E Adesso chi Voto?
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Re: E Adesso chi Voto?
Una situazione volatile che muta di giorno in giorno
EDITORIALI
06/02/2013
L’incubo di un risultato“alla greca”
MARCELLO SORGI
La svolta che nel giro di due giorni ha riportato l’armonia tra Monti e Bersani, dopo settimane di scontri quotidiani, ha colpito un po’ tutti.
In effetti il presidente del Consiglio e il segretario del Pd se ne erano dette di tutti i colori: il Professore era arrivato a ribattezzare all’indietro il Pd fino al 1921, data della scissione di Livorno e della fondazione del Partito comunista d’Italia («Forse s’è confuso con la sua data di nascita», gli aveva replicato Matteo Renzi con una delle sue battute fulminanti). E Bersani non si dava pace, visto che in oltre un anno di leale collaborazione al governo, il premier non aveva mai trovato tanti difetti al suo partito.
In sole 48 ore invece l’alleanza è rinata. Il leader del Pd ha detto e ripetuto nelle piazze e in tv che anche se dovesse raggiungere il 51 per cento si comporterebbe egualmente come se fosse al 49, cercando la collaborazione dei centristi come è nei suoi programmi da tempo.
Il Professore si è spinto più in là: oltre a confermare la prospettiva di un’intesa con Bersani, ha adombrato l’eventualità che si possa costruire una larga coalizione meno provvisoria e fragile di quella che ha sostenuto il suo primo governo e in grado di realizzare le riforme di cui il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi.
Se solo si riflette sul fatto che Monti era entrato nella campagna elettorale con l’ambizione di scomporre le due coalizioni avversarie, emarginando le parti più conservatrici per far prevalere quelle più riformiste, la svolta è notevole. Il presidente del Consiglio, che si candida a succedere a se stesso, prende atto che solo in accordo con i partiti suoi avversari sarà possibile delineare un programma comune di iniziative che aiuti l’Italia a fare quel che l’Europa le chiede: più competitività sui mercati, più flessibilità sul lavoro, veri tagli alla spesa pubblica, e sul piano istituzionale la revisione della Costituzione, il rafforzamento del governo e lo snellimento del Parlamento, promesse tante volte e sempre rinviate.
Quella di Monti è naturalmente una sfida, più che una proposta: occorrerà vedere come reagirà Bersani, dopo le sue recenti aperture, all’ipotesi che non un centrosinistra più ampio, ma una larga coalizione, sia necessaria per la prossima legislatura. E soprattutto bisognerà vedere quali saranno gli effetti di un’iniziativa del genere all’interno del Pdl. Nel centrodestra, infatti, quando ancora sembrava che Berlusconi fosse orientato a farsi da parte, Alfano e gran parte della nuova generazione spingevano a favore di un rapporto più stretto con il premier, candidato ideale, dal loro punto di vista, a guidare lo schieramento moderato. Poi il ritorno in scena di Berlusconi ha mandato tutto per aria: e dopo le sparate degli ultimi giorni, e una campagna tutta giocata contro i «disastri» provocati da Monti, non si capisce come il Cavaliere possa tornare sui suoi passi.
In ogni caso siamo solo all’inizio di un processo che, se davvero si svilupperà, lo farà dopo il voto e con i risultati alla mano. Sarebbe stato meglio, certo, molto meglio, che pur riservandosi uno spazio di manovra e di propaganda in una campagna elettorale in cui è normale che ognuno punti a prendere un voto in più, i partiti che pur tra molte difficoltà avevano condiviso l’esperienza del governo dell’ultimo anno avessero concordato un perimetro protetto, entro il quale salvare ciò che di buono era stato realizzato, e tutto quel che restava da fare. Un tentativo impossibile, sapendo come vanno le cose in Italia, quando arriva il momento delle elezioni. Ma a maggior ragione ci si poteva almeno provare.
Invece è andata com’è andata: il ritiro in extremis dell’appoggio a Monti da parte del Pdl ha provocato la caduta del governo e le elezioni anticipate. La crisi ha preoccupato gli osservatori internazionali, in specie gli europei che consideravano l’Italia un paese in convalescenza. Questi timori si sono ribaltati su Monti, spingendolo a «salire» in politica. La nascita del suo partito ha irritato Bersani e ne è derivata la guerra che i due si sono fatti fin qui.
Adesso, è inutile nasconderlo, non sarà facile rimettere insieme i cocci. Mentre è abbastanza chiara la ragione del pentimento e del tentativo di ricostruire l’unica, forse, soluzione che consentirebbe all’Italia di risolvere i suoi problemi. Al momento attuale nessuno pensa di vincere. Né Bersani, che ha visto assottigliarsi il suo vantaggio, né Berlusconi, in rimonta, sì, ma fino a un certo punto. E neppure Monti, che stando agli ultimi sondaggi rischia perfino di arrivare quarto, dopo Grillo. All’improvviso è diventato più forte l’incubo di un risultato «alla greca», in cui una vera maggioranza non si trova. Così la paura fa novanta, e tutti cercano di ritrovare le amicizie perdute. Che questo sia il modo migliore di arrivare a una larga coalizione è tutto da vedere.
EDITORIALI
06/02/2013
L’incubo di un risultato“alla greca”
MARCELLO SORGI
La svolta che nel giro di due giorni ha riportato l’armonia tra Monti e Bersani, dopo settimane di scontri quotidiani, ha colpito un po’ tutti.
In effetti il presidente del Consiglio e il segretario del Pd se ne erano dette di tutti i colori: il Professore era arrivato a ribattezzare all’indietro il Pd fino al 1921, data della scissione di Livorno e della fondazione del Partito comunista d’Italia («Forse s’è confuso con la sua data di nascita», gli aveva replicato Matteo Renzi con una delle sue battute fulminanti). E Bersani non si dava pace, visto che in oltre un anno di leale collaborazione al governo, il premier non aveva mai trovato tanti difetti al suo partito.
In sole 48 ore invece l’alleanza è rinata. Il leader del Pd ha detto e ripetuto nelle piazze e in tv che anche se dovesse raggiungere il 51 per cento si comporterebbe egualmente come se fosse al 49, cercando la collaborazione dei centristi come è nei suoi programmi da tempo.
Il Professore si è spinto più in là: oltre a confermare la prospettiva di un’intesa con Bersani, ha adombrato l’eventualità che si possa costruire una larga coalizione meno provvisoria e fragile di quella che ha sostenuto il suo primo governo e in grado di realizzare le riforme di cui il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi.
Se solo si riflette sul fatto che Monti era entrato nella campagna elettorale con l’ambizione di scomporre le due coalizioni avversarie, emarginando le parti più conservatrici per far prevalere quelle più riformiste, la svolta è notevole. Il presidente del Consiglio, che si candida a succedere a se stesso, prende atto che solo in accordo con i partiti suoi avversari sarà possibile delineare un programma comune di iniziative che aiuti l’Italia a fare quel che l’Europa le chiede: più competitività sui mercati, più flessibilità sul lavoro, veri tagli alla spesa pubblica, e sul piano istituzionale la revisione della Costituzione, il rafforzamento del governo e lo snellimento del Parlamento, promesse tante volte e sempre rinviate.
Quella di Monti è naturalmente una sfida, più che una proposta: occorrerà vedere come reagirà Bersani, dopo le sue recenti aperture, all’ipotesi che non un centrosinistra più ampio, ma una larga coalizione, sia necessaria per la prossima legislatura. E soprattutto bisognerà vedere quali saranno gli effetti di un’iniziativa del genere all’interno del Pdl. Nel centrodestra, infatti, quando ancora sembrava che Berlusconi fosse orientato a farsi da parte, Alfano e gran parte della nuova generazione spingevano a favore di un rapporto più stretto con il premier, candidato ideale, dal loro punto di vista, a guidare lo schieramento moderato. Poi il ritorno in scena di Berlusconi ha mandato tutto per aria: e dopo le sparate degli ultimi giorni, e una campagna tutta giocata contro i «disastri» provocati da Monti, non si capisce come il Cavaliere possa tornare sui suoi passi.
In ogni caso siamo solo all’inizio di un processo che, se davvero si svilupperà, lo farà dopo il voto e con i risultati alla mano. Sarebbe stato meglio, certo, molto meglio, che pur riservandosi uno spazio di manovra e di propaganda in una campagna elettorale in cui è normale che ognuno punti a prendere un voto in più, i partiti che pur tra molte difficoltà avevano condiviso l’esperienza del governo dell’ultimo anno avessero concordato un perimetro protetto, entro il quale salvare ciò che di buono era stato realizzato, e tutto quel che restava da fare. Un tentativo impossibile, sapendo come vanno le cose in Italia, quando arriva il momento delle elezioni. Ma a maggior ragione ci si poteva almeno provare.
Invece è andata com’è andata: il ritiro in extremis dell’appoggio a Monti da parte del Pdl ha provocato la caduta del governo e le elezioni anticipate. La crisi ha preoccupato gli osservatori internazionali, in specie gli europei che consideravano l’Italia un paese in convalescenza. Questi timori si sono ribaltati su Monti, spingendolo a «salire» in politica. La nascita del suo partito ha irritato Bersani e ne è derivata la guerra che i due si sono fatti fin qui.
Adesso, è inutile nasconderlo, non sarà facile rimettere insieme i cocci. Mentre è abbastanza chiara la ragione del pentimento e del tentativo di ricostruire l’unica, forse, soluzione che consentirebbe all’Italia di risolvere i suoi problemi. Al momento attuale nessuno pensa di vincere. Né Bersani, che ha visto assottigliarsi il suo vantaggio, né Berlusconi, in rimonta, sì, ma fino a un certo punto. E neppure Monti, che stando agli ultimi sondaggi rischia perfino di arrivare quarto, dopo Grillo. All’improvviso è diventato più forte l’incubo di un risultato «alla greca», in cui una vera maggioranza non si trova. Così la paura fa novanta, e tutti cercano di ritrovare le amicizie perdute. Che questo sia il modo migliore di arrivare a una larga coalizione è tutto da vedere.
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Re: E Adesso chi Voto?
ecco,
L’incubo di un risultato“alla greca”
MARCELLO SORGI
un'altro di quelli superintelligentoni...
mica l'abbiamo capito che questo qua è uno di quelli che fa il tifo perchè CI SIA un risultato alla greca.
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Re: E Adesso chi Voto?
shiloh ha scritto:Renzi torna in campo perchè gli è stato chiesto di tornare in campo.camillobenso ha scritto:Ritorno agli anni ’50.
Torna in campo Renzi ed è subito Don Camillo e l’Onorevole Peppone.
“Chi vota colomba si scava la tomba”
Nel Pd ricomincia la caccia dei voti a destra.
*
Il voto a Ingroia è buttato via”. Poi però, quando gli si chiede di Berlusconi, il sindaco di Firenze preferisce non affondare il colpo: “Io ho un modello, uno stile, non parlo mai male degli altri. Non parlo male del Presidente Berlusconi, non parlo male del Pdl”
di Andrea Postiglione
sennò se ne sarebbe rimasto zitto e buono a Firenze come aveva detto che avrebbe fatto e come stava facendo.
e siccome nel PD non vige il pensiero unico,lo fa secondo il suo stile...
o adesso dobbiamo copiare da quello del pensiero unico ???
Basta vedere le dichiarazioni di Dalemoni.
Hanno sbagliato i conti e sono dovuti ricorrere a Renzi nel tentativo di recuperare a destra.
Solo che si ripete l'ambaradan, tenterà di recuperare a destra ma perde a sinistra, non considerando che rispetto alle primarie le due destre facevano il tifo per lui, ora no.....
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Re: E Adesso chi Voto?
penso che,camillobenso ha scritto:shiloh ha scritto:camillobenso ha scritto:
2) Perché non è stato fatto il conflitto d’interessi che avrebbe immediatamente messo fuori gioco il banana?
è stato un errore.
a volte gli errori sono irrimediabili...
ma su questo errore :
Bersani ha detto che la legge sul conflitto d'interesse sarà uno dei primi provvedimenti del suo governo.
questo è il futuro.
se poi si vuol continuare a parlare del passato...prego.
Cosa ne pensi di Babbo Natale e la Befana?
Quanto tempo è che non voti?
Durante le campagne elettorale tutto è possibile perché ti vendono l'impossibile.
Poi questa è una novità, una campagna elettorale che capita di carnevale dove ogni scherzo vale.
siccome se Bersande racconta le cose come stanno ,allora lo si accusa di non essere in grado di dare una speranza,un sogno al paese,
me se invece fa promesse lo si accusa di essere Babbo Natale,
tanto vale che Bersande ,visto che paga di sua borsa (perchè se perde è politicamente finito)
tanto vale che faccia di sua testa...senza ascoltare gli spin-doctors all'amatriciana.
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Re: E Adesso chi Voto?
camillobenso ha scritto:shiloh ha scritto:Renzi torna in campo perchè gli è stato chiesto di tornare in campo.camillobenso ha scritto:Ritorno agli anni ’50.
Torna in campo Renzi ed è subito Don Camillo e l’Onorevole Peppone.
“Chi vota colomba si scava la tomba”
Nel Pd ricomincia la caccia dei voti a destra.
*
Il voto a Ingroia è buttato via”. Poi però, quando gli si chiede di Berlusconi, il sindaco di Firenze preferisce non affondare il colpo: “Io ho un modello, uno stile, non parlo mai male degli altri. Non parlo male del Presidente Berlusconi, non parlo male del Pdl”
di Andrea Postiglione
sennò se ne sarebbe rimasto zitto e buono a Firenze come aveva detto che avrebbe fatto e come stava facendo.
e siccome nel PD non vige il pensiero unico,lo fa secondo il suo stile...
o adesso dobbiamo copiare da quello del pensiero unico ???
Basta vedere le dichiarazioni di Dalemoni.
Hanno sbagliato i conti e sono dovuti ricorrere a Renzi nel tentativo di recuperare a destra.
Solo che si ripete l'ambaradan, tenterà di recuperare a destra ma perde a sinistra, non considerando che rispetto alle primarie le due destre facevano il tifo per lui, ora no.....
secondo me,
in questa campagna elettorale,
a parte la supercazzola genovese,
i conti li hanno sbagliati tutti,ma proprio tutti.
p.s.
e per dalemoni questa è una doppia sconfitta...non ti va bene neppure questo ???
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Re: E Adesso chi Voto?
Vox populi
Gabriele67 1 ora fa
“L’operazione di Ingroia non ha futuro è finalizzata solo a togliere voti al centrosinistra per far vincere la destra” ... non è vero: per far vincere Berlusconi sono sufficienti Renzi e Bersani!
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Gabriele67 1 ora fa
“L’operazione di Ingroia non ha futuro è finalizzata solo a togliere voti al centrosinistra per far vincere la destra” ... non è vero: per far vincere Berlusconi sono sufficienti Renzi e Bersani!
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Re: E Adesso chi Voto?
p.s.
e per dalemoni questa è una doppia sconfitta...non ti va bene neppure questo ???[/quote]
Io non sono democristiano come Dalemoni. Non sono in corsa per il Colle, né per la Farnesina se va male il Colle
e per dalemoni questa è una doppia sconfitta...non ti va bene neppure questo ???[/quote]
Io non sono democristiano come Dalemoni. Non sono in corsa per il Colle, né per la Farnesina se va male il Colle
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Re: E Adesso chi Voto?
me se invece fa promesse lo si accusa di essere Babbo Natale,
tanto vale che Bersande ,visto che paga di sua borsa (perchè se perde è politicamente finito)
tanto vale che faccia di sua testa...senza ascoltare gli spin-doctors all'amatriciana.[/quote]
Ha sbagliato i calcoli da due anni e adesso si ritrova con un pugno di mosche. Non ci sono speranze, si rivota.
tanto vale che Bersande ,visto che paga di sua borsa (perchè se perde è politicamente finito)
tanto vale che faccia di sua testa...senza ascoltare gli spin-doctors all'amatriciana.[/quote]
Ha sbagliato i calcoli da due anni e adesso si ritrova con un pugno di mosche. Non ci sono speranze, si rivota.
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Re: E Adesso chi Voto?
camillobenso ha scritto:
Io non sono democristiano come Dalemoni. Non sono in corsa per il Colle, né per la Farnesina se va male il Colle
nenche io.
però la doppia sconfitta di Dalemoni mi dà soddisfazione.
perchè negarsela ???
solo perchè Travaglio dice che son tutti uguali ???
lascia che dica...
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Re: E Adesso chi Voto?
camillobenso ha scritto:
, si rivota.
si rivota ???
mejo.
a me piace votare.
il voto profuma di...democrazia.
con il mio voto alle primarie dei candidati ho contribuito a fare un po' di pulizia nel PD.
son soddisfazioni,
perchè negarsele ???
solo perchè Travaglio ri-dice che son tutti uguali ???
ri-lascia che dica...
p.s.
e comunque ,prima o poi ,si rivota sempre...niente di nuovo sotto il sole.
per cui:
"chi vuol esser lieto sia,del doman non v'è certezza".
have a nice day Tion.
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