Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Questi sono i commenti dei telespettatori di In onda :



solita@tiritrena2013-01-12 21:14:48.0
da quanti anni è che fa politica con mastella e e buttiglione tuttor'ora tutti nascosti e da noi pagati ma che cosa anno fatto per l'italia ? di personaggi vecchi che blaterano non ne abbiamo piu bisogno. tutti fuori ora basta

carla2013-01-12 21:14:19.0
questa sera se casini continua saro" costretta a cambiare canale di una trasmissione che seguo sempre
come fa una persona che non ha mai lavorato in vita sua che e" sempre passato da un gruppo all"altro pur
di non perdere la poltrona permettersi di criticare berlusconi. capisco che non abbia altri argomenti ma si
dovrebbe solo vergognare vergognare vergognare

Mario G.2013-01-12 21:14:06.0
Ma perché fate parlare questi politici che si accasano con chi gli garantisce un seggio e che é li da 20 anni e non ha mai fatto nulla per i cittadini ?

barth2013-01-12 21:13:35.0
che salotto indegno!

i sottomarini?
i malati di sla?
Il fiscal compact?

che salotto indegno!

gianni_2013-01-12 21:13:30.0
Il voto a Casini vale doppio, ... perché chiede il voto agli elettori per andare a destra e poi lo porta a sinistra.
Da "Poltrone e Sofà" ci sono i Saldi di fine stagione! ... vatti a comprare lì una bella poltrona, truffatore falsario!

Mac2013-01-12 21:12:31.0
Casini fai solo casini di parole hai 2 voti in croce rubati a suo tempo !!! Solo con Monti potevi finire!!!

lory2013-01-12 21:12:27.0
finchè gli italiani continueranno a guardare indietro e a votare sempre gli stessi ladri e farabutti da 20 anni c'è poco da sperare andremo sempre peggio.....purtroppo

Hybris2712013-01-12 21:10:43.0
Caro Telese, io di solito apprezzo quello che lei dice, ed è per questo che mi spiace ancora di più che abbia iniziato la trasmissione sostenendo che "la TV non muove voti". Se avesse letto Sartori (Homo Videns) saprebbe non solo che la TV riesce a "muovere" politicamente molti voti , ma anche come e perché ci riesce... Anche senza avere letto nulla basta notare la feroce determinazione con il venditore Berlusconi difende le sue televisioni: lei pensa forse che l'ex piazzista sia uno sprovveduto su quest'argomento?!?

cardono2013-01-12 21:10:10.0
basta passare con #Monti per essere buono anche se della #CGIL @Pierferdinando a #inonda: "Ci pensate che Cazzola e Ichino (ex Pdl-Pd) ora sono aggregati intorno a #agendaMonti per parlare di lavoro?"

Tino2013-01-12 21:09:54.0
Vergogna ,ancora con berlusconi io non faccio politica ènon sono di parte,penso solo che noi italiani abbiamo quello che ci meritiamo.

PaoloDellUnto2013-01-12 21:08:30.0
Mi sembra ci sia una grande paura di una politica diversa, persino i giornalisti faticano a capire che la sfida è fra il passato duopolio e un assetto differente, e tutto sarà determinato dalla quantità di voti delle liste Monti.

gianni_2013-01-12 21:08:04.0
Caro Casini, visto che tuo suocero il pluriindagato Caltagirone (di cui sposasti la figlia appena ella compì 18 anni) é un noto costruttore, perché non gli chiedi di insegnarti il mestiere di manovale?? per lo meno inizi a fare qualcosa di produttivo nella tua vita.

lory2013-01-12 21:07:43.0
abbasso il giornalista servo di berlusconi.....mandatelo a casa

cardono2013-01-12 21:07:34.0
ma la collaborazione di tutti

enzo2013-01-12 21:05:58.0
Casini un PARASSITA straordinario della politica

antonio2013-01-12 21:04:47.0
Il portaborse di Forlani da lezioni di politica insieme a quello di Almirante!!!!

CARLO2013-01-12 21:04:42.0
era contrario al divorzio ed è stato il primo a divorziare

francesco2013-01-12 21:03:56.0
chiedete a CASINI perchè non risponde a TREMONTI che ieri sera all'Ultimaparola ha afferamato che lui non ha voluto firmare il decreto sulla sospensione dei pignoramenti da parte di Equitalia che sta mettendo in ginocchio le imprese e gli Italiani.

gianni_2013-01-12 21:03:25.0
I politicanti antiberlusconiani "sic et simpliciter" stanno rifacendo l'Unione senza però questa volta non avere nemmeno il coraggio di presentarsi insieme;
hanno messo Vendola al posto di Bertinotti, e Casini al posto di Mastella:
cambiano l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.

robin2013-01-12 21:03:10.0
con il permesso di Fantozzi
rutto libero


robin2013-01-12 21:03:10.0
con il permesso di Fantozzi
rutto libero

basta, siamo arrivati al colmo

guardo un film

cardono2013-01-12 21:03:10.0
buonasera a #inonda e @Pierferdinando infatti il nostro Paese si trova nelle stesse condizioni di precarietà economica come nel dopoguerra e per riportarlo fuori dalle secche non basta un uomo solo anche se di prestigio

lory2013-01-12 21:02:57.0
viva il m.5 stelleeeeeeeeeeeeeeeeeeyfw6l

ferdinando casini2013-01-12 21:02:19.0
casini ci hai stufato e basta !!!

parla di soluzioni per l'economia

Donato2013-01-12 21:02:03.0
Casini non ha mai lavorato è sempre stato un finto politico vive nella ricchezza e non sà nulla della povertà che ha generato quel immorale di Monti, E' vomitevole.............

CARLO2013-01-12 21:01:21.0
cosa ne pensa del candidato gay nella lista di monti?

lory2013-01-12 21:01:10.0
grazie a dio c'è m5 stelle .....spero che li faccia fuori tutti queste facce di falsi e ladri..........il primo berlusconi

gianni_2013-01-12 21:00:19.0
Lo scontro é fra Bersani e Monti??
Casini ripetilo ancora che magari ti convinci davvero.

Mac2013-01-12 20:58:46.0
Ma riuscite solo a parlare di Berlusconi per avere un po' di ascolto ! Parlate dei pasticci e dei casini di Monti che ha messo l'Italia a terra !!!!

gianni_2013-01-12 20:58:43.0
Ahahaha... un servo di Carlo De Benedetti che critica Il Giornale; andiamo bene!

elisa2013-01-12 20:58:18.0
presidente Casini,
cosa pensa relativamente al concetto del sommerso che determina il Pil, come dice Berlusconi?
Io penso che nn sia un argomento da nn sottovalutare; è giusto che un ex Capo del Governo consideri
il sommerso in un bilancio sia una cosa normale e nn da combattere, in quanto illegale.
Nessuno ne parla, è passato in silenzio dalla stampa

gianni_2013-01-12 20:55:30.0
Casini é il peggiore dei beceri!
o forse peggio di lui c'é solo Fini;
questi 2 approfittatori e truffatori del voto sembrano il gatto e la volpe! chiedono il voto definendosi alternativi alla sinistra e poi portano il voto ai compagni.
Io lo ho votato diverse volte, poi ho capito che é uno sciacquino della sinistra; passo con Silvio.
Che Fini e Casini vadano a fare gli sciacquini di Gargamella! e che le zecche ed i vari fans di Travaglio, laureato in filosofia a 33anni e poi raccomandato per essere assunto da Berlusconi, dicano quello che vogliono! questi maestrini!

carmelacastronovo2013-01-12 20:52:07.0
L'imu dovrebbe essere una tassa sulla proprietà. Se io ho una casa dovrei pagare com( e prima casa. Io ho solo una casa ma vivo e risiedo per motivi di lavoro, in affitto, in un'altra regione. L' art.13 comma 2 del D.L.201/11) legge imu mi fa pagare come seconda casa, l'unica casa che ho perchè non ho lì la residenza.. E' assurdo, ingiusto è uno scippo!. Bersani ha detto che vorrebbe togliere o diminuire l'imu da chi paga 400 o 500 euro ma questo non toglierebbe le ingiustizie! E' sempre una ragionamento insensato e fuori dalla realtà che vivono i cittadini!

cardono2013-01-12 20:50:08.0
buonasera a #inonda e @Pierferdinando rammentati dell' azione di De Gasperi che da centro si muoveva verso sinistra
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Buffalo Bill, Toro Seduto e l'arbitro al Quirinale

di EUGENIO SCALFARI

C'ERA una grande attesa per l'incontro televisivo di Berlusconi con Santoro. Due nemici di vecchia data (ma con una riconciliazione di due anni di Santoro a Mediaset), due "showmen" di provato talento, due venditori di bubbole che rimontano in ogni occasione il vecchio film in cui Totò vende la Fontana di Trevi a Peppino De Filippo. Dove li trovate due personaggi come loro?

Il guaio, il terribile guaio per l'Italia, è stato che uno di loro ha guidato la politica del nostro paese per vent'anni riducendolo come l'ha ridotto. Purtroppo è accaduto spesso nella storia italiana, a partire da Cola di Rienzo, passando poi per i vari Masanielli toccando il culmine con Mussolini che ci rivendette l'Impero che tornava dopo venti secoli sui colli fatali di Roma. Il Cavaliere è stato più modesto: ha impedito che i comunisti conquistassero il potere in Italia quando non c'erano già più nemmeno in Russia. E vive ancora rivendendoci questa patacca.

Ora si discute quanto beneficio il Cavaliere abbia tratto dalla corrida contro Santoro e Travaglio. Due tori contro un matador. Chi ha vinto e chi ha perso? E quanto sono aumentati nei sondaggi i voti di Silvio? "Manco mezzo" ha scritto Giuliano Ferrara. Dall'uno al tre per cento hanno risposto alcuni sondaggisti.

Comunque un vantaggio l'hanno realizzato tutti e due, anzi tutti e quattro: Silvio, Michele, Marco e La7.

Il primo è stato sdoganato ed ora è di nuovo in battaglia, gli altri tre hanno incassato un'audience di 9 milioni di ascolto, come una puntata del festival di Sanremo o una partita di finale dei Mondiali di calcio. Ma non è stata una corrida, anche se la trasmissione era cominciata con le note della Carmen.

Il commento più bello l'ho letto su Repubblica di venerdì e l'ha scritto Francesco Merlo: "Si sono legittimati a vicenda come gli anziani Buffalo Bill e Toro Seduto che in un famoso film di Altman ripropongono il combattimento del Selvaggio West ma sotto il tendone del circo quando ormai molte lune hanno logorato il Grande Spirito e i malinconici compari hanno esaurito i proiettili l'uno e le frecce l'altro".

Alla fine, dopo un'ora soporifica, hanno anche finto di litigare; Berlusconi ha inventato una "gag" degna di Stanlio e Ollio pulendo col fazzoletto la sedia dove s'era seduto Travaglio; Santoro gli ha poi fatto un "assist" prezioso facendo apparire in video un'imprenditrice bergamasca che invocava il ritorno alla lira per poter pagare i suoi debiti alle banche. Berlusconi ha raccolto la palla e l'ha spedita in rete concordando con la signora sulla intollerabilità dei sacrifici ma correggendone la terapia: non tornare alla lira ma imporre all'Europa una politica keynesiana. "Perciò votatemi, solo io potrò ottenere questo piegando la volontà della Merkel, ma debbo avere tutti i voti, un potere assoluto e una Repubblica presidenziale".

Una sola regia ha guidato lo spettacolo e le regole di ingaggio concordate: erano due populismi che s'incontravano e si sorreggevano a vicenda, uno di estrema destra, l'altro di estrema sinistra. Due populismi con la stessa patacca da rifilare a chi li segue con innocente e credulona ingenuità.

* * *

Non sono certo i soli i populismi di Berlusconi e di Santoro-Travaglio. C'è Grillo che vuole sbaraccare partiti e istituzioni instaurando una Repubblica referendaria e uscendo dall'euro e dall'Europa; c'è Ingroia che apre a Grillo ma intanto recluta i suoi dissidenti nella sua lista, si allea con Di Pietro e propone una Repubblica guidata dai magistrati; c'è la Lega che vuole la secessione della multiregione Lombardia-Veneto-Piemonte, che trattenga sul territorio tutte le imposte pagate dai residenti più la quota pro capite degli interessi che ci costa il debito pubblico.

A quanto può arrivare il consenso che uscirà dalle urne a queste varie forme di demagogia che si vale, ciascuna, di imbonitori ben collaudati? All'ingrosso io darei almeno il 40 per cento nel loro complesso. Marciano separati ma colpiscono insieme. Dunque la minaccia è forte.

Non hanno programmi salvo quello di mandare all'aria tutte le strutture esistenti, la democrazia rappresentativa, lo Stato di diritto fondato sulla separazione dei poteri, la Corte Costituzionale, la moneta comune, l'Europa, le imposte che debbono essere ridotte al minimo. E ovviamente la politica e i partiti.

Il mito che aleggia su questo variopinto calderone dove il bollore ha raggiunto il massimo nell'imminenza delle elezioni è la società civile.

Non si sa che cosa rappresentino queste due parole e quale sia il nuovo che esse esprimono e il vecchio che condannano. La società civile non si identifica con una specifica classe sociale, non è la classe operaia, non è il terzo stato, non è la borghesia, non è la nobiltà e non è il proletariato. Direi che sono due parole sinonime di altre due e cioè popolo sovrano, sinonimo a sua volta di un'unica parola, demos, democrazia. Dov'è dunque la novità?

Forse la novità consiste nell'abolizione dell'aggettivo "delegato". Il più coerente da questo punto di vista è il grillismo che prevede i referendum come unici strumenti di governo e i funzionari incaricati di amministrare l'azienda pubblica come impiegati guidati da capi "pro tempore" in carica per pochi mesi a rotazione. Una sorta di condominio al posto dello Stato, cioè come l'esperienza insegna il peggio del peggio.

Se questa è la società civile ipotizzata dall'antipolitica, la storia ci racconta di tutte le volte che una situazione del genere si realizzò: sboccarono sempre nella dittatura o nei casi migliori nell'oligarchia o nella tecnostruttura, tutte soluzioni che degradano il popolo sovrano al rango di gregge. La storia non fa eccezioni, è sempre stato così.

* * *

Se le varie formazioni antipolitiche e populiste avranno come credo un consenso complessivo attorno al 40 per cento dei voti espressi, ne rimane il 60 per le formazioni politiche che si propongono obiettivi di cambiamento e di modernizzazione per rinnovare le istituzioni senza distruggerle, anzi per accrescerne l'efficienza e la moralità, dove l'efficienza significa produrre maggiori risultati a costi minori e la moralità significa superare il "particulare" mirando al bene comune, all'interesse generale e non solo per l'immediato presente ma per il tempo lungo dei figli e dei nipoti.

In questo spazio si muovono sia il partito democratico sia la formazione che finora si era sempre definita come Centro ma questa volta assume come indicazione elettorale il nome di Mario Monti non più nella sua veste di tecnico chiamato per fronteggiare un'emergenza che aveva bisogno dell'appoggio di tutte le forze politiche, ma per impegnarsi e "salire in politica". Con un suo programma. Con civettuola modestia quel programma è stato chiamato "agenda". Si è aperta a questo punto una discussione se il contenuto di quel programma fosse simile al programma dell'altra forza politica in campo e cioè il Pd, il solo in tutto il panorama attuale che sia un vero partito e non si vergogni di dirlo, anzi lo rivendichi con orgoglio.

Personalmente ho sostenuto che i due programmi sono molto simili nelle loro linee maestre. Altri osservatori hanno affermato il contrario. Bersani si è rimesso al giudizio della pubblica opinione sostenendo tuttavia che ad elezioni avvenute il suo obiettivo sarà quello di allearsi con i montiani. Monti invece resta stretto all'unicità della sua "agenda", sostiene che non esiste più un problema di destra e di sinistra ma solo di riformismo e rinvia a dopo le elezioni il tema delle alleanze.

Spenderò poche parole sulla diversità o le analogie dei due programmi di Monti e di Bersani. Tutti e due hanno manifestato la ferma intenzione di rispettare gli impegni presi con l'Europa; tutti e due - nei limiti di quegli impegni - hanno prospettato la necessità e l'urgenza di accrescere il tasso di equità, cioè di giustizia sociale, spesso trascurato se non addirittura schiacciato dall'emergenza; tutti e due mettono al primo posto la ripresa degli investimenti, dell'occupazione, del welfare e la diminuzione delle diseguaglianze sociali e geografiche; tutti e due vogliono un'Europa più federale e una Banca centrale equiparata a quelle esistenti in tutti gli Stati sovrani.

Non sto raccontando favole, ma riferisco i programmi e gli obiettivi dichiarati ripetutamente e pubblicamente dai leader di quelle due formazioni e dai loro alleati, a cominciare da Vendola, che Monti e il Corriere della Sera continuano a descrivere come un pericoloso bolscevico ignorando volutamente le affermazioni da lui ripetute ormai infinite volte a terminare con la trasmissione "Otto e mezzo" di tre giorni fa nel corso della quale Gianfranco Fini anch'egli presente in quell'occasione ne ha preso finalmente atto.

Le linee maestre sono dunque analoghe, la sensibilità sociale del Pd è certamente più marcata di quella dei montiani. Infatti Monti si muove nell'ambito del Partito popolare europeo, Bersani in quello del Partito socialista.
Dov'è dunque - se c'è - la vera differenza tra questi due soggetti politici?

* * *

Purtroppo questa differenza c'è ed è molto rilevante, anzi addirittura preoccupante ed emerge ormai dalle esplicite dichiarazioni di Monti e di Casini.

Poiché i montiani non possono aspirare realisticamente a scavalcare la forza elettorale del centrosinistra, l'obiettivo che si propongono è quello di rendere impossibile una maggioranza al Senato, favoriti da una legge elettorale che rende possibile quest'ipotesi. Identico obiettivo per le stesse ragioni si propongono Berlusconi e la Lega.

È un obiettivo più che legittimo: chi partecipa a una competizione elettorale si propone di vincere dove può e come può. Nel caso dei montiani tuttavia c'è una postilla estremamente inquietante: se al Senato sarà necessaria un'alleanza tra il centrosinistra e i montiani, questi ultimi pretenderanno un governo guidato da Monti e strutturato a sua immagine e somiglianza.

Da un lato un partito che avrebbe la maggioranza dei voti e dei seggi alla Camera, dall'altro una lista con un numero di senatori appena sufficienti a fare maggioranza insieme al centrosinistra a condizione però di prendere tutto il piatto della partita. Alternativa: legislatura ingovernabile e necessità di nuove elezioni, con quali ripercussioni in Europa e sui mercati lascio ai lettori di immaginare.

Questo è il punto. Può darsi che, ad elezioni avvenute, i montiani si ravvedano. Voglio sperarlo ed escludo che possano proporre la medesima soluzione a un Berlusconi che sarebbe sicuramente molto più arrendevole alle loro richieste. Ma non andrà così anche perché c'è, per fortuna dell'Italia, un arbitro al Quirinale
(13 gennaio 2013)
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie- 53 –

Cronaca di un affondamento -2 –

Una Repubblica alle vongole e al ciocorì – 2


D’Agostino vede questo scenario per il dopo voto. Le alleanze sono più o meno fatte, l’effetto Monti è stato riassorbito, di conseguenza le condizioni attuali dello stato di fatto potranno subire variazioni in base alle capacità di convincere l’elettorato.



1. UN PRIMO SCENARIO REALISTICO DEL DOPO ELEZIONI: BERSANI VINCE MA NON CONVINCE AL SENATO; IL CAINANO RECUPERA MA NON SFONDA; GRILLO FA 12% E SORPASSA MONTI –

2. QUINDI IL MARITO DI AZZURRA CALTAGIRONE SI AZZUFFA SUBITO CON L'AGENDISTA STREGONE MONTI PER IL MODESTO RISULTATO OTTENUTO E PER LA PRESIDENZA DEL SENATO –

3. BERSANI ALLA CAMERA ELEGGERÀ UNA ROSY BINDI, CHE HA FATTO FUORI ANNA FINOCCHIARO. AL SENATO LA MUSICA CAMBIA: CULATELLO NON POTRÀ CHE CONVERGERE SU DI UN NOME DELLA "STRANA MINORANZA": SILVIO, CASINI, MONTI (PUSHER TONIATO) –

4. SE E' CERTO CHE MONTI-CASINI-BERLUSCONI NON SONO IN CORSA, PER IL QUIRINALE RESTA IL SEMPITERNO GIULIANO AMATO, VERO CANDIDATO DI RE GIORGIO NAPOLITANO. MA DIETRO LE QUINTE POTREBBE FAR SEMPRE CAPOLINO MARIO DRAGHI, IL VERO ARTEFICE DEL CALO DELLO SPREAD A CUI NESSUNO IN ITALIA POTREBBE DAVVERO DIRE DI NO -

DAGOREPORT

Con i candidati premier in campo, le liste quasi fatte, i sondaggi assestati anche sulla performance Berlusconi/Santoro, e' possibile delineare un primo scenario realistico del dopo elezioni. Ecco le consistenze elettorali, a oggi, sulle quali e' ragionevolmente possibile esercitarsi:

1. La "macchina da guerra" di Bersani Pierluigi, un po' meno gioiosa (se non altro per questione di scaramanzia) di quella guidata da Occhetto Achille nel 1994 ottiene il premio di maggioranza alla Camera e vince male al Senato.

2. Berlusconi Silvio e la sua coalizione ritrovata vanno molto meglio di quanto si pensasse un mese fa ma perdono

3. Grillo supera il 12 per cento

4. Casini Pierferdinando, Monti Mario e Fini Gianfranco in Tulliani ottengono un risultato modesto, a cavallo di quel fatidico 10 per cento che ne assicura la presenza alla Camera come coalizione

5. L'astensione sara' molto minore di quella siciliana e di quella inizialmente prevista


1. I nuovi presidenti di Camera e Senato. Venti giorni dopo la proclamazione degli eletti, i due rami del Parlamento dovranno eleggere i propri presidenti. Bersani Pierluigi alla Camera eleggerà tranquillamente un presidente espressione del PD. Si accettano scommesse, ma Rosy Bindi, che e' riuscita a non far emigrare alla Camera Anna Finocchiaro, sara' la candidata numero uno.

Al Senato la musica cambia: il leader PD non farà l'errore che fece Prodi Romano nel 2006 quando accetto' di fare la battaglia a favore di Franco Marini pur non avendo i numeri sufficienti e fu quello l'atto politico sbagliato che determino' l'insuccesso precoce dell'intera legislatura.

Questa volta, nell'interesse della stabilita' del suo governo, Bersani non potrà che convergere su di un nome della "strana minoranza" che verra' fuori dalle urne al Senato con tre candidati assolutamente di peso che segneranno prospettive completamente diverse a seconda della scelta effettiva che il vincitore parziale delle elezioni farà: Berlusconi Silvio, Casini Pierferdinando, Monti Mario.

2. La scelta del nuovo presidente del Senato condizionerà pesantemente le scelte successive, in particolare quella del nuovo Presidente della Repubblica e la durata stessa della legislatura. Certo, sulla carta uno dei tre nomi in corsa per il Senato un mese dopo potrebbe essere scelto per il Quirinale, ma le probabilità che ciò accada sono davvero poche.

Mosé Monti può considerarsi davvero fuori gara per il Colle più alto, e ciò spiega bene perché il suo fido Federico Toniato, nell'ansia di arrivare (precorrendo tutti i tempi e scavalcando ruoli e carriere) alla carica di Segretario Generale del Senato, lo spingerà a mettersi in fila per la seconda carica dello Stato.
Al fidanzato di Francesca Pascale e anche a sua "suocera" Marina B. piacerebbe molto salire al Colle, ma si tratta di una candidatura oggettivamente improponibile (anche se c'è da dire che anche al Ppe,vista la sua rimonta, stanno pentendosi di aver invitato frettolosamente Mosé Monti).

Il marito di Azzurra Caltagirone rischia invece di aver fatto il peggior affare della sua vita alleandosi con l'Agendista Stregone, alleanza ben evidenziata per la prima volta dalla partecipazione non certo casuale del premier alla serata romana dello scorso novembre per la presentazione della nuova grafica del ‘'Messaggero'', per via del suo eccesso di furbizia e dei condizionamenti che ha dovuto mettere alla cavalcata libera e selvaggia di Mosé e di Bondi Enrico nelle praterie della cosiddetta società civile.

Mosé Monti ha ormai troppi sassolini infilategli nelle scarpe proprio da Pierfurby e non vede l'ora di toglierseli. Risultato: le elezioni non saranno nemmeno finite e i due sono destinati a confliggere e a divaricarsi rinfacciandosi a vicenda il modesto risultato elettorale ed essendo entrambi poi candidati alla stessa poltrona del Senato.
Se e' certo che i tre di cui sopra non sono in corsa, per il Quirinale resta il sempiterno Amato Giuliano, già ministro dell'Interno con Prodi e garante delle concessioni tv a Berlusconi in era Craxi (per cui il padre di Marina lo voterebbe a scatola chiusa). Del resto Amato e' il vero candidato del Presidente uscente, Re Giorgio Napolitano. Così come Napolitano fu il candidato di Ciampi Carlo Azeglio. Ma dietro le quinte potrebbe far sempre capolino Mario Draghi, il vero artefice del calo dello spread a cui nessuno in Italia potrebbe davvero dire di no.

^^^^


Quello che non ha tenuto conto D’Agostino è questa variante:


Elezioni, “Pdl avanti in Lombardia e Sicilia”: per Bersani Senato più lontano
Secondo i sondaggi di Mannheimer per il Corriere della Sera il centrodestra è in vantaggio di oltre 3 punti sulla coalizione di centrosinistra. Otterrebbero seggi anche Monti e Cinque Stelle. Vendola: "Se il Pd sceglie Monti dovrà rinunciare a Sel". Il Pdl: "Berlusconi capo della coalizione"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 13 gennaio 2013
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………..Vendola: “Se il Pd sceglie Monti come alleato dopo il voto, dovrà rinunciare a Sel”
In questa situazione di incertezza Nichi Vendola mette le cose in chiaro: “Se il centrosinistra sceglie Monti come alleato per il governo – dichiara a SkyTg24 – dovrà rinunciare al contributo di Sel. Io sono alternativo alla presenza dei conservatori nell’alleanza di centro sinistra. Sarà impossibile, anche solo immaginare, una maggioranza in cui stiamo insieme io e Paola Binetti che, lo dico con tutto il rispetto, è la tipica espressione di una cultura integralista che disvela le ambiguità dell’alleanza che si è radunata intorno al professor Monti e che si presenta come un’alleanza liberale. Penso che nella prossima legislatura bisognerà collaborare con Monti, con Casini e le forze centriste e insieme occuparsi della riforma dello Stato, sulla quale occorrerà trovare dei punti di compromesso”. Insomma: “Dal punto di vista del governo del Paese, il centro sinistra ha il diritto di governare senza ipoteche e senza badanti. Io ho fatto vincere il centro sinistra in luoghi dove aveva sempre perso, ho contribuito alla vittoria dalla Puglia a Milano. Il centrosinistra si candida per vincere e governare, Monti e Berlusconi – ha concluso Vendola – si candidano per impedire la pienezza della vittoria del centro sinistra, per azzoppare la coalizione, cercando in quel modo di rientrare in partita”. …………….

^^^^

Già senza l’opzione Vendola, la situazione è peggiore di quella del 2006, quando Prodi vinse ma con soli 2 Senatori di vantaggio.

E poi Bersani non è Prodi.

Pancho in altro 3D si è chiesto se nello schieramento opposto a B. l’esperienza del passato non serve.

E’ così per gli italiani in genere, lo è molto di più per i politici interessati solo agli utili personali e di bottega.

L’esperienza passata non serve. Dini, Mastella. E anche Calearo la statuina del “ ‘o presepe” inventato da Veltroni per un partito moderno all’americana. In questo momento se ne sono già dimenticati tutti. Funziona così da queste parti. Anche Bersani copia “ ‘o presepe” pensando che alla politica si può supplire candidando all’ultimo momento una serie di statuine della società civile.

Un tempo, a fare da specchietto delle allodole venivano chiamati personaggi dello spettacolo e dello sport. Chi se ne fosse dimenticato provi a ricordarsi Rivera.

Non servono a niente ma sono utili a portare voti nel momento del voto, poi si possono godere una legislatura dorata.

Qualcuno ha mai visto Boccuzzi nei talk, o cosa abbia fatto in Parlamento oltre alla nobile arte dello schiacciabottoni, l’operaio della Tyssen scampato alla morte e utilizzato da Veltroni per il suo presepe facendo credere al merlame di turno in quel momento che simbolicamente il Pd era dalla parte degli operai?

Il gruppo di potere del Pd è riuscito ad addormentare il suo elettorato in questi 5 anni circa la possibilità di dare un’identità un programma, degli obiettivi, come dovrebbe avere un partito con tradizioni storiche.

Sono solo riusciti a produrre 27 tribù che vivono volentieri la possibilità di accedere a POLTRONE & FORCHETTE.

Quando affrontano i problemi una parte tira in una direzione e l’altra in quella opposta secondo i dettami delle origini.

La fusione è fallita da subito, ma per evitare grossi guai elettorali preferiscono convivere tutte e 27 le tribù sotto lo stesso tetto.

Il gruppo di potere è stato bravo nell’anticipare la campagna elettorale copiando a modo loro Berlusconi, il maestro della comunicazione. Gli ha reso una certa crescita. Adesso mantenerla sarà difficile.

Quello che poi non viene tenuto conto è che prima delle elezioni la crisi della disoccupazione, della mancanza di lavoro si faranno via via sentire.

Juncker: "Il peggio deve ancora venire, ma qui i vu cumprà essendo in campagna elettorale hanno preferito fare gli indiani.



Il recente sondaggio Confersercenti – Swg conferma che la salute dell’economia italiana è giudicata negativamente dall’87% del campione. In particolare il 36% la ritiene inadeguata, mentre il 51%, la maggioranza, addirittura pessima.

Il 41 % degli italiani non arriva alla fine del mese e 9 italiani su 10 non credono alla ripresa a differenza di chi ha le visioni di luci in fondo a tunnel, solo per tenere buoni i tricolori pensando di essere San Filippo neri “State buoni se potete”.
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

La cosa che viene da dire "a pelle", davanti ad un tale scenario, è che questo paese è ingovernabile. E non da adesso, ma da almeno 50 anni.

E continuerà ad esserlo per i prossimi 50.

L'unica cosa che si può fare è vivacchiare, sperando che il tonfo non sia troppo violento.
soloo42000
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da soloo42000 »

Fra baratri ed emergenze negli ultimi decenni ne hanno approfittato per toglierci tutto.

Industrie e quindi lavoro.
Pensioni.
Scuole e universita`.
Sanita`.
Salute.
Futuro.

Ad ogni passaggio storico lorsignori sono riusciti a cadere in piedi.
Mediante trasformismi.
Salvatori della patria.
Ricatti alle forze di CSX.

Come in novembre 2011.
Adesso siamo nel baratro.
Ci dovete aiutare a uscirne perche` se si vota il Paese va a picco.
E i primi a rimetterci siete voi.

Piu` o meno questo e` stato il ricatto ai tempi.

Adesso ne preparano uno uguale.

Sarebbe bello prepararsi a un doppio giro di elezioni.
Come e` avvenuto in Grecia.

Il CSX, a fronte di una mancata vittoria al Senato, dovra` mantenere nervi saldi.
Se Monti e Casini tentano il ricatto si deve tornare alle votare in giugno.
Come in Grecia.
Fine della storia.

Spero di sentirlo dire chiaro a Bersani.

E` solo cosi` che il Paese torna governabile.
Facendo fuori, alle urne, uno dopo l'altro, tutti i cialtroni che l'hanno spolpato.
Da Bossi e Berlusconi, a Casini.

Riusciranno i nostri eroi?
Vedarem.
Per ora si vede solo una grande ansia di perdere per potersi accordare con Monti
facendo fuori la lurida sinistra radicale del gay coll'orecchino.

Ciao.


soloo42000
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

mariok ha scritto:La cosa che viene da dire "a pelle", davanti ad un tale scenario, è che questo paese è ingovernabile. E non da adesso, ma da almeno 50 anni.

E continuerà ad esserlo per i prossimi 50.

L'unica cosa che si può fare è vivacchiare, sperando che il tonfo non sia troppo violento.

Ho ascoltato un incazzato Oscar Giannino ad “In onda” nella puntata “Casta stampata”di questa sera sulla 7. Incazzato per il fatto di essere stato interpellato dal Pdl, dal Pd e dal Partito Agenda in modo puramente castale e partitocratico e non emergenziale con necessità di rinnovamento della classe politica italiana.

Premetto che Oscaretto l’ho vissuto come un peso costante in questi ultimi vent’anni. Mi dividevano da lui la concezione liberale di destra, da quella di sinistra.

Per volontà sua, per credo politico, è un liberale di destra, oppure per imposizione aziendale, in questi anni, ad eccezione forse degli ultimi 18 mesi, Oscar Giannino ha difeso SB. Non di certo come la Santanchè, Straquadanio, la Biancofiore, in maniera vomitevole, però ha difeso una politica inesistente.

Un fatto, dal mio punto di vista, intellettualmente inaccettabile per uno che disponeva, e si notava, di un’intelligenza viva e di una cultura diffusa.

Però questa sera, solo per questo fatto, ha tutta la mia solidarietà e comprensione.

Tra l’altro, il giornalista sabaudo, rammentava di essere stato letteralmente buttato fuori (con il suo movimento) da quel “gran liberale” di Monteprezzemolo dalla costituenda Italia futura. L’incazzatura per questa vicenda era più che evidente ancora questa sera.

A rendere più schifoso il tutto, la conclusione di Mario Sechi, che si dichiarava rammaricato per la mancanza di capacità di adattarsi di Oscar alla realtà, invitandolo ad abbandonare l’idealità.

Balle, balle verdi rosse e gialle espresse da un mastino di ventura pronto a mettersi al servizio dei potenti pur di prendere l’ascensore che sale ai piani alti.

Evidentemente, diversamente dalle palle raccontate da Sechi, Giannino si è spinto in politica mettendosi alla guida di un suo movimento avendo una visione economico finanziaria intesa a mettere rimedio ai guai attuali ed evidenti del Paese. Non era dicerto un caso che annuisse quando Mucchetti in conclusione della puntata speciale di Bersaglio libero, avvisava che continuare in questo modo ci porterà a breve a ripetere le esperienze della primavera araba.

Il pensiero e la visione economico finanziaria di Giannino non collimava molto probabilmente con quella dell’impostazione di Montezemolo, che a sua volta ha realizzato un movimento che ha tutta l’aria di essere stato creato apposta dai poteri forti.

Diventa quindi evidente lo scontro tra chi ha una visione generale del Paese ed intende tirarlo fuori dai guai mettendosi direttamente in gioco, rispetto a chi si nasconde dietro la facciata di un movimento proveniente dalla società civile, la moda del momento per abbagliare i merli evitando il nome infetto di “partito”, per supportare gli interessi reconditi dei poteri forti che intendono procedere privilegiando solo e soltanto i loro di interessi personalissimi a scapito degli interessi del Paese.

Giannino mi ha quasi sempre fatto incazzare per le soluzioni tecniche che proponeva. Ma però emergeva nello stesso tempo una certa onestà intellettuale di fondo di chi a quelle soluzioni ci crede. Giuste o sbagliate che siano.

Diverso invece è il mettersi al completo servizio come un qualsiasi soldato di ventura, di un gruppo di banditi che ha solo come scopo nella vita fare gli affari propri.

Non si tratta di fantascienza, lo abbiamo sopportato per 18 anni con la mummia cinese, con i bei risultati che abbiamo sotto gli occhi.

Ha perfettamente ragione Giannino ad incazzarsi se anche il Pd lo interpella per un posto a tavola, sapendo che trattasi di un credente liberale di destra.

Questa è l’ennesima dimostrazione che quello oramai è un partito che non ha più niente a che vedere con la sinistra, e che Vendola, rappresenta, fin che regge, l’alibi per far credere ai merli di essere ancora di sinistra.

Loro sanno che il 60 % del loro elettorato è di sinistra. Di quella sinistra intesa come valori fondamentali ed immutabili. Loro invece sono solo dei politicanti avventurieri che fanno giostrare la politica perché il gioco è questo e loro ci si sono adattati comodamente.

Non tutti riescono ad adattarsi a questo schifo, come hanno fatto Stefano Rodotà e Gianfranco Pasquino, uomini di sinistra con una grande apertura mentale sia in politica che nella vita che hanno frequentato quell’ambiente per breve tempo è poi se ne sono subito distaccati perché non è vita che fa per loro.

Spiace quindi che anche Mucchetti e Mineo, malgrado la loro alta professionalità, intelligenza ed onestà non abbiano capito un caXXo della situazione.

Non è possibile innestare delle cellule sane su di un corpo interamente malato e marcio per poter cambiare la situazione. Fare le belle statuine non serve a niente. Rodotà e Pasquino docet.

Dal punto di vista storico e sociale, abbiamo potuto constatare che i ricambi delle società avvengono per eventi straordinari.

Le democrazie non sono rinnovabili perché non hanno la forza e la capacità di autoriformarsi.

La fortuna di non aver avuto guerre sul nostro territorio dopo 3000 anni, ci ha consentito di poter osservare il comportamento dell’uomo all’interno di una società “APPARENTEMENTE” democratica.

La corruzione, la gamma degli egoismi e quello che la chiesa cattolica chiama i sette vizi capitali, distrugge una società nell’arco medio di 20 anni.

La prima società repubblicana è durata più del doppio, quasi mezzo secolo, solo per via degli accordi di Yalta, della presenza della guerra fredda, e della presenza in Italia del più forte Partito Comunista in Europa.

Caduto il comunismo nel 1989, non ha più retto il marcio creato nella società italiana dai partiti della prima Repubblica.

L’aver riportato cellule malate all’interno della seconda Repubblica, ha riportato alla putrefazione il sistema in soli 18 anni.

Ora, un sistema ancora più marcio e putrefatto di quello del 1994, pretende di essere traghettato nella terza Repubblica che nasce morta in partenza.

L’esperienza di Giannino ne è la dimostrazione. E’ un vero peccato che persone di buona volontà come Bonsanti e Zagrebelsky di Libertà e Giustizia non lo abbiano ancora compreso.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sarebbe bello prepararsi a un doppio giro di elezioni.
Come e` avvenuto in Grecia.

Il CSX, a fronte di una mancata vittoria al Senato, dovra` mantenere nervi saldi.
Se Monti e Casini tentano il ricatto si deve tornare alle votare in giugno.
Come in Grecia.
Fine della storia.

Soloo42000

***


Il ricatto è un dato scontato. Fa parte già della storia di questi giorni. Monti sta facendo di tutto per spaccare il finto centro “sinistro”.

1) Una quindicina di giorni fa, circa, quando ha invitato direttamente Bersani a disfarsi di Fassina, Vendola e CGIL. Di cosa si trattava?
Dell’ultimo esame degli ex comunisti per poter prendere la patente di democristiani doc e poter avere il via libera a governare, dai poteri forti, tutti compresi, tipo Mafie SpA?

2) Invito rinnovato sabato scorso a Orvieto a quelli che lui chiama “I pontieri del Pd”, intervenendo all’assemblea di LibertàEguale fondata da Enrico Morando con gli uomini più vicino a Napolitano, che negli ultimi mesi ha sostenuto sia l’Agenda Monti che Matteo Renzi.

Una ghiotta occasione per il presidente del Consiglio che la sfrutta a pieno, …così ci fa sapere Caterina Perniconi ieri su IFQ.

Monti ha lanciato l’unione dei riformisti per escludere dal governo le ali estreme.

*

Molto probabilmente in questo momento lavorano per Monti spin doctor pagati dai poteri forti.

Gente che è abituata a sciacquare i cervelli.

Tanto è vero che gli hanno suggerito di mollare il desueto, ma soprattutto falso termine di moderati, per abbracciare il nuovo termine di riformisti.

Dal punto di vista del marketing politico intendono dare l’immagine, per i super merloni giganti, di lanciare un nuovo prodotto. Roba nuova supportata dal vecchio marcio della prima repubblica.

Tra moderati e riformisti, dal punto di vista della comunicazione del marketing politico, colpisce di più il sostantivo riformisti che proietta l’immagine di qualcosa da cambiare che il vecchio e consunto “moderati”, anche perché usatissimo dalla mummia cinese e dalla sua banda.

Pier Furby, deve aver accettato la nuova classificazione abbastanza volentieri perché è come una clinica dove ti rifanno la verginità.

La fossa a Bersani gliel’hanno scavata i suoi predecessori. Lui in questi tre anni di reggenza non ha fatto nulla per cambiare. Si è limitato a governare l’esistente.

Adesso è senza via di scampo. Deve morire nelle braccia di Monti e di Casini.

Secondo un sondaggio di Tecnè di venerdì scorso, un terzo dell’elettorato di Grillo proviene dal Pd. Cioè il 5%.

Se poi si tengono conto gli astenuti e quelli che non votano più perché ne hanno le palle piene di questi politicanti di ventura, viene fuori un altro partito della sinistra Pd, fuoriuscita dal Pd che è la metà del Pd.

Se non succedono pasticci in questa fase, e Bersani ha già messo le mani in avanti sul caso Lombardia, dovrà cadere per forza nelle braccia Monti e Casini, perché altrimenti gli si spacca il partito formato da 27 tribù a prevalenza democristiana.

Ieri Vendola ha aperto ad Ingroia.

Apriti cielo, anche i rossi manettari. Monti e Casini vanno in fibrillazione.

Bersani è si in vantaggio, ma è sulla graticola giorno e notte, perché il Pd potrebbe scoppiargli in mano sul più bello.

Dell’apertura di Vendola a Ingroia sarà contento Joblack che ieri si chiedeva perché non avveniva.

La confusione è al top e niente può escludere che si vada a rivotare prossimamente dando il via ad una situazione greca. È una delle opzioni.

Ne esiste anche un’altra, per ora remota, ma non escludibile.

Se Monti e Casini insistono ancora nel tentare di spaccare il Pd, si spiana la vittoria Berlusconi, con tutte le implicazioni nazionali, ma soprattutto internazionali circa un’eventualità del genere.

La situazione peggiora di giorno in giorno.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sotto le macerie- 54 –

Cronaca di un affondamento -3 –

Una Repubblica alle vongole e al ciocorì – 3



Per farsi capire a volte non bastano le parole, e allora bisogna armarsi di santa pazienza ed aspettare che gli eventi accadano.

Uno di questi è la notizia di prima pagina con tanto di foto riportata dal Corriere.it, presente in questo momento come notizia di testa.



VERSO IL VOTO
Partiti, la valanga dei simboli: 215
Maroni: «Il leader del Nord sarò io»

Nei contrassegni quasi tutti i nomi dei leader Cavalli

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Poli ... boli.shtml

Ovviamente non ci sono tutti i 215 simboli, ma la foto colpisce lo stesso

La slide show ne presenta 119:
http://www.corriere.it/politica/foto/01 ... 9b.shtml#8


Questo significa che siamo dentro in pieno ad una situazione greca, anche se era visibile da mesi malgrado le smentite di chi ha interesse a presentare una visione distorta della realtà come chi dall’estate scorsa ha le visioni di luci in fondo al tunnel,….perché una polverizzazione del sistema in cui si presentano ben 215 liste non si era vista mai.

E’ una logica conseguenza di quello che abbiamo vissuto in questi anni ed in modo particolare degli ultimi 2.

Di fronte ad una catastrofe nazionale la logica imporrebbe unità da parte dei due schieramenti destra e sinistra. Due soli simboli.

Non la si può però pretendere in questa fase di disgregazione avanzata generata dai signori della truffa.


http://www.corriere.it/index.shtml?refresh_ce
http://www.corriere.it/politica/13_genn ... cc61.shtml
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Il pasticcio


Elezioni, Orlando: “Pd chiede desistenza a Ingroia”. Franceschini nega
Secondo il sindaco di Palermo, firmatario del manifesto di Rivoluzione civile, l'ex segretario ha chiesto di non presentare le liste Sicilia, la Campania e la Lombardia. Il parlamentare: "Nessuna proposta di patto. Loro rischiano di far vincere la destra, rendendo il Senato ingovernabile". Ma la vittoria del centrosinistra passa proprio dalle "regioni chiave"

di Redazione Il Fatto Quotidiano

| 14 gennaio 2013Commenti (99)


I vertici del Partito democratico che chiedono a Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia di non presentare le liste in Sicilia, la Campania e la Lombardia, ovvero le “regioni chiave” che saranno determinanti per la governabilità del prossimo governo al Senato.

In una nota il sindaco di Palermo Leoluca Orlando spiega che Dario Franceschini lo avrebbe “contattato questa mattina a nome del Pd” per proporre “un accordo di desistenza.

Credo – ha aggiunto Orlando – siano molto preoccupati per la continua crescita della nostra lista ‘Rivoluzione civile’”.

Ma a prendere le distanze dalle parole del sindaco è lo stesso Franceschini che spiega, al contrario, di non avere avanzato ”nessuna proposta di patto e nessuna desistenza”.

Resta vero, però, che per assicurarsi una solida maggioranza al Senato, il Pd non può permettersi di perdere in Lombardia.

O se i democratici escono sconfitti da lì, allora devono vincere in tutte le altre regioni.

La causa è da ricercare nel Porcellum che prevede il premio per i seggi di Palazzo Madama a livello regionale.

Dunque, se il risultato positivo alla Camera sembra cosa fatta, al Senato le circostanze sono tutt’altro che chiare e la vittoria di Pierluigi Bersani passa per la Lombardia, per la Sicilia e per la Campania.

E i sondaggi al momento, danno il centrosinistra in svantaggio nella regione del Pirellone, dove secondo l’istituto Ispo, il centrodestra appare nettamente avanti, con un distacco che supera i 3 punti percentuali, la stessa distanza che al momento persiste nella corsa per la successione di Formigoni, tra Roberto Maroni e Umberto Ambrosoli.

Secondo Orlando, firmatario del manifesto fondativo di Rivoluzione civile, l’invito del Pd di non presentare le liste di Ingroia “fa seguito a mille rifiuti” dei democratici che, “nei mesi scorsi e nelle ultime settimane, ha opposto un netto no a qualunque dialogo per costruire una vera alternativa intransigente al berlusconismo e al montismo.

Se questa dovesse essere una proposta elettorale francamente ritengo che sia una cosa molto modesta”.

Ma, aggiunge, “non comprendiamo se sia o meno un segnale di un ravvedimento del Pd che intende troncare ogni rapporto con Monti e con il montismo per costruire finalmente un’alternativa credibile di governo.

La riposta può darla solo il Pd. Io non posso che portare questa richiesta nella cabina di regia di Rivoluzione civile”.

Tuttavia a smentire le sue parole interviene proprio l’ex segretario del Pd.

“Le cose che ho detto a Orlando sono le stesse che ho detto pubblicamente in due interviste questa mattina.

Mi pare fin troppo evidente come non vi sia alcun spazio per una qualsiasi forma di accordo politico con la Lista Ingroia, anche per rispetto delle legittime ma profondamente diverse posizioni politiche tra noi e loro”.


Franceschini spiega di avere fatto “una semplice constatazione aritmetica più che politica: per come è fatta la legge elettorale al Senato, nelle regioni in bilico, come Lombardia, Sicilia e Campania, la presenza della Lista Ingroia rischia di far vincere la destra, rendendo il Senato ingovernabile.


Tutto qui.


Nessuna proposta di patto o desistenze, parola peraltro sfortunata che evoca ambiguità inconciliabili con la linea di chiarezza voluta dal Pd.

Ma – conclude – soltanto la descrizione di un quadro oggettivo, rispetto al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01 ... ga/469478/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sotto le macerie- 54 –

Cronaca di un affondamento -3 –

Una Repubblica alle vongole e al ciocorì – 3


La politica è fatta di porcate continue.

Sostiene Leoluca Orlando :

“In una nota il sindaco di Palermo Leoluca Orlando spiega che Dario Franceschini lo avrebbe “contattato questa mattina a nome del Pd” per proporre “un accordo di desistenza.

Credo – ha aggiunto Orlando – siano molto preoccupati per la continua crescita della nostra lista ‘Rivoluzione civile’”.

Risponde Franceschini (e anche Letta al Tg3):

“Il parlamentare: "Nessuna proposta di patto. Loro rischiano di far vincere la destra, rendendo il Senato ingovernabile". Letta al tg3 : <<E’ stata solo una constatazione>>

(Manifestare debolezza in politica è controproducente - ndt).

Ma a prendere le distanze dalle parole del sindaco è lo stesso Franceschini che spiega, al contrario, di non avere avanzato ”nessuna proposta di patto e nessuna desistenza”.

Resta vero, però, che per assicurarsi una solida maggioranza al Senato, il Pd non può permettersi di perdere in Lombardia.”


Silvio Berlusconi, a 76 anni suonati, oramai diventato una mummia vivente, rimane comunque il numero uno indiscusso dei cacciaballe della galassia. Anche dal punto di vista storico non ci viene riportato nessun personaggio del passato con questa caratteristica. Silviolo, potrà essere ricordato sui libri di storia per questa caratteristica. Silvio il cacciaballiere. Collodi, quando ha scritto il suo Pinocchio non avrebbe mai immaginato che un giorno, un uomo in carne ed ossa potesse superare di mille volte il suo burattino della favola.

Ma anche i politici italiani non scherzano, non sono da meno. Certo, non sono al livello di Berlusconi il magnifico, ma si impegnano con tanta diligenza tutti i santi giorni.

Lo fanno Letta e Franceschini oggi, a cui questa pubblicità negativa non aggrada per nulla.

E’ da ieri che si rincorrono voci alterne sulla desistenza richiesta ad Ingroia.

Con Franceschini e Letta torna la teoria dell’uomo nero. Se il PdR non desiste arriva ancora l’uomo nero.

Non è così. L’uomo nero può vincere, e i risultati dei sondaggi di questa sera (Tg3-Ipr Marketing) sono incoraggianti per B. dato oltre il 28 % come coalizione, il che lo indurrebbe a spingere sull’accelleratore per bissare il recupero del 2006,…solo se l’Agenda Monti non tenta di spaccare il Pd.

Dai sondaggi Ipr Marketing, in una settimana il PdR è raddoppiato nei consensi passando dal 2 al 4 %. Lo scivolone di Grillo su Casa pound, vero o falso che sia potrebbe spostare ulteriori consensi verso Ingroia. Il fatto di crescere così rapidamente, potrebbe convincere gli incerti di sinistra a dare il consenso da quella parte. Parte del consenso potrebbe recuperarlo dagli astenuti. Questo significa che quel 11 % indicato in Campania da Prof. D’alimonte (Il Sole 24ore) potrebbe diventare credibile a livello nazionale.

Diventa quindi evidente che il PdR sta diventando un vero, pesante e ossessivo problema per il Pd. Altro che sola costatazione di Lettino.

Loro rischiano di far vincere la destra, rendendo il Senato ingovernabile, sostiene Franceschini.


Già, la responsabilità è sempre degli altri, mai la loro perché hanno smesso di fare politica e preferiscono sommare i partiti. Non è loro la responsabilità di un’eventuale sconfitta
perché hanno perso la capacità di convincere, perché oramai conoscono solo la politica di POLTRONE & FORCHETTE.

L’alleanza di Vasto era troppo per un partito di destra come quello di Casini. Quindi a Bersani hanno chiesto, prima di fare fuori Di Pietro.

Fatto.

Adesso Monti insiste con Vendola.

L’alleanza con la destra che da un anno e mezzo è la linea guida del Pd, deve essere fatta di soli democristiani. Vecchi e nuovi ex Pci.

Come segnalava un servizio, sempre del Tg3 di questa sera, il partito di Monti punta ad un pareggio al Senato, per far pesare lo scambio.

Appoggio in cambio di un Monti bis.

A Bersani che si sente già seduto sulla poltrona di Palazzo Chigi, tutto questo non va.

L’unica soluzione è rivolgersi a Ingroia.

Ma con quale faccia si rivolgono a Ingroia dopo che agli Arancioni prima, e allo stesso pm poi, hanno ripetutamente sbattuto in faccia la porta.

Se Monti dice niet a vendola, figuriamoci a Ingroia.

Bersani ha venduto troppo presto la pelle dell’orso, senza dare ascolto inoltre al vecchio Trap: Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Nei mesi precedenti hanno sottovalutato gli Arancioni.

Adesso non dormono di notte.
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