Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 95
Diario di un disastro annunciato – 25 ottobre 2012 – 1
Perché il patatrak è inevitabile - Verso la Repubblica di Weimar – 31
La balcanizzazione del Bel Paese è cominciata - 17
E’ certamente una bella guerra quella che è in corso senza esclusione di colpi, che non può portare che alla distruzione del Paese.
Sanità Puglia, Procura di Bari chiede condanna a venti mesi per Vendola
I pm di Bari nell'udienza preliminare a porte chiuse hanno chiesto una condanna a un anno e otto mesi per abuso d'uffico sia per il presidente della Regione, sia per l'ex manager della Asl di Bari, Lea Cosentino. La vicenda è quella della nomina, nel 2009, di un primario dell'ospedale San Paolo
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 ottobre 2012
Commenti (326)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... la/392995/
Diario di un disastro annunciato – 25 ottobre 2012 – 1
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E’ certamente una bella guerra quella che è in corso senza esclusione di colpi, che non può portare che alla distruzione del Paese.
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di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 ottobre 2012
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Re: Come se ne viene fuori ?
Qui non condivido. Sarebbe meglio che nessuno fosse licenziato e le fabbriche non chiudessero, ma gli stipendi pubblici non sono alti. Io poi mi trovo in una situzìazione anomala. Ho preso l'ultimo treno facendo un concorso pubblico ma sono entrato nel 2000, alla vigilia di quella crisi che ha fatto perdere molto in potere d'acquisto ai redditi fissi. Non faccio parte né di quei giovani precari di cui molto si parla (come se fossero gli unici che si trovano male) ma neanche di quei "padri" che hanno potuto risparmiare un po' di soldi per i tempi peggiori.camillobenso ha scritto:
Il governo Monti diventa operativo il 18 di novembre 2011, e se la situazione era così grave non c’era il tempo materiale per porre rimedio, a meno di voler insistere nel far credere ad merlam che MM è in grado di moltiplicare i pani e i pesci, camminare sull’acqua, ridare la vista ai ciechi, resuscitare i morti.
Ma ammettendo per assurdo che fosse anche così, la storia dell’impresa italiana è copiosa di casi in cui gli stipendi vengono pagati con mesi di ritardo. Tardare anche nel pubblico non veniva giù il mondo, a meno che i lavorato del privato siano considerati lavoratori di categoria “Z”.
Tanto e vero, che per farsi propaganda non esitano a raccontare palle, perchè per gli esodati se ne sbattono altamente le palle, non sono così preoccupati come per il mancato pagamento di stipendi e pensioni di allora.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Perché c'è il Governo Monti?
Bella domanda ...
Per noi merli è per riparare il debito ...
Ma scusa non c'è stato un'ulteriore aumento?
Quindi non solo non è stato migliorato, ma Monti lo ha peggiorato!
al blog di Beppe Grillo
www.beppegrillo.it
Campane a martello
Il debito italiano nel secondo trimestre 2012 è salito a 1.982.239 milioni di euro, contro i 1.954.490 del trimestre precedente e i 1.910.024 del secondo trimestre 2011. La cura Rigor Montis è un babà!
"L’Eurostat lo certifica facendo giustizia delle chiacchiere governativo-mediatiche : la politica di austerity imposta dai centri finanziari per fini ideologico-politici e dalla Germania per interessi nazionali, è stata un completo e totale fallimento: le misure prese o più spesso imposte per ridurre il rapporto debito/Pil non hanno fatto che aumentarlo e i dati che arrivano a cascata non lasciano scampo ai tortuosi slalom attorno alla verità: la Grecia è passata dal 136,9% al 150,3%, l’Irlanda dal 108,5% al 111,5 %, la Spagna dal 72,9% al 76%, il Portogallo dal dal 112% al 117,5%, mentre quello italiano è arrrivato al 126,1%. L’intera Europa dal primo al secondo trimestre di quest’anno ha visto il suo debito aumentare dall’ 88 per cento del Pil al 90 per cento. Erano dati di cui l’Fmi era probabilmente già a conoscenza, visto che proprio due settimane fa, contraddicendo vent’anni di “consigli” e ricette sballate, ma sempre volte a contrarre welfare e diritti, si è accorto che queste misure non pagano e sono controproducenti.
By ilsimplicissimus." segnalazione di Mr SPOCK, VG
Bella domanda ...
Per noi merli è per riparare il debito ...
Ma scusa non c'è stato un'ulteriore aumento?
Quindi non solo non è stato migliorato, ma Monti lo ha peggiorato!
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Campane a martello
Il debito italiano nel secondo trimestre 2012 è salito a 1.982.239 milioni di euro, contro i 1.954.490 del trimestre precedente e i 1.910.024 del secondo trimestre 2011. La cura Rigor Montis è un babà!
"L’Eurostat lo certifica facendo giustizia delle chiacchiere governativo-mediatiche : la politica di austerity imposta dai centri finanziari per fini ideologico-politici e dalla Germania per interessi nazionali, è stata un completo e totale fallimento: le misure prese o più spesso imposte per ridurre il rapporto debito/Pil non hanno fatto che aumentarlo e i dati che arrivano a cascata non lasciano scampo ai tortuosi slalom attorno alla verità: la Grecia è passata dal 136,9% al 150,3%, l’Irlanda dal 108,5% al 111,5 %, la Spagna dal 72,9% al 76%, il Portogallo dal dal 112% al 117,5%, mentre quello italiano è arrrivato al 126,1%. L’intera Europa dal primo al secondo trimestre di quest’anno ha visto il suo debito aumentare dall’ 88 per cento del Pil al 90 per cento. Erano dati di cui l’Fmi era probabilmente già a conoscenza, visto che proprio due settimane fa, contraddicendo vent’anni di “consigli” e ricette sballate, ma sempre volte a contrarre welfare e diritti, si è accorto che queste misure non pagano e sono controproducenti.
By ilsimplicissimus." segnalazione di Mr SPOCK, VG
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Come se ne viene fuori ?
perchè c'è il governo Monti? : tanto per prendere la più fresca .... il Parlamento IERI ha votato contro i tagli alla politica ( e l'ho messo in corsivo perchè chi lo popola OGGI non merita di fare parte dell'istituzione più democratica che esista) .
Si veleggia sempre più spediti verso i due estremi : Monti-Grillo.
Si veleggia sempre più spediti verso i due estremi : Monti-Grillo.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Per capire “Come se ne viene fuori” bisognerà anche capire chi siamo e come ci comportiamo.
Discussion – 1
La teoria
Psicologia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali.[1]Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.
Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da quelli strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli più etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali", etc.). Queste diversità di approcci ha prodotto un'articolazione di sottodiscipline psicologiche, con differenti matrici epistemologico-culturali di riferimento.
La psicologia si differenzia dalla psichiatria, in quanto quest'ultima è una disciplina medica, focalizzata specificatamente sull'intervento sanitario in merito ai disturbi psicopatologici, soprattutto tramite psicofarmaci.
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Il predominio del comportamentismo
Per approfondire, vedi la voce Comportamentismo.
Una scatola di Skinner (Skinner box). La costruzione di labirinti e "scatole" al fine di studiare il comportamento manifesto dei ratti, fu una peculiarità assai nota di Burrhus Skinner.[26] Mediante tali esperimenti creò la sua teoria su condizionamento operante.
Nel 1913, negli Stati Uniti, John Watson(1878-1958), diede vita ad una nuova Scuola psicologica, dettacomportamentismo, attraverso la pubblicazione di un celebre articolo intitolato "La psicologia considerata dal punto di vista comportamentistico". Il comportamentismo, detto anche behaviorismo, dominerà la scena internazionale per circa cinquant'anni, cioè per tutta la prima metà del XX secolo.
Il comportamentismo rivoluzionò i concetti della precedente psicologia, concentrando i suoi sforzi e studi non più sulla "coscienza", bensì attorno al "comportamento". Il nuovo e unico oggetto della psicologia divenne, perciò, il comportamento pubblicamente osservabile degli organismi viventi.[27] Il comportamentismo criticò fortemente anche il concetto diinnatismo, in quanto prevedeva che ogni comportamento umano fosse determinato solamente dagli stimoli ambientali. Questo portò alla nascita della schema Stimolo-Risposta (S-R), che prevedeva che ad una stimolazione che agisce su un organismo segua una reazione dell'organismo stesso.[27]Come già accennato, il comportamentismo fece tesoro anche degli esperimenti sul condizionamento di Pavlov, e arrivò ad ipotizzare che ogni comportamento umano potesse essere appreso mediante condizionamento.
Quasi la totalità degli psicologi americani di questo periodo era di matrice comportamentista e, fra i maggiori autori che diedero impulso a questa Scuola, si possono ricordare Burrhus Skinner, Edward Tolman e Clark Hull.
Il comportamentismo entrò in crisi nei primi anni sessanta, in quanto risultò evidente come queste teorie semplicistiche non fossero in grado di spiegare i comportamenti umani più complessi, come ad esempio le relazioni sociali. Il behaviorismo, inoltre, venne anche criticato per il suo ridurre l'essere umano ad un organismo passivo che rispondeva solo alle leggi del condizionamento.[27]Nonostante tutto, il comportamentismo è sopravvissuto fino ai giorni nostri in alcune correnti come il neo-comportamentismo e, va sottolineato, la Scuola di Watson ha comunque grandi meriti nell'aver dato un forte impulso di ricerca ed una dignità scientifica alla psicologia.
L'ascesa del cognitivismo
Per approfondire, vedi la voce Psicologia cognitiva.
A partire dagli anni sessanta un nuovo orientamento iniziò a farsi largo in psicologia: il cognitivismo. Questo è oggi l'orientamento dominante in psicologia. Alle sue origini troviamo diverse matrici che si sono espresse fra gli anni cinquanta e '60, in buona parte nate all'interno dello stesso comportamentismo.[28] La rapida ascesa del cognitivismo fu dovuta, innanzitutto, al fallimento dello stesso comportamentismo, che con le sue teorie semplicistiche non era riuscito a spiegare i comportamenti umani complessi. Lo schema S-R (Stimolo-Risposta) del comportamentismo era, infatti, divenuto insufficiente e fu gradualmente sostituito dallo schema S-O-R in cui O (organismo) rappresentava la mediazione fra lo stimolo e la risposta.[28] A differenza del comportamentismo, dove l'uomo era visto come un semplice insieme di comportamenti da osservare, il cognitivismo poneva l'accento sull'attività pensante dell'uomo, visto come organismo attivo e non più passivo. In altre parole il simbolo "O" iniziò a rappresentare la "mente", che per i cognitivisti divenne l'unico oggetto di studio.
Storicamente la prima volta in cui venne presentata in maniera compiuta la teoria cognitivista fu nel libro "Psicologia cognitivista", di Ulric Neisser, pubblicato nel 1967. Come accennato, però, i presupposti dell'approccio cognitivista erano già presenti e rintracciabili in teorie ed orientamenti precedenti, ad esempio nelle opere degli psicologi Kenneth Craik, George Armitage Miller e dellinguista americano Noam Chomsky. E ancora prima con Oswald Külpe, Karl Bühler, Frederic Bartlett, James McKeen Cattell, Alfred Binet, James Baldwin, Jean Piaget.
Come detto, il cognitivismo non è una scuola psicologica ma un orientamento ove confluiscono scuole e matrici di ricerca. Le principali sono la psicologia dell'atto (inaugurata da Franz Brentano), l'informatica e la cibernetica. In particolare negli anni '70, si diffuse il modello HIP, il quale proponeva la metafora della mente come elaboratore di informazioni.
La mente, cioè, era vista come un computer, nel quale lo stimolo-risposta comportamentista si trasformò in input-elaborazione-output:
input: informazioni in entrata nella mente, corrispondenti agli "stimoli" del comportamentismo;
elaborazione: conversione delle informazioni che mutano, e vengono rielaborate dai processi mentali;
output: uscita delle informazioni sotto forma di comportamento manifesto, linguaggio, mimica facciale, postura, ecc., corrispondenti alle "risposte" o "reazioni" del comportamentismo. Il modello HIP fu però criticato in quanto dipinge un uomo artificiale, che non corrisponde all'uomo reale inserito nel suo ambiente naturale.
Modello TOTE: Test-Operate-Test-Exit (verificare, eseguire, verificare, terminare), esposto nel testo Piani e struttura del comportamento di Miller, Pribram, Galanter.
Altro orientamento fortemente ravvisabile nel cognitivismo è lo studio del comportamento finalizzato ad una meta ("goal-driven"): il comportamento non è più visto come atto passivo, tipico del comportamentismo, bensì attivo al fine di raggiungere la soluzione di un problema. La nozione di retroazione (feedback), proveniente dalla cibernetica, è centrale in questa ottica dello studio del comportamento umano. Il testo ove esplicitamente si propose questo modello fu il noto "Piani e struttura del comportamento", di George Armitage Miller (psicologo sperimentale), Karl Pribram (neuroscienziato), e Eugene Galanter (psicologo matematico); queste diverse formazioni sono da sottolineare, al fine di comprendere il nuovo cognitivismo come confluenza di matrici di ricerca, ed il carattere interdisciplinare del loro curriculum.
In "Piani e struttura del comportamento" si esprime il modello T-O-T-E: il comportamento è rivolto ad un fine mediante l'esame della realtà (test), l'elaborazione dell'informazione (operate), un successivo esame di ciò che è stato elaborato (test), eventuale retroazione al fine di migliorare l'elaborazione stessa dell'informazione, e successiva uscita (exit) dell'informazione sotto forma di comportamento manifesto, linguaggio, mimica facciale, postura, e così via.
**
Psicologia moderna e psicologia postmoderna
Modi di fare psicologia, modalità di pensiero[33]
Psicologia moderna Psicologia postmoderna
Ontologia newtoniana[34]
Sperimentare
Studiare le cause
La mente come computazione
Conoscere la psiche
Pensiero paradigmatico[35]
Ontologia vygotskijana[34]
Interpretare
Studiare i fini
La mente come azione
Curare la psiche
Pensiero narrativo[35]
La psicologia moderna e la psicologia postmoderna sono due modalità di studio dei processi psichici dell'uomo che coesistono nella storia del pensiero occidentale fin dal periodo classico.[36] Nei primordi dello studio della psiche è rilevabile la classificazione aristotelica, che darà la scintilla alla psicologia moderna, e ildialogo socratico (maieutica) che darà la nascita alla psicologia postmoderna. Le due visioni della psicologia (moderna e postmoderna) vivono contemporaneamente lo stesso periodo storico. Si definiscono l'una moderna, poiché ha avuto il suo massimo splendore nella modernità, e l'altrapostmoderna in quanto il suo periodo di massima espansione si è avuto in seguito alla prima (in un periodo che va dagli anni ottanta del secolo XX in poi
**
Psicologia moderna
Diagramma di flusso dell'elaborazione dell'informazione secondo Aristotele[37]
« Ma che cosa, dunque, io sono? Una cosa che pensa. »
(Cartesio[38])
Il frantumarsi della psicologia era già in corso fin dagli anni Venti delNovecento; già in questo periodo si riscontrano molti testi dai titoli inequivocabili: La crisi della psicologiadi Driesch (1925),[39] La crisi della psicologia di Koffka (1926),[40] Il senso storico della crisi della psicologia diVygotskij (1926),[41] La crisi della psicologia di Bühler (1927).[42]
In quegli anni il proliferare di prospettive psicologiche aveva portato con sé uno studio dei processi mentali settario, di categoria. Gli psicologi non si interessarono dei processi mentali in quanto oggetto della psicologia, bensì, si interessarono ad essi in forza della prospettiva di appartenenza: gli psicoanalisti studiarono l'inconscio, i gestaltisti la percezione, i comportamentisti il comportamento manifesto, gli strutturalisti gli elementi non altrimenti riducibili presenti nella psiche. Inoltre tali studi vennero effettuati con metodiche differenti, sempre in base alla matrice culturale di appartenenza: introspezione, retrospezione, condizionamento, e così via.
Questa ramificazione, così netta, è da attribuire allo stesso oggetto di studio della psicologia: la psiche. Difatti la psicologia, a differenza di altre discipline scientifiche, non ha un oggetto di studio operazionalizzabile e misurabile in maniera perfettamente aderente ad un rigoroso metodo galileiano: l'uso della statistica da parte degli psicologi è una modalità attraverso cui è possibile generalizzare concetti derivati dallo studio dei casi singoli (nomotetizzazione del dato idiografico), in un contesto epistemico in cui la stessa osservazione e misurazione diretta dell'oggetto di studio (lamente ed i suoi processi funzionali) è di difficile definizione e realizzabilità. In quest'ambito di definizione dell'oggetto di studio, si evince tutta l'attualità del problema rappresentato dal dualismo cartesiano di res cogita e res extensa;[43] dualismo che pone difficili problemi epistemici ed operativi, e che farà dire allo psichiatra svizzero Binswanger che esso "è il cancro di ogni psicologia".[44]
Due tematiche ricorrenti del discorso psicologico sono, da una parte, i due assi del "problema cartesiano" e dall'altra la necessità dell'approccio quantitativo sperimentale di matrice Galileiana.
Si tratta di ostacoli epistemologici di vasta portata e complessità, e le diverse modalità di gestione degli stessi nei vari periodi storici hanno portato al nascere ed all'articolarsi dei diversi paradigmi di ricerca della psicologia sperimentale. Per questo hanno via via provato ad escludere la coscienzadalla loro indagine (comportamentisti in primis), hanno "sezionato" la mente fino a cercare di considerarne i suoi elementi non altrimenti riducibili (strutturalisti), hanno ideato ipotesi che potessero collegare la mente al corpo (l'isomorfismo Khöleriano e il concetto di pulsione inFreud[45]), hanno provato a rappresentare la mente sulla base del modello di elaborazione delle informazioni che rappresenta la matrice concettuale dei computer (scienza cognitiva), ed altri tentativi finalizzati a modellizzare ed operazionalizzare in maniera efficace il proprio sfuggente oggetto di ricerca.[46]
Kenneth Gergen[47] descrive la psicologia fin qui riportata come psicologia moderna, la quale si basa su 4 presupposti epistemologici:
1. gli psicologi hanno un oggetto di ricerca comune; ovvero, gli psicologi devono pervenire a definire ed operare su un solo e comune oggetto di studio, a prescindere che esso sia la mente, il comportamento manifesto, o le relazioni interpersonali (come i fisici possono avere la relatività, lo studio del pendolo, o la traiettoria di una meteora come specificazione di leggi fisiche unitarie ed universali).
2. lo psicologo, una volta individuato il suo oggetto di studio, lo studia nei casi particolari per giungere a leggi universali (dall'idiografia alla nomotetia).
3. il metodo di studio dell'oggetto deve essere la ricerca empirica, preferibilmente mediante ilmetodo sperimentale. In questa visione il metodo sperimentale è oggettivo, scevro da posizioni personali, etiche, morali, sociali, politiche.
4. fiducia nella crescita della conoscenza verso la "reale" natura dei fenomeni studiati dalla psicologia, mediante una continua verifica sperimentale delle ipotesi.
Psicologia postmoderna
Per approfondire, vedi la voce Psicologia postmoderna.
Psicologia teorica e psicologia applicata
Per approfondire, vedi la voce Discipline psicologiche.
Alcuni esempi
È facile da rilevare, anche solo da questi esempi, come le due "psicologie" non siano scisse e separate ma si mescolino e si intreccino.
Psicologia teorica
Istogramma che approssima una curva esprimente ilquoziente intellettivo come una distribuzione statistica normale.
Psicologia applicata
Secondo alcuni autori il gesto del pensare, dell'essere assorto, è innato.[48]
Fin qui si è parlato dell'evoluzione storica del concetto di psicologia, analizzando brevemente come sono cambiati nel tempo i paradigmi e le teorie di riferimento. La psicologia, però, si ramifica anche in varie branche. Tradizionalmente si distingue fra psicologia teorica o pura e psicologia applicata. La prima studia il comportamento umano in generale e il funzionamento dei processi cognitivi. Nella psicologia applicata l'interesse è invece rivolto alla soluzione di problemi "pratici", sia psicologici sia di altro genere, ma che implichino sempre meccanismi psicologici. Ovviamente la psicologia teorica sta alla base della psicologia applicata.
La psicologia teorica si suddivide a sua volta in quattro diramazioni principali:
Psicologia generale, ha per oggetto l'attività psichica dell'adulto sano. Essa cerca leggi universali per i processi psichici (percezione, memoria, apprendimento ecc.) che valgano a prescindere dalle differenze di personalità, età, condizione sociale e culturale;
Psicologia evolutiva, che studia come i processi psichici cambino con l'età, dall'infanzia alla vecchiaia.
Psicologia delle differenze individuali, che analizza e valuta le diverse qualità psichiche (personalità) riscontrabili nelle persone, spesso attraverso l'uso di test psicologici;
Psicologia transculturale, che paragona, in ragione del medesimo aspetto (percezione, comportamento, ecc. ecc.), gruppi di persone appartenenti a culture differenti al fine di studiare quale siano gli aspetti universali (non dipendenti dalla cultura di origine) e quali siano gli aspetti specifici derivanti dalla cultura di origine.
Anche la psicologia applicata ha numerose ramificazioni. Fra le principali troviamo la psicologia clinica, che si occupa essenzialmente delle malattie di natura psicologica, la psicologia del lavoro, utilizzata ad esempio per la selezione del personale, la psicologia forense, applicata in ambito giudiziario, carcerario e criminale.
Questa, però, è solo una suddivisione che ha valore euristico e che non può essere completamente soddisfacente, in quanto non rispecchia la vera situazione in psicologia. In realtà, infatti, è impossibile pensare che la psicologia applicata, nel cercare di risolvere i problemi, non si ponga ipotesi ed elabori teorie. Allo stesso modo anche la psicologia teorica, che fu a suo tempo criticata per un'eccessiva astrattezza, è al giorno d'oggi una disciplina che elabora le sue teorie ponendo maggiore attenzione al contesto ambientale e sociale.
Il dominio della psicologia è particolarmente ampio e diversificato. In quanto l'interazione persona-ambiente modifica la persona, la quale viene modificata dall'ambiente stesso. A causa di questo stretto legame, studiare il campo di applicazione (per esempio:lo sviluppo di una persona, lo sport) porta a studiare la psiche che si esprime mediante l'interazione stessa. Questo porta ad affermare che non esiste una psiche astratta, ma esiste la psiche in quanto facente parte di una interazione persona-ambiente; per questo, spesso e volentieri, lo studio della psiche è accompagnato dallo studio del comportamento, quest'ultimo ne è il mezzo, il ponte fra i due, lo strumento principe mediante il quale la psiche si esprime e modella l'ambiente, e mediante il quale l'ambiente entra in relazione con la psiche di ogni persona.[49] La valutazione di questa interazione porta lo psicologo ad affrontare numerosi ambiti di studio, i quali, storicizzandosi, si innestano col tempo nella psicologia stessa divenendone una parte. Questo ha portato ad un fiorire di branche della psicologiaassai numeroso e particolareggiato.
L'oggetto di studio della psicologia
Fin qui si sono delineate le principali teorie ed orientamenti psicologici che si sono sviluppati nel corso degli anni. Ma tutte queste matrici hanno una base in comune: l'oggetto di studio. La psicologia infatti, come esemplificato dalla definizione iniziale, studia i processi mentali e i comportamenti.
I processi mentali
I processi mentali, in psicologia, si possono suddividere in due ampie categorie: processi cognitivi e processi dinamici.
I processi cognitivi
I processi cognitivi sono quei processi che permettono ad un organismo di raccogliere informazioni sull'ambiente, immagazzinarle, analizzarle, valutarle, trasformarle, per poi utilizzarle nel proprio agire sul mondo circostante.[50]
I principali processi cognitivi sono la percezione, l'attenzione, l'intelligenza, la memoria, l'immaginazione, il pensiero, il linguaggio, la coscienza.
Processi cognitivi
Definizione
Percezione
Insieme di funzioni psicologiche che permettono all'organismo di acquisire informazioni circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all'azione di organi specializzati quali la vista, l'udito, il tatto, il gusto, l'olfatto.[51]
Attenzione
Capacità di selezionare gli stimoli e di mettere in relazione i meccanismi che provvedono a immagazzinare le informazioni nei depositi di memoria a breve termine e di memoria a lungo termine con influenza diretta sull'efficienza delle prestazioni nei compiti di vigilanza.[52]
Intelligenza
Processo che consente all'uomo in quanto dotato di struttura cerebrale geneticamente sufficientemente evoluta, di risolvere nuovi problemi che implicano una ristrutturazione del rapporto di adattamento con l'ambiente.[53]
Memoria
Capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e a gli eventi futuri.[54]
Immaginazione
Capacità di rappresentare un oggetto assente oppure un affetto, una funzione somatica, una tendenza istintuale, non attualmente presenti. In essa si prescinde dalle strutture causali e temporali dalla continuità critica ma non dagli influssi dell'emotività. L'immaginazione può esser vista come il regredire ad uno stadio più infantile come ad uno stadio di maggior creatività che trova soluzioni che sfuggono alla logica.[55]
Pensiero
Attività mentale che comprende una serie svariata di fenomeni come ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, prestare attenzione, ricordare, che permette di essere in comunicazione con il mondo esterno, con se stessi, e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul modo di pensarlo.[56]
Linguaggio
Insieme di codici che permettono di trasmettere, conservare ed elaborare informazioni tramite segni intersoggettivi in grado di significare altro da sé.[57]
Coscienza
Fenomeno qualitativo della psiche che si enuncia come l'essere coscienti di se stessi, di autoriferirsi, di esser coscienti del mondo, degli altri.[58]
I processi dinamici
I processi dinamici sono quei processi mentali non riconducibili a meccanismi biologici e a processi fisiologici, i quali sono riconducibili ad una personalità integrata, caratterizzati da una continua interazione e non sono definibili come apparati statici.[59]
I principali processi dinamici sono: il bisogno, la pulsione, l'attaccamento, l'emozione, lamotivazione, la personalità.
Processi dinamici
Definizione
Bisogno
Stato di tensione più o meno intensa dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde o a esigenza fisiologiche più o meno evidenti o a esigenze voluttuarie divenute, per abitudine, necessarie, o a esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé, o a esigenze sociali apprese dall'ambiente.[60]
Pulsione
In ambito psicoanalitico, costituente psichica che costituisce uno stato di eccitazione che spinge l'organismo all'attività, geneticamente determinata ma suscettibile di essere modificata dall'esperienza individuale.[61]
Attaccamento
Legame affettivo, particolarmente intenso, riferito o ad una persona, o ad una cosa, o ad un ambiente, riconducibile al legame affettivo fra una persona (in età infantile) e sua madre.[62]
Emozione
Reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo, psichico.[63]
Motivazione
Fattore dinamico del comportamento animale ed umano che attiva e dirige un organismo verso una meta. Le motivazioni possono essere coscienti o inconsce, semplici o complesse, transitorie o permanenti, primarie (ossia di natura fisiologica) o secondarie (ossia apprese dall'ambito socio-culturale). Infine vi sono le motivazioni superiori come le motivazioni ideali o i modelli esistenziali che l'organismo assume in vista della propria autorealizzazione.[64]
Personalità
Nucleo irriducibile, di difficile modificazione, che rimane tale al variare delle situazioni ambientali, storiche, culturale, il quale si ritrova ad interagire ed ad esprimersi in esse.[65]
Per saperne di più:
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia ... tamentismo
Discussion – 1
La teoria
Psicologia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali.[1]Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.
Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da quelli strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli più etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali", etc.). Queste diversità di approcci ha prodotto un'articolazione di sottodiscipline psicologiche, con differenti matrici epistemologico-culturali di riferimento.
La psicologia si differenzia dalla psichiatria, in quanto quest'ultima è una disciplina medica, focalizzata specificatamente sull'intervento sanitario in merito ai disturbi psicopatologici, soprattutto tramite psicofarmaci.
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Il predominio del comportamentismo
Per approfondire, vedi la voce Comportamentismo.
Una scatola di Skinner (Skinner box). La costruzione di labirinti e "scatole" al fine di studiare il comportamento manifesto dei ratti, fu una peculiarità assai nota di Burrhus Skinner.[26] Mediante tali esperimenti creò la sua teoria su condizionamento operante.
Nel 1913, negli Stati Uniti, John Watson(1878-1958), diede vita ad una nuova Scuola psicologica, dettacomportamentismo, attraverso la pubblicazione di un celebre articolo intitolato "La psicologia considerata dal punto di vista comportamentistico". Il comportamentismo, detto anche behaviorismo, dominerà la scena internazionale per circa cinquant'anni, cioè per tutta la prima metà del XX secolo.
Il comportamentismo rivoluzionò i concetti della precedente psicologia, concentrando i suoi sforzi e studi non più sulla "coscienza", bensì attorno al "comportamento". Il nuovo e unico oggetto della psicologia divenne, perciò, il comportamento pubblicamente osservabile degli organismi viventi.[27] Il comportamentismo criticò fortemente anche il concetto diinnatismo, in quanto prevedeva che ogni comportamento umano fosse determinato solamente dagli stimoli ambientali. Questo portò alla nascita della schema Stimolo-Risposta (S-R), che prevedeva che ad una stimolazione che agisce su un organismo segua una reazione dell'organismo stesso.[27]Come già accennato, il comportamentismo fece tesoro anche degli esperimenti sul condizionamento di Pavlov, e arrivò ad ipotizzare che ogni comportamento umano potesse essere appreso mediante condizionamento.
Quasi la totalità degli psicologi americani di questo periodo era di matrice comportamentista e, fra i maggiori autori che diedero impulso a questa Scuola, si possono ricordare Burrhus Skinner, Edward Tolman e Clark Hull.
Il comportamentismo entrò in crisi nei primi anni sessanta, in quanto risultò evidente come queste teorie semplicistiche non fossero in grado di spiegare i comportamenti umani più complessi, come ad esempio le relazioni sociali. Il behaviorismo, inoltre, venne anche criticato per il suo ridurre l'essere umano ad un organismo passivo che rispondeva solo alle leggi del condizionamento.[27]Nonostante tutto, il comportamentismo è sopravvissuto fino ai giorni nostri in alcune correnti come il neo-comportamentismo e, va sottolineato, la Scuola di Watson ha comunque grandi meriti nell'aver dato un forte impulso di ricerca ed una dignità scientifica alla psicologia.
L'ascesa del cognitivismo
Per approfondire, vedi la voce Psicologia cognitiva.
A partire dagli anni sessanta un nuovo orientamento iniziò a farsi largo in psicologia: il cognitivismo. Questo è oggi l'orientamento dominante in psicologia. Alle sue origini troviamo diverse matrici che si sono espresse fra gli anni cinquanta e '60, in buona parte nate all'interno dello stesso comportamentismo.[28] La rapida ascesa del cognitivismo fu dovuta, innanzitutto, al fallimento dello stesso comportamentismo, che con le sue teorie semplicistiche non era riuscito a spiegare i comportamenti umani complessi. Lo schema S-R (Stimolo-Risposta) del comportamentismo era, infatti, divenuto insufficiente e fu gradualmente sostituito dallo schema S-O-R in cui O (organismo) rappresentava la mediazione fra lo stimolo e la risposta.[28] A differenza del comportamentismo, dove l'uomo era visto come un semplice insieme di comportamenti da osservare, il cognitivismo poneva l'accento sull'attività pensante dell'uomo, visto come organismo attivo e non più passivo. In altre parole il simbolo "O" iniziò a rappresentare la "mente", che per i cognitivisti divenne l'unico oggetto di studio.
Storicamente la prima volta in cui venne presentata in maniera compiuta la teoria cognitivista fu nel libro "Psicologia cognitivista", di Ulric Neisser, pubblicato nel 1967. Come accennato, però, i presupposti dell'approccio cognitivista erano già presenti e rintracciabili in teorie ed orientamenti precedenti, ad esempio nelle opere degli psicologi Kenneth Craik, George Armitage Miller e dellinguista americano Noam Chomsky. E ancora prima con Oswald Külpe, Karl Bühler, Frederic Bartlett, James McKeen Cattell, Alfred Binet, James Baldwin, Jean Piaget.
Come detto, il cognitivismo non è una scuola psicologica ma un orientamento ove confluiscono scuole e matrici di ricerca. Le principali sono la psicologia dell'atto (inaugurata da Franz Brentano), l'informatica e la cibernetica. In particolare negli anni '70, si diffuse il modello HIP, il quale proponeva la metafora della mente come elaboratore di informazioni.
La mente, cioè, era vista come un computer, nel quale lo stimolo-risposta comportamentista si trasformò in input-elaborazione-output:
input: informazioni in entrata nella mente, corrispondenti agli "stimoli" del comportamentismo;
elaborazione: conversione delle informazioni che mutano, e vengono rielaborate dai processi mentali;
output: uscita delle informazioni sotto forma di comportamento manifesto, linguaggio, mimica facciale, postura, ecc., corrispondenti alle "risposte" o "reazioni" del comportamentismo. Il modello HIP fu però criticato in quanto dipinge un uomo artificiale, che non corrisponde all'uomo reale inserito nel suo ambiente naturale.
Modello TOTE: Test-Operate-Test-Exit (verificare, eseguire, verificare, terminare), esposto nel testo Piani e struttura del comportamento di Miller, Pribram, Galanter.
Altro orientamento fortemente ravvisabile nel cognitivismo è lo studio del comportamento finalizzato ad una meta ("goal-driven"): il comportamento non è più visto come atto passivo, tipico del comportamentismo, bensì attivo al fine di raggiungere la soluzione di un problema. La nozione di retroazione (feedback), proveniente dalla cibernetica, è centrale in questa ottica dello studio del comportamento umano. Il testo ove esplicitamente si propose questo modello fu il noto "Piani e struttura del comportamento", di George Armitage Miller (psicologo sperimentale), Karl Pribram (neuroscienziato), e Eugene Galanter (psicologo matematico); queste diverse formazioni sono da sottolineare, al fine di comprendere il nuovo cognitivismo come confluenza di matrici di ricerca, ed il carattere interdisciplinare del loro curriculum.
In "Piani e struttura del comportamento" si esprime il modello T-O-T-E: il comportamento è rivolto ad un fine mediante l'esame della realtà (test), l'elaborazione dell'informazione (operate), un successivo esame di ciò che è stato elaborato (test), eventuale retroazione al fine di migliorare l'elaborazione stessa dell'informazione, e successiva uscita (exit) dell'informazione sotto forma di comportamento manifesto, linguaggio, mimica facciale, postura, e così via.
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Psicologia moderna e psicologia postmoderna
Modi di fare psicologia, modalità di pensiero[33]
Psicologia moderna Psicologia postmoderna
Ontologia newtoniana[34]
Sperimentare
Studiare le cause
La mente come computazione
Conoscere la psiche
Pensiero paradigmatico[35]
Ontologia vygotskijana[34]
Interpretare
Studiare i fini
La mente come azione
Curare la psiche
Pensiero narrativo[35]
La psicologia moderna e la psicologia postmoderna sono due modalità di studio dei processi psichici dell'uomo che coesistono nella storia del pensiero occidentale fin dal periodo classico.[36] Nei primordi dello studio della psiche è rilevabile la classificazione aristotelica, che darà la scintilla alla psicologia moderna, e ildialogo socratico (maieutica) che darà la nascita alla psicologia postmoderna. Le due visioni della psicologia (moderna e postmoderna) vivono contemporaneamente lo stesso periodo storico. Si definiscono l'una moderna, poiché ha avuto il suo massimo splendore nella modernità, e l'altrapostmoderna in quanto il suo periodo di massima espansione si è avuto in seguito alla prima (in un periodo che va dagli anni ottanta del secolo XX in poi
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Psicologia moderna
Diagramma di flusso dell'elaborazione dell'informazione secondo Aristotele[37]
« Ma che cosa, dunque, io sono? Una cosa che pensa. »
(Cartesio[38])
Il frantumarsi della psicologia era già in corso fin dagli anni Venti delNovecento; già in questo periodo si riscontrano molti testi dai titoli inequivocabili: La crisi della psicologiadi Driesch (1925),[39] La crisi della psicologia di Koffka (1926),[40] Il senso storico della crisi della psicologia diVygotskij (1926),[41] La crisi della psicologia di Bühler (1927).[42]
In quegli anni il proliferare di prospettive psicologiche aveva portato con sé uno studio dei processi mentali settario, di categoria. Gli psicologi non si interessarono dei processi mentali in quanto oggetto della psicologia, bensì, si interessarono ad essi in forza della prospettiva di appartenenza: gli psicoanalisti studiarono l'inconscio, i gestaltisti la percezione, i comportamentisti il comportamento manifesto, gli strutturalisti gli elementi non altrimenti riducibili presenti nella psiche. Inoltre tali studi vennero effettuati con metodiche differenti, sempre in base alla matrice culturale di appartenenza: introspezione, retrospezione, condizionamento, e così via.
Questa ramificazione, così netta, è da attribuire allo stesso oggetto di studio della psicologia: la psiche. Difatti la psicologia, a differenza di altre discipline scientifiche, non ha un oggetto di studio operazionalizzabile e misurabile in maniera perfettamente aderente ad un rigoroso metodo galileiano: l'uso della statistica da parte degli psicologi è una modalità attraverso cui è possibile generalizzare concetti derivati dallo studio dei casi singoli (nomotetizzazione del dato idiografico), in un contesto epistemico in cui la stessa osservazione e misurazione diretta dell'oggetto di studio (lamente ed i suoi processi funzionali) è di difficile definizione e realizzabilità. In quest'ambito di definizione dell'oggetto di studio, si evince tutta l'attualità del problema rappresentato dal dualismo cartesiano di res cogita e res extensa;[43] dualismo che pone difficili problemi epistemici ed operativi, e che farà dire allo psichiatra svizzero Binswanger che esso "è il cancro di ogni psicologia".[44]
Due tematiche ricorrenti del discorso psicologico sono, da una parte, i due assi del "problema cartesiano" e dall'altra la necessità dell'approccio quantitativo sperimentale di matrice Galileiana.
Si tratta di ostacoli epistemologici di vasta portata e complessità, e le diverse modalità di gestione degli stessi nei vari periodi storici hanno portato al nascere ed all'articolarsi dei diversi paradigmi di ricerca della psicologia sperimentale. Per questo hanno via via provato ad escludere la coscienzadalla loro indagine (comportamentisti in primis), hanno "sezionato" la mente fino a cercare di considerarne i suoi elementi non altrimenti riducibili (strutturalisti), hanno ideato ipotesi che potessero collegare la mente al corpo (l'isomorfismo Khöleriano e il concetto di pulsione inFreud[45]), hanno provato a rappresentare la mente sulla base del modello di elaborazione delle informazioni che rappresenta la matrice concettuale dei computer (scienza cognitiva), ed altri tentativi finalizzati a modellizzare ed operazionalizzare in maniera efficace il proprio sfuggente oggetto di ricerca.[46]
Kenneth Gergen[47] descrive la psicologia fin qui riportata come psicologia moderna, la quale si basa su 4 presupposti epistemologici:
1. gli psicologi hanno un oggetto di ricerca comune; ovvero, gli psicologi devono pervenire a definire ed operare su un solo e comune oggetto di studio, a prescindere che esso sia la mente, il comportamento manifesto, o le relazioni interpersonali (come i fisici possono avere la relatività, lo studio del pendolo, o la traiettoria di una meteora come specificazione di leggi fisiche unitarie ed universali).
2. lo psicologo, una volta individuato il suo oggetto di studio, lo studia nei casi particolari per giungere a leggi universali (dall'idiografia alla nomotetia).
3. il metodo di studio dell'oggetto deve essere la ricerca empirica, preferibilmente mediante ilmetodo sperimentale. In questa visione il metodo sperimentale è oggettivo, scevro da posizioni personali, etiche, morali, sociali, politiche.
4. fiducia nella crescita della conoscenza verso la "reale" natura dei fenomeni studiati dalla psicologia, mediante una continua verifica sperimentale delle ipotesi.
Psicologia postmoderna
Per approfondire, vedi la voce Psicologia postmoderna.
Psicologia teorica e psicologia applicata
Per approfondire, vedi la voce Discipline psicologiche.
Alcuni esempi
È facile da rilevare, anche solo da questi esempi, come le due "psicologie" non siano scisse e separate ma si mescolino e si intreccino.
Psicologia teorica
Istogramma che approssima una curva esprimente ilquoziente intellettivo come una distribuzione statistica normale.
Psicologia applicata
Secondo alcuni autori il gesto del pensare, dell'essere assorto, è innato.[48]
Fin qui si è parlato dell'evoluzione storica del concetto di psicologia, analizzando brevemente come sono cambiati nel tempo i paradigmi e le teorie di riferimento. La psicologia, però, si ramifica anche in varie branche. Tradizionalmente si distingue fra psicologia teorica o pura e psicologia applicata. La prima studia il comportamento umano in generale e il funzionamento dei processi cognitivi. Nella psicologia applicata l'interesse è invece rivolto alla soluzione di problemi "pratici", sia psicologici sia di altro genere, ma che implichino sempre meccanismi psicologici. Ovviamente la psicologia teorica sta alla base della psicologia applicata.
La psicologia teorica si suddivide a sua volta in quattro diramazioni principali:
Psicologia generale, ha per oggetto l'attività psichica dell'adulto sano. Essa cerca leggi universali per i processi psichici (percezione, memoria, apprendimento ecc.) che valgano a prescindere dalle differenze di personalità, età, condizione sociale e culturale;
Psicologia evolutiva, che studia come i processi psichici cambino con l'età, dall'infanzia alla vecchiaia.
Psicologia delle differenze individuali, che analizza e valuta le diverse qualità psichiche (personalità) riscontrabili nelle persone, spesso attraverso l'uso di test psicologici;
Psicologia transculturale, che paragona, in ragione del medesimo aspetto (percezione, comportamento, ecc. ecc.), gruppi di persone appartenenti a culture differenti al fine di studiare quale siano gli aspetti universali (non dipendenti dalla cultura di origine) e quali siano gli aspetti specifici derivanti dalla cultura di origine.
Anche la psicologia applicata ha numerose ramificazioni. Fra le principali troviamo la psicologia clinica, che si occupa essenzialmente delle malattie di natura psicologica, la psicologia del lavoro, utilizzata ad esempio per la selezione del personale, la psicologia forense, applicata in ambito giudiziario, carcerario e criminale.
Questa, però, è solo una suddivisione che ha valore euristico e che non può essere completamente soddisfacente, in quanto non rispecchia la vera situazione in psicologia. In realtà, infatti, è impossibile pensare che la psicologia applicata, nel cercare di risolvere i problemi, non si ponga ipotesi ed elabori teorie. Allo stesso modo anche la psicologia teorica, che fu a suo tempo criticata per un'eccessiva astrattezza, è al giorno d'oggi una disciplina che elabora le sue teorie ponendo maggiore attenzione al contesto ambientale e sociale.
Il dominio della psicologia è particolarmente ampio e diversificato. In quanto l'interazione persona-ambiente modifica la persona, la quale viene modificata dall'ambiente stesso. A causa di questo stretto legame, studiare il campo di applicazione (per esempio:lo sviluppo di una persona, lo sport) porta a studiare la psiche che si esprime mediante l'interazione stessa. Questo porta ad affermare che non esiste una psiche astratta, ma esiste la psiche in quanto facente parte di una interazione persona-ambiente; per questo, spesso e volentieri, lo studio della psiche è accompagnato dallo studio del comportamento, quest'ultimo ne è il mezzo, il ponte fra i due, lo strumento principe mediante il quale la psiche si esprime e modella l'ambiente, e mediante il quale l'ambiente entra in relazione con la psiche di ogni persona.[49] La valutazione di questa interazione porta lo psicologo ad affrontare numerosi ambiti di studio, i quali, storicizzandosi, si innestano col tempo nella psicologia stessa divenendone una parte. Questo ha portato ad un fiorire di branche della psicologiaassai numeroso e particolareggiato.
L'oggetto di studio della psicologia
Fin qui si sono delineate le principali teorie ed orientamenti psicologici che si sono sviluppati nel corso degli anni. Ma tutte queste matrici hanno una base in comune: l'oggetto di studio. La psicologia infatti, come esemplificato dalla definizione iniziale, studia i processi mentali e i comportamenti.
I processi mentali
I processi mentali, in psicologia, si possono suddividere in due ampie categorie: processi cognitivi e processi dinamici.
I processi cognitivi
I processi cognitivi sono quei processi che permettono ad un organismo di raccogliere informazioni sull'ambiente, immagazzinarle, analizzarle, valutarle, trasformarle, per poi utilizzarle nel proprio agire sul mondo circostante.[50]
I principali processi cognitivi sono la percezione, l'attenzione, l'intelligenza, la memoria, l'immaginazione, il pensiero, il linguaggio, la coscienza.
Processi cognitivi
Definizione
Percezione
Insieme di funzioni psicologiche che permettono all'organismo di acquisire informazioni circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all'azione di organi specializzati quali la vista, l'udito, il tatto, il gusto, l'olfatto.[51]
Attenzione
Capacità di selezionare gli stimoli e di mettere in relazione i meccanismi che provvedono a immagazzinare le informazioni nei depositi di memoria a breve termine e di memoria a lungo termine con influenza diretta sull'efficienza delle prestazioni nei compiti di vigilanza.[52]
Intelligenza
Processo che consente all'uomo in quanto dotato di struttura cerebrale geneticamente sufficientemente evoluta, di risolvere nuovi problemi che implicano una ristrutturazione del rapporto di adattamento con l'ambiente.[53]
Memoria
Capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e a gli eventi futuri.[54]
Immaginazione
Capacità di rappresentare un oggetto assente oppure un affetto, una funzione somatica, una tendenza istintuale, non attualmente presenti. In essa si prescinde dalle strutture causali e temporali dalla continuità critica ma non dagli influssi dell'emotività. L'immaginazione può esser vista come il regredire ad uno stadio più infantile come ad uno stadio di maggior creatività che trova soluzioni che sfuggono alla logica.[55]
Pensiero
Attività mentale che comprende una serie svariata di fenomeni come ragionare, riflettere, immaginare, fantasticare, prestare attenzione, ricordare, che permette di essere in comunicazione con il mondo esterno, con se stessi, e con gli altri, nonché di costruire ipotesi sul mondo e sul modo di pensarlo.[56]
Linguaggio
Insieme di codici che permettono di trasmettere, conservare ed elaborare informazioni tramite segni intersoggettivi in grado di significare altro da sé.[57]
Coscienza
Fenomeno qualitativo della psiche che si enuncia come l'essere coscienti di se stessi, di autoriferirsi, di esser coscienti del mondo, degli altri.[58]
I processi dinamici
I processi dinamici sono quei processi mentali non riconducibili a meccanismi biologici e a processi fisiologici, i quali sono riconducibili ad una personalità integrata, caratterizzati da una continua interazione e non sono definibili come apparati statici.[59]
I principali processi dinamici sono: il bisogno, la pulsione, l'attaccamento, l'emozione, lamotivazione, la personalità.
Processi dinamici
Definizione
Bisogno
Stato di tensione più o meno intensa dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde o a esigenza fisiologiche più o meno evidenti o a esigenze voluttuarie divenute, per abitudine, necessarie, o a esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé, o a esigenze sociali apprese dall'ambiente.[60]
Pulsione
In ambito psicoanalitico, costituente psichica che costituisce uno stato di eccitazione che spinge l'organismo all'attività, geneticamente determinata ma suscettibile di essere modificata dall'esperienza individuale.[61]
Attaccamento
Legame affettivo, particolarmente intenso, riferito o ad una persona, o ad una cosa, o ad un ambiente, riconducibile al legame affettivo fra una persona (in età infantile) e sua madre.[62]
Emozione
Reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve durata determinata da uno stimolo ambientale. La sua comparsa provoca una modificazione a livello somatico, vegetativo, psichico.[63]
Motivazione
Fattore dinamico del comportamento animale ed umano che attiva e dirige un organismo verso una meta. Le motivazioni possono essere coscienti o inconsce, semplici o complesse, transitorie o permanenti, primarie (ossia di natura fisiologica) o secondarie (ossia apprese dall'ambito socio-culturale). Infine vi sono le motivazioni superiori come le motivazioni ideali o i modelli esistenziali che l'organismo assume in vista della propria autorealizzazione.[64]
Personalità
Nucleo irriducibile, di difficile modificazione, che rimane tale al variare delle situazioni ambientali, storiche, culturale, il quale si ritrova ad interagire ed ad esprimersi in esse.[65]
Per saperne di più:
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia ... tamentismo
Re: Come se ne viene fuori ?
Zio tenti di partire dall'ABC ?
Pur conoscendo molte più cose rispetto a 50 anni fa questa società è in pieno disfacimento.
molto spesso penso che tutto ciò sia servito solo a vendere più libri.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Amadeus ha scritto: Zio tenti di partire dall'ABC ?
Pur conoscendo molte più cose rispetto a 50 anni fa questa società è in pieno disfacimento.
molto spesso penso che tutto ciò sia servito solo a vendere più libri.
Noio, veniamo con questa mia addirvi, che stiamo vivendo, o meglio nuotando giorno dopo giorno, all’interno di un grande buiolone a forma di stivale, che scusate se è poco.
Avreta sentito che questanno c’è stato una grande morìa delle vacche come voi ben sapete.
Da qualche parte bisognerà pur tentare di tornare a riveder le stelle….
PS. Sabato scorso al Quirino di Roma – così riportano le cronache – Luigi Zingales, della University of Chicago Booth School of Business ,…sostenendo il gruppo di Oscar Giannino, “Indovina chi viene a cena..” ha esordito così:
<<Dobbiamo fare una rivoluzione, …una rivoluzione democratica prima che arrivi un’altra rivoluzione…….>>
Re: Come se ne viene fuori ?
Angela Mauro
Giornalista politica, L'Huffington Post
Il fantastico mondo dorato del centro
Pubblicato: 26/10/2012 18:35
C'è un fantasma che si aggira nella politica italiana degli ultimi tempi. Emerge nei momenti di massimo stress intorno all'attuale governo dei tecnici, parla di partecipazione e apertura alla società civile ma non si palesa mai fino in fondo. E' il 'fantastico mondo dorato del centro'. Quello di Pier Ferdinando Casini e anche quello più liberale di Luca Cordero di Montezemolo. Ultimamente si sono avvicinati molto nel nome di Mario Monti, tanto che se ne contendono il campo. Il primo rappresenta un partito inchiodato al 6 per cento da un po', ma che sui media sembra un gigante e come tale si appresta a dar vita ad una 'lista per l'Italia' per continuare l'esperienza del governo dei tecnici nel 2013. Il secondo è riemerso ieri sera con un 'Manifesto verso la terza Repubblica', corredato da cento firme che vanno da quella del ministro Andrea Riccardi a quella del segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Il manifesto verrà presentato formalmente a Roma il 17 novembre prossimo.
Il 'fantastico mondo dorato del centro' è al lavoro per "riportare il cittadino al centro della vita pubblica della nostra nazione", recita la chiamata della fondazione montezemoliana 'Italia futura'. Lontano da "populismi" e "demagogie", insiste Casini, "in ascolto degli elettori". Sarà. Ma è un dato di fatto che nell'era 2012, cioè in un tempo della storia che trascina, volendo o nolendo, tutte le forze politiche - dalla destra a Grillo - nel vortice della discussione sulle nuove forme di democrazia, solo il fantastico mondo del centro non sembra interessato alla questione.
La crisi dei partiti, della democrazia rappresentativa, della politica è avvertita a più livelli: da quello del comune cittadino arrabbiato, fino ai piani più alti delle istituzioni. Il Pd e Sel hanno trovato una chiave nelle primarie, può piacere o meno, potrà risultare più o meno efficace in questi periodi bui, ma è un modo per aprirsi alle novità imposte dai tempi, che sono maturi per un rinnovamento totale delle organizzazioni date. Pure il 'modernissimo' movimento di Beppe Grillo è interessato al dibattito sulla democrazia interna: per ora, la chiave individuata sarebbe quella di dare facoltà agli elettori di scegliersi online i candidati da mettere in lista alle prossime politiche, attraverso la stessa piattaforma tecnologia usata dai Pirati tedeschi, il Liquid Feedback. E' solo un annuncio, si vedrà, ma intanto è una prima risposta. Persino il Pdl non si è potuto esimere da una discussione sulle primarie: anche in questo caso, si vedrà nel concreto cosa riusciranno a realizzare, ma - obtorto collo - anche loro sono stati trascinati dentro alle stesse dinamiche di dibattito. Quelle sulla politica del domani.
Solo il 'fantastico mondo dorato del centro' (e affini) si sente non toccato da questa rivoluzione. Reagisce quasi con allergia e un pizzico di superiorità. Ma poi è costretto ad aspettare alla finestra gli alleati cui aggregarsi, perché da solo non ce la fa. Se ne sta lì, dietro le tende impolverate del secolo scorso. Striscia furtivo sperando di sorprendere nelle urne. Un fantasma, appunto. Non sarebbe meglio uscire all'aria? Almeno per non lasciare solo il 'povero' Bruno Tabacci, centrista e montiano convinto, lanciatosi nella mischia di sinistra verso i gazebo. O, magari, per sostenere Matteo Renzi, se questo è il caso. Chissà. Strano: eppure i fantasmi in genere sono trasparenti.
Giornalista politica, L'Huffington Post
Il fantastico mondo dorato del centro
Pubblicato: 26/10/2012 18:35
C'è un fantasma che si aggira nella politica italiana degli ultimi tempi. Emerge nei momenti di massimo stress intorno all'attuale governo dei tecnici, parla di partecipazione e apertura alla società civile ma non si palesa mai fino in fondo. E' il 'fantastico mondo dorato del centro'. Quello di Pier Ferdinando Casini e anche quello più liberale di Luca Cordero di Montezemolo. Ultimamente si sono avvicinati molto nel nome di Mario Monti, tanto che se ne contendono il campo. Il primo rappresenta un partito inchiodato al 6 per cento da un po', ma che sui media sembra un gigante e come tale si appresta a dar vita ad una 'lista per l'Italia' per continuare l'esperienza del governo dei tecnici nel 2013. Il secondo è riemerso ieri sera con un 'Manifesto verso la terza Repubblica', corredato da cento firme che vanno da quella del ministro Andrea Riccardi a quella del segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Il manifesto verrà presentato formalmente a Roma il 17 novembre prossimo.
Il 'fantastico mondo dorato del centro' è al lavoro per "riportare il cittadino al centro della vita pubblica della nostra nazione", recita la chiamata della fondazione montezemoliana 'Italia futura'. Lontano da "populismi" e "demagogie", insiste Casini, "in ascolto degli elettori". Sarà. Ma è un dato di fatto che nell'era 2012, cioè in un tempo della storia che trascina, volendo o nolendo, tutte le forze politiche - dalla destra a Grillo - nel vortice della discussione sulle nuove forme di democrazia, solo il fantastico mondo del centro non sembra interessato alla questione.
La crisi dei partiti, della democrazia rappresentativa, della politica è avvertita a più livelli: da quello del comune cittadino arrabbiato, fino ai piani più alti delle istituzioni. Il Pd e Sel hanno trovato una chiave nelle primarie, può piacere o meno, potrà risultare più o meno efficace in questi periodi bui, ma è un modo per aprirsi alle novità imposte dai tempi, che sono maturi per un rinnovamento totale delle organizzazioni date. Pure il 'modernissimo' movimento di Beppe Grillo è interessato al dibattito sulla democrazia interna: per ora, la chiave individuata sarebbe quella di dare facoltà agli elettori di scegliersi online i candidati da mettere in lista alle prossime politiche, attraverso la stessa piattaforma tecnologia usata dai Pirati tedeschi, il Liquid Feedback. E' solo un annuncio, si vedrà, ma intanto è una prima risposta. Persino il Pdl non si è potuto esimere da una discussione sulle primarie: anche in questo caso, si vedrà nel concreto cosa riusciranno a realizzare, ma - obtorto collo - anche loro sono stati trascinati dentro alle stesse dinamiche di dibattito. Quelle sulla politica del domani.
Solo il 'fantastico mondo dorato del centro' (e affini) si sente non toccato da questa rivoluzione. Reagisce quasi con allergia e un pizzico di superiorità. Ma poi è costretto ad aspettare alla finestra gli alleati cui aggregarsi, perché da solo non ce la fa. Se ne sta lì, dietro le tende impolverate del secolo scorso. Striscia furtivo sperando di sorprendere nelle urne. Un fantasma, appunto. Non sarebbe meglio uscire all'aria? Almeno per non lasciare solo il 'povero' Bruno Tabacci, centrista e montiano convinto, lanciatosi nella mischia di sinistra verso i gazebo. O, magari, per sostenere Matteo Renzi, se questo è il caso. Chissà. Strano: eppure i fantasmi in genere sono trasparenti.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Discussion – 2 -
Dalla teoria alla pratica -1
Qualcuno si ricorda le battaglie sul vecchio forum sulla guerra in Iraq e in Afghanistan, Nassirya, la nostra partecipazione alle guerre, i voti in Parlamento per rinnovare la missione in quelle terre?
Tutto si rinfocolava tutte le volte che tornavano a Ciampino i nuovi caduti dentro le bare avvolti nel tricolore.
Ad occuparsene per ultimo su questo forum è stato Paolo11 in precedenti attentati ai militari italiani caduti in Afghanistan nei mesi scorsi. Poi, evidentemente accortosi che l’argomento non suscitava più gli antichi interessi, ha desistito nel riportare le notizie dei successivi decessi.
Avendo battagliato per anni ed avendo registrato il calo d’interesse negli ultimi interventi di Paolo, mi sono astenuto appositamente per non influenzare l’attenzione all’argomento, curioso di vedere le reazioni.
E le reazioni sono state in perfetta sintonia con quelle del resto del Paese.
Il Fatto Quotidiano, ad esempio, riporta per il nuovo caduto dell’altro ieri due righe di commento in prima pagina sopra la testata, come fa ad esempio l’Unità con la “Striscia rossa”, e scrive:
Un ragazzo italiano di 24 anni è morto nella cosiddetta missione di pace in Afgha-
nistan, feriti altri tre soldati. 52 i caduti italiani dal 2004 a oggi. Una strage continua.
Poi la notizia compare a pagina 16 di 24, ed è liquidata in un terzo di pagina. Il modo di sapere che si tratta del caporale Tiziano Chierotti di 24 anni, alpino in forza al 2° reggimento di Cuneo e il come è caduto.
Prestando attenzione anche al comportamento dei Tg, la notizia è passata tra un 1/3 e i 2/3 della durata dei notiziari.
Nel passato, quando al potere serviva condizionare le menti alla partecipazione italiana alla guerra, le notizie degli attentati con caduti italiani avevano l’onore della prima pagina dei quotidiani e delle aperture dei Tg, corredate di ampi servizi.
Le cerimonie del potere dall’arrivo delle salme a Ciampino e dei funerali, non mi hanno mai convinto. Una recitazione teatrale senza convinzione, sia nelle parole che negli atti.
Le vecchie volpi dell’armiamoci e partite, sono sempre apparse obbligate a recitare la parte.
Negli ultimi anni i militari italiani caduti sembrano militari minori rispetto ai loro colleghi caduti agli inizi dei conflitti.
Eppure qui si tratta di un ragazzo 24 anni. Il potere e i media si nascondono dietro il sacrificio necessario per la nostra sicurezza.
Il tasso di ipocrisia in questi casi è enorme sia da parte di chi pronuncia queste falsità, sia da parte di chi le ascolta, perché sa che sono false e tira avanti nell’indifferenza totale.
Da queste parti, da qualche mese sta montando dagli over 50 in su, l’incomprensione per l’accettazione dello stato di fatto realtà di una società che va progressivamente degradando di giorno in giorno sotto i colpi degli scandali dell’operato dei politici, soprattutto per la corruzione e le ruberie.
Fare l’elenco degli accadimenti è cosa piuttosto facile, meno facile risulta quando ci si addentra negli approfondimenti nel trovare soluzioni.
E’ altrettanto curioso constatare 40 anni di doglianze senza soluzione di continuità sul tema dell’evasione fiscale, prodotte a tutti i livelli, tra il popolino e gli attori che partecipano agli show nei contenitori dedicati, politici, economisti, giornalisti senza mai venire a capo di niente. Eppure, pur non essendo la panacea di tutti i mali, basterebbe adottare il sistema statunitense e francese negato alla radice dalla quasi totalità dei politici degli ultimi 40 anni. Sostengono che da noi non è possibile adottare il sistema in cui si può scaricare tutto nella dichiarazioni dei redditi, ma non forniscono mai la dimostrazione sul perché non è possibile l’attuazione.
E’ molto indicativa la risultanza dell’impiego del nuovo mezzo di comunicazione, la rete, in certe occasioni. L’ultima è di quasi un mese fa in cui dopo aver lanciato in rete l’adesione ad una manifestazione di protesta a Roma davanti a Montecitorio, si sono ritrovati in meno di 200 su 35.000 adesioni.
La radiografia di un tassello d’Italia è questo, e si capisce subito che da queste problematiche non se ne esce.
Dalla teoria alla pratica -1
Qualcuno si ricorda le battaglie sul vecchio forum sulla guerra in Iraq e in Afghanistan, Nassirya, la nostra partecipazione alle guerre, i voti in Parlamento per rinnovare la missione in quelle terre?
Tutto si rinfocolava tutte le volte che tornavano a Ciampino i nuovi caduti dentro le bare avvolti nel tricolore.
Ad occuparsene per ultimo su questo forum è stato Paolo11 in precedenti attentati ai militari italiani caduti in Afghanistan nei mesi scorsi. Poi, evidentemente accortosi che l’argomento non suscitava più gli antichi interessi, ha desistito nel riportare le notizie dei successivi decessi.
Avendo battagliato per anni ed avendo registrato il calo d’interesse negli ultimi interventi di Paolo, mi sono astenuto appositamente per non influenzare l’attenzione all’argomento, curioso di vedere le reazioni.
E le reazioni sono state in perfetta sintonia con quelle del resto del Paese.
Il Fatto Quotidiano, ad esempio, riporta per il nuovo caduto dell’altro ieri due righe di commento in prima pagina sopra la testata, come fa ad esempio l’Unità con la “Striscia rossa”, e scrive:
Un ragazzo italiano di 24 anni è morto nella cosiddetta missione di pace in Afgha-
nistan, feriti altri tre soldati. 52 i caduti italiani dal 2004 a oggi. Una strage continua.
Poi la notizia compare a pagina 16 di 24, ed è liquidata in un terzo di pagina. Il modo di sapere che si tratta del caporale Tiziano Chierotti di 24 anni, alpino in forza al 2° reggimento di Cuneo e il come è caduto.
Prestando attenzione anche al comportamento dei Tg, la notizia è passata tra un 1/3 e i 2/3 della durata dei notiziari.
Nel passato, quando al potere serviva condizionare le menti alla partecipazione italiana alla guerra, le notizie degli attentati con caduti italiani avevano l’onore della prima pagina dei quotidiani e delle aperture dei Tg, corredate di ampi servizi.
Le cerimonie del potere dall’arrivo delle salme a Ciampino e dei funerali, non mi hanno mai convinto. Una recitazione teatrale senza convinzione, sia nelle parole che negli atti.
Le vecchie volpi dell’armiamoci e partite, sono sempre apparse obbligate a recitare la parte.
Negli ultimi anni i militari italiani caduti sembrano militari minori rispetto ai loro colleghi caduti agli inizi dei conflitti.
Eppure qui si tratta di un ragazzo 24 anni. Il potere e i media si nascondono dietro il sacrificio necessario per la nostra sicurezza.
Il tasso di ipocrisia in questi casi è enorme sia da parte di chi pronuncia queste falsità, sia da parte di chi le ascolta, perché sa che sono false e tira avanti nell’indifferenza totale.
Da queste parti, da qualche mese sta montando dagli over 50 in su, l’incomprensione per l’accettazione dello stato di fatto realtà di una società che va progressivamente degradando di giorno in giorno sotto i colpi degli scandali dell’operato dei politici, soprattutto per la corruzione e le ruberie.
Fare l’elenco degli accadimenti è cosa piuttosto facile, meno facile risulta quando ci si addentra negli approfondimenti nel trovare soluzioni.
E’ altrettanto curioso constatare 40 anni di doglianze senza soluzione di continuità sul tema dell’evasione fiscale, prodotte a tutti i livelli, tra il popolino e gli attori che partecipano agli show nei contenitori dedicati, politici, economisti, giornalisti senza mai venire a capo di niente. Eppure, pur non essendo la panacea di tutti i mali, basterebbe adottare il sistema statunitense e francese negato alla radice dalla quasi totalità dei politici degli ultimi 40 anni. Sostengono che da noi non è possibile adottare il sistema in cui si può scaricare tutto nella dichiarazioni dei redditi, ma non forniscono mai la dimostrazione sul perché non è possibile l’attuazione.
E’ molto indicativa la risultanza dell’impiego del nuovo mezzo di comunicazione, la rete, in certe occasioni. L’ultima è di quasi un mese fa in cui dopo aver lanciato in rete l’adesione ad una manifestazione di protesta a Roma davanti a Montecitorio, si sono ritrovati in meno di 200 su 35.000 adesioni.
La radiografia di un tassello d’Italia è questo, e si capisce subito che da queste problematiche non se ne esce.
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Re: Come se ne viene fuori ?
A proposito di Zingales ... uomo dalla "r" moscia .... Sei Fuori! Direbbe Crozza.camillobenso ha scritto:Amadeus ha scritto: Zio tenti di partire dall'ABC ?
Pur conoscendo molte più cose rispetto a 50 anni fa questa società è in pieno disfacimento.
molto spesso penso che tutto ciò sia servito solo a vendere più libri.
Noio, veniamo con questa mia addirvi, che stiamo vivendo, o meglio nuotando giorno dopo giorno, all’interno di un grande buiolone a forma di stivale, che scusate se è poco.
Avreta sentito che questanno c’è stato una grande morìa delle vacche come voi ben sapete.
Da qualche parte bisognerà pur tentare di tornare a riveder le stelle….
PS. Sabato scorso al Quirino di Roma – così riportano le cronache – Luigi Zingales, della University of Chicago Booth School of Business ,…sostenendo il gruppo di Oscar Giannino, “Indovina chi viene a cena..” ha esordito così:
<<Dobbiamo fare una rivoluzione, …una rivoluzione democratica prima che arrivi un’altra rivoluzione…….>>
Egli è un altro esponente della "intelighenzia" italiota che mente spudoratamente perchè deve sostenere la tesi del "Dio mercato" a tutti i costi.
Qualche sera fa a 8 e 1/2 ha sostenuto questa tesi contro il povero ma bravo attore Savino che sosteneva aiuti di stato per la cultura in generale e per il cinema.
Zingales che insegna alla Chicago University ha detto che "non si può" fare perchè in america le università si autofinanziano o ottengono finanziamenti privati. In altre parole il mercato premia le migliori così si eviterebbero gli "sprechi".
Ciò è vero in parte.
Molte università americane sono statali ((attenzione a non confondere il termine statale con lo Stato Federale che è un'altra cosa) ed alcune validissime, penso all' UCLA dove escono i migliori medici americani, l'UCI, la San Diego university, ecc.
Molte (quasi tutte) delle ricerche universitarie in campo tecnologico sono finanziate dal Dipartimento della Difesa americano.
Molti ricerche universitarie sono finanziate dai colossi industriali americani, aziende connesse alla produzioni di armi per la difesa.
Tutto si tiene.
Ma non ci vengano a dire che in america il mercato regola tutto in modo virtuoso perchè "non è vero".
Il modello sociale americano è fallimentare.
Secondo la associazione americana National Alliance for the Mentally Ill (NAMI), vi sono circa 50.000 malati di mente senza tetto nella sola California
Un caro saluto a tutti.Number of homeless people in the US 700,000 to 2 million people ...
Demographic make-up of the homeless population, 44% men
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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