ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
ITALIA-Sondaggio Demopolis 7/12/12 (Ilvo Diamanti)
LISTE %
PD 37,8
IDV 2,4
PDL 18,2
LEGA NORD 4,2
SEL 5,1
FLI 2,2
UDC 5,2
M5S 15
Altro partito 9,9
*****************************
Probabilmente Demos ha rilevato il picco di popolarità dovuto all'effetto primarie.
il PD non potrà rimanere al 38%...mi pare esagerato.
però se Bersande decidesse di fare le primarie anche per le liste,
farebbe una cosa democratica ,intelligente e da un punto di vista di visibilità politica manterebbe i fari puntati sul PD
(e magari si toglie dalle @@ qualche reperto triassico...senza bisogno di litigare )
LISTE %
PD 37,8
IDV 2,4
PDL 18,2
LEGA NORD 4,2
SEL 5,1
FLI 2,2
UDC 5,2
M5S 15
Altro partito 9,9
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Probabilmente Demos ha rilevato il picco di popolarità dovuto all'effetto primarie.
il PD non potrà rimanere al 38%...mi pare esagerato.
però se Bersande decidesse di fare le primarie anche per le liste,
farebbe una cosa democratica ,intelligente e da un punto di vista di visibilità politica manterebbe i fari puntati sul PD
(e magari si toglie dalle @@ qualche reperto triassico...senza bisogno di litigare )
Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Vero però c'è il rischio di ritrovarsi in parlamento Bassolino e Cozzolino, e tipi del genere che soprattutto al sud (forte base elettorale bersandiana) controllano ancora il partito (e i voti).shiloh ha scritto: però se Bersande decidesse di fare le primarie anche per le liste,
farebbe una cosa democratica ,intelligente e da un punto di vista di visibilità politica manterebbe i fari puntati sul PD
(e magari si toglie dalle @@ qualche reperto triassico...senza bisogno di litigare )
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
@shiloh
Probabilmente Demos ha rilevato il picco di popolarità dovuto all'effetto primarie.
il PD non potrà rimanere al 38%...mi pare esagerato.
Sì mi sembra un’osservazione più che opportuna. Faccio molta fatica a comprendere perché il “ragazzo con il cuore rosso” si sia lascito prendere la mano dall’euforia generale.
Faccio molta fatica da sempre a comprendere i meccanismi dei sondaggi.
Penso che per Diamanti & Co, la cittadella rossa, l’ex Stalingrado d’Italia, la città che detiene il record italiano della continuità del governo della città da parte delle forze della sinistra,
http://it.wikipedia.org/wiki/Sindaci_di ... n_Giovanni,
dove neppure Bologna, la dotta e la rossa ha resistito a tanto avendo consegnato la città nel 2004 a Guazzaloca e che malgrado il tegolone di Filippo Penati, il Fort Apache rosso, collocato in terra leghista e bucaniera berlusconiana, ha resistito ancora una volta,…..sia per il sondaggista di Demopolis una città “off limits”.
Se Diamanti decidesse di esplorare quest’area il 38 % del Pdd, crollerebbe al 5 %, se i suoi cittadini di sinistra non sono ipocriti e bugiardi....
***
però se Bersande decidesse di fare le primarie anche per le liste,
farebbe una cosa democratica ,intelligente e da un punto di vista di visibilità politica manterebbe i fari puntati sul PD
(e magari si toglie dalle @@ qualche reperto triassico...senza bisogno di litigare )
Se vuoi vedere Peppone Bersande - Tafazzi svenire in diretta, manda un giornalista, oppure anche un finto giornalista purchè accompagnato da una cameramen vero, per porgli questa domanda:
<<Non ritiene opportuno, segretario Bersani, che sia arrivato il momento adeguato di passare dalla chiacchiere ai fatti,….. di passare da un’oligarchia di fatto ad una democrazia di fatto, lasciando ai cittadini elettori la facoltà di scegliere i candidati al Parlamento???>>
<<Perfettamente consapevoli che non si possa eleggere un’esercito di ignoranti nei riguardi dei regolamenti e dei meccanismi del funzionamento del Parlamento (errore già commesso dal caimano cinese nel 1994), cosa ne pensa, segretario Bersani, se siano sempre i cittadini elettori a scegliere i 10 deputati e i 10 senatori a loro avviso più meritevoli della quasi conclusa legislatura da mandare in Parlamento????>>
In quel momento, caro shiloh, Peppone Bersande – Tafazzi, prima di cadere a terra svenuto trangugierebbe per intero il suo sigaro, complicando il suo quadro clinico.
Per gli oligarchi in Spe, passare alla democrazia comporta lo stesso effetto che fa ai vampiri la visione dell’acqua santa o del crocefisso.
Probabilmente Demos ha rilevato il picco di popolarità dovuto all'effetto primarie.
il PD non potrà rimanere al 38%...mi pare esagerato.
Sì mi sembra un’osservazione più che opportuna. Faccio molta fatica a comprendere perché il “ragazzo con il cuore rosso” si sia lascito prendere la mano dall’euforia generale.
Faccio molta fatica da sempre a comprendere i meccanismi dei sondaggi.
Penso che per Diamanti & Co, la cittadella rossa, l’ex Stalingrado d’Italia, la città che detiene il record italiano della continuità del governo della città da parte delle forze della sinistra,
http://it.wikipedia.org/wiki/Sindaci_di ... n_Giovanni,
dove neppure Bologna, la dotta e la rossa ha resistito a tanto avendo consegnato la città nel 2004 a Guazzaloca e che malgrado il tegolone di Filippo Penati, il Fort Apache rosso, collocato in terra leghista e bucaniera berlusconiana, ha resistito ancora una volta,…..sia per il sondaggista di Demopolis una città “off limits”.
Se Diamanti decidesse di esplorare quest’area il 38 % del Pdd, crollerebbe al 5 %, se i suoi cittadini di sinistra non sono ipocriti e bugiardi....
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però se Bersande decidesse di fare le primarie anche per le liste,
farebbe una cosa democratica ,intelligente e da un punto di vista di visibilità politica manterebbe i fari puntati sul PD
(e magari si toglie dalle @@ qualche reperto triassico...senza bisogno di litigare )
Se vuoi vedere Peppone Bersande - Tafazzi svenire in diretta, manda un giornalista, oppure anche un finto giornalista purchè accompagnato da una cameramen vero, per porgli questa domanda:
<<Non ritiene opportuno, segretario Bersani, che sia arrivato il momento adeguato di passare dalla chiacchiere ai fatti,….. di passare da un’oligarchia di fatto ad una democrazia di fatto, lasciando ai cittadini elettori la facoltà di scegliere i candidati al Parlamento???>>
<<Perfettamente consapevoli che non si possa eleggere un’esercito di ignoranti nei riguardi dei regolamenti e dei meccanismi del funzionamento del Parlamento (errore già commesso dal caimano cinese nel 1994), cosa ne pensa, segretario Bersani, se siano sempre i cittadini elettori a scegliere i 10 deputati e i 10 senatori a loro avviso più meritevoli della quasi conclusa legislatura da mandare in Parlamento????>>
In quel momento, caro shiloh, Peppone Bersande – Tafazzi, prima di cadere a terra svenuto trangugierebbe per intero il suo sigaro, complicando il suo quadro clinico.
Per gli oligarchi in Spe, passare alla democrazia comporta lo stesso effetto che fa ai vampiri la visione dell’acqua santa o del crocefisso.
Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Corriere della Sera > Politica > I timori del Pd: più utile se Monti resta fuori
RISCHIA DI NON AVERE LA MAGGIORANZA IN SENATO SE PERDE IN REGIONI-CHIAVE
I timori del Pd: più utile se Monti resta fuori
Bersani preoccupato all'ipotesi di una lista del premier
Sondaggi: Bersani a quota 30%, mentre Monti sarebbe al 22
ROMA - E se lo facesse davvero? Se sul serio Mario Monti decidesse di battezzare una lista di centro, pur non presentandosi in prima persona? Al Pd non si parla d'altro. C'è chi lo fa sperando che questo serva al Partito democratico per avere un viatico internazionale, tramite un'alleanza con i moderati guidati dal premier, e c'è chi invece pensa che il terzo incomodo possa arrecare danno al centrosinistra.
A Largo del Nazareno tutti, o quasi, cercano di cucirsi le bocche, ma le implicazioni della discesa in campo dell'attuale presidente del Consiglio sono tali che tenere le labbra sigillate diventa impresa improba, se non impossibile. Il primo a parlare, non a favore di telecamere e microfoni, che quelli poco gli interessano, convinto com'è che la comunicazione passi altrove, è Pier Luigi Bersani. Il segretario del Pd, con l'aria sorniona che lo contraddistingue, e di cui non può fare a meno perché è un tratto fondamentale del suo carattere, si rivolge ai suoi con queste parole: «Mi sembra più utile al Paese che Monti stia fuori della contesa, dopodiché è ovvio che deciderà lui. Dopodiché io penso che Monti debba restare una carta per tutti, non un'occasione per Montezemolo, Casini e Fini».
È' ovvio che Monti decida da solo. Ed è altrettanto ovvio che il leader del Partito democratico prenderà le sue contromisure. La posta in gioco è alta, anzi altissima: è il governo dell'Italia. Bersani, nel suo pragmatismo tinto di umiltà, ha chiaro l'obiettivo finale e prepara la controffensiva: «L'iniziativa di Berlusconi rischia di bloccare tutto. La mia agenda non cancella quella di Monti, ma va oltre. Anche perché io ho sempre detto che se vincessimo sia alla Camera che al Senato, ci allargheremmo comunque ai moderati».
Parla così il segretario del Pd, ma sa bene che c'è chi scommette sulla sconfitta del centrosinistra, che sarebbe agevolata dalla presentazione di una lista che ruberebbe i voti a Berlusconi ma anche al Pd. Compulsa i sondaggi, Bersani, e si rende perfettamente conto che i 169 seggi che vengono attribuiti al centrosinistra a Palazzo Madama, possono diventare 155, se si perdono le Regioni-chiave, a cominciare dalla Lombardia. La maggioranza conta 158 seggi al Senato e non è detto che il centrosinistra vincente li conquisti tutti, anche perché l'eventuale discesa in campo di Monti potrebbe sparigliare le carte.
Il segretario del Partito democratico ha ben presenti le implicazioni che un eventuale ingresso di Monti in politica comporterebbe. E fa affidamento sul fatto che, alla fine della festa, al centro non possa «decollare nulla di serio». E perciò rimane attaccato al suo piano originale: «Che il centro prenda il 15 per cento o l'8 non ci cambia molto. Con questa legge elettorale vinciamo alla Camera e dopo ci allarghiamo ai moderati anche se siamo autosufficienti». Ma è un mantra che convince fino a un certo punto. Perché la domanda resta sempre lì sospesa. E se Monti si candidasse? Berlusconi avrebbe un'autostrada spianata perché, insieme a Grillo, raccoglierebbe i consensi di chi in questi anni è stato piegato dagli eventi della crisi.
Il Pd, però, non potrebbe fare campagne né conto Monti né a suo favore. Stefano Fassina, responsabile economico del partito, assicura che, discesa in campo o meno del premier, non l'avrebbe fatta lo stesso: «Faremo una campagna contro chi ha determinato le condizioni per cui, unico caso in Europa, abbiamo il pareggio del bilancio nel 2013: è colpa delle misure più dolorose attuate dal governo Monti». Stefano Ceccanti, uno dei capofila dei filo-montiani del Pd immagina uno scenario diverso: «Monti sarà a capo di una lista di centro alleata del Pd, in questo modo Bersani andrà a Palazzo Chigi e lui al Quirinale».
Ma Paolo Gentiloni che è convinto come Veltroni che il centro che verrà sarà il nuovo antagonista del Pd, declina il problema in modo diverso: «Monti in campo rappresenta certamente una competizione rilevante per noi, ma è anche una chance per costruire una maggioranza politica responsabile ed europeista».
Allo stato maggiore del Pd si prefigura il futuro attraverso i sondaggi che sembrano assai rassicuranti: raccontano che Bersani nel favore degli italiani ha conquistato il 30 per cento, mentre Mario Monti è inchiodato a un 22 che tende a calare. Chiosa di Matteo Orfini: «Scendendo in campo il premier rende impossibile il Monti bis, dato che a occhio e croce il risultato del centro non sarà straripante». Già, a Largo del Nazareno ci si rassicura con la coperta di Linus dei sondaggi.
Maria Teresa Meli
10 dicembre 2012 | 7:41
RISCHIA DI NON AVERE LA MAGGIORANZA IN SENATO SE PERDE IN REGIONI-CHIAVE
I timori del Pd: più utile se Monti resta fuori
Bersani preoccupato all'ipotesi di una lista del premier
Sondaggi: Bersani a quota 30%, mentre Monti sarebbe al 22
ROMA - E se lo facesse davvero? Se sul serio Mario Monti decidesse di battezzare una lista di centro, pur non presentandosi in prima persona? Al Pd non si parla d'altro. C'è chi lo fa sperando che questo serva al Partito democratico per avere un viatico internazionale, tramite un'alleanza con i moderati guidati dal premier, e c'è chi invece pensa che il terzo incomodo possa arrecare danno al centrosinistra.
A Largo del Nazareno tutti, o quasi, cercano di cucirsi le bocche, ma le implicazioni della discesa in campo dell'attuale presidente del Consiglio sono tali che tenere le labbra sigillate diventa impresa improba, se non impossibile. Il primo a parlare, non a favore di telecamere e microfoni, che quelli poco gli interessano, convinto com'è che la comunicazione passi altrove, è Pier Luigi Bersani. Il segretario del Pd, con l'aria sorniona che lo contraddistingue, e di cui non può fare a meno perché è un tratto fondamentale del suo carattere, si rivolge ai suoi con queste parole: «Mi sembra più utile al Paese che Monti stia fuori della contesa, dopodiché è ovvio che deciderà lui. Dopodiché io penso che Monti debba restare una carta per tutti, non un'occasione per Montezemolo, Casini e Fini».
È' ovvio che Monti decida da solo. Ed è altrettanto ovvio che il leader del Partito democratico prenderà le sue contromisure. La posta in gioco è alta, anzi altissima: è il governo dell'Italia. Bersani, nel suo pragmatismo tinto di umiltà, ha chiaro l'obiettivo finale e prepara la controffensiva: «L'iniziativa di Berlusconi rischia di bloccare tutto. La mia agenda non cancella quella di Monti, ma va oltre. Anche perché io ho sempre detto che se vincessimo sia alla Camera che al Senato, ci allargheremmo comunque ai moderati».
Parla così il segretario del Pd, ma sa bene che c'è chi scommette sulla sconfitta del centrosinistra, che sarebbe agevolata dalla presentazione di una lista che ruberebbe i voti a Berlusconi ma anche al Pd. Compulsa i sondaggi, Bersani, e si rende perfettamente conto che i 169 seggi che vengono attribuiti al centrosinistra a Palazzo Madama, possono diventare 155, se si perdono le Regioni-chiave, a cominciare dalla Lombardia. La maggioranza conta 158 seggi al Senato e non è detto che il centrosinistra vincente li conquisti tutti, anche perché l'eventuale discesa in campo di Monti potrebbe sparigliare le carte.
Il segretario del Partito democratico ha ben presenti le implicazioni che un eventuale ingresso di Monti in politica comporterebbe. E fa affidamento sul fatto che, alla fine della festa, al centro non possa «decollare nulla di serio». E perciò rimane attaccato al suo piano originale: «Che il centro prenda il 15 per cento o l'8 non ci cambia molto. Con questa legge elettorale vinciamo alla Camera e dopo ci allarghiamo ai moderati anche se siamo autosufficienti». Ma è un mantra che convince fino a un certo punto. Perché la domanda resta sempre lì sospesa. E se Monti si candidasse? Berlusconi avrebbe un'autostrada spianata perché, insieme a Grillo, raccoglierebbe i consensi di chi in questi anni è stato piegato dagli eventi della crisi.
Il Pd, però, non potrebbe fare campagne né conto Monti né a suo favore. Stefano Fassina, responsabile economico del partito, assicura che, discesa in campo o meno del premier, non l'avrebbe fatta lo stesso: «Faremo una campagna contro chi ha determinato le condizioni per cui, unico caso in Europa, abbiamo il pareggio del bilancio nel 2013: è colpa delle misure più dolorose attuate dal governo Monti». Stefano Ceccanti, uno dei capofila dei filo-montiani del Pd immagina uno scenario diverso: «Monti sarà a capo di una lista di centro alleata del Pd, in questo modo Bersani andrà a Palazzo Chigi e lui al Quirinale».
Ma Paolo Gentiloni che è convinto come Veltroni che il centro che verrà sarà il nuovo antagonista del Pd, declina il problema in modo diverso: «Monti in campo rappresenta certamente una competizione rilevante per noi, ma è anche una chance per costruire una maggioranza politica responsabile ed europeista».
Allo stato maggiore del Pd si prefigura il futuro attraverso i sondaggi che sembrano assai rassicuranti: raccontano che Bersani nel favore degli italiani ha conquistato il 30 per cento, mentre Mario Monti è inchiodato a un 22 che tende a calare. Chiosa di Matteo Orfini: «Scendendo in campo il premier rende impossibile il Monti bis, dato che a occhio e croce il risultato del centro non sarà straripante». Già, a Largo del Nazareno ci si rassicura con la coperta di Linus dei sondaggi.
Maria Teresa Meli
10 dicembre 2012 | 7:41
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Sondaggio Tecnè:
PD……………………34.6
M5S………………..15.7
PDL………………….11.9
SEL……………………6.0
UDC………………….5.1
LEGA…………………4.8
ITALIA FUTURA..3.3
FLI……………………2.4
Altri dati al link:
http://www.unita.it/italia/berlusconi-f ... l-1.472828
PD……………………34.6
M5S………………..15.7
PDL………………….11.9
SEL……………………6.0
UDC………………….5.1
LEGA…………………4.8
ITALIA FUTURA..3.3
FLI……………………2.4
Altri dati al link:
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
PDL 11,9 è l'effetto ridiscesa in campo...
Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Maucat ha scritto:PDL 11,9 è l'effetto ridiscesa in campo...
speriamo sia un luuuuungo effetto VALANGA
per ora la valanga è in borsa
milano -3 , e non è la temperatura
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- Iscritto il: 15/05/2012, 9:38
Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Amadeus ha scritto:Maucat ha scritto:PDL 11,9 è l'effetto ridiscesa in campo...
speriamo sia un luuuuungo effetto VALANGA
per ora la valanga è in borsa
milano -3 , e non è la temperatura
Fossi un "investitore" amico del mignottaro non sarei tanto contento di vedere il mio "portfolio" perdere il 3% al giorno.
Pero` d'altronde se fossi un amico del mignottaro sarei ancor meno contento di dover lavorare e/o pagare le tasse.
E allora mandiamo tutto e tutti in rovina.
Tutti dietro al caimano.
Poi dice che Merkel e i tedeschi non hanno ragione...
E` colpa loro se l'erede di De Gasperi si chiama Berlusconi?
Se gli italiani sono impazziti dovrebbero forse lasciare che a rimetterci siano i loro ligi cittadini?
Capito poi da dove nasce il "pregiudizio"?
soloo42000
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- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Bersani tende la mano a Casini.
Certo che Casini è messo male.Pensava non essendoci piu Berlusconi in gioco gli prendo un po di elettori di centro poi con Montezzemolo, Fini , Rutelli ecc....
e tirava per la giacca Monti.Adesso dovra decidere dove andare e con chi stare.
Noi poveri mortali dei giochi di palazzo lo sapremo per ultimi.
Una cosa è certa in questo marasma di partiti che si presenteranno alle elezioni, gia noi Italiani facciamo fatica a capire.Pensate gli altri paesi Europei se capiranno.
Ciao
Paolo11
Certo che Casini è messo male.Pensava non essendoci piu Berlusconi in gioco gli prendo un po di elettori di centro poi con Montezzemolo, Fini , Rutelli ecc....
e tirava per la giacca Monti.Adesso dovra decidere dove andare e con chi stare.
Noi poveri mortali dei giochi di palazzo lo sapremo per ultimi.
Una cosa è certa in questo marasma di partiti che si presenteranno alle elezioni, gia noi Italiani facciamo fatica a capire.Pensate gli altri paesi Europei se capiranno.
Ciao
Paolo11
Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
MENTANA SVELA SU TWITTER LE PERCENTUALI SULLE INTENZIONI DI VOTO
La Lega sembra resuscitata. Il centro-destra si porta al 24.8%
enrico mentana@ementana
5stelle al 17.1, il centro in attesa di Monti 11.3 (udc 3.9 it.futura 2.6 fli 2.4 ferm.declino 0.7 altri 1.7).Fed.sin. 2.2 idv 1.6 verdi 1.5
10 Dic 12
enrico mentana@ementana
SondaggioTgLa7: Berlusconi parte 14.5 punti dietro.Oggi c.sinistra 39.3(pd 32.2 sel 5.7 psi 1.4) c.destra 24.8(pdl 16.3 lega 6.4 destra 2.1)
10 Dic 12
La Lega sembra resuscitata. Il centro-destra si porta al 24.8%
enrico mentana@ementana
5stelle al 17.1, il centro in attesa di Monti 11.3 (udc 3.9 it.futura 2.6 fli 2.4 ferm.declino 0.7 altri 1.7).Fed.sin. 2.2 idv 1.6 verdi 1.5
10 Dic 12
enrico mentana@ementana
SondaggioTgLa7: Berlusconi parte 14.5 punti dietro.Oggi c.sinistra 39.3(pd 32.2 sel 5.7 psi 1.4) c.destra 24.8(pdl 16.3 lega 6.4 destra 2.1)
10 Dic 12
Chi c’è in linea
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