Circolano in rete...
Re: Circolano in rete...
Pizzeria vieta ingresso ai politici
Succede a Carrara. Il gestore,'Mangiavano tanto e pagavano poco'
25 ottobre, 18:46
(ANSA) - CARRARA (MASSA CARRARA), 25 OTT - Alla Pizzeria ''La Torre'' di Avenza, frazione del Comune di Carrara, i politici non possono piu' entrare. Nei giorni scorsi i titolari dell' attivita' hanno riempito il loro locale di volantini con tanto di data di partenza della singolare iniziativa, il primo gennaio 2013, comunicata con il doveroso anticipo. Di piu': hanno acquistato uno spazio su un'emittente televisiva per comunicarlo ai clienti. ''Mangiavano tanto e pagavano poco'', commenta il titolare dell'attivita'.
Succede a Carrara. Il gestore,'Mangiavano tanto e pagavano poco'
25 ottobre, 18:46
(ANSA) - CARRARA (MASSA CARRARA), 25 OTT - Alla Pizzeria ''La Torre'' di Avenza, frazione del Comune di Carrara, i politici non possono piu' entrare. Nei giorni scorsi i titolari dell' attivita' hanno riempito il loro locale di volantini con tanto di data di partenza della singolare iniziativa, il primo gennaio 2013, comunicata con il doveroso anticipo. Di piu': hanno acquistato uno spazio su un'emittente televisiva per comunicarlo ai clienti. ''Mangiavano tanto e pagavano poco'', commenta il titolare dell'attivita'.
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Re: Circolano in rete...
Ecco le primarie di Albanese...
http://video.unita.it/media/Culture/Ecc ... _5865.html
con Vox populi
Luciana Maricosu · Milano
Bellissimo!!!!!!
Rispondi · 3 · · 6 ore fa
Giuseppe Giovanni Birrittieri
Le primarie di Cetto la qualunque........da ridere ...per non piangere
Rispondi · 1 · · 7 ore fa
Orlando Pretato · Udine
... per non piangere... già!! Buona giornata Giuseppe
Rispondi · · 7 ore fa
Paola Madia Marsala · Liceo Linguistico
ne ha per tutti....
Rispondi · 1 · · 3 ore fa
Massimo Zuccali
http://video.unita.it/media/Culture/Ecc ... _5865.html
Rispondi · · 7 ore fa
Viola Bizzarri · Le mitiche Maestre Pie
Chissà cosa dice suo suocero (on. Gnudi, ministro per lo sport, turismo e affari regionali)
Rispondi · · circa un'ora fa
Vania Valoriani · Lavora presso Università degli Studi di Firenze · 449 persone ricevono gli aggiornamenti
e se il NUOVO fosse peggio del vecchio? SICURAMENTE con Renzi sarebbe così!
Rispondi · · 3 ore fa
Angela Villan
poli....edrico
Rispondi · · circa un'ora fa
Paola Madia Marsala · Liceo Linguistico
Aggiungi un commento...
Rispondi · · 3 ore fa
Lino Pantone · Top Commentator · Lavora presso Non lavoro
*** grande Antonio.
Rispondi · · circa un'ora fa
Matteo Varuni · Liceo scientifico leonardo da vinci firenze
:')
Rispondi · · 3 ore fa
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Giuseppe Giovanni Birrittieri
Le primarie di Cetto la qualunque........da ridere ...per non piangere
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Massimo Zuccali
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Viola Bizzarri · Le mitiche Maestre Pie
Chissà cosa dice suo suocero (on. Gnudi, ministro per lo sport, turismo e affari regionali)
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Re: Circolano in rete...
Questa è senz'altro una delle migliori foto di Oliviero Toscani.
Quel piccolo in mezzo ad adulti soldati è la storia eterna dell'umanità.
Hebron, Luglio 2012
E’ da piccoli che si impara
di Oliviero Toscani | 2 novembre 2012
Foto della settimana
È da piccoli che s’impara
Il bambino di Hebron tra i giganti armati d’Israele
di Lidia Ravera
Un bambino di 3 anni, solo, fra uomini protetti e mascherati dalle uniformi. I calzoncini, la camicetta rosa, le ginocchia nude, un minuscolo paio di sneaker ai piedi. Gli uomini in uniforme imbracciano armi pesanti. Le tengono a tracolla, le puntano. Ha gli occhi attenti e ansiosi, il bambino, come se cercasse di decifrare qualcosa. Oppure qualcuno che gli spieghi.
Gli uomini hanno occhi distratti. Stanchi. Hanno 20 anni, da quando sono nati non hanno visto altro, non hanno imparato altro. Guerre, attentati, check point, barriere, muri. Funerali rabbiosi, bandiere insanguinate. Il bambino è nato da poco, la ripetizione non ha ancora spento lo stupore.
È attonito, il bambino. Lo spavento è nelle proporzioni: lui tutto intero, dai piedi alla testa, arriva appena alle ginocchia dei soldati. Vicino a lui sembrano giganti in agguato. Potrebbero calpestarlo, travolgerlo.
Perdere l’hanno già perso. Non lo guardano, infatti, nemmeno come il particolare sbagliato nel quadro. E lui non guarda loro. Li registra, assieme al resto di quel mondo incomprensibile.
Chissà dov’è sua madre. Se hai tre anni, nel nostro Paese, c’è sempre qualcuno che ti tiene per mano. Ma vivere in Palestina non è come vivere nel tuo Paese, nel Paese dove sei nato.
Sei in ostaggio, se sei nato in Palestina, sei tollerato, ostacolato, discriminato. Il suk di Hebron, è il luogo dove il bambino si è perso o forse sta aspettando o cercando di capire. Alle sue spalle, non si vede, ma c’è un posto di blocco. E subito dietro, strade che gli israeliani possono percorrere e i palestinesi no. Passaggi frazionati, quattro metri per gli israeliani, uno per i palestinesi.
Hebron è il crocevia di un intenso traffico d’odio. Un territorio senza pace. Vivere su un territorio senza pace, su una terra contesa, è come vivere con il terremoto. Uno dei contendenti è forte e l’altro è debole.
Se fai parte dei deboli la tua casa può essere rasa al suolo da un momento all’altro, puoi morire da un momento all’altro. Anche se hai tre anni, cinque, dieci. Può morire tua madre. Da un momento all’altro.
Gli occhi del bambino, solo solo fra i soldati giganti, sembrano saperlo: non conoscono quell’allegria prima della parola, quando senti pulsare la vita allo stato puro. Voglia di correre e ridere, dar calci a una palla, volare e ascoltare le storie. La leggerezza di una mente ancora vuota è un lusso, per i bambini nati in Palestina, nascono e, poco dopo, hanno già visto tutto.
Tutto quello che non dovrebbero vedere. Sanno già tutto. Tutto quello che non dovrebbero sapere. Sanno, e li colpisce un dolore precoce. Senza speranza. Smisurato. Il dolore si trasformerà in odio, dopo, a 12 anni, 15, 20. A 3 anni è presto per odiare, non sei ancora capace. Così il dolore diventa solitudine. E nella solitudine ti perdi.
Da IFQ del 3 novembre 2012
Quel piccolo in mezzo ad adulti soldati è la storia eterna dell'umanità.
Hebron, Luglio 2012
E’ da piccoli che si impara
di Oliviero Toscani | 2 novembre 2012
Foto della settimana
È da piccoli che s’impara
Il bambino di Hebron tra i giganti armati d’Israele
di Lidia Ravera
Un bambino di 3 anni, solo, fra uomini protetti e mascherati dalle uniformi. I calzoncini, la camicetta rosa, le ginocchia nude, un minuscolo paio di sneaker ai piedi. Gli uomini in uniforme imbracciano armi pesanti. Le tengono a tracolla, le puntano. Ha gli occhi attenti e ansiosi, il bambino, come se cercasse di decifrare qualcosa. Oppure qualcuno che gli spieghi.
Gli uomini hanno occhi distratti. Stanchi. Hanno 20 anni, da quando sono nati non hanno visto altro, non hanno imparato altro. Guerre, attentati, check point, barriere, muri. Funerali rabbiosi, bandiere insanguinate. Il bambino è nato da poco, la ripetizione non ha ancora spento lo stupore.
È attonito, il bambino. Lo spavento è nelle proporzioni: lui tutto intero, dai piedi alla testa, arriva appena alle ginocchia dei soldati. Vicino a lui sembrano giganti in agguato. Potrebbero calpestarlo, travolgerlo.
Perdere l’hanno già perso. Non lo guardano, infatti, nemmeno come il particolare sbagliato nel quadro. E lui non guarda loro. Li registra, assieme al resto di quel mondo incomprensibile.
Chissà dov’è sua madre. Se hai tre anni, nel nostro Paese, c’è sempre qualcuno che ti tiene per mano. Ma vivere in Palestina non è come vivere nel tuo Paese, nel Paese dove sei nato.
Sei in ostaggio, se sei nato in Palestina, sei tollerato, ostacolato, discriminato. Il suk di Hebron, è il luogo dove il bambino si è perso o forse sta aspettando o cercando di capire. Alle sue spalle, non si vede, ma c’è un posto di blocco. E subito dietro, strade che gli israeliani possono percorrere e i palestinesi no. Passaggi frazionati, quattro metri per gli israeliani, uno per i palestinesi.
Hebron è il crocevia di un intenso traffico d’odio. Un territorio senza pace. Vivere su un territorio senza pace, su una terra contesa, è come vivere con il terremoto. Uno dei contendenti è forte e l’altro è debole.
Se fai parte dei deboli la tua casa può essere rasa al suolo da un momento all’altro, puoi morire da un momento all’altro. Anche se hai tre anni, cinque, dieci. Può morire tua madre. Da un momento all’altro.
Gli occhi del bambino, solo solo fra i soldati giganti, sembrano saperlo: non conoscono quell’allegria prima della parola, quando senti pulsare la vita allo stato puro. Voglia di correre e ridere, dar calci a una palla, volare e ascoltare le storie. La leggerezza di una mente ancora vuota è un lusso, per i bambini nati in Palestina, nascono e, poco dopo, hanno già visto tutto.
Tutto quello che non dovrebbero vedere. Sanno già tutto. Tutto quello che non dovrebbero sapere. Sanno, e li colpisce un dolore precoce. Senza speranza. Smisurato. Il dolore si trasformerà in odio, dopo, a 12 anni, 15, 20. A 3 anni è presto per odiare, non sei ancora capace. Così il dolore diventa solitudine. E nella solitudine ti perdi.
Da IFQ del 3 novembre 2012
Ultima modifica di camillobenso il 04/11/2012, 4:48, modificato 1 volta in totale.
Re: Circolano in rete...
Tutto quello che è necessario, è che i vescovi rinuncino al lusso, che è un'offesa all'umiltà cristiana; che lascino le loro carrozze, che lascino i loro cavalli, che vendano un quarto delle proprietà della chiesa, e diano ai poveri.
- Robespierre -
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Re: Circolano in rete...
Forse lo avrebbe fatto Papa Luciani se ne avesse avuto il tempo...
Re: Circolano in rete...
... o se glielo avessero lasciatoMaucat ha scritto:Forse lo avrebbe fatto Papa Luciani se ne avesse avuto il tempo...
Re: Circolano in rete...
Berlusconi svenduto a metà prezzo persino tra i pastori napoletani
Pubblicato su 3 novembre 2012 da INFOSANNIO Lascia un commento
Ieri un mio amico è stato a Napoli. Mi ha mandato le foto di via san Gregorio Armeno. Echissenefrega, direte voi. Be’, è la strada degli artigiani che da svariati secoli realizzano i pastori per il presepe di Natale.
Ce ne sono di tutte le dimensioni. Alti, bassi, piccoli e grandi. E ce ne sono di tutti i materiali. In legno, in terracotta, in plastica. Insomma, ut dici solet, ce n’è per tutti i gusti.
Ma soprattutto tanti artisti aggiornano i loro negozi con i personaggi d’attualità. Ai napoletani, ma soprattutto ai tantissimi turisti che arrivano qui da ogni parte del mondo, piace aggiornare ogni anno il proprio presepe con un protagonista dell’anno o comunque portarsi via la statuetta del proprio beniamino. E’ come la copertina di Time, che elegge the man of the year, della saggezza popolare però.
E’ un modo per testare la popolarità delle persone famose. Quest’anno va forte Mario Balotelli, c’era anche una statuetta della compagna Raffaella Fico con un mini Balo in braccio, il figlio che deve nascere. C’è la Merkel. Mario Monti. L’attaccante del Napoli Edinson Cavani. Non manca mai Maradona in tutte le salse. Valentino Rossi sulla Ducati ma è più gettonato quello su Yamaha. Su, in cielo, Marco Simoncelli.
Quello che faceva impressione, mi raccontava il mio amico, è dove sono finiti i personaggi di appena qualche mese fa. Umberto Bossi in un angolo con Gheddafi, vicino il Trota su una macchina con sopra la scritta: “Vado a lavorare”.
Berlusconi davvero maltrattato. In mezzo a delle fanciulle prosperose con la scritta: “Amo la vita e le belle donne”. In un’altra bancarella con una valigia in mano e la scritta: “Non mi candido” e sulla borsa “O forse sì”.
Il più mesto di tutti, più avanti. Questa volta non era un’insegna ironica: “Si vendono Berlusconi, sconto del 50%”.
Ecco, questa è l’immagine più eloquente. Il Cavaliere non tira più. Svenduto a metà prezzo. Persino a Napoli dove pure l’ex premier fu amato, venne in città a ripulirla dai rifiuti. Niente, anche lui finito nella discarica della popolarità. E forse questo vale molto più di qualunque sondaggio della Ghisleri.
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