Come se ne viene fuori ?

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Joblack
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Cari camillo e amalia,

Putroppo devo dare ragione ai grillini che il secondo problema dell'italia dopo i politici impresentabili e spendaccioni sono "i giornalisti".
La qualitá del giornalismo italiano è pessima, tutti sono schierati, c'è chi non fa mistero di esserlo perchè è evidente che non può, mi riferisco a quelli di libero, il giornale ed il foglio, altri specie quelli televisivi si nascondono ma è evidente che se osano una certa indipendenza di giudizio vengono cacciati o messi nel cimitero degli elefanti, tipo Tiziana Ferrario cacciata dal Tg1.

Ormai l'informazione italiana è schierata e gossippara, fa propagnanda e disinformazione.
Detto questo mi guardo bene da considerare oro colato le disinformazioni quotidiane propinate dai nostri giornali e dalla TV.

Il mio ideale è la BBC.

Un caro saluto a tutti.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
camillobenso
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Joblack ha scritto:Cari camillo e amalia,

Putroppo devo dare ragione ai grillini che il secondo problema dell'italia dopo i politici impresentabili e spendaccioni sono "i giornalisti".
La qualitá del giornalismo italiano è pessima, tutti sono schierati, c'è chi non fa mistero di esserlo perchè è evidente che non può, mi riferisco a quelli di libero, il giornale ed il foglio, altri specie quelli televisivi si nascondono ma è evidente che se osano una certa indipendenza di giudizio vengono cacciati o messi nel cimitero degli elefanti, tipo Tiziana Ferrario cacciata dal Tg1.

Ormai l'informazione italiana è schierata e gossippara, fa propagnanda e disinformazione.
Detto questo mi guardo bene da considerare oro colato le disinformazioni quotidiane propinate dai nostri giornali e dalla TV.

Il mio ideale è la BBC.

Un caro saluto a tutti.

Diciamo che siamo abbastanza vaccinati da usare i guanti bianchi leggendo tra le righe.

Floris fa un giornalismo schierato cercando di barcamenarsi.
Joblack
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Sicuro ... non intendevo dire che voi non siete vaccinati, anzi.

Ogni tanto seguo su youtube "le teorie cospiratorie" di Giulietto Chiesa, affascinanti ma sempre "teorie" quindi opinabili.

Bye
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Joblack ha scritto:Sicuro ... non intendevo dire che voi non siete vaccinati, anzi.

Ogni tanto seguo su youtube "le teorie cospiratorie" di Giulietto Chiesa, affascinanti ma sempre "teorie" quindi opinabili.

Bye

Il vecchio però vede sempre lungo,......l'esperienza moscovita lo ha forgiato su come si muovono gli uomini di potere. E Mosca a quei tempi era un crogiolo di intrighi.
camillobenso
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Spezzeremo le reni alla Grecia - 47
http://www.youtube.com/watch?v=AGCGt-bYd0I
Da Fratelli d’Italia a Banditi d’Italia - 21
La ruota della macina della storia si muove - 16
La guerra dell’Asilo Mariuccia - 10


La notte dei generali - 1


Il copione per iniziare una guerra civile dal 25 febbraio u.s., è perfetto. Ogni attore, a tutti i livelli, istituzionali, politici della casta e assaltatori della cittadella dorata, media della carta stampata e della tv, cittadini elettori e non, ....stanno tutti quanti appassionatamente recitando con una inusitata perfezione da orologio svizzero il copione che porta alla guerra civile.


Compliments

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24 MAR 12:54

1. NAPOLITANO VEDE ALL’ORIZZONTE L'ICEBERG DEL TITANIC-ITALIA E SBOTTA: ‘’ORA BASTA!’’ –


2. BERSANI CONTINUA A INSEGUIRE GRILLO CHE LO SBEFFEGGIA ED ASPETTA CHE LA MAGISTRATURA GLI TOLGA DI MEZZO DEFINITIVAMENTE IL GRANDISSIMO OSTACOLO CHE, NEL BENE E NEL MALE, BERLUSCONI CONTINUA AD ESSERE E AD ESSERE IN MODO EFFICACE –


3. IL PDL RITIENE CHE SE FALLISCE BERSANI PERCHE' NON E' IN GRADO O NON VUOLE FARE UN ACCORDO CON LORO E' MEGLIO CHE RIMETTA L'INCARICO, E MAGARI DA QUEL MOMENTO INIZIA ANCHE L'IMPLOSIONE DELLO STESSO PD CHE È GIÀ NELL'ARIA TRA RENZI E BERSANI –


4. I GRILLINI RISCHIANO DI ESSERE IL PIÙ GRANDE FLOP DELLA STORIA REPUBBLICANA, DOPO AVER SUSCITATO ENORMI SPERANZE IN UN QUARTO DEGLI ITALIANI. INVECE, CON QUESTO INSPIEGABILE ARROCCAMENTO DAL SAPORE AVENTINIANO RISCHIANO L'IRRILEVANZA -


DAGOREPORT
"E' ora di pensare all'interesse del Paese". È la lapidaria dichiarazione di stamani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parlando alle Fosse Ardeatine ha aggiunto: "si sente un forte bisogno di unità, di piena adesione agli interessi generali del Paese e di continuità delle istituzioni repubblicane".

Così facendo Re Giorgio non ha fatto che instillare un dubbio, che traduciamo in una affermazione molto semplice: le tre minoranze che, per modo di dire, hanno vinto le elezioni e cioè Pd, Pdl e Movimento 5 Stelle non si stanno muovendo nell'interesse del Paese. E il richiamo di Re Giorgio significa una sola cosa: ora basta.

Infatti il primo a temere l'iceberg del Titanic e' proprio il Capo dello Stato, che stamane dopo la lettura dei giornali deve aver avuto un sussulto di preoccupazione per una situazione che sta precipitando in direzione contraria ai legittimi interessi e alle aspettative dei cittadini italiani.
Il Pd continua a inseguire Grillo che lo sbeffeggia ed aspetta che la magistratura gli tolga di mezzo definitivamente il grandissimo ostacolo che, nel bene e nel male, Berlusconi Silvio continua ad essere e ad essere in modo efficace.

Il Pdl ritiene che se fallisce il tentativo Bersani perche' il premier preincaricato non e' in grado o non vuole fare un accordo con loro e' meglio che rimetta rapidamente l'incarico nelle mani del Capo dello Stato, e magari da quel momento inizia anche l'implosione dello stesso Pd che è già nell'aria da qualche settimana e sono in tanti con i pugnali affilati pronti ad aprire una guerriglia interna senza precedenti.

I grillini rischiano di essere il più grande flop della storia repubblicana, dopo aver suscitato enormi speranze in un quarto degli italiani che fra protesta e bisogno si sono rivolti a loro con il voto per determinare un cambiamento reale portando a casa risultati concreti, tangibili ed immediatamente apprezzabili.

Invece con questo inspiegabile arroccamento dal sapore aventiniano stanno seriamente rischiando l'irrilevanza. E già se ne vedono i primi forti sintomi, se neppure il blocco della Tav può rappresentare un buon motivo per far cominciare il cammino di un governo con la prospettiva di portare a casa diversi punti del loro programma, a cominciare dall'abolizione dell'Imu. Allora vuol dire che siamo di fronte ad una pochezza politica allarmante di cui anche i loro sostenitori presto chiederanno conto a Grillo, Casaleggio, Crimi, Lombardi e portasilenzi vari e avariati.

Cosa fare allora per dare risposte concrete alle serie preoccupazioni del Quirinale? Ecco alcune ipotesi che sicuramente non dispiacerebbero al Colle e di cui si sta discutendo in queste ore in previsione della Direzione del Pd di domani che dovrà fare una scelta chiara e definitiva sul percorso immediato di Bersani Pierluigi, premier preincaricato.

Uno. Il segretario del Pd vuol fare il governo a tutti i costi? O fa un accordo alla luce del sole con il M5Stelle o lo fa con il Pdl di Alfano su punti precisi, condivisi e sottoscritti, oppure si deve affidare agli espedienti di tecniche parlamentari che avranno il fiato cortissimo, come dimostrano tutti i precedenti.

E lasci stare improvvisati esponenti della cosiddetta società civile che non avendo cultura di governo e una visione d'insieme delle esigenze del Paese gli provocherebbero solo disastri (vedi Terzi di Santaqualcosa, che ha prodotto danni devastanti come Cernobyl all'Italia e alla diplomazia italiana, per non parlare di tutti gli pseudo tecnici arruolati da Monti Mario).

Due. Bersani passa la mano? Si trovi immediatamente una personalità che metta in piedi un governo di competenti di ispirazione politica che si presenti al Parlamento con dei punti programmatici ben chiari e definiti che potremmo chiamare Agenda Napolitano se non fosse che la precedente agenda, quella dell'apprendista stregone Monti, e' finita nel ridicolo.

Tre. Tutti dovrebbero ricordare che a maggio c'è un importante turno di elezioni amministrative, Roma in testa, e che a giugno non si possono spendere altri 400 milioni di euro per elezioni politiche generali che, senza cambiamenti nella legge elettorale, darebbero risultati sostanzialmente analoghi a quelli attuali con una certezza: al Senato non si avrebbe di nuovo alcuna maggioranza.

Quattro. Attenzione alle date. Solo a fine aprile si comincerà davvero a votare per l'elezione del Capo dello Stato, ma intanto il 18 aprile la Corte di Cassazione si dovrà pronunciare sulle istanze di remissione da Milano a Brescia dei processi Mediaset e Ruby. Fino a quella data i processi sono sospesi in attesa del verdetto della Cassazione, che però potrebbe anche slittare di qualche settimana. Si realizza così l'ausilio del Quirinale di garantire al leader della seconda coalizione più votata alle elezioni "il diritto di partecipare adeguatamente te alla complessa fase politico istituzionale già in pieno svolgimento". Ma questa tregua, sembra dire il Capo dello Stato, utilizzatela almeno per fare qualcosa di utile al Paese.

Cinque. Pd e Pdl condividono un modello elettorale da introdurre anche in Italia: il doppio turno alla francese, con o senza modifiche costituzionali. Hanno numeri ampi per portare a casa questo risultato. Perché non farlo?

Sei. Governo nuovo o vecchio, ma almeno un Decreto per restituire una parte dei debiti della Pa alle aziende ma perché non si fa? L' "ora basta" del Presidente della Repubblica si riferisce anche a questo.
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La notte dei generali - 2



Italia Futura avverte: “No a governicchi”. Bersani: “Non mi occupo di larghe intese”
Il segretario Pd al secondo giorno di consultazioni, pressato da chi tifa per un governo con il Pdl si limita ad allargare le braccia: "Larghe intese? Lasciatemi andare". Ma Confindustria insiste: "Aprire a tutte le forze di buona volontà"

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 24 marzo 2013Commenti (104)





“Senza i voti di Scelta Civica il’piano A’ di Bersani non potrà vedere la luce e la parola ripasserà immediatamente al presidente Napolitano.

Anche per questo è necessario dire con maggiore chiarezza che non siamo disposti a sostenere governicchi”.

E’ quanto si legge in un editoriale di Italia Futura, pubblicato sul sito.

Così oggi l’associazione di cui fa parte Andrea Romano, uno degli esponenti di punta della formazione del Professore prende posizione rispetto al tentativo di Bersani di formare un governo.

Dando voce alla posizione che circola dentro Scelta Civica: “Quello che serve all’Italia è un ‘governo di scopo’ che abbia una largo consenso parlamentare, non un confuso tentativo di strappare qualche parlamentare qua e là per varare un esecutivo debole”, con “una indecorosa caccia ai voti leghisti e grillini”, per dirla ancora con Italia Futura.

La strategia di Bersani in verità è un’altra: niente governissimo, ma trattativa sulle riforme costituzionali.

Un pacchetto in cui entrerebbe in qualche modo anche la presidenza della Repubblica.

Ma per un governissimo (o un “governo di scopo” per dirla con Graziano Delrio) comincia a spingere anche una parte del Pd.

Alla fine del primo giro di consultazioni di questa mattina il premier preincaricato si è limitato ad allargare le braccia: “Larghe intese? Lasciatemi andare”.

Concetto esplicitato di lì a poco: “Larghe intese? Non me ne sto occupando. Mi sto occupando dei problemi del Paese”.


Ma più il segretario procede negli incontri e più la strada appare sbarrata.


Anche da Confindustria sono arrivate infatti richieste abbastanza esplicite di allargare il più possibile la maggioranza di governo.




“Non c’è rimasto tempo, siamo vicinissimi alla fine”.



Così Giorgio Squinzi al termine dell’incontro con Bersani.


Per il presidente degli industriali serve un “governo stabile in grado di governare e che faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà”.

Ieri Roberto Saviano, oggi il presidente del Censis, Giuseppe De Rita: di certo Pier Luigi Bersani si sta giocando il tutto per tutto.

E questo passa anche per una serie di incontri da “premier in pectore” che va formando la sua squadra di governo.


Il “dream team” con il quale dovrebbe stupire e zittire tutti quelli che gli remano contro.


In questi giorni, le indiscrezioni e le ipotesi sui nomi si moltiplicano, ma gli unici accreditati dal segretario Pd che evidentemente ci ha tenuto a rendere pubblici i colloqui sono questi due.

La strategia mediatica verso Palazzo Chigi sabato si è arricchita di una scelta d’immagine: un leader “sereno” e “senza problemi personali”, come lo stesso Bersani si è definito, alla faccia dei media che l’hanno dipinto scuro, accigliato, sull’orlo di una crisi di nervi.


Così si è presentato a Montecitorio per l’inizio della consultazioni. E così ha scelto di far girare le immagini del festeggiamento serale con birretta all’Open Baladin a Roma.


Lo stesso locale in cui era stato immortalato mentre scriveva – da solo, davanti a una birra– la relazione per un’assemblea nazionale del Pd. Lo stesso in cui era andato a festeggiare la vittoria alle primarie su Matteo Renzi.

E il giro degli incontri continua.

Cia, Copagri e Confcoperative alla fine dell’incontro hanno detto la loro: “Procedere quanto prima a costituire quel governo di cui l’Italia ha bisogno, in grado di affrontare i temi che interessano al paese”.

Ma la strada per il governo sembra sempre più stretta.


La presa di posizione di Italia Futura arriva dopo che Berlusconi ha aumentato la pressione, con la manifestazione di sabato.

Il Pdl vuol mettere il Pd nell’angolo, invitandolo a fare un governo di larghe intese, punto e basta.


“Il Pdl è pronto a condividere un’azione di governo per affrontare la grave crisi economica.

Bersani non si illuda”, ha detto Maurizio Gasparri.

E Angelino Alfano ha scritto su Twitter: “Non pensi di poter fare a meno di noi”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ta/540689/
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Vox populi dell'articolo precedente


Rheno 0 minuto fa
Prepariamoci a ripararci sotto il tavolo della cucina … qui ,tra poco, crolla tutto!
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La notte dei generali - 3



Fassina apre lo scontro nel Pd:
"Non indebolite il segretario"

Il responsabile economico dei democratici critica i compagni di partito che non sostengono il tentativo di Bersani (come Delrio su Repubblica): "Proporre una maggioranza con il Pdl significa avvicinare le elezioni". Italia Futura: "Scelta Civica dica no a governicchi, serve un esecutivo di scopo"
Lo leggo dopo

ROMA - Mentre Pierluigi Bersani continua il suo giro di consultazioni in veste di presidente del Consiglio incaricato, deciso a non intraprendere la strada delle larghe intese con il Pdl ("Mi occupo dei problemi della gente", ha detto il leader Pd), prosegue il dibattito interno al Pd dove alcuni esponenti di primo piano giudicano quella del segretario una missione impossibile.


Tanto da indurre Stefano Fassina, responsabile economico del partito, ad intervenire sul suo profilo Facebook: "E' grave - scrive Fassina - che, in ore decisive per la costruzione di un governo adeguato alle sfide di fronte all'Italia, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il Pdl per un doverno del presidente".


E chiarisce: "I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell'etica pubblica sia sul terreno della politica economica".


Fassina si riferisce all'intervista rilasciata dal renziano Graziano Delrio a Repubblica.




Il presidente dell'Anci ha dichiarato: "Pronti al governo di scopo con il Pdl, non è il momento di fare i capricci".




Delrio rifiuta l'idea di un accordo organico col Pdl, ma pensa "a un governo di massimo sette mesi per il bene del paese.


I due partiti non possono sottrarsi se il Quirinale chiede un governo di scopo.


Un governo che vari riforme importanti come la nuova legge elettorale, la riduzione dei parlamentari e avviare misure per la crescita e il lavoro".



Ma Fassina attacca il Pdl: "Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l'Italia sull'orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento".


Per l'esponente democratico "oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento.


Qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento.


Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche.

Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase così delicata, non dovrebbero essere anteposti all'interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni", conclude Fassina.


Da parte sua, Bersani ha parlato di un "partito aperto" che discute in streaming le posizioni da prendere, "a differenza di altri".



La risposta dei renziani. Pronta la risposta della deputata Pd Simona Bonafè, una delle più strette collaboratrici di Matteo Renzi: "Non so a chi si riferisca Fassina. La strada che ha intrapreso Bersani è in salita e lo sapevamo anche prima del mandato esplorativo.

E' difficile ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese".


"Io qualche perplessità ce l'ho e se il tentativo di Bersani dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano.


Se tornare alle elezioni lo deciderà il Presidente della Repubblica, ma dobbiamo usciere dallo stallo il più presto possibile - prosegue -. Io non sono pregiudizialmente ostile.


Sul rapporto con i parlamentari del M5S ha aggiunto: Non ho ancora avuto l'occasione di confrontarmi con i colleghi del M5S, certo è che se le loro proposte sono No Tav e referendum sull'euro, allora non ci siamo".



Italia Futura, no a governicchi.
Scelta civica non appoggerà "governicchi" che si reggono su qualche parlamentare preso qua e là.

All'Italia serve un "governo di scopo" che abbia un "largo consenso" attraverso un "patto politico trasparente con il Pdl e con le altre forze disponibili".

E' quanto si legge in un editoriale sul sito di Italia Futura, l'associazione fondata da Luca Cordero di Montezemolo.


"Nella situazione di crisi in cui ci troviamo basta poco per far divampare un incendio incontrollabile.

E' quello in cui spera Beppe Grillo, per condurre il Paese nuovamente ai margini dell'Europa e ancora più lontano dalla crescita economica - prosegue l'editoriale -.

Quello che serve all'Italia è esattamente il contrario di un governicchio costretto a rincorrere i singoli voti, accontentando ogni pulsione populista pur di vivacchiare.


Quello che serve all'Italia è un 'governo di scopo', che abbia una largo consenso parlamentare, sulla base di un trasparente patto politico con il PdL e con altre forze disponibili, e che metta al centro poche, chiare priorità per far ripartire l'economia e sanare almeno parzialmente il baratro che separa cittadini, istituzioni e politica".


Una posizione condivisa anche da Andrea Olivero, coordinatore di Scelta Civica: "Mi ritrovo pienamemente -afferma Olivero- nei concetti espressi e nelle interessanti questioni poste nell'editoriale di Italia Futura.

Siamo disponibili a sostenere soltanto un governo che abbia una maggioranza chiara e nitida, come chiesto dal presidente Napolitano".


(24 marzo 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA


http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HRER1-1

****



Pd, Fassina vs Delrio: “Indebolire Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”

Sale la tensione nel partito democratico. Il responsabile economico contro il sindaco di Reggio Emilia che in una intervista a Repubblica aveva avallato un "governo di scopo con il Pdl"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 marzo 2013



“E’ grave che, in ore decisive per la costruzione di un Governo, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il PdL per un ‘Governo del Presidente’”.

Lo scrive Stefano Fassina, in un intervento su Facebook, in cui sostiene che “Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”.


Parole che sembrano una risposta all’intervista del renziano Graziano Delrio su Repubblica.


Il responsabile economico dei democratici fa emergere con le sue parole la tensione che sta montando nel partito in vista della direzione di domani.


Il segretario l’ha convocata d’urgenza ieri per farsi blindare la linea dopo aver ricevuto il pre-incarico da Giorgio Napolitano.


Secondo due direttrici fondamentali: sì a un governo di “cambiamento”, composto di tecnici e personalità della società civile, che a questo punto non nasce su un accordo privilegiato con l’M5S, ma sia sostenuto da qualche via libera implicito (dalla Lega e da Gal, soprattutto) e insieme sì alle riforme costituzionali da fare anche con il Pdl (in cambio magari di una “non belligeranza”); e nello stesso tempo, no a un governo di larghe intese insieme al Pdl, se il suo tentativo dovesse fallire.


Una strada, quest’ultima, che molti nel Pd sono pronti a perseguire. Fassina esplicita la linea del segretario, che come alternativa al suo schema vede solo il voto: “I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica.

Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento.

Oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento”.


E dunque, “qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento.


Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche.

Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase cosi delicata, non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani – conclude il responsabile economico del Pd – vuol dire avvicinare le elezioni”. ”Lo sforzo compiuto in queste ore da Pier Luigi Bersani – aggiunge Francesco Boccia – per dare un governo al Paese non riguarda né se stesso né il Pd ma il futuro del Paese.


Le parole pronunciate oggi dal presidente di Confindustria Squinzi lo confermano.


Non c’è tempo da perdere, è vitale affrontare subito i problemi che attanagliano l’Italia e le sue imprese”.


Se qualcuno aveva dei dubbi sui primi destinatari delle accuse di Fassina, basta la replica a rivelarli.

Che infatti arriva da Simona Bonafè, neoparlamentare Pd, tra le più vicine a Renzi: “Non so a chi si riferisca Fassina.La strada che ha intrapreso Bersani è in salita e lo sapevamo anche prima del mandato esplorativo.

E’ difficile, ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese”.


Fin qui il fairplay secondo lo stile scelto dal sindaco di Firenze in queste settimane.


Ma poi l’avvertimento, quello vero: “Io qualche perplessità ce l’ho e se il tentativo di Bersani dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano”.


Che poi chiarisce: “Se tornare alle elezioni lo deciderà il Presidente della Repubblica, ma dobbiamo usciere dallo stallo il più presto possibile. Io non sono pregiudizialmente ostile”. Mentre su Twitter il deputato “renziano” Matteo Richetti ironizza: “Nell’accusa di Fassina a chi sta sabotando Bersani chiaro riferimento a chi oggi ha mandato Stumpo dalla D’Urso”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ni/540822/
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La notte dei generali - 4


Il leader chiede la fiducia in direzione ma nel Pd si prepara la resa dei conti (Giovanna Casadio).
24/03/2013 di triskel182
I bersaniani: dopo Pierluigi c’è il voto. I renziani: si può fare altro.
Il centrosinistra.
ROMA — Difficilmente ci sarà uno showdown, nel momento più delicato della missione di Bersani.

Ma la “ditta” dei Democratici se ha qualcosa da dire al suo segretario potrà farlo domani sera, nella direzione convocata per blindare la correzione di rotta.

Le divisioni sono sulla scena.

Miguel Gotor, senatore, consigliere del leader incaricato, ironizza: «Noi le occasioni per rovesciare Bersani le offriamo tutte, e negli organismi democratici…».

Il riflesso che la trattativa per il governo ha sul centrosinistra è uno sciame sismico che, come accade ormai da settimane, compone e scompone correnti e fronti interni.


Però domani ci sarà una novità: Bersani chiederà la fiducia convinta e totale su una linea che distingue tra governo (che non si può fare con Berlusconi) e “registro delle riforme” che si portano avanti per forza di cose con il centrodestra.

Fin qui, il consenso sarà ampio.

Anche la “gauche”, i Fassina, Orfini e Orlando sono disposti a seguirlo, purché «non si rinunci agli otto punti del programma ».

Gotor spiega: «Il “registro delle riforme” serve per consentire l’accensione del governo ».

Ma è sul passo successivo, che il terreno per il segretario diventa scivoloso nel suo stesso partito.


Bersani infatti vuole chiarire il punto di fondo, e cioè che quello che non verrà consentito a lui per la formazione del governo, non sarà consentito a nessun altro: il Pd non concede bis, aperture, appoggi a larghe intese capitanate da chicchessia.

Dopo Bersani, se fallisse, c’è il ritorno alle urne.




Ma una larga fetta del partito non è della stessa opinione. Renzi e i suoi supporter, innanzitutto.




Dario Nardella, ex vice sindaco di Firenze, ora deputato, corregge subito: «Beh, su questo ci penserei. D’altra parte non si può immaginare un governo-papocchio, o si fa un governo solido come chiede il presidente Napolitano, oppure sarà necessario un governo del presidente».


Dario Franceschini, l’ex capogruppo, e Enrico Letta, il vice segretario, condividono l’aut aut bersaniano: il messaggio in direzione del segretario sarà «con tutte le cautele del caso» che dopo Bersani il Pd non giocherà altre carte.


Per questo c’è il canale con la Lega di Maroni da disostruire.


Il segretario leghista e il premier incaricato si sentiranno per telefono per fissare l’incontro previsto.


«Un governo va fatto, l’Italia non può permettersi un ritorno alle urne», è perentorio Beppe Fioroni, che rappresenta l’opinione degli ex Popolari.


Quindi? «Tutte le strade vanno percorse. Fino alla fine, il tentativo va fatto da Bersani, e dobbiamo mostrare che non vogliamo fare alcun golpe sul capo dello Stato».


Insomma, mano tesa sul piano istituzionale, Quirinale incluso, al Pdl.



«Non si tratta di avere paura del voto – continua Fioroni – però non possiamo lasciare che il paese diventi Cipro e allora va bene un governo anche se non dura tutta la legislatura».


Fioroni è, in seconda battuta, per un governo del presidente.


Come Paolo Gentiloni.

Come Walter Verini, l’ex braccio destro di Veltroni, che del resto l’ha dichiarato più volte.

Le elezioni, è il ragionamento, sarebbero una iattura.

«Intanto tra il muro contro muro con il Pdl e il “governissimo” fa l’idea di distinguere tra il lavoro per le istituzioni e il governo fa chiarezza », osserva Antonello Giacomelli, ex capo della segreteria di Franceschini.


Marco Follini – che ha disertato polemicamente l’ultima direzione – è dell’opinione che «oggi più che mai, a maggior ragione sono fautore di un governo del presidente.


È giusto che Bersani giochi le sue carte, ma non ci si può impaccare alle principale.



Se non c’è la principale, compaiono le subordinate.


Fa parte della saggezza dei democratici non trascurarne nessuna ».


Non si sa se Renzi questa volta andrà in direzione.
Da La Repubblica del 24/03/2013.
camillobenso
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Bersani: «Mi occupo dei problemi del Paese»
Fassina contro chi «indebolisce il segretario»

Gli incontri con le parti sociali. Squinzi: «Occorre governo stabile che faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà»
ierluigi Bersani (Ansa)
Larghe intese? «Non mi sto occupando di questo, mi sto occupando dei problemi reali del Paese». Terminato il giro di consultazioni della mattinata, il leader del Pd Pier Luigi Bersani risponde così a chi gli chiede un commento sulla posizione del Pdl su un governo, appunto, di larghe intese. Nel secondo giorno di consultazioni Bersani incontra il presidente del Censis Giuseppe De Rita e Confagricoltura, Cia, Copagri e Confcooperative.

SQUINZI - Il giro di incontri è proseguito nel pomeriggio con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. «Non c'è rimasto tempo, siamo vicinissimi alla fine» ha detto il leader degli industriali al termine dell'incontro chiedendo al più presto un «governo stabile in grado di governare e che faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà».

FASSINA - Ma parallelamente alle consultazioni prosegue il dibattito interno al Pd dove alcuni esponenti di primo piano giudico quella di Bersani una missioni impossibile. Tanto da indurre il responsabile economico del partito ad intervenire pubblicamente. «È grave - afferma su Facebook Stefano Fassina- che, in ore decisive per la costruzione di un Governo adeguato alle sfide di fronte all'Italia, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il PdL per un Governo del Presidente». Quindi l'attacco al Pdl (vedi il video): «Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l'Italia sull'orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento». E avverte: «Gli obiettivi di una parte del Pd, almeno in una fase così delicata, non dovrebbero essere anteposti all'interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni».

NIENTE POLEMICHE - Ma al termine delle consultazioni Bersani afferma di non voler replicare sulle polemiche interne al partito. «Mi sono occupato di tutt'altro e intendo occuparmi di tutt'altro. Il Pd - spiega- a differenza di altri partiti vecchi e nuovi fa le riunioni in streaming. E domani ne faremo un'altra sempre in streaming. Siamo un partito che discute e rispondo solo a quelle discussioni». Quindi ha tenuto a chiarire: «La mia proposta si rivolge a tutto il Parlamento può riconoscersi in toto, in parte o per un aspetto. Un quadro così mette ogni forza davanti alle sue responsabilità». Comunque ammette: «La mia strada è stretta ma è la più sensata. Per il leader Pd qualsiasi altra strada «è più complicata e difficile». Poi rispondendo sul metodo di elezione di Grasso e Boldrini ha concluso: «Se i segni positivi disturbano mi dispiace. Ma ne farò altri».

Redazione Online24 marzo 2013 | 20:34© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 1382.shtml


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Come si perdono i voti

Lo sanno anche in sassi, ma lo sanno anche su Venere che il più grande sparapalle della galassia è Silvio Berlusconi.

Sparapalle il boss, sparapalle anche tutti gli impiegati-sudditi-bucanieri al suo servizio.


Di questi tempi copiare gli sparapalle berluscones è tra le cose peggiori da farsi per chi cerca faticosamente di recuperare la credibilità perduta.

E’ pur vero che essere messi all’angolo e tentare di uscirne è difficoltoso, ma non è di certo copiando Berlusconi che si esce dall’angolo.

Ha sottolineato oggi Bersani:

Il Pd - spiega- a differenza di altri partiti vecchi e nuovi fa le riunioni in streaming.



Il Pd ha fatto la prima riunione in streaming in occasione della direzione del partito circa una decina di giorni fa .

La rifà domani solo perché ha la necessità che l’elettorato prenda nota di chi si oppone alla sua linea.

Mai il Nazareno si sarebbe esposto a tanto se non ci fosse stata questa rivoluzione di febbraio.

Ora voler fare propaganda a tutti i costi sulla presunta trasparenza del Pd, come se ci fosse sempre stata, oltre ad essere una cosa assai ridicola viene ulteriormente percepita come la continuazione della presa per i fondelli nei confronti degli elettori, sin qui praticata.

Anche perché poi ci sono ben altre realtà.

Sposetti e Verdini sorpresi da «Gazebo»


Ovvero la sagra degli inciuciones di sempre

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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Poli ... dini.shtml
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