Come se ne viene fuori ?

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paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Mi domando come uno puo votare Monti.Intanto ha sbagliato persona Napolitano a scegliere.
Doveva scegliere una persona dicendogli anche cosa era necessario fare da subito.
Invece da subito ci ha reso piu poveri.Ha fatto decreti vari e messo la fiducia.
Una cosa da fare importante che ormai tutti la vogliono.Il dimezzamento dei parlamentari nelle due camere.
Almeno ora avremo avuto meno persone da pagare.Quindi Monti fa sempre parte di una casta.
Poi tirare fuori la candidatura di Napolitano Questo è stato il colmo.
Mettiamo in centenario a questo punto.
IL PD perde la propria credibilità ( quella poca che gli resta) se dopo le elezioni lo prende in carico.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

“Se dunque volessimo tenere la lista delle nostre responsabilità, tragicamente ci troveremmo a figurare davanti ai nostri figli come mandanti esclusivi di questo disastro.”
Antonello Caporale


Sotto le macerie – 154
Cronaca di un affondamento - 104
I giorni della follia che precedono il disastro…….ovvero, l’ultima fase della dittatura delle tdc – 82
Perché Bill Emmott ha ragione da vendere - 58


MAY DAY,…….. MAY DAY,…….. MAY DAY – 23
Il sistema non regge più, è saltato.




Il momento fatidico è arrivato -1


Potremmo riprendere per l’occasione le parole usate dal Cavalier Benito Mussolini, Duce del fascismo, il 10 giugno 1940, pronunciate dall’arcinoto balcone di Palazzo Venezia in occasione della dichiarazione di guerra.

"Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria."

La ruota della macina della storia è di nuovo in moto e questa volta la sua azione durerà a lungo e sarà particolarmente pesante.

L’ultimo precedente storico di rilievo che ha determinato il voltar pagina è quello di Tangentopoli che iniziò il 17 febbraio 1992, quando il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese ed ottenne dal GIP Italo Ghitti un ordine di cattura per l'ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di primo piano del PSI milanese.

L’arresto e l’interrogatorio di Mario Chiesa segna l’inizio di una valanga inarrestabile che travolgerà la prima Repubblica e principalmente i partiti di governo associati alla Democrazia cristiana, oltre naturalmente il partito di maggioranza relativa.

I partiti maggiori negano oggi l’evidenza sostenendo che non siamo in presenza di una nuova Tangentopoli.

Tutto regolare, ci mancherebbe altro che si tirassero volontariamentela zappa sui piedi ammettendo il loro coinvolgimento nel bis della prima Tangentopoli.

Tutto regolare perché è lo stesso identico comportamento tenuto dal Pentapartito nel 1992. Negare, negare, negare, fino a quando è umanamente possibile.

La differenza sostanziale nella comparazione tra le due fasi storiche è che allora lo stravolgimento italiano era solo un fatto interno. Non eravamo in presenza di una crisi mondiale che colpisce in modo particolare il mondo occidentale, il suo sistema, le sue strutture.

Riguardava solo gli spaghetten, pizzen e mandolinen e suoi usi e costumi. Non abbiamo altri esempi nell’Europa comunitaria dove nell’arco di un ventennio il sistema tracolla per due volte.

Il tracollo da noi avviene a metà novembre 2011, quando il governo Berlusconi è costretto ad alzare bandiera bianca.

Nelle altre nazioni Europee, di tradizione non latina se si fossero trovate nelle condizioni degli spaghetti e mandolino, ne avrebbero tratte le debite conseguenze e dolorosamente avrebbe iniziato tutto daccapo.

Questo non poteva succedere in Italia e non è successo.

Fare le cose all’italiana equivale a fare le cose aggiustate con tanto pressapochismo dagli apprendisti stregoni indigeni del momento che si avvicina tantissimo al detto meneghino di : FARE LE COSE ALLA CARLONA. ( Penso che l’amico soloo42000 abbia avuto modo di sentirlo almeno una volta)

Fare le cose alla Carlona significa:

Deriva da Carlo Magno che fu detto il re carlone e fu rappresentato nella poesia cavalleresca come uomo bonario e non molto accorto.. Quindi questo detto intende dire fare le cose a cavolo ( e sono educata hihiih) così come vengono,in modo trasandato,senza attenzione.. in poche parole come appunto faceva Carlo Magno..


Continua in:
Il momento fatidico è arrivato -2
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

“Se dunque volessimo tenere la lista delle nostre responsabilità, tragicamente ci troveremmo a figurare davanti ai nostri figli come mandanti esclusivi di questo disastro.”
Antonello Caporale


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MAY DAY,…….. MAY DAY,…….. MAY DAY – 24
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Corriere 23.2.13

Maggioranza non vuol dire governo

di Paolo Franchi

Chiusa — finalmente — una bruttissima campagna elettorale, il rischio che le urne ci consegnino un Paese ingovernabile (con tutto quello di grave, e anche di drammatico, che può conseguirne) è molto, molto concreto.

Incrociamo pure le dita nella speranza che questo rischio non si trasformi in realtà.



Ma cominciamo anche a chiederci come abbiamo fatto a cacciarci in una trappola simile.



Se il problema è capire, non basta prendersela con chi della governabilità se ne infischia e — inneggiando alla protesta contro tutto e tutti, o inducendo schiere di pensionati a mettersi in fila a caccia dei moduli per la restituzione dell'Imu — fa il suo mestiere di populista di nuovo o di più antico conio.

E inutile è pure soffermarsi adesso, dopo averle disattese per decenni, in dotte analisi sul come e sul perché, nel tempo di una crisi che morde ferocemente le condizioni materiali di esistenza di milioni di persone, i populismi (ma anche sul significato di questa parola passepartout bisognerebbe intendersi) dilaghino in modo almeno all'apparenza inarrestabile: anche stavolta le leggeremo, a tempo scaduto, all'indomani del voto, un po' come avvenne, vent'anni fa, con l'exploit della Lega.

Già adesso è più interessante cercare di ragionare sugli errori (chiamiamoli così) di chi, tutto al contrario, l'ingovernabilità la teme, o fa mostra di temerla, come la peste: non solo perché alla prospettiva di governare tiene assai, ma anche perché sa, per formazione, cultura, esperienza nazionale e internazionale, che la politica, l'economia, la società hanno orrore del vuoto sempre, e tanto più in tempi calamitosi come questi.


La cosa potrà dispiacere i nostalgici dell'alternativa secca, di qua la destra, di là la sinistra, chi vince governa e chi perde sta all'opposizione preparandosi per la gara di ritorno.

Ma a chiunque si sia occupato anche a giorni alterni di politica avrebbe dovuto essere chiaro da tempo che, finita alla scadenza (quasi) naturale della legislatura l'esperienza di Mario Monti, del governo dei tecnici e della «strana maggioranza», di possibilità ne sarebbero rimaste due sole.


O una grande coalizione, resa però a torto o a ragione impraticabile dal fatto stesso che alla guida del centrodestra c'era e (guarda caso) c'è un signore di nome Silvio Berlusconi.


O, più realisticamente, l'alleanza tra un vasto centro moderato e riformatore e una sinistra riformista anch'essa la più larga e plurale possibile.


Evidentemente, però, si trattava di una prospettiva troppo chiara, persino troppo banale, per essere perseguita facendo per tempo i conti con le indubbie difficoltà del caso.


E ben poco deve aver pesato l'ovvia constatazione che altre prospettive non ce n'erano e non ce ne sono.


Le cose, dunque, sono andate in tutt'altro modo.



Nel migliore dei casi, se Pier Luigi Bersani non avrà da solo la maggioranza al Senato, è presumibile che i voti di Monti e dei suoi alleati trovino il modo di sommarsi a quelli della sinistra, dando luogo così a una maggioranza.


La qual cosa (per nulla scontata) potrebbe bastare per formare comunque un governo.



Non per assicurare una governabilità reale.




Perché si tratterebbe quasi certamente di una maggioranza striminzita e dal fiato corto, appesantita già in partenza dalle polemiche, dai veleni e dai sospetti reciproci di una campagna elettorale in cui i potenziali alleati, piuttosto che competere all'interno di un progetto comune, hanno dato l'impressione, e qualcosa di più, di combattersi duramente l'un l'altro, contribuendo così non poco alla crescita di una protesta ipocritamente liquidata come «antipolitica» persino nel loro elettorato potenziale.



Bersani e i suoi alleati, quasi fossero sotto l'effetto ipnotico del successo delle primarie, ci hanno messo innegabilmente del loro, muovendosi troppo a lungo come chi le elezioni pensa di averle già vinte.



Ma, per apparente paradosso, Monti, che della governabilità nella tempesta è stato, in Italia e in Europa, una specie di icona, da quando è sceso, pardon, da quando è salito (con qualche ardore da neofita di troppo) in politica, ci ha messo ancor più del suo, via via fino alle ultime gaffe sulla signora Merkel o su un secondo mandato di Giorgio Napolitano.


Mai con Berlusconi, mai con questa sinistra è una parola d'ordine buona per chi ragionevolmente presume di poter puntare alla maggioranza assoluta, o giù di lì.

In caso contrario, anche in tempi di crisi catastrofica del bipolarismo, a chi decide comunque di partecipare alla contesa tocca dire, magari solo in linea generale, con chi, e a quali condizioni politiche e programmatiche, reputa possibile governare, e con chi no.



Logica avrebbe voluto che lo si chiarisse all'inizio.



Continuare a non farlo sino alla fine non è soltanto sbagliato.


È pericoloso
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Tramonta un sistema di patacche e bugie

di EUGENIO SCALFARI

DA QUESTA mattina fino a domani alle ore 15 finalmente si vota e sapremo fino a che punto i sondaggi hanno previsto giusto. Per quel poco che se ne sa Grillo viene dato in forte crescita e la grande manifestazione di venerdì sera in piazza San Giovanni potrebbe farlo rafforzare ulteriormente portandolo a superare il Pdl (ma non la coalizione di centrodestra, Lega compresa). È un pericolo?

Certo non infonde allegria sapere che un elettore su cinque o addirittura su quattro dia il suo suffragio a chi ipotizza l'uscita dell'Italia dall'euro, la cancellazione di tutti i debiti, lavoro e tutela per tutti senza indicare nessuna copertura finanziaria. Se queste ipotesi dovessero realizzarsi la speculazione internazionale giocherebbe a palla con la lira, col tasso di interesse, col sistema bancario, con gli investimenti, con l'occupazione e l'Unione europea ci imporrebbe un commissariamento che ci obblighi al rispetto del pareggio fiscale, pena l'intervento della Corte europea che commina in questi casi elevatissime sanzioni.

Ma non credo che andrà così, per due ragioni: la prima è che Grillo non avrà la maggioranza dei seggi anzi ne sarà molto lontano; la seconda che un conto è quello che le sue concioni esaltate e demagogiche declamano e un conto saranno i parlamentari eletti nelle sue liste. Di politica quei deputati e senatori ne sanno poco o niente del tutto. Nel Sessantotto lo slogan era "l'immaginazione al potere", oggi si potrebbe
dire l'inesperienza al potere.

È molto peggio perché l'inesperienza politica non è un pregio. Governare un paese non è certo facile ma è facilissimo sgovernarlo. Berlusconi l'ha sgovernato (non solo per inesperienza); il grillismo lo sgovernerebbe se avesse il potere. Il grillismo in Parlamento può essere una remora utile se la rabbia approderà ad una ragionevole proposta. È possibile che questo accada almeno per una parte degli eletti.

Certo se sommiamo i voti previsti per Grillo e quelli per il centrodestra berlusconiano-leghista, potremmo avere quasi la metà degli elettori che rappresentano una zavorra molta pesante. Governare bene in un Parlamento con quel sacco di pietre addosso sarà un'impresa. Va tuttavia ricordato che, nonostante le sue molteplici nefandezze, la legge elettorale detta "porcata" nelle condizioni date offre un vantaggio: alla Camera chi vincerà avrà il 55 per cento dei seggi; il sacco di pietre sarà, in queste condizioni, più facile da sopportare.

Ci sarà comunque un uso e un abuso del "filibustering", cioè dell'ostruzionismo con l'obiettivo di tornare a votare al più presto. Ma non credo che possa durare a lungo. Molti parlamentari del centrodestra non hanno alcun interesse ad un "filibustering" sistematico e ad una legislatura breve e molti grillini-brava gente (cioè la maggioranza di quel movimento) si domanderanno dove li sta conducendo il loro inamovibile leader. Perciò non credo che il peggio accadrà.

Quel peggio - cioè nuove elezioni a breve scadenza - è una previsione di alcuni sondaggisti che fanno capo a centri finanziari internazionali: Jp Morgan, Mediobanca, Standard & Poor's, Deutsche Bank, Goldman Sachs. Si capisce perché quelle previsioni pessimistiche sulla nostra tenuta politica e sociale incontrino il favore della finanza americana e delle sue derivazioni europee: hanno interesse a disarticolare l'Eurozona trasformando l'Europa in una grande area di libero scambio e impedendo che possa diventare uno Stato federale.

Noi crediamo e speriamo invece che la grande maggioranza degli italiani comprenda la sostanza di quanto sta avvenendo e confidiamo che da queste elezioni esca un Parlamento responsabile e un governo stabile se, come sembra, sarà il centrosinistra a vincere alla Camera e a stipulare un accordo con Monti che metta in sicurezza anche il Senato.

****
Alcuni osservatori ed economisti hanno osservato che l'espressione "spending review", fino a pochi giorni fa usata ripetutamente nel lessico della campagna elettorale, è improvvisamente caduta in desuetudine. E se ne sono domandati il perché senza tuttavia trovare una convincente risposta. Eppure sembrava un termine molto chiaro per indicare la strada maestra da seguire nel prossimo futuro: per diminuire la pressione fiscale venendo incontro al desiderio, anzi alla rabbia d'un popolo tormentato dai sacrifici non c'è altra via che tagliare la spesa. Si taglino dunque gli sprechi, si tagli il superfluo e si avranno le risorse per diminuire le tasse rilanciando i consumi e l'occupazione. A dirla così sembra l'uovo di Colombo, lo predica anche Draghi, lo fece una decina di anni fa la Germania socialdemocratica e poi conservatrice da Schroeder a Kohl. Non lo deve fare anche l'Italia?

Certo, la logica porterebbe a questo programma, lapalissiano per eccellenza. Ma c'è qualcosa di sbagliato, come spesso accadeva a Monsieur de La Palice: tagliare il grasso è semplice e quasi sempre salutare, ma quando si interviene su un corpo scheletrico, su un organismo logorato da una lunga anoressia, allora l'operazione diventa estremamente difficile e probabilmente dannosa all'organismo che con quei tagli dovrebbe riconquistare la salute, perché non si taglia più il grasso che non c'è ma l'osso, si disarticola lo scheletro ed è difficilissimo ed estremamente rischioso procedere in questo modo.

Tagliare l'osso significa nel caso nostro che ogni taglio di spesa, anche quando si tratta di sprechi, comporta ulteriori perdite di occupazione, licenziamenti, rescissioni contrattuali, liquidazione di aziende e di enti: ospedali, tribunali, scuole, università, Province. Se sono inutili è certamente una modernizzazione eliminarli, ma chi ci lavorava fino a quel momento finisce sulla strada. Esistono le necessarie tutele? Oggi no ma si potrebbe crearle poiché i tagli creano comunque economie e quindi risorse aggiuntive. Forse con quelle risorse (che tuttavia non saranno disponibili subito) le necessarie tutele potrebbero essere create ma in tal caso resterà poco o nulla per alleggerire le tasse e dunque: tagli di spesa, adeguamento (futuribile) delle tutele sociali per chi è rimasto senza lavoro, ma tasse come prima. Non mi sembra un gran risultato.

****

Diverso è il caso di una modifica delle priorità nella spesa corrente. Per esempio il taglio di aerei ed elicotteri destinati alle Forze armate, quelle sì, sono risorse che si ottengono senza costo. Un altro intervento possibile sarebbe la cartolarizzazione di beni patrimoniali di proprietà pubblica che garantisca un'emissione di titoli pubblici "di scopo", da destinare al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese.

Bersani ha proposto questa operazione ma limitandola ad una prova di 15 miliardi. È troppo poco, si può tranquillamente arrivare a 50 miliardi su un debito totale stimato 170. Un'operazione di questa dimensione che abbia come garanzia beni fondatamente vendibili sul mercato darebbe luogo ad una iniezione di denaro alle imprese creditrici con un salto di qualità molto notevole.
C'è un'altra operazione che il centrosinistra ha previsto e che sarebbe un altro contributo importante ai fini della crescita economica fin qui trascurata: la rimodulazione dell'Imu abolendo quell'imposta per tutti coloro che hanno pagato meno di 500 euro sulla prima casa. Si tratta di molte decine di migliaia di persone il cui piccolo contributo ha rappresentato il 20 per cento del gettito complessivo di quella imposta; l'altro 80 per cento di quei 4 miliardi complessivi l'hanno pagato contribuenti ovviamente più agiati. Ricordo ancora una volta che l'Imu è un'imposta immobiliare progressiva; la sua abolizione promessa da Berlusconi produrrebbe dunque un beneficio "regressivo" a favore dei più agiati e non dei più poveri.

Infine sarebbe di grande sollievo sociale e un notevole contributo alla crescita e all'occupazione un taglio del cuneo fiscale (lo fece nel suo governo Romano Prodi) che avvicini il costo del lavoro alla retribuzione netta in busta paga. Non si tratta di un taglio di imposta ma di contributi sociali pagati in gran parte dalle aziende ma anche dai lavoratori. L'Inps può manovrare sulle varie voci di contributi che compongono il suo bilancio per assorbire il taglio del cuneo fiscale che riguarda il lavoro dipendente. Tutte queste misure che figurano nel programma del centrosinistra dovrebbero essere accompagnate per coerenza ed efficacia economica da un aumento della produttività, realizzabile dalla revisione dei contratti che privilegino quelli aziendali purché i relativi accordi siano discussi e approvati con la partecipazione dei lavoratori dipendenti. Questi ed altri analoghi sono i modi appropriati per evitare che con tagli di spesa indifferenziati l'anoressia del sistema aumenti anziché diminuire.

Si tenga infine presente che sgravi di imposta per rilanciare i consumi possono riservare sorprese negative: secondo recenti indagini la massa dei consumatori è molto più propensa ad utilizzare eventuali sgravi per ripagare debiti o per accantonare risparmi anziché rilanciare i consumi. Perciò attenzione.

****

Qualcuno si è chiesto: fa ridere di più Berlusconi o Grillo? Rispondo: nessuno dei due.
Qualcun altro si è chiesto: chi di quei due può fare più danno all'Italia? Rispondo: Berlusconi.
Altri infine hanno posto la domanda: di chi è la colpa? Ha risposto Claudio Bisio, l'attor comico per eccellenza. Ha detto: la colpa è degli italiani che li votano.

Ora aggiungo anch'io una domanda: ma perché tanti italiani li votano? Ho risposto già molte volte ma lo faccio ancora, "repetita iuvant": gli italiani non hanno mai avuto uno Stato fino a 150 anni fa. Prima di allora e per molti secoli furono dominati da Goti, Longobardi, Franchi, imperatori tedeschi, Papi e poi Normanni, Svevi, Spagna, Francia, Austria. Infine, quando tutto sembrava bene avviato, il Piemonte invase il Sud che Garibaldi aveva liberato, così lo visse il Mezzogiorno durante la terribile guerra del brigantaggio alla quale però parteciparono borbonici e sanfedisti.
Conclusione: gli italiani non hanno mai amato lo Stato, lo considerano un corpo estraneo se non addirittura un nemico. Perciò non vogliono regole. Sono furbi o gonzi come capita dovunque e a ciascuno, ma più furbi e più gonzi degli altri. L'asino che vola affascina i gonzi anche se non l'hanno mai visto volare. Per i furbi vale soprattutto il voto di scambio e lo praticano su larghissima scala, non tanto contro danari ma contro favori. Mafia e camorra hanno vissuto e vivono sul voto di scambio, ma anche le clientele, le confraternite, le corporazioni prosperano e crescono sul voto di scambio. Perciò ci vuole un cambiamento. La rabbia da sola porta inevitabilmente alla dittatura, dopo i sanculotti c'è sempre un Robespierre e dopo ancora un Napoleone.

Cambiamento non è rivoluzione ma riformismo radicale. Prodi ci provò e Veltroni anche; adesso ci proveranno Bersani e Vendola. Napolitano ci mancherà ma nominare il nuovo governo spetterà ancora a lui e questo ci dà sicurezza per la lucidità e l'imparzialità delle sue scelte e la fermezza della loro esecuzione.
(24 febbraio 2013)

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ref=HREA-1
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Urbi et orbi,.......più orbi che urbi...



Tramonta un sistema di patacche e bugie



Può darsi che a causa dell'età al vecchio Barbapapà si è abbassata la vista,.......oppure è altro.



Tutti i vecchi pataccari che hanno fatto affondare la seconda Repubbllica sono lì tutti quanti da destra a sinistra alla ricerca di un posto al sole per prolungare l'esistente e l'agonia della seconda Repubblica nella fase più drammatica dei dati economici
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Uno dei principi generali che si riscontrano nella fisica applicata è la rimozione delle cause di anomalie negative

- Se si vede che la chiazza sul soffitto della cucina si allarga a vista d’occhio è chiaro che esiste una perdita nella tubatura del piano di sopra. E si agisce di conseguenza.

- Se le piogge con le infiltrazioni indeboliscono la copertura dei box, si cerca il rimedio.

- Se in un’agenzia bancaria i conti non tornano mai e si scopre che è il direttore che si trastulla con gli ammanchi. Si provvede.

- Per gli F 35 si stanno riscontrando una serie di anomalie che non consentono il volo regolare. Dovranno rimuoverle.

- In medicina la rimozione della causa del male è un principio basilare.

E così via…….


Questo principio però non funziona con gli abitanti della Penisola dei famosi che preferiscono invece evitare la rimozione delle cause dei loro guai.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

13.05 Pizzicata presidente di seggio ad Anzio che rubava schede per le regionali. Immagina a quale partito le doveva indirizzare. Penoso''. E' quanto scrive su Twitter, Francesco Storace, candidato alla presidenza della Regione Lazio. Del caso e' stata interessata la Digos che sta ora effettuando accertamenti per chiarire l'accaduto.

12.50 A Milano vota Silvio Berlusconi nel seggio della scuola media Dante Alighieri di Via Scrosati. Non appena Silvio Berlusconi è arrivato tre ragazze al grido «basta Berlusconi» si sono spogliate, rimanendo a seno nudo. Le Forze dell'Ordine hanno bloccato le emule casalinghe del gruppo Femen e le hanno poi portate all'esterno del seggio, dove le giovani hanno continuato a urlare «basta Berlusconi».
:shock: :mrgreen:
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:13.05 Pizzicata presidente di seggio ad Anzio che rubava schede per le regionali. Immagina a quale partito le doveva indirizzare. Penoso''. E' quanto scrive su Twitter, Francesco Storace, candidato alla presidenza della Regione Lazio. Del caso e' stata interessata la Digos che sta ora effettuando accertamenti per chiarire l'accaduto.

12.50 A Milano vota Silvio Berlusconi nel seggio della scuola media Dante Alighieri di Via Scrosati. Non appena Silvio Berlusconi è arrivato tre ragazze al grido «basta Berlusconi» si sono spogliate, rimanendo a seno nudo. Le Forze dell'Ordine hanno bloccato le emule casalinghe del gruppo Femen e le hanno poi portate all'esterno del seggio, dove le giovani hanno continuato a urlare «basta Berlusconi».
:shock: :mrgreen:


Le tette a colazione,...le tette a pranzo,...le tette a merenda,....le tette come aperitivo, ...le tette a cena e alle cene eleganti,.......le tette prima di addormentarsi.


Oggi è il suo giorno fortunato,.......TETTE ANCHE AL SEGGIO.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La fiera degli “Oh Bej! Oh Bej!” - 1



Oh Bej! Oh Bej!
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La fiera degli Oh bej! Oh bej! è il mercatino tipico del periodo natalizio milanese. Si tiene generalmente dal 7 dicembre, giorno del santo patrono della città, fino alla domenica immediatamente successiva.

Origini [modifica]
Gli Oh bej! Oh bej! rappresentano una delle più antiche tradizioni milanesi: le prime origini storiche risalgono al 1288, periodo in cui una festa in onore di Ambrogio si svolgeva nella zona dell'antica Santa Maria Maggiore.
Ma le origini dell'attuale festa risalgono al 1510 e coincidono con l'arrivo in città di Giannetto Castiglione, primo Gran Maestro dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Egli era stato incaricato da Papa Pio IV di recarsi a Milano, nel tentativo di riaccendere la devozione e la fede verso i Santi da parte dei cittadini ambrosiani.
Arrivato nei pressi della città, Giannetto ebbe il timore di non venire accolto con favore dalla popolazione milanese, la quale non aveva mai manifestato forti simpatie nei confronti del Papa. Era inoltre il 7 dicembre, giorno in cui si festeggiava il patrono Ambrogio, in coincidenza con l’elezione vescovile del santo avvenuta il 7 dicembre 374. Decise allora di approntare un gran numero di pacchi, riempiti con dolciumi e giocattoli. Entrato a Milano iniziò con il suo seguito a distribuire il contenuto dei pacchi ai bambini milanesi, i quali si erano radunati intorno al corteo insieme ad una gran folla di cittadini. Il corteo raggiunse la Basilica di Sant'Ambrogio attorniato da una folla festante.
Da allora si cominciò ad organizzare, nel periodo della festa dedicata ad Ambrogio, la fiera degli Oh bej! Oh bej!.



Quest’anno la tradizionale fiera meneghina si è allungata fino al 25 di febbraio estendendosi su tutto il territorio nazionale della Penisola dei famosi.

***

Corriere 24.2.13

Imu e giaguari, l'Abc delle promesse
Dal Web gratuito al tormentone degli enti inutili fino all'addio all'euro

di Gian Antonio Stella



«Prometto tutto a tutti».

Per sbarcare a Palazzo Madama l'aspirante senatore bolzanino Oscar Ferrari si è scelto uno slogan assai versatile.


Del resto, fa il fruttivendolo e lo sa: il cliente ha sempre ragione.





Il guaio è che la sua è una beffarda provocazione ma gli altri, troppi, fanno sul serio.






E tante ne hanno fatte, di promesse elettorali, da farci apparire come il collodiano paese di Acchiappacitrulli.

(Finalmente ci è arrivato anche Gian Antonio Stella. Lui li chiama citrulli,….io li ho sempre chiamati “merli”………Ma la sostanza è sempre la stessa.- ndt)





C'è di tutto, nel calderone.


Impegni futuristi stile «2.0» come la «Cittadinanza digitale per nascita» e «l'accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano» voluti dal Movimento 5 Stelle.


O antichi come l'aratro quale il solito tormentone riproposto dal Pdl: «l'abolizione degli enti inutili», che ha visto finora la bellezza di otto leggi varate da governi di ogni colore a partire dal lontano 1956.




E tutti lì, a spiegare cosa farebbero «nel primo Consiglio dei ministri», appuntamento ormai entrato nelle leggende come il Prete Gianni o l'isola di Aeros creata da Jeanette Winterson dove i diamanti sono così abbondanti da essere usati come combustibile e gli abitanti vanno a dormire «su un letto di storie rimboccandosi una storia fin sotto il mento a mo' di coperta».

(Tra qualche giorno assisteremo alla prova del nove di Pierloden Bersande. Uomo con la spina dorsale o quaquaraquà’?????
Circa un mese fa, nel furor della battaglia, quando canta la mitraglia,………..ha promesso che la sua prima azione di governo, …se gli davano il voto, ..era quella di concedere il voto ai figli degli immigrati.

Certo, ….in una situazione di boom economico come questa, al voto dei figli degli immigrati spetta di certo il primo posto nell’agenda di Pierloden.


I 700.000 disoccupati del 2013 per il momento possono tranquillamente aspettare,……non c’è nessuna fretta. – ndt-)







Ed ecco Paolo Ferrero, di Rifondazione comunista, spiegare che lui si dedicherebbe ad «aumentare stipendi, pensioni e istituire un reddito sociale per i disoccupati prendendo i soldi ai ricchi» e Magdi Cristiano Allam, leader di «Io amo l'Italia», assicurare che se ci fosse lui, a Palazzo Chigi, per prima cosa farebbe un decreto per restituire al nostro Paese «la prerogativa di emettere direttamente moneta a credito affrancandosi dal signoraggio della Banca centrale europea e delle banche commerciali.



La nuova valuta nazionale sarà emessa a parità di cambio con l'euro e suonerà valore legale immediatamente, salvaguardando il potere d'acquisto e il risparmio degli italiani».

E se alle borse non garbasse?

«Lo Stato provvederà attraverso gli organi di controllo a contrastare la speculazione dei mercati finanziari e a prevenire gli effetti inflazionistici. »


Dopo di che «restituirà immediatamente i 100 miliardi di euro dovuti alle imprese e concorderà con le banche straniere e italiane il ripianamento del debito forzoso contratto attraverso l'emissione di titoli a debito... ».



Sia chiaro, niente di nuovo in certi impegni di destra, di sinistra e di centro grondanti di ottimismo.


Basti ricordare che nel 1928, alla vigilia della Grande Crisi del '29, Herbert Hoover conquistò la Casa Bianca annunciando, ahi ahi, «un pollo in ogni pentola, un'auto in ogni garage».


O che il mitico Corrado Tedeschi, per venire a cose nostrane, tentò la presa di Montecitorio alla guida del «Partito della bistecca» con la seguente piattaforma programmatica: «Svaghi, divertimenti, poco lavoro e molto guadagno per tutti. Tre mesi di villeggiatura assicurati ad ogni cittadino, abolizione di tutte le tasse, grammi 450 di bistecca a testa assicurata giornalmente al popolo, frutta, dolce e caffè».






Certo, il popolo oggi forse non ci cascherebbe. Forse.


Tuttavia…

A rretrati: «Nel primo Consiglio dei ministri, in caso di vittoria del Pdl, verrà deliberata la moratoria di un anno dei pagamenti arretrati che gravano sulle piccole e medie imprese per debiti con il fisco» (Berlusconi a Mattino5 19 febbraio, vedi Ansa: «Inoltre Berlusconi ha promesso provvedimenti per l'impignorabilità dei macchinari utili al lavoro e della prima casa sempre in caso di debiti fiscali.

Ha inoltre assicurato l'eliminazione degli interessi, delle multe e degli oneri aggiuntivi nelle cartelle esattoriali che dovranno pretendere "solo quanto dovuto a titolo di imposta"»).



B ambino: «Un bambino, figlio d'immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano.





L'approvazione di questa norma sarà simbolicamente il primo atto che ci proponiamo di compiere nella prossima legislatura» (Bersani, intenti Pd).





C assa del Mezzogiorno: «Ridarò al Sud la Cassa. Nel mio programma firmato dalla Lega c'è un blocco intero che riguarda il Sud.


L'istituzione di una nuova Cassa per il Mezzogiorno per canalizzare i fondi europei e fare in modo che siano spesi e quella della Banca del Mezzogiorno, operano già 250 sportelli sperimentali, l'istituzione di zone franche e il potenziamento di uno strumento fatto nell'ultimo anno del Governo Berlusconi» (Tremonti, Corriere del Mezzogiorno 9 febbraio).



D ue anni: «Cambieremo questo Paese in due anni» (Grillo in piazza Duomo a Milano, Adnkronos 19 febbraio). Donne: «Voglio applicare nella giunta lo stesso criterio delle liste. E cioè alternanza di genere.

E visto che il presidente sarà uomo, ci dovrà essere maggioranza di donne in giunta.


Non è demagogia ma esperienza: non hanno una ma due marce in più. La regola sarà questa: 50% uomini e 50% donne» (Maroni, videochat al Corriere, 13 febbraio).




E dilizio, condono: «Se gli italiani daranno la maggioranza solo a me e al Pdl farò un condono tombale e anche un condono edilizio, perché porta nelle casse dello Stato molti miliardi.

Altrimenti cercheremo una maggioranza in Parlamento su quello edilizio» (Berlusconi da Annunziata, Leader, 8 febbraio).



F inanziamento pubblico: «Abbiamo inoltre già pronta una proposta per annullare il finanziamento pubblico ai partiti e dimezzare il numero degli eletti in Parlamento e nelle amministrazioni locali» (Berlusconi, Ansa, 25 gennaio).




G iaguaro: «L'impegno che prendo è che smacchieremo il giaguaro» (Bersani 14 febbraio. Risposta di Berlusconi:

«Sappia che se si riferisce a me, sotto le macchie c'è un leone»).




H ospital: «La sanità pubblica spende ogni anno 790 milioni di euro in consulenze, la maggior parte delle quali inutili (…) mentre i cittadini spendono di tasca propria 834 milioni l'anno per pagare i ticket sulle visite specialistiche. Il ticket è una delle tasse più odiose e ingiuste perché è una tassa che ricade su chi è più malato.



Per questo noi vogliamo eliminare tutte quelle consulenze che non servono per tutelare la salute e abolire il ticket per sollevare da una spesa aggiuntiva quei cittadini che si devono curare (Bersani, Ansa, 20 febbraio. Replica di Alfano: «Una proposta generica con poche possibilità di attuazione»).




I mu: «Credo di aver dato dimostrazione plurima di aver realizzato le cose con serietà.

Non mi chiamerò più Silvio Berlusconi se, vincendo e avendo la maggioranza dagli italiani, nel primo consiglio dei ministri non sarà deliberata l'abolizione dell'Imu e la restituzione» (Berlusconi, Tg La7, 6 febbraio. Mentana: e come si chiamerà? «Giulio Cesare»).

«Non sono un imbroglione come ha detto Bersani, ho scritto personalmente una lettera a 9 milioni di elettori. Con quella lettera uno potrà andare dai giudici e chiedere quanto ho promesso se sarò presidente del Consiglio.


Con quella lettera inviata agli italiani ho dato un fantastico esempio di serietà. (…) Sono pronto a restituire i 4 miliardi dell'Imu utilizzando la mia fortuna.


Per Forbes il mio patrimonio attuale è di 4,5 miliardi? Con mezzo miliardo io vivrò benissimo... » (Tribuna elettorale 22 febbraio).




L ibri scolastici: «Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l'accessibilità via Internet in formato digitale» (programma del Movimento 5 Stelle).

Liste d'attesa in ospedale: «Devono essere pubbliche e online» (programma del Movimento 5 Stelle).





M oneta padana: «È utile e può servire nelle crisi economiche a dare aiuto alle imprese e ci sono studi anche alla Bocconi per creare un circuito alternativo: ci stiamo ragionando e non escludo che anche noi decidiamo di farlo» (Maroni, Ansa 9/2/13.



Commento di Bersani: «Potrebbero chiamarla il "marone": un marone, due maroni, tre maroni…»).

Mai: «Monti? Come è possibile immaginare che io possa governare con la destra? Perché Monti è la destra, quella destra più compassata, la destra delle élite che pensano di avere il destino del comando.


Insomma, io considero Monti, non un nemico, ma un avversario da battere» (Vendola, Ansa, 21/2/13)


«Vendola? Allo stato degli atti mi sembra impossibile. Quasi impossibile... Impossibile. Del resto lo ha detto più volte anche lo stesso Vendola» (Monti, TmNews 22 febbraio).





N umero dei parlamentari: «Nella prima riunione del Consiglio dei ministri dimezzeremo il numero dei parlamentari» (Monti, Adnkronos 5 febbraio).





O mosessuali: «Proporrò una legge che garantisca i diritti delle coppie di fatto, anche dei gay» (Berlusconi a Leader di Lucia Annunziata, 8 febbraio).





P atrimoniale: «Vogliamo che la patrimoniale la paghi lo Stato» (Oscar Giannino, Ansa, 13 gennaio, spiegando la sua ricetta per rilanciare l'economia abbattendo il debito pubblico e la spesa: «Corro da solo.


È una prova difficile, ma è solo l'inizio.

Bisogna dirlo, in fondo il cristianesimo iniziò con dei martiri e dopo duemila anni è ancora tra noi»).






Q uadruplo: «Se gli italiani con il loro voto ci daranno la possibilità di governare già nel primo Consiglio dei ministri approveremo un decreto legge che consentirà ad un'impresa di assumere un nuovo collaboratore senza dover pagare né i contributi né le tasse per i primi anni.


Converrà più di un'assunzione in nero. Se ogni impresa assumesse anche un solo giovane avremo 4 milioni di nuovi posti di lavoro (Berlusconi, Rai Web Radio, 7 febbraio.

Risposta di Bersani: «Stiamo ancora aspettando la milionata dell'altra volta…»).







R eddito di cittadinanza: «La prima cosa che faremo, dopo essere entrati in Parlamento, è il reddito di cittadinanza per chi perde o non ha il lavoro.

C'è in tutta Europa, non lo abbiamo solo noi e la Grecia. Così i giovani non saranno più costretti ad accettare qualsiasi lavoro.


Non è giusto che chi si laurea, oppure ottiene per esempio un master all'estero, debba poi lavorare in un call center per 400 euro al mese.

Vada la figlia della Fornero a fare quei lavori.

Con il reddito di cittadinanza per tre anni daremo mille euro al mese, per dare tempo al disoccupato di cercare lavoro.


Daremo noi le opportunità di lavoro negli uffici di collocamento dove, attraverso la rete, offriremo due o tre lavori.


Se ti rifiuti perdi il sussidio» (Beppe Grillo, Ansa, 30 gennaio).





S pread: «Lo spread si è dimezzato e adesso possiamo impegnarci in una riduzione puntuale e graduale delle tasse, bloccando la spesa.


Mi sembra una cosa buona e liberale» (Monti, Ansa, 2 febbraio).





T asse: «Tratterremo il 75% delle imposte lombarde in Lombardia» (Maroni, slogan elettorale. Berlusconi: «Abbiamo chiesto a un comitato, costituito dai nostri governatori delle regioni del Sud, di esaminare questa proposta della Lega, prima di inserirla nel nostro programma. Ci hanno garantito che è realizzabile senza penalizzare in nessun modo il Sud. In caso contrario, d'altronde, non l'avremmo mai potuta accettare». (Berlusconi, La Sicilia, 23 febbraio).


Tombale (condono): «Io sarei assolutamente d'accordo nel farlo. È sempre stato avversato dalla sinistra in maniera totale». (Berlusconi a La 7).


«Assolutamente sì. Del condono c'è assolutamente bisogno. Se avrò la maggioranza verrà fatto» (a La7, 4/2/13). «Il condono tombale si impone in caso di riforma fiscale radicale» (conferenza stampa, 4-2-13, correggendo quello che aveva detto la mattina).






U briacatura: «Se Monti, Fini e Casini restano fuori dalla Camera mi ubriaco.

Questa volta credo che dobbiamo mettere il prosecco in frigo. C'è la possibilità davvero che tra qualche giorno possa ubriacarmi per la prima volta» (Berlusconi, Ansa, 17 febbraio).





V ia dall'Italia: «Se Maroni vince ci stacchiamo dallo Stato centrale, quello che munge le mammelle del Nord. Basta, andiamo per conto nostro: senza più minacce o secessioni. (…) Vinciamo in Lombardia, prendiamo il Nord e lo agganciamo ad altre regioni della bassa Europa, i cantoni Svizzeri, la Francia meridionale. I soldi resteranno qui». (Bossi, Repubblica, 3 febbraio).






W eb: «Io propongo la diretta web del Consiglio dei ministri» (Oscar Giannino, Sole 24 Ore, 23/2/13 teorizzando la massima trasparenza: peccato che per vanità si fosse inventato un master e un paio di lauree e in un comizio avesse urlato: «Chi è contro il merito avrà una voce che gli dirà "Taci Miserabile"»).






Z anzara: «Se mi reintegrano torno a fare il direttore del Tg1 e non il senatore. Il sacro fuoco del mestiere mi tenta più che fare il deputato» (Augusto Minzolini, La Zanzara, Radio24, 19 febbraio).


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Nota: Ma la Patonza non la offre più nessuno??????????????????????????????
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La fiera degli “Oh Bej! Oh Bej!” - 2


La Stampa 24.2.13

L’Italia vota
Tra pifferai, giaguari e populisti, la campagna elettorale horror
una stagione folle in cui le parole della politica hanno perso ogni aderenza al buonsenso Cani, gatti, insulti, epiteti usati come sciabole: viaggio nella lunga cavalcata prima delle elezioni,

di Mattia Feltri

Il Monti che non ti aspetti ha dato a Berlusconi del «pifferaio magico con i topini che annegano».


Risposta: «Monti mi vuole tassare il piffero».


Giannino, uno show da ex Aveva fatto una campagna show, anche in tv. Dandole e prendendole.

Sallusti: «Il gatto di Giannino mi ha aggredito».



I soprannomi di Grillo «Populista, fascista, comunista... più me lo dicono, più voliamo».



Ma anche lui: Gargamella, il nano, padre Merrin



Le metafore di Bersani Ha detto su Berlusconi: «Smacchieremo il giaguaro».

Risposta in tema di Berlusconi: «Sotto le macchie troverà un leone».


Berlusconi scintillante Oltre alla celebre replica sul «piffero», si è concesso la risposta scurrile in tv, l’accusa di «populista» ai rivali.


E tanto altro Populista Accusa solo per Grillo?


Macché: a tutti, da tutti Il pifferaio Il pifferaio di Hamelin è una fiaba tedesca che narra di un ambiguo incantatore di topi


Le foto Da quella di Vasto, le foto sono diventate simboli di alleanze Cetto «Monti Laqualunque» è un epiteto coniato da un esponente di Fratelli d’Italia


Sorpasso Pianetta del Pdl su Bersani: «Per lui Il Sorpasso non è più soltanto un film»


«Empy» Il cagnolino di Monti dalla Bignardi: non è stato il solo cucciolo elettorale


Da Vespa La scena del giaguaro di Bersani a Porta a porta


Merkel È stata la convitata di pietra alla campagna elettorale


Non le riforme, e neanche tanto le tasse.




Politica estera neanche a dirlo, scuola e famiglie e salute – come dice CrozzaIngroia – sono solite cose da soliti programmi.




La campagna elettorale si è giocata su altre parole chiave: pifferaio, populista, giaguaro, sorpasso.



E poi sulle foto, quelle con gli alleati e quelle coi cani.


E sull’esercizio di una fantasia ai confini dell’orrore, così spesso varcati. E’ una ricostruzione reale dal sapore irreale di una sfida tutti contro tutti.



PIFFERO /PIFFERAIO
Mario Monti: «Berlusconi è un illusionista, un pifferaio magico con i topini che vanno ad annegare».


Silvio Berlusconi: «Monti mi vuole tassare il piffero». Dario Franceschini a Monti: «Non si risponde al pifferaio suonando il piffero».


Antonio Leone su Monti: «E’ evidente che oltre che del pifferaio, ha paura di dove fra poco finirà il piffero».



Pierluigi Bersani su Berlusconi: «Lui risolve tutto con il piffero».



Enrico Pianetta (Pdl) su Monti: «Se Berlusconi è un pifferaio, lui è un trombone».



Gabriele Albertini: «Sono stato io il primo a definire Berlusconi pifferaio».



Alfredo D’Attorre (Pd) su Beppe Grillo: «Non è affidandosi a un nuovo pifferaio magico che il Mezzogiorno affronta i suoi problemi».



Anna Maria Bernini su Monti: «Pifferaio bocconiano improvvisato».



Beppe Grillo su se stesso: «Mi hanno dato del comunista, del fascista, del pifferaio magico. Ma più fanno così e più mi rinforzano».



GIAGUARI E ALTRE BESTIE
Bersani su Berlusconi: «Smacchieremo il giaguaro». Berlusconi: «Sotto le macchie troverà un leone».



Bersani: «Ci toccherà spellare il leone».


Daniele Capezzone a Bersani: «Per smacchiare il giaguaro bisogna che sia addormentato, e non è il caso di Berlusconi».



Bersani: «Insieme a chi cerca lavoro si può smacchiare il giaguaro».



Bersani: «La macchia più grossa la tiriamo via qui in Lombardia».



Riccardo Nencini (Psi): «Prima ancora che smacchiare il giaguaro, dobbiamo celebrare la festa del Grillo».



Bersani a Berlusconi: «Una smacchiatina? ».



Bersani su tutti: «Ho parlato anche di tacchino sul tetto e di mucche nel corridoio... uno a uno lo zoo lo completo entro la legislatura».



Monti su tutti: «Renderemo trasparenti i camaleonti».




FOTO
Bersani su Scelta Civica: «Voglio vedere la foto di Monti con Casini e Fini».



Gianfranco Fini a Bersani: «Se Bersani le vuole di nostre foto gliene mandiamo dieci».



Maurizio Gasparri su Bersani: «Dalla foto di Vasto alla foto della Residenza di Ripetta.



Bersani molla Di Pietro e si tiene Vendola».



Alessandra Mussolini su Bersani: «Si dice che nella foto di coalizione Bersani poserà anche con Mussari e Penati».



Angelino Alfano su Bersani: «Foto di gruppo BersaniVendola? Ci vuole anche la Camusso».



Nencini: «La foto vera del centrosinistra è quella del tre più uno, ci siamo anche Tabacci ed io! ».




Pier Ferdinando Casini: «La foto non ce l’abbiamo, ma abbiamo la politica».



Fini: «La foto con Monti e Casini? Bisogna avere pazienza. Ma sono convinto che la faremo prima noi».



Fini: «Per fare una foto, quella con me, Monti e Casini ci vuole un secondo, per sentire un giudizio comune su Monti da parte di Vendola e Bersani penso che ci vorranno mesi».



Casini: «Non facciamo la foto perché seguiamo una strategia elettorale».



Monti su Bersani: «Ha l’ossessione delle foto».



Di Pietro a Bersani: «Ecco la mia foto con Ingroia!».





SORPASSO
Enrico Pianetta (Pdl) su Bersani: «Per lui Il Sorpasso non è più soltanto un film».



Maurizio Lupi: «Il sorpasso è ormai vicino».



Franceschini: «Un elettore di sinistra che vota Ingroia, o un elettore arrabbiato che vota Grillo, aumenta le possibilità di sorpasso del Cavaliere».



Berlusconi: «Siamo in area di sorpasso».



Bersani: «Il sorpasso lo vedono col binocolo».



Monti: «Non ho seguito recentemente le misurazioni di velocità di questi convogli».



Berlusconi: «Abbiamo messo la freccia».



Renato Schifani: «Con Berlusconi abbiamo messo la freccia».



Corradino Mineo: «La destra ha finito la benzina».



Capezzone: «Il Pdl, come ha affermato Berlusconi, è in corsia di sorpasso. E io aggiungo che il Pd è in corsia di emergenza».



Matteo Renzi: «A destra c’è solo la corsia di emergenza, la corsia di sorpasso è a sinistra».



Berlusconi: «Il Pd è sulla corsia di emergenza e noi in quella di sorpasso, e allora ha chiesto aiuto ai pm e giornali amici».



Renzi: «In Veneto la possibilità di sorpasso è tutta nostra».



Berlusconi: «Il sorpasso è avvenuto».



Bersani su Berlusconi: «Sorpasso? È andato contromano».




POPULISTA
Nichi Vendola a Berlusconi: «Populista».



Walter Veltroni a Berlusconi: «Populista».



Franceschini a Berlusconi: «Populista».



Bersani a Berlusconi: «Populista».



Berlusconi a Grillo: «Populista».



D’Alema a Grillo: «Populista».



Edward Luttwak a Grillo: «Populista».



Magdi Allam a Grillo: «Populista».



Vannino Chiti a Grillo: «Populista».



Vendola a Grillo: «Populista».



Lucio Malan a Monti: «Populista».



Massimo Donadi a Monti: «Populista».



Cicchitto ai montiani: «Populisti».



Flavia Perina a Francesco Storace: «Populista».



Albertini a Roberto Maroni: «Populista».



Albertini al Pdl: «Populista».



Nicola Latorre al centrodestra: «Populista».



Vendola al centrodestra: «Populista».



Wall Street Journal al centrodestra: «Populista».



Tabacci ad Antonio Ingroia: «Populista».



Vendola a Berlusconi: «Populista velenoso».



Buttiglione: «A destra populisti e fascisti».



Ingroia: «Siamo una forza ostativa verso il revival populista».




MERKEL
Osvaldo Napoli su Berlusconi: «Il suo realismo non è inferiore a quello della signora Merkel».



Monti: «La Merkel qualche volta si è lamentata della mia durezza».



Jole Santelli (Pdl): «Per essere credibili a livello internazionale occorre chinare la schiena all’imperatrice Merkel».



D’Alema: «La Merkel viene dalla Cdu e non dalla società civile».





Berlusconi: «Non ho mai fatto battute sulla Merkel».





Monti: «Sono un alleato scomodo della Merkel».



Berlusconi: «La Merkel sa che se vinco io la musica cambia».



Monti: «La Merkel ha avuto un’evoluzione positiva».



Ignazio La Russa: «Monti è a Berlino per incontrare la Merkel. Gli italiani tremano».



Sandro Bondi: «Il siparietto elettoralistico della coppia Merkel-Monti è ridicolmente patetico».



Berlusconi: «Monti è andato a prendere ordini dalla Merkel».



Casini: «Berlusconi alla Merkel faceva le corna, Monti con lei fa il bilancio».



Micaela Biancofiore su Monti: «E’ lo scendiletto della Merkel».



Daniela Santanché su Monti: «E’ succube della Merkel».



Domenico Scilipoti su Monti: «Portaborse della Merkel».



Berlusconi: «La Merkel ha adottato Monti».



Paolo Ferrero (Rifondazione): «Basta fare i camerieri della Merkel».



Monti: «Non ho passato una notte intera con la Merkel».



Giorgia Meloni (F. lli d’Italia): «La Merkel non porta bene in campagna elettorale».



Monti: «Io dubito che la signora Merkel voglia che un partito di sinistra vada al governo».




CANI (E UN GATTO)
Micaela Biancofiore con un cucciolo e Berlusconi: «Il mio cagnolino Puggy è la nostra matricola. Ha appena due mesi e crescerà assieme a noi e il nostro consenso».



Monti su Empty: «E’ un cucciolo empatico».



Antonio Di Pietro: «A casa ho tredici cani, ma non mi faccio fotografare con loro».



Ingroia su Boh, cane trovato in un cassonetto: «Se voglio adottarlo? Senz’altro».



Paolo Fedeli (Sel) con un cagnolino su twitter: «Il primo che dice che a Sel non c’è neanche un cane... sbaglia di grosso. Benvenuta Braciola! ».



Alessandro Sallusti: «Il gatto di Oscar Giannino mi ha aggredito».





L’ANGOLO DELL’ORRORE
Francesco Boccia su Monti: «Dottor Jekyll e Mister Hyde».


Alfano su Monti: «E’ un uomo capace di cattivi sentimenti».



Grillo su Monti: «E’ un esorcista, è padre Merrin».


Bondi su Monti: «E’ il dictator romano».



Mussolini: «Monti è un pesce tropicale».



Fabio Rampelli (F. lli d’Italia): «Monti Laqualunque».



Giulio Tremonti su Monti: «E’ una cosa tipo Dan Brown, ma anche un po’ Alberto Sordi».



Monti ai suoi: «Non vorrei che mi aveste preso per un politico».



Berlusconi: «Avrei voluto io il colore di Obama, che fa salute».



Berlusconi: «Se io avessi 30 mila euro a chi li darei tra Bersani, Ingroia, Monti e Berlusconi? Secondo i sondaggi il 99 per cento li darebbe a me».



Bersani su Berlusconi: «Schettino». Ingroia: «Il mio sogno d’adolescenza? Fare il regista cinematografico».



Santanché: «Mi fa schifo avere Ingroia in Parlamento, mi fa ribrezzo, mi sta sulle palle».



Renato Brunetta su Bersani. «Vada in qualche circo a sbranare qualcuno».



Grillo su Berlusconi: «E’ come la mucca Carolina».



Stefano Fassina su Mps: «Non era il Pd locale che influenzava la banca, ma era la banca che influenzava il pd locale».


D’Alema: «La campagna elettorale assomiglia a uno striptease».

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L’Italia sta affrontando da 4 anni la crisi più difficile del dopoguerra.

I dati economici farebbero tremare i polsi alla coppia De Gasperi – Einaudi.

Ci vuole il pelo sullo stomaco per supportare questi pataccari.
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