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mariok ha scritto:GOVERNO Kuwait, Monti agli investitori
"Non garantisco su Italia dopo voto"
Lo leggo dopo
KUWAIT CITY -
"Non posso garantire per il futuro".
così Mario Monti risponde a chi gli chiede se abbia fornito in Kuwait garanzie sull'affidabilità dell'Italia dopo il suo mandato.
"Chi governerà deve avere come obbiettivo quello di continuare a garantire crescita, giustizia, lotta a corruzione e evasione",
aggiunge il premier. (18 novembre 2012)
che coglione mannaro ...
ma lui cosa ha fatto di queste cose che ha elencato ???
Secondo le stime ufficiali (nota di aggiornamento al Def),
nel 2012 la pressione fiscale toccherà il 44,7%, con un balzo di 2,2 punti rispetto al 2011.
Da un anno all'altro, insomma,
gli italiani avranno pagato 35 miliardi in più, per effetto delle tre manovre che si sono succedute da metà 2011.
Si tratta di 1.450 euro di aggravio per ciascuna famiglia.
Io vorrei sapere che aspettiamo a bloccare tutto.
Tanto, la cisl s'è venduta a confindustria (sai che novità), la uil chi lo sa, monti sta tessendo la tela per strozzarci salvando i soliti.
Scioperiamo, andiamo in piazza e facciamogli capire che hanno rotto le palle. Sul serio.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui". Robert Harris, "Archangel"
Quinta Colonna, il pirata Barbato denuncia il tesoretto della Camera
Tra gli ospiti di Quinta Colonna, ieri in onda in prima serata su Rete 4, il parlamentare dell’Italia dei Valori Francesco Barbato. La sua denuncia non ha soltanto scatenato gli animi degli esperti in studio, ma soprattutto l’indignazione della gente comune: pare infatti che alla Camera dei deputati via sia un tesoretto di oltre 36 milioni di euro, di cui non si conosce il reale utilizzo. Secondo quanto detto da Francesco Barbato, ogni anno verrebbe finanziata ai gruppi parlamentari questa somma immane, non finalizzata all’attività politica; di fatto dei questi oltre 36 milioni di euro non esiste rendicontazione e non se ne fa menzione in bilanci e consuntivi. Il parlamentare Idv ha definito questo gap un “buco nero”, che va assolutamente denunciato e reso noto ma contro il quale al momento si può far poco: infatti, spiega Barbato, a Montecitorio c’è l’immunità e la Guardia di Finanza non può entrare.
Il parlamentare, famoso per i toni coloriti assunti in aula, ha affermato di aver denunciato alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Roma l’esistenza del tesoretto, al fine di capire se siano stati commessi dei reati. Ed è proprio sulla trasparenza che Francesco Barbato punta tutto nel suo mandato politico: egli ha infatti promesso, nelle nuove vesti di primo deputato del Partito Pirata italiano, di sottoporre al più presto ai propri sostenitori una proposta di legge sulla
trasparenza, oltre ad un’altra sulla riforma del diritto d’autore… http://www.newnotizie.it/2012/11/quinta ... la-camera/ http://www.youtube.com/watch?v=xPUyTAKTKI0&feature=plcp
Ciao
Paolo11
Tobin tax, ecco come il governo cambia la legge per salvare le banche
Dopo le pressioni dei grandi istituti di credito italiani, l'esecutivo mette mano alla norma con l'aiuto di Consob. Niente imposta sui derivati, pagheranno soltanto i risparmiatori. Risultato? Lo Stato incasserà 100 milioni di euro invece del miliardo previsto prima del restyling
di Marco Palombi | 22 novembre 2012
C’è una lotta sotterranea in corso tra poteri economici, politica e governo di cui non è ancora affiorata traccia nel pubblico dibattito: quella che si sta giocando attorno alla Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf), impropriamente detta Tobin tax, inserita nel Ddl Stabilità. Questa imposta – un’aliquota dello 0,5% sulla “compravendita di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi emessi da società residenti nel territorio dello Stato” che dovrebbe generare un miliardo di gettito l’anno per l’erario – ovviamente non piace ai trader (e con qualche ragione, peraltro), ma l’offensiva lobbistica più imponente è partita dai grandi istituti bancari: il loro obiettivo è eliminare quella parte della nuova legge che sottopone a tassazione anche gli “strumenti finanziari derivati“, di cui i bilanci delle nostre banche sono non casualmente pieni.
La Ragioneria generale dello Stato, infatti, secondo gli istituti di credito ha sottostimato il gettito: secondo una voce raccolta dentro Intesa Sanpaolo, per dire, solo la banca guidata da Bazoli e Cucchiani pagherebbe un miliardo per le operazioni sui derivati, mentre il conto complessivo per il sistema supererebbe i tre miliardi e mezzo. Così si uccide un settore già in crisi, si sono lamentati gli interessati col governo, dimenticandosi però che questo settore in crisi non ha mai smesso di distribuire dividendi agli azionisti e premi al management.
Da lunedì, comunque, gli animi dentro i grandi istituti italiani si sono rasserenati: il ministro Vittorio Grilli, testimoniano fonti finanziarie e parlamentari, ha dato il via libera alla riscrittura della Ttf e il testo è già stato messo insieme da un inviato di Giuseppe Vegas, presidente di Consob, e dal sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani. Il governo, che alla Camera aveva rifiutato di mettere mano alla materia, ha annunciato che presenterà il suo emendamento in Senato, dove potrà contare sulla solidità numerica della vecchia maggioranza berlusconiana Pdl-Lega-Udc per sterilizzare l’opposizione del Pd: quando il Ddl Stabilità tornerà poi a Montecitorio per la lettura conforme non ci sarà più tempo e bisognerà votarlo in blocco (con la fiducia, ovviamente).
Ecco come dovrebbe cambiare la legge: la nuova formulazione messa a punto dal Tesoro con la consulenza di Consob esenta le operazioni in derivati (il settore in cui sono i soldi veri) a eccezione di quelli azionari (spiccioli) e finisce per salvare anche i trader on line – i più grossi speculatori di Borsa italiana – tassando solo il saldo a fine giornata e non le migliaia di operazioni fatte durante il giorno. Contentini per il pubblico sono le misure contro l’high frequency trading e l’estensione della tassazione anche alle transazioni effettuate all’estero su asset italiani, anche se non si capisce quale sia lo strumento coercitivo per chi non paga (nel testo non c’è la nullità del contratto di acquisto proposta dal Pd e non è alle viste nemmeno il fondamentale accordo col ministero delle Finanze britannico).
Se la Ttf alla fine sarà questa, spiegano le nostre fonti, si finirà per premiare proprio quella ‘finanza speculativa‘ che a parole si vorrebbe colpire, penalizzando invece chi svolge il lavoro fondamentale di creare canali di finanziamento per le imprese. Il risultato sarà che il processo di svuotamento di Borsa italiana – già nelle mani di London Stock Exchange – verrà paradossalmente implementato grazie all’opera di governo e Consob (che pure dovrebbero avere entrambi qualche interesse a mantenere vivo e sotto il loro controllo un mercato finanziario nazionale) con una ulteriore perdita di posti nel settore a favore dell’Inghilterra. Infine, questa edulcorazione della Ttf renderebbe di fatto false le previsioni di gettito: secondo i calcoli di alcuni addetti ai lavori, la nuova formulazione potrebbe garantire all’incirca cento milioni di entrate, un decimo di quanto messo per iscritto dal governo. “Se questa, come sembra, è l’operazione che il governo intende fare – dice Francesco Boccia, che segue la partita per il Pd – si sbaglia di grosso: quel testo può essere certo migliorato, ma di sicuro non va peggiorato esentando i derivati gestiti dalle banche. Noi su questo e altri punti non arretreremo di un millimetro”.
Tobin tax, Abi e trader esultano. Pd: “Così è invotabile”
Se l'emendamento previsto dal governo dovesse passare al Senato, lo Stato rinuncerebbe a incassare miliardi. I democratici pronti a dare battaglia. Ma a Palazzo Madama il governo non ha bisogno del loro voto
di Marco Palombi | 22 novembre 2012
I problemi per la legge di stabilità non arrivano per ora dai voti in Parlamento: le prime tre fiducie sul provvedimento passano alla Camera senza problemi. Ma al Senato le cose potrebbero complicarsi: al Pd non piace come il governo sta cambiando la Tobin Tax, contenuta nella legge di stabilità. “Dopo aver letto il Fatto, eravamo preoccupati, ora dopo il comunicato di Abi e Assosim [l’associazione dei trader, ndr] che dice di aver trovato un accordo col governo sul ‘modello francese’ lo siamo ancora di più: se l’emendamento che il governo si appresta a presentare sulla Tobin tax in Senato serve solo a escludere i derivati per salvare le banche il ddl stabilità diventa invotabile”.
In questo colloquio avvenuto nel pomeriggio di ieri Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del Pd, si riferisce ad una notizia pubblicata sul Fatto Quotidiano di ieri di cui “stamattina ho parlato con Pier Luigi Bersani”: il sottosegretario Vieri Ceriani e un inviato di Consob hanno riscritto la Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf) contenuta nella legge di bilancio per esentare i derivati (ad eccezione di quelli sulle azioni), strumenti che riempiono i bilanci dei nostri istituti di credito e sono la vera fonte degli introiti previsti da questo provvedimento. Ricostruzione, per di più, confermata ieri anche da una fonte governativa. Questa scelta dell’esecutivo, oltre ai problemi politici, ne genera anche uno di gettito. Secondo stime interne al mondo bancario, infatti, gli incassi per lo Stato a norma invariata sarebbero assai di più di quelli stimati dal governo: tra i 3,5 e i 4 miliardi l’anno anziché l’uno messo nero su bianco dalla Ragioneria generale. Col “modello francese” invece – niente derivati e acqua di rose in generale – l’introito per l’erario non supererebbe i 100 milioni: d’altronde al massimo 200 è la stima per la Francia, in cui la tassa proposta da Sarkozy è stata fatta propria da Hollande in estate.
LA TRATTATIVA tra le banche, spalleggiate da Consob, e il governo, insomma, è stata lunga ma alla fine ha dato i suoi frutti: “La versione finale della Tobin tax all’italiana sembra propendere verso il modello francese”, hanno scritto ieri l’Abi e l’associazione dei trader. Praticamente una firma, insieme alla crisi del settore bancario e i suoi bilanci in sofferenza (che, comunque, non hanno mai smesso di produrre dividendi per gli azionisti e stipendi milionari per i manager). L’arrabbiatura del Pd, però, e la conseguente minaccia di non votare il ddl stabilità se la nuova Tobin tax “servirà solo a salvare le banche” rischia di complicare la situazione. Il governo s’è mosso in queste settimane proprio per aggirare e rendere ininfluente il partito di Pier Luigi Bersani: siccome a Montecitorio il voto del Pd è fondamentale, l’esecutivo s’è rifiutato di presentare lì il suo emendamento rinviando la questione a palazzo Madama (l’esame inizia la prossima settimana), dove potrà contare sulla vecchia maggioranza Pdl-Lega, spalleggiata dall’Udc. Se riuscirà l’operazione in Senato, la partita sarà chiusa: nella terza lettura alla Camera, infatti, il provvedimento verrà votato in blocco.
Di nuovo Boccia: “Intanto mi faccia dire una cosa: il modello francese di Ttf non funziona, è molto criticata a sinistra e Hollande sta pensando di rimetterci mano. Per di più, non ci darebbe il gettito di cui abbiamo bisogno. La posizione di Bersani sulla questione è nota ed è formalizzata in Parlamento fin dal 2010: riequilibrare la tassazione spostandola da lavoro e imprese sulle rendite, quelle finanziarie comprese”. Il che vuol dire? “Che non si possono esentare i derivati delle banche, né nessun altro. La tassazione deve riguardare tutti i soggetti: dagli operatori esteri (pena la nullità del contratto) agli high frequency trader a quelli on line che, com’è noto, sono tra i principali speculatori su Borsa Italiana”. La tesi del Pd è che ampliando la platea, tutti potrebbero pagare meno: “Anche secondo noi, comunque , la stima del governo è troppo bassa. Se al Tesoro, invece di fare riunioni con la Consob per salvare le banche, facessero una buona stima del gettito potremmo anche capire come modulare meglio la Ttf”. Anche sulle “banche in difficoltà” Boccia non è tenero: “Chi ha preso scorciatoie nella gestione finanziaria per favorire se stesso e i propri clienti non può essere premiato”.
non abbiamo più bisogno di salvataggi delle banche,
ma di uno scudo di protezione sociale per l’Europa dei lavoratori,
per il ceto medio,
per i pensionati ,
e per i ragazzi che bussano alle porte chiuse del lavoro.
e intanto il banchiere mannaro si candida scendendo in campo politico.
non è mai successo che un senatore a vita,
che per definizione dovrebbe essere super-partes,
si schieri così apertamente e si proponga come leader di uno schieramento politico...ovviamente di destra.
è una vergogna,
e non credo che Napolitano poteva immaginare un voltafaccia del genere quando lo nominò,
nè che sia contento di queste sue "esternazioni".