Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile - 23



Dal 1994 sempre la stessa storia,…….ma a qualcuno bisognerà pur dire grazie per questi anni di penitenza:

Appeso a un filo, insomma. E, come si dice da giorni, completamente nelle mani di Berlusconi.



La Stampa 29.3.13

È mancata la pistola fumante
Il cruccio del segretario: non aver potuto usare l’asso
Senza la minaccia di scioglimento delle Camere, la strategia era quasi spuntata
Vista l’impossibilità di sciogliere le Camere, la sua posizione s’è indebolita

di Federico Geremicca


La cravatta di traverso, la giacca sbottonata, la faccia un po’ sgualcita.

Quando poco dopo le sette della sera Pier Luigi Bersani si è affacciato alla tribunetta del Quirinale, il cosiddetto «linguaggio del corpo» non lasciava presagire nulla di buono.

E invece il leader Pd - il suo tentativo, anzi - barcolla ma è ancora in piedi: e solo stasera, in questo Venerdì di Passione, se ne conoscerà la sorte ultima e definitiva.

I margini, onestamente, sono esigui, sempre più stretti: ma se c’è una cosa che può esser data per certa, è che Bersani non arretra, non rinuncia e non si arrende.

E dopo il colloquio di oltre un’ora col Capo dello Stato, s’è lasciato andare ad uno sfogo intorno alle ragioni che hanno minato (e forse addirittura già affondato) il suo tentativo di fare un governo: «Sarebbe stato tutto diverso con un Presidente nella pienezza dei suoi poteri - ha ripetuto ai suoi -. Avessimo avuto un Capo dello Stato in condizione di sciogliere il Parlamento, certo non avrebbero menato il can per l’aia trovando pretesti di ogni tipo».

Corrucciato. Preoccupato. E soprattutto molto deluso: «Siamo arrivati vicinissimi all’obiettivo. Mancava, anzi manca, solo un passo - ha insistito con i suoi - ora vediamo se Napolitano ci aiuta a farlo.

Ma al Presidente ho dovuto per onestà dire che, se io fallissi, sul dopo bisognerà ragionare con attenzione, senza dare nulla per scontato: il Pd non è disposto a sostenere qualunque governo, ed è vincolato ai deliberati della sua Direzione».


Fonti del Quirinale negano qualunque contrasto nel colloquio tra Napolitano e Bersani: «Del resto - spiegano - il segretario del Pd è venuto a resocontare circa lo stallo determinatosi, rimettendosi alle valutazioni del Presidente: non ha chiesto altro tempo, non ha sollecitato voti in Parlamento, non ha alzato barricate sul dopo, in caso di fallimento».

In cambio, se si può dir così, il Capo dello Stato vedrà - con consultazioni brevissime - se è possibile rimuovere quello che, a detta di Bersani, appare l’ostacolo maggiore incontrato: e cioè le garanzie che Berlusconi solleciterebbe circa il nome del futuro presidente della Repubblica.


Si tratta, in tutta evidenza, di una questione della massima delicatezza.

Si immagina, però, che un tale problema possa certo esser posto ad un presidente del Consiglio preincaricato: ma assai più difficilmente ad un Capo dello Stato in carica. Berlusconi potrà naturalmente porre la questione in altro modo: e dire, per esempio, che il Pd ha già eletto i presidenti di Camera e Senato, pare voglia eleggersi quello della Repubblica e dunque non può pretendere anche Palazzo Chigi.

Ma è appunto questo quel che Napolitano intende capire: e cioè, se con un nome diverso da quello del segretario del Pd, Berlusconi e la Lega sono davvero pronti - come ripetono da giorni - a far nascere un governo o se invece il loro “piano a” non siano, in realtà, le elezioni anticipate.
Napolitano al lavoro, dunque, per provare ad evitare - se possibile - il naufragio del tentativo-Bersani.


Al leader Pd, dunque, non resta che attendere: ma si tratta di un’attesa per nient’affatto rassegnata: «Chiunque dovesse venire dopo di me, compreso Saccomanni assicurava in serata il segretario dei democratici - dovrà prima di tutto conquistare i voti dei 480 parlamentari della nostra coalizione: voti che io ho già.

E non ci vengano a proporre governissimi, magari mascherati dietro un altro nome, perché lì il mio no è già scritto.

C’è mezzo Pd che non voterà mai per una sorta di riedizione del governo Monti e che non vuole rompere la coalizione con Sel, visto che Vendola per quella via non ci seguirebbe... ».


Appeso a un filo, insomma. E, come si dice da giorni, completamente nelle mani di Berlusconi.

«Magari - annotava a fine giornata Bersani - ci ripensa e capisce che un “governo del Presidente” rischia di essere un pasticcio anche per lui».

Lo diceva con la solita voce profonda: ma sembrava più un auspicio, stavolta, che una possibilità concreta, sulla quale puntare il famoso cent...
Ultima modifica di camillobenso il 29/03/2013, 22:47, modificato 1 volta in totale.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Federerico Geremicca, ha scritto:

La cravatta di traverso, la giacca sbottonata, la faccia un po’ sgualcita.

Quando poco dopo le sette della sera Pier Luigi Bersani si è affacciato alla tribunetta del Quirinale, il cosiddetto «linguaggio del corpo» non lasciava presagire nulla di buono.

Ettecredo,…Napolità l’ha tenuto 40 minuti in questa posizione mentre lo confessava.

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Joblack
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Joblack »

Ragazzi mi sono stancato dei giri di parole e del buonismo.

Tutti noi siamo consapevoli che nel fronte del centro destra siamo in presenza di personaggi farabutti, scelti uno ad uno da berlsuconi i quali farebbero tutto e di + per favorire gli interessi del capo senza curarsi minimamente dei problemi del paese.

La prova palese è stata data l'anno scorso con l'approvazione di ruby nipote di mubarak.

In questa legislatura tra le fila del PDL abbiamo tutti falchi fedeli, e quelle povere anime indipendenti, tipo Pisanu, sono stati bellamente epurati.

Con questi non bisogna avere niente a che fare!

Neanche prendere un caffé al bar.

M5S:

Bersani in modo sommesso ma fermo ha provato a far ragionare i due portavoce "eunuchi" dicendogli che respinto un governo PD che vuole il cambiamento poi avrebbe avuto a che fare con un governo meno disposto ai cambiamenti per via dei veti incrociati e dei conflitti di interesse tutti dentro al PDL.

E' quello che sta accadendo con l'ipotesi di abbraccio mortale con il PDL.

Nessun vero cambiamento è possibile con questi farabutti del PDL.

Rendiamocene conto.

L'unica via è prendere tempo, nominare un PdR sopra le parti e non ricattabile da PDL, quindi far sciogliere il parlamento dal nuovo PDR ed infine andare a nuove elezioni a giugno.

Cosa fare nel frattempo?

Due piccole leggine:

1) mettere asticella al premio di maggioranza,

2) mettere premio di maggioranza al senato a livello nazionale anziché "regionale".

Tutto qui.

Bye
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile - 24


Gad Lerner a Milano, e la Sardoni al Quirinale reputano preoccupante il silenzio di Napolitano che sembra aver posticipato la dichiarazione delle decisioni prese per risolvere la crisi del governo.


Aumentano a Roma le voci di dimissioni anticipate del presidente, ....come aveva anticipato all'inizio settimana Dagospia.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La scugnizzina


La ruota panoramica della vita, simile a quella permanente del Prater di Vienna ha completato il suo giro. Ha fatto un giro completo ed è tornata al punto di partenza. Solitamente si scende.

Nella giornata di Pasqua del 2013, si possono vedere ancora di queste cose.

Imboccata la via laterale che porta a casa, una vietta non molto frequentata nei giorni normali, stamani, dopo le 13,00, arrivato a metà strada ho cominciato a percepire il suono di una fisarmonica.

Dal fondo della strada, al centro della stessa, avanzava lentamente un uomo che suonava musica di altri tempi, una musica che si adatta molto bene alla tastiera di una fisarmonica. L’uomo, sulla trentina, era affiancato da una giovane donna di qualche anno meno di lui con un bambino piccolo in braccio. Attorno ai genitori saltellava una scugnizzina di non più di 4/ 5 anni. Da come si muoveva, come si muovono tutti i bambini di quell’età felici di essere al mondo, sembrava che non gli pesasse quella realtà di povertà evidente e di vita diversa dagli altri.

Poi, quando la distanza è stata quella giusta, la piccola si è staccata dai genitori è sbucando da dietro un’automobile in sosta mi è venuta incontro tendendo la manina.

Dopo aver sorpassato sul marciapiede questa inusuale famiglia dei tempi nostri, mi sono voltato per osservare la piccola che consegnava con soddisfazione la moneta al padre.

I genitori senza cappotto addosso, in questi giorni a Milano fa ancora freddo, un freddo piuttosto raro per l’ultimo giorno di marzo, con indosso abiti indicatori di povertà. La piccola indossava un giubbotto di plastica rosa, che si usano spesso per i bambini, ma non di certo adeguato per le temperature di questi giorni.

In quella vietta il padre continuava a suonare avanzando lentamente, ma di certo non avrebbe potuto ricavare un cent. Per via dell’ora ma soprattutto per la strada sbagliata.

Eppure a quella famiglia sembrava non importasse.

Per i genitori, passi. O hanno scelto volontariamente la vita di strada per sbarcare il lunario, oppure è la povertà che li ha ridotti a tanto. Il bambino in braccio non era certamente in grado di capire la realtà che lo circondava.

Ma la piccola scugnizzina sì. Era certamente in grado di percepire la realtà che la circondava. Eppure, con molta normalità accettava di prestarsi a chiedere l’elemosina per conto dei genitori, pur sapendo che esistono altre realtà che la circondano, perché le vede e le percepisce tutti i giorni, eppure sa che il destino gli ha assegnato quel ruolo.

I suoi coetanei, invece, se ne stavano protetti dentro le case del circondario al caldo, aspettando la fine del pranzo per aprire l’uovo di Pasqua come da tradizione, per poi tuffarsi a smanettare tutto il giorno come ossessi i giochi elettronici che non mancano mai.

Queste scene di strada erano normali da queste parti nel primo dopoguerra, e già allora mi procuravano fastidio ed imbarazzo.

Poi man mano che l’Italia si riprendeva dalle miserie della guerra, queste scene stradali si sono diradate fino a scomparire del tutto.

All’improvviso, oggi 31 marzo 2013, quelle scene sono ricomparse il giorno di Pasqua.

Conoscendo il mondo, il rammarico è che da queste parti non esista un Ernesto Che Guevara che dica basta a queste disuguaglianze.

E’ arrivato Francesco, ma non potrà arrivare dappertutto.
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

il punto di vista di Scalfari

UN INCUBO DI MENO

I GIORNALI di ieri titolavano tutti, in prima pagina e a piene colonne, sulle dimissioni del presidente della Repubblica dal suo incarico. I più benevoli attribuivano questa ipotetica ma probabilissima decisione ad un alto senso di responsabilità: impossibile varare un governo con maggioranza precostituita; la sola strada per Napolitano era dunque quella di porre fine al suo mandato accorciando di una decina di giorni la nomina del suo successore che, avendo il potere di sciogliere le Camere, avrebbe potuto influire sull'atteggiamento dei partiti oppure per metter fine alla legislatura appena eletta e ridare la parola al popolo sovrano. Ma non mancavano i malevoli: Napolitano abbandonava il campo lasciando la patata bollente al suo successore.
Non so da dove venisse questa pseudonotizia. So soltanto (e l'ho detto la sera di venerdì rispondendo ad una domanda della Gruber nella trasmissione "Otto e mezzo") che chi conosce il nostro Presidente e la sua storia era certo che non è uomo che si sottragga alle responsabilità anche quando comportano fatica e sofferenza.
Napolitano sa benissimo che le sue dimissioni premature rispetto alla naturale scadenza del suo settennato, avrebbero gettato i mercati in grandissima confusione, avrebbero accresciuto la rissa tra i partiti e al loro interno, avrebbe annullato la credibilità internazionale del nostro Paese già abbastanza logorata dagli insuccessi politici che hanno fortemente indebolito l'immagine di Mario Monti. Nel suo recente viaggio a Berlino, il nostro capo dello Stato aveva rassicurato la cancelliera Angela Merkel sul fatto che l'Italia non sarebbe mai rimasta senza governo. Le sue dimissioni avrebbero aperto un buco al Quirinale per almeno un mese senza che neppure si sapesse chi sarebbe stato il suo successore. Un mese non è poca cosa, senza contare che il nuovo capo dello Stato avrebbe dovuto riaprire le consultazioni per nominare un nuovo governo e poi, forse, sciogliere le Camere e aprire una campagna elettorale: altri tre mesi (a dir poco) di ulteriore insicurezza. È vero che questi ultimi passaggi (salvo quello dello scioglimento delle Camere che resta pur sempre deleterio) dovranno comunque esser compiuti; ma le dimissioni anticipate e il vuoto che avrebbero aperto non sarebbero certo state un buon viatico.
Per tutte queste ragioni, che mi rendono moderatamente ottimista, sono stato felice ieri quando alle ore 13.27 ho ascoltato le parole di Giorgio Napolitano confermare che avrebbe rispettato la scadenza naturale del suo mandato, avrebbe nel frattempo preso tutte le misure opportune per facilitare il compito del suo successore ed avrebbe stimolato, firmato e promulgato tutti i provvedimenti urgenti che l'economia del Paese richiede,a cominciare dal decreto sul pagamento dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese fornitrici di beni e servizi.
L'ho già detto più volte, ma lo ripeto ancora oggi: sarà molto difficile- purtroppo- trovare un successore dello stesso spessore e livello di questo, che cesserà dal suo ruolo il 15 maggio prossimo.
**** Un'altra strada avrebbe potuto seguire Napolitano, esclusa una volta per tutte quella delle sue dimissioni anticipate: avrebbe potuto nominare un nuovo governo senza politici di professione, un governo istituzionale che, una volta nominato, andasse in Parlamentoa chiedere la fiducia e, qualora non l'avesse ottenuta, restasse comunque in carica per l'ordinaria amministrazione. Personalmente pensavo che questa sarebbe stata la via prescelta. Invece no.
Napolitano sperava di poterlo fare confidando che sia il Pd che il Pdl e forse perfino le 5Stelle facessero confluire i loro voti su un governo istituzionale che, ovviamente, non sarebbe stato il governissimo auspicato da Berlusconi.
Nel corso delle consultazionilampo seguite all'insuccesso del tentativo di Bersani, il Pd si è dichiarato disponibile a votare un governo istituzionale «di scopo» del genere di quello affidato nel 1993 da Scalfaro a Ciampi. Ma Grillo ha insultato (come sua turpiloquente abitudine) un'ipotesi di questo genere e Alfano, dopo aver ricevuto l'imbeccata dal suo padrone, ha detto che «il Pdl avrebbe appoggiato un nuovo governo purché fosse un governo politico con programma concertato dai partiti disposti a parteciparvi». Di fatto ha riproposto il governissimo che il Pd aveva già bocciato escludendolo dalle ipotesi negoziabili.
Avendo constatato che questo era l'insuperabile stallo, Napolitano ha scartato la nomina di un governo istituzionale lasciando in piedi il governo Monti. Ma c'è anche un'altra ragione, sia pure marginale: un governo istituzionale senza maggioranza e quindi degradato all'ordinaria amministrazione sarebbe stato una difficoltà aggiuntiva per il suo successore al Quirinale. Di qui la decisione di restare nel suo ruolo prolungando la permanenza di Monti a Palazzo Chigi e procedendo alla nomina di un comitato che metta in luce i punti programmatici sui quali ci sia la concordia delle forze politiche rappresentate in Parlamento, tale da facilitare il lavoro che attende il suo successore. Non si tratta affatto d'uno schiaffo ai partiti, che infatti saranno presenti nel suddetto comitato, di cui troverete i nomi nelle pagine del nostro giornale.

Va detto che le agenzie di stampa estere stanno già registrando la soddisfazione delle autorità europee, a cominciare da Mario Draghi che si è già complimentato con il nostro Presidente, nonché di molti nomi significativi delle forze economiche e internazionali. Insomma un boomerang di ottimismo che - si spera - sarà registrato martedì alla riapertura dei mercati.

Ci sarà anche, nel comitato suddetto, il ministro Moavero per la sua competenza negli affari europei, e molte altre eccellenze del diritto e dell'economia. Ho già detto che non si tratta affatto d'uno schiaffo ai partiti i quali però i loro problemi li hanno al proprio interno. Ed è questo che dobbiamo ora esaminare per completare il quadro. Cominciando con il Pdl. Se lo stato maggiore fosse composto da persone responsabili, inviterebbe Berlusconi a ritirarsi dalla politica, togliendo in questo modo l'impedimento principale ad un accordo programmatico con gli altri partiti, evitando anche che il loro capo sia politicamente eliminato per via giudiziaria.
Non parlo del processo Ruby ma di quello sui diritti cinematografici di Mediaset che è già in fase di Corte d'Appello, la cui sentenza si avrà entro il prossimo maggio.
In prima istanza l'imputato è già stato condannato a quattro anni di reclusione e all'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Ove la Corte confermasse questa sentenza, il problema non si porrebbe più, per non parlare di Napoli dove la Procura, che aveva chiesto ma non ottenuto la procedura immediata, ha chiesto pochi giorni fa il rinvio a giudizio per via ordinaria.
Se sarà concesso dal Gup, è un'altra tegola ancor più contundente che si prepara. Purtroppo, il pacifico ritiro in pensione del Cavaliere non si verificherà perché lui non è il capo ma il padrone del suo partito, ed anche della Lega, ed è supportato da dieci milioni di elettori che speranoe credono ancora che Berlusconi gli regalerà un asino con le ali. Un Ippogrifo asinario. È la quinta volta che glielo promette e la colpa che gli impedisce un così meraviglioso regalo è dei magistrati e dei comunisti. Gli allocchi ci sono in tutto il mondo e non soltanto in Italia. Ma da noi purtroppo ce ne sono molti di più che altrove. Siamo fatti così e forse un po' di alloccaggine c'è in ciascuno di noi. Pazienza.

Nel Pd la situazione è alquanto diversa ma qualche sintomo di tensione c'è anche lì, alimentato da alcuni giornali e televisioni che hanno un (incomprensibile) interessea tenerlo vivo.
Il Pd è diviso in molte correnti.
Un tempo non c'erano, adesso ci sono e comunque esiste un "apparato" numeroso ma non molto rappresentativo degli elettori che sono anche per il Pd una decina di milioni. (Prima di queste elezioni erano circa quattordici e quelli del Pdl più di sedici). Renzi aspetta il suo momento ed ha certamente una sua capacità di richiamo. Cambierebbe alquanto i connotati del partito, ma un cambiamento ci vuole, come no? Su posizioni fortemente diverse c'è Fabrizio Barca, attualmente ministro della Coesione nel governo Monti. Se domandi a Fabrizio che cosa vorrebbe fare quando questo governo avrà cessato di esistere, ti risponde che gli piacerebbe occuparsi del partito, al quale non è neppure iscritto ma verso il quale sente una profonda vocazione.
Per fare che cosa? Per cambiarlo, naturalmente. Non nella linea ma nella struttura. Come Renzi? No, in tutt'altro modo. Barca non vuole essere più ministro e tantomeno aspirante alla presidenza del Consiglio. Vuole occuparsi del partito e cambiarlo, punto e basta.
Sono in vista nuvole per Bersani? Nella fase attuale non sembra. Se ne parlerà al congresso quando scadrà da segretario. Fino ad allora il partito sembra compatto ed è bene che tale rimanga.

Il movimento montiano di Scelta civica. Di fatto è diventato quantité négligeable. Ci sono i sopravvissuti del Udc e Montezemolo con i suoi circoli sul territorio.
Hanno preso,i montiani,3 milioni di voti che in gran parte erano quelli dell'Udc e di Fini. La prossima volta ne prenderanno probabilmente meno salvo una eventuale implosione del Pdl che in parte (modesta) potrebbero approdare a Scelta civica.

Ma poi, last but not least, ci sono Grillo, Casaleggio e i loro otto milioni di elettori e gli eletti.
Non si può dire che Grillo sia un incidente di percorso, gli allocchi ci sono anche trai suoi (parecchi) ma ci sono anche quelli che vogliono rifare l'architettura della Repubblica.
Come? Non è chiaro. Su base referendaria? Sì, ma fatta in Rete. In che modo? Non è chiaro neppure questo salvo su un punto: per ora dalla Rete (dal suo blog) parla soltanto Grillo, Casaleggio e i loro amici certificati; col passare del tempo le maglie della Rete saranno allargate ( adelante, Pedro, cum judicio ).
Gli eletti sono per ora alquanto smarriti, naturalmente col tempo matureranno. Io li considero i nuovi barbari nel senso greco del termine: parlano un linguaggio diverso dal nostro. Chi parla un altro linguaggio ha anche un diverso pensiero e una diversa visione della società. Quale? Neanche loro lo sanno, si formerà passo dopo passo; oppure impareranno il nostro linguaggio e contribuiranno a cambiare senza distruggerla la nostra visione del bene comune.
Questo è stato il coraggioso tentativo di Bersani.
Sicuramente prematuro, ma la strada è quella, insegnar loro il nostro linguaggio e accogliere i contributi da loro proposti. E chi ha più filo da tessere faccia la tela.
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EUGENIO SCALFARI
31 marzo 2013 1 sez. Prima Domenica
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile – 25

La cruna dell’ago - 1


I vignettisti, tutti quanti, hanno la caratteristica comune di saper tradurre in brevi tratti di matita, quello che altri devono esprimere con migliaia di parole. Hanno il dono della sintesi.

In questo caso, Altan ci prospetta una sintesi amara.

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Non è di certo uno scherzo del primo aprile, il giorno dedicato ai liberi scherzi secondo la tradizione. Non c’è nessuna voglia di scherzare.

<<Siamo sull’orlo del baratro>> precisa il primo uomo.

- Goditi lo spettacolo – di rimando il secondo uomo

Anche qui c’è ben poco di che godere spettacoli, a meno che uno non sia appassionato dell’orrido.


Adesso è certo, dobbiamo passare attraverso la cruna dell’ago.

Come? Vattelapesca, ci vorrebbe un’autentica chiromante che sappia leggere nella sfera di cristallo.

Anche perché siamo all’interno del più grande Asilo Mariuccia del pianeta.

Questo è stato per noi un lunghissimo primo d’aprile durato 19 anni. Chi l’avrebbe mai detto? Eppure è così, il popolo italiano è capace d’inventarsi anche questo, pesci d’aprile che durano vent’anni.

Hanno scherzato per vent’anni.

Il Tg3 delle 19,00, conferma la posizione del Pdl, 7 giorni di tempo, massimo 10, non si può perdere altro tempo. Occorre trovare il modo di votare a giugno.

Il bollettino di guerra odierno poi riporta, la chiusura di 50 supermercati in Sicilia, e il presidio a Bari della Bridgestone.


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La cruna dell’ago - 2
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile – 26

La cruna dell’ago - 2


La mummia cinese garantita, scalpita, e dal suo punto di vista ha ragione di scalpitare. Conosce il detto: “Batti il ferro finché è caldo”

Gli ultimi sondaggi Swg del 29 di marzo, che da quelle parti ritengono tra i più affidabili dopo quelli della loro sondaggista preferita, Ghisleri, perché laicamente da mesi raccontavano i dati reali che hanno in mano i partiti riportati con un errore del +/- 2,37 %, danno il Pdl e la coalizione della prima destra in vantaggio.

Pdl…………………= 26,2 %
Coalizione cdx = 32,5 %

**

Pd………………….= 26,0 %
Sel………………….=…2,9 %.............(dimezzato rispetto a 6 mesi fa)
Coalizione csx = 29,6 %

**

Lista civica…….= …6,8 %
Udc……………….= …1,9 %
Coalizione di c. = 8,7 %

**

M5S……………..= 24,8 %

**

Vista da lontano, al di fuori delle tifoserie dei club, nel medio tempo la strategia della mummia è una strategia vincente.

Il recupero del Pdl è un dato di fatto. E a recuperare 10 punti è stata la mummia cinese garantita. Nessun altro. In questo si è sbagliato anche Travaglio, forse perché vede B. come il fumo negli occhi.

Sappiamo molto bene su quale terreno lavora la mummia, quello delle bufale rivolte in prevalenza a persone poco preparate. Ma sfonda anche tra quelle di cultura superiore.

In questo momento è ancora il migliore comunicatore politico su piazza ed inoltre presta molta attenzione, da esperto di marketing, a cosa richiede il mercato.

Possiamo dire che da un certo punto di vista siamo anche stati fortunati, perché alla Camera, con il porcellum, la mummia non ha usufruito del premio di maggioranza per solo uno 0,36 %. Cose da mordersi le dita e non solo, dal suo punto vista.

Se avesse vinto Berlu, saremmo ancora in una posizione peggiore di quella che ci troviamo ora, peggiore al cubo.

Sarebbe toccato a lui formare il governo, anche se non aveva la maggioranza al Senato.

Sapeva di non poter stravincere come nel 2008, e quindi ha applicato la strategia dei due tempi.

Primo tempo, recuperare fino al punto tale che la formazione di csx non avesse la maggioranza al Senato, paralizzando il sistema e obbligando il Pd a trattare.

Secondo tempo, le difficoltà del Pd in caso di nuove e ravvicinate elezioni, gli avrebbero consentito di riottenere la maggioranza per governare senza maggioranze strane ed ingombranti.

Adesso il suo disegno si sta avverando.

La mummia ha costretto Napolitano ad un escamotage fuori ordinanza, ma che in pratica gioca tutto a suo favore.

La commissione dei saggi lavorerà nella direzione di unire nuovamente Pd e Pdl. Per non fare uno sgarbo a Monti, ha chiamato come saggio Mario Mauro, Lista civica ex Pdl.

Si potrebbe ricomporre la formazione che ha sostenuto Monti.

Il settore politico quindi è formato da 4 formidabili inciucisti.

Nel settore “laici”, Napolitano ha scelto Valerio Onida, area Pd, in quanto contrario alla non illegibilità di B.

Avrebbe potuto scegliere Stefano Rodotà, ma il vecchio giurista ha firmato la petizione di Micromega.

Sarebbe stato poi una evidente rogna nella commissione, tutta concorde e disponibile a salvare B.

Malgrado tutto questo, la mummia preme, perché non ha nessun interesse che vengano fissati paletti al suo condizionamento e al prossimo governo.

La strategia di comunicazione usata da subito dopo le elezioni é semplice ma devastante e pericolosa.

La sua grande abilità è stata sempre quella di dosare nei modi opportuni piccole verità e grandi bufale.

Le piccole innegabili verità servono per convincere il merlame che tutto quanto propone sono tutte verità. E’ l’inserimento successivo di grandi bufale che gli consente di ottenere larghi consensi.

Adesso sta usando una grande verità. Il problema numero uno del Paese è “lavoro e occupazione”. I suoi, e non solo, si sono già dimenticati che la crisi versione Bel Paese dipende prevalentemente da lui. Si sono dimenticati che 15 giorni prima di alzare bandiera bianca raccontava la bufala dei ristoranti, degli alberghi, dei luoghi di villeggiatura pieni.

Gli risulterà anche facile, come ha già fatto in campagna elettorale, attribuire la chiusura di molti alberghi nel flop pasquale, alle scelte del governo Monti, come se lui fosse stato su marte in quel periodo.

La sua abilità comunicativa consiste proprio in questo, confondere sempre e comunque le acque.

L’uscita di oggi avrà il suo peso: “La casa brucia,…occorre fare in fretta”.

E chi, onestamente, potrebbe negare che non sia vero?



Dal Corriere.it

GLI ESPERTI NOMINATI DA NAPOLITANO
Pdl all'attacco sui saggi: «La casa brucia, facciano presto e si torni alle consultazioni»
La reazione di Alfano all'indomani della prima riunione delle commissioni. Solo i centristi condividono la scelta del Colle

http://www.corriere.it/politica/13_apri ... e2f1.shtml

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Da il Giornale.it

Saggi, bocciatura bipartisan
Alfano incalza il Quirinale:
"Riprenda le consultazioni"
Sergio Rame

Il Pdl all'attacco: "Larghe intese o voto". Il Pd è critico: "La solizione non è risolutiva". E Grillo: "Badanti della democrazia". Ma Napolitano tira dritto

http://www.ilgiornale.it/news/interni/g ... 01754.html

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Da Libero.it

I "DIECI SAGGI"

Cav tentato: far saltare il banco e subito alle elezioni
Silvio scettico sulle commissioni volute da Napolitano: "E' una palude". I tempi si dilatano, e le sentenze incombono
• Dal conclave dei saggi il nome dei prossimi premier e presidente
• Berlusconi non si fida: serve un patto pure sul Quirinale
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... aggi-.html


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ALFANO: "FARE IN FRETTA, LA CASA BRUCIA"

Convocati
i 10 saggi: "Avranno limiti temporali"
Il Colle chiama le commissioni e rassicura il Pdl: "Tempi limitati". Il giallo: la telefonata tra il Capo dello Stato e il "tutore" Draghi
• Il Pdl avverte i saggi: "Governo in 10 giorni o si torna al voto"

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... rali-.html

**


Dopo due lunghi anni i dati dei sondaggi gli sono favorevoli, e Berlu vuole sfruttare fino in fondo la situazione.


Continua in:
La cruna dell’ago - 3
Joblack
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Joblack »

Caro camillobenso,

Non credo nella ricostruzione che hai fatto a tutto vantaggio della mummia cinese.

Non credo che i sondaggi c'azzzecano ... come visto con M5S.

Non credo nell'abilità politica della mummuia tant'è che 6 milioni di elettori li ha persi.

Non credo che si andrà a votare con il porcellum

Non credo che la mummia eviterà la scure giudiziale.

Se scrivi soltanto per farci deprimere di più di quanto non lo siamo già ..... ci sei riuscito.

Bye
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‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Joblack ha scritto:Caro camillobenso,

Non credo nella ricostruzione che hai fatto a tutto vantaggio della mummia cinese.

Non credo che i sondaggi c'azzzecano ... come visto con M5S.

Non credo nell'abilità politica della mummuia tant'è che 6 milioni di elettori li ha persi.

Non credo che si andrà a votare con il porcellum

Non credo che la mummia eviterà la scure giudiziale.

Se scrivi soltanto per farci deprimere di più di quanto non lo siamo già ..... ci sei riuscito.

Bye


Gran brutta cosa non guardare in faccia alla realtà, creandosene una artificiale sostitutiva. Soprattutto quando hai di fronte un nemico di quel genere. Significa sempre soccombere. Ed è quello che è successo in questi 20 anni.

Fare finta di non vedere chi si aveva di fronte.

Ma non si tratta solo di questo.

Sarebbe come dire che quanto scritto dal lontano 13 novembre 2008 nel vecchio forum nel 3D di gi.bo,

……e quando le fabbriche chiuderanno……

è stato fatto solo per puro divertimento e non per mettere in guardia e reagire ad un disastro annunciato.

Nel Paese di St Thomas, bisogna toccare con mano per credere.

Oltre 3 milioni di disoccupati, e metà delle aziende che rimangono in piedi che pagano i dipendenti a rate, perché non ci sono soldi.

Era puro divertimento quello?

E neppure quanto scritto ora lo è.

Deprimersi non serve a niente perché non cambia la realtà dei fatti.

Se sei convinto di tutto il contrario buon per te.


Non credo nella ricostruzione che hai fatto a tutto vantaggio della mummia cinese.


L’ho anche premesso, se guardi con occhio distaccato non da tifoso la realtà è questa.

Se rileggi invece il forum, noterai che al tifoso la verità da sempre fastidio.

Salvo poi recriminare quando le cose non vanno come si pensava che andassero, come ad esempio nelle recenti elezioni.
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