Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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La notte dei generali - 6


I grandi giornali che tifano l’inciucio di governo Bersani-Pdl (salvando Silvio)

Il Corriere scarica Monti: il centro non serve più a nulla. Scalfari rassegnato con poco entusiasmo. La Padania vuole aiuti per il Nord. Mentre il Giornale è pronto al voto, a meno che il Pd non decida di salvare il Cavaliere

di Stefano Feltri | 24 marzo 2013
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La speranza è l’ultima a morire per i tifosi dell’inciucio, quelli che non si rassegnano all’impossibilità di prorogare l’esperienza della “strana maggioranza trasversale”.


Il Corriere della Sera spinge da giorni perché Pd e Pdl trovino un compromesso, possibilmente con un premier tecnico.


Ernesto Galli della Loggia, di recente convertito sulla via del grillismo, quando c’era l’ipotesi di un sostegno esterno del M5S al Pd, dedica la prima pagina a seppellire Mario Monti (ormai non più necessario a un progetto trasversale Pd-Pdl):
“Non vorrei apparire ingeneroso verso Mario Monti e i suoi ministri, impegnatisi in un compito certo non facile. Sta di fatto però che per oltre un anno tutti hanno potuto vedere come essi non siano riusciti in alcun modo ad accompagnare all’adozione di provvedimenti tecnici indispensabili, tecnicamente obbligati, l’idea che tali provvedimenti dovessero poi anche essere «venduti» politicamente ai cittadini (e perciò, ad esempio, comprendere forti indicazioni di equità sociale). Invece la democrazia – cioè il regime del suffragio universale e dell’«uomo della strada» – è precisamente questo: e lo è tanto più quando i tempi sono difficili e ai cittadini si chiedono sacrifici non indifferenti”.

Secondo Galli della Loggia, quindi, il centro “ha mantenuto sì la propria rispettabilità, ma al prezzo non proprio insignificante di diventare un attore politico di terz’ordine”.


E se il centro è un fallimento totale, l’unico modo per creare un governo è quello di alleare destra e sinistra.

Ci pensa infatti Antonio Polito, sempre sul Corriere, a completare il ragionamento di Della Loggia: “Un sentiero più largo per Bersani, accettare il dialogo con la destra”.


Polito vuole un accordo esplicito, chiedendo un sostegno esterno al Pdl sul modello della non sfiducia del Pci al governo Andreotti nel 1976, approfittandone anche per una riforma istituzionale profonda “che renda l’Italia governabile”.





Si tratta del “Santo Graal della politica” e pazienza se per ottenere questo tesoro bisognerà abbandonare la linea dura sul conflitto di interesse, “rinunciando alla puerile idea dei far fuori l’avversario appena eletto per la sesta volta cacciandolo ope legis dal Parlamento”.




Eugenio Scalfari, su Repubblica, non si rassegna all’ipotesi che Pier Luigi Bersani possa dover fare un passo indietro.


Il giornale diretto da Ezio Mauro continua a sostenere il Pd e, pur tenendo una linea molto dura su Silvio Berlusconi e la sua ultima offensiva giudiziaria, pare disposto ad accettare qualche compromesso.



Scalfari osserva che “gli interlocutori di Bersani per realizzare la prima tappa del suo faticoso percorso sono il movimento montiano di Scelta civica ed anche – per alcuni specifici punti – il MoVimento 5 Stelle. Le modifiche istituzionali e costituzionali includono anche il Pdl e la Lega e comprendono al primo posto una nuova legge elettorale”.

Andare a nuove elezioni, sostiene Scalfari, sarebbe disastroso “per la nostra economia e la nostra credibilità internazionale”. Come dire: per evitare il peggio, si può anche arrivare a un compromesso con il Pdl e la Lega, se Beppe Grillo proprio non vuole collaborare.



Sul Messaggero il giurista Pier Alberto Capotosti, molto vicino al Quirinale, nel suo editoriale domenicale spiega che Bersani “sa dunque che per risolvere il problema del governo deve avere opportuni contatti con tutte le altre forze politiche e con i soggetti rappresentativi della realtà socio-economica del Paese. E su questa strada si è già messo al lavoro”.



La formula di Capotosti è chiara: appoggio esterno del Pdl a un governo Bersani “senza cioè entrare nella struttura di governo, ma solo discutendo nelle aule parlamentari i singoli provvedimenti. Non si tratta quindi di larghe intese, ma solo di una sorta di mini-intesa sulle linee programmatiche del governo”.



La prova che questi ragionamenti non siano solo auspici di autorevoli editorialisti domenicali sta nel titolo di prima pagina della Padania, il quotidiano della Lega Nord: “Fiducia soltanto a chi difende il Nord”.


Nel dettaglio: “Il tempo è scaduto: qualsiasi nuovo governo dovrà necessariamente sbloccare il patto di stabilità e permettere agli enti locali virtuosi di pagare le aziende fornitrici. Altrimenti sarà la morte dell’economia”.





Logico corollario: se Bersani offre alla Lega questo punto programmatico considerato dirimente, potrebbe anche ottenere il sostegno (diretto o sotto forma di non sfiducia) da parte del Carroccio che, dopo aver conquistato tutta la Macro Regione del Nord, ora ha soltanto l’obiettivo pragmatico di far affluire quante più risorse possibili sull’asse Milano-Torino-Venezia.







Il problema è che sul Giornale, affidabile termometro della temperatura nel Pdl, non si trovano grandi tracce di ottimismo sulla collaborazione con Bersani.


Il titolone di apertura è “Voglia di voto”, mentre a Berlusconi viene attribuita la seguente linea: “Indecente la proposta di collaborare alle riforme mentre fanno il governo da soli”.





Giuliano Ferrara, nella sua invettiva della domenica, chiarisce qual è il punto: Bersani deve rompere ogni legame con “quattro mentecatti che vorrebbero dichiarare ineleggibile il principale uomo politico italiano degli ultimi vent’anni, i micromeghisti che passeggiano in piazza Santi Apostoli”.





Prima di iniziate ogni dialogo con il Pdl, il Pd deve rinunciare a ogni ipotesi di legge sul conflitto di interessi, non votare l’ineleggibilità di Berlusconi (men che meno il suo eventuale arresto, casomai una Procura lo richiedesse).


E poi, forse, si può iniziare a discutere, magari consegnando il Quirinale a un uomo non sgradito alla destra.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... dl/540583/
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dell'articolo di S. Feltri



marialodovica 16 minuto fa
Credo che sia importante per il nostro paese, decisamente in crisi, giungere a formare un governo valido. Pertanto troverei inaccettabile l'ipotesi di salvare Berlusconi. Non ci bastano i danni che ha già fatto? A mio avviso sarebbe importante che il M5S si rendesse disponibile a facilitare la governabilità. Inoltre non vedo perchè non tenere in considerazione Monti. E' un ottimo economista che è diventato impopolare soltanto perchè ha dovuto fare i conti con il disastro ereditato e non ha certo potuto fare i miracoli: ha fatto quello che ha potuto in una situazione critica. Forse poteva fare di più e forse è stato ostacolato dal nostro sistema politico corrotto.

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kaio chilum 17 minuto fa
... e per forza i "grandi" giornali tifano per l'inciucio, col m5s addio finanziamento pubblico!!!!!!

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FrankRider1 22 minuto fa
LA cosa piu' orrenda e' scoprire che gli anziani della propria famiglia hanno ricevuto un brainwashing da parte delle Tv del B...............sabato 23 marzo e' stato plateale......

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FrankRider1 24 minuto fa
I gionanli nella ultima settimana hanno cmbiato direzione come bandiere sotto un vento "_zzolente". Non tutti ed il Fatto Quotidiano non lo ha fatto maquelli del potere LO hanno fatto.
camillobenso
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dell'articolo di S. Feltri


joachim 25 minuto fa
Berlusconi non va salvato,va processato anche con gli occhiali e se colpevole condannato come qualsiasi cittadino!

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FrankRider1 26 minuto fa
Non si puo' che esclamare vergogna davanti a questo articolo che veramente dice la verita'. E' sotto gli occhi di tutti il continuo pubblicizzare di B. nei giornali nellA ultima settimana. Gironali come bandiere....vanno do va il vento.......
Il vento che porta un odore putrido vorrei dire

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Virginia Belli 26 minuto fa
Basta con Berlusconi, non capisco perchè questo signore deve averla sempre vinta, non ha processi in corso?Ieri perchè gli è stato concesso il "legittimo impedimento"? per fare una manifestazione,? lui non ha diritto a manifestare perchè è colluso in tutto, non ha diritti da rivendicare, ma solo il dovere di presentarsi a chiarire le sue posizioni e se sarà riconosciuto innocente, farà tutte le manifestazioni che vuole, anche a pagare chi fa pubblico ai suoi comizi. DIO ci salvi di averlo ancora al Governo.

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Magnamagna 30 minuto fa
il FQ mi sorprende ogni giorno di più... mi sembrava che quello a cui stava più a cuore l'"inciucio" PD-PDL fosse l'insetto di genova...

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camillobenso
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La notte dei generali - 7




Quelli che…se c’era Renzi inciucio con Berlusconi

di Giampiero Calapà | 24 marzo 2013
Commenti (43)


Quelli che “se ci fosse stato Renzi a quest’ora il cielo era sempre più blù”…
Quelli che i renziani però oggi vorrebbero fare l’inciucio con il Pdl, “perché non è il momento di fare i capricci” (Graziano Delrio). Anche perché a farlo, l’inciucio, in caso, sarebbe Bersani…
Quelli che “in un Paese normale l’accordo si sarebbe già fatto” (Matteo Renzi)…
Quelli che quindi se ci fosse stato Renzi avremmo un governo solido Pd-Pdl…
Quelli che se ci fosse stato Renzi quindi avrebbe ragione Grillo con la definizione Pdmenoelle…
Quelli che sono renziani e ieri non hanno visto la piazza del popolo (della libertà)…
Quelli che dicevano che Renzi con la destra va d’accordo, basta dare un’occhiata a Firenze…
Quelli che comunque le primarie le ha vinte Bersani e per fortuna, in questo caso, non è un Paese normale.

***

Pd, lite sul sostegno del Pd. Renzi telefona a Bersani: “Non ti ostacoliamo”

Sale la tensione tra i democratici: "E' grave che una parte del partito indebolisca il segretario". Il responsabile economico contro il sindaco di Reggio Emilia Del Rio che in una intervista a Repubblica aveva avallato un "governo di scopo con il Pdl". Poi il colloquio distensivo tra i due leader
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 marzo 2013
Commenti (308)


Veleni e sospetti:la direzione nazionale del Pd che si terrà lunedì sera rischia di svolgersi in questo clima, mentre Pier Luigi Bersani l’aveva convocata per compattare il proprio partito a sostegno del proprio tentativo di formare il nuovo governo. L’oggetto del contendere è se si debba o meno prendere in considerazione uno scenario alternativo alla scommessa di Bersani, e soprattutto quel che si dovrebbe fare in caso di insuccesso. Il nervosismo ha raggiunto un livello così alto che in serata Matteo Renzi ha cercato di alleggerire il clima telefonando al segretario del Pd.

A far esplodere la polemica che covava sotto la cenere ci aveva pensato uno dei fedelissimi del sindaco di Firenze: Graziano Delrio, primo cittadino di Reggio Emilia e presidente dell’Anci: se Bersani non ce la fa e “se il Capo dello Stato chiede un governo istituzionale del Presidente, Pd e Pdl non possono fare i capricci”, aveva detto a Repubblica. Certo, non si tratterebbe di dar vita a un esecutivo di larghe intese con una alleanza organica, quanto piuttosto a “un governo di scopo che duri cinque, sei o sette mesi, per approvare tre o quattro punti fondamentali”. Una formazione “guidata da una personalità terza, senza leader politici, ma sostenuto in Parlamento sia da Bersani, sia da Berlusconi, sia da Monti”.


A stretto giro di posta ha replicato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e fedelissimo del segretario, che ha stigmatizzato il fatto che si parli già del “Piano B“: “Tutto il Pd deve sostenere Bersani”. A suo giudizio un governo di scopo con il Pdl, magari a guida non politica, sarebbe “una scelta chiaramente suicida”, che “significherebbe condannare il Pd alla propria fine”. E più tardi si è sentita soprattutto la voce di Stefano Fassina. “E’ grave che, in ore decisive per la costruzione di un Governo, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il PdL per un ‘Governo del Presidente’”. Fassina rivolta il ragionamento di Delrio e minaccia: “Indebolire il tentativo di Bersani vuol dire avvicinare le elezioni”, scenario che neanche i renziani “vorrebbero”. Fassina esplicita la linea del segretario, che come alternativa al suo schema vede solo il voto: “I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica. Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento. Oggi, senso di responsabilità vuol dire cambiamento”.

E dunque, “qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del Pdl a realizzare il cambiamento. Non sarebbe tanto un problema del Pd. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbero a affrontare le emergenze politiche e economiche. Gli obiettivi di parte, di una parte del Pd, almeno in una fase cosi delicata, non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese. Indebolire il tentativo di Bersani – conclude il responsabile economico del Pd – vuol dire avvicinare le elezioni”. “Lo sforzo compiuto in queste ore da Pier Luigi Bersani – aggiunge Francesco Boccia - per dare un governo al Paese non riguarda né se stesso né il Pd ma il futuro del Paese. Le parole pronunciate oggi dal presidente di Confindustria Squinzi lo confermano. Non c’è tempo da perdere, è vitale affrontare subito i problemi che attanagliano l’Italia e le sue imprese”.

Qualcuno tra i renziani, come Matteo Richetti, ironizza: “Nell’accusa di Fassina a chi sta sabotando Bersani chiaro riferimento a chi oggi ha mandato Stumpo dalla D’Urso“. Ma poi è Simona Bonafè che cerca di stemperare le asprezze: “E’ difficile, ma legittimo il tentativo di Bersani e speriamo vivamente che vada a buon fine. Prima è, meglio è per il Paese”. Poi però si lascia sfuggire di avere “qualche perplessità” su questo tentativo; e se esso “dovesse fallire allora tutto si rimanderebbe a Napolitano”. Ed ecco riapparire il fantasma di un governo del Presidente. Anche Dario Franceschini tenta subito di svelenire il clima: “Non c’è un dirigente, parlamentare o iscritto al Pd che non capisca che il tentativo di Bersani va sostenuto fino in fondo”, anche perchè “non esistono le condizioni politiche per un governo sostenuto insieme da noi e il Pdl. E dopo il comizio di ieri non ho nemmeno bisogno di spiegarne le ragioni”.
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Spezzeremo le reni alla Grecia - 54
http://www.youtube.com/watch?v=AGCGt-bYd0I
Da Fratelli d’Italia a Banditi d’Italia - 28
La ruota della macina della storia si muove - 23
La guerra dell’Asilo Mariuccia - 17


La notte dei generali - 8

INELEGGIBILITÀ
L'avversario politico cancellato per legge


Reclamare oggi l'ineleggibilità di un cittadino di nome Silvio Berlusconi, già eletto nel Parlamento italiano per ben sei volte dal '94 ad oggi, può apparire un esercizio surreale. Il passato non può essere smontato a piacimento e la realtà non può essere piegata ai propri desideri. Oggi scenderanno in piazza per chiedere a una legge di controversa interpretazione di operare come fa la magia nei racconti per l'infanzia: far sparire d'incanto i cattivi, abolire la realtà dolorosa con appositi rituali.
Bersani: ineleggibilità, presenterò decreto
In termini più adulti, cancellare d'imperio il nemico politico dichiarandolo inesistente. Una scorciatoia puerile, ma anche la premessa di un micidiale errore politico. Perché l'invocazione dell'ineleggibilità di Berlusconi non è solo riesumata da una frangia di oltranzisti dediti alla sistematica delegittimazione politica e persino etica di chi viene dipinto da decenni come l'incarnazione del Male. No, stavolta trova ascolto anche tra gli esponenti di un Pd ancora traumatizzato dalla travolgente avanzata grillina, e che tenta di ritrovare in un più pugnace intransigentismo antiberlusconiano la consolazione di un'identità antagonista oramai appannata. Berlusconi era dato per finito prima delle elezioni. Ma le cose sono andate diversamente, e allora si richiede la sua fine per via legale. Si dirà: sia pur tardiva, la riscoperta di una legge del '57 (quando la tv commerciale era ancora fantascienza) è pur sempre un doveroso atto di omaggio al principio di legalità e le leggi devono essere applicate.
Ma la sua applicabilità al caso di Berlusconi non è così incontrovertibile, come sostengono illustri giuristi e costituzionalisti certamente non sospettabili di debolezze filoberlusconiane, e come dimostrano ben tre voti parlamentari, due all'interno di legislature a maggioranza di centrodestra, ma una a maggioranza di centrosinistra. Del resto, la stessa recriminazione molto frequente nella sinistra di non aver saputo o potuto varare una legge sul conflitto di interessi dimostra che, da sola, quella norma del '57 non è così chiara. E allora, che senso ha riesumarla oggi? E quali pericoli può procurare alla politica italiana, la riscoperta di un provvedimento inevitabilmente destinato a scatenare la rivolta dell'elettorato di centrodestra?
Il perché è contenuto nell'eterna tentazione di imboccare la scorciatoia della legge per non dover ammettere i propri errori e le proprie clamorose manchevolezze. Spingere in modo compulsivo sul tasto dell'ineleggibilità rafforza l'impressione che le sconfitte politiche ed elettorali di questi ultimi vent'anni siano il frutto di un inganno e che il consenso incassato in modo così massiccio e reiterato da Berlusconi sia dovuto alla posizione dominante del leader di centrodestra nel possesso delle reti televisive. Sarebbe sciocco negare il peso della tv nell'orientamento delle scelte elettorali. Inoltre non si può negare che una democrazia liberale viva di contrappesi, di pluralità, di forze non smisuratamente diseguali in termini di potenza comunicativa e di ricchezza. Ma il possesso berlusconiano delle tv è anche stato il più potente alibi autoconsolatorio e autoassolutorio per le ripetute sconfitte della sinistra in ben sei tornate elettorali, lungo l'intero arco temporale della Seconda Repubblica. Berlusconi vince perché è il padrone dell'etere: ecco il grande autoinganno dei perdenti nel corso di vent'anni. Non ci sono meriti e demeriti, colpe e responsabilità. C'è solo l'autovittimizzazione, molto simile a quella dei tifosi di una squadra sconfitta che si sentono vittime di un sopruso arbitrale.
Ma la politica non è una partita di calcio giocata sugli «episodi», come si dice in gergo. E oggi ancora una volta la tentazione della scorciatoia legale e giudiziaria tradisce il desiderio di chiudere con il «berlusconismo» non per effetto di una chiara vittoria politica, ma per vie più sbrigative. Da qui anche una certa venefica impazienza che circola nelle file del Pd e che ha spinto un esponente del partito autorevole come Migliavacca a giocare nientemeno con l'ipotesi di un «arresto» di Berlusconi peraltro smentito dagli stessi inquirenti che hanno messo sulla graticola il leader del centrodestra. Ecco perché imboccare la via estremista della richiesta perentoria dell'«ineleggibilità» di Berlusconi, proprio alla vigilia di consultazioni delicatissime per la formazione del nuovo governo, sembra più un esorcismo che una razionale scelta politica. Un errore grave. E anche un sintomo di regressione culturale.
Pierluigi Battista23 marzo 2013 | 18:22© RIPRODUZIONE RISERVATA





La Stampa 24.3.13

Il pacchetto sul tavolo del Pd
L’obiettivo: estendere la legge del ’57 per tagliare fuori il Cavaliere
A breve la giunta del Senato dovrà autorizzare l’apertura di una cassetta di sicurezza di Berlusconi

di Francesco Grignetti

Senatore Luigi Zanda potrebbe votare con i grillini per l’ineleggibilità di Berlusconi
Sarà il barometro che segna tempesta, sarà che le trattative partono sempre da prove di forza, è però plateale la risposta di Pier Luigi Bersani a Berlusconi. Quello lamenta per sette volte nel discorso di Piazza del Popolo che vogliono farlo fuori con la storia della «ineleggibilità». «Ipotesi lunare», dice il Cavaliere. E il segretario del Pd ribadisce a stretto giro: «Nel programma di governo ci saranno proposte su incandidabilità, ineleggibilità, incompatibilità. Nel programma che presenterò ci saranno norme stringenti su questi temi. Si riparte su pulito, basi nuove».

Il tema comincia ad agitare gli animi, insomma. Sempre ieri, la rivista Micromega ha tenuto tre manifestazioni - a Roma, Genova e Milano - per rilanciare il suo appello a un’interpretazione estensiva della legge, che faccia fuori subito Berlusconi. E ci sono anche i grillini, poi, che annunciano una battaglia nella Giunta per le elezioni e immunità parlamentari del Senato, l’organismo dove si suggellano appunto le eleggibilità, per sbattere fuori Berlusconi dal Parlamento.
Crimi è da qualche giorno che insiste: alla prima occasione utile, il Movimento 5 Stelle solleverà il problema. A quel punto, che cosa farà il Pd? Bersani ieri non ha scoperto le carte: «Quando si arriverà in Parlamento si vedrà». D’altra parte se si vuole mantenere un filo di dialogo...
Il capogruppo dei senatori democrats Luigi Zanda sostiene che potrebbe anche votare assieme ai grillini per dichiarare Berlusconi ineleggibile, sovvertendo una ventennale interpretazione delle Camere. La risposta del Pd, comunque, sembra un’altra: cambiare la vecchia legge del 1957, aggiornandola, e allargandone il raggio d’azione a chi «sostanzialmente oltre che formalmente gestisce concessioni dello Stato», con tutto il tempo che ciò comporta.
Annunciare un pacchetto di due leggi indigeste per Berlusconi (nuova ineleggibilità e nuovo conflitto di interessi, che metterebbe altri severi paletti al Cavaliere) è palesemente una mossa politica. Una porta sbattuta in faccia al Pdl e un ramoscello d’ulivo rivolto ai grillini.

Come tale, almeno, l’interpretano dalle parti del Pdl. Dice Francesco Paolo Sisto: «È chiaramente una legge “contra personam”. Vogliono la guerra».
A proposito di guerre, un’altra sfida è in arrivo. La Camera dei deputati ha restituito al tribunale di Napoli la richiesta di autorizzazione a procedere per l’apertura di una cassetta di sicurezza intestata a Berlusconi (vedi caso De Gregorio) perché il Cavaliere è ormai un eletto del Senato e va cambiato indirizzo alla richiesta.
Entro poco, quindi, la medesima Giunta per le elezioni e immunità parlamentari affronterà un ennesimo caso Berlusconi. Si è discusso molto nei giorni scorsi se e come si potrebbe arrivare al voto, ove mai lo chiedesse la magistratura, per autorizzare l’arresto di Berlusconi. Per il momento una richiesta del genere non c’è. Ma un domani? I grillini sono scatenati. Il Pd non potrebbe non tenerne conto. Il voto sulla cassetta di sicurezza sarà un semplice antipasto.
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Come inizia una guerra civile - 1



Molti mesi fa, anticipai che la guerra civile per il momento scorreva sui media.

Ancora oggi scorre sui media, ma i toni si sono accentuati, favoriti da un clima generale pessimo che ha portato ad elezioni paralizzanti un mese fa.

Le parole sono pietre,…è il titolo di un libro di Carlo Levi.

Se sono pietre, allora è in corso una sassaiola fuori ordinanza che non si sa dove ci porta.

Basta leggere i giornali dell’ultimo mese.

Siamo al tutti contro tutti, fino nei minimi termini.

E tutto è destinato a peggiorare.




MEDIA & REGIME
Caselli su scontro Grasso-Travaglio
"Io ho subìto un'ingiustizia"

Il magistrato interviene a Radio2 sulla polemica tra il presidente del Senato e il giornalista. Spiega: "Per due volte il Csm ha bandito un percorso per il successore di Vigna alla Dna. Sia io, sia Grasso avevamo ricevuto tre voti, ma a quel punto interviene la legge contro la mia persona e in plenum ci va soltanto Grasso”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/ ... ti/225701/

***

Renzi: 'Firenze, atti comunali già online'
L'associazione: 'Nessuna traccia'

Per il sindaco del Pd ordinanze, delibere e determine della p.a. del capoluogo toscano sono in rete, grazie a un portale costato 420mila euro. Ma le verifiche di "Firenze-Cittadini per vivere la città" dimostrano il contrario: "Ci sono solo dati, non quello di cui parla lui"
di Gabriele Paglino

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ia/541034/

***

Casta, delibera per assumere non eletti
Bindi: "Mai vista, chiedete ai questori"

Il M5S svela l’esistenza di una norma secondo la quale i gruppi hanno a disposizione un budget. Il 55% è destinato all’assunzione di personale che già ha prestato servizio per i partiti. Il deputato Pd all''Ultima parola' (Raidue) risponde irritata
di Gisella Ruccia

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/ ... to/225983/

***

Confronto Travaglio-Grasso, caro Marco, ecco perché hai torto

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... to/540736/

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MEDIA & REGIME
La7 ufficializza: "Grasso da Formigli"
Travaglio: "Anticipiamo dalla Gruber"

Piazzapulita conferma: "Il presidente del Senato verrà da noi". Ma il vicedirettore del Fatto, che aveva proposto il confronto da Santoro, rilancia e offre la disponibilità per altri programmi della rete: "Purché non si accordino prima con Grasso"

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ra/540779/

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Guerra nel Pd
Bersani cerca la quadra, ma non riesce a tenere insieme il partito. Fassina contro i renziani: "Indeboliscono il segretario"

di Clarissa Gigante
Secondo giorno di consultazioni per Pier Luigi Bersani, che incontra il leader di Confindustria: "Larghe intese? Non me ne sto occupando. Proposta a tutti i partiti". Ma il Pd rischia la spaccatura. Fassina contro i renziani: "Spingendo verso un'intesa con il Pdl indeboliscono il segretario". Renzi: "Nessun complotto"

20:18 - 24 Mar

http://www.ilgiornale.it/news/interni/b ... 99551.html

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L’Italia dei No Cav

L'altro raduno: quello dei trombati
MicroMega riunisce in piazza i perdenti in salsa antiberlusconiana, guidati da Ingroia. Ed è flop
Andrea Cuomo - Dom, 24/03/2013 - 08:29

Roma - Loro non riescono a farsi eleggere. E vorrebbero che Silvio Berlusconi fosse dichiarato ineleggibile.

http://www.ilgiornale.it/news/interni/l ... 99439.html

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L'orgoglio dei veri italiani
alla faccia di chi li offende
Giuliano Ferrara

Mentre quattro mentecatti vorrebbero dichiarare ineleggibile il principale uomo politico italiano degli ultimi vent'anni, Bersani si rifiuta di ascoltare la rabbia di un italiano su tre

http://www.ilgiornale.it/news/interni/l ... 99446.html

****

Un governo di incapaci
Marò, processate Monti
per millantata credibilità

Vittorio Feltri

Il governo si è prima vantato di aver tenuto in Italia i marò, poi li ha scaricati. Alla faccia del prof stimato nel mondo. L’avesse fatto Berlusconi l’avrebbero crocifisso

http://www.ilgiornale.it/news/interni/c ... 99447.html

***

Napolitano avverte il Pd:
"Pensi al bene dell'Italia"
Sergio Rame
Bersani si dilunga nelle consultazioni: per rincorrere Grillo, volta le spalle ai moderati. Il capo dello Stato preoccupato chiede al leader Pd di fare presto

http://www.ilgiornale.it/news/interni/n ... 99533.html

***

Pm smentisce Travaglio:
"Grasso procuratore
senza legge anti-Caselli"
Mariateresa Conti
Giuseppe Fici, nel 2005 componente del Csm, difende il presidente del Senato: "Caselli al plenum non aveva i numeri sufficienti. Offensivi gli attacchi adesso"

http://www.ilgiornale.it/news/interni/p ... 99555.html

***

Travaglio: "Grasso?
Ha fretta perché
vuole fare il premier"
Clarissa Gigante
Continua la telenovela tra il giornalista e il presidente del Senato. Travaglio: "Chiarisca tutto, ma non a PiazzaPulita". Formigli: "Ricostruzione falsa"

http://www.ilgiornale.it/news/interni/t ... 99544.html

***

Battiato contro Grillo:
"Ora sta esagerando"
Luca Romano
Il cantautore: "L'Italia è un Paese dilaniato". Su Casaleggio: "È come il cardinale Richelieu"

http://www.ilgiornale.it/news/interni/b ... 99554.html

***

Ora Grillo denuncia l'agguato:
"Trolls pagati per criticarmi"
È allergico alle contestazioni?
Sergio Rame

Sul blog di Grillo si accende il dibattito: molti i post contrari che vengono cancellati. Il comico denuncia l'agguato via web: "Siamo attaccati dagli infiltrati"

http://www.ilgiornale.it/news/ora-grill ... 99546.html

***

Altro salasso di tasse
Ma Bersani e i grillini
pensano a tutt'altro
Andrea Indini
Il Pdl presenta quattro proposte su Imu e Fisco. La sinistra pensa ad altro: Bersani al ddl ineleggibilità, i grillini a chiudere la Tav

http://www.ilgiornale.it/news/interni/a ... 99531.html

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Traditori dell'Italia
Monti rinnega la parola data e restituisce i nostri marò all’India. Il mondo ride di noi, il Paese è umiliato
Alessandro Sallusti - Ven, 22/03/2013 - 15:36
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Un Paese non può vivere di solo spread, di tagli agli stipendi della casta o di presunti conflitti di interesse.

http://www.ilgiornale.it/news/interni/898724.html
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile - 2


I beati costruttori della guerra civile - 1


Pierluigi Battista, classe 1955, 58 anni, intelligenza più che discreta, conoscenza della realtà buona,

Mario Sechi, classe 1968, 45 anni (buttati via), intelligenza più che discreta, conoscenza della realtà buona,

Beatrice Lorenzin, classe 1971, 42 anni, carucchia, tanto da essere paragonata alla fidanzatina d’America per una forte somiglianza con Meg Ryan, intelligenza più che discreta, conoscenza della realtà buona,

stamattina ad Agorà hanno aggiunto il loro personale mattone per la costruzione della guerra civile.


Come Andreotti per la prima Repubblica e Vittorio Sgarbi per la seconda, dotati di intelligenza viva oltre la media, l’hanno messa a disposizione per quello che i cattolici definiscono il “male”.

Allearsi e servirsi della mafia, per il vecchio Giulio non è stata di certo un’azione commendevole, e lui, devotissimo cattolico, che si recava a messa ogni mattina prima di iniziare l’attività, secondo il suo credo dovrà prossimamente renderne conto, non certo alla giustizia umana che sembra uno scolapasta pieno di buchi.

Anche Sgarbi si è messo al servizio di un altro uomo legato alla mafia per altre vie, SB. Le sue irritanti difese per l’uomo della mafia che il mondo istituzionale del pianeta, ad eccezione di Putin, rifiuta, fanno riflettere non poco sul perché, come nel caso Andreotti, intelligenze sopra la media si adattino a servire quella che può essere definita come una forma di peste degli ultimi 200 anni.

La difesa ad oltranza del trio Lorenzin, Sechi, Battista, è stata altrettanto nefasta, perché il loro livello di intelligenza è tale da poter comprendere che SB è legato alla mafia, e che la sua strafottenza in parte deriva da una protezione implicita del potere mafioso.

Malgrado questo, malgrado la conoscenza dei fatti, perché mi rifiuto di pensare che due giornalisti affermati come Sechi e Battista, non conoscano il retroscena delle fortune berlusconiane legate alla mafia, e al sistema corruttivo nella prima Repubblica, si prodigano come difensori di un personaggio deplorevole di quel livello, usando la loro intelligenza facendo palese disinformazione.

Lo stesso Battista ha fatto l’alto giorno un editoriale sul Corriere, in difesa del povero mafioso.

La Lorenzin, diversamente dalle sue colleghe arpie, induce sempre tenerezza per via delle sue fattezze e di un viso dolce che inganna.

Ma quando apre bocca, visto che stupida non è, anzi, tutt’altro, diventa incomprensibile il suo accanimento a sostenere il falso.

In giorni come questi, queste difese ad oltranza eccitano l’irritazione satura del 75 % degli italiani che sono antiberlusconiani, che di questa situazione non ne possono più.

La regia della manifestazione di sabato scorso a Piazza San Giovanni, della Marcia su Roma dei Pannoloni, organizzata dalla mummia strabollita (se ne è accorto pure Freccero), è stata un’esibizione di “forza” pro domo sua pagata interamente con i suoi soldi.

Un’esercito di pannoloni che grida frasi sconnesse e bufale megagalattiche non dovrebbe impensierire più di tanto.

Ma non è così. Il ducetto si sta comportando nello stesso identico modo del Mussolini nelle piazze milanesi tra il 1919 e il 1922.

Bersani, che non fa parte del gruppo che ha inciuciato nel 1994, che quindi è sempre stato costretto a difendere il caimano in ogni occasione in questi 19 anni, oltre al fatto di essere stato piegato dalla volontà dei maggiorenti democristiani a spostarsi a destra per rifare la Dc, dopo la botta del 25 febbraio, ha trovato il coraggio di ribellarsi alle briglie con cui gli inciucisti lo tenevano legato, e togliendosi un sassolino dalla scarpa ha cambiato rotta.

Testardamente sta dicendo basta con le alleanze con il mafioso.

Non è così però per tutto il resto della banda inciucista, sia ex Ds che ex Margherita.

Ma probabilmente è troppo tardi, e questo porterà ad un quadro peggiorativo nei prossimi giorni.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Dove ce la vedi tutta st'intelligenza nella Lorenzin ... 8-) ... nun te seguo ziè.
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Amadeus ha scritto:Dove ce la vedi tutta st'intelligenza nella Lorenzin ... 8-) ... nun te seguo ziè.
Basta non essere del PD. Poi va bene tutto.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:Dove ce la vedi tutta st'intelligenza nella Lorenzin ... 8-) ... nun te seguo ziè.



Prova ad ascoltare poi prova a dare il tuo giudizio, e promuovere le tue osservazioni dettagiate:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 19.html#p=



Il fatto che sia un’avversaria politica non può indurmi al giochino del tifoso esorcista.

Non lo faccio da mezzo secolo perché dovrei iniziare adesso?

Io ho visto che:

- E’ caruccia
- È attrezzata di intelligenza più che discreta
- E’ piuttosto preparata, conoscenza della realtà buona

Dove sta il problema?

E’ perché si presta a portare avanti una serie di truffe palesi raccontando un mare di balle, imposte dal duce – caimano.

Questa è la parte incomprensibile per una donna giovane dei nostri tempi.

Pur sapendo quali siano le aspirazioni dei professionisti della politica.

=====

Se puoi, se hai tempo ascolta la puntata, dura meno di un'ora.
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