quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Sì, confermo, la fidanzata in coma è l’Italia.
Lo indica chiaramente nel film quando racconta che s’innamora dell’Italia in occasione della sua prima visita a 16 anni durante il suo primo viaggio all'estero, in quei viaggi che i ragazzi organizzano con gli amici. Anche se la prima esperienza non è stata del tutto positiva perché gli avevano vuotato il furgone. Un benvenuto tricolore.
Gli inglesi s’innamorano facilmente dell’Italia, in modo particolare del territorio della Toscana.
In questi anni lo ha fatto anche Paul Anthony Ginsborg, lo storico inglese fondatore di ALBA, con Revelli.
Anche al nonno di mio nonno è successa la stessa cosa durante il periodo del protettorato inglese in Sicilia.
Samuel Hopkins 1
M, # 191044, b. 1778, d. 1868
http://www.thepeerage.com/p19105.htm
Lo indica chiaramente nel film quando racconta che s’innamora dell’Italia in occasione della sua prima visita a 16 anni durante il suo primo viaggio all'estero, in quei viaggi che i ragazzi organizzano con gli amici. Anche se la prima esperienza non è stata del tutto positiva perché gli avevano vuotato il furgone. Un benvenuto tricolore.
Gli inglesi s’innamorano facilmente dell’Italia, in modo particolare del territorio della Toscana.
In questi anni lo ha fatto anche Paul Anthony Ginsborg, lo storico inglese fondatore di ALBA, con Revelli.
Anche al nonno di mio nonno è successa la stessa cosa durante il periodo del protettorato inglese in Sicilia.
Samuel Hopkins 1
M, # 191044, b. 1778, d. 1868
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Re: quo vadis PD ????
Caro camillobenso,
Dato che tu hai lontani orgini sicule, credo che il nonno di tuo nonno conoscesse altri illustri inglesi venuti in sicilia:
Whitaker, Hops, Woodhouse, Ingham, ecc.
Un abbraccio
Dato che tu hai lontani orgini sicule, credo che il nonno di tuo nonno conoscesse altri illustri inglesi venuti in sicilia:
Whitaker, Hops, Woodhouse, Ingham, ecc.
Un abbraccio
Ultima modifica di Joblack il 10/03/2013, 20:42, modificato 1 volta in totale.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: quo vadis PD ????
Joblack ha scritto:Caro camillobenso,
Dato che tu hai lontani orgini sicule, credo che il nonno di tuo nonno conoscesse altri illustri inglesi venuti in sicilia:
Whitaker, Hops, Woodhouse, ecc.
Un abbraccio
Non saprei, la memoria storica di famiglia non ne me ne ha mai accennato, ma potrei immaginare di si dato l'incarico svolto.
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Re: quo vadis PD ????
Un, due, tre,.....pronti via,...il Parlamento non si è ancora insediato e tracchete.....
Prima Indagata tra i neo-eletti.
09/03/2013 di triskel182
Prima Indagata tra i neo-eletti.
09/03/2013 di triskel182
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Re: quo vadis PD ????
Il PD la fa facile sulla presidenza del senato, ma facendo quattro conti ecco gli scenari:
PD+PDL 123+119=242 MAG
PD+M5S 123+ 56=179 MAG
PDL+M5S 119+56=175 MAG
PD+LM 123+18=141 MIN
PDL+LM 119+18=137 MIN
LM sempre ininfluente
M5S ha il pallino perchè può appoggiare si in candidato PDL, ma anche PD.
PD sempre nella kakka perché non può usare né moral suascion né scambio di poltrone che il M5S giustamente rifiuta.
Lo stesso discorso vale anche per l'elezione del nuovo PdR.
Bye
PD+PDL 123+119=242 MAG
PD+M5S 123+ 56=179 MAG
PDL+M5S 119+56=175 MAG
PD+LM 123+18=141 MIN
PDL+LM 119+18=137 MIN
LM sempre ininfluente
M5S ha il pallino perchè può appoggiare si in candidato PDL, ma anche PD.
PD sempre nella kakka perché non può usare né moral suascion né scambio di poltrone che il M5S giustamente rifiuta.
Lo stesso discorso vale anche per l'elezione del nuovo PdR.
Bye
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Re: quo vadis PD ????
LA STRATEGIA - È SICURO CHE IL SEGRETARIO FALLIRÀ, MA TEME IL CONGRESSO PRIMA DEL VOTO
La mossa di Renzi: studio sugli sprechi del Pd
Così sta ricominciando la «scalata»
ROMA - «Fino alla fine mi comporterò come un bravo soldatino»: Matteo Renzi aveva avvisato delle sue intenzioni i parlamentari amici, soprattutto quelli che mordevano il freno, e che lo avrebbero preferito meno ligio ai doveri di partito.
Aveva spiegato una, due, tre volte che non avrebbe indossato i panni del pugnalatore di Bersani. Ma aveva detto loro anche altro: che finita la partita elettorale, quando la situazione si sarebbe stabilizzata, lui non sarebbe rimasto fermo. E il sindaco di Firenze ha tenuto fede alle promesse fatte. Ha lasciato chiaramente intendere che, una volta esaurito il tentativo del segretario di metter su un governo (tentativo su cui non scommette un euro ma che non ostacolerà) si riprenderà la libertà di parola e di azione.
Renzi sa che la partita che si apre adesso è complessa. Il pericolo - lo ha ammesso lui stesso - è quello di farsi «fagocitare» dai maggiorenti del Pd. Ma è un rischio che il primo cittadino del capoluogo toscano non pensa di correre. Prima di tutto perché non metterà bocca nei giochi interni. Non si spenderà a favore delle ipotesi che circolano in queste ore nel partito. Né le ostacolerà. Liberi i parlamentari del Pd di votare come capogruppo alla Camera Enrico Letta e come presidente dei senatori Maurizio Migliavacca. Liberi i big del partito di offrirgli delle vice presidenze dei gruppi. Libero lui di non farsi mettere in mezzo in questi giochi e giochini di palazzo.
Sempre per evitare di venir risucchiato nelle spire di un partito in affanno, Renzi che dà ormai per «morto» il tentativo di Bersani presso i grillini, tifa per le elezioni in tempi ravvicinati. Se voto ha da essere, che sia in ottobre, e persino a giugno basta che non si tenga a febbraio o a marzo del prossimo anno. Già, perché se così fosse andrebbe inevitabilmente a incrociarsi con il congresso del Pd. Esattamente ciò che Renzi non vuole. Il sindaco non intende farsi mettere in mezzo alle dinamiche precongressuali del partito, vuole tenersi lontano da tutto ciò, perché sa che se così non fosse, allora sì che verrebbe «fagocitato» e la sua candidatura alla premiership finirebbe per apparire l'ennesimo espediente dei maggiorenti del Pd per salvare il loro ruolo.
Con le elezioni a ottobre Renzi avrebbe gioco facile nel proporre di rinviare il congresso (che per statuto dovrebbe tenersi appunto nell'autunno di quest'anno) causa primarie e voto. Con le consultazioni in febbraio, invece, questo slittamento non riuscirebbe e il sindaco rottamatore sarebbe costretto a entrare nella dialettica congressuale del partito. E invece è proprio sulla sua funzione di politico avulso dall'apparato che Renzi vuole giocarsi le sue chance prossime future. Non è casuale, in questo senso, il suo insistere sull'abolizione del finanziamento pubblico. Sarà questa la sua nuova, grande, battaglia: un tormentone incessante per mettere con le spalle al muro i maggiorenti del Pd e dimostrare che certi temi «non li ha inventati Grillo».
Proprio per questo qualche tempo fa il sindaco di Firenze si è fatto fare da un «amico» fidato uno studio sulla situazione del partito. Situazione che lo ha lasciato di stucco. I dipendenti del Pd nazionale sono più di 180, tra quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Una pletora di segretarie, segretari, impiegate e impiegati, tutti remunerati. Di più: ad alcuni viene anche pagata la casa. Nel «report» in questione si trovano dei numeri impressionanti: 14 persone all'ufficio stampa del partito, tre persone addette solo a Rosy Bindi, che ha anche un aiuto alla Camera e una portavoce che, è scritto nel rapporto, «non si è capito chi paga». Il meno importante dei dirigenti del Pd ha almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio. Che lievitano se ti chiami Nico Stumpo, e sotto di te, nel settore organizzativo del Pd, guidi otto persone tra segretari, funzionari e collaboratori. Nel rapporto si fanno le pulci a tutti, al direttore di Youdem , la pasionaria di Bersani Chiara Geloni, a Matteo Orfini, al tesoriere Antonio Misiani: un lungo elenco di nomi, con accanto retribuzione, eventuali secondi contratti e precisazioni sui costi dell'alloggio.
È questo il motivo, dicono i renziani, per cui il Pd non potrà mai scavalcare il sindaco nella battaglia contro il finanziamento. Anche perché, tra l'altro, nelle ultime stime fatte, quelle del 2010, il partito aveva in Parlamento 102 dipendenti per la modica cifra complessiva di otto milioni di euro. Sono cifre che hanno lasciato di sasso il sindaco e lo hanno convinto ancora di più a combattere la battaglia per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
Maria Teresa Meli
11 marzo 2013 | 19:05
http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 77c6.shtml
La mossa di Renzi: studio sugli sprechi del Pd
Così sta ricominciando la «scalata»
ROMA - «Fino alla fine mi comporterò come un bravo soldatino»: Matteo Renzi aveva avvisato delle sue intenzioni i parlamentari amici, soprattutto quelli che mordevano il freno, e che lo avrebbero preferito meno ligio ai doveri di partito.
Aveva spiegato una, due, tre volte che non avrebbe indossato i panni del pugnalatore di Bersani. Ma aveva detto loro anche altro: che finita la partita elettorale, quando la situazione si sarebbe stabilizzata, lui non sarebbe rimasto fermo. E il sindaco di Firenze ha tenuto fede alle promesse fatte. Ha lasciato chiaramente intendere che, una volta esaurito il tentativo del segretario di metter su un governo (tentativo su cui non scommette un euro ma che non ostacolerà) si riprenderà la libertà di parola e di azione.
Renzi sa che la partita che si apre adesso è complessa. Il pericolo - lo ha ammesso lui stesso - è quello di farsi «fagocitare» dai maggiorenti del Pd. Ma è un rischio che il primo cittadino del capoluogo toscano non pensa di correre. Prima di tutto perché non metterà bocca nei giochi interni. Non si spenderà a favore delle ipotesi che circolano in queste ore nel partito. Né le ostacolerà. Liberi i parlamentari del Pd di votare come capogruppo alla Camera Enrico Letta e come presidente dei senatori Maurizio Migliavacca. Liberi i big del partito di offrirgli delle vice presidenze dei gruppi. Libero lui di non farsi mettere in mezzo in questi giochi e giochini di palazzo.
Sempre per evitare di venir risucchiato nelle spire di un partito in affanno, Renzi che dà ormai per «morto» il tentativo di Bersani presso i grillini, tifa per le elezioni in tempi ravvicinati. Se voto ha da essere, che sia in ottobre, e persino a giugno basta che non si tenga a febbraio o a marzo del prossimo anno. Già, perché se così fosse andrebbe inevitabilmente a incrociarsi con il congresso del Pd. Esattamente ciò che Renzi non vuole. Il sindaco non intende farsi mettere in mezzo alle dinamiche precongressuali del partito, vuole tenersi lontano da tutto ciò, perché sa che se così non fosse, allora sì che verrebbe «fagocitato» e la sua candidatura alla premiership finirebbe per apparire l'ennesimo espediente dei maggiorenti del Pd per salvare il loro ruolo.
Con le elezioni a ottobre Renzi avrebbe gioco facile nel proporre di rinviare il congresso (che per statuto dovrebbe tenersi appunto nell'autunno di quest'anno) causa primarie e voto. Con le consultazioni in febbraio, invece, questo slittamento non riuscirebbe e il sindaco rottamatore sarebbe costretto a entrare nella dialettica congressuale del partito. E invece è proprio sulla sua funzione di politico avulso dall'apparato che Renzi vuole giocarsi le sue chance prossime future. Non è casuale, in questo senso, il suo insistere sull'abolizione del finanziamento pubblico. Sarà questa la sua nuova, grande, battaglia: un tormentone incessante per mettere con le spalle al muro i maggiorenti del Pd e dimostrare che certi temi «non li ha inventati Grillo».
Proprio per questo qualche tempo fa il sindaco di Firenze si è fatto fare da un «amico» fidato uno studio sulla situazione del partito. Situazione che lo ha lasciato di stucco. I dipendenti del Pd nazionale sono più di 180, tra quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Una pletora di segretarie, segretari, impiegate e impiegati, tutti remunerati. Di più: ad alcuni viene anche pagata la casa. Nel «report» in questione si trovano dei numeri impressionanti: 14 persone all'ufficio stampa del partito, tre persone addette solo a Rosy Bindi, che ha anche un aiuto alla Camera e una portavoce che, è scritto nel rapporto, «non si è capito chi paga». Il meno importante dei dirigenti del Pd ha almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio. Che lievitano se ti chiami Nico Stumpo, e sotto di te, nel settore organizzativo del Pd, guidi otto persone tra segretari, funzionari e collaboratori. Nel rapporto si fanno le pulci a tutti, al direttore di Youdem , la pasionaria di Bersani Chiara Geloni, a Matteo Orfini, al tesoriere Antonio Misiani: un lungo elenco di nomi, con accanto retribuzione, eventuali secondi contratti e precisazioni sui costi dell'alloggio.
È questo il motivo, dicono i renziani, per cui il Pd non potrà mai scavalcare il sindaco nella battaglia contro il finanziamento. Anche perché, tra l'altro, nelle ultime stime fatte, quelle del 2010, il partito aveva in Parlamento 102 dipendenti per la modica cifra complessiva di otto milioni di euro. Sono cifre che hanno lasciato di sasso il sindaco e lo hanno convinto ancora di più a combattere la battaglia per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
Maria Teresa Meli
11 marzo 2013 | 19:05
http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 77c6.shtml
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Re: quo vadis PD ????
CRONACHE
11/03/2013 - LA RISPOSTA DEI DEMOCRATICI
Fassina: “È un dispetto al Paese
Ne risponderanno agli elettori”
Stefano Fassina
“Pensano che così abbracceremo il Pdl. Si sbagliano”
ROMA
«Il partito di Grillo deve ricordarsi che, con questa chiusura, non fa un dispetto al Pd o a Bersani. È un atto con conseguenze serie per il Paese. E si illudono se sperano che così noi possiamo abbracciare il Pdl e fare un governo con loro». Stefano Fassina, neodeputato Pd, responsabile economico del partito e uomo vicino al segretario, commenta a caldo le nuove dichiarazioni del capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi. Nessun accordo sulle presidenze delle Camere, ha scandito all’uscita da una riunione fra tutti gli eletti, nessun appoggio a un governo dei democratici.
Onorevole Fassina, niente da fare, chiusura su tutta la linea. E ora il Pd che fa?
«A noi non resta che andare avanti, con determinazione. Non avevamo mai pensato che fosse una strada semplice quella di raccogliere consensi intorno a un’ipotesi di cambiamento vero. Verificheremo in Parlamento come stanno le cose».
Stanno che non sostengono un vostro governo, a sentire Crimi…
«Il Pd ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato. La democrazia funziona così: non si tratta di fare un favore a Bersani, è un’indicazione che viene dalle urne quella che porta il Pd ad avanzare proposte concrete. Dopodiché il partito di Grillo si assumerà la responsabilità delle scelte che fa. Se vorrà solo cavalcare la protesta e non cercare risposte, ne risponderà agli elettori. Ma non credano che noi altrimenti ci rivolgiamo al Pdl».
Sono i vostri otto punti a non funzionare?
«Ma non hanno mai discusso i punti nel merito! L’Italia è in una grave emergenza economico-sociale: cosa ne dicono della proposta di pagare 50 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese? Cosa ne dicono di allentare il patto di stabilità per gli enti locali? Di rivedere profondamente l’Imu? Del finanziamento della cassa integrazione e la riforma degli ammortizzatori sociali che ne dicono?».
Anche sulle presidenze delle Camere dicono no a qualsiasi accordo…
«Ma la democrazia funziona così! Dalle urne è uscito un Parlamento tripolare, più un mezzo polo, al centro. La presidenza della Camera non appartiene a nessuno, svolge funzioni di garanzia: nei sistemi democratici si cercano soluzioni che diano massime garanzie per tutti. Ma se loro giocano al tanto peggio tanto meglio, alla fine saranno gli elettori a saper distinguere tra chi si limita a cavalcare la protesta e chi si incarica di scelte impegnative per il bene del Paese».
[f. sch.]
11/03/2013 - LA RISPOSTA DEI DEMOCRATICI
Fassina: “È un dispetto al Paese
Ne risponderanno agli elettori”
Stefano Fassina
“Pensano che così abbracceremo il Pdl. Si sbagliano”
ROMA
«Il partito di Grillo deve ricordarsi che, con questa chiusura, non fa un dispetto al Pd o a Bersani. È un atto con conseguenze serie per il Paese. E si illudono se sperano che così noi possiamo abbracciare il Pdl e fare un governo con loro». Stefano Fassina, neodeputato Pd, responsabile economico del partito e uomo vicino al segretario, commenta a caldo le nuove dichiarazioni del capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi. Nessun accordo sulle presidenze delle Camere, ha scandito all’uscita da una riunione fra tutti gli eletti, nessun appoggio a un governo dei democratici.
Onorevole Fassina, niente da fare, chiusura su tutta la linea. E ora il Pd che fa?
«A noi non resta che andare avanti, con determinazione. Non avevamo mai pensato che fosse una strada semplice quella di raccogliere consensi intorno a un’ipotesi di cambiamento vero. Verificheremo in Parlamento come stanno le cose».
Stanno che non sostengono un vostro governo, a sentire Crimi…
«Il Pd ha la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato. La democrazia funziona così: non si tratta di fare un favore a Bersani, è un’indicazione che viene dalle urne quella che porta il Pd ad avanzare proposte concrete. Dopodiché il partito di Grillo si assumerà la responsabilità delle scelte che fa. Se vorrà solo cavalcare la protesta e non cercare risposte, ne risponderà agli elettori. Ma non credano che noi altrimenti ci rivolgiamo al Pdl».
Sono i vostri otto punti a non funzionare?
«Ma non hanno mai discusso i punti nel merito! L’Italia è in una grave emergenza economico-sociale: cosa ne dicono della proposta di pagare 50 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese? Cosa ne dicono di allentare il patto di stabilità per gli enti locali? Di rivedere profondamente l’Imu? Del finanziamento della cassa integrazione e la riforma degli ammortizzatori sociali che ne dicono?».
Anche sulle presidenze delle Camere dicono no a qualsiasi accordo…
«Ma la democrazia funziona così! Dalle urne è uscito un Parlamento tripolare, più un mezzo polo, al centro. La presidenza della Camera non appartiene a nessuno, svolge funzioni di garanzia: nei sistemi democratici si cercano soluzioni che diano massime garanzie per tutti. Ma se loro giocano al tanto peggio tanto meglio, alla fine saranno gli elettori a saper distinguere tra chi si limita a cavalcare la protesta e chi si incarica di scelte impegnative per il bene del Paese».
[f. sch.]
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Re: quo vadis PD ????
12 MAR 12:15
1. RENZI VUOLE TRASFORMARE IL PD IN UNA “BAD COMPANY”: ECCO IL DOSSIER DELLE SPESE -
2. NOME PER NOME, CONTRATTO PER CONTRATTO, IL DOCUMENTO CHE PUBBLICHIAMO SERVE AL ROTTAMATORE PER CAPIRE COME VIVERE SENZA IL FINANZIAMENTO PUBBLICO -
3. I 300 DIPENDENTI COSTANO CIRCA 30 MILIONI L’ANNO. ORFINI S’INCAZZA PER IL DOSSIERAGGIO, LA BINDI MINACCIA QUERELA. MA I DATI SONO DISPONIBILI ANCHE SUL BILANCIO -
4. RENZI: “ABOLIRE IL FINANZIAMENTO NON SERVE A FAR PACE CON GRILLO, MA CON GLI ITALIANI. NESSUN SABOTAGGIO DI BERSANI: LA MOSSA GLI DAREBBE UNA CHANCE DI GOVERNARE” -
5. MA E’ IMPENSABILE CHE UN DOSSIER DI QUESTO TIPO NON POSSA NON INCAROGNIRE I RAPPORTI TRA RENZI E IL PD IN MANO A BERSANI-D’ALEMA: SCISSIONE ALLE PORTE? -
1. ESCLUSIVO: IL DOSSIER SU ORGANIZZAZIONE E SPESE DEL PD IN MANO A RENZI
Il Segretario Nazionale ha un Capo Segreteria (Zoia Veronesi, le voci dicono 90.000 euro lordi l'anno) e 4 segretarie, già facenti parte del personale Pd (guadagnano tra i 1.200 e i 2.000).
Nello staff del Segretario come incarichi fiduciari sono assunti a tempo determinato il Portovace Stefano Di Traglia, (sui 4.000), il Capo Ufficio stampa Roberto Seghetti (credo sui 5.000 euro), il Vice capo ufficio stampa Chiara Muzzi.(2.500). A loro si aggiunge Paola Silvestri (pagata dal gruppo Pd al Senato).
Seghetti ha la responsabilità di guidare un ufficio stampa composto da 14 persone dipendenti a tempo indeterminato. (dai 1.500 ai 4.000)
Il vicesegretario Letta ha due collaboratori (ha 4 segretari assunti a tempo indeterminato dal pd dai 1500-4000).
La presidente Rosy Bindi ha tre segretarie ( già assunte dal pd a tempo indeterminato dai 1600-1900). Ha una addetta stampa Chiara Rinaldini e un altro collaboratore pagato dalla vicepresidenza della camera.
I vicepresidenti sono Ivan Scalfarotto e Marina Sereni
La SEGRETERIA è composta da 12 persone, si tratta di un incarico politico retribuito con contratti a tempo determinato di circa 3.500 euro al mese, più l'alloggio per chi non è di Roma.
Il coordinatore della Segreteria è Maurizio Migliavacca, non retribuito in quanto parlamentare. Sotto di lui, Vanio Balzo (tempo indeterminato) , Alfredo D'Attorre e Alessandro Mazzoli (tempo determinato, circa 2.500)
Migliavacca ha due segretarie (sui 1.500-1.800)
Il Tesoriere Antonio Misiani (non retribuito in quanto deputato) è a capo dell'Amministrazione ( sei persone di cui due segretarie, 3 amministratrici e un dirigente.). Il dirigente è Trevisonno ( 5000 euro a tempo determinato, si occupa anche della gestione delle spese della festa democratica), le segretarie (1800-2000), gli amministrativi ( 1800- 2500).
ORGANIZZAZIONE.
Stumpo. (già funzionario Pd, assunto a tempo indeterminato, sui 6.000 euro) sotto di lui Elettra Pozzilli (coordinatrice dell'area organizzazione, assunta a tempo indeterminato guadagna sui 3000). Tore Corona: tesseramento ( t. ind sui 3000 e passa). Andrea de Maria ( funzionario Emilia Romagna). Eugenio Marino, responsabile degli italiani nel mondo ( t.ind 2.500). Marina Sale, ufficio circoli ( t. ind sui 2000) Ha tre segretarie (tra i 1500 e i 2000).
Enti locali, Davide Zoggia. ( 3.500, t. det., più alloggio). Lavorano per lui Peta, responsabile dei rapporti con gli amministratori ( t. ind 2.000). Silvana Giuffrè , funzionario ( t. ind sui 3000). Pacella ( assunto dall'Unione Province Italiane più contratto a progetto del Pd) e un altro funzionario con due segretarie che guadagnano dai 2000 ai 2500 a tempo ind.
MATTEO ORFINI
ECONOMIA
Fassina (3.500 t. det. senza alloggio) , sotto di lui dodici incarichi tematici, 3 dei quali retribuiti dal Pd. Il responsabile turismo Armando Cirillo (2.500 t.ind), Lucio Cafarelli (2.500 t. ind) , Valentino Filippetti (3.000 t.ind).
COMUNICAZIONE
Matteo Orfini (3.550 t.det no alloggio) . Lavorano per lui Domenico Petrolo - progetti culturali ( tempo ind 1800-2000). Francesco Verducci ( non più stipendiato in quanto parlamentare ma assunto a t.det come funzionario partito). Rita Borioni e Alessandra Untolini ( la seconda è assunta a t. det ,ma entrambe retribuite dal pd). Francesco Siciliano ( t. det 1500). Orfini Ha due segretarie ( 1500-1800).
FORMAZIONE
Anna maria Parente ( t. ind 3.500 no alloggio) . ha 4 persone che collaborano con lei. Di cui due assunte dal pd a t. ind ( 1500-1800) e due contratti a progetto.
SCUOLA
Francesca Puglisi (3.500 t.det più alloggio). Con le i lavora una dipendente pd a t. ind ( 1500-1700 ) e un collaboratore a progetto.
BINDI FASSINA BERSANI
TERZO SETTORE
Cecilia Carmassi ( t. det 3.500 più alloggio). Collabora con lei Gea Polidori ( funzionario a t. ind 3000)
TRASPORTI
Matteo Mauri ( 3.500 con alloggio t.det). con lui collabora un dipende del pd ( t. ind 2000) e un collaboratore a progetto. Ha una segretaria ( già dipendente pd 2000 t. ind)
DIRITTI CIVILI
Ettore Martinelli ( 3.500 td con alloggio)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Marco Meloni ( non retribuito perché è consigliere regionale, ma ha un alloggio), con una segretaria già dipendente pd a t. ind.
AMBIENTE
Stella Bianchi (3.500 t. ind no alloggio) ha un collaboratore Giovanni Lattanzi. Ha dato 5 incarichi non retribuiti.
DONNE
Roberta Agostini (3500 t. det no alloggio) ha una segretaria già dipendente pd (t.ind) e una collaboratrice a progetto.
ROSY BINDI X
FESTE ED EVENTI
Responsabile feste Lino Paganelli ( funzionario t. ind 8000 circa) ha due segretarie ( t. ind 2.000)
COMUNICAZIONE E PROPAGANDA
Stefano di Traglia ha una segretaria ( t. ind già dipendente pd)
Daniela Gentile coordinatrice area (t. ind 3000) due dipendenti ( t. ind 1600-1900).
FORUM ICT
Paolo Gentiloni (non retribuito in quanto parlamentare) ha una segretaria ( non pagata dal pd) e ha una collaboratrice ( t. ind pd 2.500)
FORUM GIUSTIZIA
Andrea Orlando (non retribuito in quanto parlamentare) ha una addetta stampa ( già dipendente. Pd t. ind ).
L. Di Bartolomei ( t. ind funzionario 2000)
NICO STUMPO
FORUM RADIOTV
Rognoni ( no retribuito ma alloggio pagato) con lui Gianluca Lioni ( funzionario e responsabile di area ( t. ind 2500)
Beppe Fioroni ( non retribuito in quanto parlamentare) Ha una segretaria (dipendente pd t. ind 1400) ha un collaboratore Iannuzzi ( funzionario pd 2500).
Gianni Cuperlo ( non retribuito in quanto parlamentare) . Ha una segretaria ( dipendente pd t. ind ) e Vezzosi ( funzionario Pd t. ind 3000-4000)
Livia Turco ( finora non retribuita in quanto parlamentare). Ha un collaboratore Kalid Chouaki ( contratto a progetto e futuro parlamentare) e un funzionario marco Paciotti ( t. ind 2500)
Lapo Pistelli ( non retribuito in quanto parlamentare) con lui lavorano Filibeck (funzionario pd t. ind 2500) e Ulisse ( funzionaria Pd t. ind 3500).
Poi Raffaella Illice segreteria organizzativa ( t. ind 2000). Barabara Mola ( dipendente t. ind) capo segreteria Rossella Romano ( t. ind dipendente pd)
Nicola Manca ( pagato dal gruppo parlamentare pd camera)
Federica Mogherini ( parlamentare)
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Re: quo vadis PD ????
Mi dispiace per Bersani, ma in questo caso Renzi ha ragione, avere un apparato di solo stipendiati che costano 30 milioni l'anno significa che si è sempre sottoricatto della maggioranza e si spiega il motivo perchè il Pd non ha mai fatto vera opposizione al Pdl.
Per essere fermi nei propri principi, veri o valsi che siano, bisogna non essere ricattabili, ed il Pd in tutte quelle votazioni dove bisognava far uscire gli attributi ha sempre votato si, non per ultimo le missioni militari all'estero, ha contrastato il referendum contro il nucleare (foriero di posti di potere) e quella espressione di Fassino "abbiamo una banca" nascondeva volontà di occasioni di finanziamento occulto al partito.
Quanto ho sostenuto sopra ci fa comprendere perchè i grillini sembrano marziani a non cambiare idea, a non accettare i finanziamenti, a non accettare poltrone.
Il motivo è semplice, i cittadini deputati e senatori del M5S, NON SONO RICATTABILI.
Un caro saluto a tutti.
Per essere fermi nei propri principi, veri o valsi che siano, bisogna non essere ricattabili, ed il Pd in tutte quelle votazioni dove bisognava far uscire gli attributi ha sempre votato si, non per ultimo le missioni militari all'estero, ha contrastato il referendum contro il nucleare (foriero di posti di potere) e quella espressione di Fassino "abbiamo una banca" nascondeva volontà di occasioni di finanziamento occulto al partito.
Quanto ho sostenuto sopra ci fa comprendere perchè i grillini sembrano marziani a non cambiare idea, a non accettare i finanziamenti, a non accettare poltrone.
Il motivo è semplice, i cittadini deputati e senatori del M5S, NON SONO RICATTABILI.
Un caro saluto a tutti.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
Re: quo vadis PD ????
Le chiacchiere stanno a zero.
Se il PD crede di cavarsela col "brodino" degli otto punti, delle due l'una: o i 5S sono dei pazzi suicidi o farà l'ennesimo buco nell'acqua.
Senza tante inutili parole, ci sono due opportunità per dimostrare che vuol fare sul serio.
La prima è quella di rinunciare ai 45 milioni di euro del finanziamento, per dare un segnale di solidarietà al paese che sta con il sedere nell'acqua, il che non significa necessariamente abolire del tutto i finanziamenti (se non altro perché i gruppi parlamentari e consiliari continuano a prendere soldi).
La seconda è quella di votare insieme ai 5S per l'ineleggibilità di Berlusconi in giunta per le autorizzazioni.
Meno chiacchiere, più fatti.
Se il PD crede di cavarsela col "brodino" degli otto punti, delle due l'una: o i 5S sono dei pazzi suicidi o farà l'ennesimo buco nell'acqua.
Senza tante inutili parole, ci sono due opportunità per dimostrare che vuol fare sul serio.
La prima è quella di rinunciare ai 45 milioni di euro del finanziamento, per dare un segnale di solidarietà al paese che sta con il sedere nell'acqua, il che non significa necessariamente abolire del tutto i finanziamenti (se non altro perché i gruppi parlamentari e consiliari continuano a prendere soldi).
La seconda è quella di votare insieme ai 5S per l'ineleggibilità di Berlusconi in giunta per le autorizzazioni.
Meno chiacchiere, più fatti.
DI MARCO TRAVAGLIO
( PROVIAMOCI NOI, PERCHÉ SE ASPETTIAMO IL PD...)
APPELLO : BERLUSCONI INELEGGIBILE
Cari amici, mentre attendiamo il miglior governo della storia repubblicana e anche monarchica che dovrebbe fare in pochi mesi tutto quello che i suoi promotori e i loro fiancheggiatori non han fatto in vent’anni, tra qualche giorno le giunte per le elezioni della Camera e del Senato dovranno decidere sull’eleggibilità o meno degli eletti ineleggibili. Il primo si chiama Silvio Berlusconi e, come scriviamo dal 1994 in ristrettissima compagnia, è ineleggibile in base alla legge del 1957 sui concessionari pubblici.
MicroMega ha lanciato un appello (160 mila firme in una settimana) perché, dopo cinque legislature di inciuci, alla sesta volta i parlamentari del centrosinistra trovino il coraggio di sbattere l’ineleggibile Caimano fuori dal Parlamento (stavolta s’è infilato in Senato).
I parlamentari di 5 Stelle hanno già detto che voteranno per l’ineleggibilità di Berlusconi e dei condannati definitivi. Vediamo che cosa faranno quelli del Pd che dicono di essere molto cambiati. Se faranno sul serio, batteremo loro le mani. In caso contrario, beh, fate voi…
FIRMA L'APPELLO
http://temi.repubblica.it/micromega-app ... llo=391292
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