... io parto dal presupposto che "una soluzione" non c'è, forse tu parti dal presupposto che ci sia , quindi non puoi accontentarti.
nella vita quotidiana di ciascuno di noi ( almeno per quanto mi riguarda) si prendono decisioni che non ci piacciono, che ci fanno soffrire, che aumentano la nostra disillusione e frustrazione , ma che prendiamo perchè non abbiamo scelta , scegliendo di vivere .
astenersi per me significa arrendersi , dire " me ne lavo le mani" come ponzio pilato, "fate voi"prendo le distanze , astenersi significa anche far prevalere una parte egoica , come se l'io che si astiene si ritenesse "puro" in confronto al contesto "sporco" nel quale pure è immerso, negando di concorrere all'ingiustizia in mille inconsapevoli modi ( anche comprando i mirtilli che vengono dall'argentina ... ma per forza devo mangiare mirtilli oggi ?
Amà
****
Io parto dal presupposto che il tempo delle soluzioni sia finito. In altro 3D, ieri ho segnalato che in meneghino oltre al “Ghe pensi mi” c’è anche il “Ghe sem” (Ci siamo).
E questo è il tempo del “Ci siamo”.
Da queste parti negli ultimi 8 mesi il clima politico-sociale è notevolmente cambiato. Tutte le persone dai 60 anni in su avvertono che qualcosa sta per arrivare, che così non si può andare avanti.
Non si tratta di persone che non intendono riflettere, anzi, al contrario sono disponibili ad analisi consequenziali ed approfondite, ma……….come recita il detto…..tutte le strade portano a Roma.
Alla fine di tutti i percorsi analitici si arriva sempre puntualmente ed inevitabilmente allo stesso punto. Tutti arrivano allo stesso punto. Lo sbocco previsto è :
- Rivoluzione
- Guerra civile
- Potere ai generali o ai colonnelli
- Qualcuno che proprio fascista non è, vede la soluzione in una dittatura come quella di Mussolini.
La base della malattia comune dei partiti è la loro irriformabilità.
Il potere esercita sulle persone lo stesso effetto della droga. Risentono della stessa dipendenza della droga. Non possono farne a meno, sono politico dipendenti.
Soprattutto l’effetto dipendenza si fa sentire forte sui 55-65 enni. Sono bruciati politicamente, ma non riescono accettare il fatto che politici che li hanno preceduti siano rimasti al potere altri 20 anni mediamente. Si considerano ancora troppo giovani per essere messi da parte.
Il semplice fatto che 16 dicembre quando il IV governo Berlusconi viene sollecitato dal Capo dello Stato a dimettersi, significa che ha fallito il suo mandato.
Spetta al Capo dello Stato ridare l’incarico ad altra persona che abbia dietro di sé una maggioranza credibile. Ma in quel momento non c’era nessuno in grado di accettare la sfida di un governo di emergenza.
Questo perché non era solo fallita la destra populista che faceva capo a Berlusconi e alla Lega Nord, ma anche le opposizioni presentavano lo stesso grado di fallimento non essendo in grado di accettare l’incarico sostitutivo da parte del Capo dello Stato.
Da lì nasce la necessità di affidare l’esecutivo in mano a persone non elette, perché definirli tecnici è troppo esagerato visto i risultati disastrosi che hanno ottenuto.
Le persone normali quando cadono cercano di rialzarsi in tutti i modi. I partiti, in quanto “drogati”, non ci hanno pensato neppure un’istante a rialzarsi in questi 13 mesi.
A rendersene conto è stata l’associazione di Libertà e Giustizia, che la sera del 12 marzo u.s., indice una manifestazione al Teatro Smeraldo di Milano.
Ad intervenire, sono : Concita De Gregorio, Lella Costa, Sandra Bonsanti, Roberto Saviano, Giuliano Pisapia, Gustavo Zagrebelski.
Il nodo centrale, il motivo dell’incontro è quello che riporta la redazione de La Repubblica :
"La riforma della classe politica è prioritaria, insieme alle riforme istituzionali. Ma questa è un'esigenza che non sembra avvertita e anzi accantonata", ha dettoZagrebelsky. "Non siamo apolitici o antipolitici, come sostengono alcuni, siamo ultrapolitici", ha proseguito. “Identificare chi critica i partiti come nemico della politica - ha sottolineato - è una strumentalizzazione. Noi non facciamo di tutta un'erba un fascio, non siamo qualunquisti".
Per l’occasione Gustavo Zagrebelsky, ha redatto un manifesto, “Dipende da noi” in cui sostanzialmente chiedeva un rinnovamento dei partiti. Questo 13 mesi prima delle elezioni.
Niente,…niente da fare. I partiti più sordi che mai, anche se Sandra Bonsanti ha annunciato che LeG, si sarebbe recata presso tutti i partiti per sollecitarli individualmente a rinnovarsi.
Io ero scettico da subito, non perché sono un genio, ma solo perché per esperienza so come reagiscono gli uomini drogati dei partiti. E così quando si sono riuniti ad Assago circa un mese fa, erano ancora allo stesso punto di partenza.
Libertà e giustizia ai partiti
"Riformare la politica per salvare l'Italia"
LeG ha presenta il documento "Dipende da noi" contro l'autoreferenzialità e il malcostume dei partiti che ha raccolto 35mila firme. Saviano: "Fondamentale fare subito la legge contro la corruzione". Zagrebelsky: "Le primarie una grande risorsa"
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... -31424229/
A destra il primo partito a saltare è la Lega Nord, per via dei procedimenti giudiziari a carico del cerchio magico. La Lega ha dimezzato il suo consenso, ma stranamente al Nord resiste, ma il suo collante riguarda sempre la pancia e non la testa. I temi sono rimasti penosamente localistici.
Il Pdl, completamente in stato confusionale sta spaccandosi in 3-4 tronconi proprio in questi giorni.
Il finto centro da tavolo di Casini e Fini è un’autentico disastro, ed è per questo che assieme al disastro nascente Montizemolo invocano a tutti i costi Monti, solo per nascondersi dietro il loden.
Sofia Ventura e Alessandro Campi, sono due brillanti politologi, che si sono buttati entrambi su Fini quando è stato cacciato dal Pdl perché aveva promesso di ricoprire lo spazio della destra liberale che manca da troppi anni. Adesso si sono accorti che Fini è un bluff e delusi lo hanno abbandonato.
Sofia Ventura si è buttata su Renzi perché a suo avviso più di Fini il sindaco di Firenze incarna quel ruolo di liberale di destra. Alessandro Campi si sta ancora guardando intorno aspettando Godot.
Nel centro “sinistro” democristiano regna comunque la confusione malgrado il suo immeritato consenso sia dato al 37 % per Pagnoncelli e 38 % per il “ragazzo rosso” Ilvo Diamanti.
Governare 27 tribù non è certo facile e lo si vede da quella mente confusa di Bersande, che si adatta a tutto pur di non perdere il consenso delle 27 tribù, perché se no, sa benissimo di fare la fine del Pdl. E questo non da ora, ma da 3 anni da quando è stato eletto segretario.
Una persona normale al suo posto oggi sarebbe al 60 % dei consensi e governerebbe tranquillamente anche in mezzo alle mille difficoltà ereditate dai bucanieri della destra.
Però non può farlo di certo Bersande perché è uomo di POLTRONE & FORCHETTE, che di sinistra gli è rimasto solo il profumo che si sparge tutte le mattine e che è costretto ad acquistare tutte le settimane e farselo mandare dalla Francia perché da queste parti è sparito, “L’eau de gauche”, perché l’anima di sinistra l’ha persa da tempo come i capelli. Ha voglia di profumarsi, a furia di trasformarsi è diventato un bel democristianone di destra, costretto a mettersi il profumo di sinistra per ingannare i merli che non mancano mai.
Come per ingannare i merli ha dovuto ricorrere all’alleanza con Vendola per apparire di sinistra, perché sa di non esserlo più da tempo. Altrimenti non si sarebbe messo al servizio della destra per 13 mesi, facendo passare tutte le porcate berlusconiane del vice Berlusconi, MM.
Dietro di lui la casta è ringalluzzita dopo lo scampato pericolo. D’Alema invita Monti a non scendere in politica perché se no gli rovina i piani della carriera prossima ventura, mentre Veltroni che aveva dichiarato di essersi messo da parte, non ha escluso la sua partecipazione al futuro governo alla guida di un ministero.
I gattopardi sono ancora tutti li pronti ad allearsi con Casini, non perché monsignore sia un valore aggiunto, ma solo perché è il rappresentante di tutti i poteri forti compresi quelli impronunciabili, che loro non pronunciano mai.
Vendola sembra accontentarsi del suo ruolo di narratore e più di li non va. Per quanto faccia schifo il partito dei defunti non è in grado di far ricongiungere la sinistra di base. Sta sempre lì ad oscillare il Sel tra il 5 e il 7 %. Eppure motivi per lasciare Bersande e D’Alema in mutande ne avrebbe da vendere.
Di Pietro si è dimezzato per responsabilità sua e in parte è stato fatto fuori per lesa maestà.
Grillo, l’intercettatore della disperazione della destra e della sinistra ha mostrato i suoi limiti in fase propositiva.
Almeno sono una decina i nuovi partiti che si stanno affacciando sulla scena politica italiana a parte i 4 prossimi dalla disgregazione del Pdl.
Flavia Vento ha fondato il suo movimento, Emilio Fede pure, Oscar Giannino vuol tentare l’avventura, Montizemolo appena esordito ha già cominciato a flettere dopo una settimana, Bertolini, Straquadanio, Pecorella si sono fatti il loro partitino, l’immancabile Sgarbi guida il partito della Rivoluzione, anche Tremonti si è fatto il suo partitino dei sassi in bocca. Se gli italiani non fossero come lo smemorato di Collegno, si ricorderebbero che solo 4 anni fa tutti gridavano basta ai partitucoli.
Tanto fumo e niente arrosto. Solo gente che vuole dare l’assalto alla diligenza quando oramai i tempi degli assalti alla diligenza sono finiti d un pezzo. Non esistono uomini a cui dare credito.
Non si chiude solo la Seconda Repubblica, come ho già scritto più volte nei mesi scorsi, si chiude anche il ciclo iniziato dopo l’8 settembre 1943 e passato attraverso il 25 aprile 1945.
Quando i partiti non sono in grado di autoriformarsi è la piazza e la storia che provvedono.