Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Grillo, il M5S e Ivan Illich.
Lucilio Santoni: “Verso una rivoluzione sociale”
Colloquio con il poeta libertario sambenedettese sull’attualità politica, culturale ed economica dell’Italia dopo il voto: “Vengo dalla sinistra, ma non aiuta più chi non accetta subordinazione. Qualche anno fa parlai con il comico, persona intelligente”
di: Pier Paolo Flammini 6 marzo 2013 @14:44
Questo colloquio ci darà modo di approfondire la situazione politica italiana ascoltando prossimamente le opinioni di cittadini e personalità della nostra provincia
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Per capire il mondo serve anche leggere Leopardi”: Lucilio Santoni, poeta “libertario” come lui stesso si definisce, e una chiacchierata tra amici che diventa intervista, finisce con un omaggio al grande recanatese. Perché nonostante lo spirito anarchico (“Qualche volta voto, e stavolta ho votato”), è anche stato consigliere comunale per Rifondazione Comunista a San Benedetto, nel 1997, ma si dimise dopo soltanto un anno “perché per me la politica si fa attraverso la cultura“. Il mondo, l’Italia stanno cambiando? Ovvio parlare del Movimento Cinque Stelle e di Beppe Grillo. Che Lucilio tra l’altro ha incontrato qualche anno fa.
“Dopo un suo spettacolo a Porto San Giorgio, forse nel 2006 o 2007: non c’era ancora il Movimento politico ma si andavano formando i meet-up”. Insieme a Lucilio c’era anche l’amico Gino Troli, e i due si fermarono a cena con Grillo. Lo spettacolo riguardò molti aspetti relativi anche alle multinazionali farmaceutiche e all’oppressione che ne derivava, oltre a temi di attualità e politica. “Sentendo cosa diceva anche a cena, gli chiesi se avesse letto Ivan Illich (figura di estremo spessore culturale e versatilità, tra l’altro riferimento dell’anarchismo cristiano, ndr). Allora lui si sorprese e restò a lungo a parlarmi, perché ovviamente Illich era uno dei suoi punti di riferimento: e aggiunse che l’aveva conosciuto di persona”.
Secondo Santoni, il successo alle elezioni di Grillo va ricercato nell’incontro tra due poli molto distanti: da una parte riferimenti culturali come quello di Illich “e una sua sensibilità personale: Grillo mi pare una persona intelligente ma non nel senso che è stato proprio di Berlusconi“, mentre dall’altra “occorre riflettere sui dati spesso aggiornati: il 50% degli italiani fatica a comprendere il senso di un testo scritto; e a costoro, ad ogni modo, occorre rivolgersi”. Ecco allora che alcuni messaggi tendono alla semplificazione: “Se ad esempio dovessero essere spiegati fino in fondo e pubblicamente alcuni aspetti del reddito di cittadinanza o la riduzione del potere della Chiesa, o il tema della riduzione del lavoro per lavorare meglio e tutti, molti non capirebbero e non si arriverebbe oltre una percentuale risibile di consenso. L’80% dei voti sono arrivati per le battaglie contro la Casta politica, occorre riconoscerlo: è stato un voto di protesta, sacrosanto certo, ma sono in pochi coloro che perdono tempo per approfondire”.
Consideri il M5S un rischio o una opportunità positiva?
“Persone che stimo come Dario Fo o anche Moni Ovadia, pur non avendolo votato, invitano a prendere sul serio questo Movimento. Effettivamente è un cambiamento epocale: e sicuramente, come tutte le svolte, una opportunità. Tra le altre cose, mentre qualche economista pur affermato stava mettendo il cappello sul programma, lui ha detto che solo gli iscritti lo decideranno, e questo mi sembra giusto e buono. Certo, contro Bersani, che mi sembra una brava persona, Grillo ha usato parole molto dure, ma Bersani è costretto ancora a parlare in politichese invece qui occorre rivedere tutto, il lavoro, l’economia, l’organizzazione della società”.
Sei ovviamente legato a riferimenti di sinistra: eppure il M5S non si dà richiami precisi, e all’interno convivono anche persone che si dicono di destra.
“Non penso sia un problema, purché non sia una destra di tipo berlusconiano, molto deprecabile, quella delle imprese private arricchite coi soldi pubblici, quella dell’illegalità diventata legale. Il problema è che la sinistra non ha mai fatto la sinistra, si è messa a ruota, sta smantellando lo Stato sociale senza colpo ferire. Non c’è alcun discorso culturale di sinistra, al di là delle mistificazioni. L’ultimo discorso di emancipazione forse fu la proposta degli anni ’90 di ridurre la settimana lavorativa a 35 ore, ma persino i lavoratori furono tiepidi temendo di guadagnare di meno. Io conosco tante persone della mia età e anche più giovani che si arrabattano e arrotondano, sostenuti da quei 2-300 euro garantiti dai genitori per arrivare alla fine del mese. Chi pensa a queste persone? La sinistra non ci pensa, è ferma ad un mito operaistico che appartiene, per discorsi di massa, al passato. Nessuno difende chi non è subalterno, chi cerca di impostare la propria vita in maniera autonoma”.
Qualcuno parla del rischio di un nuovo fascismo.
“Uno dei film più belli degli ultimi anni è Il Nastro Bianco di Haneke. Ambientato nella Germania del 1913, mostra la deriva pericolosa di una società iper-moralistica. Il rischio potrebbe essere questo, e mi riferisco alla critica della Casta. Ma d’altronde, per arrivare davvero al fascismo occorrerebbe controllare l’informazione, e se non è accaduto con Berlusconi non vedo come questa possibilità possa attuarsi col M5S, almeno come è ora. La realtà è che oggi la comunicazione ha raggiunto livelli impensabili e stanno accadendo vicende storiche. Si pensi alla crisi istituzionale della Chiesa Cattolica: è un segno dei tempi. La comunicazione non è più controllabile”.
Ma Grillo – con Casaleggio – non rischia di assumere un ruolo troppo verticistico? Dittatoriale, quasi, all’interno del Movimento?
“Non credo: è vero che al momento bisognerebbe essere nella loro testa per immaginare quale sarà l’evoluzione prossima. E’ anche ovvio che in questa fase i ruoli siano ben definiti. Difficile, comunque, che possano far peggio di chi li ha preceduti. Ovviamente, con tutti i voti che ha preso, per le parole che ha usato e per il modo innovativo che ha adoperato, ci sarà un tentativo di demonizzazione di Grillo oltre quelli che potrebbero essere eventuali demeriti. Ma, ripeto, qui va fatta una rivoluzione”.
Ovvero?
“Possiamo vivere con una automobile per famiglia anziché due, puntare sui beni come informazione, tempo libero, decentramento produttivo. Da qualche tempo mi sono trasferito a Cupra Marittima, e già mi sono avvicinato a questo genere di vita: non è fantasia, è possibile; si pensi ad esempio ai Gruppi di Acquisto Solidali. Occorre un sistema di lavoro che consenta a tutti di ottenere almeno il livello di sussistenza. Va tutto ripensato: la cultura, oggi, viene intesa solo come fruizione turistica e commerciale, ad esempio. So che certi temi faranno fatica anche dentro il M5S. Eppure la crisi economica ha aperto prospettive nuove, superare il limite adesso sembra possibile”.
E veniamo alla domanda che volevo porti fin dall’inizio e che ha avviato questo colloquio: nel M5S non ci sono quadri intermedi, funzionari provinciali e regionali. Uno degli slogan è “uno vale uno”. C’è la base e per ora il vertice Grillo-Casaleggio. In alcuni ambienti come per i No Tav forte è il consenso persino tra chi si definisce “anarchico movimentista”. Pensi ci sia qualche contatto tra M5S e anarchia o sia solo propaganda, marketing elettorale?
“Gli anarchici affermano che il potere buono non esiste. Tuttavia questo è un aspetto complicato da affrontare e da analizzare fin da adesso, forse servirà osservare cosa accadrà e riflettere. Inoltre c’è anche un altro potere, oltre quello politico, che è quello burocratico, forse più resistente ancora”.
Non resta che immaginare, ancora una volta, cosa c’è oltre l’ermo colle.
http://www.rivieraoggi.it/2013/03/06/16 ... e-sociale/
Lucilio Santoni: “Verso una rivoluzione sociale”
Colloquio con il poeta libertario sambenedettese sull’attualità politica, culturale ed economica dell’Italia dopo il voto: “Vengo dalla sinistra, ma non aiuta più chi non accetta subordinazione. Qualche anno fa parlai con il comico, persona intelligente”
di: Pier Paolo Flammini 6 marzo 2013 @14:44
Questo colloquio ci darà modo di approfondire la situazione politica italiana ascoltando prossimamente le opinioni di cittadini e personalità della nostra provincia
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Per capire il mondo serve anche leggere Leopardi”: Lucilio Santoni, poeta “libertario” come lui stesso si definisce, e una chiacchierata tra amici che diventa intervista, finisce con un omaggio al grande recanatese. Perché nonostante lo spirito anarchico (“Qualche volta voto, e stavolta ho votato”), è anche stato consigliere comunale per Rifondazione Comunista a San Benedetto, nel 1997, ma si dimise dopo soltanto un anno “perché per me la politica si fa attraverso la cultura“. Il mondo, l’Italia stanno cambiando? Ovvio parlare del Movimento Cinque Stelle e di Beppe Grillo. Che Lucilio tra l’altro ha incontrato qualche anno fa.
“Dopo un suo spettacolo a Porto San Giorgio, forse nel 2006 o 2007: non c’era ancora il Movimento politico ma si andavano formando i meet-up”. Insieme a Lucilio c’era anche l’amico Gino Troli, e i due si fermarono a cena con Grillo. Lo spettacolo riguardò molti aspetti relativi anche alle multinazionali farmaceutiche e all’oppressione che ne derivava, oltre a temi di attualità e politica. “Sentendo cosa diceva anche a cena, gli chiesi se avesse letto Ivan Illich (figura di estremo spessore culturale e versatilità, tra l’altro riferimento dell’anarchismo cristiano, ndr). Allora lui si sorprese e restò a lungo a parlarmi, perché ovviamente Illich era uno dei suoi punti di riferimento: e aggiunse che l’aveva conosciuto di persona”.
Secondo Santoni, il successo alle elezioni di Grillo va ricercato nell’incontro tra due poli molto distanti: da una parte riferimenti culturali come quello di Illich “e una sua sensibilità personale: Grillo mi pare una persona intelligente ma non nel senso che è stato proprio di Berlusconi“, mentre dall’altra “occorre riflettere sui dati spesso aggiornati: il 50% degli italiani fatica a comprendere il senso di un testo scritto; e a costoro, ad ogni modo, occorre rivolgersi”. Ecco allora che alcuni messaggi tendono alla semplificazione: “Se ad esempio dovessero essere spiegati fino in fondo e pubblicamente alcuni aspetti del reddito di cittadinanza o la riduzione del potere della Chiesa, o il tema della riduzione del lavoro per lavorare meglio e tutti, molti non capirebbero e non si arriverebbe oltre una percentuale risibile di consenso. L’80% dei voti sono arrivati per le battaglie contro la Casta politica, occorre riconoscerlo: è stato un voto di protesta, sacrosanto certo, ma sono in pochi coloro che perdono tempo per approfondire”.
Consideri il M5S un rischio o una opportunità positiva?
“Persone che stimo come Dario Fo o anche Moni Ovadia, pur non avendolo votato, invitano a prendere sul serio questo Movimento. Effettivamente è un cambiamento epocale: e sicuramente, come tutte le svolte, una opportunità. Tra le altre cose, mentre qualche economista pur affermato stava mettendo il cappello sul programma, lui ha detto che solo gli iscritti lo decideranno, e questo mi sembra giusto e buono. Certo, contro Bersani, che mi sembra una brava persona, Grillo ha usato parole molto dure, ma Bersani è costretto ancora a parlare in politichese invece qui occorre rivedere tutto, il lavoro, l’economia, l’organizzazione della società”.
Sei ovviamente legato a riferimenti di sinistra: eppure il M5S non si dà richiami precisi, e all’interno convivono anche persone che si dicono di destra.
“Non penso sia un problema, purché non sia una destra di tipo berlusconiano, molto deprecabile, quella delle imprese private arricchite coi soldi pubblici, quella dell’illegalità diventata legale. Il problema è che la sinistra non ha mai fatto la sinistra, si è messa a ruota, sta smantellando lo Stato sociale senza colpo ferire. Non c’è alcun discorso culturale di sinistra, al di là delle mistificazioni. L’ultimo discorso di emancipazione forse fu la proposta degli anni ’90 di ridurre la settimana lavorativa a 35 ore, ma persino i lavoratori furono tiepidi temendo di guadagnare di meno. Io conosco tante persone della mia età e anche più giovani che si arrabattano e arrotondano, sostenuti da quei 2-300 euro garantiti dai genitori per arrivare alla fine del mese. Chi pensa a queste persone? La sinistra non ci pensa, è ferma ad un mito operaistico che appartiene, per discorsi di massa, al passato. Nessuno difende chi non è subalterno, chi cerca di impostare la propria vita in maniera autonoma”.
Qualcuno parla del rischio di un nuovo fascismo.
“Uno dei film più belli degli ultimi anni è Il Nastro Bianco di Haneke. Ambientato nella Germania del 1913, mostra la deriva pericolosa di una società iper-moralistica. Il rischio potrebbe essere questo, e mi riferisco alla critica della Casta. Ma d’altronde, per arrivare davvero al fascismo occorrerebbe controllare l’informazione, e se non è accaduto con Berlusconi non vedo come questa possibilità possa attuarsi col M5S, almeno come è ora. La realtà è che oggi la comunicazione ha raggiunto livelli impensabili e stanno accadendo vicende storiche. Si pensi alla crisi istituzionale della Chiesa Cattolica: è un segno dei tempi. La comunicazione non è più controllabile”.
Ma Grillo – con Casaleggio – non rischia di assumere un ruolo troppo verticistico? Dittatoriale, quasi, all’interno del Movimento?
“Non credo: è vero che al momento bisognerebbe essere nella loro testa per immaginare quale sarà l’evoluzione prossima. E’ anche ovvio che in questa fase i ruoli siano ben definiti. Difficile, comunque, che possano far peggio di chi li ha preceduti. Ovviamente, con tutti i voti che ha preso, per le parole che ha usato e per il modo innovativo che ha adoperato, ci sarà un tentativo di demonizzazione di Grillo oltre quelli che potrebbero essere eventuali demeriti. Ma, ripeto, qui va fatta una rivoluzione”.
Ovvero?
“Possiamo vivere con una automobile per famiglia anziché due, puntare sui beni come informazione, tempo libero, decentramento produttivo. Da qualche tempo mi sono trasferito a Cupra Marittima, e già mi sono avvicinato a questo genere di vita: non è fantasia, è possibile; si pensi ad esempio ai Gruppi di Acquisto Solidali. Occorre un sistema di lavoro che consenta a tutti di ottenere almeno il livello di sussistenza. Va tutto ripensato: la cultura, oggi, viene intesa solo come fruizione turistica e commerciale, ad esempio. So che certi temi faranno fatica anche dentro il M5S. Eppure la crisi economica ha aperto prospettive nuove, superare il limite adesso sembra possibile”.
E veniamo alla domanda che volevo porti fin dall’inizio e che ha avviato questo colloquio: nel M5S non ci sono quadri intermedi, funzionari provinciali e regionali. Uno degli slogan è “uno vale uno”. C’è la base e per ora il vertice Grillo-Casaleggio. In alcuni ambienti come per i No Tav forte è il consenso persino tra chi si definisce “anarchico movimentista”. Pensi ci sia qualche contatto tra M5S e anarchia o sia solo propaganda, marketing elettorale?
“Gli anarchici affermano che il potere buono non esiste. Tuttavia questo è un aspetto complicato da affrontare e da analizzare fin da adesso, forse servirà osservare cosa accadrà e riflettere. Inoltre c’è anche un altro potere, oltre quello politico, che è quello burocratico, forse più resistente ancora”.
Non resta che immaginare, ancora una volta, cosa c’è oltre l’ermo colle.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
da Il Fatto Quotidiano
Protesta e proposta, con il M5S la politica va oltre le (vecchie) categorie?
di Antonio Nicita | 6 marzo 2013
Il tema delle prossime settimane è il governo. Se ne discute e se ne discuterà dappertutto. Sullo sfondo le discussioni sulla domanda di cambiamento, i limiti delle campagne elettorali di chi non ha vinto o di chi ha perso, gli effetti del sistema elettorale vigente.
Eppure la novità, peraltro in fieri, del movimento M5S è tale da meritare – al di là delle proprie preferenze politiche – analisi meno affrettate su ciò che accade, non solo in Italia.
Il punto distintivo riguarda da un lato il rapporto tra Internet e i movimenti politici e dall’altro il superamento della vecchia distinzione tra protesta e proposta politica, per come l’abbiamo conosciuta in passato.
La tradizionale azione di un movimento di protesta è tendenzialmente specifica su taluni temi e aggrega coloro che dalla mancata rimozione di quei temi ritengono di subire, a vario titolo, un danno. Banalizzando, essa può identificarsi come istanza di una libertà negativa (ad esempio “libertà da” una coercizione ritenuta ingiusta). I movimenti politici di proposta, invece, non puntano necessariamente, o soltanto, a rimuovere vincoli ingiusti ma mirano, soprattutto, ad affermare una libertà positiva (“libertà di”).
L’avvento della società ICT ha modificato questa tradizionale distinzione. La creazione di piattaforme ‘aperte’ e partecipate permette, infatti, di arricchire i temi, aggregare nuovi partecipanti, adattarsi a scenari mutati, estendere la localizzazione geografica. Lo studiano da qualche tempo i politologi: l’impatto della rete sulla struttura dei movimenti politici. Non si tratta solo della banale constatazione che la rete trasforma i contenuti dei movimenti politici, rendendo del tutto nuova, e superata, la distinzione tra protesta e proposta. Significa che i movimenti politici al tempo delle società ITC sono intrinsecamente diversi e che la loro sfida ai partiti tradizionali sia fenomenale.
Per capire un pezzo del M5S bisogna allora guardare anche a questa dinamica che va al di là del peso elettorale ed investe un fenomeno sociologico e politologico più complesso. Liquido, se si vuole usare il consumato epiteto di Bauman. La sfida più interessante è quella istituzionale di questi movimenti, ovvero la loro partecipazione attiva a una competizione elettorale e, dunque, la canalizzazione istituzionale della voice (di protesta e di proposta) nelle tradizionalissime regole parlamentari. Nel caso M5S, è ovvio che, non solo per la sua infanzia parlamentare, un movimento del genere non abbia come sbocco né la costituzione di un partito classico, con gerarchie rappresentative e forti deleghe, né tantomeno la creazione di alleanze tra ‘pari’, in quanto entrambe le cose ne snaturerebbero la caratteristica distintiva della ‘liquidità’ e il suo permanente essere ‘in fieri’.
Il nostro Parlamento, e la nostra Costituzione, sono fondati sui partiti, cioè proprio su quei meccanismi di delega e di alleanza che, per quanto malleabili, si basano su presupposti difficilmente conciliabili con la natura intrinseca di un movimento politico che sperimenti la fusione di protesta e proposta, come è il M5S. La scelta è quindi semplice: o il movimento ‘sfrutta’ con disincanto quelle regole per soddisfare le proprie istanze di proposta, accettando i principi della delega e delle alleanze, oppure, attribuendo sostanza al formalismo, resta ciò che è, una cosa nuova e distinta e dunque estranea, di fatto, alla logica di governo (di alleanza) e della proposta politica ampia (che va oltre la ‘lista della spesa’, per intenderci).
E’ una scelta fondante per il movimento, al di là dei nomi, dei meccanismi parlamentari, delle formule. Ma quale che sia la scelta, essa ne cambierà il profilo. Se i movimenti si incanalano nelle istituzioni è un fatto straordinariamente positivo, proprio perché la protesta si trasforma non solo in domanda ma anche in offerta politica. Una volta però nelle istituzioni, vi sono due strade: attività parlamentare ma antagonista e autoreferenziale o sfida politica di governo, incluse le alleanze. Entrambe sono pienamente legittime, ma segnano un solco. Un conto è tenere insieme protesta e proposta, altro è lotta e governo.
Se M5S sceglie, legittimamente, l’autoreferenzialità parlamentare compie una scelta politica chiara che probabilmente indebolirà la sua capacità di proposta, non solo oggi, ma anche per il prossimo futuro. Per decenni abbiamo avuto partiti antagonisti che mai hanno pensato al governo, né hanno presentato programmi in tal senso. Se anche M5S si muoverà su questa strada perderà la parte più nuova del movimentismo nell’era ICT. Quella della proposta partecipata. Così che i vecchi partiti, alla fine, ringrazieranno.
Protesta e proposta, con il M5S la politica va oltre le (vecchie) categorie?
di Antonio Nicita | 6 marzo 2013
Il tema delle prossime settimane è il governo. Se ne discute e se ne discuterà dappertutto. Sullo sfondo le discussioni sulla domanda di cambiamento, i limiti delle campagne elettorali di chi non ha vinto o di chi ha perso, gli effetti del sistema elettorale vigente.
Eppure la novità, peraltro in fieri, del movimento M5S è tale da meritare – al di là delle proprie preferenze politiche – analisi meno affrettate su ciò che accade, non solo in Italia.
Il punto distintivo riguarda da un lato il rapporto tra Internet e i movimenti politici e dall’altro il superamento della vecchia distinzione tra protesta e proposta politica, per come l’abbiamo conosciuta in passato.
La tradizionale azione di un movimento di protesta è tendenzialmente specifica su taluni temi e aggrega coloro che dalla mancata rimozione di quei temi ritengono di subire, a vario titolo, un danno. Banalizzando, essa può identificarsi come istanza di una libertà negativa (ad esempio “libertà da” una coercizione ritenuta ingiusta). I movimenti politici di proposta, invece, non puntano necessariamente, o soltanto, a rimuovere vincoli ingiusti ma mirano, soprattutto, ad affermare una libertà positiva (“libertà di”).
L’avvento della società ICT ha modificato questa tradizionale distinzione. La creazione di piattaforme ‘aperte’ e partecipate permette, infatti, di arricchire i temi, aggregare nuovi partecipanti, adattarsi a scenari mutati, estendere la localizzazione geografica. Lo studiano da qualche tempo i politologi: l’impatto della rete sulla struttura dei movimenti politici. Non si tratta solo della banale constatazione che la rete trasforma i contenuti dei movimenti politici, rendendo del tutto nuova, e superata, la distinzione tra protesta e proposta. Significa che i movimenti politici al tempo delle società ITC sono intrinsecamente diversi e che la loro sfida ai partiti tradizionali sia fenomenale.
Per capire un pezzo del M5S bisogna allora guardare anche a questa dinamica che va al di là del peso elettorale ed investe un fenomeno sociologico e politologico più complesso. Liquido, se si vuole usare il consumato epiteto di Bauman. La sfida più interessante è quella istituzionale di questi movimenti, ovvero la loro partecipazione attiva a una competizione elettorale e, dunque, la canalizzazione istituzionale della voice (di protesta e di proposta) nelle tradizionalissime regole parlamentari. Nel caso M5S, è ovvio che, non solo per la sua infanzia parlamentare, un movimento del genere non abbia come sbocco né la costituzione di un partito classico, con gerarchie rappresentative e forti deleghe, né tantomeno la creazione di alleanze tra ‘pari’, in quanto entrambe le cose ne snaturerebbero la caratteristica distintiva della ‘liquidità’ e il suo permanente essere ‘in fieri’.
Il nostro Parlamento, e la nostra Costituzione, sono fondati sui partiti, cioè proprio su quei meccanismi di delega e di alleanza che, per quanto malleabili, si basano su presupposti difficilmente conciliabili con la natura intrinseca di un movimento politico che sperimenti la fusione di protesta e proposta, come è il M5S. La scelta è quindi semplice: o il movimento ‘sfrutta’ con disincanto quelle regole per soddisfare le proprie istanze di proposta, accettando i principi della delega e delle alleanze, oppure, attribuendo sostanza al formalismo, resta ciò che è, una cosa nuova e distinta e dunque estranea, di fatto, alla logica di governo (di alleanza) e della proposta politica ampia (che va oltre la ‘lista della spesa’, per intenderci).
E’ una scelta fondante per il movimento, al di là dei nomi, dei meccanismi parlamentari, delle formule. Ma quale che sia la scelta, essa ne cambierà il profilo. Se i movimenti si incanalano nelle istituzioni è un fatto straordinariamente positivo, proprio perché la protesta si trasforma non solo in domanda ma anche in offerta politica. Una volta però nelle istituzioni, vi sono due strade: attività parlamentare ma antagonista e autoreferenziale o sfida politica di governo, incluse le alleanze. Entrambe sono pienamente legittime, ma segnano un solco. Un conto è tenere insieme protesta e proposta, altro è lotta e governo.
Se M5S sceglie, legittimamente, l’autoreferenzialità parlamentare compie una scelta politica chiara che probabilmente indebolirà la sua capacità di proposta, non solo oggi, ma anche per il prossimo futuro. Per decenni abbiamo avuto partiti antagonisti che mai hanno pensato al governo, né hanno presentato programmi in tal senso. Se anche M5S si muoverà su questa strada perderà la parte più nuova del movimentismo nell’era ICT. Quella della proposta partecipata. Così che i vecchi partiti, alla fine, ringrazieranno.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
http://www.youtube.com/watch?v=Tv37Mb4QOsM
............................
E poi parlano del conflitto d'interesse.
Ricondiamoci pure che il movimento 5 stelle è per l'abolizione della sovvenzione ai Giornali tutti.
Ciao
Paolo11
............................
E poi parlano del conflitto d'interesse.
Ricondiamoci pure che il movimento 5 stelle è per l'abolizione della sovvenzione ai Giornali tutti.
Ciao
Paolo11
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Paolì questo è matto da legareeeeeeeeeeeeeeeeeee
( filmato del programma prometeus di casaleggio del 2007 )
http://www.youtube.com/watch?v=HsJLRX-nK4w
a parte che un doppiatore decente, magari madrelingua se lo poteva pure cercare ....
( filmato del programma prometeus di casaleggio del 2007 )
http://www.youtube.com/watch?v=HsJLRX-nK4w
a parte che un doppiatore decente, magari madrelingua se lo poteva pure cercare ....
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
paolo11 ha scritto:http://www.youtube.com/watch?v=Fldu6enDzdo&feature=plcp
Dal Blog Di Grillo
Ciao
Paolo11
Dal mondo reale...ti rendo edotto che tu hai votato per questi qui:
Del resto…
Tredici società aperte in Costa Rica, per compiere operazioni immobiliari, investimenti, costruzioni, incluso il progetto per un resort di lusso.
Nel numero in edicola da venerdì 8 marzo "L'Espresso" ricostruisce l'attività parallela dell'autista di Beppe Grillo, Walter Vezzoli, 43 anni, che da oltre dieci segue come un'ombra il fondatore del Movimento Cinque Stelle. In piazza San Giovanni, il comico genovese lo ha presentato così alla folla: «Sta con me, fa la logistica, mi protegge, ha tutto sotto controllo. E' un ragazzo formidabile».
Quattro di queste società risultano immatricolate con la formula della "sociedad anonima", uno schermo giuridico che consente di proteggere l'identità degli azionisti.
Non è dato sapere, quindi, chi abbia finanziato queste iniziative.
Dalle carte che "l'Espresso" ha potuto consultare emerge però che tra gli amministratori compare, insieme a Vezzoli, Nadereh Tadjik, ovvero la cognata di Grillo, la sorella di sua moglie Parvin, di origini iraniane.
Nella Armonia Parvin sa - stesso nome della signora Grillo - la presidente Nadereh Tadijk e il secretario Vezzoli sono affiancati da un terzo amministratore, un italiano residente in Costa Rica che si chiama Enrico Cungi.
Cungi nel 1996 venne coinvolto in un'indagine per narcotraffico. Arrestato in Costa Rica e poi estradato in Italia ha passato tre mesi nel carcere di Rebibbia, ma non risultano condanne a suo carico.
A che cosa serve questa costellazione di società, dotate per altro di capitali sociali minimi, non più di 10 mila dollari ciascuna?
Difficile dare una risposta precisa, visto che l'oggetto sociale indicato nelle carte appare ampio. Ad aumentare la difficoltà c'è poi il fatto che il livello di trasparenza delle informazioni societarie in Costa Rica è tra i più bassi al mondo. Non per niente il Paese del Centroamerica è inserito nella black list dei paradisi fiscali dal Tesoro italiano.
Almeno una delle società targate Vezzoli-Tadijk ha però in cantiere un progetto ben preciso. Ecofeudo, infatti, è il nome di un resort extra lusso da 30 ettari da costruire sulle colline della baia Papagayo. A giudicare dalle foto pubblicate Ecofeudo non sarà un villaggio popolare.
La zona è considerata una delle più promettenti per chi vuole investire nel turismo. Nel resort le ville saranno di alto livello: «potranno avere una superficie fino a 750 metri quadri coperti su un'area propria di 5000 metri quadri».
L'inchiesta completa è sull'Espresso in edicola da venerdì 8 marzo.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ta/2202050
Doveva pur investire i risparmi delle supercazzole di una vita…o no ???
E mica si poteva fidare ad investire in Italia, soprattutto visto che a breve scadenza un referendum popolare da lui promosso sancirà l'uscita dall'euro…
cuntènt paolin ???
cià...
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Caro shiloh .E ti pareva che no uscisse qualcosa.Staremo a vedere cosa dirà lui.
E di De Benedetti questo giornale,quello che ha fatto fallire la Olivetti e sempre vicino alla sinistra.Come mi sembra Romiti quando lo vedevo a Ballarò.Quando era in Fiat fece perfino la marcia dei colletti bianchi.Con la vecchiaia è diventato di sinistra.
Ciao
Paolo11
E di De Benedetti questo giornale,quello che ha fatto fallire la Olivetti e sempre vicino alla sinistra.Come mi sembra Romiti quando lo vedevo a Ballarò.Quando era in Fiat fece perfino la marcia dei colletti bianchi.Con la vecchiaia è diventato di sinistra.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
paolo11 ha scritto:Caro shiloh .E ti pareva che no uscisse qualcosa.
Staremo a vedere cosa dirà lui.
E di De Benedetti questo giornale,quello che ha fatto fallire la Olivetti e sempre vicino alla sinistra.Come mi sembra Romiti quando lo vedevo a Ballarò.Quando era in Fiat fece perfino la marcia dei colletti bianchi.Con la vecchiaia è diventato di sinistra.
Ciao
Paolo11
emerite palle.
le società supercazzole nei paradisi fiscali ci sono.
e sono intestate ad amici e parenti stretti.
ergo,
quello che "dice lui",è roba da far credere alle ingenue galline padovane...o giù di lì...
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Ma come si ragiona con uno che vuole il 100% del parlamento?
Che sa parlare solo con insulti e minacce?
E' più pericoloso di quanto immaginassi, per non parlare di quel "guru" che , secondo me,
è davvero un personaggio inquietante.
Per quanto mi riguarda, posso solo sperare che non tutti i "grillini" siano come lui!
Che sa parlare solo con insulti e minacce?
E' più pericoloso di quanto immaginassi, per non parlare di quel "guru" che , secondo me,
è davvero un personaggio inquietante.
Per quanto mi riguarda, posso solo sperare che non tutti i "grillini" siano come lui!
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
p.s.shiloh ha scritto:paolo11 ha scritto:Caro shiloh .E ti pareva che no uscisse qualcosa.
Staremo a vedere cosa dirà lui.
E di De Benedetti questo giornale,quello che ha fatto fallire la Olivetti e sempre vicino alla sinistra.Come mi sembra Romiti quando lo vedevo a Ballarò.Quando era in Fiat fece perfino la marcia dei colletti bianchi.Con la vecchiaia è diventato di sinistra.
Ciao
Paolo11
emerite palle.
le società supercazzole nei paradisi fiscali ci sono.
e sono intestate ad amici e parenti stretti.
ergo,
quello che "dice lui",è roba da far credere alle ingenue galline padovane...o giù di lì...
13 società aperte in Costa Rica a nome dell'autista e della cognata, mica bruscolini...
e certo che aprire un resort di lusso per ricconi in un paradiso terrestre,
fa molto ecocompatibile e decrescita felice...
Ma il Signor Aggio non c'è?
No, mi dicono si trovi in vacanza in Costa Rica...
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