the day after. quali accordi per governare?
Re: the day after. quali accordi per governare?
L'undicesimo dei "20 punti per uscire dal buio" dice:
Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato
Ciò dovrebbe voler dire che un uninominale a doppio turno potrebbe andargli bene.
Perché non si tenta un accordo almeno sulla legge elettorale con i grillini, per poi tornare al più presto alle elezioni?
Penso che sia l'unico modo per eliminare il porcellum, posto che l'esperienza insegna che col caimano un accordo non sarà mai possibile.
Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato
Ciò dovrebbe voler dire che un uninominale a doppio turno potrebbe andargli bene.
Perché non si tenta un accordo almeno sulla legge elettorale con i grillini, per poi tornare al più presto alle elezioni?
Penso che sia l'unico modo per eliminare il porcellum, posto che l'esperienza insegna che col caimano un accordo non sarà mai possibile.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Mercoledì mattina ci sarà lo streaming dell'incontro bersani-grillini
Beh, la trasparenza mi pare una buona cosa, almeno tutti si faranno una opinuione direttamente sui fatti
Beh, la trasparenza mi pare una buona cosa, almeno tutti si faranno una opinuione direttamente sui fatti
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: the day after. quali accordi per governare?
peanuts ha scritto:Mercoledì mattina ci sarà lo streaming dell'incontro bersani-grillini
Beh, la trasparenza mi pare una buona cosa, almeno tutti si faranno una opinuione direttamente sui fatti
ma i grillini l'hanno chiesto a bersani se è d'accordo ???
giusto una questione di correttezza e di rispetto eh...doti che mi pare manchino totalmente dalle parti di questi bimbiminkia...
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Re: the day after. quali accordi per governare?
L'unico sistema elettorale che non viene considerato dai 5 stelle è proprio il maggioritario a doppio turno che aumenta i costi della politica con un'inutile secondo turno e spese ulteriori per i cittadini.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Credo abbia accettato, domani diverse tv lo daranno in direttashiloh ha scritto: ma i grillini l'hanno chiesto a bersani se è d'accordo ???
giusto una questione di correttezza e di rispetto eh...doti che mi pare manchino totalmente dalle parti di questi bimbiminkia...
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Re: the day after. quali accordi per governare?
peanuts ha scritto:Credo abbia accettato, domani diverse tv lo daranno in direttashiloh ha scritto: ma i grillini l'hanno chiesto a bersani se è d'accordo ???
giusto una questione di correttezza e di rispetto eh...doti che mi pare manchino totalmente dalle parti di questi bimbiminkia...
ne deduco quindi che da parte dei bimbiminkia del 5s non c'è nessuna intenzione di trovare un accordo politico sulle riforme da votare in parlamento,
ma solo ed esclusivamente la voglia di buttarla in caciara e fare un comizio.
tempo perso...per Bersani e per il paese.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Beh, sono d'accordo, lo dico da giorni che è tempo perso
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Re: the day after. quali accordi per governare?
peanuts ha scritto:Beh, sono d'accordo, lo dico da giorni che è tempo perso
non del tutto.
è ora di cominciare a dimostrare al paese e a chi li ha votati,
il livello di irresponsabilità ed incapacità di assumersi responsabilità di questa fairy band di bamboccioni.
e questa è una buona occasione.
spero che Bersani sappia coglierla.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Anche fosse, il discorso di fondo resta: non c'è maggioranza
Ma comunque, anche i grillini potrebbero cogliere l'occasione. Se gli dicono di restituire i rimoborsi elettorali del pd e bersani non accetta, anche loro potrebbero sfruttare la situazione
Ma comunque, anche i grillini potrebbero cogliere l'occasione. Se gli dicono di restituire i rimoborsi elettorali del pd e bersani non accetta, anche loro potrebbero sfruttare la situazione
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Re: the day after. quali accordi per governare?
segnalo questo articolo,
che mi sembra raffiguri abbastanza fedelmente la stretta via in cui si dovrà muovere Bersani di cui condivido totalmente la strategia...in questo caso.
che mi sembra raffiguri abbastanza fedelmente la stretta via in cui si dovrà muovere Bersani di cui condivido totalmente la strategia...in questo caso.
Bersani vuole la sfida in Parlamento.
Al premier incaricato mancano ancora numeri certi, ma a Napolitano chiederà di andare in Aula.
Presenterà un calendario di scadenze e riforme da realizzate entro 18 mesi.
E avverte Berlusconi: sul Quirinale non puoi imporre nomi.
Monti decisivo.
Prepararsi al secondo round al Quirinale. Senza offrire la certezza dei numeri che Giorgio Napolitano ha chiesto espressamente. Mancano ancora due giorni di consultazioni, fra l'altro quelle decisive con i partiti, ma Bersani pensa già all'appuntamento di giovedì al Colle.
Ha messo in conto lo stallo e l'ipotesi di proporre al capo dello Stato "un avvio della legislatura" con il suo governo anche in mancanza di un paracadute sicuro. Il presidente dovrebbe quindi compiere un atto di fede. Credere, insieme con il segretario del Pd, nel miracolo.
Oggi e domani Bersani si giocherà le carte finali. Cominciando da Scelta civica perché se anche Mario Monti si sfila, non si può nemmeno tentare l'azzardo. Ieri il premier incaricato e quello uscente hanno parlato a lungo al telefono. Al Professore si chiede un appoggio pieno al governo del cambiamento, sulla base di una forte impronta europeista. Bersani ha sottolineato l'esito del dibattito di ieri alla Camera, la paradossale sintonia di Pdl e Movimento 5stelle in una critica all'Unione. Il tutto condito da attacchi feroci a Monti. "Noi ci stiamo, ma vogliamo un esecutivo che non nasca sulla base di uscite dall'aula o voti sparsi - ha risposto il premier - Dev'essere stabile e con una maggioranza riconoscibile". L'apertura c'è. L'appello alla responsabilità in un momento delicatissimo può fare il resto e regalare, dopo le consultazioni di oggi, il sì dei centristi. Ma anche così i voti non sono sufficienti e per questo Bersani lavora sul doppio binario delle riforme istituzionali con il centrodestra.
La prima di queste "riforme", la più sentita da Berlusconi, è la scelta del nuovo presidente della Repubblica. La vera garanzia risiede al Colle, dura sette anni e, come si è visto nel recente passato, è centrale per i destini di ogni governo, ogni maggioranza. La trattativa è avviata, ma non registra passi in avanti. La minaccia del Partito democratico però cresce d'intensità. "Possiamo tagliare fuori il Pdl dall'elezione del presidente. Gli conviene?". I numeri, in questo caso, sono certi. Il quorum per eleggere l'inquilino del Colle, a maggioranza semplice, è 505 voti. Il centrosinistra, con i delegati regionali, dispone di 480 preferenze. "Noi - ragionano a Largo del Nazareno - abbiamo tre risultati utili a disposizione. Berlusconi uno solo". Il Pd può eleggere il capo dello Stato con una maggioranza larga che comprenda il Pdl, ed è la strada offerta al centrodestra, come ha detto ieri Enrico Letta. Ma può farlo con Monti e basta. In casi estremi, riuscirebbe ad eleggerlo da solo, magari proponendo un nome gradito ai grillini (che sono 160) sul modello Pietro Grasso. "Questi conti - spiegano gli sherpa democratici - Berlusconi li ha fatti prima di noi". Detto questo, il Cavaliere avrebbe la possibilità di trovare l'intesa su un nome, non di avanzarne uno suo. Ma è proprio questo che sta chiedendo con insistenza al Pd attraverso i mediatori in campo. Di essere lui a indicare il presidente, di pescare dal mazzo la persona giusta, anche in una rosa di centrosinistra. Sarebbe il suggello di un vero accordo politico con i democratici. "Con 480 voti contro, la proposta è irricevibile", risponde un leader del Pd.
Le difficoltà di Bersani con i voti al Senato e l'ipoteca di Berlusconi sul Quirinale rendono oggi la strada del premier incaricato complicatissima. Per questo ieri appariva molto più vicino il ritorno alle urne. "Non accetto sotterfugi - ragionava il Cavaliere con i suoi collaboratori - Sono disponibile a un'intesa alla luce del sole, politica. Altrimenti, andiamo al voto e la facciamo finita". Il segretario del Pd si prepara al colloquio con il capo dello Stato puntando su impegni garantiti anche se non ci sono numeri certi. A partire dal profilo dei ministri, che rivelerà a Napolitano. Saranno uomini e donne scelti con la massima apertura e dal curriculum impeccabile. In grado di aprire un confronto dentro tutte le forze parlamentari, dai grillini alla Lega. "Ognuno troverà qualcosa di positivo nel nostro governo", ha detto qualche giorno fa Bersani e si riferiva alla squadra. Al presidente della Repubblica presenterà anche il calendario delle riforme istituzionali (riduzione dei parlamentari, Senato delle autonomie, legge elettorale) con le scadenze per ogni provvedimento presentato. Tra i 12 e i 18 mesi, il percorso dovrebbe essere completato. Sarebbe quello anche l'orizzonte temporale dell'esecutivo.
A Largo del Nazareno scommettono che su queste basi Napolitano possa convincersi e "mandare il governo alle Camere per cercare la fiducia sulla base del programma e delle competenze". Un governo del Presidente non potrebbe fare di più e di meglio, dicono gli uomini del segretario. "Sarebbe una via ancora più stretta della mia", ripete Bersani. Oggi e domani bisogna ancora giocarsi la carta delle alleanze possibili. Perché la risposta del Quirinale in caso di numeri certificati si conosce già. Quella davanti a un'avventura più rischiosa, no.
(26 marzo 2013)
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... ef=HREC1-1
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