E Adesso chi Voto?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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soloo42000
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da soloo42000 »

>> voto per il partito che intende occuparsi degli italiani, soprattutto di quella parte, che non ce la fa ad arrivare alla fine mese, di chi sta per perdere il posto di lavoro, di chi lo ha già perso.

Mi dici qual e` il partito che lo voto anch'io?
Ciao e grazie.

soloo42000
Joblack
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da Joblack »

soloo42000 ha scritto:>> voto per il partito che intende occuparsi degli italiani, soprattutto di quella parte, che non ce la fa ad arrivare alla fine mese, di chi sta per perdere il posto di lavoro, di chi lo ha già perso.

Mi dici qual e` il partito che lo voto anch'io?
Ciao e grazie.

soloo42000
Zione,

dimmi qual'è ....così lo voto anch'io.

D'ora un poi sará un tormentone.

Dimmi qual'è ..... così lo voto anch'io.

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
iospero
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da iospero »

Vendola a D’Alema: “Programma centrosinistra incompatibile con Monti”

Se il PD si allea dopo le elezioni con il centro di Monti perderà gli eletti di SEL.

Votando SEL si rafforza la parte sinistra della coalizione che guarda a RC .

Dissidenti Sel lasciano per Ingroia -Mini scissione pre-elettorale per alcuni esponenti di Sinistra ecologia e libertà tra cui Alfonso Gianni e Carmine Fotia.

Se RC aumenta a scapito di SEL e PD c'è da stare attenti
pancho
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da pancho »

iospero ha scritto:omissis...Dissidenti Sel lasciano per Ingroia -Mini scissione pre-elettorale per alcuni esponenti di Sinistra ecologia e libertà tra cui Alfonso Gianni e Carmine Fotia..... omissis
LEGGIAMOLO x INTERO.

Elezioni, dissidenti via da Sel per Ingroia. Scontro a distanza tra l’ex pm e Vendola
Mini scissione pre-elettorale per alcuni esponenti di Sinistra ecologia e libertà tra cui Alfonso Gianni e Carmine Fotia. "Primarie finte" accusano. Il leader pugliese annuncia in Parlamento un gruppo unico col Pd. Il magistrato: "Usa la coalizione come un taxi"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 febbraio 2013

Un gruppo di esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà, provenienti soprattutto da Sicilia, Sardegna e Lazio, ha lasciato il partito di Nichi Vendola per aderire a Rivoluzione Civile. A darne notizia sono Antonio Ingroia e Leoluca Orlando in una conferenza stampa alla quale prendono parte alcuni protagonisti della mini “scissione pre-elettorale”, tra cui Alfonso Gianni e Carmine Fotia. “La nostra decisione di lasciare Vendola per aderire a Rivoluzione Civile – spiega il siciliano Francesco Cantafia, tra i fondatori di Sel – è spontanea ed è dettata da ragioni politiche, non certo da nostre aspirazioni personali. Noi non abbiamo mai chiesto candidature, né le vogliamo. Semplicemente diciamo no a chi antepone i propri interessi personali a quelli collettivi e vogliamo restare coerenti”.

I delusi da Vendola sono arrivati da tutta Italia e parlano di “una vera e propria diaspora” partita da tempo, ma consolidatasi negli ultimi mesi, causa “la farsa delle primarie” con cui Sel ha scelto il drappello di parlamentari che la rappresenterà dopo il voto. Su Facebook hanno fondato un gruppo di protesta ”SELefaccianoloro le primarie”, che ha raccolto circa 1.500 adesioni. E oggi, spiegano, sono al fianco di Ingroia perchè vedono in Sel “una sorta di Costa Concordia”, metafora coniata da Cantafia, ormai ex dirigente di Sel in Sicilia e oggi alla guida della squadra di fuoriusciti. “Ci sentiamo come saldatori in un cantiere – spiega Cantafia – abbiamo creato una nave bellissima, ma è stata affidata a un equipaggio che l’ha fatta arenare sugli scogli, come la Concordia al Giglio”. “E siamo certi – aggiunge un altro ex coordinatore del partito vendoliano in Sicilia – che Ingroia non anteporrà mai le sue ambizioni personali al bene comune“.

L’adesione di questo gruppo di dissidenti di Sel a Rivoluzione Civile viene definita da Ingroia una “scissione durante la campagna elettorale”, visto che avviene a liste già chiuse. “L’unica scissione preliste invece – incalza Ingroia – è quella che ha consentito il Pd all’interno dell’Idv candidando Massimo Donadi…”. Ma l’affondo di Rivoluzione Civile a Sel e al Pd è a 360 gradi: i “fuoriusciti” parlano di “primarie finte” che hanno portato alla candidatura certa “solo un drappello di 23 persone calate dall’alto” senza alcun confronto con il territorio (quello che è successo con le primarie, racconta Saverio Cipriano, “è drammatico, tanto che non esistono dati certi su nulla, informatevi pure…“); si accusa Vendola di usare la coalizione con il Pd “come un taxi” visto che in caso di accordo con Monti “probabilmente ne uscirà”; e si punta il dito contro la “questione morale” che comunque, assicura Ingroia, “interessa il partito di Bersani da Penati al Monte dei Paschi di Siena”. “Noi non vogliamo fare gli sciacalli che si approfittano di casi come questo del Mps per fare campagna elettorale – assicura Ingroia – ma è anche vero che il Pd non ha mai fatto nulla sinora per uscire dall’intreccio tra politica e affari”. Del rischio che questa “guerra fratricida” all’interno della sinistra rischi alla fine di consegnare il Paese nelle mani di Berlusconi e del centrodestra non vogliono però sentir parlare. “Vorrei ricordare – scandisce l’ex pm di Palermo - che la mia campagna elettorale è cominciata con una lettera aperta a Bersani e con una richiesta di confronto con Vendola. Sono stati loro ad aprire le ostilità. Non noi”. “Noi restiamo semplicemente coerenti con le nostre idee e con i nostri programmi che sono in tutto alternativi a quelli di Monti e di Berlusconi” che comunque, conclude, “non credo proprio corra il rischio di vincere”.

E’ un faccia a faccia a distanza quello che si snoda, a colpi di interviste e conferenze stampa, tra Vendola e Ingroia. Il leader Sel, in videochat per QuotidianoNazionale, spiega: “Non temo minimamente la concorrenza con Ingroia. Penso che ci sia una parte di sinistra che considera legittimo e virtuoso attaccare il Capo dello Stato. Per me, invece, la vera sfida è il cambiamento e il buon governo“. A proposito di un eventuale accordo con Rivoluzione Civile, Vendola rileva di “non aver capito cosa sia quel movimento: Rivoluzione Civile è una lista che ingloba Idv, Rifondazione, Verdi. Non so quale sia il collante e il minimo denominatore comune che li lega assieme e siccome non sappiamo che cosa è – avverte – aspetterei”. “Auguro buona fortuna a Ingroia, Di Pietro, Diliberto e Bonelli, ma evitiamo di mettere in scena uno spettacolo molto triste” è il messaggio che arriva da Vendola che per il dopo voto assicura: “Nella prossima legislatura ci sentiamo impegnati a riunire i gruppi parlamentari con il Pd per discutere congiuntamente”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... ia/486513/
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Quante conclusioni si potrebbero trarre dopo queste vicende che per un certo qual verso erano piu' che prevedibili.
Una fra tutte:
Le proprie idee possono essere barattate con un "voto utile" anche quando hanno ritenuto che non sarebbe stato utile coinvolgerti in un tederminato programma per non spostare l'asse troppo a sinistra?

Ecche' pretendono ora?Il voto utiler per avere la maggioranza al senato? Non siamo piu' servi della gleba.

"Stadtluft macht frei" (la citta ci rende liberi) e liberi vogliamo stare con le ns. idee se nessuno vuole coinvolgerci.

Magari poi diranno che, se non si formera' alcun governo, che la colpa e' tutta nostra. Vaffa....


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
shiloh
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da shiloh »

pancho ha scritto:
Quante conclusioni si potrebbero trarre dopo queste vicende che per un certo qual verso erano piu' che prevedibili.
Una fra tutte:
Le proprie idee possono essere barattate con un "voto utile" anche quando hanno ritenuto che non sarebbe stato utile coinvolgerti in un tederminato programma per non spostare l'asse troppo a sinistra?

Ecche' pretendono ora?Il voto utiler per avere la maggioranza al senato? Non siamo piu' servi della gleba.

"Stadtluft macht frei" (la citta ci rende liberi) e liberi vogliamo stare con le ns. idee se nessuno vuole coinvolgerci.

Magari poi diranno che, se non si formera' alcun governo, che la colpa e' tutta nostra. Vaffa....



un salutone da Juan

io non lo dirò.
nè mi sento di contraddire le tue motivazioni che ritengo valide.
però dirò che si è persa l'occasione di togliere finalmente il tappo che da vent'anni ostruisce lo scarico del lavandino.
questo,nel caso,senz'altro lo dirò.


perchè è chiaro pure a me che nel lavandino ci sono anche gli avanzi di cucina del banchetto della fairy-band che bivacca al loft,
ma è altrettanto chiaro che per avere una possibilità di fare pulizia,
PRIMA,
occorre eliminare il "tappone".

e nel caso i numeri al senato obbligheranno IBC ad un'alleanza con il banchiere mannaro...
dirò pure che qualcuno se l'è cercata...

p.s.

e ..."un salutone"
;)
Amadeus

Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da Amadeus »

tutta questa "coerenza" per andare con uno che oggi ha detto che c'è stato un uso politico delle intercettazioni.
shiloh
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da shiloh »

Amadeus ha scritto:tutta questa "coerenza" per andare con uno che oggi ha detto che c'è stato un uso politico delle intercettazioni.

vabbè...
chi è senza peccato scagli la prima pietra eh...
Amadeus

Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da Amadeus »

sì ho capito ma politicamente sono soggetti inaffidabili.
bersani guai se scarica vendola ( sacrosanto) , però questi signori ci mettono un secondo a formare un ennesimo corpuscolo dello 0,05%
e come lo cambiano il mondo con lo 0,05% ?
se non contemplano la mediazione che ci stanno a fare in politica? una religione devono fondare, non un partito o una corrente.
camillobenso
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da camillobenso »

In risposta a :

soloo42000
Joblack

ma anche a tutti gli altri forumisti/e



Ad Amà, nel 3D, Come se ne viene fuori ?,

http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... start=2180,

ho cercato di spiegare:


>>molto, molto prima del luglio 2011, quando ho iniziato il 3D:

La GUERRA CIVILE in ITALIA

Inviato: ven lug 01, 2011 20:06 pm

sul vecchio forum, avevo segnalato in qualche 3D che da come si mettevano le cose, tutto stava lavorando per una guerra civile.

Già allora c’erano tutti gli elementi minimi e sufficienti per progredire verso uno sbocco del genere, se non si fosse posto il sufficiente rimedio.

Ma evidentemente, la volontà del mondo politico, racchiuso nella casta nella più totale scelleratezza non seconda a quella della Corte di Versailles del 1789, la volontà dei poteri forti che non sono di certo a favore della “democrazia” anche se questa è un’oligarchia di fatto, ma anche la volontà dei sudditi, è quella di fermare il processo degenerativo di questa disgregazione che porterà inevitabilmente a qualcosa. Una rivoluzione, una guerra civile, una sommossa.<<


Nello stesso tempo devo rammentare che tutti noi abbiamo concorso a rendere un 3D di successo quello impostato da gi.bo (pancho) gio nov 13, 2008 22:13 pm, ..... e quando le fabbriche chiuderanno ......, sempre sul vecchio forum.

Un’ora più tardi, sono stato il primo a rispondere a gi.bo scrivendo:
Inviato: gio nov 13, 2008 23:14 pm

Le aziende che sono saltate al 31 ottobre 2008 sono 337.000.

Ho posto più volte, in questo ultimo mese, la domanda su come potranno campare le famiglie dei prossimi licenziandi.

Un milione, secondo Tremonti.

Come potranno fare per sopravvivere?

1) Andranno a rubare

2) Spacceranno droga

3) Si dedicheranno alla prostituzione

4) Si dedicheranno ai sequestri di persona

http://www.forumista.it/viewtopic.php?f ... bf42006ec5

***

Oggi, quella drammatica realtà la stiamo toccando con mano:

1) In data odierna il Corriere.it

I DATI DI DICEMBRE
Disoccupazione record, quasi 3 milioni

Il tasso è all'11,2%, in rialzo
su novembre. Aumento
di 1,8 punti su base annua
A dicembre il numero dei senza lavoro risulta pari a 2 milioni 875 mila, in lieve aumento (+ 4.000) rispetto a novembre. Lieve calo della disoccupazione giovanile che resta però al 36,6%

http://www.corriere.it/economia/13_febb ... 8d1f.shtml

**

2) Da La Repubblica del 27 gennaio 2013:

La crisi fa volare la cassa integrazione
In quattro anni più di 4 miliardi di ore
Gli effetti devastanti della recessione sul mondo del lavoro. Rispetto al periodo tra il 2005 e il 2008, gli ultimi quattro esercizi hanno visto un incremento del 370% delle ore di cassa. La più colpita è stata l'industria (oltre 3 miliardi di ore), ma l'aumento più marcato si è registrato nel commercio (+2.200%)
MILANO - L'allarme per il mondo del lavoro continua a suonare. Dopo aver superato nuovamente la soglia di 1 miliardo di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nel corso dell'ultimo anno, il conteggio totale degli ultimi quattro esercizi - da quando cioè il bubbone finanziario è esploso coinvolgendo il tessuto produttivo - rende al meglio l'idea delle difficoltà del mondo produttivo e quindi dei lavoratori

http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... 51440446-3

**


3) Da La Repubblica del 28 gennaio 2013:

Rete Imprese si mobilita
Affondo contro la politica
Un imprenditore su due tra le aziende di piccole e medie dimensioni attribuisce alla classe politica l'incapacità di dare una risposta concreta alla crisi economica. Manifestazioni in ottanta città, pronto un documento programmatico. Focus sullo sblocco dei crediti della Pubblica amministrazione

http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... 51401845-2


**


4) Da La Repubblica del 27 gennaio 2013:


Crollano le compravendite di immobili
Persi 8-10 miliardi di attività economiche
Le transazioni sulle case si sono dimezzate rispetto all'ultimo anno prima della crisi (2007). Rispetto al 2011, lo scorso anno si è registrato un terzo di contrattazioni in meno e così sono andati in fumo affari tra gli 8 e i 10 miliardi

MILANO - La crisi economica si è abbattuta anche sul mercato della casa. Nel 2012 sono infatti crollate le compravendite di immobili: rispetto all'ultimo anno pre crisi (2007) le contrattazioni si sono dimezzate. Ma l'anno peggiore per gli affari è stato quello che si è appena concluso, con una riduzione di quasi un terzo rispetto al 2011 (-30,6%). Secondo le stime della Confedilizia il 2012 si caratterizza per avere visto sfumare, nel solo settore immobiliare, attività economiche per 8-10 miliardi di euro.

http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... 51401845-3


**



5) Da clandestinoweb.com del 24 gennaio 2013, ripreso da tutti i quotidiani nazionali:

UNIONCAMERE: NEL 2012 PERSE QUASI 365MILA IMPRESE: NE CHIUDONO 1000 AL GIORNO

E’ un bollettino di guerra il rapporto di Unioncamere sulle imprese italiane.

Nell’ultimo anno sono state 364.972 le aziende costrette a chiudere, quasi 1000 al giorno con un aumento, rispetto al 20122, del 24%.

Di contro nel 2012 ne sono nate solo 383.883 e cioè 7.427 in meno rispetto all’anno precedente e si è toccato il livello più basto da otto anni a questa parte. Il bilancio tra quelle chiuse e quelle aperte è comunque in positivo di 18.911 imprese ma fa registrare il dato peggiore dal 2009.

La rilevazione statistica condotta da InfoCamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane, attribuisce il merito di questo dato positivo a under 35, donne e immigrati che investono nel settore del turismo e dei servizi alle persone.
Ad essere più compromesso da questa situazione il Nord che da solo perde 6.600 imprese, di cui 5mila nel Nord-Est.

http://www.clandestinoweb.com/number-ne ... al-giorno/


**


6) Da Agorà

Senza credito il sistema impresa è destinato inevitabilmente a saltare.
Crosetto:

Highlights

Da 00:22:11 in avanti

http://www.agora.rai.it/dl/portali/site ... af261.html


**


7) Da Piazzapulita del 28 gennaio 2013

PICCOLE IMPRESE E BANCHE

http://www.la7.it/piazzapulita/pvideo-stream?id=i659156


Crosetto, imprenditore piemontese, ex Pdl, teme un crollo tra sei mesi se non si prendono decisioni straordinarie (punto 6- precedente ad Agorà) e qualche giorno dopo a Piazzapulita, in collegamento da Piazza Affari in Milano, veniamo a sapere che neppure dare in garanzia un immobile del valore di 700.000 euro consente di ottenere un prestito bancario di 30.000 euro.

Per le piccole imprese è la fine quando uno offre in garanzia tutto quello che ha ma non viene accettato.

Si tratta di offrire in garanzia un bene che vale : 700.000 / 30.000 = 23,33. Cioè, offrire in garanzia un bene che vale 23,33 volte quanto viene chiesto alla banca non è più accettabile dalla stessa.

Per le piccole imprese che rappresentano l’ossatura del sistema nazionale per l’85 %, è la fine.

A meno che si rivolgano alla Mafia SpA, che ti presta i soldi a strozzo a tassi usurai e sei ugualmente finito.

Meglio chiudere subito che sopravvivere solo qualche mese finendo in mano alla criminalità organizzata.

Le banche in questi ultimi anni, soprattutto negli ultimi 4, hanno ritirato per le insolvenze case e capannoni.

Sono arrivati alla saturazione e non possono più accettare questi beni in garanzia. Anche perché diventa un cane che si morde la coda. La crisi in fatti non consente di tramutare in denaro gli immobili sequestrati.


**

8) Anche il presidente di Confindustria Squinzi lancia l’allarme:

IL DOCUMENTO PRESENTATO AI POLITICI
Crisi, grido d'allarme di Confindustria
«È emergenza economica e sociale: servono scelte immediate, forti e coraggiose»


«La crisi sta lasciando profonde ferite». «È emergenza economica e sociale», avverte Confindustria in un documento di proposte presentato alla politica in vista del voto. «Servono scelte immediate, forti e coraggiose. Senza queste scelte nei prossimi anni non cresceremo più dello 0,5% l'anno», «l'alternativa è il declino».

23 gennaio 2013 | 19:39

http://www.corriere.it/economia/13_genn ... fbcf.shtml


**


9) L’Istat, il 22 gennaio 2013, annuncia la presenza di 8 milioni di poveri

Senza lavoro, più poverta e meno assistenza:
nei numeri dell'Istat il paese che arranca
Nel rapporto "Noi Italia" dati allarmanti: i poveri sono oltre 8 milioni, mentre la percentuale di popolazione inattiva è la peggiore d'Europa. Le famiglie costrette a spendere sempre di più per sopperire ai tagli nella sanità pubblica. Pessimi risultati anche in campo ambientale e nella lotta alla criminalità
Lo leggo dopo


ROMA - Più povertà, più disoccupati, più giovani inattivi, peggiore assistenza sanitaria. E' la fotografia di un paese in affanno quella scattata dall'Istat con il suo rapporto "Noi Italia".


http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... ef=HREC1-6


10) Ieri, 31 gennaio 2013, Eurispes ci fa sapere che una parte di italiani non sono più in grado di sostenere la famiglia, e cielo 70, aggiunge:

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Non solo si chiedono dei prestiti ma molte volte, specie alla famiglia d'origine, il mantenimento vero e proprio.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^


IN AUMENTO I LAVORI INFORMALI, E I PRESTITI DA PARENTI E AMICI
Rapporto Eurispes: oltre la metà degli italiani non è più in grado di sostenere la famiglia
Il 73,4% degli italiani nel corso del 2012 ha constatato una diminuzione del proprio potere d'acquisto


E' un vero e proprio grido d'allarme sullo stato di salute economico degli italiani quello che arriva dall'ultimo rapporto Eurispes.

LAVORO - Il 53,5% dei nostri connazionali afferma infatti di non essere più in grado di sostenere adeguatamente il proprio nucleo familiare (37,1% poco, 16,4% per niente).

Quasi i due terzi dei lavoratori (61,3%) affermano che l'attuale occupazione non permette loro di sostenere spese importanti quali l'accensione di un mutuo, o l'acquisto di un'automobile (22,2% per niente, 39,1% poco).

La famiglia d'origine resta rifugio e fonte di sostentamento per quasi il 30% dei lavoratori (chiede abbastanza aiuto alla famiglia il 19,6%, molto aiuto l'8,6%).

http://www.corriere.it/economia/13_genn ... 395f.shtml


**


11) Concita de Gregorio se ne va in giro per l’Italia, e poi il 24 gennaio scrive su La Repubblica:

Cronache dall'Italia in crisi:
"Così siamo diventati poveri"
Otto milioni di italiani vivono con meno di mille euro al mese. L’ascensore sociale è tornato indietro di 27 anni. La crisi economica ha massacrato la classe media che si ritrova così a fare i conti con le bollette ammucchiate sul frigo, l’assillo dell’affitto da pagare, la retta dei bambini a scuola. Ecco alcune semplici storie di chi per farcela compra il pane del giorno prima o divide la casa con altre famiglie. Vite di laureati che fanno i baristi e di mariti mandati sul lastrico dal divorzio

di CONCITA DE GREGORIO



I NUMERI non rendono l’idea. Siamo assuefatti, bombardati. Non li tratteniamo neppure il tempo necessario perché si traducano in un pensiero.

Sono le storie che parlano. Quelle sì, quelle somigliano tutte a qualcosa che sappiamo. La commessa del super, il fornaio dove vai a comprare le rosette, il ragazzo che ha l’età di tuo figlio, il padre di mezza età, la madre.

Questa è l’Italia, questi siamo noi.




Narcotizzati da una campagna elettorale che discute di pensioni e di tasse, di esodati e di aliquote: un mondo politico che parla, provando a farsi votare, a chi il lavoro ce l’ha o ce l’ha avuto.




Ma quasi la metà del paese non ha lavoro, lavora al nero, ha redditi sotto i mille euro.

La media delle famiglie italiane guadagna meno di ventimila euro l’anno, dicono i dati ministeriali, con buona pace delle discussioni sulla patrimoniale per chi ha redditi sopra il milione o il milione e mezzo.



C’è differenza fra ventimila e un milione, una differenza così grande che genera, in chi non trova ascolto, rabbia, ostilità, fragilità, disillusione.



Siamo tornati poveri, dicono i dati Istat. Più di otto milioni di italiani, una famiglia su dieci spende circa mille euro a testa al mese, la cifra sotto la quale l’Istat stabilisce la soglia di povertà relativa.

Indietro di 27 anni.

Ma nemmeno questo rende l’idea perché ormai sono anni che separarsi è diventato un lusso da ricchi, che il ceto medio è scivolato verso l’indigenza, che i padri che pagano gli alimenti dormono in macchine e vanno a mangiare alla Caritas.


La novità, oggi, come queste sei semplicissime storie raccontano, è che nell’indifferenza diffusa comprare a metà prezzo il pane di ieri, fare la spesa al super di carne in scadenza e quindi in saldo, nascondere la laurea per trovare un lavoro da 800 euro o laurearsi per poi servire ai tavoli di un pub, al nero, è diventato assolutamente normale.


Tutto intorno è così. L’ascensore sociale non è solo fermo, guasto, bloccato dal malaffare e dal malgoverno (e dalle teste di caXXo - ndt).



Torna indietro. Non sale: scende. I figli hanno un destino peggiore dei padri, il giovane laureato in Legge, figlio di operai del Sud, ha vergogna a dire che non sa che farsene del suo titolo, non sa come spiegarlo ai genitori.

Non va avanti, non può tornare indietro.




È il lavoro che manca.





È l’unica cosa di cui parlare, la sola di cui una campagna elettorale dovrebbe occuparsi: offrire un progetto per restituire lavoro al Paese.



Senza libertà materiale non c’è libertà politica né democrazia.



Il resto sono chiacchiere.




LA CASSIERA

"Vedo tanti pensionati a caccia di super-sconti tra i prodotti in scadenza"

"Può scrivere solo il mio nome? Non vorrei passare un guaio, mi manca solo quello. Giovanna. Faccio la cassiera qui da otto anni, delle prime sono rimasta l'ultima. Ora arrivano tutte ragazze che stanno tre mesi meno un giorno, poi cambiano. Contratti di formazione, li chiamano: ti danno due euro, ti "formano", poi ti mandano a casa e avanti un'altra. Così se ne va la giovinezza e poi dopo a quarant'anni dove lo trovi un impiego? Sì, qui nel nostro "super" facciamo gli sconti last minute. Non li ha visti? Sono quelli con il prezzo in giallo. Se il formaggio, o il latte, o la carne sono a 24 ore dalla scadenza costano fino all'80 per cento in meno. Roba da mangiare subito, la sera stessa, prima che vada a male. Ma ancora buona, eh. Guardi, si fermi a guardare: la comprano tutti. Vede, qui a San Giovanni in Laterano, ci vivono moltissimi pensionati. Vengono col borsellino con la cerniera e dieci euro dentro, la busta di plastica da casa. Che poi uno dice pensionati e pensa agli anziani, ma i pensionati che vedo io hanno anche meno di sessant'anni. A 58 anni non sei vecchio, ma se da un giorno all'altro i duemila euro di stipendio diventano 900 di pensione e se hai ancora i figli a casa... Sapesse quante ne sento. Allora per forza devi comprare la carne che scade. Guardi, guardi. Perché non si direbbe, no? Li vedi ben vestiti, poi arrivano alla cassa e fanno passare tre oggetti. Ormai pagano più in monete che in banconote. Abbiamo anche un accordo con le scuole: i punti della spesa si possono devolvere all'istituto di quartiere per il materiale scolastico. Sì, alla scuola pubblica, perché?"


L'OPERATRICE DI CALL CENTER

"Tre donne, quattro figli: con una casa in comune arriviamo a fine mese"

"Mi chiamo Antonia L. Ho 57 anni, una figlia di 18 che vive con me. Ho cominciato a lavorare al call center quando mi sono separata, tre anni fa. Il mio ex marito non è in condizione di darci niente. Prendo, come tutti, 80 centesimi lordi a chiamata. Il mensile dipende da quanto lavoro. Se sono in salute, se ci metto gli straordinari posso arrivare a 800 euro. Ne pagavo 400 di affitto, più un centinaio di bollette varie. Con i 300 euro che restavano a vivere in due non ce la facevamo. Come me le altre, che al call center siamo soprattutto donne, e tante sole con figli. Con due di loro siamo andate a vivere insieme, un paio di anni fa: un appartamento a Cinecittà. In casa siamo tre donne, una ragazza, la mia, e tre bambini. Ciascuna dorme in camera coi figli. Facciamo la spesa a turno, una volta alla settimana, al discount. A turno laviamo, cuciniamo e assistiamo quelli che si ammalano così se una ha il figlio con la febbre può andare lo stesso al lavoro. Ci prendiamo anche una serata libera, a rotazione. Abbiamo una macchina sola, una tv, un computer. Dividiamo tutto, per orari e per giorni. È una specie di comune anni Settanta: solo che allora lo facevamo per scelta, ora per necessità. Mio padre era impiegato, mia madre maestra. Hanno laureato tre figli, avevamo una casetta al mare. Io la mia laurea ho dovuto nasconderla, sennò ero troppo qualificata per ottenere il lavoro. Mia figlia dice che l'università non serve, non so più cosa risponderle. Da ragazza facevo politica, sono stata anche iscritta a un partito. Ora no, a votare non ci vado più".


IL PANETTIERE

"Vendo a metà prezzo il pane del giorno prima: c'è la fila per comprarlo"

"Abbiamo fatto mettere un cartello fuori: "Il pane di ieri a metà prezzo". Ho raccomandato ai dipendenti discrezione per non urtare le suscettibilità di nessuno. Sa com'è: siamo tutti benestanti fino a prova contraria, il paese è piccolo, la gente parla, la dignità non ha prezzo. Però vedo che lo chiedono in tanti, il pane di ieri. Mi chiamo Luigi Di Ianni, ho 64 anni. Facevo il commerciante, qui a Sulmona. Quando sono andato in pensione ho rilevato il forno "Profumo di pane", che è anche una pasticceria. Un'attività di medie dimensioni: tre punti vendita, mia moglie e mio figlio piccolo che mi aiutano e nove dipendenti. Questo Natale è stato un disastro. I dolci prima si vendevano tutti i giorni, ora a stento per le feste e la domenica. Il pane da noi siamo abituati a comprarlo in forme grandi, e si butta. Uno spreco che non ci possiamo più permettere. Mia madre faceva il pane con le patate che durava venti giorni. Allora ho pensato: ma perché abbiamo smesso di fare così? Se avessimo fatto attenzione, in passato, se fossimo stati più sobri... Io le vedo le persone a negozio, la conosco Sulmona. Sta morendo. Siamo in provincia dell'Aquila, abbiamo passato tristi giorni. Molti sono in cassa integrazione, molti hanno i figli che sono tornati a casa, e tocca mantenerli. Io stesso, se guardassi solo i conti, farei meglio a chiudere. È un impegno verso gli altri, l'impresa. È buono ancora, sa, il nostro pane di ieri? E poi il pane è sacro. Non si butta. Vedo che lo chiedono, infatti. E magari dicono per giustificarsi: sa, ci devo fare le polpette, i ripieni. Che importa se non è vero".


L'IMPRENDITRICE FALLITA

"Noi strozzati dai debiti, mio padre si è ammazzato e l'azienda non c'è più"

"Ho scritto a Monti, a Napolitano. Volevo solo che sospendessero le ingiunzioni di pagamento. Mio padre si è ammazzato per quello. Per rimetterci in piedi ci voleva un po' di tempo, un po' di liquidità, soprattutto avevamo bisogno di non essere in mora coi pagamenti. C'è una legge per i casi come il nostro, ho controllato. Ma non è successo niente. Passavano i mesi e le ingiunzioni continuavano ad arrivare. 200 mila. 180 mila euro a volta. Ma creditori di chi? Papà si è sparato. L'azienda non c'è più. E lo sa poi cos'è che lo ha rovinato? L'amministrazione pubblica. I lavori fatti e non pagati. Fatti, consegnati, con la mano d'opera e i materiali pagati: e i pagamenti delle municipalizzate, delle Asl che non arrivavano mai. A nove mesi, a dodici mesi. E se protesti è peggio, perché poi non lavori più. Ma come fai ad aspettare e intanto pagare i contributi ai dipendenti? Da dove li prendi i soldi? E se ritardi la stessa amministrazione pubblica che non ti paga i lavori ti nega la patente di legalità, non ti dà le carte che ti servono per accedere ai crediti bancari. E così muori, perché poi ci sarebbe da parlare dell'usura bancaria, l'usura legale che ti strozza e ti mette in ginocchio ma io non ne voglio parlare perché sono stanca e non ne posso più. Ho un figlio piccolo devo pensare a lui. Avevo pensato di andare via dal mio paese, dalla mia regione che è il Veneto, certo, il polmone produttivo d'Italia, come no. Ma poi dove vado. Mi chiamo Flavia, lasci stare il cognome. Sono stanca, gliel'ho detto. Tanto qui da noi lo sanno tutti chi sono e sono stanca anche di questo. Vorrei solo sparire".

IL SEPARATO

"Lo stipendio da grafico se ne va per mio figlio: adesso vivo di carità"

"Cosa vuole sapere che non abbia già raccontato? Ora vengono tutti a intervistarci come se fossimo bestie nello zoo: "Le case dei padri separati", scrivono nei titoli, e poi sotto sempre le stesse storie, tutte uguali. Cosa c'è di interessante? Non è normale? E poi perché tutti ora? Sono anni che va così e nessuno si è mai occupato di come vive un uomo che guadagna 1200 euro e si separa, deve pagare gli alimenti e mantenere i figli piccoli. Come vuole che viva? Con 300 euro al mese, vive. Oppure va per strada. Dorme in macchina. Sì, va bene, scriva. Mi chiamo Umberto, ho 52 anni, da otto mesi sto in una stanza dei Padri oblati di Rho. Mio figlio ne ha 11 e sta con me una settimana ogni due. La casa l'ho lasciata alla madre. Quando viene qui dormiamo nello stesso letto, anche se ormai è grandino. Ma non protesta. Prima, quando giravo per i divani letto degli altri, era peggio. Sono diplomato: grafico. Lavoro in una ditta, faccio il materiale pubblicitario. Ho provato a cercare un secondo lavoro, ma è un miracolo se sono riuscito a tenermi il primo. Per un periodo sono andato in depressione. Dopo l'apatia mi è venuta su una rabbia pazzesca. Ma come è possibile, dico, che si debba campare di carità? Ho smesso di guardare la tv, a sentire i talk show politici mi montava la furia, il resto è schifezza per addormentarsi. La macchina l'ho venduta, mio figlio a scuola lo accompagno coi mezzi. Lui si vergogna, vuole che scendiamo alla fermata prima della scuola. Non bisognerebbe separarsi mai. Resistere, ingoiare ma restare. Io non ce l'ho fatta, e ora pago".


IL LAUREATO

"Avvocato sulla carta faccio il cameriere per 400 euro al mese"

"Mi chiamo Giuseppe Minafro, ho 24 anni, la mia famiglia è di Sala Consilina, una frazione. Siamo di origine contadina, i miei genitori operai. Ho due fratelli, un maschio e una femmina. Non ci è mai mancato niente. Ho visto i miei lavorare sempre, tanto, ma la domenica a tavola c'era la torta e il vino dolce, d'estate si andava in vacanza al mare, stavamo bene, noi figli abbiamo studiato tutti. Certo che i miei hanno fatto i sacrifici, per noi, specialmente per me che mi hanno mandato a Roma e mi hanno pagato i libri, l'affitto della stanza, i biglietti del treno per andare e tornare. Io mi sono laureato, ora: Giurisprudenza, con una tesi in diritto penale. Abbiamo fatto una festa a casa. Una festa bellissima, con mezzo paese. Tutti a dire che orgoglio, che bellezza Peppino, ora che sei avvocato ci devi rendere giustizia. Ma io non lo faccio l'avvocato e non lo farò mai. Non sono parente a nessuno, come si dice da me. Concorsi in magistratura non ce ne sono. Io quello che faccio è lavorare in un pub dietro Campo dè Fiori. Cameriere la notte: entro alle sette e stacco alle tre del mattino, e prendo 400 euro al mese. Senza contratto, macché. Se rinuncio io entra un altro. Ho una ragazza, dividiamo il fitto della stanza. Dovrei essere contento, ho avuto bei voti alla tesi e tanti complimenti. Però ho un'angoscia dentro che mi porta via. Io l'avvocato non lo faccio ma al paese mio non lo sanno, e ai miei genitori gli dico ancora un po', non salite, aspettate che mi sistemo. Perché come faccio a spiegarglielo a loro, che hanno la terza media, che la mia laurea non mi serve a lavorare?"
(24 gennaio 2013)

http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... f=HREC1-10



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12) Scrive Gad Lerner, il 29 gennaio 2013 su La Repubblica:


Dai precari alla scuola, alla tv:
le storie di un Paese rassegnato
"Io vi maledico", il nuovo libro di Concita De Gregorio, propone l'Italia che ha smesso di indignarsi. Raccogliendo esempi di qualcosa di profondo: una rabbia senza voce, una collera sminuzzata in tante singole collere che non si incontrano
di GAD LERNER
Lo leggo dopo

"Ça ira, ça ira, ça ira / les aristocrates a' la lanterne!". Terribile è il ritornello di uno dei più popolari canti della Rivoluzione francese, quando invoca l'impiccagione dei nobili per poi, come se non bastasse, ficcargli un bastone didietro per ciascuno. Ma la violenza urlata al femminile davanti alla Bastiglia (ne è rimasta celebre l'interpretazione di Edith Piaf) culminava pur sempre nella palingenesi, inneggiava a una speranza, tant'è che il nostro Carducci ha ripreso il miraggio di quel ça iracome futuro radioso. In ben altra rabbia si è imbattuta Concita De Gregorio misurando la temperatura dell'Italia contemporanea nel suo potente libro-inchiesta Io vi maledico (Einaudi). Nessuna pulsione rivoluzionaria. Manca fra noi l'orizzonte di un rovesciamento delle gerarchie, dei dogmi classisti e tanto meno dei rapporti di produzione. La furia si ripiega su se stessa fino a bruciare l'anima in cui s'è accesa.

L'ho incontrata anch'io Sabrina Corisi, figlia di un operaio sindacalista dell'Ilva di Taranto morto di tumore al polmone dopo essersi battuto per anni contro i veleni minerali che, sospinti dal vento oltre il muro di cinta dell'acciaieria, hanno ricoperto la sua abitazione al rione Tamburi. Sabrina si presenta composta stringendo fra le mani la cornice con la fotografia del padre defunto, di cui i familiari hanno onorato l'ultima volontà affiggendo la lapide che MALEDICE, scritto in maiuscolo, "coloro che possono fare e non fanno nulla per riparare".

Queste maledizioni prive di ça ira, una dopo l'altra raccontate da Concita De Gregorio, delineano una rabbia debole che "sembra ovatta". Rabbia di lamento e di protesta, rabbia gracile. Sempre dalla Francia avevamo importato l'"Indignatevi!" del vecchio partigiano Stephane Hessel, declinato in spagnolo dai giovani disoccupati del movimento 15M e in greco dagli insolventi del debito infinito. Non che l'Italia della recessione se la passi molto meglio; solo che qui cova un malessere sordo, difficilmente esprimibile in senso di comunità. Se da un lato l'autrice si cimenta in autentici pezzi di bravura, come quando narra la lettera mai spedita a Marchionne dalla figlia di un operaio della Fiat di Pomigliano, umiliato fino alle lacrime dalla decisione di votare sì al referendum aziendale, non può bastarle seguire il filo della denuncia. Io vi maledico, difatti, non può leggersi solo come un'inchiesta sull'ingiustizia sociale o su un delitto territoriale come l'amianto a Casale Monferrato. Qualcosa di più profondo è introiettato nello stato d'animo degli italiani. Le insegnanti più sensibili lo riconoscono nei comportamenti deviati di certi bambini. Gli adolescenti si abituano a sfogarlo nella sfera virtuale dei social network. Verdi di rabbia come l'incredibile Hulk, trasformato da supereroe in modello d'irrequietezza mai del tutto sopita.

Se un sociologo come Aldo Bonomi nel 2008, all'inizio della crisi, si sforzava ancora di raccontarci "Il rancore" (Feltrinelli) come radice collettiva del malessere del Nord, e ne descriveva le piccole fredde passioni dalla "paura operaia" all'individualismo proprietario, Concita De Gregorio è costretta ad andare oltre. Oltre le identità locali, oltre lo spaesamento e la protesta antistatalista. Perché la rabbia sminuzzata in tante singole rabbie personali è certo dolorosa ma non sollecita la ricerca di relazioni; semmai sembra trovare sollievo momentaneo nella rappresentazione mediatica. Va a incontrare gli amici d'infanzia dell'arrabbiato per eccellenza, Supermario Balotelli. Sergio Viotti, portiere di riserva nell'Under 21, che lo conosce da quando aveva sei anni, le confida: "Mario diceva sempre che sarebbe stato il primo negro a giocare in nazionale e che non festeggiava i gol perché lo avrebbe fatto solo il giorno che avesse segnato per l'Italia, nella finale dei Mondiali".

Trovo assai convincenti le pagine di Io vi maledico dedicate allo sfogo dei propri sentimenti in un clic. Sul Web ciascuno può scaricare la sua invettiva e provare la falsa ebbrezza di far parte così di una collettività. Riunita da migliaia di "mi piace" o anche solo dalla cancellazione del nemico. Galvanizzata dalla capacità di leader virtuali che sublimano in decibel privi di sonoro il disagio, la protesta, la denuncia. Tutto finto, effetto placebo, lenimento solo momentaneo. Ma vuoi mettere la soddisfazione di avergliele cantate - col nickname che preserva il tuo anonimato - al bersaglio facile del momento? Fin troppo ovvio è riconoscere in Beppe Grillo il re di queste innocue maledizioni, portavoce di una rabbia tradotta in grossolani calembour o sotto forma di invettiva scurrile. Capita a tutti noi di provare ammirazione per la creatività della rete, senza accorgerci di come essa ci imprigioni in una solitudine, per l'appunto, rabbiosa.

Toccante è la testimonianza di Flavia Schiavon, un'altra figlia. Ha vissuto un breve momento di notorietà quando suo padre, piccolo imprenditore della provincia di Padova, si è tolto la vita perché non sopportava il peso dei debiti che gli impedivano di pagare lo stipendio ai dipendenti. Flavia Schiavon si impegna in una campagna di denuncia contro l'Agenzia delle entrate e per questo accetta di comparire in televisione. Ma ben presto constata: "Volevano solo le mie lacrime per fare audience". Non basta. Le arriverà una lettera ignobile: "Ti fai bella della morte di tuo padre, vuoi solo diventare famosa, sei ricca e te lo puoi permettere, mi fai schifo. Faceva riferimento anche a mio figlio. Sì, lo so che anche quella lettera sarà stata lo sfogo di qualcuno che stava male. Però per me è stata una secchiata d'acqua in faccia. Mi sono svegliata".

Recitare l'indignazione è l'ultima specialità di troppi conduttori televisivi benestanti, ma è anche il nuovo business dei falsi portavoce del popolo. Basti pensare a Grillo che apostrofa Giorgio Napolitano come "un vecchietto che va in giro con tre Maserati", gira in camper e intanto custodisce per un po' la sua Ferrari in garage. Lui è il capoccia degli arrabbiati. Non esprime l'ira di Dio né un'aspirazione di giustizia sociale, ma solo la miseria di un cattivo sentimento deprivato dalla speranza. Concita De Gregorio si rifugia allora nelle Rime di rabbia del poeta Bruno Tognolini, solo in apparenza per bambini: "Tu dici che la rabbia che ha ragione / È rabbia giusta e si chiama indignazione".
(29 gennaio 2013)

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-c ... f=HREC2-11


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13) Ha scritto a suo tempo Harry Truman:

E' recessione quando il tuo vicino perde il posto; è depressione quando lo perdi tu.

Harry Truman
(Frase pronunciata da uno che se ne intende - Lamar, 8 maggio 1884 – Kansas City, 26 dicembre 1972- per averle sperimentate direttamente, non uno che parla a vanvera tanto per far prendere aria alla bocca)


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14) Per contro la politica di fronte a tutto questo non esiste. A chiacchiere qualcuno, che vuole fare il vu cumprà in questa direzione.

Queste sono le puntate di Agorà di questa settimana. Potete, contare per vostro conto quanti sono i minuti dedicati alla casta e alla lotta di casta, e quanti ai problemi che affliggono la nazione italiana e la sua gente.


28/01/2013
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... f.html#p=0

29/01/2013
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... d.html#p=0

30/01/2013
http://www.agora.rai.it/dl/RaiTV/progra ... 7.html#p=0

31/01/2013
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... a.html#p=0

01/02/2013
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 8.html#p=0


Quello che vale per Agorà vale per tutti gli altri talk.


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15) Questa non è una corrispondenza privata d’amorosi sensi tra Amà e il sottoscritto.

Quando anche si pone una domanda ad un singolo/a forumista vale per tutti. Quindi non mi dispiacerebbe sapere cosa ne pensa il forum.

Amadeus ha scritto:
Cita:
Non più tardi di due ore fa, per strada ho rincorso un vecchio amico, architetto, libero professionista, leggermente over 50, rosso, rosso, rosso, rosso da far impallidire un cocomero, per chiedergli come vede la situazione attuale, visto che l’ultima volta che ci siamo incontrati, circa 8 mesi fa era decisamente ottimista.

<<Sai che no so per chi votare?>> è stata la sua risposta.


non so quanto tempo ti sei intrattenuto col tuo amico e con la tua amica, se c'è stato tempo di approfondire ....hanno dato delle motivazioni ?
capisco che il pd je fa schifo ma perchè non si riconoscono/ sono convinti su SEL o Ingroia ?

ma per caso era un vecchio amico, un vero esperto di automoibili di ogni cilindrata e ti si è fatto incontro con sorriso aperto e ti ha detto questa macchina è sprecata?
( sorry..quando sono stanca mi viene la stupidera )



Per quanto riguarda il vecchio amico solo pochi minuti, perché era indelicato trattenerlo oltre visto che aveva già avviato l’auto.

Ma visti i precedenti, dove solo 8 mesi fa era passato da Rifondazione a Sel, non c’era bisogno di nessuna motivazione per capire la forte delusione dopo che il narratore si è alleato con il Partito democristiano.

Tu sei in grado di dare una spiegazione razionale et logica sulla commedia all’italiana che stanno recitando nella strana alleanza?

1) Vendola nega apertamente e vivacemente la partecipazione di Sel ad un governo con la destra di Monti e Casini. Non penso sia necessario allegare documentazione.

Un amico funzionario del Sel cittadino, l’altro lunedì mi ha confermato che mai governeranno con Monti.

Gli ho rifatto la domanda di qualche mese prima: <<Ma se vincete con Bersani, e poi il Partito democristiano (NB. Pure lui vede il Pd come un partito democristiano e individua nel Sel il partito vero della sinistra) si allea per necessità con Monti, voi cosa fate?>>.

“Ah,..non c’è nessun dubbio,….usciamo immediatamente dall’alleanza”

Dal mio punto di vista questo comportamento è completamente scorretto nei confronti degli elettori del Sel.

Non si crea per mesi confusione con determinate promesse per poi uscire da una coalizione per motivi già chiariti da D’Alema, Monti e Casini in precedenza.

Potrei sbagliarmi, ma il comportamento del narratore è quello di uno che mira ad entrare in Parlamento in qualsiasi modo per poi usufruire del rimborso ai partiti. Perché essendo fuori dal Parlamento, i fondi del finanziamento pubblico sono cessati nel 2011.



2) Il leone di Bettola, si è messo a difesa di Vendola, potrebbe anche sbranare Monti quando gli chiede di eliminare Vendola.

E poi,

Bersani e il ricatto di Casini
Pubblicato il 14 gennaio 2013


Sfida sulla premiership. Casini a Bersani: non basta vincere solo alla Camera
Monti ai suoi: io saprò distinguere tra Pd e Pdl
ALBERTO D’ARGENIO

ROMA — Il nuovo schema dei montiani.

Campagna elettorale senza attacchi a Bersani.

Ma provando a separare il leader del Pd dai suoi compagni di viaggio meno graditi al Professore.

Vendola, prima di tutto.

E i massimalisti del Partito democratico.

Quelli che Monti e i suoi chiamano «conservatori di sinistra».

Ieri è toccato a Pierferdinando Casini caricare.

Ospite a “In mezz’ora” dice che «con Monti concordo sul fatto che con la sinistra riformista si debba collaborare, ma tra Vendola ed Enrico Letta c’è un abisso: il Pd deve spiegare queste contraddizioni ».

Che il numero uno dell’Udc vede anche nella Fiom e «in quella parte del sindacato su posizioni incompatibili con quanto fatto dal governo».

Parole pronunciate non a caso, visto che Casini, insieme a Fini e Riccardi, sabato ha tenuto un vertice con l’ex rettore della Bocconi per concordare le strategie per la campagna elettorale.

Riunione durante la quale il premier ha chiesto a tutti di non attaccare più Bersani ma le “ali estreme” della sua coalizione.

Per ora ci si limita a questo. Oltre non si va. Non si ipotizzano ancora le mosse del dopo voto.



Quando lo scenario più probabile sarà quello di un Pd che avrà bisogno dei montiani per governare.



«Non possiamo accettare di fare alleanze oggi perché vogliamo vincere», dice Casini. Pensiero che riflette quello del Professore.



Che ai suoi ripete: «Mi auguro che gli italiani capiscano quanto il mio know how possa ancora essere utile al Paese».





Non per niente Casini a Lucia Annunziata dice che «nel mondo ci vedono come pazzi se sostituiamo Monti».





E ancora, «i sondaggi danno in netto vantaggio il centrosinistra, se Bersani vince alla Camera e al Senato potrà andare a Palazzo Chigi, ma se non avrà la maggioranza a Palazzo Madama Napolitano farà le consultazioni e vedrà cosa succede».



È lì che si consumerà il braccio di ferro tra Bersani e Monti.


Il premier ai suoi ripete che non accetterà di fare il ministro del leader democratico.






Vuole Palazzo Chigi.





Ma non al punto da immaginare, al contrario di quanto sussurra qualche centrista, un eventuale patto con il centrodestra.


Nemmeno se Berlusconi facesse un passo indietro.


«Monti è profondamente deluso da come il Pdl si è comportato da settembre in avanti, da come lo ha sfiduciato».
(Come un Berlusconi qualsiasi, il rivoluzionario Che Guevara ha già fatto marcia indietro tra la dichiarazione di Casini del 14 gennaio:

POLITICA
25/01/2013
Monti apre al Pdl e fa infuriare il Pd:
“Accordo, ma solo senza Berlusconi”
Bersani: “Ci trova un difetto al giorno”


Alfano: «Se c’è qualcosa da cui l’Italia deve essere mondata è
questo premier e il governo tecnico. Il Cavaliere rimane il leader del Pdl»
http://www.lastampa.it/2013/01/25/itali ... agina.html)


Dunque la partita è quella di trovare un equilibrio con Bersani e al netto di Sel.

Non è un caso che uno stretto collaboratore di Monti racconti che appena dopo la “salita in politica” in una lunga telefonata Monti abbia offerto a Bersani «un patto di non belligeranza »




se avesse scaricato Vendola e le componenti meno gradite del Pd.




Un nome su tutti quello di Stefano Fassina.



Proposta rigettata dal segretario.


Ma in queste ora i contatti sono di nuovo aperti.

Favoriti dalla svolta impressa da Monti alla strategia sua e degli alleati. «Basta stoccate a Bersani».



Non solo perché con lui si dovrà convivere dopo il voto, ma anche «per non dare l’impressione che Pd e Pdl siano la stessa cosa, che lui e Berlusconi siano uguali».


E poi perché chi all’interno della “strana maggioranza” si è mostrato scorretto verso il governo «è stato il centrodestra».




Intanto al Casini che dice «io e Vendola non vogliamo convivere» il governatore risponde: «Collaborare con Monti per la riforma dello Stato è necessario, ma se fosse alleato con il centrosinistra quest’ultimo dovrebbe rinunciare a Sel».




E ancora, «il centrosinistra ha il diritto di governare senza ipoteche e badanti». La partita è aperta.
http://giacomosalerno.wordpress.com/201 ... di-casini/



3) Essendo di sinistra, io non condivido nulla delle politiche della destra ultraliberista di Monti. Ma comprendo che avendo accettato di tenere in vita una destra completamente rasa al suolo (I Poteri forti hanno cessato di puntare sulla mummia cinese, indipendente dai risultati elettorali), e non essendo all’altezza di questo compito l’ex portaborse di Forlani, tutti i Poteri forti, dalla massoneria, a Confindustria, al Vaticano Spa, all’alta finanza, al mondo bancario, alle Mafie Spa che non sono più quelle di don Totò Riina, ma vere holding finanziarie, oltre alla Trilaterale e Bildelberg, hanno bisogno di una faccia “presentabile” per reggere la scena in attesa della scelta di un nuovo rappresentante decente,…..non possano accettare di convivere con l’ultimo scampolo di sinistra come Vendola, o come potrebbero essere i fastidiosissimi Fassina e CGIL. Questi per i Poteri forti sono il nemico.

4) Ancora oggi Dalemoni ha dichiarato che occorre allearsi con i moderati (nessuno gli ha ancora detto che il guru di Monti gli ha consigliato di rinominarsi “riformisti”)

D’Alema: “Cercare intesa con le forze moderate”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/01/ ... te/219080/


Un puttanaio di questo genere non si era mai visto. Succede solo nei Paesi in cui si stanno tirando gli ultimi, perché si è oltre la frutta.

Tu che spiegazione dai????


^^^^

Infine, per quanto riguarda l’amica rossa, rossa, di Rifondazione è delusa dallo sfascio completo della sinistra. Immagino però, visto che abbiamo ingaggiato un braccio di ferro sul voto, che lei ritiene obbligatorio, secondo la vecchia mentalità comunista, alla fine come si fa per Milan, Inter, Juve, potrebbe votare Ingroia, anche se non serve a risolvere i problemi dei cittadini italiani, come per il resto dei partiti.

Ho cercato di spiegargli che i partiti chiedono il voto per se stessi e non per gli italiani.

L’elenco delle cose da fare per salvare il Paese te l’ho già precisato in “c’ama fari”.

Se c’è un partito che s’impegna a salvare l’Italia e gli italiani avrà il mio voto.

I partiti che intendono salvare solo se stessi si arrangino, non avranno il mio voto. Come sostiene shiloh, ognuno si prenda le sue responsabilità.


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Da quanto letto sul forum, ma anche in generale al di fuori dal forum, a causa dell’impostazione che ne hanno dato i partiti per la loro stretta convenienza, è stata data un’impostazione tradizionale delle elezioni, come se niente fosse successo. Un’elezione identica a tante altre degli ultimi 20 anni.

Spiacente, ma questa è un elezione di confine che decide del destino dell’Italia.

Penso siano pochissimi a rendersene conto.

Gustavo Zagrebelsky e LeG se ne erano accorti un anno fa, e lo avevano denunciato in un incontro al Teatro Smeraldo di Milano.

Hanno dichiarato che i partiti erano falliti e che dovevano rinnovarsi.

I partiti non hanno fatto ASSOLUTAMENTE NULLA, perché le democrazie non sono in grado di autoriformarsi quando giungono sull’orlo dell’abisso.

Stanno lottando per essere presenti nella nuova legislatura tutti quanti.

Questa doveva essere una nuova legislatura in cui doveva iniziare la terza Repubblica.

Le condizioni socio economiche lo richiedono con estrema urgenza.

Non è così. Tutti gli attori che hanno portato al fallimento l’Italia sono presenti a vario titolo per la nuova legislatura che sarà solo un ulteriore prolungamento dell’agonia della Seconda Repubblica.

Il disastro è quindi nelle cose. Tutti i Schettino sono ancora lì.

Per salvare il Paese occorrono immediati interventi urgenti, che gli Schettino di turno non faranno mai. Come non hanno avuto il coraggio di fare nel novembre 2011.

I passaggi da fare sono obbligatori per tutti quando una nazione si riduce a questi livelli, conciata da sbatter via sotto ogni punto di vista.

Ma tutti si stanno comportando da volgari vu cumprà intenzionati a difendere solo e soltanto le loro rendite di posizione.

Da qui la necessità di votare un partito che faccia quelle cose che possano salvare l’Italia e gli italiani.

Per il momento è un partito che non c’è. Ma votare ancora questi personaggi significa diventare corresponsabili dell’affondamento dell’Italia, salvando la casta e i poteri forti.

Come sostiene shiloh, ognuno si prenda le proprie responsabilità.

Ho tollerato per anni le malefatte di tutti turandomi il naso. Adesso basta.

Non intendo diventare corresponsabile di guerre per bande in lotta per la gestione del potere e l’accapparramento delle poltrone.

Da almeno due anni sto lanciando l’allarme perché tutto sta finendo male. Non è servito a niente, come non sono serviti a nulla 11 anni di impegno sui forum di cs, per cambiare e arginare il disastro.

Io sono cosciente che dovrò pagare un prezzo altissimo nei prossimi mesi. Non so voi.

Sono solo tranquillo con la mia coscienza di aver cercato di fare qualcosa nel modo che credo più opportuno, il confronto delle idee, anche se mi rendo conto di aver fallito clamorosamente.

Non sono molto propenso con la strada dello scontro violento, perché la storia mi ha insegnato che serve poco o niente.

Pur essendo un sessantottino, non ho mai partecipato agli scontri violenti dell’epoca.

Basta solo vedere dove sono piazzati i vari rivoluzionari dell’epoca. La maggioranza sta con Berlusconi.

Con questo non intendo affatto minimamente esortare nessuno a fare quanto da me scelto. Ognuno è libero di fare le scelte che vuole. Ma ripeto, si prenda le sue responsabilità.
Ultima modifica di camillobenso il 01/02/2013, 22:03, modificato 5 volte in totale.
pancho
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Iscritto il: 21/02/2012, 19:25

Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da pancho »

shiloh ha scritto:
pancho ha scritto:
Quante conclusioni si potrebbero trarre dopo queste vicende che per un certo qual verso erano piu' che prevedibili.
Una fra tutte:
Le proprie idee possono essere barattate con un "voto utile" anche quando hanno ritenuto che non sarebbe stato utile coinvolgerti in un tederminato programma per non spostare l'asse troppo a sinistra?

Ecche' pretendono ora?Il voto utiler per avere la maggioranza al senato? Non siamo piu' servi della gleba.

"Stadtluft macht frei" (la citta ci rende liberi) e liberi vogliamo stare con le ns. idee se nessuno vuole coinvolgerci.

Magari poi diranno che, se non si formera' alcun governo, che la colpa e' tutta nostra. Vaffa....



un salutone da Juan
....e nel caso i numeri al senato obbligheranno IBC ad un'alleanza con il banchiere mannaro...dirò pure che qualcuno se l'è cercata...

p.s.

e ..."un salutone" ;)
...e chi sarebbe questo qualcuno? "son forse io?", si domandera' qualcuno che non sono io.

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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