E Adesso chi Voto?

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Amadeus

Re: E Adesso chi Voto?

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:o sgrat sgrat

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peanuts
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Re: E Adesso chi Voto?

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Mah, non credo che le scaramanzie decidano le elezioni o le partite di calcio, insomma
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: E Adesso chi Voto?

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Il partito dei Carini e di Giulia Sofia messo nelle mani di Herr Professor rischia di fare FLOP.

Poi daranno la colpa ad Ichino perché porta sfiga.

Non è servito neppure il guru di Obama che delle elezioni degli spaghetten, pizzen e mandolinen ci deve aver capito poco assai.

Herr Professor si deve essere illuso quando i sondaggi iniziali nel 2011, gli conferivano un gradimento del 71 %.

Dato che con Casini & Affini è convinto di aver salvato l'Italia e di aver fatto bene, deve aver pensato che con un partito tutto suo avrebbe raggiunto l'80 % dei consensi.

Il problema adesso è raggiungere il 10 %.

Che farà Herr Professor dopo le elezioni?

Non è certo uomo di partito e di dover passare i suoi giorni nel minchionaire della politica tricolore.

Regalerà il suo partito a Casini % Affini che in quattro e quattr'otto glielo smonta subito?




L’incubo di Monti: il quorum alla Camera

(Marco Palombi).
23/02/2013 di triskel182

IL PREMIER USCENTE CHIUDE LA CAMPAGNA A FIRENZE CON IL TIMORE DEL FLOP, UDC E FLI QUASI SCOMPARSI.

Una mattinata a Firenze con la signora Elsa, un comizietto al Teatro della Pergola, un pranzo in un’osteria tipica.

Così, nel primo pomeriggio di ieri, s’è conclusa la campagna elettorale di Mario Monti, un tour che rischia di diventare uno dei più grossi fallimenti di sempre nella storia delle competizioni politiche italiane (e del difficile rapporto che, nel nostro paese, lega le élite politico-economiche alla pancia del popolo).

NONOSTANTE IL SOSTEGNO di quasi tutte le cancellerie europee, l’endorsement dei principali giornali stranieri (buon ultimo, ieri, il Times di Londra) e l’occhio benevolente con cui lo trattano quelli italiani, il premier nei sondaggi riservati sfiora la figuraccia: “Noi stiamo andando bene, ma ha ragione Berlusconi:

Scelta Civica, Udc e Fini rischiano di non superare la soglia di sbarramento alla Camera”, dice assai preoccupata una fonte della segreteria democratica.

Tracce di questa situazione si trovano, comunque, nelle parole pronunciate ieri da Pier Luigi Bersani durante un forum all’Ansa: “Ho sempre pensato che il centro non potesse incrociare i sommovimenti profondi nel paese e che una formazione centrista non avrebbe fatto faville”. La preoccupazione c’è, insomma, ma senza esagerare visto che, nella peggiore delle ipotesi, i voti montiani che servono al Pd sono quelli del Senato, dove rischi non dovrebbero essercene.

La soglia di sbarramento per le coalizioni a Montecitorio è il 10 per cento, mentre i montiani al Senato dovranno superare solo l’8 per cento visto che si presentano con una lista unica: il basso risultato attribuitogli negli ultimi sondaggi, comunque, non è frutto di un calo della lista Monti, ma della riduzione ai minimi termini dell’Udc e alla scomparsa dai radar di Fini e soci.

Tornando a Monti, il professore nel suo ultimo giorno di propaganda elettorale ha spiegato qual è la sua reale aspettativa per lunedì sera: “La sfida a queste elezioni è populisti contro riformisti. Nel futuro dell’Italia non può esserci né chi l’aveva ridotta come 14 mesi fa, né i populisti distruttivi che vogliono approfittare della rabbia della gente per distruggere tutto.

Il cinismo, la rassegnazione, il populismo e la demagogia sono i veri nemici del nostro paese”. L’EX PRESIDE della Bocconi chiude la sua campagna dicendo che i suoi nemici sono Silvio Berlusconi e Beppe Grillo: “Non può essere utile il voto a una destra che torna a promettere una società dove tutto è consentito, un Paese all’in – segna del liberi tutti e del liberale nessuno, delle tante libertà che mortificano gli italiani”, delle “battute volgari e inaccettabili contro le donne da parte di chi si proclamava e ancora si proclama difensore dei valori della famiglia”.

Quanto al Movimento 5 Stelle, il premier arriva all’anatema: “Un rischio Grillo? Il rischio Grecia ce lo avevamo nel novembre 2011 e siamo riusciti a sventarlo con tutta la comprensione e i sacrifici degli italiani. Sarebbe terribile ricascarci. Spero di no”.

Per il resto, l’intervento del professore serve a tracciare un confine di “riformismo” attor – no a Bersani per separarlo da Vendola e – semmai abbia avuto questa tentazione – da Rivoluzione civile. In montiano: “Non può essere utile il voto a una sinistra ancora prigioniera di gabbie ideologiche e di un’idea antica del paese”.

Ora non resta che contare i voti e capire se Monti è o non è stato una breve parentesi nella vita della Repubblica.

Da Il Fatto Quotidiano del 23/02/2013.
Amadeus

Re: E Adesso chi Voto?

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camillobenso
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Re: E Adesso chi Voto?

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Elezioni, stampa estera e analisti: “Rischi? Parlamento a pezzi e il comedian Grillo”
L'instabilità è lo spettro che spaventa oltre confine: "Colpa dei tanti indecisi e il partito anti-sistema". L'Economist pronostica l'ingovernabilità. Bloomberg: "Il rischio è che il prossimo governo non possa fare le riforme". Report di Morgan Stanley: "Coalizioni eterogenee". E Ihs teme la sfiducia nell'austerity

di Public Policy per il Fatto

| 23 febbraio 2013Commenti (899)



“Non vedo elementi sostanziali, che possano emergere dalla campagna elettorale, in grado di cambiare i fondamentali dell’economia italiana”.

A pronunciare queste parole, due mesi fa, era il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, di fronte a una platea di banchieri e investitori a New York.

Era il tempo delle dimissioni di Monti, e i mercati già si domandavano cosa sarebbe successo dopo.

Ma alla vigilia del voto i timori non sono placati. Quello più forte è che, con l’inattesa rimonta di Silvio Berlusconi, dalle urne esca un Parlamento troppo frammentato per garantire stabilità.

E, per giunta, con un partito forte “anti-establishment” guidato dall’uomo definito all’estero di volta in volta, da semplice comedian (comico) a foul-mouthed populist (populista dal linguaggio osceno): Beppe Grillo.



Alleanza Pd-Monti? Una necessità

Gli occhi di tutti sono puntati sull’esito incerto del voto al Senato. Da Credit Suisse, Mediobanca e Morgan Stanley, gruppi finanziari internazionali, cercano di capire i possibili scenari. Morgan Stanley nel rapporto “Italy and the Political Cliff”, diffuso in settimana considera improbabile un Parlamento senza una maggioranza. Infatti, se la presenza del centrosinistra risultasse insufficiente al Senato, “il Pd proverà a governare col supporto dei partiti centristi”. La possibile alleanza tra Bersani e Monti non è considerata da Morgan Stanley solo possibile: “E’ probabile che una simile alleanza si verificherà comunque, almeno su certi temi”.

Tuttavia un fronte tra Bersani e Monti non necessariamente garantirebbe, per gli analisti della banca americana, stabilità al prossimo governo: “Il rischio è che una coalizione così grande sia molto eterogenea e abbastanza instabile, anche se potrebbe suscitare un senso di continuità negli investitori internazionali, (con Monti impegnato in un ruolo attivo)”. Della stessa opinione è Wolfgang Mϋnchau (quello del “Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia”), che ha evocato dalle colonne del Financial Times, in caso di pareggio al Senato uno scenario da Prodi-bis con un governo Bersani compromesso da maggioranze risicate e improbabili. Anche l’Economist profila un rischio instabilità con nuove elezioni o un Senato al limite, in un articolo di giovedì mette la lente sulle regioni “in bilico” della Sicilia e del Veneto, dove centrodestra e centrosinistra si trovano a competere col Movimento Cinque Stelle.


Il ruolo degli indecisi e l’effetto Grillo

Ma ciò che rende le elezioni italiane un “evento a rischio” per il mondo finanziario e degli osservatori internazionali, sono due fattori: Beppe Grillo e gli indecisi, calcolati in circa il 30%. “Le élites e l’Europa gradirebbero un governo stabile” scrive Joe Weisenthal su Business Insider. “Ma c’è una nuova struttura di partiti con molte forze politiche nuove, incluso il partito di Mario Monti e il Movimento 5 Stelle. Sono preoccupati perché, se fai sondaggi su forze nuove a cui la gente non è abituata, non puoi essere così sicuro dei risultati”.

Il nervosismo tuttavia è montato, specie negli ultimi giorni, proporzionalmente all’ascesa del Movimento Cinque Stelle: “Protest vote could throw up big surprise”, una grossa sorpresa potrebbe arrivare dal voto di protesta, titolava Cnbc riferendosi a Grillo. Se è vero quanto riporta Weisenthal sulla testata economica Business Insider, Grillo sarebbe ormai un nome che fa paura anche ai piani alti delle grandi banche internazionali. “Ho avuto modo di parlare a tre professionisti di livello molto alto sulle elezioni italiane – scrive il giornalista – sono molto nervosi. Se Berlusconi per loro è causa di costernazioni, è Beppe Grillo che li fa apparire con il mal di stomaco”. Grillo, prosegue Weisenthal, “propone idee che piacciono, ma che il pubblico evoluto sa essere fesserie. L’Italia ha troppo debito? Semplice, non pagarlo! E tutti con un iPad e internet gratis”.

La banca americana JP Morgan, riferisce ancora Business Insider, nei giorni scorsi ha rilasciato una nota dal titolo “A crash in course of Grillinomics” dove paragona il M5s a Syriza, coalizione greca che raggruppa la sinistra radicale. Similitudine ripresa anche in un editoriale di Bloomberg, secondo cui potrebbe diventare impossibile la formazione di un nuovo governo e, in quel caso, si andrebbe a nuove elezioni: “Si tratterebbe di un ‘replay’ del danno causato dal partito Syriza nella prima delle elezioni greche dello scorso anno. Pensate al tempo perso e all’instabilità che ne è risultata e poi moltiplicate il casino per otto, in proporzione la grandezza dell’economia italiana”.


La paura più grande: le riforme mancate

Una certezza però all’estero sembrano averla. L’economia italiana non è ancora uscita dalla recessione in cui si trova ormai da molti mesi, che aggrava le sue debolezze strutturali. Proprio questo per l’agenzia di rating Standard & Poor’s, rende le elezioni un passaggio particolarmente delicato: “Esiste il rischio che le elezioni facciano perdere slancio all’importante processo riformatore destinato a migliorare le prospettive di crescita del paese”, sostiene il responsabile rating dei paesi Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) Moritz Kramer in un report dell’agenzia. Concetto sottolineato su Bloomberg anche dall’editorialista Megan Green, già direttore della ricerca europea della società di analisi finanziaria Roubini Global Economics: “Se gli italiani sceglieranno un governo che non porterà avanti le riforme economiche, o abolirà recenti cambiamenti volti a rendere l’economia più competitiva, la capacità del Paese di ripagare il proprio debito sarà messa in discussione. E sarebbe una notizia terribile per l’Italia e per l’area euro nel suo complesso, che potrebbe non essere disposta, o in grado, di salvare la sua terza economia”.

The day after

Se sul lungo termine le analisi sono tutte orientate su come uscire dal ‘declino italiano’, nel breve le paure sono alla riapertura dei mercati “the day after”, il giorno dopo le elezioni. Dopo un giovedì da dimenticare, venerdì è stata una giornata positiva. E l’opinione generale è che, salvo sorprese clamorose (una vittoria di Grillo?) il meccanismo di europeo stabilità messo a punto da Mario Draghi terrà, mantenendo i titoli italiani al riparo dalla speculazione. Ma sotto la calma apparente, c’è il timore “che le elezioni producano un voto di sfiducia nell’attuale piano di austerity e sulla necessità di ulteriori riforme”, commenta Raj Badiani, capo economista di IHS Global Insight per l’Italia: “Questo potrebbe determinare un’impennata di vendite dei bond all’indomani delle elezioni”. E intanto, Blackrock, la più grande società di investimenti al mondo, ha mandato in Italia i suoi esperti a fare incetta di sondaggi segretissimi.

(LEP – Public Policy)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... lo/510367/
erding
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da erding »

E' giusto e doveroso ricordare oggi Alessandro Pertini
nell'anniversario della sua scomparsa e coincidente col giorno di voto,
facciamoci illuminare da un suo pensiero.

“Da noi deve partire l'esempio di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l'esempio di onestà e di rettitudine.
Perché il popolo italiano ha sete di onestà.
Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri.
Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà”

SANDRO PERTINI, 24.2.1990 - 24.2.2013


Buon giorno e buon voto a tutti!
peanuts
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da peanuts »

Spero vivamente che chi vuol votare il caimano (anziani a parte, ovviamente) oggi abbia 40 di febbre con annessi e connessi e domani pure. E una vita tanto infelice, anche.
Meglio andare presto comunque così non si trova fila, già fatto.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Amadeus

Re: E Adesso chi Voto?

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Votai.
Smacchiai il giaguaro.
Ora pasta al forno.
Maucat
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da Maucat »

Finito di mangiare tortellini in brodo e bolliti misti con salsa verde innaffiati da ottimo lambrusco in onore delle mie origini materne modenesi e della regione che offrirà il prossimo PdC... ora caffeino, ammazzacaffè e si va a votare...
peanuts
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Re: E Adesso chi Voto?

Messaggio da peanuts »

Affluenza in calo per ora
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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