quo vadis PD ????

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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Pur di fare fessi gli elettori i politici usano termini, che non hanno senso.

Antipolitica è uno di questi.

Antipolitica dal politiche è diventato : Non la pensi come noi



l’Unità 15.1.13

Intervista a Massimo D’Alema
«Il Prof rinunci all’antipolitica o rischia di favorire la destra»
I rapporti di forza vanno ormai visti in un’ottica europea
Solo in Italia esiste ancora una prevenzione verso la sinistra

di Peppino Caldarola
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

La Stampa 15.1.13
Vendola non basta più, il Pd comincia a aver paura
Il partito (ri)scopre la lezione di Berlinguer: non si governa con il 51%

di Federico Geremicca


Si va materializzando lo scenario peggiore. E i sondaggi cominciano a essere univoci, se non nelle percentuali, certamente nel cambio di rotta degli umori elettorali.

Sì, il Pd tiene e resta oltre il 30%: ma nessuna delle altre rilevazioni sembra confortare il partito di Pier Luigi Bersani.

Nichi Vendola continua a vedere erosi i consensi a Sel dalla lista «rivoluzionaria» di Antonio Ingroia (che comincia a consolidare la sua presenza), il Centro di Monti (e di Fini e Casini) è arrivato al 15%.

E soprattutto, continua la rimonta di Silvio Berlusconi: «Dopo Santoro, la sinistra ha cominciato a preoccuparsi davvero», ha annotato con malizia il Cavaliere. E non ha detto una bugia.
Due elementi, ieri, hanno dato plasticamente la misura dei timori che cominciano a serpeggiare nel quartier generale di Pier Luigi Bersani: la richiesta rivolta ad Antonio Ingroia di non presentare liste per il Senato in Campania, Sicilia e Lombardia, e l’offerta nuovamente avanzata a Mario Monti di un patto, di un dialogo, a elezioni concluse. Massimo D’Alema, in una intervista al Tg1, è chiaro: «Spero che Monti sappia misurare i termini dello scontro politico, perchè dopo le elezioni dovremo tornare a dialogare». E Bersani, spiegando al Washington Post il rapporto che intende instaurare col Professore, non lo smentisce: «Noi siamo pronti a collaborare. Non a uno scambio di favori, ma a stringere un patto per le riforme e la ricostruzione del Paese».

Le parole di Bersani e D’Alema sono magari diverse (patto, piuttosto che dialogo) ma il segnale pare univoco: è come se il Pd andasse maturando la certezza che l’alleanza con Vendola non sarà sufficiente per ottenere una solida maggioranza al Senato e quindi governare il Paese.

«E’ una legge elettorale pazzesca quella per la quale un partito che vince in 17 regioni su 20 non ha poi la maggioranza al Senato per governare», lamentava ieri Claudio Burlando, governatore Pd della Liguria.

Ma intanto così è: ed è con questo scenario che occorre fare i conti.
I vertici democrats osservano da qualche giorno con preoccupazione la lieve ma continua flessione dei consensi al partito di Nichi Vendola stimato, da alcuni istituti di sondaggio, addirittura sotto il 5 per cento.

Cresce, invece, «Rivoluzione civile», la lista di Antonio Ingroia che - rispetto a Sel - sta sfruttando una rendita di posizione non irrilevante: radicalismo a piene mani e una linea di sinistra-sinistra, non avendo il problema di un accordo e di un programma di governo sottoscritto col Pd e assai vincolante in camapagna elettorale. Da qui, forse, l’idea (risultata impraticabile) di chiedere a Ingroia di non presentare liste al Senato nelle regioni in bilico.

«In Campania ci abbiamo provato spiega Enzo Amendola, segretario regionale Pd - ma con De Magistris in campo c’è poco da fare. La vittoria qui è in bilico, perchè il Pdl ha sdoganato di nuovo Cosentino, candidandolo naturalmente al Senato, e l’Udc - già forte grazie a De Mita e agli ex dc - schiererà Casini come capolista: naturalmente al Senato... ». Risposta analoga (cioè: no) alla richiesta di desistenza è arrivata dalla Sicilia, altre regioni in bilico. «E’ una proposta ha spiegato Leoluca Orlando - che fa seguito ai mille rifiuti del Pd a qualunque dialogo... Se è una proposta elettorale, ritengo sia molto modesta... ».
L’aria, insomma, si è fatta improvvisamente pesante: e giunti al punto cui si è, anche correggere la rotta è diventato difficile per il Pd. «Non mi sorprende che Ingroia possa sottrarre qualche consenso a Vendola - spiega Rosy Bindi -. Ma non è che noi adesso si possa abbandonare la linea del dialogo con Monti per cercare di fare il pieno a sinistra. Io credo che occorra chiarirsi con Monti sulle prospettive del dopo-voto e andare avanti così».
C’è un’altra ragione, infine, per la quale il Pdnon ritiene possibile interrompere il filo del dialogo con Monti: com’è pensabile governare l’Italia in crisi avendo all’opposizione i populismi di Berlusconi e della Lega, i radicalismi della sinistra-sinistra e anche la moderazione e le competenze del centro di Monti? «Non si governa il Paese con il 51% dei voti», disse a metà degli anni ‘70 Enrico Berlinguer di fronte ad un’Italia spaccata a metà tra Dc e Pci. Una lezione che Pier Luigi Bersani, evidentemente, non ha dimenticato...
Luis Wallace
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Luis Wallace »

Sinceramente non capisco perchè, ad ogni inizio di campagna elettorale, il centrosinistra sia sempre pronto a fasciarsi la testa, e a perdere tempo appresso logiche e tattiche che tutto provocano, tranne che la crescita elettorale della coalizione.
E' inutile gridare aiuto ad Ingroia, ripetere continuamente di cercare l'accordo con Monti, accusare gli altri di avvantaggiare la destra se non votano il PD.

Sono tutte cose giuste, intendiamoci, ma danno l'impressione, sopratutto se questo approccio persisterà, di un partito che ha paura delle urne, saturo e in crisi sul come impiegare i 40 giorni di questa campagna elettorale.
Mostriamo una debolezza che secondo me non possiamo concederci, e non corrisponde alle ambizioni e al peso del primo partito italiano.

Continuiamo a parlare di lavoro, sfruttiamo l'immagine di coerenza, capacità ed equilibrio che sicuramente Bersani dà di se, recuperiamo Renzi e alcune delle sue proposte perchè possono realmente darci qualcosa in più: meno tattiche in politichese, più attacchi ai privilegi e sprechi della "casta" politica e amministrativa.
Diamine siamo all'inizio della campagna elettorale, non vorrei che tutte le prossime settimane continuino sul "monti si-monti no"-lombardia in bilico ecc

Dobbiamo mirare e contare di vincere ovunque, anche con un pizzico di spavalderia, ma sopratutto di spirito vincente. Poi, chi vivrà vedrà, la conta dei senatori e sulal composizione del governo la facciamo il 26 febbraio.

Ni sentimu,
Wallace
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Premesso che sono d'accordo con Luis Wallace sull'eccessiva "timidezza" del c-s in questa fase di campagna elettorale, mi pare che un accordo con Rivoluzione Civile per non far vincere il c-d in regioni chiave come Lombardia, Campania e Sicilia non avrebbe niente di scandaloso.

Di fronte al rischio reale di sottrarre voti determinanti a Pd-Sel con l'eventualità magari di non raggiungere il quorum dell'8%, regalando così letteralmente voti al caimano, mi sembrerebbe naturale che si raggiungesse un accordo per evitare che ciò accadesse. Niente di strano.

Lo strano è che se ne parli ai quattro venti, innescando inutili polemiche, invece di tentare di accordarsi con la dovuta discrezone.

Altrettanto strano è che una tale questione venga lasciata in mano al Pd e che non se ne faccia invece carico, come sarebbe più comprensibile e naturale, Sel con Vendola.
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

ierisera ho visto Bersande a Ballarò.
francamente,
penso che ogni volta che va in TV a dire che vuol coinvolgere Monti in un futuro governo,
e lo fa tutti i giorni,
alcuni voti del PD,
quelli delle persone che sono arrivate al PD seguendo il percorso PCI--->;PDS--->;DS---->;PD... si spostano verso Ingroia.
-per disperazione.
-perchè non si vuole morire democristiani.
-perchè alle primaria abbiamo votato altro...

a Ballarò ad esempio non mi è piaciuta per nulla la vaghezza sulla macelleria sociale Fornero sulle pensioni.

Mi si spieghi perchè io devo lavorare 43 anni e 6 mesi per pagare delle pensioni a gente che ci è andata con 15-20 anni di contribuzione.

Il programma di RC su questo punto è molto più chiaro,una parola sola:
CANCELLAZIONE della riforma Fornero.

e questa parola,a chi lavora da una vita,piace molto.
che Bersande ci pensi sopra.
i sondaggi di Pagnoncelli sono ancora molto ,molto favorevoli ad IBC...ma attenzione:
il margine di una vittoria netta al senato è sottile,
la mummia cinese da una parte sta crescendo ,se IBC perde un po' di voti verso sinistra,la frittata è fatta anche stavolta.
ci ritroviamo nella situazione di Prodi nel 2006.
erding
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da erding »

Elezioni 2013, appello al Pd: “Via dalle liste gli impresentabili”

Pubblichiamo una lettera aperta di Franca Rame rivolta a tutti i cittadini affinché, con le loro firme, convincano il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani a eliminare dalla competizione elettorale i nomi degli “indegni”: condannati, imputati, indagati, portatori di conflitti d’interesse e amici degli amici
di Franca Rame | 16 gennaio 2013
Commenti (783)

l 24 e 25 febbraio finalmente si vota. Molti degli attuali 945 parlamentari se ne torneranno a casa. Il vento cambia. Deve cambiare! Noi, “popolo”, siamo pieni di aspettative. Cosa chiediamo? Pulizia, onestà, correttezza, rispetto.

Ma se ne sentono delle belle e pure stravaganti.

Il Pd vorrebbe che Rivoluzione Civile di Ingroia, Di Pietro&C. ritirasse i suoi candidati in Lombardia, in Campania e in Sicilia, cioè nelle tre regioni decisive per assicurare a chi arriva primo la maggioranza non solo alla Camera, ma anche al Senato. “Legittima e comprensibile richiesta”, scrive Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano. Ma “nella realtà dei fatti accaduti in questo inizio di campagna elettorale, un po’ meno… Al momento della sua entrata in politica, Ingroia si appellò alle forze ritenute più vicine, cioè al Pd e a Grillo, per dialogare sui programmi ed eventuali alleanze”.

Grillo rispose con una battuta che non mi era piaciuta (e gliel’ho detto): non era interessato perché stimava la persona di Ingroia, ma lo criticava in quanto presunta “foglia di fico” dei vecchi partiti che adesso aderiscono alla sua lista.

Bersani invece, ricorda il Fatto, “nemmeno gli risponde al telefono e sguinzaglia i giannizzeri ad attaccare Ingroia come portatore di un non meglio precisato “giustizialismo” e di una fantomatica ‘guerra al Quirinale’… mai esistita. Gli strateghi di via del Nazareno pensavano che Rivoluzione Civile fosse un pelo superfluo da ignorare o almeno snobbare”.

Sorpresa!

“I sondaggi danno il movimento sopra il 5 per cento, quanto basta già ora per superare il quorum d’accesso alla Camera”. E – particolare decisivo – Rivoluzione Civile ha al primo punto la questione morale e al secondo quella sociale, come dimostrano alcuni suoi candidati-simbolo.

E voi, on. Pier Luigi Bersani e Luigi Berlinguer (garante della commissione di Garanzia del Pd, professore ed ex ministro), come siete messi con i vostri di candidati? Oggi pare che vi riunirete: volete vincere le elezioni e governare il Paese? Lo volete proprio? Bene. Allora cancellate dalle liste dei candidati, a norma del vostro Codice etico, i nomi degli “indegni”: condannati, imputati, indagati, portatori di conflitti d’interesse e amici degli amici, soprattutto in Campania e in Sicilia, cioè, due delle tre regioni dove Ingroia dovrebbe accettare la “desistenza”. Alcuni esempi:

- Antonio Luongo, rinviato a giudizio per corruzione.

- Nicodemo Oliverio, imputato per bancarotta fraudolenta.

- Antonio Papania, che ha patteggiato una condanna per abuso d’ufficio.

- Andrea Rigoni, condannato e poi prescritto per i lavori fuorilegge in casa sua.

- Nicola Caputo, indagato per truffa e peculato nell’inchiesta napoletana sui rimborsi d’oro.

- Vladimiro Crisafulli, re del clientelismo e delle amicizie mafiose di Enna, indagato per abuso.

- Francantonio Genovese, principe della parentopoli e dei conflitti d’interessi a Messina.

Con che coraggio si chiede a Ingroia di farsi gentilmente da parte e di ritirare i suoi candidati puliti per far eleggere questi gentiluomini?

Spero che oggi, cari dirigenti del Pd, voi prendiate decisioni che piacciono agli italiani. Pensateci bene. Altrimenti sarà guerra fredda, perché sarete voi (e non Ingroia o Grillo) a far vincere Berlusconi.

Chi è d’accordo metta la sua firma qui sotto:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01 ... li/470962/
Joblack
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Joblack »

Io aggiungere anche Capodicasa di Agrigento, Papania di Trapani, ed altri di cui ora non ricordo il nome.

Inoltre bisognerebbe chiedere a Bersani perchè non ha candidato Piero Grasso in Sicilia ....

Ieri a Ballarò tutti hanno potuto sentire le domande addomesticate di Floris a Ballarò, molto peggio di Santoro.

Perchè Floris non ha chiesto lo sconcio di imporre quasi tutti i capilista per un totale di oltre 120 candidature riservate a Bersani?

Ma quale desistenza ..... ma mi faccia il piacere (Totò)!
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Sinceramente, caro Luis, invece io capisco il perché:


>>Sinceramente non capisco perchè, ad ogni inizio di campagna elettorale, il centrosinistra sia sempre pronto a fasciarsi la testa, e a perdere tempo appresso logiche e tattiche che tutto provocano, tranne che la crescita elettorale della coalizione<<


Il problema a monte è che è sempre così con il Piddì, sia quando è in campagna elettorale sia che non lo sia.

Ma se non fai una diagnosi della malattia che affligge il Piddì, capita quindi di conseguenza che si può rimanere esterefatti da alcuni comportamenti.

1) Il Piddì, malgrado la propaganda, che potrei definire efficace agli effetti dei propri interessi personali attuata dai suoi dirigenti, non è in realtà un partito secondo quella che era la tradizione della prima Repubblica nella sinistra.

Il peccato originale risale all’atto e alle motivazioni della sua fondazione.

Nel 2006 il Cs a guida Romano Prodi vince le elezioni. Malgrado questo, i Ds ottengono il peggior risultato come eredi del Pci:

Voti = 5.977.313
Percentuale = 17,497
Seggi = 62

Mentre la Margherita ottiene questi risultati.
Voti = 3.664.622

Percentuale = 10,727

Seggi = 39


A tirare le fila del disastro dal 1994 è questo signore :
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5



Il vice-conte Max alla corte di papa Ratzinger
di Pino Corrias | 7 settembre 2011

Ammirando la squisita eleganza di Massimo D’Alema, ci chiedevamo da anni da dove gli venisse tutta quella spocchia. La risposta l’abbiamo trovata in Vaticano dove dal 2006 custodiscono con perfidia il segreto di averlo nominato nobile. Non conte, come chiedeva lui, ma vice. Il vice-conte Max. Per l’esattezza: Nobiluomo. In sigla latina NH, tutto maiuscolo. Per le plebi: Eccellenza.
A forza di scalare riservatamente i privilegi del potere, quel lieto evento ce lo aveva tenuto nascosto. É invece il più commovente, il più istruttivo, venendo lui dalla piccola borghesia comunista, e perciò persuaso che l’accuratezza di un paio di scarpe, o l’investimento societario in una barca a vela, fossero indispensabili per frequentarlo. Figuriamoci un titolo nobiliare. Intriso dall’ambitissimo borotalco papale. Al punto – raccontano i maligni – da molestare il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, per ottenere quella preziosa nomina: telefonate, perorazioni, inchini. Fino a ottenerla. E poi a esibirla il 20 novembre dell’Anno Domini 2006

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09 ... er/155779/


Il 10 maggio 2006 viene eletto undicesimo Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

In quello scranno invece ci si voleva sedere D’Alema.

La via vaticana era un mezzo per avere gli appoggi giusti per salire in alto.

E’ con il risultato più basso della sua storia di maggior partito della sinistra, che la sua classe dirigente decide la fusione con la Margherita (14 ottobre 2007). Dall’altra parte ci stava gente che aveva una grande nostalgia delle stanze del potere, e quindi, la possibilità di tornare agli antichi fasti li ha indotti a fare il grande salto. Anche perché con la nomina a duca conte, il capo dei “rossi” era diventato uno di loro. Le credenziali vaticane erano una garanzia.

<< Meddiamogi insieme e boi vediamo ghe suggede>> aveva sentenziato l’intellettuale della Magna Grecia (G. Agnelli) Giriago De Mida.

Mettiamo vicini un’anguria e una mozzarella di bufala e vediamo se esce un’astronave.

Risultato? Che dopo 6 mesi di pappa e ciccia, la stampa registrava il fallimento della fusione fredda.

E’ stato un matrimonio d’interessi, senza la volontà di qualcosa di nuovo. E come tutti i matrimoni d’interessi, quando c’è la ciccia di mezzo non si divorzia anche quando il matrimonio è fallito.

Adesso convivono 27 tribù, quando la vecchia Dc ne aveva meno della metà. Un’orgia più grande di quella della prima Repubblica.

Il Piddì è stato una cosa informe e indefinibile per tutti questi cinque anni mezzo. L’unica cosa che traspariva era la sua religiosità per POLTRONE & FORCHETTE.

Continua
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Sinceramente, caro Luis, invece io capisco il perché:

continua - 1


2) Se su Il Fatto di oggi, pagina 4, leggi:

Enzo Ciconte

“Calabria, il Pd archivia la lotta alla mafia”

di Enrico Fierro

In Calabria il Pd suona il tutti a casa per l’antimafia. Sindaci minacciati, volontari delle cooperative sui beni confiscati dai boss militanti delle associazioni che si battono contro la ‘ndrangheta: nessuno ha trovato un posto nel partito di Bersani.

“Una sconfitta per la nostra terra – dice Enzo Ciconte, docente universitario e studioso della ‘ndrangheta e dei suoi rapporti con la politica e la massoneria.


E ancora, a pagina 2:

SERVIZI E VELENI

Borsellino in pericolo, il Sisde sapeva”


“E’ pazzesco – dice Manfredi Borsellino”.

“Leggendo questa nota del Sisde, sono sprofondata sulla sedia”, gli fa eco sua zia Rita Borsellino”

“E’ la conferma di quello che ripeto da tempo: sono convinto che i servizi hanno collaborato alla realizzazione dell’attentato di Via D’Amelio,”, è la certezza di salvatore Borsellino.

Appena cinque giorni dopo la strage di Capaci (Falcone-ndt), La Direzione del Sisde di Roma era già a conoscenza di un progetto di attentato nei confronti di Paolo Borsellino.

*

E’ chiaro, quindi, perché Napolitano ha difeso Mancino. Io, salvo dimostrazione contraria, per il momento escludo un coinvolgimento diretto di Napolitano nei casi di mafia.

Rimane però il fatto che si sia schierato a difesa di Mancino, uno che sa abbastanza di cosa successe a quell’epoca.

A difesa di pm di Palermo si è schierato nel mondo politico solo Di Pietro. Grillo, per esempio non ha fatto una piega. Per questo e perché era una pregiudiziale per Casini, Di Pietro e l’Idv sono stati fatti fuori.

Adesso sotto l’insegna del Partito della Rivoluzione. Ci stanno tre magistrati, tutti e tre che hanno combattuto le Mafie SpA, e la criminalità politica. Ingroia, De Magistris, Di Pietro. In pratica un partito di manettari, per gli avversari. Per giunta “rossi”, o tiepidamente rosso come Di Pietro.

Come può il Piddì accettare un accordo con gli Arancioni prima e il Pdr, dopo????


E a pagina 5 de Il Fatto

D'Alema: "Crisafulli? E' bravo"

di Wanda Marra.

NB (Il caso Crisafulli è vecchio, non è di adesso, sono anni che esiste il problema. E allora bisogna chiederci perché è rimasto al suo posto per tutto questo tempo. Qui c'è un vinto e un vincitore. Indovinate chi ha vinto? ---- "Con la Mafia bisogna convivere". Ministro Lunardi, 24 agosto 2001.
http://www.timinternet.it/timmobile/cda/homepage.do)


E non dimentichiamoci della Campania di don Antonio Bassolino, che quando esce il casino campano telefona a Veltroni minacciando che se lo lasciano solo lui parla.

Già dimenticato????

Continua
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Sinceramente, caro Luis, invece io capisco il perché:

continua - 2


3) Quando nel settembre del 2011 Bersani va a Vasto di sua iniziativa, e Vendola e di Pietro accennano alla futura coalizione, nello stesso giorno viene attaccato da Fioroni su Europa e da Enrico Letta su altro quotidiano.

Quando Bersani rientra a Roma, le tribù che spingono per l’alleanza con Casini, gli ammollano così “tanti schiaffoni” che il segretario non oserà mai più parlare della foto di Vasto.

Le tribù stabiliscono che la linea del Pd deve essere quella dell’alleanza con la destra di Casini, che in modo truffaldino per agganciare voti, definisce “centro”.

La pressione è così tanta che anche quando Monti entra in campo rappresentando i poteri forti, tutti quanti, la linea di Bersani non flette.

La prossima legislatura vedrà l’alleanza tra progressisti e moderati.

A Bersani e compagnucci della parrocchietta poco importa che l’elettorato del Pd in prevalenza con la storia Pci > Pds > Ds > Pd, possa essere usato per i loro giochi di potere.

Basta vedere quello che succede in questi giorni.

Il partito di Ingroia potrebbe anche raggiungere anche l’11 % secondo il Prof D’Alimonte, che dirige il Centro Italiano Studi Elettorali.

Ad un alleanza di sinistra, il Pd preferisce l’alleanza con la destra e con i poteri forti.

Questo spiega tutto di cosa è oggi il Pd, un partito democristiano che guarda a destra pur di garantirsi il potere.

Per fare questo ha bisogno di ingannare i suo vecchio elettorato che l’ha seguito sino a qui.

Bersani ed altri che bisognerebbe definire a male parole, non sono più di sinistra. Per vedere la sinistra nel Pd ci vuole un telescopio per l’esplorazione della galassia.

Chi è di sinistra e rimane all’interno di quella masnada è perché ha evidentemente il suo interesse, il suo tornaconto personale. Altrimenti, se avessero un minimo di coerenza cambierebbero partito.

Ma la coerenza in questi tempi è finita, prevalgono gli interessi.

Basta vedere due esempi classici.

Umberto Ranieri
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Umberto Ranieri (Napoli, 24 novembre 1947) è un politico italiano.
È un esponente del Partito Democratico. Laureato in Filosofia, svolge la professione di giornalista.

Biografia politica [modifica]
La transizione dal PCI al PDS ai DS [modifica]
Ranieri aderisce al Partito Comunista Italiano, divenendone Segretario della Federazione di Napoli. La caduta del Muro di Berlino, avvenuta il 9 novembre 1989, scuote le fondamenta del Partito Comunista Italiano, tanto che, tre giorni dopo, il Segretario Achille Occhetto, in un incontro presso una delle Sezioni del Partito, annuncia la necessità del Partito di rinnovarsi in profondità. È la cosiddetta "Svolta della Bolognina", dal nome del Quartiere bolognese in cui era situata la Sezione.

L'avvento del Partito Democratico [modifica]
Nel periodo seguente alle elezioni politiche del 2006, D.S. e Margherita decidono di accelerare in merito alla loro più volte teorizzata fusione: i loro due rispettivi Congressi (celebrati a distanza di una settimana l'uno dall'altro, nellaprimavera del 2007), deliberano lo scioglimento di tali Partiti, per confluire in un nuovo soggetto politico, con l'intento di farne il baricentro della coalizione di Centro-Sinistra: si tratta del Partito Democratico, le cui modalità di realizzazione sono state stabilite da una Commissione istituita ad hoc, il Comitato 14 ottobre, costituito da 45 componenti, che prende il nome dalla data in cui sono state fissate le Elezioni primarie che eleggeranno il Segretario del neo-costituito Partito e gli Organi statutari regionali. Tra le varie candidature per la carica di Segretario, Ranieri è tra i sostenitori di quella di Enrico Letta, ed è stato dallo stesso incaricato di consegnare al Comitato 14 ottobre le firme di sostegno prescritte (tra le 2.000 e le 3.000) per la candidatura alla carica medesima.Già esponente del Partito Comunista Italiano, è stato segretario della federazione di Napoli.

***

Enrico Morando
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Enrico Morando (Arquata Scrivia, 30 settembre 1950) è un politico italiano.
Segretario provinciale del Partito Comunista Italiano di Alessandria nel 1976, dopo una breve esperienza di giornalista a L'Unità. Membro della segreteria regionale tra il 1983 e il 1991, è l’estensore del Manifesto federalista del PCI piemontese (1988), che propone una svolta federalista nella linea di politica istituzionale del partito.
Esponente della corrente del Migliorismo, nel 1986 durante la riunione del Comitato Centrale del PCI che prepara le Tesi per il congresso di Firenze di quell'anno, propone due emendamenti. Con il primo chiede che PCI – che in quel congresso si dichiarava «parte integrante della sinistra europea» – stabilisca «rapporti anche organizzativi con i partiti dell’Internazionale Socialista». Con il secondo propone il superamento del centralismo democratico. Entrambi vengono respinti a larga maggioranza. Ma dopo appena quattro anni, con il crollo del Muro di Berlino e la svolta della Bolognina, il Partito Democratico della Sinistra aderirà all’Internazionale Socialista e abbandonerà il centralismo democratico, dando vita ad un ricco pluralismo interno.
Dopo il congresso di Rimini del Partito Comunista Italiano è vice responsabile dell’organizzazione nazionale del partito. Aderisce con entusiasmo ai referendum elettorali (preferenza unica e maggioritario) e dà vita, con altre personalità della sinistra, al Comitato del socialismo democratico e liberale in Alleanza Democratica, contribuendo a stenderne il Manifesto, con Giorgio Ruffolo, Salvatore Veca e Michele Salvati. In quel documento viene proposto l’incontro delle tre grandi tradizioni del riformismo – il liberalsocialismo, ilcristianesimo sociale e il liberalismo riformista – in un nuovo soggetto politico, l’Alleanza Democratica, che si candidi a governare l'Italia in alternativa alle forze conservatrici. Una chiara anticipazione del futuro progetto del Partito Democratico.

***

Tutti e due vengono ritenuti, con altri, i pontieri del Pd verso Monti.

Sono in molti nel Pd ad avere un’idea romantica di partito di Cs che non esiste.
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