the day after. quali accordi per governare?
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Ragazzi ma non lo avete catito?.Da quando è nato il movimento 5 stelle,Grillo ha sempre detto che questo movimento è alternativo ai partiti tradizionali. Quindi niente accordi per formare governi con quelli che hanno Distrutto L'Italia.Non vorrete che ora si rimangi la parola data!Quando l'ho votato .Io ero consapevole che non avrebbe fatto nessun accordo con qualsiasi partito.
Mi dispiace per quelli che lo hanno votato pensando che vi fossero inciuci con altri partiti.Questo è una cosa completamente diversa, e per vederla governare bisogna che abbia da sola la maggioranza.
Altrimenti con qualsiasi governo dara il suo appoggio sulle proposte che rientrano nel loro programma.
Se pensavate che questo movimento partito dal basso diventasse un partito tradizionale vi siete sbagliati.
Bersani può solo provare di governare da solo.Alla camera ha la maggioranza , quindi non ci sono problemi.Se sono cose che vanno a braccetto con il movimento 5 stelle il movimento le vota.
Oppure provi con Monti a fare un governo.IL movimento 5 stelle farà la stessa cosa .Se sono cose che condividono non ci sono problemi.
Ciao
Paolo11
Mi dispiace per quelli che lo hanno votato pensando che vi fossero inciuci con altri partiti.Questo è una cosa completamente diversa, e per vederla governare bisogna che abbia da sola la maggioranza.
Altrimenti con qualsiasi governo dara il suo appoggio sulle proposte che rientrano nel loro programma.
Se pensavate che questo movimento partito dal basso diventasse un partito tradizionale vi siete sbagliati.
Bersani può solo provare di governare da solo.Alla camera ha la maggioranza , quindi non ci sono problemi.Se sono cose che vanno a braccetto con il movimento 5 stelle il movimento le vota.
Oppure provi con Monti a fare un governo.IL movimento 5 stelle farà la stessa cosa .Se sono cose che condividono non ci sono problemi.
Ciao
Paolo11
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Quindi vediamo se ho capito.
Prodi per ben due volte si svena politicamente per salvare l'Italia.
E pure Bersani appoggiando Monti.
Dopodiche` sarebbe il PD ad aver distrutto l'Italia?
E lo dice un ex elettore di CSX?
Ecco perche` poi perdiamo, ragassi.
Altro che Renzi o Bersani.
Cia`.
soloo42000
Prodi per ben due volte si svena politicamente per salvare l'Italia.
E pure Bersani appoggiando Monti.
Dopodiche` sarebbe il PD ad aver distrutto l'Italia?
E lo dice un ex elettore di CSX?
Ecco perche` poi perdiamo, ragassi.
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soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Parliamo di cose serie.
Sembrerebbe che il PD intenda riprendere la vecchia tradizione di avere almeno il presidente
della Camera assegnato all'opposizione.
Quella "tradizione" venne abbandonata, tanto per non smentirsi mai, da Berlusconi nel 94,
quando ci prendemmo Pivetti e Scognamiglio presidenti di maggioranza di ambo le camere.
Mi domando tuttavia per oggi.
Volendo riprendere quella tradizione perche` non riprenderla in toto?
Ai tempi della prima repubblica la maggioranza targata DC chiedeva all'opposizione PCI
una rosa di nomi "presentabili e accettabili" per entrambe le parti.
Dopodiche` la maggioranza sceglieva e votava.
Oggi, invece, non si capisce perche` (o forse si...) il PD si ostina a voler
dare una presidenza alla PdL (e perche` non il M5S?) e, quel che e` peggio,
non ha chiarito il fatto che se la PdL presenta candidati invotabili, il PD non li vota.
Inoltre, data la situazione, prima al Senato dovrebbero eleggere un IBC, e DOPO
alla Camera, un presidente d'opposizione.
Nel nostro caso, invece, vogliamo fare il contrario, ovvero votare prima alla Camera
e poi al Senato.
Col rischio che IBC perda entrambe le presidenze.
Ora, immagino gia` la risposta dei grillini de' sinistra, sul mercato delle vacche, la partitocrazia, ecc.
Io pero` insisto che queste sono due cariche istituzionali importanti.
E` quindi del tutto normale che in un dialogo democratico si cerchi un accordo politico
per poterle condividere con l'opposizione.
Che ne pensate?
E` possibile pretendere dal PD che stavolta "negozi" con opposizione
e alleati (Monti?) in modo sensato per evitare altre prese in giro?
Se gli serve posso mandargli il PDF del manuale di trattativa che abbiamo qui in azienda...
soloo42000
Sembrerebbe che il PD intenda riprendere la vecchia tradizione di avere almeno il presidente
della Camera assegnato all'opposizione.
Quella "tradizione" venne abbandonata, tanto per non smentirsi mai, da Berlusconi nel 94,
quando ci prendemmo Pivetti e Scognamiglio presidenti di maggioranza di ambo le camere.
Mi domando tuttavia per oggi.
Volendo riprendere quella tradizione perche` non riprenderla in toto?
Ai tempi della prima repubblica la maggioranza targata DC chiedeva all'opposizione PCI
una rosa di nomi "presentabili e accettabili" per entrambe le parti.
Dopodiche` la maggioranza sceglieva e votava.
Oggi, invece, non si capisce perche` (o forse si...) il PD si ostina a voler
dare una presidenza alla PdL (e perche` non il M5S?) e, quel che e` peggio,
non ha chiarito il fatto che se la PdL presenta candidati invotabili, il PD non li vota.
Inoltre, data la situazione, prima al Senato dovrebbero eleggere un IBC, e DOPO
alla Camera, un presidente d'opposizione.
Nel nostro caso, invece, vogliamo fare il contrario, ovvero votare prima alla Camera
e poi al Senato.
Col rischio che IBC perda entrambe le presidenze.
Ora, immagino gia` la risposta dei grillini de' sinistra, sul mercato delle vacche, la partitocrazia, ecc.
Io pero` insisto che queste sono due cariche istituzionali importanti.
E` quindi del tutto normale che in un dialogo democratico si cerchi un accordo politico
per poterle condividere con l'opposizione.
Che ne pensate?
E` possibile pretendere dal PD che stavolta "negozi" con opposizione
e alleati (Monti?) in modo sensato per evitare altre prese in giro?
Se gli serve posso mandargli il PDF del manuale di trattativa che abbiamo qui in azienda...
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Condivido e sottoscrivo.soloo42000 ha scritto:Quindi vediamo se ho capito.
Prodi per ben due volte si svena politicamente per salvare l'Italia.
E pure Bersani appoggiando Monti.
Dopodiche` sarebbe il PD ad aver distrutto l'Italia?
E lo dice un ex elettore di CSX?
Ecco perche` poi perdiamo, ragassi.
Altro che Renzi o Bersani.
Cia`.
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Prendiamo la Camera con l'autosufficenza della maggioranza, per il Senato chiediamo alle opposizioni una rosa di nomi, e su quello ragioniamo, dando la disponibilità per quei candidati che possono essere di un elevato spessore politico e culturale.soloo42000 ha scritto:Parliamo di cose serie.
Sembrerebbe che il PD intenda riprendere la vecchia tradizione di avere almeno il presidente
della Camera assegnato all'opposizione.
Quella "tradizione" venne abbandonata, tanto per non smentirsi mai, da Berlusconi nel 94 ........ ----- omissis -----
soloo42000
Poi .... PdR ..... voti di maggioranza della nostra area politica.
E stop.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Di solito si dava all'opposizione la Camera, non il Senato il cui presidente e` la seconda carica dello stato.Prendiamo la Camera con l'autosufficenza della maggioranza, per il Senato chiediamo alle opposizioni una rosa di nomi, e su quello ragioniamo, dando la disponibilità per quei candidati che possono essere di un elevato spessore politico e culturale.
Poi .... PdR ..... voti di maggioranza della nostra area politica.
E stop.
Ma ai tempi l'opposizione dialogava istituzionalmente, non proponeva nomi insultanti, ne' cianciava di mercato delle vacche e inciuci.
Per cui forse finira` come dici tu...
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Corriere 11.3.13
Votare a giugno? Impossibile (o quasi)
di R. Zuc.
ROMA — Teoricamente possibile. Ma difficilmente praticabile. In altre parole, il voto «anticipatissimo», che in questi giorni è sulla bocca di tutti, quello che vedrebbe gli italiani tornare alle urne entro il mese di giugno, rischia di risultare solo un bluff, per chi lo usa strumentalmente, oppure una gaffe per chi non conosce i tempi dettati dalla Costituzione. Perché è realizzabile solo con una successione cronometrica degli eventi, che le attuali difficoltà politiche non consentono al momento di pronosticare. Qualche chance in più ha il mese di luglio (ma memori del celebre, craxiano, «tutti al mare») ha controindicazioni metereologiche, molte più possibilità ha l'autunno, ma ovviamente con un «governo balneare» riveduto e corretto, il «governo di scopo» di cui si è parlato ugualmente in questi giorni.
Se si mette da parte la politica, che resta però è il fattore determinante, e si fa un ragionamento tecnico solo sui tempi, le cose stanno in questo modo. Il prossimo venerdì, 15 marzo, si riunisce per la prima volta il nuovo Parlamento e si procede all'elezione dei presidenti di Camera e Senato, nonché alla costituzione dei gruppi parlamentari. Il 19 cominciano le consultazioni del Quirinale. È solo sulla base di un loro fallimento nella sostanza (con tutte le sue varianti) che si può ipotizzare di tornare al più presto alle urne. Ma dato che Giorgio Napolitano non può sciogliere le Camere, essendo a fine mandato, occorre attendere l'elezione del nuovo Presidente.
Quest'ultima avverrà a partire dal 15 aprile, ma — ed è forse l'ostacolo più rilevante — senza che nessuno sappia quanto durerà. «Basta pensare — ricorda il costituzionalista Augusto Barbera — che per in passato in alcuni casi, mi ricordo quello di Scalfaro, si sono dovute attendere due settimane o anche di più». Ma anche ipotizzando un'elezione fulminea (lo stesso 15 aprile), il nuovo presidente (sempre che Napolitano, il cui mandato termina formalmente il 15 maggio, si dimetta subito) dovrebbe, dopo il giuramento, prendersi almeno qualche giorno per nuove consultazioni, necessarie per verificare ancora una volta la sussistenza (o meno) di un possibile accordo per la formazione di un governo. E quindi si arriva verso la fine di aprile.
Poniamo che il nuovo capo dello Stato, a questo punto, non possa che certificare un secondo fallimento di ogni opzione politica da parte dei partiti consultati e decida di sciogliere le Camere, potrebbe indire le elezioni non prima di 45 giorni e non dopo 70, come prevede la Costituzione. Quindi tra metà giugno e la prima decade di luglio. Ma ciò, occorre ripeterlo, se tutto dovesse procedere a ritmo accelerato, cosa improbabile data l'incomunicabilità politica a cui stiamo assistendo e i dubbi estremi che si profilano già di fronte alla prima elezione strategica, quella della presidenza del Senato. «Vedo il voto a giugno pressoché impossibile — commenta un altro esperto della materia come Stefano Passigli —, molto più praticabile un governo di scopo, magari solo per fare la legge elettorale e poi tornare al voto in autunno: oltre che la politica potrebbe essere lo stesso il calendario ad imporlo».
l’Unità 11.3.13
Votare a giugno? Impossibile (o quasi)
di R. Zuc.
ROMA — Teoricamente possibile. Ma difficilmente praticabile. In altre parole, il voto «anticipatissimo», che in questi giorni è sulla bocca di tutti, quello che vedrebbe gli italiani tornare alle urne entro il mese di giugno, rischia di risultare solo un bluff, per chi lo usa strumentalmente, oppure una gaffe per chi non conosce i tempi dettati dalla Costituzione. Perché è realizzabile solo con una successione cronometrica degli eventi, che le attuali difficoltà politiche non consentono al momento di pronosticare. Qualche chance in più ha il mese di luglio (ma memori del celebre, craxiano, «tutti al mare») ha controindicazioni metereologiche, molte più possibilità ha l'autunno, ma ovviamente con un «governo balneare» riveduto e corretto, il «governo di scopo» di cui si è parlato ugualmente in questi giorni.
Se si mette da parte la politica, che resta però è il fattore determinante, e si fa un ragionamento tecnico solo sui tempi, le cose stanno in questo modo. Il prossimo venerdì, 15 marzo, si riunisce per la prima volta il nuovo Parlamento e si procede all'elezione dei presidenti di Camera e Senato, nonché alla costituzione dei gruppi parlamentari. Il 19 cominciano le consultazioni del Quirinale. È solo sulla base di un loro fallimento nella sostanza (con tutte le sue varianti) che si può ipotizzare di tornare al più presto alle urne. Ma dato che Giorgio Napolitano non può sciogliere le Camere, essendo a fine mandato, occorre attendere l'elezione del nuovo Presidente.
Quest'ultima avverrà a partire dal 15 aprile, ma — ed è forse l'ostacolo più rilevante — senza che nessuno sappia quanto durerà. «Basta pensare — ricorda il costituzionalista Augusto Barbera — che per in passato in alcuni casi, mi ricordo quello di Scalfaro, si sono dovute attendere due settimane o anche di più». Ma anche ipotizzando un'elezione fulminea (lo stesso 15 aprile), il nuovo presidente (sempre che Napolitano, il cui mandato termina formalmente il 15 maggio, si dimetta subito) dovrebbe, dopo il giuramento, prendersi almeno qualche giorno per nuove consultazioni, necessarie per verificare ancora una volta la sussistenza (o meno) di un possibile accordo per la formazione di un governo. E quindi si arriva verso la fine di aprile.
Poniamo che il nuovo capo dello Stato, a questo punto, non possa che certificare un secondo fallimento di ogni opzione politica da parte dei partiti consultati e decida di sciogliere le Camere, potrebbe indire le elezioni non prima di 45 giorni e non dopo 70, come prevede la Costituzione. Quindi tra metà giugno e la prima decade di luglio. Ma ciò, occorre ripeterlo, se tutto dovesse procedere a ritmo accelerato, cosa improbabile data l'incomunicabilità politica a cui stiamo assistendo e i dubbi estremi che si profilano già di fronte alla prima elezione strategica, quella della presidenza del Senato. «Vedo il voto a giugno pressoché impossibile — commenta un altro esperto della materia come Stefano Passigli —, molto più praticabile un governo di scopo, magari solo per fare la legge elettorale e poi tornare al voto in autunno: oltre che la politica potrebbe essere lo stesso il calendario ad imporlo».
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Re: the day after. quali accordi per governare?
dopo l'occupazione "manu militari" del tribunale della Repubblica di Milano da parte dei bananas,
mi piacerebbe chiedere a quell'intelligentone di D'Alema se è ancora dell'idea di assegnare la presidenza di una delle due camere a questo branco di eversivi.
mi piacerebbe chiedere a quell'intelligentone di D'Alema se è ancora dell'idea di assegnare la presidenza di una delle due camere a questo branco di eversivi.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Ti risponderebbe che in principio ha ancora ragione lui.
Dopotutto i PdL sono cosi` per via dell'anomalia Berlusconi, da lui indicata come impedimento all'inciucione maximo.
Peccato non vogliano vedere che in Italia la destra e` quella.
Berlusconi o meno.
E` sempre stata e sempre sara` una destra becera, clericale, sopraffatrice, razzista, classista.
Peccato poi che, D'Alema a parte, neanche i grillini vedano questa realta` grama.
Sicuramente pensano di noi di CSX che siamo dei rammolliti collusi.
Mica ci arrivano a considerare che in 20 anni di guerra politica e` stato inevitabile,
essendo il CSX minoranza nel Paese, che in qualche modo ci si sia dovuti adeguare
al clima imperante.
Siamo tutti ugguali.
E allora peggio per tutti.
soloo42000
Dopotutto i PdL sono cosi` per via dell'anomalia Berlusconi, da lui indicata come impedimento all'inciucione maximo.
Peccato non vogliano vedere che in Italia la destra e` quella.
Berlusconi o meno.
E` sempre stata e sempre sara` una destra becera, clericale, sopraffatrice, razzista, classista.
Peccato poi che, D'Alema a parte, neanche i grillini vedano questa realta` grama.
Sicuramente pensano di noi di CSX che siamo dei rammolliti collusi.
Mica ci arrivano a considerare che in 20 anni di guerra politica e` stato inevitabile,
essendo il CSX minoranza nel Paese, che in qualche modo ci si sia dovuti adeguare
al clima imperante.
Siamo tutti ugguali.
E allora peggio per tutti.
soloo42000
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