Che fine faranno i bananas?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Amadeus

Re: Che fine faranno i bananas?

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dallo stato confusionale al panico il passo è brevissimo.
shiloh
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Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da shiloh »

mariok ha scritto:Se lo abbandona anche lei, è proprio alla fine!

IVA ZANICCHI LANCIA IL SUO PARTITO A FAVORE DI MONTI

Anche la pasionaria Zanicchi, un tempo fedelissima a B., lascia il Pdl per formare una lista pro Monti

Secondo quanto riportato dal settimanale Oggi, l'europarlamentare del Pdl ha deciso di lanciare il suo nuovo partito staccandosi da Silvio Berlusconi a sostegno del Premier tecnico. Il movimento ha già un nome: "Adesso basta."
"Mi è stato proposto di fare una mia lista da politici di vari schieramenti, ma anche da imprenditori, casalinghe, operai, finanzieri, medici, giudici. E sono stata contattata da diversi partiti", ha spiegato la Zanicchi.
"A Berlusconi sono riconoscente, ma ne parlo al passato perché mi ha profondamente deluso: si è circondato di persone sbagliate. Roberto Formigoni? Mi auguro che sia innocente, ma di sicuro ha disilluso".
Non poteva mancare un commento sulla Minetti, di cui dice:

"Io al suo posto mi sarei dimessa. Mi vergognerei come una ladra".

http://www.cadoinpiedi.it/2012/10/21/iv ... monti.html

ne ha facoltà signora...

perchè non creda di averci fatto una bella figura in questi 20 anni da "pasionaria" del maniaco.
shiloh
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Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da shiloh »

per la serie:

"Tramonti boreali"

trasmettiamo :

"sunset boulevards"


Sondaggi affossano lista Silvio
Spiegel: piccolo uomo minuscolo.

http://www.unita.it/italia/sondaggi-aff ... o-1.457353

Fini, la crisi in famiglia
ipoteca il suo futuro in politica
http://www.unita.it/italia/fini-la-cris ... a-1.457275
Amadeus

Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da Amadeus »

Milano dalla cultura all'affarismo. Con Formigoni che si crede principe.
Parla il Nobel: "Sento arrivare il grande crollo"(24 ottobre 2012)
Dario Fo
E' un Dario furioso, quello che "l'Espresso" intercetta tra Umbria e Romagna nei giorni caldi del doppio tramonto di Roberto Formigoni e delle virtù lombarde. Dario Fo, dall'alto dei suoi anni 86, è in vena di cupezze, più che di lazzi e sghignazzi. Al lecchese Formigoni che si crede da vent'anni principe di Lombardia, il premio Nobel di San Giano (Varese), non le manda a dire. E neanche alla Milano già sobria, operosa, illuminata che lo ha accolto e, oggi lo si può dire, nutrito in abbondanza.

Un ventennio di inurbati di potere, a Milano: Berlusconi, Bossi, don Verzè, Dell'Utri, Formigoni. Ma dopo la gloria i dolori.
«Nel sistema Formigoni colpisce la politica intesa come chiesa, di adepti e di affiliati. Un'imposizione in totale antitesi, storica e culturale, con la Milano dello spirito ambrosiano».

Partiamo alti. Ce lo può spiegare?
«Milano, il comune e la sua Chiesa si sviluppano, con i loro riti, religiosi e mercantili, in autonomia da Roma e dal pontefice. Di questo c'è traccia ancora oggi. Formigoni e don Verzè sono corpi estranei allo spirito di Milano. Basta rileggersi il monito di Sant'Ambrogio ai potenti dei suoi tempi, quando si scaglia contro la cupidigia e l'avidità, in particolare di chi ricopre cariche pubbliche, dimenticando i deboli, gli infermi, i prigionieri. Anche nel Manzoni, nei "Promessi sposi" risuona l'indignazione contro i soprusi e le prepotenze. Nel Ventunesimo secolo Formigoni e la sua rete ciellina ci ha imposto una chiesa politica dell'affarismo tra amici e iniziati».

Quando si è inurbato lei, che veniva dai laghi lombardi come il presidente, che Milano aveva trovato?
«Milano produceva, negli anni Sessanta, una vivacità culturale straordinaria. Compagnie teatrali, la scena artistica, la satira, il Piccolo e l'Umanitaria, la Triennale e la Palazzina Liberty, gli editori, la musica nuova, i fermenti nelle università. Si facevano affari, sì, ma non era affarismo da cricca. Si respirava un fervore, un'apertura internazionale, una grande intelligenza diffusa. Si allargava la cultura a chi ne era privo, alle periferie operaie, studenti e lavoratori dialogavano in modo nuovo. Io andavo in Francia, e c'era grandissimo rispetto per Milano. Non è un caso che questo fervore della nostra città fu interrotto dalla violenza, la violenza politica. Quando portai in Francia "Morte accidentale di un anarchico" suscitammo insieme ammirazione e stupore».

Dove identifica il punto di passaggio dalla Milano di Mattioli e Strehler a quella di Daccò e Zambetti?
«Dovrei dire: Tangentopoli, l'inchiesta Mani pulite. Ma suona ovvio. Il passaggio vero fu un altro. Ben prima».

Quando?
«Piazza Fontana. Il 1969. L'epoca delle stragi, dei servizi deviati. E' il momento in cui il fervore, l'audacia, gli esperimenti politici e sociali di Milano vengono silenziati. La prima grande violenza degli anni Settanta esplode a Milano, non a Roma».

Certo che Milano ha a lungo snobbato la politica, investendo poco in un ceto dirigente pubblico di livello. E quando ha espresso leader, sono stati outsider carismatici di enorme impatto: Mussolini, Craxi, Berlusconi.
«No, no, così non si può dire. Milano non ha snobbato la politica: gli anni Sessanta furono un grande esperimento politico. C'è una componente megalomane in certe figure, questo sì. Il cupolone del San Raffaele che scimmiotta quello di San Pietro, il Palazzo Lombardia da 500 milioni. Il primo edificio di governo dai tempi del Castello Sforzesco, si vanta Formigoni. Ma il Castello non era lo spazio dell'egemonia dei cittadini, tutt'altro, era la forma del potere del principe, compresi i soprusi».

Qualcuno ha definito Formigoni un Joker. Lei che maschera gli attribuisce?
«Io lo vedo come un personaggio del passato, da commedia del Cinquecento, da teatro elisabettiano. Nell'"Amleto" le lotte di potere nel regno di Danimarca erano copiate da intrighi italiani...».

E' re Claudio a parlare del «corrotto andazzo del mondo».
«Appunto. Formigoni si crede principe. In realtà è un gran dritto con una prosopopea shakespeariana. Uso il paragone perché questo è un passaggio storico, in Lombardia e in Italia dopo vent'anni di Berlusconi. E' un passaggio storico e lo capiremo nei prossimi mesi».
Si aspettava che un consigliere lombardo comprasse pacchi di voti dalla 'ndrangheta?
«Tutto mi aspettavo meno che la politica a Milano finisse nello sterco mafioso. La politica a disposizione della 'ndrangheta. Ho sentito un'amara battuta: chi soffre di più in questo momento? Cosa nostra, che si sente scavalcata, non c'è più rispetto».

Giornalisti, figure come Nando Dalla Chiesa o Giulio Cavalli segnalavano da anni l'aggressività del fenomeno.
«Poco ascoltati. E' verissimo».

Mentre il ministro Severino, dell'assai prudente governo Monti, parla di "nuova Tangentopoli", e anche più grave.
«Perché è tutto più complicato. Il dio denaro ha trasformato le cure ospedaliere in un affare roboante. Don Verzè, i ciellini, le fondazioni amiche: oggi ti salvo la vita e domani ti garantisco la vita eterna, e intanto appalti, regalie, consulenze, percentuali, lasciti. Un trionfo di arroganza e megalomania. Per tacere degli imprenditori che offrono le vacanze tutto incluso al presidente della maggior regione italiana».

Formigoni dice: abbiamo la sanità migliore d'Italia, amministriamo bene.
«E bravo! In una civiltà dell'arraffo un buon amministratore diventa un santo. E' la sanità migliore se confrontata con la Calabria. Ma la Lombardia si deve confrontare con la Francia, con la Germania. Lasciamo stare, che ho la raucedine, son senza voce».

Un'ultima cosa. Il sindaco Giuliano Pisapia prende le distanze dal governatore, auspica la rivolta della società civile. Toni irrituali, nel teatrino politico: i due gestiscono insieme l'Expo 2015. Lei crede ancora nella società civile?
«Pisapia è un uomo di coraggio. Ha vinto le elezioni senza grandi appoggi, e inizialmente ostacolato dal Pd. L'appello alla società civile è un bel segnale. Ma io lo vedo anche frenato dalla macchina comunale».

Cosa vuol dire?
«E' frenato da una macchina imbottita di figure cresciute nel ventennio della destra e della Lega. In tanti sono ancora lì. E' un bell'handicap. Pisapia cammina con i piombi ai piedi».

Che cosa si aspetta a breve?
«Ah, a me ormai viene in mente anche la torre di Babele...».

Cioè?
«Sento arrivare il grande crollo. Non c'è solo Formigoni. In questi giorni assistiamo a mosse e mossette. Maroni dice votiamo ad aprile? Allora lo anticipo, dice l'altro, votiamo a gennaio! No, febbraio. La Lega dentro? La Lega fuori? Tutto un far battute da opera buffa. E i sorrisi, ha visto quanto sorridono, tutti quei maneggioni? Un linguaggio da "Le Roi s'amuse", il Re si diverte, il buffone denuncia, e poi arriva la censura. Le Roi s'amuse, eccome se s'amuse. Ma io dico che è finita la cuccagna».


l'espresso
mariok

Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da mariok »

«Chi vorreste al posto di Silvio?». Il Pdl 2.0 sceglie Giorgia Meloni

26 ottobre 2012

Due giorni dopo il 'passo indietro' di Silvio Berlusconi e con le primarie all'orizzonte, il Pdl è in cerca di un nuovo leader. Per ora i candidati ufficiali sono solo due, Giancarlo Galan e Daniela Santanchè. Ma i concorrenti in pectore sono tanti e il web è già pieno di sondaggi che chiedono ai navigatori chi vorrebbero alla guida del partito.

Incrociando i risultati, ecco la prima sorpresa: in testa ai sondaggi, e con un margine più che significativo, c'è Giorgia Meloni. Romana, classe '77, l'ex ministro della Gioventù, a conti fatti, ha oggi il doppio del gradimento del segretario Angelino Alfano, fermo al 16%. I sondaggi presi a confronto sono quelli sul sito di Affaritaliani, Pubblico, Panorama e Tgcom24. Giorgia Meloni riscuote in media il 33% dei voti. Il picco è sul sito di Tgcom24: 44 voti su 100 sono per lei. Alfano ha una media del 16%. Su Panorama raccoglie il 36% dei consensi, ma va molto peggio su Affaritaliani (10), Pubblico (12) e Tgcom24 (7). E comunque l'ex Guardasigilli è solo terzo.

Al secondo posto, infatti, c'è il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Tenendo conto del sondaggio di Panorama (che prima gli accreditava un 33% ma poi l'ha tolto dai votabili), Alemanno ha una media del 18%. Dietro di loro il nulla o quasi. Valutando solo i nomi che sono votabili in almeno 3 sondaggi su 4 (non tutti i siti presentano le stesse scelte), dopo il podio arrivano Guido Crosetto (7%), Montezemolo (5), Santanchè (4), Galan e Formigoni (3). Da segnalare l'exploit dell'ex ministro Paolo Romani, che su Affaritaliani raccoglie il 14% dei consensi. Mentre su Pubblico c'è chi sceglie Marina Berlusconi (5 voti su 100) o Flavio Briatore (7%).

http://www.unita.it/italia/chi-vorreste ... i-1.459390
Amadeus

Re: Che fine faranno i bananas?

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una volta Cornacchione faceva lo sketch " povero Silvio", ora i tempi sono maturi per "povero Alfano" .
peanuts
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da peanuts »

Ma oggi non hanno detto che vogliono tirarsi indietro alle primarie per ricandidarlo?
Cioè, questo è CONDANNATO in primo grado e si ricandiderebbe per fare il premier? Lo accetterebbero?
Non c'è fine alla vergogna.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
mariok

Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da mariok »

Pdl, dopo il discorso di Berlusconi partito in crisi di nervi: “Ci siamo fatti del male”

Il discorso di ieri dell'ex premier ha lasciato spiazzati in molti tra le file del partito. Napoli: "Così si ammazzano le primarie, in questo modo non vinceremo mai più"

di Sara Nicoli | 28 ottobre 2012

Sorpresi. Spiazzati. Persino impauriti. Lo “sfogo” di Berlusconi, come lo ha chiamato, con grande indulgenza, Osvaldo Napoli, ha lasciato le file pidielline sconcertate e confuse. Indulgenza, a dire il vero, che è durata poco. Lo stesso Napoli, in una intervista a Libero, si è lasciato andare ad una analisi ben più critica: “Berlusconi si è fatto del male con le sue parole” perché “dopo quello che ha detto i moderati non verranno più con noi e così non vinceremo mai più le elezioni. Berlusconi - ha aggiunto Napoli – ha già stretto l’accordo con la Lega, con quello che ha detto l’area moderata ce la sogniamo”, ha “ammazzato le primarie e Alfano”, spiega ancora il deputato del Pdl. La stragrande maggioranza del Pdl la pensa come me, “l’ottanta per cento del partito sta con Alfano” e Berlusconi rappresenta “la minoranza del partito”.

La frase, “resto il presidente del mio movimento” con la quale il Cavaliere ha voluto riprendersi la centralità del Pdl annunciando “una cosa che non aveva mai fatto – racconta un suo fedelissimo – cioè l’intenzione di lanciare una battaglia politica fatta di punti come manifesto elettorale”, ha lasciato a dir poco perplessi. Perché Berlusconi è sembrato parlare al Pdl come a un soggetto terzo, qualcosa di “altro da sé”; in un’ora di monologo, non ha mai pronunciato la parola. “Fino a oggi – ecco la spiegazione di chi gli sta accanto – Berlusconi ha sempre gestito; prima le aziende, poi il partito, quindi il governo. Una battaglia politica non l’ha mai fatta, ora invece lo annuncia: siamo davanti a una novità assoluta, di cui ignoriamo le conseguenze”.

Che, certamente, ci saranno a breve. A partire dal governo. “Il timore di molti – prosegue il fedelissimo – è che ci possa chiedere di non votare la fiducia a Monti sul decreto Stabilità; i filo montiani se ne andrebbero, sarebbe scissione”. C’è una cosa, però, che tutti hanno capito. Che il Cavaliere si è ripreso il partito, depotenziando totalmente la portata del rinnovamento delle primarie; anche se si celebreranno, resteranno un puro esercizio politico di propaganda. Berlusconi continuerà a essere il perno ineludibile del Pdl, anche se serpeggia la convinzione che altro bolla in pentola. Come una lista Berlusconi (Il Foglio parla di una lista Berlusconi-Sallusti). Daniela Santanchè ha dato un assaggio: “Alfano valuti di dimettersi da segretario del Pdl visto che la sua linea politica è stata sconfessata dal presidente e fondatore del partito”. Forse la possibile sconfitta delle elezioni in Sicilia farà il resto, ma di fatto Alfano ora è un’anatra zoppa, per quanto il partito si stringa intorno a lui.

E’ ancora Osvaldo Napoli a dare il senso delle tensioni: “Ma chi è la signora Santanchè per chiedere le dimissioni di Alfano a meno di dodici ore dall’apertura delle urne in Sicilia? Dove e da chi è stata eletta? La signora Santanchè è stata una traditrice della prima ora del Pdl, dove è entrata e uscita come dalla porta girevole di un albergo”. Le fiamme nel Pdl, dunque, volano già alte. Ma è soprattutto la sconfessione di Monti a preoccupare. È un elemento che “rende più complicata la riunificazione dei moderati”, dice la Bertolini, una questione “che ora deve essere prioritaria, invece di mettere in discussione la sopravvivenza dell’esecutivo”, ha aggiunto Cicchitto. Pezzi di partito, insomma, già si scollano.

Ancora più chiaro l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini: “Sfiduciare Monti? Ora il presidente è coinvolto da sentimenti forti molto negativi, ma sono sicuro che non potrà ignorare i due eventuali effetti devastanti di una decisione di questo genere: si vanificherebbe agli occhi del Paese e della comunità internazionale il gesto di responsabilità che Berlusconi ha fatto lasciando palazzo Chigi e di cui ha rivendicato il significato. E poi Berlusconi sa bene che non è questo il bene dell’Italia”. Intervistato dal Mattino, Frattini aggiunge: “Sulle primarie finora la riflessione di Alfano ha rappresentato la sintesi giusta, nel dialogo con gli altri moderati come nei rilievi mossi al governo, Bersani ha dimostrato molta più durezza nei confronti dell’agenda Monti – prosegue l’esponente del Pdl- per il resto vedo espressioni che sono destinate a restare minoritarie. E non vedo rischi di scissione: le regole della democrazia sono queste: si vota poi si porta avanti uniti la battaglia. L’obiettivo resta quello di favorire la ‘casa dei moderati’: in questo senso proseguono i nostri sforzi di dialogo con Montezemolo, con Casini e con quanti si riconoscono nel popolarismo europeo”.

Maretta alta anche in casa degli ex An. Andrea Augello è salito sulle barricate: “Esprimo il mio dissenso più radicale, per le prossime elezioni primarie c’è bisogno di una proposta che tolga dal campo del futuro del centrodestra l’idea che si possa, su questione di grande rilevo come le alleanze, le grandi scelte di politica economica e di coesione europea, oscillare come pendoli, condannandosi all’isolamento; i nostri elettori non capiscono più nulla”. Non solo loro. Gianni Alemanno, concretamente, ha tirato un sospiro di sollievo sul fatto che non sono state “annullate le primarie”. Mentre Maurizio Gasparri spiega: “Si aspettavano tutti che Berlusconi dicesse che casomai ridiscendeva in campo come candidato premier”.

da Il Fatto Quotidiano di domenica 28 ottobre 2012. Aggiornato da redazione Web alle 11.43
camillobenso
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Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da camillobenso »

Il merlo del giorno - 1

Il mio concittadino Valerio Staffelli ha trovato il modo di tirare a campare andando in giro per l’Italia a consegnare “Tapiri”.

Io mi limiterò solo a consegnare ipotetici merli dietro una tastiera.

Il merlo del giorno, di ieri 27 ottobre 2012, lo affiderei senz’altro a Osvaldo Napoli per questo intervento:

“Berlusconi si è fatto del male con le sue parole” perché “dopo quello che ha detto i moderati non verranno più con noi e così non vinceremo mai più le elezioni.

Come sempre il sindaco di Valgioie non brilla per intelligenza come ci ha sempre dimostrato nei suoi passaggi televisivi da berlusconiano doc.

A Berlusconi di vincere le elezioni non gliene frega assolutamente nulla. Lui sta pensando solo e soltanto a se stesso e che dopo vent’anni di furberie la sua macchina da guerra si è inceppata e lui sta rischiando parecchio. E’ sempre riuscito in vent’anni a pararsi le chiappe in mille modi.

Era sicuro che anche questa volta ce l’avrebbe fatta, ma qualcosa deve essere andato storto.

Scrive il giudice Tinti su IFQ di stamani:

Delinquente naturale o abituale?
Senza le sue leggi, sarebbe in prigione da un pezzo.

Osvaldino Napoli non era riuscito a capirlo?

Dall’altro ieri per lui, il duce-caimano, è diventato urgentissimo salvarsi a qualsiasi costo e questi credono ancora alla Befana.
shiloh
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Re: Che fine faranno i bananas?

Messaggio da shiloh »

apparte il dettaglio che fino a ieri dichiarava che il governo Monti ha fatto tutto quello che voleva fare lui
e che avrebbe voluto Monti come leader dei moderati...
(ma da un gaffeur internazionale cosa vuoi aspettarti),

apparte ciò,

questo mi sembra l'ennesimo ricatto:

"o mi fai l'ennesima legge ad personam che mi tolga la condanna...o ti faccio saltare il governo"

gliela faranno ????

vedremo...

però già mi immagino i suoi slogan della prossima campagna elettorale:

"vi toglierò l'IMU"

e se non dovesse bastare:

"abolirò la riforma Fornero sulle pensioni"

e anche qui...vedremo.

p.s.

dimenticavo c'è un'altra cosa che mi fa ROTFLOL :

lo stato maggiore dei bananas,
dopo le dichiarazioni di Napoleone Malaparte:

"non mi ricandiderò"

annunciano in pompa magna che faranno le primarie.

e fissano anche la data :16 dicembre 2012.

e questo qui si sveglia ieri mattina e bello come il sole gli manda a dire :

"ho cambiato idea...resto in campo".

ma questi qua ce l'hanno una dignità ???

(risposta scontata...son meno che servi...come possono avercela ??? )
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