Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
L’angolo del tifoso della curva Sud
Non serve a niente fare il tifoso esorcista della curva Sud. I problemi non si risolvono in questo modo.
Se c’è un’atterramento brutale in area di rigore, o se il difensore devia la palla alla Maradona, è calcio di rigore.
Il tifoso della curva Sud però non lo ammetterà mai, si arrampicherà sui vetri ma non ammetterà mai il fallo.
Allo stesso modo capita in politica.
Quello che pensano per passione politica i cittadini elettori, non ha niente a che vedere con gli interessi della casta.
SB., da 19 anni sta facendo ininterrottamente i suoi interessi personali e quelli delle sue aziende.
Alcuni lo hanno capito, altri no.
Romano Prodi ha fatto un tentativo di dare una svolta alla politica italiana sviluppando un’idea del Prof. Andreatta. Mettere insieme la sinistra post comunista con la sinistra democristiana.
In teoria era possibile? Sì, certo.
In pratica no.
Sia per la natura intrinseca della nuova generazione ex comunista, sia per l’appesantimento della cultura occupazionista del potere della Democrazia cristiana dura a morire.
In più, questa ipotesi dava molto fastidio ai poteri forti, che in quel momento appoggiavano il disponibilissimo SB che curava i loro interessi.
E’ vero che per la cronaca è stato Bertinotti a fare cadere il primo governo Prodi, ma si poteva fare un Prodi bis con l’appoggio esterno di Rc.
Invece se ne è incaricato Kossiga, portando in appoggio l’Udeur di Mastella e conferendo la guida del Paese al duca conte Dalemoni.
Allontanato Prodi, l’Ulivo ha solo tirato a campare. Non ha mai costruito niente della nuova società di cui si sentiva il bisogno dopo mezzo secolo di dominio democristiano.
Il Pd esiste solo per una stretta necessità numerica in relazione al potere. Non è mai stato un partito, per come si intendevano i partiti della prima Repubblica.
Si mettono insieme gli ex Ds e gli ex Margherita, perché non facendo politica da un decennio alle elezioni del 2006 i Ds pur vincendo le elezioni con Prodi, raggiungono il loro minimo storico al 17,49 %.
La Margherita al 10,72 %, si rende conto che il suo punto massimo di espandibilità è raggiunto. Di conseguenza accetta l’offerta dei Ds di mettere insieme un nuovo partito di potere
Il Pd non è mai stato un vero partito ma solo l’associazione di 27 tribù ridotte a 25 l’anno scorso.
Neppure la Dc che di correnti se ne intendeva ed è sopravvissuta per mezzo secolo con questo sistema, ha mai raggiunto una cifra folle di 27 tribù.
Tutte legate tra di loro da interessi di bottega.
La responsabilità di quanto sta accadendo è quindi del Pd???
Certo che lo è.
Perché da anni, ancora con i Ds è prevalso il teorema D’Alema, quello di ritenere inutile fare politica e di sommare i partiti per raggiungere il quorum per entrare nella stanza dei bottoni e dei bottini.
Quindi niente politica, il Paese può andare tranquillamente a Ramengo l’importante è che si salvino loro.
E’ la linea politica scelta negli ultimi due anni.
Il partito prescelto questa volta per fare numero è stato l’U Dc di Casini & Affini.
I risultati di questa politica scellerata sono sotto gli occhi di tutti in queste ore, quando i tricolori toccano con mano il caos.
Il Pd è composto da notabili dediti al banchetto e alla ricerca di POLTRONE % FORCHETTE, la religione della fu Democrazia cristiana.
Dei problemi del Paese fanno finta d’interessarsene, tanto qualcuno che gli dà il voto o il voto “utile alla casta”, lo trovano sempre.
Le condizioni economiche del Paese versano in gravi condizioni da più di 4 anni.
La sera del 13 novembre 2008 in cui gi.bo ha iniziato il 3D ….e quando le fabbriche chiuderanno… ho postato un’ora dopo il dato circolante in quei giorni.
“Le aziende che sono saltate al 31 ottobre 2008 sono 337.000.”
E scopriamo solo ora che chiudono 1.000 aziende al giorno????
Ma siamo ammattiti tutti quanti????? E’ lo stesso dato del 2008, del 2009, del 2010, del 2011.
E gli italiani, politici ed elettori dove stavano? Tutti in vacanza a Malindi????
Oppure è solo il vecchio vizio tricolore di fare sempre finta di niente,…….PERCHE’ TANTO NON TOCCA A ME????????????????????????
Adesso ci siamo dentro fino al collo.
"Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria."
Gli italiani abituati a non vedere o a far finta di non vedere, per comodo, da ieri hanno cominciato a toccare con mano cosa significa sbattersene dei problemi di una comunità.
St. Thomas è il loro santo di riferimento.
Non serve a niente fare il tifoso esorcista della curva Sud. I problemi non si risolvono in questo modo.
Se c’è un’atterramento brutale in area di rigore, o se il difensore devia la palla alla Maradona, è calcio di rigore.
Il tifoso della curva Sud però non lo ammetterà mai, si arrampicherà sui vetri ma non ammetterà mai il fallo.
Allo stesso modo capita in politica.
Quello che pensano per passione politica i cittadini elettori, non ha niente a che vedere con gli interessi della casta.
SB., da 19 anni sta facendo ininterrottamente i suoi interessi personali e quelli delle sue aziende.
Alcuni lo hanno capito, altri no.
Romano Prodi ha fatto un tentativo di dare una svolta alla politica italiana sviluppando un’idea del Prof. Andreatta. Mettere insieme la sinistra post comunista con la sinistra democristiana.
In teoria era possibile? Sì, certo.
In pratica no.
Sia per la natura intrinseca della nuova generazione ex comunista, sia per l’appesantimento della cultura occupazionista del potere della Democrazia cristiana dura a morire.
In più, questa ipotesi dava molto fastidio ai poteri forti, che in quel momento appoggiavano il disponibilissimo SB che curava i loro interessi.
E’ vero che per la cronaca è stato Bertinotti a fare cadere il primo governo Prodi, ma si poteva fare un Prodi bis con l’appoggio esterno di Rc.
Invece se ne è incaricato Kossiga, portando in appoggio l’Udeur di Mastella e conferendo la guida del Paese al duca conte Dalemoni.
Allontanato Prodi, l’Ulivo ha solo tirato a campare. Non ha mai costruito niente della nuova società di cui si sentiva il bisogno dopo mezzo secolo di dominio democristiano.
Il Pd esiste solo per una stretta necessità numerica in relazione al potere. Non è mai stato un partito, per come si intendevano i partiti della prima Repubblica.
Si mettono insieme gli ex Ds e gli ex Margherita, perché non facendo politica da un decennio alle elezioni del 2006 i Ds pur vincendo le elezioni con Prodi, raggiungono il loro minimo storico al 17,49 %.
La Margherita al 10,72 %, si rende conto che il suo punto massimo di espandibilità è raggiunto. Di conseguenza accetta l’offerta dei Ds di mettere insieme un nuovo partito di potere
Il Pd non è mai stato un vero partito ma solo l’associazione di 27 tribù ridotte a 25 l’anno scorso.
Neppure la Dc che di correnti se ne intendeva ed è sopravvissuta per mezzo secolo con questo sistema, ha mai raggiunto una cifra folle di 27 tribù.
Tutte legate tra di loro da interessi di bottega.
La responsabilità di quanto sta accadendo è quindi del Pd???
Certo che lo è.
Perché da anni, ancora con i Ds è prevalso il teorema D’Alema, quello di ritenere inutile fare politica e di sommare i partiti per raggiungere il quorum per entrare nella stanza dei bottoni e dei bottini.
Quindi niente politica, il Paese può andare tranquillamente a Ramengo l’importante è che si salvino loro.
E’ la linea politica scelta negli ultimi due anni.
Il partito prescelto questa volta per fare numero è stato l’U Dc di Casini & Affini.
I risultati di questa politica scellerata sono sotto gli occhi di tutti in queste ore, quando i tricolori toccano con mano il caos.
Il Pd è composto da notabili dediti al banchetto e alla ricerca di POLTRONE % FORCHETTE, la religione della fu Democrazia cristiana.
Dei problemi del Paese fanno finta d’interessarsene, tanto qualcuno che gli dà il voto o il voto “utile alla casta”, lo trovano sempre.
Le condizioni economiche del Paese versano in gravi condizioni da più di 4 anni.
La sera del 13 novembre 2008 in cui gi.bo ha iniziato il 3D ….e quando le fabbriche chiuderanno… ho postato un’ora dopo il dato circolante in quei giorni.
“Le aziende che sono saltate al 31 ottobre 2008 sono 337.000.”
E scopriamo solo ora che chiudono 1.000 aziende al giorno????
Ma siamo ammattiti tutti quanti????? E’ lo stesso dato del 2008, del 2009, del 2010, del 2011.
E gli italiani, politici ed elettori dove stavano? Tutti in vacanza a Malindi????
Oppure è solo il vecchio vizio tricolore di fare sempre finta di niente,…….PERCHE’ TANTO NON TOCCA A ME????????????????????????
Adesso ci siamo dentro fino al collo.
"Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria."
Gli italiani abituati a non vedere o a far finta di non vedere, per comodo, da ieri hanno cominciato a toccare con mano cosa significa sbattersene dei problemi di una comunità.
St. Thomas è il loro santo di riferimento.
Re: Come se ne viene fuori ?
... e mentre cerchiamo di far andare d'accordo il litigioso condominio
uno straccio di politica industriale chi la fa?
o all'expo dobbiamo mettere i cartelli "polli e uova" ?
uno straccio di politica industriale chi la fa?
o all'expo dobbiamo mettere i cartelli "polli e uova" ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Amadeus ha scritto:... e mentre cerchiamo di far andare d'accordo il litigioso condominio
uno straccio di politica industriale chi la fa?
o all'expo dobbiamo mettere i cartelli "polli e uova" ?
Ci mettiamo nani e ballerine... quelli non mancano mai qui da noi.
soloo42000
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Re: Come se ne viene fuori ?
Amadeus ha scritto:... e mentre cerchiamo di far andare d'accordo il litigioso condominio
uno straccio di politica industriale chi la fa?
o all'expo dobbiamo mettere i cartelli "polli e uova" ?
Quelli sò molto preoccupati del loro cadregotto che in questo momento non è sicuro.
La politica industriale?? Il paradiso può attendere.
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Re: Come se ne viene fuori ?
« Risultati Elezioni 2013.Il nuovo Parlamento. »
Pancia e sentimento, la rivolta contro le élite di una nuova comunità (Massimo Gramellini).
26/02/2013 di triskel182
Così un comico diventato leader
ha riunito malesseri, speranze, solitudini.
Di sicuro, in queste elezioni, c’è solo che Grillo ha vinto. E dire vinto è poco. Le urne hanno ospitato una sollevazione di massa contro le élite. Almeno un elettore su quattro ha votato per la lista del Gabibbo Barbuto, spesso senza nemmeno avere la cortesia di anticiparlo ai sondaggisti, considerati elite anche loro. E non si può ridurre sempre tutto alla pancia, per quanto la pancia brontoli, se è vuota anche di più. Qui c’è del sentimento, non soltanto del risentimento. C’è la disperata speranza che i parlamentari a Cinque stelle siano diversi, che non rubino, ma soprattutto che ascoltino: gli altri non lo facevano più.
E’ come se da mille stanze si fosse levato l’urlo di mille solitudini connesse fra loro attraverso i cavi dei computer. Un’emozione virtuale che nel tempo si è fatta piazza. Radunando individui che si ritengono incompresi e sovrastati dall’ombra sorda di troppe congreghe: la Casta dei politici, dei giornalisti, dei banchieri, dei raccomandati. Ogni membro della comunità ha una storia e una sconfitta diverse: chi ha perso o mai trovato il lavoro, chi la fiducia nel domani, nello Stato e nei corpi intermedi come partiti e sindacati. Non odiano la politica, ma chi la fa di mestiere da troppo tempo, senza averne né la competenza né l’autorità morale. Intorno a queste desolate solitudini esisteva un vuoto di attenzione e Grillo lo ha riempito. Dapprima con un vaffa, poi con una serie di proposte concrete e una buona dose di utopia. Ha disegnato panorami che ciascuno ha poi colorato come voleva. Dal punto di vista della composizione sociale il suo movimento è un franchising: a Torino ci trovi (anche) i centri sociali che vogliono abbattere il capitalismo, a Bergamo i padroncini in lotta con Equitalia, a Palermo i disperati e gli allergici a qualsiasi forma di oppressione pubblica e privata. Ovunque c’era un malessere, Grillo gli ha messo a disposizione un format e una faccia, la sua.
I politici professionisti non hanno saputo o forse potuto offrire un’alternativa. Sarebbe bastata un’autoriforma dignitosa, qualche taglio nei costi e nel numero dei parlamentari, una campagna elettorale che parlasse non solo di cifre ma di ambiente, di vita, di futuro. Invece hanno snocciolato cifre fredde, discusso della Merkel e borbottato metafore inconsistenti, persi nel loro altrove. A combattere qui sulla Terra sono rimasti un vecchio impresario con le tasche piene di biglietti omaggio per il paese dei balocchi e un guitto che ha talmente studiato il meccanismo seduttivo di Berlusconi da essere riuscito a sublimarlo. Grillo ha scelto il linguaggio dello spettacolo, l’unico che gli italiani mostrino di comprendere dopo un ventennio di vuoto, ma ha deciso di usarlo per dire cose serie. Lo hanno aiutato la sua popolarità, la sua energia e persino i suoi difetti. Anche la selezione di candidati sconosciuti e scarsamente rappresentativi si è rivelata un punto di forza. Se fra le tante nuove offerte politiche l’unica ad avere sfondato è la sua, è anche perché – a differenza di Monti e Ingroia – non l’aveva infarcita di pseudo vip, algidi tecnocrati e notabili polverosi.
Fra i suoi seguaci storici si può trovare di tutto: il sognatore pragmatico come il vittimista cronico. Ma fra i tanti elettori dell’ultima ora prevale, credo, la fusione di due umori in apparenza contrapposti. Da un lato il desiderio passionale di collassare il sistema, nella speranza che dalle macerie delle varie Caste possa sorgere una classe dirigente nuova. Dall’altro il calcolo razionale di mandare in Parlamento un manipolo di alieni dalla vista acutissima che illumineranno i maneggi del potere. Un amico che ha scelto i Cinque Stelle dopo avere invano votato Renzi alle primarie del Pd mi ha detto: «Non so se metterei mai un grillino ad amministrare il mio condominio, ma se si tratta di fare le pulci all’amministratore, nessuno è più affidabile».
E adesso? Il movimento degli spulciatori affidabili è talmente nuovo da restare misterioso persino a molti di coloro che lo hanno votato. Grillo è il padre-padrone della squadra o è solo l’arbitro che vigila sul rispetto delle regole e fischia le espulsioni? I parlamentari riceveranno ordini da lui o, come assicurano in coro, solo dal popolo della Rete a cui sottoporranno ogni proposta, da quella di un improbabile accordo di governo al nome del prossimo Capo dello Stato? L’unica domanda che è davvero sciocco porsi è se i Cinque Stelle siano di destra o di sinistra. Grillo non ha tolto voti agli altri partiti. Si è limitato a raccogliere quelli che hanno lasciato cadere. E la prossima volta potrebbero essere ancora di più
https://triskel182.wordpress.com/2013/0 ... more-42383
Pancia e sentimento, la rivolta contro le élite di una nuova comunità (Massimo Gramellini).
26/02/2013 di triskel182
Così un comico diventato leader
ha riunito malesseri, speranze, solitudini.
Di sicuro, in queste elezioni, c’è solo che Grillo ha vinto. E dire vinto è poco. Le urne hanno ospitato una sollevazione di massa contro le élite. Almeno un elettore su quattro ha votato per la lista del Gabibbo Barbuto, spesso senza nemmeno avere la cortesia di anticiparlo ai sondaggisti, considerati elite anche loro. E non si può ridurre sempre tutto alla pancia, per quanto la pancia brontoli, se è vuota anche di più. Qui c’è del sentimento, non soltanto del risentimento. C’è la disperata speranza che i parlamentari a Cinque stelle siano diversi, che non rubino, ma soprattutto che ascoltino: gli altri non lo facevano più.
E’ come se da mille stanze si fosse levato l’urlo di mille solitudini connesse fra loro attraverso i cavi dei computer. Un’emozione virtuale che nel tempo si è fatta piazza. Radunando individui che si ritengono incompresi e sovrastati dall’ombra sorda di troppe congreghe: la Casta dei politici, dei giornalisti, dei banchieri, dei raccomandati. Ogni membro della comunità ha una storia e una sconfitta diverse: chi ha perso o mai trovato il lavoro, chi la fiducia nel domani, nello Stato e nei corpi intermedi come partiti e sindacati. Non odiano la politica, ma chi la fa di mestiere da troppo tempo, senza averne né la competenza né l’autorità morale. Intorno a queste desolate solitudini esisteva un vuoto di attenzione e Grillo lo ha riempito. Dapprima con un vaffa, poi con una serie di proposte concrete e una buona dose di utopia. Ha disegnato panorami che ciascuno ha poi colorato come voleva. Dal punto di vista della composizione sociale il suo movimento è un franchising: a Torino ci trovi (anche) i centri sociali che vogliono abbattere il capitalismo, a Bergamo i padroncini in lotta con Equitalia, a Palermo i disperati e gli allergici a qualsiasi forma di oppressione pubblica e privata. Ovunque c’era un malessere, Grillo gli ha messo a disposizione un format e una faccia, la sua.
I politici professionisti non hanno saputo o forse potuto offrire un’alternativa. Sarebbe bastata un’autoriforma dignitosa, qualche taglio nei costi e nel numero dei parlamentari, una campagna elettorale che parlasse non solo di cifre ma di ambiente, di vita, di futuro. Invece hanno snocciolato cifre fredde, discusso della Merkel e borbottato metafore inconsistenti, persi nel loro altrove. A combattere qui sulla Terra sono rimasti un vecchio impresario con le tasche piene di biglietti omaggio per il paese dei balocchi e un guitto che ha talmente studiato il meccanismo seduttivo di Berlusconi da essere riuscito a sublimarlo. Grillo ha scelto il linguaggio dello spettacolo, l’unico che gli italiani mostrino di comprendere dopo un ventennio di vuoto, ma ha deciso di usarlo per dire cose serie. Lo hanno aiutato la sua popolarità, la sua energia e persino i suoi difetti. Anche la selezione di candidati sconosciuti e scarsamente rappresentativi si è rivelata un punto di forza. Se fra le tante nuove offerte politiche l’unica ad avere sfondato è la sua, è anche perché – a differenza di Monti e Ingroia – non l’aveva infarcita di pseudo vip, algidi tecnocrati e notabili polverosi.
Fra i suoi seguaci storici si può trovare di tutto: il sognatore pragmatico come il vittimista cronico. Ma fra i tanti elettori dell’ultima ora prevale, credo, la fusione di due umori in apparenza contrapposti. Da un lato il desiderio passionale di collassare il sistema, nella speranza che dalle macerie delle varie Caste possa sorgere una classe dirigente nuova. Dall’altro il calcolo razionale di mandare in Parlamento un manipolo di alieni dalla vista acutissima che illumineranno i maneggi del potere. Un amico che ha scelto i Cinque Stelle dopo avere invano votato Renzi alle primarie del Pd mi ha detto: «Non so se metterei mai un grillino ad amministrare il mio condominio, ma se si tratta di fare le pulci all’amministratore, nessuno è più affidabile».
E adesso? Il movimento degli spulciatori affidabili è talmente nuovo da restare misterioso persino a molti di coloro che lo hanno votato. Grillo è il padre-padrone della squadra o è solo l’arbitro che vigila sul rispetto delle regole e fischia le espulsioni? I parlamentari riceveranno ordini da lui o, come assicurano in coro, solo dal popolo della Rete a cui sottoporranno ogni proposta, da quella di un improbabile accordo di governo al nome del prossimo Capo dello Stato? L’unica domanda che è davvero sciocco porsi è se i Cinque Stelle siano di destra o di sinistra. Grillo non ha tolto voti agli altri partiti. Si è limitato a raccogliere quelli che hanno lasciato cadere. E la prossima volta potrebbero essere ancora di più
https://triskel182.wordpress.com/2013/0 ... more-42383
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Re: Come se ne viene fuori ?
Qui c’è del sentimento, non soltanto del risentimento. C’è la disperata speranza che i parlamentari a Cinque stelle siano diversi, che non rubino, ma soprattutto che ascoltino: gli altri non lo facevano più.
MG.
Quando in un Paese i politici non ti ascoltano più, significa che quel Paese è arrivato al capolinea.
MG.
Quando in un Paese i politici non ti ascoltano più, significa che quel Paese è arrivato al capolinea.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro CamilloBenso ecco perché alla fine ho votato Grillo.camillobenso ha scritto:Qui c’è del sentimento, non soltanto del risentimento. C’è la disperata speranza che i parlamentari a Cinque stelle siano diversi, che non rubino, ma soprattutto che ascoltino: gli altri non lo facevano più.
MG.
Quando in un Paese i politici non ti ascoltano più, significa che quel Paese è arrivato al capolinea.
E in cuor mio ho la speranza che qualosa cambi!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Vediamo che dice Bersani alle 17.00.
Poi vedremo la reazione di Grillo... se sara` alla Bossi o altro...
soloo42000
Poi vedremo la reazione di Grillo... se sara` alla Bossi o altro...
soloo42000
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Re: Come se ne viene fuori ?
“Se dunque volessimo tenere la lista delle nostre responsabilità, tragicamente ci troveremmo a figurare davanti ai nostri figli come mandanti esclusivi di questo disastro.”
Antonello Caporale
Sotto le macerie – 157
Cronaca di un affondamento - 107
I giorni della follia che precedono il disastro…….ovvero, l’ultima fase della dittatura delle tdc – 85
Perché Bill Emmott ha ragione da vendere - 61
MAY DAY,…….. MAY DAY,…….. MAY DAY – 26
Il sistema non regge più, è saltato.
Prove di guerra civile – 1
Ho ascoltato per 45 minuti Agorà e il resto mi riservo di ascoltarlo nel pomeriggio, perché mi sembra siano emersi elementi importanti di valutazione.
1) Il tema della stampa quotidiana che si riferisce alla giornata di ieri è “Bersani apre a Grillo”. Poi ovviamente ognuno la interpreta a modo suo.
Questo a differenza delle corazzate berlusconiane che sparano a palle incatenate :
Libero:
Bersani ci rovina
Il Giornale:
Le condizioni di Berlusconi per varare le grandi intese.
Il Pd pronto alle barricate per evitare accordi col Cav
E ora un governo di scopo o un esecutivo istituzionale: scelte anti caos del Quirinale
Mentre i non berlusconiani scrivono:
Repubblica:
Bersani apre a Grillo: no al Pdl
La Stampa.
Bersani, apre a Grillo
L’Unità:
La Camera al centrosinistra-Senato paralisi-Trionfa Grillo
Il Fatto Quotidiano
Bersani si aggrappa a Grillo
Il Piccolo (di Trieste)
Bersani tenta Grillo e chiude a Silvio
Il Manifesto
Scacco matto
Il Sole 24 Ore non poteva che aprire in questo modo:
Lo shock elettorale travolge Borsa e spread.
2) Il politologo Natale che segue i cinquestelle, dichiara che Grillo non ha nessun interesse a fare alleanze perché alla prossima tornata elettorale potrebbe raggiungere il 30 % quindi diventerebbe veramente in senso assoluto il primo partito.
Giancarlo Loquenzi, è più o meno della stessa idea di Natale con l’aggiunta che osservando la campagna elettorale di Grillo, i cinquestelle hanno tutto l’interesse di spingere Bersani verso il governassimo dell’ammucchiata, la ripetizione del governo Monti con un altro Monti, facendo ambientare i suoi in vista della prossima legislatura.
3) L’aspetto più grave è quello dove Iezzi, giornalista in forza alla Lega, che ribadisce che a loro non frega nulla di quanto accade a Roma e che loro oramai hanno realizzato il sogno della grande regione del Nord, che contratterà con Roma.
In altre parole che sono arrivati ad ottenere la “secessione democratica” partendo dal punto di forza del governo delle 3 regioni del Nord.
Commenti:
1) Ovvio che la posizione dei cinquestelle non possa piacere a Bersani che sconfitto si trova con le spalle al muro.
La sua prima mossa è quella di sondare/stanare i cinquestelle per tentare un accordo.
Dal suo punto di vista di sconfitto, visto che i voti di Monti non servono a nulla, vanificando così tutta la strategia della campagna elettorale, e di due anni prima, è logico che scelga in prima istanza il male minore, i cinquestelle.
Quando comprenderà che questa strada non è percorribile si adatterà alla soluzione del governissimo che proporrà inevitabilmente Napolitano in funzione anti caos per non aggravare ulteriormente la posizione già altamente drammatica.
Con tutte le conseguenze del caso.
Da quanto letto, mi sembra che il forum sia schierato con il tentativo Bersani, rivedendo le proprie considerazioni fatte fino a 3 giorni fa sul Movimento di Grillo.
La scelta del male minore. Meglio Grillo che Berlusconi.
Solo che la politica si muove su altri piani.
Torna pertanto in mente l’intellighenzia del gotha piddino ben espressa nel 2009 da Fassino: Grillo fondi un partito e vediamo quanto prende.
Pronunciato in tono spregiativo con la solita supponenza dei piddini.
Quattro anni dopo quello di Grillo diventa il primo partito d’Italia. Per poco, ma la democrazia è questa.
Da questo si può comprendere quanto valga il Strategic Air Headquarter, piddino del Nazareno.
Da questo si comprende la Caporetto di queste elezioni, date scontatamente per vinte con estrema supponenza piddina e pepponica, nell’ultimo anno.
Quello di Bersani è un passaggio obbligato, ma è il passaggio del disperato.
Viaggiare permanentemente con il paraocchi ha portato a questa conseguenza. E dai oggi e dai domani, siamo arrivati al redde rationem. Quello dei cazzi amari, da prendere tre volte al giorno prima dei pasti.
Neppure il Capo dello Stato, per quello che conosciamo di Napolità, vedrebbe di buon occhio questa soluzione posticcia, perché i cinquestelle non accetteranno mai di far parte di un’alleanza.
Napolità c’ha già l’orticaria, la bronchite acuta, la diarrea acuta, il morbillo, la scarlattina, la pleurite, al solo pensiero di dover incontrare Grillo, per consultazioni politiche.
Quello che dal punto strategico militare Bersani non capisce ora, ma non lo ha mai capito prima, perché ha evidentemente permesso che tutto accadesse bellamente, è che la posizione dei cinque stelle, è quella di un’esercito vittorioso che non ha nessun interesse di scendere a patti con il nemico.
Mentre Bersani, ha una necessità estrema di scendere a patti.
Inoltre, questo segna il principio della fine di un’epoca e Bersani fa parte del mondo morente che dovrà soccombere.
Non glielo ha ordinato il medico di fare quelle scelte. Le ha fatte su pressione di Dalemoni e dei 25 notabili capitribù,… queste sono le conseguenze.
Dovrà finire in braccio ai suoi simili di POLTRONE & FORCHETTE della vecchia mummia cinese strabollita e ai velleitari riformisti perdenti di Herr Professor per terminare i supplementari del governo delle tdc.
Un’ammucchiata delle tdc, è nuovamente spaventosa, ma non c’è altra soluzione.
Bersani aveva la partita in mano per schizzare al 60 %, ma trovandosi in mezzo ad un grande buiolone aveva le mani legate.
2) Nel prossimo governo debole formato da eminenti tdc, diventa pericolosa la proposta “secessionista” che potrà arrivare da quei balordi dei barbari sognanti. A meno che il pirla, faccia cadere tutte le alleanze del Nord. Ma anche questo è contro i suoi interessi. E dell’Italia gliene può fregà de meno.
Antonello Caporale
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Il sistema non regge più, è saltato.
Prove di guerra civile – 1
Ho ascoltato per 45 minuti Agorà e il resto mi riservo di ascoltarlo nel pomeriggio, perché mi sembra siano emersi elementi importanti di valutazione.
1) Il tema della stampa quotidiana che si riferisce alla giornata di ieri è “Bersani apre a Grillo”. Poi ovviamente ognuno la interpreta a modo suo.
Questo a differenza delle corazzate berlusconiane che sparano a palle incatenate :
Libero:
Bersani ci rovina
Il Giornale:
Le condizioni di Berlusconi per varare le grandi intese.
Il Pd pronto alle barricate per evitare accordi col Cav
E ora un governo di scopo o un esecutivo istituzionale: scelte anti caos del Quirinale
Mentre i non berlusconiani scrivono:
Repubblica:
Bersani apre a Grillo: no al Pdl
La Stampa.
Bersani, apre a Grillo
L’Unità:
La Camera al centrosinistra-Senato paralisi-Trionfa Grillo
Il Fatto Quotidiano
Bersani si aggrappa a Grillo
Il Piccolo (di Trieste)
Bersani tenta Grillo e chiude a Silvio
Il Manifesto
Scacco matto
Il Sole 24 Ore non poteva che aprire in questo modo:
Lo shock elettorale travolge Borsa e spread.
2) Il politologo Natale che segue i cinquestelle, dichiara che Grillo non ha nessun interesse a fare alleanze perché alla prossima tornata elettorale potrebbe raggiungere il 30 % quindi diventerebbe veramente in senso assoluto il primo partito.
Giancarlo Loquenzi, è più o meno della stessa idea di Natale con l’aggiunta che osservando la campagna elettorale di Grillo, i cinquestelle hanno tutto l’interesse di spingere Bersani verso il governassimo dell’ammucchiata, la ripetizione del governo Monti con un altro Monti, facendo ambientare i suoi in vista della prossima legislatura.
3) L’aspetto più grave è quello dove Iezzi, giornalista in forza alla Lega, che ribadisce che a loro non frega nulla di quanto accade a Roma e che loro oramai hanno realizzato il sogno della grande regione del Nord, che contratterà con Roma.
In altre parole che sono arrivati ad ottenere la “secessione democratica” partendo dal punto di forza del governo delle 3 regioni del Nord.
Commenti:
1) Ovvio che la posizione dei cinquestelle non possa piacere a Bersani che sconfitto si trova con le spalle al muro.
La sua prima mossa è quella di sondare/stanare i cinquestelle per tentare un accordo.
Dal suo punto di vista di sconfitto, visto che i voti di Monti non servono a nulla, vanificando così tutta la strategia della campagna elettorale, e di due anni prima, è logico che scelga in prima istanza il male minore, i cinquestelle.
Quando comprenderà che questa strada non è percorribile si adatterà alla soluzione del governissimo che proporrà inevitabilmente Napolitano in funzione anti caos per non aggravare ulteriormente la posizione già altamente drammatica.
Con tutte le conseguenze del caso.
Da quanto letto, mi sembra che il forum sia schierato con il tentativo Bersani, rivedendo le proprie considerazioni fatte fino a 3 giorni fa sul Movimento di Grillo.
La scelta del male minore. Meglio Grillo che Berlusconi.
Solo che la politica si muove su altri piani.
Torna pertanto in mente l’intellighenzia del gotha piddino ben espressa nel 2009 da Fassino: Grillo fondi un partito e vediamo quanto prende.
Pronunciato in tono spregiativo con la solita supponenza dei piddini.
Quattro anni dopo quello di Grillo diventa il primo partito d’Italia. Per poco, ma la democrazia è questa.
Da questo si può comprendere quanto valga il Strategic Air Headquarter, piddino del Nazareno.
Da questo si comprende la Caporetto di queste elezioni, date scontatamente per vinte con estrema supponenza piddina e pepponica, nell’ultimo anno.
Quello di Bersani è un passaggio obbligato, ma è il passaggio del disperato.
Viaggiare permanentemente con il paraocchi ha portato a questa conseguenza. E dai oggi e dai domani, siamo arrivati al redde rationem. Quello dei cazzi amari, da prendere tre volte al giorno prima dei pasti.
Neppure il Capo dello Stato, per quello che conosciamo di Napolità, vedrebbe di buon occhio questa soluzione posticcia, perché i cinquestelle non accetteranno mai di far parte di un’alleanza.
Napolità c’ha già l’orticaria, la bronchite acuta, la diarrea acuta, il morbillo, la scarlattina, la pleurite, al solo pensiero di dover incontrare Grillo, per consultazioni politiche.
Quello che dal punto strategico militare Bersani non capisce ora, ma non lo ha mai capito prima, perché ha evidentemente permesso che tutto accadesse bellamente, è che la posizione dei cinque stelle, è quella di un’esercito vittorioso che non ha nessun interesse di scendere a patti con il nemico.
Mentre Bersani, ha una necessità estrema di scendere a patti.
Inoltre, questo segna il principio della fine di un’epoca e Bersani fa parte del mondo morente che dovrà soccombere.
Non glielo ha ordinato il medico di fare quelle scelte. Le ha fatte su pressione di Dalemoni e dei 25 notabili capitribù,… queste sono le conseguenze.
Dovrà finire in braccio ai suoi simili di POLTRONE & FORCHETTE della vecchia mummia cinese strabollita e ai velleitari riformisti perdenti di Herr Professor per terminare i supplementari del governo delle tdc.
Un’ammucchiata delle tdc, è nuovamente spaventosa, ma non c’è altra soluzione.
Bersani aveva la partita in mano per schizzare al 60 %, ma trovandosi in mezzo ad un grande buiolone aveva le mani legate.
2) Nel prossimo governo debole formato da eminenti tdc, diventa pericolosa la proposta “secessionista” che potrà arrivare da quei balordi dei barbari sognanti. A meno che il pirla, faccia cadere tutte le alleanze del Nord. Ma anche questo è contro i suoi interessi. E dell’Italia gliene può fregà de meno.
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