REGIONE CAMPANIA
Scandalo rimborsi, indagati i consiglieri campani Caputo (Pd) e Polverino (Pdl)
Le ipotesi di reato sono truffa e peculato. Fatture sospette per una ghostwriter di 75 anni e una ditta di bevande. Per la stessa vicenda fu arrestato il consigliere Ianniciello
CASERTA - La Guardia di Finanza ha notificato due decreti di perquisizione ai consiglieri regionali della Campania, Nicola Caputo (Pd) e Angelo Polverino (Pdl). Gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno perquisito gli uffici del consigliere Nicola Caputo (Pd) nella sede del Consiglio regionale e l'abitazione e lo studio del consigliere, che si trovano a Teverola. Oltre agli uffici di Polverino nella sede del Consiglio regionale, i militari hanno perquisito la sua abitazione di Caserta.
I provvedimenti sono stati emessi nell'ambito dell'inchiesta del pm Giancarlo Novelli, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, sull'uso improprio dei rimborsi erogati ai gruppi presenti in Consiglio regionale. Le ipotesi di reato sono truffa e peculato.
L'INCHIESTA - I due consiglieri regionali della Campania che si aggiungono alla lista dei colleghi indagati per l'uso dei rimborsi sono entrambi in corsa per le prossime elezioni politiche.
Nicola Caputo è stato il più votato in provincia di Caserta alle recenti primarie del Pd per la scelta dei candidati in Parlamento, ed è stato inserito al numero 4 della lista del suo partito per la circoscrizione Campania II. Polverino, coordinatore provinciale vicario del Pdl in Caserta, ha diffuso una nota sottolineando la sua disponibilità a candidarsi, in attesa delle scelte del partito che non sono ancora state ufficializzate. Nell'ambito della stessa inchiesta della procura di Napoli si trova agli arresti domiciliari da tre settimane il consigliere regionale del Pdl Massimo Ianniciello, accusato di aver chiesto e ottenuto negli ultimi due anni rimborsi per circa 64 mila euro esibendo fatture per operazioni inesistenti.
LA PROCURA - Le fatture presentate dai due consiglieri regionali secondo la Procura presentano «evidenti e plurimi profili di anomalia». Nel caso di Caputo, i profili di anomalia sono rappresentati da tre elementi: «L'incongruenza dell'oggetto sociale delle imprese emittenti rispetto alle attività per le quali è prevista dalla normativa regionale la ripetibilità delle somme; le modalità di pagamento, atteso che le fatture risultano liquidate direttamente, su sua richiesta, al consigliere regionale, senza peraltro che venga documentata l'anticipazione a cura del consigliere; le dichiarazioni già rese dagli amministratori di una delle società, che hanno disconosciuto la sottoscrizione delle fatture e l'effettivit… della prestazione». Nel caso di Polverino, gli «evidenti e plurimi profili di anomalia» sono rappresentati «dalle modalità di pagamento, atteso che le fatture risultano in massima parte anticipate in contanti dal consigliere regionale», nonchè «dalla circostanza che l'amministratore di fatto dell'impresa, che ha emesso le fatture economicamente più significative, è stato tratto in arresto per il delitto di emissione di fatture per operazioni inesistenti realizzate anche avvalendosi di documenti di identità contraffatti».
7000 EURO DI BEVANDE - Una fattura da settemila euro rilasciata da una ditta attiva nel commercio al dettaglio di bevande: è una delle anomalie riscontrate dagli investigatori e che hanno indotto il pm Giancarlo Novelli a indagare il consigliere regionale del Pd Nicola Caputo, ipotizzando che si tratti di un documento fiscale rilasciato non in cambio di una effettiva fornitura ma al solo scopo di ottenere il rimborso della somma, inserita infatti nel capitolo del fondo comunicazione per l'attività politica dei consiglieri. Un'altra anomalia è rappresentata da una fattura da 10.800 euro rilasciata nel luglio 2011 a Caputo da una ditta di pulizie, il cui titolare ha disconosciuto la ricevuta precisando però di aver fornito più volte fatture a un tipografo. Gli inquirenti hanno inoltre riscontrato che i pagamenti, anziché essere fatti alle ditte che fornivano la prestazione come prevede il regolamento, venivano in realtà fatti ai consiglieri.
GHOSTWRITER DI 75 ANNI - Tra gli elementi alla base delle ipotesi di reato configurate nei confronti del consigliere regionale del Pdl Angelo Polverino figurano alcune fatture emesse da una ditta di cartellonistica il cui titolare è stato arrestato in passato per false fatturazioni. Nell'indagine sono confluite anche fatture emesse da una pensionata 75enne che, ascoltata dalla Guardia di finanza, ha dichiarato di avere corretto e rivisto alcuni discorsi scritti dal consigliere.
CAPUTO - «Ripongo la massima fiducia nell'attività della magistratura a cui ho già espresso la mia piena disponibilità a chiarire i fatti che mi vengono contestati», dice in una nota Caputo. «Sarò ascoltato dal magistrato martedi prossimo, in quella occasione, sono certo che la mia posizione potrà essere definitivamente chiarita al fine di poter esporre la vicenda ai miei elettori nella massima trasparenza possibile». «Proprio per il rispetto nei confronti dei magistrati non entro, in questo momento, nel merito delle questioni che vengono contestate. Solo dopo aver parlato con il pm darò spiegazioni esaurienti su tutta la vicenda che mi vede coinvolto».
POLVERINO - «Ho offerto la massima collaborazione e continuerò a farlo alla Guardia di Finanza e alla Procura di Napoli in merito alle indagini in corso che questa mattina hanno portato alla perquisizione dei miei uffici. Sono sereno in merito ad ogni mio atto e sono certo che le verifiche serviranno a sgombrare il campo da qualsiasi responsabilità che riguarda il mio operato e la mia persona. Attendo fiducioso di essere ascoltato dai magistrati per poter chiarire ogni aspetto delle vicende che mi vengono contestate», commenta Polverino, consigliere regionale Pdl.
AMENDOLA (PD) - «Abbiamo appreso questa mattina dell'iscrizione nel registro degli indagati del consigliere regionale Nicola Caputo del gruppo regionale del Pd campano. Come sempre, ci rimettiamo fiduciosi al lavoro della magistratura che siamo sicuri in breve tempo farà interamente luce sulla vicenda», dice Enzo Amendola, segretario regionale del Pd Campania. «Per quanto riguarda la candidatura al Parlamento del consigliere Caputo, saranno gli organismi nazionali del Pd competenti, a partire dalla commissione nazionale di garanzia, a decidere sul caso prima della consegna definitiva delle liste».
SEL: CONSIGLIO DA SCIOGLIERE - «L'inchiesta della Guardia di Finanza sta confermando che esponenti del consiglio regionale campano, alla stregua dei colleghi della regione Lazio e della Lombardia, usavano impropriamente i fondi destinati ai gruppi consiliari per scopi personali», commenta Arturo Scotto, coordinatore regionale di Sel Campania. «Riteniamo che la magistratura debba andare a fondo in questa vicenda - afferma - non è consentito che venga fatto un uso illegittimo di fondi regionali, non solo per gli evidenti risvolti etici, morali e penali, ma anche in virtù del fatto che in questo momento decine di migliaia di lavoratori non percepiscono retribuzione o incombe su loro minacce di licenziamento a causa dei scellerati tagli della giunta Caldoro che hanno colpito esclusivamente i lavoratori delle società partecipate e i servizi pubblici». «Alla luce di questi nuovi avvisi di garanzia Sel Campania considera definitivamente delegittimato questo consiglio regionale e per tale ragione - conclude Scotto - chiediamo che il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro - come già hanno effettuato i governatori di centrodestra Polverini e Formigoni - rassegni immediatamente le proprie dimissioni per dar modo alla magistratura di proseguire serenamente le proprie indagini».
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 4945.shtml
Redazione online
11 gennaio 2013 (modifica il 12 gennaio 2013)