Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
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Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
Non so' per quale motivo Travaglio non abbia voluto partecipare al confronto con Grasso dopo le ultime dichiarazioni sullo stesso Grasso a Servizio Pubblico. Cmq questo non gli ha giovato per niente anzi mi sembra che si sia messo alle scorde senza un confronto diretto coll'avversario.
A questo punto mi sembra che il gioco non si fermi qui anzi credo che a questo punto in gioco (involontariamente) entra pure Santoro poiche' essendo lo stesso Travaglio uno dei punti cardine della trasmissione(Servizio Pubblico) e dopo che Santoro aveva pubblicamente espresso la volonta che questo confronto venisse fatto al piu' presto, tutto questo oltre a far perdere un po' verve alla trasmissione non ne trae beneficio ne Santoro ne chi pensava che tutto quello che diceva Travaglio fosse come oro colato.
Son sicuro che molte cose che va dicendo Travaglio hanno una bella dose di verita(non mi riferisco a quanto in oggetto) ma dopo questo la sua credibilita' si va un po' appannando.
Probabilmente la verita' potrebbe stare anche da un'altra parte ma chi non ha trattenuto Travaglio affinche' non partecipasse se non lui stesso?
Che posso dire? Ho visto un vincitore poiche l'avversario non si e' volutamente presentato
un salutone da Juan
A questo punto mi sembra che il gioco non si fermi qui anzi credo che a questo punto in gioco (involontariamente) entra pure Santoro poiche' essendo lo stesso Travaglio uno dei punti cardine della trasmissione(Servizio Pubblico) e dopo che Santoro aveva pubblicamente espresso la volonta che questo confronto venisse fatto al piu' presto, tutto questo oltre a far perdere un po' verve alla trasmissione non ne trae beneficio ne Santoro ne chi pensava che tutto quello che diceva Travaglio fosse come oro colato.
Son sicuro che molte cose che va dicendo Travaglio hanno una bella dose di verita(non mi riferisco a quanto in oggetto) ma dopo questo la sua credibilita' si va un po' appannando.
Probabilmente la verita' potrebbe stare anche da un'altra parte ma chi non ha trattenuto Travaglio affinche' non partecipasse se non lui stesso?
Che posso dire? Ho visto un vincitore poiche l'avversario non si e' volutamente presentato
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
A prescindere dalla veridicità o meno delle sue accuse, Marco Travaglio ha una bella penna, ma non è altrettanto abile nel contraddittorio.
Si è visto in altre occasioni: è emotivo, non riesce a controllarsi, ha delle disastrose cadute di stile e finisce col fare il gioco del suo avversario.
Già nel 2010, perse le staffe di fronte ad una banale (come la definì Santoro) provocazione di Porro e minacciò di abbandonare Anno Zero perché non venivano zittiti i provocatori.
Nell'ormai famosa puntata di Servizio Pubblico con Berlusconi, non è che ha fatto una grande figura, tanto da meritarsi le critiche di aver addirittura dato una mano al caimano nella campagna elettorale.
Anche in questa occasione ha dimostrato di non sentirsi all'altezza di un confronto, soprattutto se lontano dal suo "padrino" professionale e dai suoi tifosi. Ciò lo ha portato anche questa volta ad una caduta di stile, che lo ha indotto addirittura a motivare il suo rifiuto di partecipare a Piazza Pulita, con "motivi igienici" ed a lanciare una serie di accuse pesanti e non proprio giustificate al collega Formigli.
Soprattutto in questi ultimi tempi si sta rivelando, a prescindere dalle sue doti di editorialista, un brutto personaggio.
Per certi aspetti, ha molti punti in comune col suo amico Grillo.
Si è visto in altre occasioni: è emotivo, non riesce a controllarsi, ha delle disastrose cadute di stile e finisce col fare il gioco del suo avversario.
Già nel 2010, perse le staffe di fronte ad una banale (come la definì Santoro) provocazione di Porro e minacciò di abbandonare Anno Zero perché non venivano zittiti i provocatori.
Nell'ormai famosa puntata di Servizio Pubblico con Berlusconi, non è che ha fatto una grande figura, tanto da meritarsi le critiche di aver addirittura dato una mano al caimano nella campagna elettorale.
Anche in questa occasione ha dimostrato di non sentirsi all'altezza di un confronto, soprattutto se lontano dal suo "padrino" professionale e dai suoi tifosi. Ciò lo ha portato anche questa volta ad una caduta di stile, che lo ha indotto addirittura a motivare il suo rifiuto di partecipare a Piazza Pulita, con "motivi igienici" ed a lanciare una serie di accuse pesanti e non proprio giustificate al collega Formigli.
Soprattutto in questi ultimi tempi si sta rivelando, a prescindere dalle sue doti di editorialista, un brutto personaggio.
Per certi aspetti, ha molti punti in comune col suo amico Grillo.
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
Curioso come il:
"Non vado da Formigli per motivi igienici" di Travaglio,
ricordi da vicino la mummia cinese che pulisce la sedia ...su cui si era seduto Travaglio.
p.s.
e ora che ci rifletto meglio...altra analogia:
Travaglio che non si presenta di fronte a Grasso,
a me ricorda la mummia cinese che non va dalla Boccassini...
"Non vado da Formigli per motivi igienici" di Travaglio,
ricordi da vicino la mummia cinese che pulisce la sedia ...su cui si era seduto Travaglio.
p.s.
e ora che ci rifletto meglio...altra analogia:
Travaglio che non si presenta di fronte a Grasso,
a me ricorda la mummia cinese che non va dalla Boccassini...
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
Sono d'accordo con voi che ormai il giornalismo di MT è ridotto ad un giornalismo di macchietta.
Infatti le lezioncine di Marco a SP sono solo storielle che per far ridere sfruttano la tecnica del paradosso .... infatti se ci fate caso MT dice spesso "è paradossale ....".
Per quanto riguarda nel merito delle auto difese di Grasso, dato che nelle vicende non c'è niente di penale ma solo errori professionali, opportunità politiche e non, divergenze sui lavori d'ufficio (e chi di noi non ne ha avute con i propri capi ...hey camillo?) a me sembrano quelle di MT accuse da macchina del fango, che egli aveva fatte già prima che Grasso fosse eletto Presidente del Senato, ma reiterate le accuse adesso esse non fanno altro che infangare una carica istituzionale ...ci perdiamo tutti come giustamente ha detto Laura Boldrini da Fazio rispondendo a Grillo "non siamo tutti uguali".
É chiaro a tutti che Grasso non è uguale a Schifani tanté che anche alcuni senatori grillini lo hanno votato.
Infine vorrei dire che anche se quello della magistratura è una istituzione indipendente dalla politica, purtroppo il massimo organo di governo dei magistrati è politicizzato, mi riferisco al CSM, infatti anche il grande Falcone fu bastonato da quest'organo preferendogli a procuratore generale Meli, figura meschina che smantellò il pool.
Anche lo stesso Falcone stufandosi di Meli, poi di Giambanco fu costretto a chiedere aiuto alla politica, il ministro Martelli, per andarsene a Roma agli Affari Penali. Quindi non mi stupisce che Grasso fosse andato alla DiA gradito ai politici.
Infine, il fatto che Grasso si sia sbarazzato dei suoi sostituti troncando le loro carriere è palesemente falso visto che i vari Lo Forte, Pignatone, Scarpinato, Lari ecc. hanno fatto tutti carriera e siedono in posti importanti.
Cmq. anch'io preferivo Caselli a Grasso, ma è andata come è andata per colpa del CD e non di Grasso che di certo ambiva a fare carriera .... come tutti noi al suo posto.
Bye
Infatti le lezioncine di Marco a SP sono solo storielle che per far ridere sfruttano la tecnica del paradosso .... infatti se ci fate caso MT dice spesso "è paradossale ....".
Per quanto riguarda nel merito delle auto difese di Grasso, dato che nelle vicende non c'è niente di penale ma solo errori professionali, opportunità politiche e non, divergenze sui lavori d'ufficio (e chi di noi non ne ha avute con i propri capi ...hey camillo?) a me sembrano quelle di MT accuse da macchina del fango, che egli aveva fatte già prima che Grasso fosse eletto Presidente del Senato, ma reiterate le accuse adesso esse non fanno altro che infangare una carica istituzionale ...ci perdiamo tutti come giustamente ha detto Laura Boldrini da Fazio rispondendo a Grillo "non siamo tutti uguali".
É chiaro a tutti che Grasso non è uguale a Schifani tanté che anche alcuni senatori grillini lo hanno votato.
Infine vorrei dire che anche se quello della magistratura è una istituzione indipendente dalla politica, purtroppo il massimo organo di governo dei magistrati è politicizzato, mi riferisco al CSM, infatti anche il grande Falcone fu bastonato da quest'organo preferendogli a procuratore generale Meli, figura meschina che smantellò il pool.
Anche lo stesso Falcone stufandosi di Meli, poi di Giambanco fu costretto a chiedere aiuto alla politica, il ministro Martelli, per andarsene a Roma agli Affari Penali. Quindi non mi stupisce che Grasso fosse andato alla DiA gradito ai politici.
Infine, il fatto che Grasso si sia sbarazzato dei suoi sostituti troncando le loro carriere è palesemente falso visto che i vari Lo Forte, Pignatone, Scarpinato, Lari ecc. hanno fatto tutti carriera e siedono in posti importanti.
Cmq. anch'io preferivo Caselli a Grasso, ma è andata come è andata per colpa del CD e non di Grasso che di certo ambiva a fare carriera .... come tutti noi al suo posto.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... qus_thread
Confronto con Grasso, simpatico Formigli, la mia ricostruzione è vera
di Marco Travaglio | 24 marzo 2013
Commenti (2322)
Più informazioni su: Corrado Formigli, Gian Carlo Caselli, La7, Marco Travaglio
Naturalmente la mia ricostruzione è vera e ringrazio il simpatico Formigli, cui sono felice di aver regalato un quarto d’ora di celebrità, per averla confermata con l’aria di smentirla.
1) Formigli si è intromesso eccome, e molto scorrettamente, fra Servizio Pubblico e La7, il cui direttore Paolo Ruffini, chiamato da Santoro e dal suo staff intorno a mezzanotte di giovedì sera, aveva dato ampia disponibilità a modificare i palinsesti per consentire a Grasso di ottenere il faccia a faccia con me prima di giovedì prossimo. A questi accordi ero rimasto, illudendomi che Ruffini avesse una parola sola, quando venerdì mattina – ignaro degli affettuosi cinguettii via twitter fra Formigli e Grasso – ho ricevuto l’sms di Formigli. L’idea che Formigli temesse che “il confronto si tenesse su una rete concorrente di La7” fa ridere i polli: il direttore Ruffini sapeva fin da giovedì sera che il confronto l’avremmo allestito alla prima data disponibile noi di Servizio Pubblico; e già giovedì sera a Servizio Pubblico avevo dichiarato che, trattandosi di una rettifica di Grasso a quanto da me detto a Servizio Pubblico, la sede naturale del confronto era quella, o in subordine la web tv del Fatto (che può allestire un confronto in streaming in qualsiasi momento, senza spostare palinsesti televisivi, ed è naturalmente collegata col sito di Servizio Pubblico visto che il Fatto ne è azionista). Immaginiamo che accadrebbe se Gian Antonio Stella del Corriere della sera scrivesse un articolo su Grasso che non piace a Grasso e accettasse di confrontarsi con lui per proseguire la polemica sulle pagine di Repubblica: verrebbe licenziato in tronco. Lo stesso credo accadrebbe se un collaboratore di Formigli (ipotetica del terzo tipo) polemizzasse con Grasso e poi i due venissero a confrontarsi a Servizio Pubblico.
2) Non ho mai “chiuso la comunicazione” telefonica con Formigli, né due volte, né una. Semplicemente ero in treno fra Roma e Bologna, in zona “scoperta”, e quando ho visto le chiamate di Formigli gli ho scritto un sms. Dalla risposta ho capito esattamente quel che c’era scritto: e cioè che mi convocava nel suo programma: “Ciao Marco allora lunedì sei con noi a Piazzapulita per il confronto con Grasso? Se vuoi ne parliamo appena ti liberi”. Non riuscendo a capire perché diavolo avrei dovuto essere “con loro a Piazzapulita” lunedì, visto che Santoro aveva concordato col direttore di La7 il confronto in un’edizione speciale di Servizio Pubblico (si parlava di domenica sera), ho ribadito a Formigli quanto avevo detto in trasmissione, casomai gli fosse sfuggito. Ho poi saputo, visto che non seguo twitter avendo di meglio da fare, che Grasso e Formigli si erano già amorevolmente accordati alle mie spalle. Poi ho anche scoperto che Ruffini, dimentico di quel che aveva concordato con Santoro, aveva cambiato idea. Ah, dimenticavo: non ho una colf, dunque non posso trattarla né bene né male.
3) Conservo gli sms importanti, dunque non quelli di e con Formigli. Comunque la mia risposta fu esattamente quella che avevo riassunto io, peraltro identica a quel che avevo subito detto a Servizio Pubblico: la sede naturale del confronto è Servizio Pubblico oppure il sito di Servizio Pubblico collegato in streaming con la web tv del Fatto. Quanto all’esclusiva, che mi lega a Servizio Pubblico, a Formigli risulta male: nell’ultima stagione ho partecipato ad altri programmi (che scelgo io, non Formigli) solo nei periodi in cui Servizio Pubblico non andava in onda. Lo possono testimoniare Lilli Gruber, Enrico Mentana, Victoria Cabello e gli amici di SkyNews, dei quali sono felice di essere ogni tanto ospite, ma dei quali ho declinato alcuni inviti (con Mentana anche il giorno delle elezioni) perché sono legato in esclusiva a Servizio Pubblico. Aggiungo, visto che Formigli mi provoca, che a Piazza Pulita non metterei piede neppure se fossi libero da vincoli: e credo che lui sappia bene il perché. Ho tanti difetti, ma non la smemoratezza, e non dimentico com’è nato Piazza Pulita. Mentre Santoro e tutti noi, due anni fa, Formigli compreso, ci battevamo contro una proposta indecente di contratto con La7 che prevedeva la censura preventiva della rete e la manleva legale alla rete, lui si proponeva per condurre un talk show il giovedì sera al posto nostro. Anche a me fu offerta da Stella e Bernabè la conduzione di un programma alternativo su La7, ma naturalmente rifiutai. Così ce ne andammo, ci mettemmo in proprio e, grazie anche alle sottoscrizioni di 100 mila cittadini, creammo un rischiosissimo network di tv locali a cui poi si aggiunse Sky-Cielo. Qualcuno sperava che scomparissimo, invece riuscimmo egregiamente a sopravvivere con Servizio Pubblico, che anche dall’iperuranio era più visto di Piazza Pulita (intanto Formigli dichiarava elegantemente a Libero: “Non darei 10 euro a Santoro per Servizio Pubblico”). Tanto che quest’anno La7 è tornata sui suoi passi e ha acquistato Servizio Pubblico, per il giovedì sera e alle nostre condizioni di libertà.
4) La difesa che fa Formigli del suo direttore è commovente. Ma se Formigli e Ruffini non volevano essere accusati di essersi accordati con Grasso alle mie spalle, non avevano che da propormi il confronto a Piazza Pulita quando lo proposero a Grasso. Invece Ruffini ha detto una cosa e poi il suo contrario nel breve volgere di una notte. E Formigli ha contattato Grasso giovedì sera, ne ha incassato l’adesione venerdì alle 7.31, poi con comodo s’è ricordato di avvertire anche me verso le 11. Bella premessa per un confronto ad armi pari. Quanto alle “maniere forti” e ai “manganelli”, vorrei rassicurare Formigli: non le ho mai usate né invocate in vita mia, e comunque lui è talmente servizievole che nessuno gli torcerà mai un capello, tantomeno il suo direttore (lo stesso che dirigeva Rai3 quando mi attaccò perché da Fazio avevo scoperchiato alcuni altarini di Renato Schifani, ex socio di suo zio, Enrico La Loggia, dopodiché guardacaso da quelle parti diventai un appestato per qualche anno). “Mettere a posto Formigli” significa semplicemente fare quel che farebbe un direttore: dirgli di stare al suo posto, senza impicciarsi in faccende che non lo riguardano, tantopiù che Santoro, con l’avallo di Ruffini, stava preparando uno speciale per il confronto fra Grasso e me.
5) Attendo con ansia di conoscere le mie “bugie” e le mie “ricostruzioni” che “da un po’ di tempo” farebbero “acqua da tutte le parti”. Su Piero Grasso scrivo e dico cose molto più pesanti di quelle dell’altra sera da almeno dieci anni, dunque se sono false lo sono da parecchio tempo. Peccato che Grasso non le abbia mai ritenute tali, visto che non mi ha mai querelato. Mi auguro che Formigli abbia buone fonti in materia, anche se non le ha mai tirate fuori.
6) L’invito finale a Piazza Pulita, dopo due pagine di insulti, è un capolavoro degno di Tartuffe. Formigli, domani sera, se le può cantare e suonare tranquillamente con Grasso (che poi era il loro scopo fin dall’inizio), così come ha fatto ultimamente con Monti, Bersani e altri big che, guarda un po’, a Servizio Pubblico non mettono piede. E potrà anche scoprire per la prima volta mondi finora inesplorati dal suo programma, succhiando la ruota al nostro. Personalmente non vedo l’ora di confrontarmi con Grasso: ho già pronte tutte le carte per dimostrare ciò che ho detto giovedì e anche tante altre cose. Lo farò volentieri giovedì sera a Servizio Pubblico, se Grasso accetterà il nostro invito. Se non lo farà, e spiegherà convincentemente perché il programma più visto di La7 non può ospitare il confronto su una polemica nata proprio lì, sarò lieto di incontrarlo – se otterrò una deroga alla mia esclusiva – in altre trasmissioni di La7 da lui proposte (da Lilli Gruber, da Mentana, da Lerner), purché siano garantiti un minimo di agibilità, di equilibrio e di decenza. Possibilmente senza che il conduttore si accordi con Grasso alle mie spalle e poi mi chiami a cose fatte. Possibilmente con la rinuncia, da parte del presidente del Senato, dell’insindacabilità parlamentare, visto che lui è immune per qualunque cosa dica, mentre io rispondo penalmente e civilmente di tutti i miei scritti e di tutte le mie parole. Per la data e l’orario non ho problemi né veti: giovedì Grasso aveva una gran fretta, salvo poi dirsi impegnato fino alle 21.15 di lunedì. Ma, se riesce a liberarsi un’ora prima, ci possiamo vedere anche domani sera al Tg de La7 o a Otto e Mezzo. Mentana e Gruber permettendo.
.............
Ciao
Paolo11
Confronto con Grasso, simpatico Formigli, la mia ricostruzione è vera
di Marco Travaglio | 24 marzo 2013
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Naturalmente la mia ricostruzione è vera e ringrazio il simpatico Formigli, cui sono felice di aver regalato un quarto d’ora di celebrità, per averla confermata con l’aria di smentirla.
1) Formigli si è intromesso eccome, e molto scorrettamente, fra Servizio Pubblico e La7, il cui direttore Paolo Ruffini, chiamato da Santoro e dal suo staff intorno a mezzanotte di giovedì sera, aveva dato ampia disponibilità a modificare i palinsesti per consentire a Grasso di ottenere il faccia a faccia con me prima di giovedì prossimo. A questi accordi ero rimasto, illudendomi che Ruffini avesse una parola sola, quando venerdì mattina – ignaro degli affettuosi cinguettii via twitter fra Formigli e Grasso – ho ricevuto l’sms di Formigli. L’idea che Formigli temesse che “il confronto si tenesse su una rete concorrente di La7” fa ridere i polli: il direttore Ruffini sapeva fin da giovedì sera che il confronto l’avremmo allestito alla prima data disponibile noi di Servizio Pubblico; e già giovedì sera a Servizio Pubblico avevo dichiarato che, trattandosi di una rettifica di Grasso a quanto da me detto a Servizio Pubblico, la sede naturale del confronto era quella, o in subordine la web tv del Fatto (che può allestire un confronto in streaming in qualsiasi momento, senza spostare palinsesti televisivi, ed è naturalmente collegata col sito di Servizio Pubblico visto che il Fatto ne è azionista). Immaginiamo che accadrebbe se Gian Antonio Stella del Corriere della sera scrivesse un articolo su Grasso che non piace a Grasso e accettasse di confrontarsi con lui per proseguire la polemica sulle pagine di Repubblica: verrebbe licenziato in tronco. Lo stesso credo accadrebbe se un collaboratore di Formigli (ipotetica del terzo tipo) polemizzasse con Grasso e poi i due venissero a confrontarsi a Servizio Pubblico.
2) Non ho mai “chiuso la comunicazione” telefonica con Formigli, né due volte, né una. Semplicemente ero in treno fra Roma e Bologna, in zona “scoperta”, e quando ho visto le chiamate di Formigli gli ho scritto un sms. Dalla risposta ho capito esattamente quel che c’era scritto: e cioè che mi convocava nel suo programma: “Ciao Marco allora lunedì sei con noi a Piazzapulita per il confronto con Grasso? Se vuoi ne parliamo appena ti liberi”. Non riuscendo a capire perché diavolo avrei dovuto essere “con loro a Piazzapulita” lunedì, visto che Santoro aveva concordato col direttore di La7 il confronto in un’edizione speciale di Servizio Pubblico (si parlava di domenica sera), ho ribadito a Formigli quanto avevo detto in trasmissione, casomai gli fosse sfuggito. Ho poi saputo, visto che non seguo twitter avendo di meglio da fare, che Grasso e Formigli si erano già amorevolmente accordati alle mie spalle. Poi ho anche scoperto che Ruffini, dimentico di quel che aveva concordato con Santoro, aveva cambiato idea. Ah, dimenticavo: non ho una colf, dunque non posso trattarla né bene né male.
3) Conservo gli sms importanti, dunque non quelli di e con Formigli. Comunque la mia risposta fu esattamente quella che avevo riassunto io, peraltro identica a quel che avevo subito detto a Servizio Pubblico: la sede naturale del confronto è Servizio Pubblico oppure il sito di Servizio Pubblico collegato in streaming con la web tv del Fatto. Quanto all’esclusiva, che mi lega a Servizio Pubblico, a Formigli risulta male: nell’ultima stagione ho partecipato ad altri programmi (che scelgo io, non Formigli) solo nei periodi in cui Servizio Pubblico non andava in onda. Lo possono testimoniare Lilli Gruber, Enrico Mentana, Victoria Cabello e gli amici di SkyNews, dei quali sono felice di essere ogni tanto ospite, ma dei quali ho declinato alcuni inviti (con Mentana anche il giorno delle elezioni) perché sono legato in esclusiva a Servizio Pubblico. Aggiungo, visto che Formigli mi provoca, che a Piazza Pulita non metterei piede neppure se fossi libero da vincoli: e credo che lui sappia bene il perché. Ho tanti difetti, ma non la smemoratezza, e non dimentico com’è nato Piazza Pulita. Mentre Santoro e tutti noi, due anni fa, Formigli compreso, ci battevamo contro una proposta indecente di contratto con La7 che prevedeva la censura preventiva della rete e la manleva legale alla rete, lui si proponeva per condurre un talk show il giovedì sera al posto nostro. Anche a me fu offerta da Stella e Bernabè la conduzione di un programma alternativo su La7, ma naturalmente rifiutai. Così ce ne andammo, ci mettemmo in proprio e, grazie anche alle sottoscrizioni di 100 mila cittadini, creammo un rischiosissimo network di tv locali a cui poi si aggiunse Sky-Cielo. Qualcuno sperava che scomparissimo, invece riuscimmo egregiamente a sopravvivere con Servizio Pubblico, che anche dall’iperuranio era più visto di Piazza Pulita (intanto Formigli dichiarava elegantemente a Libero: “Non darei 10 euro a Santoro per Servizio Pubblico”). Tanto che quest’anno La7 è tornata sui suoi passi e ha acquistato Servizio Pubblico, per il giovedì sera e alle nostre condizioni di libertà.
4) La difesa che fa Formigli del suo direttore è commovente. Ma se Formigli e Ruffini non volevano essere accusati di essersi accordati con Grasso alle mie spalle, non avevano che da propormi il confronto a Piazza Pulita quando lo proposero a Grasso. Invece Ruffini ha detto una cosa e poi il suo contrario nel breve volgere di una notte. E Formigli ha contattato Grasso giovedì sera, ne ha incassato l’adesione venerdì alle 7.31, poi con comodo s’è ricordato di avvertire anche me verso le 11. Bella premessa per un confronto ad armi pari. Quanto alle “maniere forti” e ai “manganelli”, vorrei rassicurare Formigli: non le ho mai usate né invocate in vita mia, e comunque lui è talmente servizievole che nessuno gli torcerà mai un capello, tantomeno il suo direttore (lo stesso che dirigeva Rai3 quando mi attaccò perché da Fazio avevo scoperchiato alcuni altarini di Renato Schifani, ex socio di suo zio, Enrico La Loggia, dopodiché guardacaso da quelle parti diventai un appestato per qualche anno). “Mettere a posto Formigli” significa semplicemente fare quel che farebbe un direttore: dirgli di stare al suo posto, senza impicciarsi in faccende che non lo riguardano, tantopiù che Santoro, con l’avallo di Ruffini, stava preparando uno speciale per il confronto fra Grasso e me.
5) Attendo con ansia di conoscere le mie “bugie” e le mie “ricostruzioni” che “da un po’ di tempo” farebbero “acqua da tutte le parti”. Su Piero Grasso scrivo e dico cose molto più pesanti di quelle dell’altra sera da almeno dieci anni, dunque se sono false lo sono da parecchio tempo. Peccato che Grasso non le abbia mai ritenute tali, visto che non mi ha mai querelato. Mi auguro che Formigli abbia buone fonti in materia, anche se non le ha mai tirate fuori.
6) L’invito finale a Piazza Pulita, dopo due pagine di insulti, è un capolavoro degno di Tartuffe. Formigli, domani sera, se le può cantare e suonare tranquillamente con Grasso (che poi era il loro scopo fin dall’inizio), così come ha fatto ultimamente con Monti, Bersani e altri big che, guarda un po’, a Servizio Pubblico non mettono piede. E potrà anche scoprire per la prima volta mondi finora inesplorati dal suo programma, succhiando la ruota al nostro. Personalmente non vedo l’ora di confrontarmi con Grasso: ho già pronte tutte le carte per dimostrare ciò che ho detto giovedì e anche tante altre cose. Lo farò volentieri giovedì sera a Servizio Pubblico, se Grasso accetterà il nostro invito. Se non lo farà, e spiegherà convincentemente perché il programma più visto di La7 non può ospitare il confronto su una polemica nata proprio lì, sarò lieto di incontrarlo – se otterrò una deroga alla mia esclusiva – in altre trasmissioni di La7 da lui proposte (da Lilli Gruber, da Mentana, da Lerner), purché siano garantiti un minimo di agibilità, di equilibrio e di decenza. Possibilmente senza che il conduttore si accordi con Grasso alle mie spalle e poi mi chiami a cose fatte. Possibilmente con la rinuncia, da parte del presidente del Senato, dell’insindacabilità parlamentare, visto che lui è immune per qualunque cosa dica, mentre io rispondo penalmente e civilmente di tutti i miei scritti e di tutte le mie parole. Per la data e l’orario non ho problemi né veti: giovedì Grasso aveva una gran fretta, salvo poi dirsi impegnato fino alle 21.15 di lunedì. Ma, se riesce a liberarsi un’ora prima, ci possiamo vedere anche domani sera al Tg de La7 o a Otto e Mezzo. Mentana e Gruber permettendo.
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Paolo11
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
@paolino,
Travaglio può scrivere tutti gli editoriali che vuole.
ormai è chiaro che è un pusillanime cacasotto che sfugge i confronti e gli piace parlare senza contraddittorio.
e direi che è la stessa tecnica usata dalla mummia cinese e da peppechrist.
poi c'è chi lo legge tutti i giorni eh...buona lettura.
Travaglio può scrivere tutti gli editoriali che vuole.
ormai è chiaro che è un pusillanime cacasotto che sfugge i confronti e gli piace parlare senza contraddittorio.
e direi che è la stessa tecnica usata dalla mummia cinese e da peppechrist.
poi c'è chi lo legge tutti i giorni eh...buona lettura.
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
Quoto totalmente, io inizio ad averne le scatole piene di costoro che rifuggono da qualsiasi vero confronto dialettico e poi santificano dall'alto... Facciamoli scendere dai loro piedistalli e se non sanno sostenere una discussione civile cambiassero mestiere e lasciassero perdere la Politica!shiloh ha scritto:@paolino,
Travaglio può scrivere tutti gli editoriali che vuole.
ormai è chiaro che è un pusillanime cacasotto che sfugge i confronti e gli piace parlare senza contraddittorio.
e direi che è la stessa tecnica usata dalla mummia cinese e da peppechrist.
poi c'è chi lo legge tutti i giorni eh...buona lettura.
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
Caselli al Csm: “Chiedo tutela da accuse Grasso”
L'attuale procuratore di Torino si riferisce all'intervento del presidente del Senato Grasso nella trasmissione tv "Piazzapulita" del 25 marzo in cui, scrive, il presidente “si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 marzo 2013
Non si fermano le polemiche sul neo presidente del Senato, Pietro Grasso. Dopo l’intervento nella trasmissione “Piazzapulita” su La7 - per rispondere alle critiche rivoltegli dal vice direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio - a reagire questa volta è Gian Carlo Caselli, ex procuratore di Palermo e ora responsabile della Procura di Torino. Dall’ex collega, ora a Palazzo Madama, sono arrivate “accuse e allusioni suggestive” che hanno presentato “in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”. E così Caselli ha scritto al Csm di “essere adeguatamente tutelato”.
Caselli si riferisce proprio all’intervento di Grasso nella trasmissione tv del 25 marzo in cui, scrive, il presidente “si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”. Nella lettera, indirizzata al vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il magistrato rimprovera a Grasso un “comportamento” che ”mi appare innanzitutto per nulla rispettoso dei principi costituzionali che presidiano la separazione dei poteri e tutelano l’indipendenza della magistratura rispetto ad ogni forma (diretta o indiretta) di condizionamento ed ingerenza del potere politico, specie se tale potere corrisponde ad una delle massime cariche dello Stato. Ritengo inoltre detto comportamento profondamente lesivo dei miei diritti e della mia immagine in particolare là dove si insinua che il mio operato sarebbe stato caratterizzato dalla tendenza a promuovere e gestire processi che diventano gogne mediatiche ma restano senza esiti mentre tutta la mia esperienza professionale si è sempre e soltanto ispirata all’osservanza della legge, al rispetto dei presupposti in fatto e in diritto necessari per poter intervenire e alla rigorosa valutazione della prova”. Un comportamento “ancor più delegittimante nei miei confronti” se si pensa – osserva il magistrato torinese – che si è tenuto “nel giorno stesso in cui veniva pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri, sentenza relativa a un procedimento avviato dalla procura di Palermo quando il sottoscritto ne era a capo”. Caselli chiede al Csm di “essere adeguatamente tutelato” e annuncia di riservarsi “ogni iniziativa al riguardo”.
L’ex procuratore nazionale Antimafia ha più volte sottolineato le differenza di metodologia con Caselli dopo aver affermato che “ci sono stati molti processi spettacolari che hanno portato ad assoluzioni. Ma non faccio nomi, non sarebbe elegante…’’. ‘’Ho avuto dei buoni maestri come Caponnetto – ha detto Grasso – che in un suo libro rispondeva alle accuse di non aver proceduto contro l’ex sindaco di Palermo dicendo che questo tipo di processi sarebbe stato sbagliato perché seppur spettacolari sono quelli che portano alle controriforme contro i magistrati, con ritorsioni che danneggiano il funzionamento della giustizia. Pensare ad inchieste come una gogna pubblica, efficace perché distrugge un carriera politica, è una deviazione della funzione delle indagini – ha sottolineato – è anticostituzionale perché la Costituzione dà il potere al magistrato di indagare in funzione del processo. Questi sono i miei maestri – sottolinea – e ho seguito il loro esempio’’.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... so/542993/
Per tentare di avvicinarsi alla verità (cosa difficilissima) è sempre utile sentirle tutte le campane.
L'attuale procuratore di Torino si riferisce all'intervento del presidente del Senato Grasso nella trasmissione tv "Piazzapulita" del 25 marzo in cui, scrive, il presidente “si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 marzo 2013
Non si fermano le polemiche sul neo presidente del Senato, Pietro Grasso. Dopo l’intervento nella trasmissione “Piazzapulita” su La7 - per rispondere alle critiche rivoltegli dal vice direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio - a reagire questa volta è Gian Carlo Caselli, ex procuratore di Palermo e ora responsabile della Procura di Torino. Dall’ex collega, ora a Palazzo Madama, sono arrivate “accuse e allusioni suggestive” che hanno presentato “in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”. E così Caselli ha scritto al Csm di “essere adeguatamente tutelato”.
Caselli si riferisce proprio all’intervento di Grasso nella trasmissione tv del 25 marzo in cui, scrive, il presidente “si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”. Nella lettera, indirizzata al vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il magistrato rimprovera a Grasso un “comportamento” che ”mi appare innanzitutto per nulla rispettoso dei principi costituzionali che presidiano la separazione dei poteri e tutelano l’indipendenza della magistratura rispetto ad ogni forma (diretta o indiretta) di condizionamento ed ingerenza del potere politico, specie se tale potere corrisponde ad una delle massime cariche dello Stato. Ritengo inoltre detto comportamento profondamente lesivo dei miei diritti e della mia immagine in particolare là dove si insinua che il mio operato sarebbe stato caratterizzato dalla tendenza a promuovere e gestire processi che diventano gogne mediatiche ma restano senza esiti mentre tutta la mia esperienza professionale si è sempre e soltanto ispirata all’osservanza della legge, al rispetto dei presupposti in fatto e in diritto necessari per poter intervenire e alla rigorosa valutazione della prova”. Un comportamento “ancor più delegittimante nei miei confronti” se si pensa – osserva il magistrato torinese – che si è tenuto “nel giorno stesso in cui veniva pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri, sentenza relativa a un procedimento avviato dalla procura di Palermo quando il sottoscritto ne era a capo”. Caselli chiede al Csm di “essere adeguatamente tutelato” e annuncia di riservarsi “ogni iniziativa al riguardo”.
L’ex procuratore nazionale Antimafia ha più volte sottolineato le differenza di metodologia con Caselli dopo aver affermato che “ci sono stati molti processi spettacolari che hanno portato ad assoluzioni. Ma non faccio nomi, non sarebbe elegante…’’. ‘’Ho avuto dei buoni maestri come Caponnetto – ha detto Grasso – che in un suo libro rispondeva alle accuse di non aver proceduto contro l’ex sindaco di Palermo dicendo che questo tipo di processi sarebbe stato sbagliato perché seppur spettacolari sono quelli che portano alle controriforme contro i magistrati, con ritorsioni che danneggiano il funzionamento della giustizia. Pensare ad inchieste come una gogna pubblica, efficace perché distrugge un carriera politica, è una deviazione della funzione delle indagini – ha sottolineato – è anticostituzionale perché la Costituzione dà il potere al magistrato di indagare in funzione del processo. Questi sono i miei maestri – sottolinea – e ho seguito il loro esempio’’.
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Per tentare di avvicinarsi alla verità (cosa difficilissima) è sempre utile sentirle tutte le campane.
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
Hai fatto benissimo a postarlo!! Rimane il problema che Travaglio non ha voluto affrontare l'arena da lui stesso in un certo qualmodo provovata.erding ha scritto:Caselli al Csm: “Chiedo tutela da accuse Grasso”
L'attuale procuratore di Torino si riferisce all'intervento del presidente del Senato Grasso nella trasmissione tv "Piazzapulita" del 25 marzo in cui, scrive, il presidente “si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 marzo 2013
Non si fermano le polemiche sul neo presidente del Senato, Pietro Grasso. Dopo l’intervento nella trasmissione “Piazzapulita” su La7 - per rispondere alle critiche rivoltegli dal vice direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio - a reagire questa volta è Gian Carlo Caselli, ex procuratore di Palermo e ora responsabile della Procura di Torino. Dall’ex collega, ora a Palazzo Madama, sono arrivate “accuse e allusioni suggestive” che hanno presentato “in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”. E così Caselli ha scritto al Csm di “essere adeguatamente tutelato”.
Caselli si riferisce proprio all’intervento di Grasso nella trasmissione tv del 25 marzo in cui, scrive, il presidente “si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”. Nella lettera, indirizzata al vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il magistrato rimprovera a Grasso un “comportamento” che ”mi appare innanzitutto per nulla rispettoso dei principi costituzionali che presidiano la separazione dei poteri e tutelano l’indipendenza della magistratura rispetto ad ogni forma (diretta o indiretta) di condizionamento ed ingerenza del potere politico, specie se tale potere corrisponde ad una delle massime cariche dello Stato. Ritengo inoltre detto comportamento profondamente lesivo dei miei diritti e della mia immagine in particolare là dove si insinua che il mio operato sarebbe stato caratterizzato dalla tendenza a promuovere e gestire processi che diventano gogne mediatiche ma restano senza esiti mentre tutta la mia esperienza professionale si è sempre e soltanto ispirata all’osservanza della legge, al rispetto dei presupposti in fatto e in diritto necessari per poter intervenire e alla rigorosa valutazione della prova”. Un comportamento “ancor più delegittimante nei miei confronti” se si pensa – osserva il magistrato torinese – che si è tenuto “nel giorno stesso in cui veniva pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri, sentenza relativa a un procedimento avviato dalla procura di Palermo quando il sottoscritto ne era a capo”. Caselli chiede al Csm di “essere adeguatamente tutelato” e annuncia di riservarsi “ogni iniziativa al riguardo”.
L’ex procuratore nazionale Antimafia ha più volte sottolineato le differenza di metodologia con Caselli dopo aver affermato che “ci sono stati molti processi spettacolari che hanno portato ad assoluzioni. Ma non faccio nomi, non sarebbe elegante…’’. ‘’Ho avuto dei buoni maestri come Caponnetto – ha detto Grasso – che in un suo libro rispondeva alle accuse di non aver proceduto contro l’ex sindaco di Palermo dicendo che questo tipo di processi sarebbe stato sbagliato perché seppur spettacolari sono quelli che portano alle controriforme contro i magistrati, con ritorsioni che danneggiano il funzionamento della giustizia. Pensare ad inchieste come una gogna pubblica, efficace perché distrugge un carriera politica, è una deviazione della funzione delle indagini – ha sottolineato – è anticostituzionale perché la Costituzione dà il potere al magistrato di indagare in funzione del processo. Questi sono i miei maestri – sottolinea – e ho seguito il loro esempio’’.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... so/542993/
Per tentare di avvicinarsi alla verità (cosa difficilissima) è sempre utile sentirle tutte le campane.
Chi abbia ragione, ora come ora non lo so ma Travaglio avrebbe potuto avviare questo confronto e probabilmente potevaessere intervenire lo stesso Caselli.
In questo modo ha lanciato il sasso e tirato indietro il braccio. Brutta figura oltretutto dopo aver inescato un problema serio che evrabbe potuto iniziare prima della sua candidatura di Grasso al PD.
Gioca sporco? Mi viene qualche dubbio
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Piazza Pulita:Grasso risponde a Travaglio
Barbara Spinelli: “Grasso la legge ad personam se l’è meritata”
(Da Il Fatto Quotidiano de 28 marzo 2013)
In un editoriale del 2006, quando scriveva sulla Stampa , Barbara Spinelli faceva notare all’allora procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che al quotidiano di Torino aveva appena rilasciato un’intervista, quanto negli atti giudiziari da lui firmati (parliamo delle stragi del ’93-’94) vi fossero parole assai pesanti contro Forza Italia: “Molteplici (sono) gli elementi acquisiti univoci nella dimostrazione che tra Cosa Nostra e il soggetto politico-imprenditoriale intervennero, prima e in vista delle consultazioni elettorali del marzo 1994, contatti riconducibili allo schema contrattuale, appoggio elettorale- interventi sulla normativa di contrasto della criminalità organizzata”. Insomma, due Grasso: uno “giu – d i z i a r i o” e uno “m e d i a t i co”. E ora? Premetto: sono contenta che presidente del Senato sia divenuto lui, e non Schifani. Allora Grasso era un magistrato, oggi presiede il Senato e in quanto tale giudica magistrati e processi. E fa critiche precise, in particolare a Gian Carlo Caselli. C’è un’incursione in un campo che non dovrebbe essere il suo. Trovo molto scorretto il modo in cui Grasso ha menzionato Caselli, presentandolo come un giudice che non avrebbe fatto altro che processi mediatici, in sostanza senza risultati. A quel tempo ricordo che venivano chiamati “teoremi”, non indagini giudiziarie. Caselli è stato protagonista dei processi Andreotti e Dell’Utri. In Italia molti dicono che il processo Andreotti fu inutile, non essendoci stata condanna. Il processo terminò con la parziale prescrizione che certificò la connivenza di Andreotti con Cosa Nostra fino al 1980. Senza questa sentenza gli italiani non avrebbero saputo la verità, al massimo qualcuno ben informato avrebbe potuto sospettare. Quel processo non solo fu utile: fu una svolta, nella storia italiana. Mostrò che i patti fra mafia e politica non erano un’invenzione. Cosa pensa della vexata quaestio sulla nomina di Grasso? Lui dice di non aver fatto nulla per ottenere le leggi contro Caselli. Chiaramente ci fu il tentativo, da parte del governo Berlusconi, di far fuori Caselli, responsabile di uno dei processi chiave nella lotta antimafia. Non importa molto sapere se Grasso fosse al corrente, se abbia spinto in quella direzione. Da una persona come lui, che vuol essere di specchiata moralità, mi sarei aspettata che dicesse: “A queste condizioni io non ci sto”. Marco Travaglio dice giustamente che la legge non fu “chiesta”, ma magari meritata, dall’allora procuratore antimafia. C’è chi avrebbe detto no? Poteva farlo anche dopo: dimettendosi. Il fatto che Caselli oggi insorga per difendersi dagli attacchi di Grasso significa che non c’è stato chiarimento alcuno tra loro. Grasso non lo ritiene ancor oggi opportuno né dovuto. È un peccato. A Piazzapulita ha detto che una volta, su richiesta di Caponnetto, si sono addirittura abbracciati. Sono stanca di come vengono citati Falcone, Borsellino, Caponnetto: a persone simili bisogna essere fedeli nei fatti, non solo nelle parole. Non possiamo citarli, visto che sono morti, indipendentemente da quel che facciamo o abbiamo fatto. La caratteristica principale del pool di Palermo era la collaborazione tra magistrati, la circolazione delle informazioni. Sotto la guida di Grasso, la Procura di Palermo fu tutt’altro che unita. Perché citare Caponnetto, allora? Nelle ultime vicende relative alla trattativa e alle pressioni del Quirinale, Grasso si comportò correttamente secondo lei? Sì, ha mostrato grande indipendenza di giudizio. Il procuratore aggiunto di Caltanissetta Domenico Gozzo (ex pm a Palermo negli anni in cui il presidente del Senato era capo della Procura) ha detto: “Non sentivamo di avere le spalle coperte. Grasso non perdeva occasione nelle interviste di prendere le distanze, e spesso sembrava fare riferimento a procedimenti in corso: per esempio al processo Dell’Utri. In Procura, invece, non lo criticava mai”. Gozzo conferma che il pool di Palermo si sfasciò sotto la sua guida. Non vi fu la cooperazione oggi vantata da Grasso. I caselliani furono emarginati, dice, e Grasso fu ambiguo su uno dei più incandescenti processi avviati da Caselli: quello di Dell’Utri. Grasso ha “perplessità” sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa, perché “trop – po difficile da provare”. Ne deduco che ha perplessità, di conseguenza, anche sul processo Dell’Utri, visto che è stato processato e condannato per concorso esterno. La signora Grasso si è molto preoccupata per le parole di Travaglio a Servizio Pubblico: “Come quando ai tempi del maxi- processo citofonarono a casa e dissero: ‘I figli sai quando escono e non sai quando rientrano’”. Sembrava che lo avesse minacciato con un pizzino mafioso. Quando Grasso è stato eletto al Senato c’è stato un coro di elogi. Un solo giornalista l’ha criticato ed è successo un putiferio. Chi osa criticare è un outsider, nella migliore delle ipotesi. E poi accusano Grillo di far di ogni erba un fascio! A proposito: Franco Battiato è stato “l i ce n z i a to” dal governatore Crocetta per la frase sulle troie in Parlamento. Tanti conformismi s’incrocia – no, a cominciare da quello femminista. Il conformismo linguistico rende ciechi alla sostanza. Crocetta ha fatto malissimo a licenziarlo. Il turpiloquio non è gradevole mai, ma Battiato non è il primo. La parola ‘troia’, poi, non ha sesso. Vorrei ricordare che Angela Napoli, una donna, ha detto: in un’assemblea di nominati, le donne spesso sono costrette a prostituirsi.
http://www.facebook.com/BarbaraSpinelli ... Repubblica
(Da Il Fatto Quotidiano de 28 marzo 2013)
In un editoriale del 2006, quando scriveva sulla Stampa , Barbara Spinelli faceva notare all’allora procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che al quotidiano di Torino aveva appena rilasciato un’intervista, quanto negli atti giudiziari da lui firmati (parliamo delle stragi del ’93-’94) vi fossero parole assai pesanti contro Forza Italia: “Molteplici (sono) gli elementi acquisiti univoci nella dimostrazione che tra Cosa Nostra e il soggetto politico-imprenditoriale intervennero, prima e in vista delle consultazioni elettorali del marzo 1994, contatti riconducibili allo schema contrattuale, appoggio elettorale- interventi sulla normativa di contrasto della criminalità organizzata”. Insomma, due Grasso: uno “giu – d i z i a r i o” e uno “m e d i a t i co”. E ora? Premetto: sono contenta che presidente del Senato sia divenuto lui, e non Schifani. Allora Grasso era un magistrato, oggi presiede il Senato e in quanto tale giudica magistrati e processi. E fa critiche precise, in particolare a Gian Carlo Caselli. C’è un’incursione in un campo che non dovrebbe essere il suo. Trovo molto scorretto il modo in cui Grasso ha menzionato Caselli, presentandolo come un giudice che non avrebbe fatto altro che processi mediatici, in sostanza senza risultati. A quel tempo ricordo che venivano chiamati “teoremi”, non indagini giudiziarie. Caselli è stato protagonista dei processi Andreotti e Dell’Utri. In Italia molti dicono che il processo Andreotti fu inutile, non essendoci stata condanna. Il processo terminò con la parziale prescrizione che certificò la connivenza di Andreotti con Cosa Nostra fino al 1980. Senza questa sentenza gli italiani non avrebbero saputo la verità, al massimo qualcuno ben informato avrebbe potuto sospettare. Quel processo non solo fu utile: fu una svolta, nella storia italiana. Mostrò che i patti fra mafia e politica non erano un’invenzione. Cosa pensa della vexata quaestio sulla nomina di Grasso? Lui dice di non aver fatto nulla per ottenere le leggi contro Caselli. Chiaramente ci fu il tentativo, da parte del governo Berlusconi, di far fuori Caselli, responsabile di uno dei processi chiave nella lotta antimafia. Non importa molto sapere se Grasso fosse al corrente, se abbia spinto in quella direzione. Da una persona come lui, che vuol essere di specchiata moralità, mi sarei aspettata che dicesse: “A queste condizioni io non ci sto”. Marco Travaglio dice giustamente che la legge non fu “chiesta”, ma magari meritata, dall’allora procuratore antimafia. C’è chi avrebbe detto no? Poteva farlo anche dopo: dimettendosi. Il fatto che Caselli oggi insorga per difendersi dagli attacchi di Grasso significa che non c’è stato chiarimento alcuno tra loro. Grasso non lo ritiene ancor oggi opportuno né dovuto. È un peccato. A Piazzapulita ha detto che una volta, su richiesta di Caponnetto, si sono addirittura abbracciati. Sono stanca di come vengono citati Falcone, Borsellino, Caponnetto: a persone simili bisogna essere fedeli nei fatti, non solo nelle parole. Non possiamo citarli, visto che sono morti, indipendentemente da quel che facciamo o abbiamo fatto. La caratteristica principale del pool di Palermo era la collaborazione tra magistrati, la circolazione delle informazioni. Sotto la guida di Grasso, la Procura di Palermo fu tutt’altro che unita. Perché citare Caponnetto, allora? Nelle ultime vicende relative alla trattativa e alle pressioni del Quirinale, Grasso si comportò correttamente secondo lei? Sì, ha mostrato grande indipendenza di giudizio. Il procuratore aggiunto di Caltanissetta Domenico Gozzo (ex pm a Palermo negli anni in cui il presidente del Senato era capo della Procura) ha detto: “Non sentivamo di avere le spalle coperte. Grasso non perdeva occasione nelle interviste di prendere le distanze, e spesso sembrava fare riferimento a procedimenti in corso: per esempio al processo Dell’Utri. In Procura, invece, non lo criticava mai”. Gozzo conferma che il pool di Palermo si sfasciò sotto la sua guida. Non vi fu la cooperazione oggi vantata da Grasso. I caselliani furono emarginati, dice, e Grasso fu ambiguo su uno dei più incandescenti processi avviati da Caselli: quello di Dell’Utri. Grasso ha “perplessità” sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa, perché “trop – po difficile da provare”. Ne deduco che ha perplessità, di conseguenza, anche sul processo Dell’Utri, visto che è stato processato e condannato per concorso esterno. La signora Grasso si è molto preoccupata per le parole di Travaglio a Servizio Pubblico: “Come quando ai tempi del maxi- processo citofonarono a casa e dissero: ‘I figli sai quando escono e non sai quando rientrano’”. Sembrava che lo avesse minacciato con un pizzino mafioso. Quando Grasso è stato eletto al Senato c’è stato un coro di elogi. Un solo giornalista l’ha criticato ed è successo un putiferio. Chi osa criticare è un outsider, nella migliore delle ipotesi. E poi accusano Grillo di far di ogni erba un fascio! A proposito: Franco Battiato è stato “l i ce n z i a to” dal governatore Crocetta per la frase sulle troie in Parlamento. Tanti conformismi s’incrocia – no, a cominciare da quello femminista. Il conformismo linguistico rende ciechi alla sostanza. Crocetta ha fatto malissimo a licenziarlo. Il turpiloquio non è gradevole mai, ma Battiato non è il primo. La parola ‘troia’, poi, non ha sesso. Vorrei ricordare che Angela Napoli, una donna, ha detto: in un’assemblea di nominati, le donne spesso sono costrette a prostituirsi.
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