ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Ahia .... le prine sessioni in Lombardia non promettono nula di buono!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Non aspettiamoci nulla dalla Lombardia.
Difficile che ben l'8% degli elettori di grillo e monti abbiano pensato al voto utile.
Probabilita` infinitesimali.
soloo42000
Difficile che ben l'8% degli elettori di grillo e monti abbiano pensato al voto utile.
Probabilita` infinitesimali.
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Senato :
regioni vinte dalla mummia cinese:
sicilia
calabria
puglia
campania
abruzzo
veneto
lombardia
val d’aosta
regioni vinte da IBC:
piemonte
liguria
emilia romagna
trentino
friuli v.g.
toscana
umbria
marche
lazio
sardegna
molise
basilicata
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
la mappa del voto diviso per province.
Mappa del primo partito per provincia (e relativa percentuale di voti).
Lo tsunami cambia la geografia e strappa 50 province a Pd e Pdl
di Matteo Cataldi e Vincenzo Emanuele
Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore il 27 febbraio 2013
La principale novità emersa dalle elezioni di domenica e lunedì è sicuramente rappresentata dal boom di Grillo. Con 8 milioni e 689 mila voti (il 26,6%) il Movimento 5 Stelle è diventato il primo partito italiano, a spese di Pd e Pdl. Si tratta di un evento che non ha precedenti nella storia dell’Europa occidentale: non è mai accaduto, infatti, che in elezioni non fondative del regime democratico, un nuovo partito, alle sue prime elezioni nazionali, abbia ottenuto un successo così clamoroso. Per trovare un caso simile dovremmo risalire al successo di Forza Italia nel 1994, ma allora il partito di Berlusconi si fermò al 21%. Guardando all’intera storia della Repubblica, è importante rilevare come simili percentuali siano state ottenute solo dai due grandi partiti che caratterizzavano il sistema politico di quel momento: la Dc e il Pci nella Prima Repubblica, Forza Italia (poi il Pdl) e il Pd dopo il ‘92. Questo quadro dà l’idea del risultato epocale ottenuto dal Movimento 5 Stelle.
A questo punto è interessante analizzare le caratteristiche territoriali del successo grillino. La mappa in pagina mostra come sono cambiati gli equilibri territoriali riportando la percentuale di voti del primo partito in ciascuna provincia italiana. Nelle recenti elezioni dominavano Pdl e Pd: nel 2008 il partito di Berlusconi aveva trionfato in 67 province, praticamente ovunque tranne che nella Zona rossa, dove invece prevaleva il Pd. Ebbene, oggi il Movimento 5 Stelle è il partito che ha vinto più province (50) e la maggioranza delle regioni (11). Grillo ha trionfato in Sicilia, in cui è arrivato primo ovunque tranne che a Messina, raggiungendo il 40% a Trapani e il 39% a Ragusa. Ma l’onda grillina non si è fermata all’Isola in cui già alle regionali dello scorso ottobre aveva ottenuto la prima posizione con il 15%. Ha infatti vinto anche in molte altre aree del paese, strappando molte province sia del centrodestra (41) che del centrosinistra (9). Da un lato è giunto primo in alcuni roccaforti del forza-leghismo, come gran parte del Nord-est, Cuneo e la Liguria di Ponente; dall’altro ha tolto al Pd la leadership in tutte le province delle Marche, oltre che Torino e Genova.
Il Partito democratico ha mantenuto le proprie roccaforti tradizionali nella Zona rossa, in cui vince con percentuali fra il 30 e il 44% in Emilia-Romagna, Umbria e Toscana (con l’eccezione di Lucca, ex enclave democristiana, oggi vinta da Grillo). In tutto il Centro-Sud il partito di Bersani ha invece la maggioranza relativa solo in 3 province. La vera novità, però, è rappresentata dalla Lombardia. Qui i democratici vincono quasi dappertutto, avvantaggiandosi probabilmente della decisività del premio regionale al Senato, della concomitanza delle elezioni regionali nonché dell’inedita struttura della competizione (la presenza di cinque partiti sopra il 10% che ha ridotto la quota del vincente abbondantemente sotto il 30%). Le eccezioni sono Sondrio (Lega) e Como (Pdl). Quest’ultima rappresenta l’unica provincia del Centro-Nord in cui Berlusconi ha la maggioranza relativa (cinque anni fa erano 22). Le restanti 16 in cui il Pdl detiene il primato si concentrano a sud di Roma: in particolare in Puglia e nelle province tirreniche di Lazio e Campania.
Lo tsunami grillino ha travolto la storica stabilità della mappa elettorale italiana, in cui di elezione in elezione le diverse zone del paese riproducevano tendenze simili. Il tempo ci dirà se è un cambiamento transitorio o siamo di fronte all’emergere di una nuova geografia elettorale.
http://cise.luiss.it/cise/2013/02/28/lo ... -pd-e-pdl/
Mappa del primo partito per provincia (e relativa percentuale di voti).
Lo tsunami cambia la geografia e strappa 50 province a Pd e Pdl
di Matteo Cataldi e Vincenzo Emanuele
Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore il 27 febbraio 2013
La principale novità emersa dalle elezioni di domenica e lunedì è sicuramente rappresentata dal boom di Grillo. Con 8 milioni e 689 mila voti (il 26,6%) il Movimento 5 Stelle è diventato il primo partito italiano, a spese di Pd e Pdl. Si tratta di un evento che non ha precedenti nella storia dell’Europa occidentale: non è mai accaduto, infatti, che in elezioni non fondative del regime democratico, un nuovo partito, alle sue prime elezioni nazionali, abbia ottenuto un successo così clamoroso. Per trovare un caso simile dovremmo risalire al successo di Forza Italia nel 1994, ma allora il partito di Berlusconi si fermò al 21%. Guardando all’intera storia della Repubblica, è importante rilevare come simili percentuali siano state ottenute solo dai due grandi partiti che caratterizzavano il sistema politico di quel momento: la Dc e il Pci nella Prima Repubblica, Forza Italia (poi il Pdl) e il Pd dopo il ‘92. Questo quadro dà l’idea del risultato epocale ottenuto dal Movimento 5 Stelle.
A questo punto è interessante analizzare le caratteristiche territoriali del successo grillino. La mappa in pagina mostra come sono cambiati gli equilibri territoriali riportando la percentuale di voti del primo partito in ciascuna provincia italiana. Nelle recenti elezioni dominavano Pdl e Pd: nel 2008 il partito di Berlusconi aveva trionfato in 67 province, praticamente ovunque tranne che nella Zona rossa, dove invece prevaleva il Pd. Ebbene, oggi il Movimento 5 Stelle è il partito che ha vinto più province (50) e la maggioranza delle regioni (11). Grillo ha trionfato in Sicilia, in cui è arrivato primo ovunque tranne che a Messina, raggiungendo il 40% a Trapani e il 39% a Ragusa. Ma l’onda grillina non si è fermata all’Isola in cui già alle regionali dello scorso ottobre aveva ottenuto la prima posizione con il 15%. Ha infatti vinto anche in molte altre aree del paese, strappando molte province sia del centrodestra (41) che del centrosinistra (9). Da un lato è giunto primo in alcuni roccaforti del forza-leghismo, come gran parte del Nord-est, Cuneo e la Liguria di Ponente; dall’altro ha tolto al Pd la leadership in tutte le province delle Marche, oltre che Torino e Genova.
Il Partito democratico ha mantenuto le proprie roccaforti tradizionali nella Zona rossa, in cui vince con percentuali fra il 30 e il 44% in Emilia-Romagna, Umbria e Toscana (con l’eccezione di Lucca, ex enclave democristiana, oggi vinta da Grillo). In tutto il Centro-Sud il partito di Bersani ha invece la maggioranza relativa solo in 3 province. La vera novità, però, è rappresentata dalla Lombardia. Qui i democratici vincono quasi dappertutto, avvantaggiandosi probabilmente della decisività del premio regionale al Senato, della concomitanza delle elezioni regionali nonché dell’inedita struttura della competizione (la presenza di cinque partiti sopra il 10% che ha ridotto la quota del vincente abbondantemente sotto il 30%). Le eccezioni sono Sondrio (Lega) e Como (Pdl). Quest’ultima rappresenta l’unica provincia del Centro-Nord in cui Berlusconi ha la maggioranza relativa (cinque anni fa erano 22). Le restanti 16 in cui il Pdl detiene il primato si concentrano a sud di Roma: in particolare in Puglia e nelle province tirreniche di Lazio e Campania.
Lo tsunami grillino ha travolto la storica stabilità della mappa elettorale italiana, in cui di elezione in elezione le diverse zone del paese riproducevano tendenze simili. Il tempo ci dirà se è un cambiamento transitorio o siamo di fronte all’emergere di una nuova geografia elettorale.
http://cise.luiss.it/cise/2013/02/28/lo ... -pd-e-pdl/
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Tanto per sfatare il mito della rimonta (consolatorio per il PD) di Berluskaiser, ottima analisi di Ilvo Diamanti al link:
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-4
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Come al solito le analisi di Ilvo Diamanti sono sempre molto precise e illuminanti...
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Si ho letto anch'io, analisi illuminante.
Però questa sconfitta direi simmetrica del PD e del PDL discente dalla disgraziata visione imposta da Veltroni del concetto della politica bipolare, un solo partito progressista contro un solo partito conservatore, gli altri vadano a fottersi.
Una visione che ha assicurato vita a Berluconi il quale era d'accordo a spartisi i voti "senza fare alcuno sforzo" ed è la stessa cosa che ha detto Bersani in campagna elettorale:
"O vinciam noi qua, o vincon loro là"
Per fortuna che c'era Grillo altrimenti avremmo avuto astensione allarmante e gente in piazza a sfasciare tutto.
Intanto veltroni e d'alema sono sempre lì a continuare a distruggere quel poco che c'è.
Esempio:
Grillo non ci stà ad appoggiare il PD di Bersani ..... ergo con il prode Fasciina andiamo alle elezioni!
Decisione del ca...o
Se ci andiamo con questa legge i grillini vincono.
Se fanno una legge a doppio turno .... i grillini vincono e forse il PD scompare.
Vogliamo questo. Si
Allora vaffa .... tutti.
Mi sono rotto.
Però questa sconfitta direi simmetrica del PD e del PDL discente dalla disgraziata visione imposta da Veltroni del concetto della politica bipolare, un solo partito progressista contro un solo partito conservatore, gli altri vadano a fottersi.
Una visione che ha assicurato vita a Berluconi il quale era d'accordo a spartisi i voti "senza fare alcuno sforzo" ed è la stessa cosa che ha detto Bersani in campagna elettorale:
"O vinciam noi qua, o vincon loro là"
Per fortuna che c'era Grillo altrimenti avremmo avuto astensione allarmante e gente in piazza a sfasciare tutto.
Intanto veltroni e d'alema sono sempre lì a continuare a distruggere quel poco che c'è.
Esempio:
Grillo non ci stà ad appoggiare il PD di Bersani ..... ergo con il prode Fasciina andiamo alle elezioni!
Decisione del ca...o
Se ci andiamo con questa legge i grillini vincono.
Se fanno una legge a doppio turno .... i grillini vincono e forse il PD scompare.
Vogliamo questo. Si
Allora vaffa .... tutti.
Mi sono rotto.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
In Parlamento e nelle piazze
Andare a rivotare senza aver fatto 10 riforme possibili sarebbe un delitto contro l'intero popolo italiano.
Senza inciuci e senza furbizie, ora in parlamento c'è una maggioranza riformatrice che su alcune cose è già d'accordo.
Un esempio su tutti:
Il dimezzamento dei parlamentari, il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, il tetto alle pensioni d'oro e anche d'argento, il reddito di cittadinanza.
Il sostegno all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili, lo sviluppo della ricerca e delle opportunità per i giovani, i diritti dei Gay e le Unioni Civili, i referendum consultivi alla svizzera, il contrasto alla corruzione e ai conflitti di interesse e...........quanto potrà emergere dal basso in un confronto costruttivo per ridare un futuro di onestà e pulizia all'Italia.
Jacopo Fo e Fabio Roggiolani
http://www.facebook.com/events/33780635 ... view=posts
Andare a rivotare senza aver fatto 10 riforme possibili sarebbe un delitto contro l'intero popolo italiano.
Senza inciuci e senza furbizie, ora in parlamento c'è una maggioranza riformatrice che su alcune cose è già d'accordo.
Un esempio su tutti:
Il dimezzamento dei parlamentari, il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari, il tetto alle pensioni d'oro e anche d'argento, il reddito di cittadinanza.
Il sostegno all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili, lo sviluppo della ricerca e delle opportunità per i giovani, i diritti dei Gay e le Unioni Civili, i referendum consultivi alla svizzera, il contrasto alla corruzione e ai conflitti di interesse e...........quanto potrà emergere dal basso in un confronto costruttivo per ridare un futuro di onestà e pulizia all'Italia.
Jacopo Fo e Fabio Roggiolani
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
Sono d'accordo.
l'ipotesi di un governo di tecnici mi sembra un'assurdità , 1) perchè il "partito dei tecnici" ha avuto pessimi risultati alle urne 2) perchè si desidera il ritorno della Politica.
bisogna vedere quanto il duo grillo - casaleggio ( alias prometeus) tenga in considerazione Fo ( padre figlio e spirito santo) .
se andiamo al voto , a parte i soldi e il prezioso tempo perso , secondo me il voto sarebbe identico a ora .... non credo a un m5s al 51% e passa, e poi?
punto e a capo.
l'ipotesi di un governo di tecnici mi sembra un'assurdità , 1) perchè il "partito dei tecnici" ha avuto pessimi risultati alle urne 2) perchè si desidera il ritorno della Politica.
bisogna vedere quanto il duo grillo - casaleggio ( alias prometeus) tenga in considerazione Fo ( padre figlio e spirito santo) .
se andiamo al voto , a parte i soldi e il prezioso tempo perso , secondo me il voto sarebbe identico a ora .... non credo a un m5s al 51% e passa, e poi?
punto e a capo.
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Re: ITALIA-termometro elettorale politiche 2013
5 Stelle 29% secondo Mannheimer
Ipsos che dà una valutazione ancora superiore al seguito del M5S, stimandolo al 29,4%.
L’avanzata del M5S va a scapito di larga parte delle restanti forze politiche. Sono colpiti particolarmente Rivoluzione civile (che cala di quasi l’1%), la Lista Monti e le altre formazioni di centro, ma anche Fratelli d’Italia e, in misura minore, lo stesso Pdl. Calano anche diverse altre forze di più modesta entità, sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra. Oltre al movimento di Grillo, l’unico partito che fa registrare un incremento relativamente significativo (poco più dell’1%) è il Pd, che si colloca oggi tra il 26 e il 27%. È questa crescita che permette alla coalizione di centrosinistra (che subisce invece un’erosione dei voti per Centro democratico) di mantenere grossomodo invariata la propria forza, superando l’insieme della coalizione di centrodestra, che, viceversa, subisce un decremento complessivo di poco meno del 2%. Quest’ultima coalizione viene così superata dal M5S, ciò che non era avvenuto alle Politiche. C’è da notare infine che, sulla base dei dati rilevati, la coalizione di Monti non sembrerebbe superare il 10%.] L'avanzata del M5S va a scapito di larga parte delle restanti forze politiche. Sono colpiti particolarmente Rivoluzione civile (che cala di quasi l'1%), la Lista Monti e le altre formazioni di centro, ma anche Fratelli d'Italia e, in misura minore, lo stesso Pdl. Calano anche diverse altre forze di più modesta entità, sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra.
Oltre al movimento di Grillo, l'unico partito che fa registrare un incremento relativamente significativo (poco più dell'1%) è il Pd, che si colloca oggi tra il 26 e il 27%. È questa crescita che permette alla coalizione di centrosinistra (che subisce invece un'erosione dei voti per Centro democratico) di mantenere grossomodo invariata la propria forza, superando l'insieme della coalizione di centrodestra, che, viceversa, subisce un decremento complessivo di poco meno del 2%. Quest'ultima coalizione viene così superata dal M5S, ciò che non era avvenuto alle Politiche. C'è da notare infine che, sulla base dei dati rilevati, la coalizione di Monti non sembrerebbe superare il 10%.
da corriere .it
Ipsos che dà una valutazione ancora superiore al seguito del M5S, stimandolo al 29,4%.
L’avanzata del M5S va a scapito di larga parte delle restanti forze politiche. Sono colpiti particolarmente Rivoluzione civile (che cala di quasi l’1%), la Lista Monti e le altre formazioni di centro, ma anche Fratelli d’Italia e, in misura minore, lo stesso Pdl. Calano anche diverse altre forze di più modesta entità, sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra. Oltre al movimento di Grillo, l’unico partito che fa registrare un incremento relativamente significativo (poco più dell’1%) è il Pd, che si colloca oggi tra il 26 e il 27%. È questa crescita che permette alla coalizione di centrosinistra (che subisce invece un’erosione dei voti per Centro democratico) di mantenere grossomodo invariata la propria forza, superando l’insieme della coalizione di centrodestra, che, viceversa, subisce un decremento complessivo di poco meno del 2%. Quest’ultima coalizione viene così superata dal M5S, ciò che non era avvenuto alle Politiche. C’è da notare infine che, sulla base dei dati rilevati, la coalizione di Monti non sembrerebbe superare il 10%.] L'avanzata del M5S va a scapito di larga parte delle restanti forze politiche. Sono colpiti particolarmente Rivoluzione civile (che cala di quasi l'1%), la Lista Monti e le altre formazioni di centro, ma anche Fratelli d'Italia e, in misura minore, lo stesso Pdl. Calano anche diverse altre forze di più modesta entità, sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra.
Oltre al movimento di Grillo, l'unico partito che fa registrare un incremento relativamente significativo (poco più dell'1%) è il Pd, che si colloca oggi tra il 26 e il 27%. È questa crescita che permette alla coalizione di centrosinistra (che subisce invece un'erosione dei voti per Centro democratico) di mantenere grossomodo invariata la propria forza, superando l'insieme della coalizione di centrodestra, che, viceversa, subisce un decremento complessivo di poco meno del 2%. Quest'ultima coalizione viene così superata dal M5S, ciò che non era avvenuto alle Politiche. C'è da notare infine che, sulla base dei dati rilevati, la coalizione di Monti non sembrerebbe superare il 10%.
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