Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:parrebbe una squallida storia di vendetta personale da parte di uno squilibrato.

...
che il parlamento fosse un grande videogioco dove si schiacciano bottoni non è una novità e non ci sono segnali che con le prossime votazioni ci sia una svolta ,
non vedo "ultime fasi " se non della campagna elettorale .



non vedo "ultime fasi " se non della campagna elettorale .


Carissima Amà, - 1

molto, molto prima del luglio 2011, quando ho iniziato il 3D:

La GUERRA CIVILE in ITALIA

Inviato: ven lug 01, 2011 20:06 pm

sul vecchio forum, avevo segnalato in qualche 3D che da come si mettevano le cose, tutto stava lavorando per una guerra civile.

Già allora c’erano tutti gli elementi minimi e sufficienti per progredire verso uno sbocco del genere, se non si fosse posto il sufficiente rimedio.

Ma evidentemente, la volontà del mondo politico, racchiuso nella casta nella più totale scelleratezza non seconda a quella della Corte di Versailles del 1789, la volontà dei poteri forti che non sono di certo a favore della “democrazia” anche se questa è un’oligarchia di fatto, ma anche la volontà dei sudditi, è quella di fermare il processo degenerativo di questa disgregazione che porterà inevitabilmente a qualcosa. Una rivoluzione, una guerra civile, una sommossa.

Ci sono gli elementi per arrivare a tutto questo????

Secondo me si, e non da ora.

Proviamo a metterli sul tavolo:


1) 31 gennaio 2013

Rimborsi Lombardia, tra imbarazzi e confusione il centrosinistra tenta la difesa

Poco a che vedere con le spese pazze del centrodestra, ma nel centrosinistra si apre il dilemma. Pippo Civati, rottamatore della prima ora e candidato alla Camera: "Stiamo valutando anche un’ipotesi di sospensione temporanea della campagna elettorale". Ma Il capogruppo Pd, Luca Gaffuri, congela l'ipotesi: “La linea ufficiale è quella di Ambrosoli. Andremo dai magistrati e spiegheremo"

di Thomas Mackinson
| 30 gennaio 2013
Commenti (1146)


Sospendere la campagna elettorale o proseguire seguendo la linea Ambrosoli: dimissioni in caso di rinvio a giudizio.

Il centrosinistra lombardo prova una difesa tra imbarazzi e confusione.

Le spese contestate ai consiglieri dell’opposizione, 29 in tutto quelli iscritti dalla Procura di Milano, sono di entità inferiore, per esempio, rispetto ai 6000 euro spesi (e poi restituiti) dal leghista Galli per il matrimonio della figlia o i quasi 1000 euro spesi dalla Minetti per una cena al Principe di Savoia.

Ma pongono immediatamente un dilemma morale e politico: si può fare la campagna elettorale con un avviso di garanzia in tasca?

Il centrosinistra dovrà stabilire se un invito a comparire davanti ai magistrati è una patente di impresentabilità tale da compromettere le candidature, quelle regionali ma soprattutto quelle per un seggio a Roma che sono vincolate alle preferenze.

Sul punto i diretti interessati pesano le parole e fanno valere come un mantra la linea tracciata dall’avvocato candidato al Pirellone.


Ma il problema della credibilità dei candidati che affrontano le urne resta e sarà oggetto di riunioni nei prossimi giorni.

Il centrosinistra, del resto, ha l’esigenza di marcare una differenza dal centrodestra caduto su creme di bellezza, cene da migliaia di euro e cartucce da caccia rimborsate come attività di rappresentanza.

Ma al momento le poche informazioni non lo consentono e a prevalere è l’imbarazzo.

Lo stesso Pippo Civati, rottamatore della prima ora e candidato alla Camera, ha ricevuto un avviso a comparire e a caldo pone il problema: “Ho ricevuto un avviso a comparire per 3.100 euro di rimborsi in cinque anni che sono perlopiù spese si viaggio, treni, taxi.


Nessun regalo o spesa che non sia riconducibile all’attività di consigliere.


Ma certo non nascondo l’imbarazzo, stiamo valutando anche un’ipotesi di sospensione temporanea della campagna elettorale, ma è una posizione che il gruppo prenderà collegialmente, anche perché le informazioni sul chi e il perché stanno arrivando in queste ore alla spicciolata.

Molto dipende poi da cosa contestano i magistrati”.

Il capogruppo Pd, Luca Gaffuri, congela però questa ipotesi all’istante e rimarca: “La linea ufficiale è quella di Ambrosoli, la settimana prossima incontreremo i magistrati per spiegare”.

In cinque anni ha speso 14mila euro ma, come chiarito dall’interessato, non c’è spazio per grandi banchetti: 3.400 euro di spese telefoniche, 3210 di giornali, 4077 in ristoranti, 2.982 in rimborsi chilometrici e 621 in biglietti ferroviari.

Franco Mirabelli, candidato al Senato, riferisce di aver ricevuto contestazioni per circa 6mila euro.


“Si tratta di una decina di pranzi di rappresentanza.

Sono molto tranquillo, andrò dalla magistratura e spiegherò”.

Anche sul fronte Idv c’è un mix di stupore e fermezza.

“Quello della magistratura – spiega il capogruppo Stefano Zamponi, candidato alle regionali – è un atto dovuto e doveroso.

Avete presente quando uno guida e incappa nel posto di blocco?

Esibisci patente e libretto e aspetti che la conclusione degli accertamenti”.

Ma un avviso di garanzia è una patente di impresentabilità?

“Secondo me no, nel senso che i magistrati dovranno accertare la fondatezza delle spese sostenute e in caso contrario dovranno dimostrare l’elemento del dolo che caratterizza il reato di peculato.

Il tutto avendo però a riferimento una legge del 1975 che forse ha maglie troppo larghe, ma la legge si può migliorare precisando con rigore cosa è una spesa di rappresentanza e cosa no”.

Sul fronte Sel interviene il capogruppo Chiara Cremonesi.

Tra le contestazioni spese per colazione, rifornimenti di benzina, manifesti e un master da 59 euro dal titolo “vincere le elezioni”.

“Ci è stato contestato – recita una nota del gruppo – sostanzialmente l’intero bilancio del gruppo consiliare, dagli abbonamenti al Corriere della Sera, la Repubblica e Radio Popolare al materiale di consumo quali carta, penne e cartucce per stampanti e fino ai rimborsi per vitto o trasporti ai nostri collaboratori volontari.

Nella consapevolezza di aver agito nel pieno rispetto dell’etica pubblica e della buona gestione dei rapporti di lavoro con i nostri collaboratori rendiamo sin da ora disponibili le nostre dimissioni in caso venisse dimostrato il contrario”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01 ... sa/484719/

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2) 31 gennaio 2013


La Stampa 31.1.13

A Siena è associazione a delinquere
Mussari e altri manager indagati anche per questo reato
Il titolo ancora a capofitto in Borsa: -9,4%

di Guido Ruotolo


Associazione a delinquere.

C’è anche questo reato - dopo la truffa, l’aggiotaggio, l’ostacolo agli organi di vigilanza e la turbativa - nell’inchiesta della procura di Siena sul Monte dei Paschi di Siena.

Viene contestato all’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, all’ex direttore generale Antonio Vigni, a Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell’area finanza, e al suo vice Alessandro Toccafondi.

Ma nell’associazione sarebbero coinvolti anche altri funzionari e dirigenti dell’Area Finanza.

Una vera e propria «metastasi» della banca senese, che il nuovo gruppo dirigente ha cercato di sanare rinnovando il suo management -150 nuove nomine -, e che è al centro della inchiesta dei pm Aldo Natalini, Antonino Mastasi e Giuseppe Grosso.
Associazione a delinquere, dunque.

Con le indagini che vanno avanti, si delinea sempre di più lo scenario di un gruppo di dirigenti e funzionari che ha portato avanti operazioni spericolate, illegali, violando le leggi.

E sicuramente nel caso di Gianluca Baldassarri e dell’ex responsabile di Mps Londra Matteo Pontone, anche protagonisti di tangenti.

Un testimone ha verbalizzato che i due erano conosciuti «come la banda del 5%, perché su ogni operazione prendevano tale percentuale... ».

Questo clan dei colletti bianchi, secondo le ipotesi investigative, pianificava manovre spericolate, rastrellando le risorse della Banca e una volta che queste manovre si trasformavano in boomerang, le tenevano nascoste agli organi di governo e di controllo della Banca, e alla vigilanza.

E cercavano di coprire le voragini che si creavano con tentativi, a loro volta falliti, di acquisizioni di titoli tossici.


Il clima in procura è nervoso.

L’altro giorno il procuratore capo Tito Salerno era sbottato con una affermazione improvvida, carburante per incendiare ancora di più la Santabarbara: «E’ un’inchiesta esplosiva e incandescente».


Era del tutto prevedibile che la reazione della Borsa non si sarebbe fatta attendere e ieri mattina, infatti, il titolo Mps ha perso il 9,4%.

E questo nonostante le rassicurazioni del governo, del ministro dell’Economia Vittorio Grilli, intervenuto in Parlamento, e dello stesso presidente di Mps, Alessandro Profumo, che avevano confermato il prestito dello Stato di tre miliardi e novecento milioni di euro, dando così una prospettiva di tenuta all’istituto senese.

A Borsa chiusa, ieri alle 17,30, lo stesso procuratore Salerno, sollecitato dal procuratore generale ed, evidentemente, anche da indicazioni «esterne» (le notizie del crollo in Borsa del titolo, innanzitutto), ha dettato un breve comunicato.

Per precisare che «il contesto investigativo è sensibile e complesso esclusivamente rispetto al ruolo svolto nei fatti oggetto di indagine dal precedente management».

Dunque, la procura, gli inquirenti, hanno sentito il bisogno di far sapere che indagano esclusivamente sul passato, sul vecchio gruppo dirigente, per l’acquisizione di Antonveneta e per i titoli tossici Santorini ed Alexandria.

Sperando che le fibrillazioni e le speculazioni di mercato si stabilizzino e avvertendo tutto il peso di decisioni che potrebbero avere ricadute sociali drammatiche.

Una precisazione che è arrivata poco dopo che alcune indiscrezioni messe in rete avevano confermato che nella inchiesta senese è indagato lo stesso Mps, per la responsabilità amministrativa dei reati commessi o tentati dai suoi amministratori o dipendenti.

Ed è iscritto sul registro degli indagati «il legale rappresentante» di Mps Alessandro Profumo.

In una pausa della giornata, gli inquirenti, conversando con i giornalisti, hanno tenuto a precisare che fino adesso nei confronti di Bankitalia e Consob - a differenza dei loro colleghi di Trani - non hanno trovato nessun comportamento, nessun atto da censurare o che meriti un approfondimento.

Al di là delle battute, colpisce che in questa delicatissima inchiesta la sintonia tra gli inquirenti, il nuovo gruppo dirigente di Mps e gli organi di vigilanza sia molto forte.

E che gli investigatori della Guardia di finanza del generale Giuseppe Bottillo, e i pm senesi abbiano le idee molto chiare sulle responsabilità e i fatti oggetto dell’inchiesta.

**

3) 31 gennaio 2013

Corriere 31.1.13

In dieci anni l’ex presidente dell’Associazione bancaria italiana ha versato al Pd 683 mila euro
I contributi dei banchieri ai partiti
Da Mussari a Palenzona, da Verdini a Mancini: ecco le sottoscrizioni private

di Sergio Rizzo

ROMA — Mai e poi mai si potrà rimproverare a Giuseppe Mussari di non essere stato generoso con il suo partito.

In dieci anni ha versato nelle casse del Pd di Siena e della locale federazione Ds la bellezza di 683.500 euro.

L'ultimo assegno da 99 mila euro quando era già presidente dell'Abi.

Lui solo conosce il reale significato di quei legittimi finanziamenti.

Noi sappiamo solo che nessun altro banchiere, in Italia, è stato tanto pubblicamente prodigo verso un partito quanto lui.

E quanto altri amministratori della banca e della fondazione senesi.

Sono almeno una ventina i dirigenti e i manager del Monte che per anni, regolarmente, hanno finanziato la politica.

Soprattutto il Pd e i Ds di Siena, che hanno incassato in una decina d'anni un milione e mezzo di euro grazie ai contributi liberali di costoro.

Nell'elenco c'è anche, con 125 mila euro versati fra il 2010 e il 2011, il presidente della Banca Antonveneta Ernesto Rabizzi.

Insieme al presidente della Sansedoni, l'immobiliare della Fondazione, Luca Bonechi, al consigliere della stessa Fondazione Paolo Fabbrini, agli ex consiglieri della Banca Toscana Moreno Periccioli e Alessandro Piazzi, ai revisori Giovacchino Rossi e Marcello Venturini, ai consiglieri Fabio Borghi e Saverio Carpinelli, all'ex vicepresidente della Banca Toscana Aldighiero Fini...

Senza contare i tanti ex politici cui la banca ha offerto una comoda ricollocazione. Con loro, stima Libero, si arriva a un paio di milioni.

Sbaglierebbe, tuttavia, chi pensasse che i soldi degli amministratori del Monte abbiano preso una sola direzione.



Come si capisce dai 10 mila euro offerti nel 2004 dal presidente della fondazione Gabriello Mancini alla Margherita.



Partito finanziato (6.750 euro) pure dal suo referente, il presidente del consiglio regionale toscano Alberto Monaci, il quale aveva già dato 14 milioni di lire nel 2000 al Partito popolare.


Ma gli eredi senesi della Dc, allora, potevano contare anche su contributi per 60 milioni da parte di Giuseppe Catturi, consigliere di molte società del gruppo come la Banca 121 che il Monte aveva acquistato a caro prezzo dalle famiglie salentine Gorgoni e Semeraro.


E proprio Lorenzo Gorgoni, al quale venne riservato un posto nel consiglio del Monte, finanziò nel 2005, con 25 mila euro più altrettanti di sua sorella Antonia, la campagna elettorale del forzista Raffaele Fitto in Puglia.


Del resto, l'aveva soccorso già nel 1999, prima ancora di vendere ai toscani la propria banca, con una ventina di milioni.



Perché se il Monte è certo un caso limite, la commistione fra banchieri e politica non è fatto raro né recente.



Basta dire che per anni il coordinatore del Pdl Denis Verdini è stato contemporaneamente deputato e presidente del Credito cooperativo fiorentino, nonostante il divieto sancito da una legge del 1953.



E questo in virtù della deroga, comprensibile per l'epoca ma assurda oggi, che quella legge concedeva agli incarichi nelle coop.


Deputato e banchiere, finanziava pure il suo partito.


In due anni, 74 mila euro.


Ma non è forse un banchiere anche Silvio Berlusconi, azionista di Mediolanum, nonché principale finanziatore di Forza Italia e del Pdl?


Una briciolina ce l'ha messa nel 2005 anche il suo socio di banca, Ennio Doris. Diecimila euro.



La banca, altri, se la sono invece fatta addirittura mentre erano in Parlamento.




Ricordate la leghista Credieuronord, finita in un crac imbarazzante?



Era amministrata da un consiglio in cui figuravano non pochi onorevoli: da Stefano Stefani al presidente della commissione Bilancio Giancarlo Giorgetti, al sottosegretario all'Interno (!) Maurizio Balocchi.



Impossibile poi, per la serie dei banchieri-politici in carica, non ricordare Fabrizio Palenzona, al tempo stesso presidente della Provincia di Alessandria e consigliere di Mediobanca grazie alla vicepresidenza di Unicredit ottenuta per conto della Fondazione CrT: dove si era praticamente autonominato come rappresentante della sua Provincia.



Fra il 2004 e il 2005 Palenzona ha dato alla Margherita 34 mila euro.


Poco più di 18 mila ne ha invece versati a quel partito il vicepresidente della Fondazione CrT, Agostino Gatti.


Il presidente della Fondazione Cassa di Bologna, Filippo Sassoli de' Bianchi, aveva invece preferito nel 2001 dare 25 milioni di lire a Berlusconi.


Mentre il presidente della Bnl Luigi Abete, ritenuto vicino prima al Ppi e quindi alla Margherita, nel 1999 figurò fra i finanziatori dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Con 49 milioni di vecchie lire.
Ultima modifica di camillobenso il 31/01/2013, 19:55, modificato 1 volta in totale.
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

E' tutto vero ma vedo solo masse di persone giovani attaccate ai loro smartphone intente a chattare, attente solo ad avere un look alla moda e nessun rivoluzionario... e le rivoluzioni non le fanno le persone con i capelli grigi in testa...
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Maucat ha scritto:E' tutto vero ma vedo solo masse di persone giovani attaccate ai loro smartphone intente a chattare, attente solo ad avere un look alla moda e nessun rivoluzionario... e le rivoluzioni non le fanno le persone con i capelli grigi in testa...


Oooooohh!!! Finalmente.


>>E' tutto vero ma vedo solo masse di persone giovani attaccate ai loro smartphone intente a chattare, attente solo ad avere un look alla moda e nessun rivoluzionario..


Caro Maucat,

in questi 11 anni di forum, ho sempre fatto presente che un forum non è solo un luogo di scontro, uno sfogatoio per le inevitabili pressioni di una società in decomposizione, ma è anche un luogo di analisi e di proposte per correttivi miranti alla crescita in tutti i sensi.


Siamo quindi in grado di analizzare ed approfondire nei limiti della nostra conoscenza questo tema/problema, che un dato reale che abbiamo sul tavolo?????
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Possiamo analizzare questo fatto sicuramnete, la società odierna è il frutto di oltre 30 anni di un minuzioso condizionamento culturale al limite della lobotomia. Le masse giovanili "rompic..." degli anni 60 e 70 dovevano essere messe sotto controllo e non generare nuove leve: questo era l'imperativo categorico dei governi dell'epoca (non solo italiani) quindi si misero in atto tutti i più sofisticati modi per iniziare a indirizzare le masse sui binari desiderati che oltretutto portavano anche lauti guadagni con l'aumneto dei consumi perlopiù inutili e iniziando anche un processo di regressione culturale rimanendo nel solco che chi è ignorante spesso non capisce e si beve tutte le fandonie che gli voglio rifilare... (la Chiesa lo ha fatto per circa 1700 anni...)
A rompere le uova poteva essere internet ma oramai le nuove generazioni sono a loro volta figli di genitori già condizionati e quindi non oppongono resistenza al condizionamento e al processo di progressiva schiavizzazione programmata, l'ultimo ostacolo siamo noi dai 45/50 anni in su che ci ostiniamo ancora a pensare con la nostra testa e a porci domande...

Questa è solo una prima veloce parte dell'analisi che spero di fare con voi compagni del Forum...
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Ha scritto Amà:
>>domanda diretta ( e non mi partire dalla costituente please :mrgreen: )


Vero, anch’io vorrei tanto non perdere delle ore a “scrivere la rava e la fava” (si dice così da queste parti nello specifico), ma tutte le volte che sono stato sintetico sono stato poi puntualmente frainteso. E quindi, mi tocca sempre ricominciare da capo partendo dalla costituente di Adamo ed Eva e di Caino e Abele, passando poi per quella di Romolo e Remolo, per farmi capire senza fraintendimenti. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


Non più tardi di due ore fa, per strada ho rincorso un vecchio amico, architetto, libero professionista, leggermente over 50, rosso, rosso, rosso, rosso da far impallidire un cocomero, per chiedergli come vede la situazione attuale, visto che l’ultima volta che ci siamo incontrati, circa 8 mesi fa era decisamente ottimista.

<<Sai che no so per chi votare?>> è stata la sua risposta.

Se la aggiungo a quella di un’amica della primissima infanzia, pure lei rossa, rossa, rossa, rossa, Pci>>Rifondazione e niente più, che si trova nella stessa situazione, equivale a misurare la febbre e veder rompere l’ampolla con il mercurio che schizza fuori da tutte le parti, perché la febbre è troppo alta, oltre quella da cavallo.

Se anche loro, i rossi, rossi, rossi, rossi non per caso, non sanno più per chi votare, loro che sono l’ultima indicazione numerica della scala graduata del termometro, significa solo e soltanto che la malattia è veramente grave.

Lo smarrimento da queste parti si taglia a fette come un tempo si tagliava a fette la nebbia quando gli inverni erano ancora inverni.

Ma mentre questa tensione dettata dallo smarrimento la si registra dagli over 50 in su, non altrettanto la si nota nelle nuove generazioni in tutt’altre faccende affaccendate.

Ad eccezione di alcuni casi sporadici (2 casi) di ribellione giovanile registrati in biblioteca negli ultimi mesi, in cui l’alterazione è andata fuori dalle righe perché vedrebbero bene appesi a Piazzale Loreto i politici,tutti quanti senza distinzione di casacca ….tutto il resto, invece, è tranquillo. Sembra lo scorrere del placido Don.

Quelli alterati, sono quei casi in cui giustificano la scorta ai politici anche quando non sarebbe necessaria.

Anche da queste parti, le doglianze degli “anziani”, sono quelle di vedere le nuove generazioni prese da tutte le diavolerie elettroniche messe a loro disposizioni dalla società consumistica tecnologicamente avanzata.


>>Possiamo analizzare questo fatto sicuramente, la società odierna è il frutto di oltre 30 anni di un minuzioso condizionamento culturale al limite della lobotomia.<<

2012 – 30 = 1982

Gli anni in cui il Potere era riuscito finalmente a far rientrare negli argini lo scorrere normale del fiume della vita, dopo l’esondazione iniziata nel maggio del 1968 con la ribellione giovanile in Francia e riverberatasi subito in Italia, dove il fuoco covava già da tempo sotto le ceneri. A cui seguirono gli anni di piombo, le Br, i neri, gli attentati, e l’intero periodo fu definito “La notte della Repubblica”.

Gli studenti degli anni ’80 non avevano più né la carica, né le motivazioni dei loro predecessori. Tutto ricominciava a normalizzarsi.

I giovani degli anni ’80 si sono rimessi a studiare e a praticare la vita di tutti gli studenti dei tempi normali. Questo con grande soddisfazione del Potere, che poteva quindi indirizzare le sue attenzioni a ben altro, senz’altro più remunerativo.


>>Le masse giovanili "rompic..." degli anni 60 e 70 dovevano essere messe sotto controllo e non generare nuove leve: questo era l'imperativo categorico dei governi dell'epoca (non solo italiani) quindi si misero in atto tutti i più sofisticati modi per iniziare a indirizzare le masse sui binari desiderati che oltretutto portavano anche lauti guadagni con l'aumento dei consumi perlopiù inutili e iniziando anche un processo di regressione culturale rimanendo nel solco che chi è ignorante spesso non capisce e si beve tutte le fandonie che gli voglio rifilare... (la Chiesa lo ha fatto per circa 1700 anni...<<


Wikipedia nel riportare i dati del film “La contestazione generale”, dimentica un particolare significativo per l’epoca, riguardante il II EPISODIO: L'università.

In quegli anni la morale cattolica era ancora dominante. Saranno proprio quegli anni della contestazione che modificheranno i costumi e la morale cattolica costretta ad arretrare.

La vita sessuale era ancora un tabù, e il veder un questore parlare in un’aula universitaria, proponendo quello che a “Perma” chiamano ancora in dialetto “scoper”, piuttosto che partecipare all’azione di protesta di massa, era per l’epoca un fatto di notevole peso.

Il Potere democristiano rinunciava ad un tabù di sempre, pur di evitare di essere contestato.



Contestazione generale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Contestazione generale è un film a episodi diretto nel 1970 da Luigi Zampa ed interpretato, tra gli altri, da Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Alberto Sordi. I titoli degli episodi sono: "La bomba alla televisione", "L'università" "Il prete", "Concerto a tre pifferi".

Trama [modifica]

I EPISODIO: La bomba alla televisione. Zelanti funzionari televisivi incaricano Riccardo, regista d'avanguardia, di girare un servizio altamente innovativo sulla contestazione. Il risultato è eccessivamente provocatorio e imbarazzante per i benpensanti dirigenti TV e non sarà mai trasmesso.

II EPISODIO: Concerto a tre pifferi. L'Episodio narra del dott. Beretta, direttore dell'ufficio esteri nella fabbrica di un industriale milanese, e di suo figlio, giovane studente di architettura, pienamente immerso nel clima rivoluzionario e di contestazione dell'Università negli anni 70. Il dr Beretta che ha un rapporto conflittuale con il figlio, dovuto alle idee di quest'ultimo, deve partire per un viaggio d'affari a New York, con il suo anziano principale Umberto Gavazza, uomo profondamente conservatore e dispotico, verso il quale egli mantiene un attegiamento servile. Durante il soggiorno contrassegnato dalle gaffes dell'anziano magnate milanese che stenta a comprendere il mondo e la lingua anglosassone, i due hanno un diverbio per questioni legate all'affare che sono venuti a trattare, e il dr Beretta è per l'ennesima volta maltrattato dal suo capo, in un impeto di stizza decide di abbandonarlo lì al centro di New York, prima corre a telegrafare della "ribellione" al figlio, poi conclude l'affare Fergouson alle sue condizioni e infine ritorna in albergo, ma qui misteriosamente il suo capo il sign. Gavazza non è ancora rientrato. Dopo averlo fatto scarcerare e ascoltato, nello sfondo di una fredda new york mattutina, i motivi dalla sua incarcerazione, Beretta sembra aver conquistato la fiducia del suo principale. Senonché questi da principio convinto della buona fede del suo dipendete nell'essersi allontanato il giorno prima a suo dire per chiamare un taxi, inizia nel viaggio di ritorno a dubitarne, a parigi prima, e poi ad accusarlo apertamente una volta in italia, licenziandolo direttamente in macchina mentre tornano dall'aeroporto e facendolo scendere dalla vettura. Al Beretta dopo un breve sfogo contro il figlio, che li seguiva in macchina, non rimane che suonare il piffero. .

III EPISODIO: L'università. Manifestazioni studentesche riprese all'interno di alcune Università italiane, genere semidocumentaristico

IV EPISODIO: Il prete. Alberto Sordi è il parroco di un piccolo paesino in provincia di Viterbo, Cività di Bagnoregio. La sua vita grama di paese, è caratterizzata dai continui spostamenti in corriera ed in treno per provvedere alle esigenze dei suoi parrocchiani.

La svolta a questa quotidianità è data dalle attenzioni che la cassiera del bar della stazione sembra riservargli, bar dove il parroco spesso si ferma, e da alcuni biglietti anonimi che incomincia a ricevere, nei quali lo si accusa di avere incontri segreti con la suddetta.

Il parroco verrà poi a scoprire che la cassiera ha si un amante, ma è don Roberto il parroco della città bassa, ben più ricco e potente di lui, e che le avances che gli muoveva erano per depistare i sospetti da don Roberto.

Nel viaggio che lo porta a conferire con il suo vescovo, il parroco inizia riflettere su questa condizione del suo confratello e su quella di un ministro protestante che gli offre un passaggio nella sua costosa automobile lo invita a cena in un dispendioso ristorante con la sua famiglia.

Arrivato in curia il vescovo gli comunica che la sua parrocchia è soppressa, e gli chiede cosa voglia in cambio, lui ormai trasformato chiede una parrocchia ricca e di potersi sposare.




Continua.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Carissima Amà, - 2


Proviamo anche a fissare dati socio-economici e valori

4) 31 gennaio 2013

IN AUMENTO I LAVORI INFORMALI, E I PRESTITI DA PARENTI E AMICI
Rapporto Eurispes: oltre la metà degli italiani non è più in grado di sostenere la famiglia
Il 73,4% degli italiani nel corso del 2012 ha constatato una diminuzione del proprio potere d'acquisto


E' un vero e proprio grido d'allarme sullo stato di salute economico degli italiani quello che arriva dall'ultimo rapporto Eurispes.

LAVORO - Il 53,5% dei nostri connazionali afferma infatti di non essere più in grado di sostenere adeguatamente il proprio nucleo familiare (37,1% poco, 16,4% per niente).

Quasi i due terzi dei lavoratori (61,3%) affermano che l'attuale occupazione non permette loro di sostenere spese importanti quali l'accensione di un mutuo, o l'acquisto di un'automobile (22,2% per niente, 39,1% poco).

La famiglia d'origine resta rifugio e fonte di sostentamento per quasi il 30% dei lavoratori (chiede abbastanza aiuto alla famiglia il 19,6%, molto aiuto l'8,6%).

Per ovviare poi alla mancanza di lavoro l'italiano, oggi come ieri, sembra sempre alla ricerca della tradizionale «spintarella».

Dal Rapporto Italia 2013 dell'Eurispes emerge infatti che il 21% degli italiani è infatti ricorso a una raccomandazione per trovare un lavoro.

Il 27% di chi ha un'occupazione, invece, dichiara di averlo trovato tramite una candidatura spontanea e solo il 9,1% si è rivolto a un Centro per l'impiego (4%), o a un'Agenzia per il lavoro (5,1%).


CONSUMI - Il 73,4% degli italiani nel corso dell'ultimo anno ha poi constatato una diminuzione del proprio potere d'acquisto: il 31% molto, il 42,4% abbastanza.

Il 22,2% ha riscontrato in misura contenuta una riduzione del proprio potere d'acquisto e solo il 4,4% per niente.

Del resto solo un italiano su venti si dice sicuro di riuscire ad accrescere i propri risparmi nel corso del 2013.

Al contrario due italiani su tre sono pressoché sicuri che non riusciranno a mettere nulla da parte nell'anno in corso.


TASSE - Più di due famiglie su tre sentono poi che il peso del fisco è aumentano nel corso dell'ultimo anno.

Per il 41,7% nel 2012 l'incremento è stato netto, mentre un altro 27,5% ritiene che il fardello fiscale è «un po'» cresciuto; complessivamente, quindi, il 69,2% ritiene che il prelievo sia aumentato.


VITA QUOTIDIANA - Come cambia poi la vita quotidiana secondo l'Eurispes?

«Nella quasi totalità dei casi le abitudini degli italiani si sono modificate limitando le uscite fuori casa (91,8%, in forte aumento rispetto al 73,1% registrato un anno fa)».

Tra i dati rilevati da Eurispes, anche il «vertiginoso aumento il fenomeno dei compro oro», ai quali si è rivolto nel corso dell'ultimo anno «il 28,1% degli italiani», con «una vera e propria impennata» rispetto all'8,5% dell'anno prima.

«Sono soprattutto le donne (31,6%) rispetto agli uomini (24,5%) a scegliere di vendere i propri preziosi».

Di più al Sud. In aumento «anche i lavori informali per arrotondare»: il 26,8% del campione ha svolto servizi presso conoscenti, dall'assistenza ad anziani, a artoria, babysitter, vendita di oggetti autoprodotti, pulizie, giardinaggio.

Mentre, quanto al rischio usura, il 14,4% ammette di «aver chiesto denaro in prestito a privati (non parenti o amici) non potendo accedere a prestiti bancari»


Redazione Online31 gennaio 2013 | 14:42© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/economia/13_genn ... 395f.shtml


Continua
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Non più tardi di due ore fa, per strada ho rincorso un vecchio amico, architetto, libero professionista, leggermente over 50, rosso, rosso, rosso, rosso da far impallidire un cocomero, per chiedergli come vede la situazione attuale, visto che l’ultima volta che ci siamo incontrati, circa 8 mesi fa era decisamente ottimista.

<<Sai che no so per chi votare?>> è stata la sua risposta.
non so quanto tempo ti sei intrattenuto col tuo amico e con la tua amica, se c'è stato tempo di approfondire ....hanno dato delle motivazioni ?
capisco che il pd je fa schifo ma perchè non si riconoscono/ sono convinti su SEL o Ingroia ?

ma per caso era un vecchio amico, un vero esperto di automoibili di ogni cilindrata e ti si è fatto incontro con sorriso aperto e ti ha detto questa macchina è sprecata? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
( sorry..quando sono stanca mi viene la stupidera ) :oops:
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:
Non più tardi di due ore fa, per strada ho rincorso un vecchio amico, architetto, libero professionista, leggermente over 50, rosso, rosso, rosso, rosso da far impallidire un cocomero, per chiedergli come vede la situazione attuale, visto che l’ultima volta che ci siamo incontrati, circa 8 mesi fa era decisamente ottimista.

<<Sai che no so per chi votare?>> è stata la sua risposta.
non so quanto tempo ti sei intrattenuto col tuo amico e con la tua amica, se c'è stato tempo di approfondire ....hanno dato delle motivazioni ?
capisco che il pd je fa schifo ma perchè non si riconoscono/ sono convinti su SEL o Ingroia ?

ma per caso era un vecchio amico, un vero esperto di automoibili di ogni cilindrata e ti si è fatto incontro con sorriso aperto e ti ha detto questa macchina è sprecata? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
( sorry..quando sono stanca mi viene la stupidera ) :oops:

Oibò, qui c’è aria di Sant’Ambrogio, piuttosto che di San Giorgio e San Giovanni Battista

>>( sorry..quando sono stanca mi viene la stupidera :oops: ) <<
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

tra poco Pisapia mi deve dare la cittadinanza onoraria 8-)
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:
Non più tardi di due ore fa, per strada ho rincorso un vecchio amico, architetto, libero professionista, leggermente over 50, rosso, rosso, rosso, rosso da far impallidire un cocomero, per chiedergli come vede la situazione attuale, visto che l’ultima volta che ci siamo incontrati, circa 8 mesi fa era decisamente ottimista.

<<Sai che no so per chi votare?>> è stata la sua risposta.
non so quanto tempo ti sei intrattenuto col tuo amico e con la tua amica, se c'è stato tempo di approfondire ....hanno dato delle motivazioni ?
capisco che il pd je fa schifo ma perchè non si riconoscono/ sono convinti su SEL o Ingroia ?

ma per caso era un vecchio amico, un vero esperto di automoibili di ogni cilindrata e ti si è fatto incontro con sorriso aperto e ti ha detto questa macchina è sprecata? :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
( sorry..quando sono stanca mi viene la stupidera ) :oops:

Per quanto riguarda il vecchio amico solo pochi minuti, perché era indelicato trattenerlo oltre visto che aveva già avviato l’auto.

Ma visti i precedenti, dove solo 8 mesi fa era passato da Rifondazione a Sel, non c’era bisogno di nessuna motivazione per capire la forte delusione dopo che il narratore si è alleato con il Partito democristiano.

Tu sei in grado di dare una spiegazione razionale et logica sulla commedia all’italiana che stanno recitando nella strana alleanza?

1) Vendola nega apertamente e vivacemente la partecipazione di Sel ad un governo con la destra di Monti e Casini. Non penso sia necessario allegare documentazione.

Un amico funzionario del Sel cittadino, l’altro lunedì mi ha confermato che mai governeranno con Monti.

Gli ho rifatto la domanda di qualche mese prima: <<Ma se vincete con Bersani, e poi il Partito democristiano (NB. Pure lui vede il Pd come un partito democristiano e individua nel Sel il partito vero della sinistra) si allea per necessità con Monti, voi cosa fate?>>.

“Ah,..non c’è nessun dubbio,….usciamo immediatamente dall’alleanza”

Dal mio punto di vista questo comportamento è completamente scorretto nei confronti degli elettori del Sel.

Non si crea per mesi confusione con determinate promesse per poi uscire da una coalizione per motivi già chiariti da D’Alema, Monti e Casini in precedenza.

Potrei sbagliarmi, ma il comportamento del narratore è quello di uno che mira ad entrare in Parlamento in qualsiasi modo per poi usufruire del rimborso ai partiti. Perché essendo fuori dal Parlamento, i fondi del finanziamento pubblico sono cessati nel 2011.



2) Il leone di Bettola, si è messo a difesa di Vendola, potrebbe anche sbranare Monti quando gli chiede di eliminare Vendola.

E poi,

Bersani e il ricatto di Casini
Pubblicato il 14 gennaio 2013


Sfida sulla premiership. Casini a Bersani: non basta vincere solo alla Camera
Monti ai suoi: io saprò distinguere tra Pd e Pdl
ALBERTO D’ARGENIO

ROMA — Il nuovo schema dei montiani.

Campagna elettorale senza attacchi a Bersani.

Ma provando a separare il leader del Pd dai suoi compagni di viaggio meno graditi al Professore.

Vendola, prima di tutto.

E i massimalisti del Partito democratico.

Quelli che Monti e i suoi chiamano «conservatori di sinistra».

Ieri è toccato a Pierferdinando Casini caricare.

Ospite a “In mezz’ora” dice che «con Monti concordo sul fatto che con la sinistra riformista si debba collaborare, ma tra Vendola ed Enrico Letta c’è un abisso: il Pd deve spiegare queste contraddizioni ».

Che il numero uno dell’Udc vede anche nella Fiom e «in quella parte del sindacato su posizioni incompatibili con quanto fatto dal governo».

Parole pronunciate non a caso, visto che Casini, insieme a Fini e Riccardi, sabato ha tenuto un vertice con l’ex rettore della Bocconi per concordare le strategie per la campagna elettorale.

Riunione durante la quale il premier ha chiesto a tutti di non attaccare più Bersani ma le “ali estreme” della sua coalizione.

Per ora ci si limita a questo. Oltre non si va. Non si ipotizzano ancora le mosse del dopo voto.



Quando lo scenario più probabile sarà quello di un Pd che avrà bisogno dei montiani per governare.



«Non possiamo accettare di fare alleanze oggi perché vogliamo vincere», dice Casini. Pensiero che riflette quello del Professore.



Che ai suoi ripete: «Mi auguro che gli italiani capiscano quanto il mio know how possa ancora essere utile al Paese».





Non per niente Casini a Lucia Annunziata dice che «nel mondo ci vedono come pazzi se sostituiamo Monti».





E ancora, «i sondaggi danno in netto vantaggio il centrosinistra, se Bersani vince alla Camera e al Senato potrà andare a Palazzo Chigi, ma se non avrà la maggioranza a Palazzo Madama Napolitano farà le consultazioni e vedrà cosa succede».



È lì che si consumerà il braccio di ferro tra Bersani e Monti.


Il premier ai suoi ripete che non accetterà di fare il ministro del leader democratico.






Vuole Palazzo Chigi.





Ma non al punto da immaginare, al contrario di quanto sussurra qualche centrista, un eventuale patto con il centrodestra.


Nemmeno se Berlusconi facesse un passo indietro.


«Monti è profondamente deluso da come il Pdl si è comportato da settembre in avanti, da come lo ha sfiduciato».
(Come un Berlusconi qualsiasi, il rivoluzionario Che Guevara ha già fatto marcia indietro tra la dichiarazione di Casini del 14 gennaio:

POLITICA
25/01/2013
Monti apre al Pdl e fa infuriare il Pd:
“Accordo, ma solo senza Berlusconi”
Bersani: “Ci trova un difetto al giorno”


Alfano: «Se c’è qualcosa da cui l’Italia deve essere mondata è
questo premier e il governo tecnico. Il Cavaliere rimane il leader del Pdl»
http://www.lastampa.it/2013/01/25/itali ... agina.html)


Dunque la partita è quella di trovare un equilibrio con Bersani e al netto di Sel.

Non è un caso che uno stretto collaboratore di Monti racconti che appena dopo la “salita in politica” in una lunga telefonata Monti abbia offerto a Bersani «un patto di non belligeranza »




se avesse scaricato Vendola e le componenti meno gradite del Pd.




Un nome su tutti quello di Stefano Fassina.



Proposta rigettata dal segretario.


Ma in queste ora i contatti sono di nuovo aperti.

Favoriti dalla svolta impressa da Monti alla strategia sua e degli alleati. «Basta stoccate a Bersani».



Non solo perché con lui si dovrà convivere dopo il voto, ma anche «per non dare l’impressione che Pd e Pdl siano la stessa cosa, che lui e Berlusconi siano uguali».


E poi perché chi all’interno della “strana maggioranza” si è mostrato scorretto verso il governo «è stato il centrodestra».




Intanto al Casini che dice «io e Vendola non vogliamo convivere» il governatore risponde: «Collaborare con Monti per la riforma dello Stato è necessario, ma se fosse alleato con il centrosinistra quest’ultimo dovrebbe rinunciare a Sel».




E ancora, «il centrosinistra ha il diritto di governare senza ipoteche e badanti». La partita è aperta.
http://giacomosalerno.wordpress.com/201 ... di-casini/



3) Essendo di sinistra, io non condivido nulla delle politiche della destra ultraliberista di Monti. Ma comprendo che avendo accettato di tenere in vita una destra completamente rasa al suolo (I Poteri forti hanno cessato di puntare sulla mummia cinese, indipendente dai risultati elettorali), e non essendo all’altezza di questo compito l’ex portaborse di Forlani, tutti i Poteri forti, dalla massoneria, a Confindustria, al Vaticano Spa, all’alta finanza, al mondo bancario, alle Mafie Spa che non sono più quelle di don Totò Riina, ma vere holding finanziarie, oltre alla Trilaterale e Bildelberg, hanno bisogno di una faccia “presentabile” per reggere la scena in attesa della scelta di un nuovo rappresentante decente,…..non possano accettare di convivere con l’ultimo scampolo di sinistra come Vendola, o come potrebbero essere i fastidiosissimi Fassina e CGIL. Questi per i Poteri forti sono il nemico.

4) Ancora oggi Dalemoni ha dichiarato che occorre allearsi con i moderati (nessuno gli ha ancora detto che il guru di Monti gli ha consigliato di rinominarsi “riformisti”)

D’Alema: “Cercare intesa con le forze moderate”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/01/ ... te/219080/


Un puttanaio di questo genere non si era mai visto. Succede solo nei Paesi in cui si stanno tirando gli ultimi, perché si è oltre la frutta.

Tu che spiegazione dai????


^^^^

Infine, per quanto riguarda l’amica rossa, rossa, di Rifondazione è delusa dallo sfascio completo della sinistra. Immagino però, visto che abbiamo ingaggiato un braccio di ferro sul voto, che lei ritiene obbligatorio, secondo la vecchia mentalità comunista, alla fine come si fa per Milan, Inter, Juve, potrebbe votare Ingroia, anche se non serve a risolvere i problemi dei cittadini italiani, come per il resto dei partiti.

Ho cercato di spiegargli che i partiti chiedono il voto per se stessi e non per gli italiani.

L’elenco delle cose da fare per salvare il Paese te l’ho già precisato in “c’ama fari”.

Se c’è un partito che s’impegna a salvare l’Italia e gli italiani avrà il mio voto.

I partiti che intendono salvare solo se stessi si arrangino, non avranno il mio voto. Come sostiene shiloh, ognuno si prenda le sue responsabilità.
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