mariok ha scritto:hanno fatto quadrato con i forchettoni di Bersani contro il liberista Renzi, che quei forchettoni voleva far fuori.perché in quel posto ci si doveva sedere lui.
Questo si può dire di chiunque voglia cambiare qualcuno o qualcosa.
Si potrebbe dire per esempio che Grillo vuole far fuori i partiti per prenderne il posto o che Landini fa la guerra a Marchionne perché vorrebbe avere il suo potere (e i suoi soldi).
Gli si può credere o non credere, ma fino a prova contraria siamo nel campo dell'opinabile.
Questo si può dire di chiunque voglia cambiare qualcuno o qualcosa.
Si potrebbe dire per esempio che Grillo vuole far fuori i partiti per prenderne il posto o che Landini fa la guerra a Marchionne perché vorrebbe avere il suo potere (e i suoi soldi).
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Si potrebbe dire per esempio che Grillo vuole far fuori i partiti per prenderne il posto
Questo è un dato di fatto perché lo ha sempre detto. “Noi dobbiamo cacciare tutti i vecchi partiti.” Non ci andrà direttamente ma indirettamente.
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o che Landini fa la guerra a Marchionne perché vorrebbe avere il suo potere (e i suoi soldi).
Questa ipotesi invece non è credibile, perché non realizzabile dal punto di vista pratico sotto molti aspetti. Landini è un saldatore, che spesso rimarca la sua preparazione culturale rispetto i suoi occasionali interlocutori.
Landini conosce molto bene i suoi limiti. Non potrà mai occupare il posto di Marchionne.
La guerra di Landini verso Marchionne è di natura completamente diversa.
Ci sono delle persone che sono consapevoli del loro impegno sociale e civile. Per alcuni, battersi per gli altri, spesso in condizioni sfavorevoli verso altre classi sociali, è un fatto naturale che rientra nel loro essere e nella loro cultura.
Lo hanno fatto Enrico Berlinguer, Sandro Pertini, Ernesto Che Guevara nel Sud America, lo fa Don Mazzi, Don Ciotti, Don Gallo.
Non possiamo di certo inserire in questa galleria Massimo D’Alema. D’Alema ha sempre usato tutto e tutti per raggiungere i suoi scopi. Uno di questi è quello di diventare presidente della Repubblica.
Per arrivarci ha usato e usa tutti i mezzi possibili, compreso questo:
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5
Ha tessuto l’alleanza con Casini già da tre anni fa con le elezioni Regionali in Puglia. La proposta di una Camera al M5S e l’altra al Pdl ha questo scopo. Io ti sostengo con cariche di prestigio, ma tu mi devi sostenere nell’elezione al colle.
Una figura diametralmente opposta è Stefano Rodotà che è stato nominato presedente dei Ds. Non lo ha fatto perché è un arrampicatore sociale perchè il suo obiettivo della vita era quello. Lo ha fatto per spirito di servizio.
Un’altro arrampicatore sociale è stato Chicco Testa.
Da Wikipedia
Dal 1980 al1987 è stato segretario nazionale, e successivamente presidente nazionale, di Legambiente. Come tale ha guidato la mobilitazione ambientalista a seguito del disastro di Chernobyl, culminata alla manifestazione anti-nuclearista del 10 maggio 1986 a Roma, a cui partecipano più di 200.000 persone. La mobilitazione contro il nucleare rappresenta un punto di svolta nella storia dell'ambientalismo italiano: per il referendum vengono raccolte in pochi mesi oltre un milione di firme, mentre la Lega per l'Ambiente e il WWF raddoppiano i soci.
Il referendum del 1987 porta infine all'abbandono dell'energia nucleare in Italia. Testa commentava allora:
« Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo
Diventato negli anni successivi presidente dell’Enel grazie all’appoggio dei Ds, diventa un nuclearista.
Tutti i rivoluzionari di Lotta continua e di Potere operaio, oggi sono tutti piazzati. Alcuni,..forse troppi dalla sinistra estrema sono passati al soldo del Caimano.
Il cantico delle vergini ci racconta che Casini, Fini, e pure Monti che lo aveva votato credevano nella rivoluzione liberale del Caimano.
Il che vuol dire che a 50 anni Monti era convinto che i bambini li portasse la cicogna o che nascessero sotto un cavolo, come si usava dire 60 anni fa, rispondendo a domande che venivano ritenute imbarazzanti per l’epoca.
Quando si superano i sessant’anni si tirano i remi in barca e del comportamento degli esseri umani non c’è più molto da imparare. Lo standard è quello.
E il comportamento complessivo di Renzi e quello classico dell’arrampicatore sociale che vuole arrivare alla meta bruciando tutte le tappe. Non ha prodotto elementi concreti che possano indurre a ripensamenti o dubbi.
Ha la parlantina facile come quella del Caimano, ed è per questo che attrae una parte di elettorato. Non è un caso che piaccia alla destra. Rivedono in lui un giovane Berlusconi di belle speranze che sa incantare.
Quanto ad intelligenza politica sta pressappoco a zero. Se così non fosse avrebbe percorso altre strade più concrete e a quest’ora avrebbe davanti a se grandi possibilità e grande credibilità in generale. Perché questa situazione di crisi che dura dal 2008, offre grandi possibilità a chi vuole salire. Se ha perso alle primarie con Bersani, non è per colpa degli apparati che si sono mossi in massa, ma perché è proprio il personaggio Renzi che non comprendendo la realtà ha posto automaticamente i limiti alla sua azione rendendola non credibile per i più.
La sua smania di arrivare a tutti costi è evidente ed è quella che lo frega. Lui si che è uno che vuole rottamare per sedercisi lui su quella poltrona.
Una sciocchezzuola. Il tema del ricambio delle classi dirigenti è un problema sentito nel Paese. Un problema che ha portato al crollo del Paese. Il crollo del Pd è dovuto anche a questo.
E se Renzi avesse lavorato in questi due anni e mezzo per risolvere il problema per quello che è e non per quello che è il suo fine ultimo, rimanendo sindaco di Firenze ancora per un’altra tornata, consentendo che altri concorressero alla candidatura di premier della coalizione, allora sarebbe già stato un po’ più credibile.
Chi veramente vuole cambiare le cose non assume gli atteggiamenti di Renzi.
Un’ultima banalità sulla scarsa intelligenza politica di Renzi.
Da opportunista si è messo a cavalcare la teoria di Grillo sapendo di mettere con le spalle al muro Bersani suggerendogli di copiare il guru 5S rinunciando al rimborso elettorale.
E’ una sparata opportunistica senza capo ne coda. Vale quanto ho già spiegato per Grillo. Un fatto equo in materia è una forte riduzione di quanto rimborsa lo Stato, ma non l’azzeramento completo. Altrimenti si avvalora la tesi che la politica la possono fare solo i milionari e i miliardari.
E qui sorge subito un dubbio. A chi li darebbe i soldi a Renzi per fare campagna elettorale dopo l’abolizione del rimborso di Stato???
Forse i suoi amici dei poteri forti che hanno fatto la colletta nell’incontro di Milano a porte chiuse e che gli hanno finanziato metà campagna elettorale?