del 2002 ai 19 miliardi e mezzo del 2011.
Sono spese che difficilmente è possibile tagliare, molte infatti sono obbligatorie perché legate al pagamento delle spese correnti e del personale.
Solo pochi giorni fa l'assessore regionale al bilancio Gaetano Armao intervistato da Livesicilia ha dichiarato che se non si riducono in modo drastico le spese e senza una deroga al patto di stabilità la Sicilia andrà in default nel 2014.
Guarda la puntata di Report andata in onda il 21 ottobre 2012 "Election test"
Claudia Di Pasquale
info@reportime.it
24 ottobre 2012 (modifica il 25 ottobre 2012)
Domenica prossima in Sicilia si vota il futuro presidente della Regione. Chiunque vincerà dovrà sobbarcarsi una regione sull'orlo del default. - Claudia Di Pasquale
Riuscirà il prossimo presidente della regione a salvare la Sicilia?
Secondo la Corte dei Conti il debito a fine anno toccherà i 6 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere i debiti delle società partecipate e quelli degli Ato rifiuti. Intanto le entrate nel 2011 sono crollate del 13%. Le spese invece, in base ai rendiconti, sono sempre cresciute, passando dai 14,8 miliardi di euro del 2002 ai 19 miliardi e mezzo del 2011.
Sono spese che difficilmente è possibile tagliare, molte infatti sono obbligatorie perché legate al pagamento delle spese correnti e del personale.
Solo pochi giorni fa l'assessore regionale al bilancio Gaetano Armao intervistato da Livesicilia ha dichiarato che se non si riducono in modo drastico le spese e senza una deroga al patto di stabilità la Sicilia andrà in default nel 2014.
Guarda la puntata di Report andata in onda il 21 ottobre 2012 "Election test"
Claudia Di Pasquale
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24 ottobre 2012 (modifica il 25 ottobre 2012)
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