articolo 18
Re: articolo 18
"Con il consenso delle parti sociali dovranno essere riformate le istituzioni del mercato del lavoro, per allontanarci da un mercato duale dove alcuni sono fin troppo tutelati mentre altri sono totalmente privi di tutele e assicurazioni in caso di disoccupazione.
Le riforme in questo campo dovranno avere il duplice scopo di rendere più equo il nostro sistema di tutela del lavoro e di sicurezza sociale e anche di facilitare la crescita della produttività, tenendo conto dell’eterogeneità che contraddistingue in particolare l’economia italiana. In ogni caso, il nuovo ordinamento che andrà disegnato verrà applicato ai nuovi rapporti di lavoro per offrire loro una disciplina veramente universale, mentre non verranno modificati i rapporti di lavori regolari e stabili in essere."
Tratto dal testo delle dichiarazioni programmatiche del Governo Monti al Senato del 17 novembre 2011.
http://www.leggioggi.it/allegati/il-tes ... rno-monti/
Come sono smemorati questi nostri politici e commentatori!
Le riforme in questo campo dovranno avere il duplice scopo di rendere più equo il nostro sistema di tutela del lavoro e di sicurezza sociale e anche di facilitare la crescita della produttività, tenendo conto dell’eterogeneità che contraddistingue in particolare l’economia italiana. In ogni caso, il nuovo ordinamento che andrà disegnato verrà applicato ai nuovi rapporti di lavoro per offrire loro una disciplina veramente universale, mentre non verranno modificati i rapporti di lavori regolari e stabili in essere."
Tratto dal testo delle dichiarazioni programmatiche del Governo Monti al Senato del 17 novembre 2011.
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Re: articolo 18
Monti avvisa: «Se il Paese non è pronto,
il governo potrebbe anche non restare»
«Ma finora l'Italia si è mostrata più pronta del previsto». Poi cita Andreotti: «Mi interessa lavorare, non tirare a campare»
MILANO - «Se il Paese attraverso le sue forze sociali e politiche non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo di continuare per arrivare a una certa data». Il premier Mario Monti usa queste parole parlando della riforma del lavoro, rimarcando però che il Paese si è mostrato più pronto del previsto. Poi cita Giulio Andreotti, non per nome ma per quella frase ormai icona per ogni politico, quella sul tirare a campare o tirare le cuoia. Crisi? «Rifiuterei il concetto: a noi è stato chiesto di fare un'azione nell'interesse generale. Un illustrissimo uomo politico diceva: "meglio tirare a campare che tirare le cuoia". Per noi nessuna delle due espressioni vale perché l'obiettivo è molto più ambizioso della durata ed è fare un buon lavoro».
LA DATA DEL 2013 - Non serve agitare lo spettro di una crisi sulla riforma del mercato del lavoro, perché «rifiuterei il concetto stesso di crisi» e perché c'è un altro elemento che il Professore, da Seul, mette sotto agli occhi della politica: «Se il Paese, attraverso le sue forze sociali e politiche, non si sente pronto a quello che secondo noi è un buon lavoro, non chiederemo certo di continuare per arrivare a una certa data». Si voterà nel 2013 e Monti non nasconde ai giornalisti che Paesi sede di fondi sovrani e istituzioni private che investono anche nel nostro Paese hanno «il palpabile desiderio di capire se, come e quanto intensificare i loro investimenti in Italia», timorosi del ritorno di «vecchi vizi» come l'invadenza della politica nell'economia. È vero che «alla fine di questo test quando la politica tradizionale tornerà non sarà quella tradizionale» ma, se non bastasse, Monti avverte che «finora il Paese si è mostrato più pronto di quello che immaginassi e se qualche segno di scarso gradimento c'è stato è andato verso altri protagonisti del percorso politico. Ma non verso il governo».
KAZAKISTAN - In precedenza Monti aveva parlato dal Kazakistan, dopo aver avuto un colloquio con il premier kazako all'aeroporto di Astana. Lì con un gioco di parole, spiegava che si era trattato di «uno scalo tecnico di importanza politica». A bordo dell'Airbus di Stato che proseguiva la sua rotta verso Seoul, Monti prendeva atto con soddisfazione dei report che le banche consulenti del Paese ospite, come gli aveva riferito l'omologo Masimov, stilano sui progressi del risanamento in Italia. Ma non solo. Il premier rispondeva anche ai cronisti che gli chiedevano se fosse sereno nonostante le polemiche in Italia sul delicato fronte della riforma del mercato del lavoro: «Sento il peso di decisioni non facili» dettate dal fatto che la situazione «dell'Italia era piuttosto grave» ma abbiamo «cercato di essere equi nel distribuire i sacrifici» per risanare l'Italia.
RISPETTO PER LE PARTI -«La situazione dell'Italia come si trovava nel momento in cui ci è stata affidata questa responsabilità - aveva aggiunto - era, lo sappiamo tutti, piuttosto grave e abbiamo cercato in questi mesi di essere equi nel distribuire i sacrifici o i contributi delle diverse parti economiche e sociali al risanamento dell'Italia». «Poi - sottolineava- quando si tratta di lavoro, di sindacati, di forze sociali, di elemento umano è chiaro che il rispetto per tutti i soggetti coinvolti nella consultazione è grande».
IL PARLAMENTO - «Ci rendiamo conto delle difficoltà di ciascuno, e ci rendiamo conto che alla fine deve essere il Parlamento a decidere. Ed è responsabilità del governo quella di presentargli una proposta che riteniamo equa e abbastanza incisiva». Allo stesso tempo è dovere dell'Esecutivo «prospettare al Parlamento le ragioni per le quali, pur essendo le Camere sovrane, cercheremo di avere un risultato finale in tempi non troppo lunghi e che sia il più vicino possibile a quanto abbiamo presentato» concludeva Monti .
NON SARÀ FATTO A POLPETTE - Sulla stessa lunghezza d'onda del premier il ministro del Welfare Elsa Fornero. «Questa è una riforma seria ed equilibrata. Spero che i partiti capiscano: modifiche se ne possono fare, ma il governo non accetterà che questo disegno di legge venga snaturato o sia ridotto in polpette». In un colloquio con Repubblica, il ministro lancia un appello alle Camere: «Questo provvedimento potrà anche subire qualche cambiamento, ma chiediamo che il Parlamento sovrano ne rispetti l'impianto e i principi basilari. In caso contrario dovrà assumersi le sue responsabilità e il governo farà le sue valutazioni». Quanto alla formulazione «salvo intese». «Non vuol dire - spiega - che la discussione è ancora aperta e che per un'altra settimana riparte la giostra. Il provvedimento è quello».
Redazione Online26 marzo 2012 (modifica il 27 marzo 2012)©
http://www.corriere.it/politica/12_marz ... ab45.shtml.
Dal blog di Grillo
Se il Paese attraverso le sue forze sociali e politiche non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo di continuare per arrivare a una certa data". Ecco, Rigor Montis, ci comunichi la data, ci faccia una sorpresa, la metta dentro l'Uovo di Pasqua, perché una cosa è certa, il Paese non è pronto per la sua macelleria sociale. Lei ha citato Andreotti "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia". Non si può dire che finora lei abbia tirato a campare, anzi. Si può affermare invece che abbia interpretato più che largamente il suo ruolo di tecnico mettendo in discussione l'articolo 18 senza nessuna autorità politica o popolare per farlo. Senza il consenso degli italiani, che sono più consapevoli e informati di quanto lei forse creda, il suo governo tirerà presto le cuoia. La Bocconi la chiama!
http://www.beppegrillo.it/2012/03/monti ... l#comments
Ciao
Paolo11
il governo potrebbe anche non restare»
«Ma finora l'Italia si è mostrata più pronta del previsto». Poi cita Andreotti: «Mi interessa lavorare, non tirare a campare»
MILANO - «Se il Paese attraverso le sue forze sociali e politiche non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo di continuare per arrivare a una certa data». Il premier Mario Monti usa queste parole parlando della riforma del lavoro, rimarcando però che il Paese si è mostrato più pronto del previsto. Poi cita Giulio Andreotti, non per nome ma per quella frase ormai icona per ogni politico, quella sul tirare a campare o tirare le cuoia. Crisi? «Rifiuterei il concetto: a noi è stato chiesto di fare un'azione nell'interesse generale. Un illustrissimo uomo politico diceva: "meglio tirare a campare che tirare le cuoia". Per noi nessuna delle due espressioni vale perché l'obiettivo è molto più ambizioso della durata ed è fare un buon lavoro».
LA DATA DEL 2013 - Non serve agitare lo spettro di una crisi sulla riforma del mercato del lavoro, perché «rifiuterei il concetto stesso di crisi» e perché c'è un altro elemento che il Professore, da Seul, mette sotto agli occhi della politica: «Se il Paese, attraverso le sue forze sociali e politiche, non si sente pronto a quello che secondo noi è un buon lavoro, non chiederemo certo di continuare per arrivare a una certa data». Si voterà nel 2013 e Monti non nasconde ai giornalisti che Paesi sede di fondi sovrani e istituzioni private che investono anche nel nostro Paese hanno «il palpabile desiderio di capire se, come e quanto intensificare i loro investimenti in Italia», timorosi del ritorno di «vecchi vizi» come l'invadenza della politica nell'economia. È vero che «alla fine di questo test quando la politica tradizionale tornerà non sarà quella tradizionale» ma, se non bastasse, Monti avverte che «finora il Paese si è mostrato più pronto di quello che immaginassi e se qualche segno di scarso gradimento c'è stato è andato verso altri protagonisti del percorso politico. Ma non verso il governo».
KAZAKISTAN - In precedenza Monti aveva parlato dal Kazakistan, dopo aver avuto un colloquio con il premier kazako all'aeroporto di Astana. Lì con un gioco di parole, spiegava che si era trattato di «uno scalo tecnico di importanza politica». A bordo dell'Airbus di Stato che proseguiva la sua rotta verso Seoul, Monti prendeva atto con soddisfazione dei report che le banche consulenti del Paese ospite, come gli aveva riferito l'omologo Masimov, stilano sui progressi del risanamento in Italia. Ma non solo. Il premier rispondeva anche ai cronisti che gli chiedevano se fosse sereno nonostante le polemiche in Italia sul delicato fronte della riforma del mercato del lavoro: «Sento il peso di decisioni non facili» dettate dal fatto che la situazione «dell'Italia era piuttosto grave» ma abbiamo «cercato di essere equi nel distribuire i sacrifici» per risanare l'Italia.
RISPETTO PER LE PARTI -«La situazione dell'Italia come si trovava nel momento in cui ci è stata affidata questa responsabilità - aveva aggiunto - era, lo sappiamo tutti, piuttosto grave e abbiamo cercato in questi mesi di essere equi nel distribuire i sacrifici o i contributi delle diverse parti economiche e sociali al risanamento dell'Italia». «Poi - sottolineava- quando si tratta di lavoro, di sindacati, di forze sociali, di elemento umano è chiaro che il rispetto per tutti i soggetti coinvolti nella consultazione è grande».
IL PARLAMENTO - «Ci rendiamo conto delle difficoltà di ciascuno, e ci rendiamo conto che alla fine deve essere il Parlamento a decidere. Ed è responsabilità del governo quella di presentargli una proposta che riteniamo equa e abbastanza incisiva». Allo stesso tempo è dovere dell'Esecutivo «prospettare al Parlamento le ragioni per le quali, pur essendo le Camere sovrane, cercheremo di avere un risultato finale in tempi non troppo lunghi e che sia il più vicino possibile a quanto abbiamo presentato» concludeva Monti .
NON SARÀ FATTO A POLPETTE - Sulla stessa lunghezza d'onda del premier il ministro del Welfare Elsa Fornero. «Questa è una riforma seria ed equilibrata. Spero che i partiti capiscano: modifiche se ne possono fare, ma il governo non accetterà che questo disegno di legge venga snaturato o sia ridotto in polpette». In un colloquio con Repubblica, il ministro lancia un appello alle Camere: «Questo provvedimento potrà anche subire qualche cambiamento, ma chiediamo che il Parlamento sovrano ne rispetti l'impianto e i principi basilari. In caso contrario dovrà assumersi le sue responsabilità e il governo farà le sue valutazioni». Quanto alla formulazione «salvo intese». «Non vuol dire - spiega - che la discussione è ancora aperta e che per un'altra settimana riparte la giostra. Il provvedimento è quello».
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http://www.corriere.it/politica/12_marz ... ab45.shtml.
Dal blog di Grillo
Se il Paese attraverso le sue forze sociali e politiche non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo di continuare per arrivare a una certa data". Ecco, Rigor Montis, ci comunichi la data, ci faccia una sorpresa, la metta dentro l'Uovo di Pasqua, perché una cosa è certa, il Paese non è pronto per la sua macelleria sociale. Lei ha citato Andreotti "Meglio tirare a campare che tirare le cuoia". Non si può dire che finora lei abbia tirato a campare, anzi. Si può affermare invece che abbia interpretato più che largamente il suo ruolo di tecnico mettendo in discussione l'articolo 18 senza nessuna autorità politica o popolare per farlo. Senza il consenso degli italiani, che sono più consapevoli e informati di quanto lei forse creda, il suo governo tirerà presto le cuoia. La Bocconi la chiama!
http://www.beppegrillo.it/2012/03/monti ... l#comments
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Paolo11
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Re: articolo 18
Perché la soglia dei 15 dipendenti?
Portiamo la soglia a 5 o a 50 dipendenti per l'applicazione dell'art 18
così nel I caso sarebbero estese le tutele a quasi tutti i lavoratori,
nel secondo caso si aumenterebbe la dimensione delle imprese senza l'art.18.
Portiamo la soglia a 5 o a 50 dipendenti per l'applicazione dell'art 18
così nel I caso sarebbero estese le tutele a quasi tutti i lavoratori,
nel secondo caso si aumenterebbe la dimensione delle imprese senza l'art.18.
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Re: articolo 18
Monti:" Si assume poco perché è difficile licenziare".
Ma che discorso del cavolo è?
Quando uno assume lo fa sperando di poter sviluppare e crescere investendo sulle capacità della persona, non deve farlo pensando che "tanto se non va me ne libero...".
Con questa ennesima stupidaggine mario "scassapalle" poppins dimostra ancora una volta di come stiano nascondendo la totale incapacità di creare sviluppo e occupazione.
Bisogna ripensare la produzione, riconvertire alcune fabbriche per costruire ciò che serve, si fabbrica un sacco di roba che la gente non compra o non può comprare.
Sviluppare la produzione per le energie pulite sarebbe un'idea, risparmieremmo tutti col tempo e daremmo una mano all'ambiente.
Ma tanto a loro che gliene frega...
BERSANI MOLLA QUESTA GENTE!
Ma che discorso del cavolo è?
Quando uno assume lo fa sperando di poter sviluppare e crescere investendo sulle capacità della persona, non deve farlo pensando che "tanto se non va me ne libero...".
Con questa ennesima stupidaggine mario "scassapalle" poppins dimostra ancora una volta di come stiano nascondendo la totale incapacità di creare sviluppo e occupazione.
Bisogna ripensare la produzione, riconvertire alcune fabbriche per costruire ciò che serve, si fabbrica un sacco di roba che la gente non compra o non può comprare.
Sviluppare la produzione per le energie pulite sarebbe un'idea, risparmieremmo tutti col tempo e daremmo una mano all'ambiente.
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: articolo 18
Monti è stato chiaro. Vuole la libertà di licenziare per le imprese e "scanna sociale" tra i lavoratori.peanuts ha scritto:Monti:" Si assume poco perché è difficile licenziare".
Ma che discorso del cavolo è?
Quando uno assume lo fa sperando di poter sviluppare e crescere investendo sulle capacità della persona, non deve farlo pensando che "tanto se non va me ne libero...".
Con questa ennesima stupidaggine mario "scassapalle" poppins dimostra ancora una volta di come stiano nascondendo la totale incapacità di creare sviluppo e occupazione.
Bisogna ripensare la produzione, riconvertire alcune fabbriche per costruire ciò che serve, si fabbrica un sacco di roba che la gente non compra o non può comprare.
Sviluppare la produzione per le energie pulite sarebbe un'idea, risparmieremmo tutti col tempo e daremmo una mano all'ambiente.
Ma tanto a loro che gliene frega...
BERSANI MOLLA QUESTA GENTE!
Scanna significa che il lavoratore per mantenere il "suo" posto farà di tutto pur di compiacere il padrone, tipo delazione, lecchinaggio, gossip e quant'altro.
Il clima nelle fabbriche sarebbe irrespirabile, per cui è vero che che si sarebbero + assunzioni ma non per effetto dei licenziamenti padronali ma per effetto di "molte dimissioni volontarie" di lavoratori schifati dal clima insostenibile che si avrebbe nel posto di lavoro.
E' questo che vuole Bersani?
Ci pensi bene il PD ... altrimenti non avrà alcun elettore tra i lavoratori.
un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: articolo 18
Sta a noi non cascarci. Ho sempre sostenuto che al lavoro non dovrebbe esserci "competizione" ma "collaborazione".
Qua invece si rischiano competizione feroce e collaborazionismo (...).
Io al lavoro combatterò sempre le forme di lecchinaggio e di competizione e dobbiamo cercare di farlo tutti.
Si può fare il proprio dovere senza farlo a scapito di altri. Concetto che ai liberisti non va giù.
Comunque, mi pare che Bersani stia lanciando dei messaggi al governo, vedremo la pratica.
Qua invece si rischiano competizione feroce e collaborazionismo (...).
Io al lavoro combatterò sempre le forme di lecchinaggio e di competizione e dobbiamo cercare di farlo tutti.
Si può fare il proprio dovere senza farlo a scapito di altri. Concetto che ai liberisti non va giù.
Comunque, mi pare che Bersani stia lanciando dei messaggi al governo, vedremo la pratica.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: articolo 18
Caro peanuts,
il fatto è che questi parlamentari "nominati" non sanno niente sul significato "vivere in fabbrica", inoltre molti di questi intervistati sul significato della parole "esodati" hanno mostrato ignoranza e disinteresse.
Come facciamo a farci governare da questi farabutti?
Adesso il caro Violante ci vorrebbe far digerire una riforma elettorale in cui + della metà dei deputati andrebbero eletti in collegi "uninominali" .... il che significa che ci sarebbe un solo nome sulla scheda ... in barba all'opzione di scelta dell'elettore su chi eleggere. Inoltre il collegio uninominale favorirebbe i due partitri maggiori a scapito dei piccoli (è difficile avere una concentrazione di elettori in un dato collegio e se anche fosse si disperderebbero i voti dei piccoli).
In questo modo con lo sbarramento nazionale a 4 ..5% i piccoli partiti si prenderebbero solamente il cosidetto "Diritto di tribuna".
Violante e compagni vogliono fare un altro scippo di democrazia.
Io sono per il proporzionale puro di tipo tedesco.
Abbiamo visto che anche in Inghilterra alle scorse elezioni, un sistema maggioritario ha visto un governo di coalizione (Tories + Lib) ... questa è la repubblica parlamentare ... altrimenti si faccia altro.
Il bipolarismo in italia ha prodotto berlusconi ed un becero scontro politico.
Poi alla fine l'immobilismo dell'ultimo governo dominato da un partito al 10% ha prodotto lo sfascio economico del paese ed al suo commissariamento con un governo tecnico ed una gross-koalition anomala,
Biosogna fare subito una giusta legge elettorale ed andare al voto a novembre.
Bye
Jo
il fatto è che questi parlamentari "nominati" non sanno niente sul significato "vivere in fabbrica", inoltre molti di questi intervistati sul significato della parole "esodati" hanno mostrato ignoranza e disinteresse.
Come facciamo a farci governare da questi farabutti?
Adesso il caro Violante ci vorrebbe far digerire una riforma elettorale in cui + della metà dei deputati andrebbero eletti in collegi "uninominali" .... il che significa che ci sarebbe un solo nome sulla scheda ... in barba all'opzione di scelta dell'elettore su chi eleggere. Inoltre il collegio uninominale favorirebbe i due partitri maggiori a scapito dei piccoli (è difficile avere una concentrazione di elettori in un dato collegio e se anche fosse si disperderebbero i voti dei piccoli).
In questo modo con lo sbarramento nazionale a 4 ..5% i piccoli partiti si prenderebbero solamente il cosidetto "Diritto di tribuna".
Violante e compagni vogliono fare un altro scippo di democrazia.
Io sono per il proporzionale puro di tipo tedesco.
Abbiamo visto che anche in Inghilterra alle scorse elezioni, un sistema maggioritario ha visto un governo di coalizione (Tories + Lib) ... questa è la repubblica parlamentare ... altrimenti si faccia altro.
Il bipolarismo in italia ha prodotto berlusconi ed un becero scontro politico.
Poi alla fine l'immobilismo dell'ultimo governo dominato da un partito al 10% ha prodotto lo sfascio economico del paese ed al suo commissariamento con un governo tecnico ed una gross-koalition anomala,
Biosogna fare subito una giusta legge elettorale ed andare al voto a novembre.
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Re: articolo 18
Perche nessuno mette online i modelli di riforma elettorale che vorrebbero i cittadini,per fare un sondaggio?
Vedo a volte su virgilio eccc. che ti fanno votate.Oppure su firmiamo .it eccc...
In questo marasma che ora come ora nessuno è sicuro di quanti voti prenderà facciano decidere ai cittadini.
Ciao
Paolo11
Vedo a volte su virgilio eccc. che ti fanno votate.Oppure su firmiamo .it eccc...
In questo marasma che ora come ora nessuno è sicuro di quanti voti prenderà facciano decidere ai cittadini.
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Re: articolo 18
Ancora due cose :
1) Di Pietro è pronto al referendum per ripristinare l'art.18
2) mi sembra valida l'idea di riavviare ( dico riavviare ricordando l'esperienza Olivetti "è importante ricordare un brillante ed intelligente progetto industriale, che prevedeva invece la spartizione degli utili con chi aveva contribuito a produrli e che sosteneva che l’azienda dovesse avere una precisa funzione e responsabilità sociale.) la partecipazione dei lavoratori nella conduzione dell'impresa.
1) Di Pietro è pronto al referendum per ripristinare l'art.18
2) mi sembra valida l'idea di riavviare ( dico riavviare ricordando l'esperienza Olivetti "è importante ricordare un brillante ed intelligente progetto industriale, che prevedeva invece la spartizione degli utili con chi aveva contribuito a produrli e che sosteneva che l’azienda dovesse avere una precisa funzione e responsabilità sociale.) la partecipazione dei lavoratori nella conduzione dell'impresa.
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Re: articolo 18
Questo è quello che succede gia in Germania Nelle aziende auto.
Se il governo non torna indietro si faccia il referendun anzi esteso a tutti.
Altra cosa un referendun che abolisca il contributo ai partiti.Visto l'esempio della margherita dove vanno a finire i nostri soldi.
E' una vargogna che i cittadini tirano la cinghia e poi si vedono gli sprechi.
Ciao
Paolo11
Se il governo non torna indietro si faccia il referendun anzi esteso a tutti.
Altra cosa un referendun che abolisca il contributo ai partiti.Visto l'esempio della margherita dove vanno a finire i nostri soldi.
E' una vargogna che i cittadini tirano la cinghia e poi si vedono gli sprechi.
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