quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Renzi ricordiamoci le votazioni Fiat era tutto per Marchionnecome Fassino.Ora ha cambiato idea visto gli investimenti fatti in Italia.
Abbiamo contribuito ad una guerra Ex jugoslavia con D'Alema a capo,cosa ne hanno ricavato i cittadini Italiani?
Abbiamo ottenuto che la Fiat ed altre aziende Italiane hanno delocalizzato in Serbia ecc....
A noi sono toccate le tasse, e soldati morti per l'uranio impoverito, invalidi ecc....che pagheremo le loro pensioni a vita.
Ma....................
Ciao
Paolo11
Abbiamo contribuito ad una guerra Ex jugoslavia con D'Alema a capo,cosa ne hanno ricavato i cittadini Italiani?
Abbiamo ottenuto che la Fiat ed altre aziende Italiane hanno delocalizzato in Serbia ecc....
A noi sono toccate le tasse, e soldati morti per l'uranio impoverito, invalidi ecc....che pagheremo le loro pensioni a vita.
Ma....................
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Paolo11
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Re: quo vadis PD ????
Joblack ha scritto:Cari amici,
Non spenderò una parola per D'Alema .... sotto la sua PdC gli americani si lanciarono dalle basi italiane per bombardare la serbia e il kossovo buttando le famigerate bombe a grappolo e proiettili all'uranio impoverito.
Non spenderò una parola sul pro-Monti alla PdR al quale preferisco di gran lunga Zagrebelski presidente di Liberta e Giustizia.
Su Renzi invece sono nettamente contrario e non capisco quale "nuovo" questi rappresenti. L'ho visto di persona sul palco ad appoggiare, sotto la regia di Giorgio Gori, un candidato (Faraone) alle primarie di Palermo poi vinte con truffa da Ferrandelli.
Fu un puro show, con assenza di contenuti di sinistra.
Io sono referendario per l'abolizione della modifica all'art.18 voluto da Monti, e quando sento Renzi che dice che è d'accordo con l'art.18 riformato mi viene l'orticaria.
Per la sinistra è meglio perdere che vincere con questo "fenomeno da baraccone".
Bye
Pretendere che una rana voli come l’aquila, che una tartaruga scenda in pista a Longchamp con un fantino in groppa e pretendere che vinca contro i cavalli da corsa purosangue, che l’acqua salga da valle a monte, è pretendere un po’ troppo.
Renzi è un uomo di destra, anche se tenta la narrazione che ha fatto più cose di sinistra lui che Vendola.
Le affinità elettive attraggono i simili. Non è una caso se Renzi piace alla destra. Da buon “figlio di Androcchia”, il velenoso caimano ha dichiarato che Renzi porta avanti le loro idee. In parte la sparata del disperato serviva a scompaginare il campo avverso, ma in parte ci crede, a lui Renzi piace veramente.
Come non è un caso che l’ex ministro Rotondi, il depositario del vecchio marchio della Dc si sia così espresso:
“ IL PDL E’ CON LUI”
Rimescolamento allo
stato puro. L’ex
ministro Rotondi
su Twitter: “Il
centrodestra non è
sparito. E’ con Matteo”.
IFQ - venerdì 19 ottobre 2012 - Pagina 3
Una vera dichiarazione d’amore.
Renzi a me serve quel tanto che riesce a far saltare le poltrone dei vecchi dinosauri e non solo. Deve saltare il banco perché un intera direzione politica che pensa solo alla sua poltrona tiene prigioniera una base del 26 % di 21 milioni di elettori (la parte votante).
Ovviamente non saranno tutti di sinistra, ma la maggioranza si, visto che Rutelli, Binetti, Carra e Lusetti non hanno inciso per niente quando sono passati con monsignor Casini, che adesso li ha tutti sul groppone ed è sempre in crisi nera di consensi.
E’ un po’ come quando gli americani si sono uniti ai russi per far fuori i nazifascisti. La sinistra deve tornare sinistra e la destra destra inutile tirare a campare in un fallimento se gli ex Dc vogliono tornare con monsignor Casini. E’ un loro diritto, è giusto che finita la diaspora dei cattolici tornino nella casa di Casini.
Ma questo non devono farlo ingannando la base di sinistra del Piddì che non ne può più di questa paralisi politica.
Re: quo vadis PD ????
Luca Sofri. Il post.it
Straw man!
Pubblicato il 19 ottobre 2012 da Luca
Che cos’è lo “straw man argument” ( o “straw man fallacy”) andrebbe spiegato ogni giorno, quindi mi permetto di farlo di nuovo malgrado qui se ne sia già parlato altre volte: andrebbe spiegato ogni giorno perché gli americani gli hanno dato un nome che da noi non c’è, e perché è un elemento centrale degli inganni dialettici contemporanei, nella politica e nel discorso quotidiano (che inganni ne conoscono moltissimi, ci vorrebbe un buon manuale).
Uno “straw man argument” è una tesi che una parte in una discussione attribuisce all’altra parte, malgrado quest’ultima non l’abbia sostenuta: la tesi è una forzatura volutamente e palesemente assurda, sciocca o falsa, in modo da essere facilmente contraddetta. Esempio: io dico che bisogna abolire la caccia e tu mi rispondi che sono un pazzo perché se i bambini non mangiano mai carne non crescono sani. Io non ho mai sostenuto che i bambini non debbano mangiare la carne, ma tu mi hai attribuito questa opinione e io ora dovrò affannarmi a dire che non è vero, ripartendo da un passo indietro.
Questo trucco è abusatissimo, come dicevo e come avrete presente, e funziona sempre: costringe l’ingannato a una smentita che suona sempre debole, o irritata (e lì parte un altro trucco da bambini: “ah, ti irriti, allora è vero!”). Che gli abbiano dato un nome è una cosa buona perché permette, una volta che sia noto e condiviso, di definirlo e smontarlo immediatamente: “straw man!“. Un caso particolarmente frequente che merita il timbro “straw man!” di questi tempi (in realtà ho già provato a parlare pure di questo) è la tesi attribuita – a chi chiede rinnovamento nella politica italiana e in generale nelle classi dirigenti – di volere invece banalmente “eliminare i vecchi e far posto ai giovani”: una schematica sostituzione basata sull’età. Che solo uno scemo sosterrebbe, in questi termini (un effetto accessorio e ulteriormente sgradevole di molti straw man arguments è che implicano che chi ne fa uso pensi di essere l’unico intelligentissimo e/o che l’interlocutore sia cretino).
E così, mostrando ogni volta dei facili e ovvi esempi di giovani cretini e vecchi saggi e capaci, gli utilizzatori dello SMA pensano di smontare le proposte di ricambio e rinnovamento. Naturalmente, qua stiamo dicendo tutti un’altra cosa: stiamo dicendo che vanno sostituite le persone che si siano mostrate inadeguate o perdenti in certi ruoli, come quando si cambia un allenatore, per quanto stimabile sia. E che per come si è fossilizzata la politica italiana, i dirigenti sono spesso piuttosto maturi e quindi si dà il caso che la maggior parte di coloro a cui si chiede spostarsi non sia giovanissima, e che la gran parte di chi ha partecipato al percorso che ci ha portati dove siamo oggi – favorendolo o cercando invano di contrastarlo – sia inevitabilmente da definire sconfitta o inadeguata alla costruzione di un diverso domani.
Certo, io penso ancora che – a parità di altre qualità; ripeto: a parità di altre qualità – una persona di trent’anni abbia maggiore percezione del presente e della realtà corrente, e maggiore interesse e attenzione al futuro, di una di sessanta o settanta. Ma solo a parità di altre qualità. Ma soprattutto, penso, e chiedo sia discusso questo, che squadra che perde si cambia. E su questo fu chiarissimo lo stesso Matteo Renzi, già due anni fa.
“Non ho nulla di personale contro D’Alema, Bindi, Veltroni e gli altri: ma non ce l’hanno fatta”
Se i contestatori di questa richiesta di ricambio vogliono obiettare a questa considerazione, sono benvenuti. Se non sono in grado, non si attacchino allo straw man dell’età.
Straw man!
Pubblicato il 19 ottobre 2012 da Luca
Che cos’è lo “straw man argument” ( o “straw man fallacy”) andrebbe spiegato ogni giorno, quindi mi permetto di farlo di nuovo malgrado qui se ne sia già parlato altre volte: andrebbe spiegato ogni giorno perché gli americani gli hanno dato un nome che da noi non c’è, e perché è un elemento centrale degli inganni dialettici contemporanei, nella politica e nel discorso quotidiano (che inganni ne conoscono moltissimi, ci vorrebbe un buon manuale).
Uno “straw man argument” è una tesi che una parte in una discussione attribuisce all’altra parte, malgrado quest’ultima non l’abbia sostenuta: la tesi è una forzatura volutamente e palesemente assurda, sciocca o falsa, in modo da essere facilmente contraddetta. Esempio: io dico che bisogna abolire la caccia e tu mi rispondi che sono un pazzo perché se i bambini non mangiano mai carne non crescono sani. Io non ho mai sostenuto che i bambini non debbano mangiare la carne, ma tu mi hai attribuito questa opinione e io ora dovrò affannarmi a dire che non è vero, ripartendo da un passo indietro.
Questo trucco è abusatissimo, come dicevo e come avrete presente, e funziona sempre: costringe l’ingannato a una smentita che suona sempre debole, o irritata (e lì parte un altro trucco da bambini: “ah, ti irriti, allora è vero!”). Che gli abbiano dato un nome è una cosa buona perché permette, una volta che sia noto e condiviso, di definirlo e smontarlo immediatamente: “straw man!“. Un caso particolarmente frequente che merita il timbro “straw man!” di questi tempi (in realtà ho già provato a parlare pure di questo) è la tesi attribuita – a chi chiede rinnovamento nella politica italiana e in generale nelle classi dirigenti – di volere invece banalmente “eliminare i vecchi e far posto ai giovani”: una schematica sostituzione basata sull’età. Che solo uno scemo sosterrebbe, in questi termini (un effetto accessorio e ulteriormente sgradevole di molti straw man arguments è che implicano che chi ne fa uso pensi di essere l’unico intelligentissimo e/o che l’interlocutore sia cretino).
E così, mostrando ogni volta dei facili e ovvi esempi di giovani cretini e vecchi saggi e capaci, gli utilizzatori dello SMA pensano di smontare le proposte di ricambio e rinnovamento. Naturalmente, qua stiamo dicendo tutti un’altra cosa: stiamo dicendo che vanno sostituite le persone che si siano mostrate inadeguate o perdenti in certi ruoli, come quando si cambia un allenatore, per quanto stimabile sia. E che per come si è fossilizzata la politica italiana, i dirigenti sono spesso piuttosto maturi e quindi si dà il caso che la maggior parte di coloro a cui si chiede spostarsi non sia giovanissima, e che la gran parte di chi ha partecipato al percorso che ci ha portati dove siamo oggi – favorendolo o cercando invano di contrastarlo – sia inevitabilmente da definire sconfitta o inadeguata alla costruzione di un diverso domani.
Certo, io penso ancora che – a parità di altre qualità; ripeto: a parità di altre qualità – una persona di trent’anni abbia maggiore percezione del presente e della realtà corrente, e maggiore interesse e attenzione al futuro, di una di sessanta o settanta. Ma solo a parità di altre qualità. Ma soprattutto, penso, e chiedo sia discusso questo, che squadra che perde si cambia. E su questo fu chiarissimo lo stesso Matteo Renzi, già due anni fa.
“Non ho nulla di personale contro D’Alema, Bindi, Veltroni e gli altri: ma non ce l’hanno fatta”
Se i contestatori di questa richiesta di ricambio vogliono obiettare a questa considerazione, sono benvenuti. Se non sono in grado, non si attacchino allo straw man dell’età.
Re: quo vadis PD ????
Eccone un altro che ha capito tutto.
Franceschini: "Ma D'Alema e Veltroni vanno ringraziati, non rottamati hanno battuto il Cavaliere"
Intervista a Dario Franceschini di Umberto Rosso - La Repubblica
di Dario Franceschini, pubblicato il 22 ottobre 2012 , 67 letture
«Adesso che, con grande intelligenza politica, Veltroni e D'Alema hanno compiuto il passo indietro, vorrei che il nostro popolo, il nostro elettorato, gli dicesse: grazie per quel che avete fatto. E invece sembra che siano quasi colpevoli, responsabili. Ma di che cosa? Qual è l'accusa? La loro generazione politica, quella dal '95 ad oggi, non ha fallito. Tutt'altro».
Un'accorata difesa, onorevole Franceschini. Ma non vede proprio limiti e errori nella lunga stagione segnata da Veltroni e D'Alema?
«Ma è ovvio che di errori ne sono stati commessi. La lista è lunga, la conosco bene e del resto la sento ricordare ogni giorno. Quel che non sento invece è il riconoscimento in positivo, il dar merito di ciò che hanno rappresentato, fino all'epilogo: se abbiamo fronteggiato negli anni e poi sconfitto Berlusconi, in Parlamento, senza scenari da Caimano che pure molti temevano, è stato grazie a questa generazione. Tutta. Veltroni, D'Alema, Prodi, Parisi, Castagnetti, Fassino, Marini, Rutelli...».
Una difesa d'ufficio dei politici del centrosinistra?
«Ecco, temevo di incorrere in questo rischio. E confesso che mi era stata sconsigliata un'intervista che, di questi tempi, va pericolosamente controcorrente, Ma sento il dovere politico, morale di reagire ad un clima di intolleranza, al trattamento che stanno subendo due persone che hanno fatto la storia del centrosinistra, con ruoli decisivi nel governo e nei partiti. Mi rivolgo ai nostri elettori. Attenzione a non scambiare rinnovamento e rottamazione, a non confondere la giusta, generazionale necessità di ricambio con l'aggressione e il disconoscimento dei meriti».
Pensa che Veltroni e D'Alema dovrebbero fare marcia indietro nell'addio al Parlamento?
«Non dico questo, la scelta è fatta. Dico che dobbiamo rivendicare con orgoglio le tante cose importati che ci hanno consegnato. I leader del centrosinistra hanno combattuto quasi a mani nude contro Berlusconi, ovvero la più potente, ricca, feroce macchina del consenso in Europa. Nessun altro leader europeo avrebbe vinto in quelle condizioni. E in nessun altro paese i capi riformisti hanno dovuto fare i conti, come noi in Italia, con lo strapotere mediatico di Berlusconi».
Però la legge sul conflitto di interessi il centrosinistra al governo non l'ha varata.
«Vero, è uno di quegli errori di cui dicevo prima, il rimprovero che sento rivolgerci più spesso. Ma in ogni caso non sarebbe stata la legge a tagliare le unghie al dominio berlusconiano. E, ciò nonostante, per due volte, grazie alla generazione di Veltroni e D'Alema, il Cavaliere è stato sconfitto, prima con l'Ulivo e poi con l'Unione. Pare che molti, ora, se ne siano dimenticati».
Governi autoaffondati però dai contrasti interni.
«Certo, la litigiosità, il grande guaio del centrosinistra. Ma i contrasti fra Blair e Gordon Brown mica hanno oscurato la stagione del New Labour e quelli fra Obama e la Clinton i meriti dei democratici. Però con quei nostri governi di centrosinistra l'Italia entrò nell'euro e cominciò il risanamento economico. Pagine straordinariamente positive che però vengono come rimosse e cancellate».
E come leader di partito?
«Promossi. In quindici anni, quella generazione politica ha guidato in porto un'operazione storica, riunendo in un'unica coalizione tutte le anime riformiste del Novecento: il battesimo prima dell'Ulivo e poi del Pd. Una svolta decisiva. E in cui Veltroni e D'Alema hanno poi avuto anche dei meriti specifici, personali».
Quali?
«Da Massimo D'Alema è arrivata la spinta fondamentale nel consegnare a Prodi la guida della coalizione nel '95, con la nascita dell'Ulivo e quindi la conquista del governo, scalzando Berlusconi. E Veltroni ha fatto nascere il Pd e lo ha portato al 33 per cento. Non dimentichiamolo. E con un po' di orgoglio collettivo del nostro popolo ripensiamo a quanta strada abbiamo compiuto. Senza accuse, recriminazioni. Perché quella di Walter e Massimo non è stata affatto una stagione politica da rottamare, ma da rivendicare. Il tempo e la storia lo dimostreranno».
Franceschini: "Ma D'Alema e Veltroni vanno ringraziati, non rottamati hanno battuto il Cavaliere"
Intervista a Dario Franceschini di Umberto Rosso - La Repubblica
di Dario Franceschini, pubblicato il 22 ottobre 2012 , 67 letture
«Adesso che, con grande intelligenza politica, Veltroni e D'Alema hanno compiuto il passo indietro, vorrei che il nostro popolo, il nostro elettorato, gli dicesse: grazie per quel che avete fatto. E invece sembra che siano quasi colpevoli, responsabili. Ma di che cosa? Qual è l'accusa? La loro generazione politica, quella dal '95 ad oggi, non ha fallito. Tutt'altro».
Un'accorata difesa, onorevole Franceschini. Ma non vede proprio limiti e errori nella lunga stagione segnata da Veltroni e D'Alema?
«Ma è ovvio che di errori ne sono stati commessi. La lista è lunga, la conosco bene e del resto la sento ricordare ogni giorno. Quel che non sento invece è il riconoscimento in positivo, il dar merito di ciò che hanno rappresentato, fino all'epilogo: se abbiamo fronteggiato negli anni e poi sconfitto Berlusconi, in Parlamento, senza scenari da Caimano che pure molti temevano, è stato grazie a questa generazione. Tutta. Veltroni, D'Alema, Prodi, Parisi, Castagnetti, Fassino, Marini, Rutelli...».
Una difesa d'ufficio dei politici del centrosinistra?
«Ecco, temevo di incorrere in questo rischio. E confesso che mi era stata sconsigliata un'intervista che, di questi tempi, va pericolosamente controcorrente, Ma sento il dovere politico, morale di reagire ad un clima di intolleranza, al trattamento che stanno subendo due persone che hanno fatto la storia del centrosinistra, con ruoli decisivi nel governo e nei partiti. Mi rivolgo ai nostri elettori. Attenzione a non scambiare rinnovamento e rottamazione, a non confondere la giusta, generazionale necessità di ricambio con l'aggressione e il disconoscimento dei meriti».
Pensa che Veltroni e D'Alema dovrebbero fare marcia indietro nell'addio al Parlamento?
«Non dico questo, la scelta è fatta. Dico che dobbiamo rivendicare con orgoglio le tante cose importati che ci hanno consegnato. I leader del centrosinistra hanno combattuto quasi a mani nude contro Berlusconi, ovvero la più potente, ricca, feroce macchina del consenso in Europa. Nessun altro leader europeo avrebbe vinto in quelle condizioni. E in nessun altro paese i capi riformisti hanno dovuto fare i conti, come noi in Italia, con lo strapotere mediatico di Berlusconi».
Però la legge sul conflitto di interessi il centrosinistra al governo non l'ha varata.
«Vero, è uno di quegli errori di cui dicevo prima, il rimprovero che sento rivolgerci più spesso. Ma in ogni caso non sarebbe stata la legge a tagliare le unghie al dominio berlusconiano. E, ciò nonostante, per due volte, grazie alla generazione di Veltroni e D'Alema, il Cavaliere è stato sconfitto, prima con l'Ulivo e poi con l'Unione. Pare che molti, ora, se ne siano dimenticati».
Governi autoaffondati però dai contrasti interni.
«Certo, la litigiosità, il grande guaio del centrosinistra. Ma i contrasti fra Blair e Gordon Brown mica hanno oscurato la stagione del New Labour e quelli fra Obama e la Clinton i meriti dei democratici. Però con quei nostri governi di centrosinistra l'Italia entrò nell'euro e cominciò il risanamento economico. Pagine straordinariamente positive che però vengono come rimosse e cancellate».
E come leader di partito?
«Promossi. In quindici anni, quella generazione politica ha guidato in porto un'operazione storica, riunendo in un'unica coalizione tutte le anime riformiste del Novecento: il battesimo prima dell'Ulivo e poi del Pd. Una svolta decisiva. E in cui Veltroni e D'Alema hanno poi avuto anche dei meriti specifici, personali».
Quali?
«Da Massimo D'Alema è arrivata la spinta fondamentale nel consegnare a Prodi la guida della coalizione nel '95, con la nascita dell'Ulivo e quindi la conquista del governo, scalzando Berlusconi. E Veltroni ha fatto nascere il Pd e lo ha portato al 33 per cento. Non dimentichiamolo. E con un po' di orgoglio collettivo del nostro popolo ripensiamo a quanta strada abbiamo compiuto. Senza accuse, recriminazioni. Perché quella di Walter e Massimo non è stata affatto una stagione politica da rottamare, ma da rivendicare. Il tempo e la storia lo dimostreranno».
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Re: quo vadis PD ????
Ecchedobbiamo dì??? Grazie Uolter, grazie duca conte marchese del Grillo, Max????
Ma poco poco, tomo tomo, cacchio caccio,....voi con "Il pulcino Pio" non c'avvete a che fà????
Il pulcino pio,Crozza
http://www.dailymotion.com/video/xugu1h ... ozza_music
Ma poco poco, tomo tomo, cacchio caccio,....voi con "Il pulcino Pio" non c'avvete a che fà????
Il pulcino pio,Crozza
http://www.dailymotion.com/video/xugu1h ... ozza_music
Re: quo vadis PD ????
no ma? ..in cosa consiste il "passo indietro" di D'Alema? a me non risulta niente del genere a parte una cervellotica arrampicata sugli specchi con minaccia finale.
Franceschini non arriva a capire ( e se non c'arriva è grave, e se fa finta di non arrivarci è ancora più grave) che i politici vanno ringraziati quando, dopo aver fatto bene il loro mandato, il dovere a cui il popolo li ha generosamente eletti , SE NE VANNO, tornano a fare i liberi professionisti, misurandosi col Paese/mercato del lavoro come chi li ha generosamente eletti.
invece dopo 20-25-e punte di 30 anni stanno tutti imboscati in posti chiave dove acchiappano stipendioni pagati da chi non li vota più, ma li deve lo stesso mantenere.
non è che il pulcino pio colpisce pure al nazareno obnubilando le coscienze?
( Crozza , che gran voce! )
Franceschini non arriva a capire ( e se non c'arriva è grave, e se fa finta di non arrivarci è ancora più grave) che i politici vanno ringraziati quando, dopo aver fatto bene il loro mandato, il dovere a cui il popolo li ha generosamente eletti , SE NE VANNO, tornano a fare i liberi professionisti, misurandosi col Paese/mercato del lavoro come chi li ha generosamente eletti.
invece dopo 20-25-e punte di 30 anni stanno tutti imboscati in posti chiave dove acchiappano stipendioni pagati da chi non li vota più, ma li deve lo stesso mantenere.
non è che il pulcino pio colpisce pure al nazareno obnubilando le coscienze?
( Crozza , che gran voce! )
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Re: quo vadis PD ????
Non ho mai dimenticato il socialista Premier francese tal Lionel Jospin che dopo aver perso le elezioni nel 2002 uscì definitivamente dalla vita politica attiva.
E' un esempio che D'Alema dovrebbe seguire.
Ma temo che egli avrà sicuramente la memoria corta.
Bye
E' un esempio che D'Alema dovrebbe seguire.
Ma temo che egli avrà sicuramente la memoria corta.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: quo vadis PD ????
1- BOMBE GIUDIZIARIE SULLE PRIMARIE DI BERSANI: DALLA SEGRETARIA INDAGATA A BOLOGNA ALL’ARRESTO DELL’ARCHITETTO SARNO, COLLETTORE DI TANGENTI DEL SISTEMA PENATI -
2- PRIME INCERTEZZE DELLO STAFF DEL SEGRETARIO SULLA PRESUNTA TRUFFA DELLA SEGRETARIA PAGATA DALLA REGIONE EMILIA PER LAVORARE AL PD: “E’ UNA STORIA USCITA ALLE PRIMARIE 2009”. MA L’ESPOSTO PRESENTATO DAL FINIANO RAISI È DI MARZO 2010 -
3- PIÙ CHE DA BOLOGNA, I PENSIERI PER I BERSANIANI ARRIVANO DA MILANO: SARNO SI SAREBBE FATTO PAGARE PARCELLE STELLARI DAGLI IMPRENDITORI PER UNGERE POLITICI DI CENTROSINISTRA E FUNZIONARI PUBBLICI: TUTTI IN NOMI IN UNA “CHIAVETTA” USB -
4- TE LE DO IO LE CAYMAN E L’HEDGE FUND DI DAVIDE SERRA! L’EDITORE DELL’UNITÀ MIAN: “LA QUOTA DEL GIORNALE PAGATA COI SOLDI SCUDATI, NE PARLAI IN PRIVATO CON BERSANI” - 5-PRIMARIE INQUINATE? I FASCISTI DI CASAPOUND ANNUNCIANO CHE VOTERANNO PER BERSANI - -
1 - PD:STAFF BERSANI,SU VERONESI STORIA USCITA IN PRIMARIE 2009...
(ANSA) - ''Ogni volta che ci sono le primarie esce questa storia della segretaria di Bersani''. Dallo staff del segretario del Pd reagiscono cosi' alla notizia che la storica segretaria di Bersani Zoia Veronesi e' indagata per truffa ai danni della Regione Emilia Romagna. Nel 2009, spiegano i collaboratori del leader Pd, durante la corsa di Bersani per le primarie alla segreteria, usci' la notizia dell'esposto di Enzo Raisi contro Veronesi sostenendo che, dopo aver terminato l'esperienza al ministero dello Sviluppo, per Veronesi si creo' un incarico ad hoc per lei da parte della Regione per cui lavorava, che le consentisse di continuare a seguire a Roma l'attivita' del segretario del Pd ed ex presidente della Regione. Dopo la vittoria di Bersani alle primarie, aggiungono dallo staff di Bersani, Veronesi si e' poi dimessa dall'incarico in Regione.
2 - PD: RAISI (FLI), INCHIESTA SU VERONESI NASCE DA MIO ESPOSTO, HO FATTO MIO DOVERE...
(Adnkronos) - ''Nel 2010 feci cinque esposti. Uno di questi riguardava la Veronesi. Avevo avuto dei documenti e delle carte dove si configuravano dei reati a suo carico. Ho verificato la loro veridicita', presentandoli alla magistratura''. Enzo Raisi, ex deputato Pdl ora di Fli, commenta la notizia di Zoia Veronesi, storica segretaria del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che e' stata indagata alla Procura di Bologna per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna.
''Io sono un garantista nato -dice all'Adnkronos Raisi- finche' non interviene una sentenza di condanna, sono tutti innocenti. Ma sono confortato dal fatto che avevo visto bene e ho fatto fino in fondo il mio dovere istituzionale. Ricordo ancora che mi criticarono e presero in giro per questi cinque esposti. Persino Berlusconi, quando venne a Bologna, mi disse che avevo fatto male a presentarli'', rivela il coordinatore regionale di Fli in Emilia Romagna.
3 - TANGENTI: GIP, SARNO COLLETTORE MAZZETTE PER POLITICI SINISTRA...
(AGI) - L'architetto Renato Sarno, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto 'sistema Sesto', "ha rivestito il ruolo di collettore di tangenti per conto di esponenti politici di area di centro sinistra operanti nel territorio di Sesto San Giovanni".
Lo scrive il gip di Monza nell'ordinanza a carico del professionista, spiegando che "la contiguità di Sarno con esponenti politici dell'area di centro sinistra si e osservata sia nella vicenda Codelfa-Di Caterina, nella quale e Sarno che provvede a consegnare, per conto di Filippo Penati, a Di Caterina l'assegno da 2 milioni di euro emesso da Codelfa Spa, sia nella vicenda 'Milano Serravalle - Milano Tangenziali'"
In questo caso, sempre secondo il Gip, "con particolare riferimento all'acquisto della nuova sede della societa autostradale dal gruppo Cabassi, che per la personalizzazione degli spazi ha dovuto conferire l'incarico all'architetto Sarno includendo nel prezzo di vendita anche questa 'consulenza' assecondando cosi una richiesta di Di Marco, amministratore delegato di Milano Serravalle".
4 - TANGENTI SESTO: IN PEN DRIVE SARNO CONTABILITA' SEGRETA =
(AGI) - Dall'analisi di una pen-drive sequestrata all'architetto Renato Sarno emerge "il quadro di un meccanismo di trasferimenti di denaro in contanti o comunque in nero da parte di Sarno in favore di funzionari pubblici, effettuati attingendo anche ai compensi ricevuti dal professionista per incarichi conferitigli". Lo scrive il gip di Monza nell'ordinanza di custodia cautelare a carico dell'architetto finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto 'sistema Sesto'.
5 - TANGENTI SESTO: IN PEN-DRIVE "SOLDI A CAMPAGNA ELETTORALE PENATI"
(AGI) - Nel foglio Excel numero 4, estrapolato dalla pen-drive sequestrata all'architetto Renato Sarno, denominato 'Associazione', viene rappresentata "una tabella con l'intestazione 'Campagna elettorale' e l'indicazione 'contanti' per un totale di 65mila euro". Lo scrive il gip di Monza nell'ordinanza di custodia cautelare a carico del professionista arrestato per l'indagine su un presunto giro di mazzette a Sesto San Giovanni in ambito immobiliare. Nel foglio 5, si puo leggere, sempre nell'ordinanza, "in ogni riga vi e un nominativo e un importo": tra questi nominativi, ci sono l'associazione 'Fare Metropoli', 'Ida Nora Radice', 'Lista Penati Presidente'".
6 - TANGENTI SESTO: IN PEN-DRIVE "SOLDI A CAMPAGNA ELETTORALE PENATI"...
(AGI) - Secondo il gip, "emerge una fitta rete di rapporti che Renato Sarno ha intrattenuto con funzionari pubblici, dai quali o tramite i quali ha ricevuto incarichi professionali altamente remunerativi, in relazione a grandi opere, verosimilmente fungendo da percettore di tali somme da 'girare' successivamente almeno in parte ai funzionari pubblici dei quali egli era, a tal fine, il professionista di riferimento".
7 - PD/MIAN:SCUDATI GRAZIE A TREMONTI I SOLDI PER COMPRARE 37% UNITÀ
(TMNews) - "Tutti i soldi usati per acquisire il 37 per cento dell'Unità sono scudati. Sono soldi che venivano dalla vendita della nostra azienda farmaceutica. All'epoca abbiamo lasciato i soldi in Lichtenstein, poi è arrivato Tremonti e abbiamo tremontizzato i soldi, li abbiamo riportati in Italia. Al Pd lo sapevano tutti, anche Bersani. Glielo avevo detto in privato".
Lo ha raccontato Maurizio Mian, imprenditore e azionista al 37 per cento de l'Unità, nel corso della 'Zanzara' su Radio 24. "Sulla vicenda Serra - ha detto ancora l'imprenditore - Bersani ha sbagliato. Il Pci era un partito internazionalista, si possono prendere soldi dalle Cayman, non c'è nulla di male. Basta sia tutto legale". Quanto alle primarie "io non ci vado. E leggo poco anche l'Unità". D'altra parte, "sono diventato di sinistra dopo la caduta del Muro, prima ero reganiano e ammiravo la Thatcher. Ero anche craxiano. Per me l'unico veramente grande resta Pannella".
8 - PRIMARIE: CASAPOUND, CHIEDEREMO AI NOSTRI ISCRITTI DI VOTARE BERSANI...
(Adnkronos) - "Casapound chiedera' ai suoi 5000 iscritti e ai simpatizzanti di partecipare alle primarie del Pd votando Pierluigi Bersani". Lo afferma Simone Di Stefano, vicepresidente Casapound nella sede di via Napoleone a Roma per fare il punto sull'irruzione di alcuni studenti del Blocco studentesco nel liceo Giulio Cesare.
"Il Pd sta facendo la sua campagna contro Casapound - prosegue - non accettiamo lezioni di democrazia da nessuno, tantomeno dal Pd. Abbiamo detto ai nostri iscritti e simpatizzanti di organizzarsi per partecipare attivamente alle primarie del Pd. "Il nostro candidato e' Bersani - conclude - perche' ci piace la visione di un partito democratico trinariciuto, antico, con una visione paradossale della politica".
2- PRIME INCERTEZZE DELLO STAFF DEL SEGRETARIO SULLA PRESUNTA TRUFFA DELLA SEGRETARIA PAGATA DALLA REGIONE EMILIA PER LAVORARE AL PD: “E’ UNA STORIA USCITA ALLE PRIMARIE 2009”. MA L’ESPOSTO PRESENTATO DAL FINIANO RAISI È DI MARZO 2010 -
3- PIÙ CHE DA BOLOGNA, I PENSIERI PER I BERSANIANI ARRIVANO DA MILANO: SARNO SI SAREBBE FATTO PAGARE PARCELLE STELLARI DAGLI IMPRENDITORI PER UNGERE POLITICI DI CENTROSINISTRA E FUNZIONARI PUBBLICI: TUTTI IN NOMI IN UNA “CHIAVETTA” USB -
4- TE LE DO IO LE CAYMAN E L’HEDGE FUND DI DAVIDE SERRA! L’EDITORE DELL’UNITÀ MIAN: “LA QUOTA DEL GIORNALE PAGATA COI SOLDI SCUDATI, NE PARLAI IN PRIVATO CON BERSANI” - 5-PRIMARIE INQUINATE? I FASCISTI DI CASAPOUND ANNUNCIANO CHE VOTERANNO PER BERSANI - -
1 - PD:STAFF BERSANI,SU VERONESI STORIA USCITA IN PRIMARIE 2009...
(ANSA) - ''Ogni volta che ci sono le primarie esce questa storia della segretaria di Bersani''. Dallo staff del segretario del Pd reagiscono cosi' alla notizia che la storica segretaria di Bersani Zoia Veronesi e' indagata per truffa ai danni della Regione Emilia Romagna. Nel 2009, spiegano i collaboratori del leader Pd, durante la corsa di Bersani per le primarie alla segreteria, usci' la notizia dell'esposto di Enzo Raisi contro Veronesi sostenendo che, dopo aver terminato l'esperienza al ministero dello Sviluppo, per Veronesi si creo' un incarico ad hoc per lei da parte della Regione per cui lavorava, che le consentisse di continuare a seguire a Roma l'attivita' del segretario del Pd ed ex presidente della Regione. Dopo la vittoria di Bersani alle primarie, aggiungono dallo staff di Bersani, Veronesi si e' poi dimessa dall'incarico in Regione.
2 - PD: RAISI (FLI), INCHIESTA SU VERONESI NASCE DA MIO ESPOSTO, HO FATTO MIO DOVERE...
(Adnkronos) - ''Nel 2010 feci cinque esposti. Uno di questi riguardava la Veronesi. Avevo avuto dei documenti e delle carte dove si configuravano dei reati a suo carico. Ho verificato la loro veridicita', presentandoli alla magistratura''. Enzo Raisi, ex deputato Pdl ora di Fli, commenta la notizia di Zoia Veronesi, storica segretaria del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che e' stata indagata alla Procura di Bologna per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna.
''Io sono un garantista nato -dice all'Adnkronos Raisi- finche' non interviene una sentenza di condanna, sono tutti innocenti. Ma sono confortato dal fatto che avevo visto bene e ho fatto fino in fondo il mio dovere istituzionale. Ricordo ancora che mi criticarono e presero in giro per questi cinque esposti. Persino Berlusconi, quando venne a Bologna, mi disse che avevo fatto male a presentarli'', rivela il coordinatore regionale di Fli in Emilia Romagna.
3 - TANGENTI: GIP, SARNO COLLETTORE MAZZETTE PER POLITICI SINISTRA...
(AGI) - L'architetto Renato Sarno, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto 'sistema Sesto', "ha rivestito il ruolo di collettore di tangenti per conto di esponenti politici di area di centro sinistra operanti nel territorio di Sesto San Giovanni".
Lo scrive il gip di Monza nell'ordinanza a carico del professionista, spiegando che "la contiguità di Sarno con esponenti politici dell'area di centro sinistra si e osservata sia nella vicenda Codelfa-Di Caterina, nella quale e Sarno che provvede a consegnare, per conto di Filippo Penati, a Di Caterina l'assegno da 2 milioni di euro emesso da Codelfa Spa, sia nella vicenda 'Milano Serravalle - Milano Tangenziali'"
In questo caso, sempre secondo il Gip, "con particolare riferimento all'acquisto della nuova sede della societa autostradale dal gruppo Cabassi, che per la personalizzazione degli spazi ha dovuto conferire l'incarico all'architetto Sarno includendo nel prezzo di vendita anche questa 'consulenza' assecondando cosi una richiesta di Di Marco, amministratore delegato di Milano Serravalle".
4 - TANGENTI SESTO: IN PEN DRIVE SARNO CONTABILITA' SEGRETA =
(AGI) - Dall'analisi di una pen-drive sequestrata all'architetto Renato Sarno emerge "il quadro di un meccanismo di trasferimenti di denaro in contanti o comunque in nero da parte di Sarno in favore di funzionari pubblici, effettuati attingendo anche ai compensi ricevuti dal professionista per incarichi conferitigli". Lo scrive il gip di Monza nell'ordinanza di custodia cautelare a carico dell'architetto finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto 'sistema Sesto'.
5 - TANGENTI SESTO: IN PEN-DRIVE "SOLDI A CAMPAGNA ELETTORALE PENATI"
(AGI) - Nel foglio Excel numero 4, estrapolato dalla pen-drive sequestrata all'architetto Renato Sarno, denominato 'Associazione', viene rappresentata "una tabella con l'intestazione 'Campagna elettorale' e l'indicazione 'contanti' per un totale di 65mila euro". Lo scrive il gip di Monza nell'ordinanza di custodia cautelare a carico del professionista arrestato per l'indagine su un presunto giro di mazzette a Sesto San Giovanni in ambito immobiliare. Nel foglio 5, si puo leggere, sempre nell'ordinanza, "in ogni riga vi e un nominativo e un importo": tra questi nominativi, ci sono l'associazione 'Fare Metropoli', 'Ida Nora Radice', 'Lista Penati Presidente'".
6 - TANGENTI SESTO: IN PEN-DRIVE "SOLDI A CAMPAGNA ELETTORALE PENATI"...
(AGI) - Secondo il gip, "emerge una fitta rete di rapporti che Renato Sarno ha intrattenuto con funzionari pubblici, dai quali o tramite i quali ha ricevuto incarichi professionali altamente remunerativi, in relazione a grandi opere, verosimilmente fungendo da percettore di tali somme da 'girare' successivamente almeno in parte ai funzionari pubblici dei quali egli era, a tal fine, il professionista di riferimento".
7 - PD/MIAN:SCUDATI GRAZIE A TREMONTI I SOLDI PER COMPRARE 37% UNITÀ
(TMNews) - "Tutti i soldi usati per acquisire il 37 per cento dell'Unità sono scudati. Sono soldi che venivano dalla vendita della nostra azienda farmaceutica. All'epoca abbiamo lasciato i soldi in Lichtenstein, poi è arrivato Tremonti e abbiamo tremontizzato i soldi, li abbiamo riportati in Italia. Al Pd lo sapevano tutti, anche Bersani. Glielo avevo detto in privato".
Lo ha raccontato Maurizio Mian, imprenditore e azionista al 37 per cento de l'Unità, nel corso della 'Zanzara' su Radio 24. "Sulla vicenda Serra - ha detto ancora l'imprenditore - Bersani ha sbagliato. Il Pci era un partito internazionalista, si possono prendere soldi dalle Cayman, non c'è nulla di male. Basta sia tutto legale". Quanto alle primarie "io non ci vado. E leggo poco anche l'Unità". D'altra parte, "sono diventato di sinistra dopo la caduta del Muro, prima ero reganiano e ammiravo la Thatcher. Ero anche craxiano. Per me l'unico veramente grande resta Pannella".
8 - PRIMARIE: CASAPOUND, CHIEDEREMO AI NOSTRI ISCRITTI DI VOTARE BERSANI...
(Adnkronos) - "Casapound chiedera' ai suoi 5000 iscritti e ai simpatizzanti di partecipare alle primarie del Pd votando Pierluigi Bersani". Lo afferma Simone Di Stefano, vicepresidente Casapound nella sede di via Napoleone a Roma per fare il punto sull'irruzione di alcuni studenti del Blocco studentesco nel liceo Giulio Cesare.
"Il Pd sta facendo la sua campagna contro Casapound - prosegue - non accettiamo lezioni di democrazia da nessuno, tantomeno dal Pd. Abbiamo detto ai nostri iscritti e simpatizzanti di organizzarsi per partecipare attivamente alle primarie del Pd. "Il nostro candidato e' Bersani - conclude - perche' ci piace la visione di un partito democratico trinariciuto, antico, con una visione paradossale della politica".
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Re: quo vadis PD ????
Truffa, indagata la segretaria di Bersani: “Pagata dalla Regione, lavorava per il Pd”
La donna si dimise dall'incarico solo il 28 gennaio 2010, ma per due anni percepì regolare stipendio inquadrata come dirigente. Il Pd: indagine vecchia. In realtà la donna ha ricevuto l'avviso di garanzia e l'avviso di interrogatorio soltanto da pochi giorni
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 24 ottobre 2012Commenti (630)
Quella arrivata oggi è una tegola per il segretario del Pd. Zoia Veronesi, storica segretaria di Pier Luigi Bersani, è indagata dalla procura di Bologna per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna. Secondo gli inquirenti Veronesi, lavorò al fianco di Bersani a Roma, prendendo comunque lo stipendio dalla Regione in un arco di tempo di un anno e mezzo.
Il pubblico ministero che conduce le indagini, Giuseppe Di Giorgio, ha inviato un invito a rendere interrogatorio, che si terrà nei prossimi giorni. La donna, che era dipendente della Regione fino al 28 gennaio 2010, era stata distaccata con un provvedimento della stessa Regione a Roma, dove doveva intrattenere rapporti con le “istituzioni centrali e con il Parlamento”. Ma la guardia di finanza ha appurato che non esiste traccia della sua prestazione lavorativa a favore della Regione in quel periodo, tra il 2008 e il 2009. Avrebbe dunque lavorato, a detta dei pm, per altri a spese della Regione. Un ruolo che era giudicato determinante, ma in realtà Veronesi non venne mai sostituita per ricoprire quell’incarico.
Il 28 gennaio 2010 Veronesi si dimette. Scrive l’Ansa il 6 maggio di quell’anno: “La procura di Bologna sta indagando sulle questioni denunciate negli esposti presentati dal deputato e coordinatore provinciale Pdl Enzo Raisi il 19 marzo scorso e riguardanti l’ufficio della presidenza della Regione Emilia Romagna e quello dell’assessorato alle attività produttive. Il reato ipotizzato dal pm Giuseppe Di Giorgio, titolare dell’inchiesta, e’ abuso di ufficio. In un caso c’e’ un indagato, anche se l’iscrizione sul registro degli indagati rappresenta un atto dovuto. In particolare, Raisi, venivano segnalate presunte anomalie o irregolarita’ sull’incarico assegnato all’ex segretaria di Pier Luigi Bersani Zoia Veronesi, come dirigente professional per il raccordo con le istituzioni centrali e il Parlamento, ruolo che, secondo Raisi all’epoca e secondo i magistrati oggi, le avrebbe permesso di continuare a lavorare per Bersani.
Il legale di Veronesi, l’avvocato Paolo Trombetti, ha spiegato che “il pm ci ha invitato a rendere un interrogatorio, cosa che faremo senz’altro perché abbiamo interesse a chiarire che non c’è stata alcuna irregolarità da parte di chicchessia, tanto più dalla signora Veronesi”. “Respingiamo – continua Trombetti – l’accusa di truffa, non c’è alcuna ombra. Chiariremo tutto. È una vicenda in cui nulla le può essere rimproverato”. Oggi Veronesi non è più una dipendente della Regione, ma lavora tra Roma e Bologna alle dipendenze del Partito democratico. E sicuramente è stipendiata dalla federazione di Roma, perché il suo nome non figura tra quelli dei funzionari stipendiati del Pd di Bologna.
L’inchiesta che vede coinvolta la segretaria di Bersani è nata nel 2010 da un esposto (su cinque presentati sulla mala gestione della Regione Emilia Romagna) del deputato di Futuro e Libertà, Enzo Raisi e del consigliere comunale di Bologna Michele Facci (Pdl). Veronesi, quando furono presentati gli esposti, interruppe il suo rapporto con la Regione e venne assunta a Roma dal Partito Democratico.
Zoia Veronesi è l’assistente personale del segretario del Pd, lo affianca dal 1993. Iniziò a collaborare con Bersani, infatti, quando divenne presidente della Regione Emilia Romagna, nei primi anni novanta. Da allora Veronesi lo ha seguito in ogni nuovo incarico, da parlamentare, a ministro dello Sviluppo Economico fino a oggi da segretario politico.
Dal giugno del 2008 al gennaio 2010 venne inquadrata in una nuova posizione dirigenziale per tenere il “raccordo con le istituzioni centrali e con il Parlamento”. Una posizione istituita dalla Regione (a firma del capo di gabinetto, Bruno Solaroli) il 27 maggio 2008, poco dopo la caduta del governo Prodi.
Quello che Raisi si domanda è se fu solo “una coincidenza il fatto che la Regione abbia istituito una nuova posizione dirigenziale nel maggio 2008, cioè subito dopo la formazione e il cambio del nuovo governo nazionale per permettere alla signora Veronesi di rimanere a Roma, anche dopo il venire meno dell’incarico al ministero?”. Zoia Veronesi, dopo la presentazione dell’esposto e l’inchiesta della magistratura, si è poi dimessa dalla Regione il 28 gennaio 2010 e dall’aprile successivo ha accettato di lavorare di nuovo con Bersani diventato segretario del Pd.
Enzo Raisi ha spiegato che “nel 2010 feci cinque esposti sulla mala gestione della Regione. Uno di questi riguardava la Veronesi. Avevo avuto dei documenti e delle carte dove si configuravano dei reati a suo carico. Ho verificato la loro veridicità, presentandoli alla magistratura”. Inoltre il coordinatore regionale di Fli in Emilia Romagna ha aggiunto al fattoquotidiano.it che per quella nuova posizione dirigenziale “questa signora fu nominata dirigente senza una laurea”
Nel Partito Democratico si mostrano sereni. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha accolto con “assoluta serenità” la notizia dell’indagine nei confronti della sua storica segretaria. Mentre da Largo del Nazareno dicono che “a onor del vero, per il partito, Zoia, ha fatto per molto tempo del volontariato”. Ed è questa la posizione assunta dalla difesa di Veronesi. L’avvocato Trombetti ha infatti spiegato che Veronesi “lavorava per la Regione a Roma e in quel periodo ha fatto solo attività volontaria per Bersani, fuori dall’orario di lavoro, tenendo la sua agenda”.
Il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha spiegato che “le indagini allo stato sono circoscritte alla signora Veronesi. Ovviamente sono stati acquisiti ed esaminati tutti i documenti sull’iter burocratico relativo al distacco a Roma”.
Il Pd, in una nota, fa sapere che si tratta di un’indagine vecchia, e forse non casualmente emersa oggi alla vigilia delle primarie. In realtà qualcosa è accaduto in questi giorni: Veronesi, infatti, dovrà essere interrogata e i magistrati, pochi giorni fa, le hanno recapitato l’avviso di garanzia: prima non sapeva di essere indagata se non per vie ufficiose.
di Emiliano Liuzzi e Nicola Lillo
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... ni/392065/
La donna si dimise dall'incarico solo il 28 gennaio 2010, ma per due anni percepì regolare stipendio inquadrata come dirigente. Il Pd: indagine vecchia. In realtà la donna ha ricevuto l'avviso di garanzia e l'avviso di interrogatorio soltanto da pochi giorni
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 24 ottobre 2012Commenti (630)
Quella arrivata oggi è una tegola per il segretario del Pd. Zoia Veronesi, storica segretaria di Pier Luigi Bersani, è indagata dalla procura di Bologna per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia Romagna. Secondo gli inquirenti Veronesi, lavorò al fianco di Bersani a Roma, prendendo comunque lo stipendio dalla Regione in un arco di tempo di un anno e mezzo.
Il pubblico ministero che conduce le indagini, Giuseppe Di Giorgio, ha inviato un invito a rendere interrogatorio, che si terrà nei prossimi giorni. La donna, che era dipendente della Regione fino al 28 gennaio 2010, era stata distaccata con un provvedimento della stessa Regione a Roma, dove doveva intrattenere rapporti con le “istituzioni centrali e con il Parlamento”. Ma la guardia di finanza ha appurato che non esiste traccia della sua prestazione lavorativa a favore della Regione in quel periodo, tra il 2008 e il 2009. Avrebbe dunque lavorato, a detta dei pm, per altri a spese della Regione. Un ruolo che era giudicato determinante, ma in realtà Veronesi non venne mai sostituita per ricoprire quell’incarico.
Il 28 gennaio 2010 Veronesi si dimette. Scrive l’Ansa il 6 maggio di quell’anno: “La procura di Bologna sta indagando sulle questioni denunciate negli esposti presentati dal deputato e coordinatore provinciale Pdl Enzo Raisi il 19 marzo scorso e riguardanti l’ufficio della presidenza della Regione Emilia Romagna e quello dell’assessorato alle attività produttive. Il reato ipotizzato dal pm Giuseppe Di Giorgio, titolare dell’inchiesta, e’ abuso di ufficio. In un caso c’e’ un indagato, anche se l’iscrizione sul registro degli indagati rappresenta un atto dovuto. In particolare, Raisi, venivano segnalate presunte anomalie o irregolarita’ sull’incarico assegnato all’ex segretaria di Pier Luigi Bersani Zoia Veronesi, come dirigente professional per il raccordo con le istituzioni centrali e il Parlamento, ruolo che, secondo Raisi all’epoca e secondo i magistrati oggi, le avrebbe permesso di continuare a lavorare per Bersani.
Il legale di Veronesi, l’avvocato Paolo Trombetti, ha spiegato che “il pm ci ha invitato a rendere un interrogatorio, cosa che faremo senz’altro perché abbiamo interesse a chiarire che non c’è stata alcuna irregolarità da parte di chicchessia, tanto più dalla signora Veronesi”. “Respingiamo – continua Trombetti – l’accusa di truffa, non c’è alcuna ombra. Chiariremo tutto. È una vicenda in cui nulla le può essere rimproverato”. Oggi Veronesi non è più una dipendente della Regione, ma lavora tra Roma e Bologna alle dipendenze del Partito democratico. E sicuramente è stipendiata dalla federazione di Roma, perché il suo nome non figura tra quelli dei funzionari stipendiati del Pd di Bologna.
L’inchiesta che vede coinvolta la segretaria di Bersani è nata nel 2010 da un esposto (su cinque presentati sulla mala gestione della Regione Emilia Romagna) del deputato di Futuro e Libertà, Enzo Raisi e del consigliere comunale di Bologna Michele Facci (Pdl). Veronesi, quando furono presentati gli esposti, interruppe il suo rapporto con la Regione e venne assunta a Roma dal Partito Democratico.
Zoia Veronesi è l’assistente personale del segretario del Pd, lo affianca dal 1993. Iniziò a collaborare con Bersani, infatti, quando divenne presidente della Regione Emilia Romagna, nei primi anni novanta. Da allora Veronesi lo ha seguito in ogni nuovo incarico, da parlamentare, a ministro dello Sviluppo Economico fino a oggi da segretario politico.
Dal giugno del 2008 al gennaio 2010 venne inquadrata in una nuova posizione dirigenziale per tenere il “raccordo con le istituzioni centrali e con il Parlamento”. Una posizione istituita dalla Regione (a firma del capo di gabinetto, Bruno Solaroli) il 27 maggio 2008, poco dopo la caduta del governo Prodi.
Quello che Raisi si domanda è se fu solo “una coincidenza il fatto che la Regione abbia istituito una nuova posizione dirigenziale nel maggio 2008, cioè subito dopo la formazione e il cambio del nuovo governo nazionale per permettere alla signora Veronesi di rimanere a Roma, anche dopo il venire meno dell’incarico al ministero?”. Zoia Veronesi, dopo la presentazione dell’esposto e l’inchiesta della magistratura, si è poi dimessa dalla Regione il 28 gennaio 2010 e dall’aprile successivo ha accettato di lavorare di nuovo con Bersani diventato segretario del Pd.
Enzo Raisi ha spiegato che “nel 2010 feci cinque esposti sulla mala gestione della Regione. Uno di questi riguardava la Veronesi. Avevo avuto dei documenti e delle carte dove si configuravano dei reati a suo carico. Ho verificato la loro veridicità, presentandoli alla magistratura”. Inoltre il coordinatore regionale di Fli in Emilia Romagna ha aggiunto al fattoquotidiano.it che per quella nuova posizione dirigenziale “questa signora fu nominata dirigente senza una laurea”
Nel Partito Democratico si mostrano sereni. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha accolto con “assoluta serenità” la notizia dell’indagine nei confronti della sua storica segretaria. Mentre da Largo del Nazareno dicono che “a onor del vero, per il partito, Zoia, ha fatto per molto tempo del volontariato”. Ed è questa la posizione assunta dalla difesa di Veronesi. L’avvocato Trombetti ha infatti spiegato che Veronesi “lavorava per la Regione a Roma e in quel periodo ha fatto solo attività volontaria per Bersani, fuori dall’orario di lavoro, tenendo la sua agenda”.
Il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha spiegato che “le indagini allo stato sono circoscritte alla signora Veronesi. Ovviamente sono stati acquisiti ed esaminati tutti i documenti sull’iter burocratico relativo al distacco a Roma”.
Il Pd, in una nota, fa sapere che si tratta di un’indagine vecchia, e forse non casualmente emersa oggi alla vigilia delle primarie. In realtà qualcosa è accaduto in questi giorni: Veronesi, infatti, dovrà essere interrogata e i magistrati, pochi giorni fa, le hanno recapitato l’avviso di garanzia: prima non sapeva di essere indagata se non per vie ufficiose.
di Emiliano Liuzzi e Nicola Lillo
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... ni/392065/
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