Circolano in rete...
Re: Circolano in rete...
Daniela Santanché ed i veri problemi del Paese
Nuovo numero di "Chi". Da una mangnifica località montana svizzera, la deputata Pdl Daniela Santanché si interroga s'una questione storicamente intricata. Meglio St. Moritz, o Courmayeur?
Nuovo numero di "Chi". Da una mangnifica località montana svizzera, la deputata Pdl Daniela Santanché si interroga s'una questione storicamente intricata. Meglio St. Moritz, o Courmayeur?
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Re: Circolano in rete...
La Santadeché è senza cappello.
Mentre il suo eroico compagno si è tagliato i capelli per sfidare le temperature.
Mentre il suo eroico compagno si è tagliato i capelli per sfidare le temperature.
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Re: Circolano in rete...
enrico mentana
@ementana
Certo,candidare Schifani contro Grasso è fuori dal mondo. Se il Pd avesse scelto Topolino chi gli avrebbe contrapposto il Pdl, Gambadilegno?
@ementana
Certo,candidare Schifani contro Grasso è fuori dal mondo. Se il Pd avesse scelto Topolino chi gli avrebbe contrapposto il Pdl, Gambadilegno?
Re: Circolano in rete...
Il centrocampista dell'AEK Atene Giorgos Katidis ha festeggia a torso nudo e con il saluto nazista il gol della vittoria nella sua squadra per 2-1 vittoria in Super League contro il Veria allo Stadio Olimpico di Atene.
Dopo le pesanti critiche ricevute in seguito al suo gesto, il ventenne giocatore s' è scusato sostenendo che ignorava il significato del suo gesto.
"Io non sono un fascista e non l'avrei fatto se avessi saputo che cosa significasse," ha tentato di difendersi Katidis, che ha detto che stava 'semplicemente indicando il giocatore Michalis Pavlis sugli spalti per dedicargli dedicare il gol visto che continua a combattere problemi di salute.
"Vorrei chiarire che cosa è un semplice malinteso. Il mio gesto non ha nulla a che fare con il fascismo", ha detto ancora Katidis. "Sono un calciatore e ho festeggiato in quel modo solo per le persone in piedi e solo quello. Capisco i sentimenti riscaldati che ho creato e mi scuso per questo".
Lo difende l'allenatore Ewald Lienen: "E 'un ragazzo giovane che non ha idee politiche. E' probabile che abbiano visto un saluto su Internet o da qualche altra parte e lo ha fatto senza sapere che cosa significa", ha detto il tedesco. "Io sono al 100 per cento sicuro che Giorgos non sapeva quello che faceva. Nello spogliatoio ha pianto, quando si è reso contro".
Dopo le pesanti critiche ricevute in seguito al suo gesto, il ventenne giocatore s' è scusato sostenendo che ignorava il significato del suo gesto.
"Io non sono un fascista e non l'avrei fatto se avessi saputo che cosa significasse," ha tentato di difendersi Katidis, che ha detto che stava 'semplicemente indicando il giocatore Michalis Pavlis sugli spalti per dedicargli dedicare il gol visto che continua a combattere problemi di salute.
"Vorrei chiarire che cosa è un semplice malinteso. Il mio gesto non ha nulla a che fare con il fascismo", ha detto ancora Katidis. "Sono un calciatore e ho festeggiato in quel modo solo per le persone in piedi e solo quello. Capisco i sentimenti riscaldati che ho creato e mi scuso per questo".
Lo difende l'allenatore Ewald Lienen: "E 'un ragazzo giovane che non ha idee politiche. E' probabile che abbiano visto un saluto su Internet o da qualche altra parte e lo ha fatto senza sapere che cosa significa", ha detto il tedesco. "Io sono al 100 per cento sicuro che Giorgos non sapeva quello che faceva. Nello spogliatoio ha pianto, quando si è reso contro".
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Re: Circolano in rete...
El caso de la "Libera" en Florencia, organizado por Don Ciotti, las carreteras se inundan las calles con banderas de la Comunidad de la Buena Muerte en el arte, Pd.
Re: Circolano in rete...
Chavez vs Gesù, negli usa è "guerra" per il doodle di google
Nel giorno in cui il mondo cristiano celebra la Santa Pasqua, la versione Usa di Google dedica il proprio doodle ad un leader sindacalista socialista che, per di più, di cognome fa Chavez e richiama subito alla mente tutto quello che di contrario c’è ai valori dei conservatori americani. Il sindacalista in questione non ha nulla a che vedere con Hugo, il leader venezuelano recentemente scomparso. Stiamo infatti parlando di Cesar Chavez, dirigente sindacale che negli anni Sessanta e Settanta divenne una delle icone delle battaglie per i diritti civili dei latinos. Americano figlio di genitori messicani, fu tra i fondatori dell’American Labor Movement e uno dei principali esponenti dei movimenti per la tutela dei lavoratori agricoli. Insomma, credenziali più che sufficienti per fargli meritare una menzione speciale sul motore di ricerca con il consueto metodo del doodle, ovvero una versione speciale del logo del motore di ricerca che, nella fattispecie, riportava l’immagine di Chavez all’interno di una delle due O del marchio. Chavez, tra l’altro, è considerato l’inventore dello slogan «Sì, se puede», a cui si è ispirato anche Barack Obama con per il suo «Yes, we can», utilizzato ai tempi della prima campagna per la Casa Bianca.
I conservatori americani, però, non l’hanno digerita. Non è piaciuto loro che proprio nel giorno di Pasqua la menzione fosse per il sindacalista chicano e non per Gesù Cristo risorto dal sepolcro. Così in molti hanno postato messaggi critici sui social o nei blog, proponendo addirittura il boicottaggio del motore di ricerca di Mountain View a vantaggio di altre piattaforme. «Oggi cambio per Bing visto che Google ritiene che Gesù sia meno importnate di Cesar Chavez, leader
socailista» è uno dei commenti comparsi su Twitter. E ancora: «Complimenti Google, sei riuscito ad alienarti tutti i cristiani d’America: invece di celebrare Cristo, si celebra Cesar Chavez». Anche alcuni giornalisti e commentatori del campo moderato sono scesi in campo. «I cristiani si sentono oltraggiati dalla scelta di onorare la nascita del leader laburista Cesar Chavez anzichè Gesù Cristo nel giorno di Pasqua», ha sentenziato ad esempio Todd Starnes di Fox News Radio, in una dichiarazione riportata da diverse agenzie di stampa.
La sovrapposizione tra il giornodi Pasqua e la celebrazione di Chavez è sostanzialmente un problema di calendario. Il 31 marzo è infatti il giorno di nascita di Cesar Chavez, che venne alla luce a Yuma, in Arizona, nel 1927. In tre Stati americani – California, Colorado e Texas – la giornata del 31 marzo è considerata una festività di stato e molte attività, scuole, istituzioni pubbliche osservano un giorno di stop. Va poi detto che due anni fa lo stesso Obama aveva proclamato il 31 marzo il «Cesar Chavez Day» chiedendo che l’intera nazione provvedesse a celebrare con opportune occasioni di ricordo la figura del portavoce dei lavoratori. E forse proprio questa scelta fortemente politica, unita al particolare dello slogan in comune tra il presidente e il sindacalista, rende la figura del leader laburista particolarmente invisa ai conservatori Usa. E, non ultimo, il presidente di Google, Eric Schimdt, è stato consigliere di Obama in entrambe le campagne elettorali. Il sospetto è insomma che in qualche modo la scelta di onorare Chavez sia stata pilotata dalla Casa Bianca.
In una dichiarazione inviata al quotidiano britannico Guardian, un portavoce del motore di ricerca ha cercato di minimizzare: «Siamo lieti di celebrare le festività ma è difficile scegliere gli eventi da evidenziare sul nostro sito». La versione italiana di Google, per dire, non aveva alcun doodle, nessun richiamo alla Pasqua, neppure un coniglietto (a proposito: ma avete visto come Obama ha conciato il povero Bo?) o un ovetto di cioccolato, men che meno scene bibliche o riferimenti diretti alla Resurrezione. Ma nessuno da noi ne ha fatto un problema, evidentemente ne abbiamo ben altri. Certe polemiche per fortuna sono roba da americani. Yankee doodle!
twitter: @lex_sala
Nel giorno in cui il mondo cristiano celebra la Santa Pasqua, la versione Usa di Google dedica il proprio doodle ad un leader sindacalista socialista che, per di più, di cognome fa Chavez e richiama subito alla mente tutto quello che di contrario c’è ai valori dei conservatori americani. Il sindacalista in questione non ha nulla a che vedere con Hugo, il leader venezuelano recentemente scomparso. Stiamo infatti parlando di Cesar Chavez, dirigente sindacale che negli anni Sessanta e Settanta divenne una delle icone delle battaglie per i diritti civili dei latinos. Americano figlio di genitori messicani, fu tra i fondatori dell’American Labor Movement e uno dei principali esponenti dei movimenti per la tutela dei lavoratori agricoli. Insomma, credenziali più che sufficienti per fargli meritare una menzione speciale sul motore di ricerca con il consueto metodo del doodle, ovvero una versione speciale del logo del motore di ricerca che, nella fattispecie, riportava l’immagine di Chavez all’interno di una delle due O del marchio. Chavez, tra l’altro, è considerato l’inventore dello slogan «Sì, se puede», a cui si è ispirato anche Barack Obama con per il suo «Yes, we can», utilizzato ai tempi della prima campagna per la Casa Bianca.
I conservatori americani, però, non l’hanno digerita. Non è piaciuto loro che proprio nel giorno di Pasqua la menzione fosse per il sindacalista chicano e non per Gesù Cristo risorto dal sepolcro. Così in molti hanno postato messaggi critici sui social o nei blog, proponendo addirittura il boicottaggio del motore di ricerca di Mountain View a vantaggio di altre piattaforme. «Oggi cambio per Bing visto che Google ritiene che Gesù sia meno importnate di Cesar Chavez, leader
socailista» è uno dei commenti comparsi su Twitter. E ancora: «Complimenti Google, sei riuscito ad alienarti tutti i cristiani d’America: invece di celebrare Cristo, si celebra Cesar Chavez». Anche alcuni giornalisti e commentatori del campo moderato sono scesi in campo. «I cristiani si sentono oltraggiati dalla scelta di onorare la nascita del leader laburista Cesar Chavez anzichè Gesù Cristo nel giorno di Pasqua», ha sentenziato ad esempio Todd Starnes di Fox News Radio, in una dichiarazione riportata da diverse agenzie di stampa.
La sovrapposizione tra il giornodi Pasqua e la celebrazione di Chavez è sostanzialmente un problema di calendario. Il 31 marzo è infatti il giorno di nascita di Cesar Chavez, che venne alla luce a Yuma, in Arizona, nel 1927. In tre Stati americani – California, Colorado e Texas – la giornata del 31 marzo è considerata una festività di stato e molte attività, scuole, istituzioni pubbliche osservano un giorno di stop. Va poi detto che due anni fa lo stesso Obama aveva proclamato il 31 marzo il «Cesar Chavez Day» chiedendo che l’intera nazione provvedesse a celebrare con opportune occasioni di ricordo la figura del portavoce dei lavoratori. E forse proprio questa scelta fortemente politica, unita al particolare dello slogan in comune tra il presidente e il sindacalista, rende la figura del leader laburista particolarmente invisa ai conservatori Usa. E, non ultimo, il presidente di Google, Eric Schimdt, è stato consigliere di Obama in entrambe le campagne elettorali. Il sospetto è insomma che in qualche modo la scelta di onorare Chavez sia stata pilotata dalla Casa Bianca.
In una dichiarazione inviata al quotidiano britannico Guardian, un portavoce del motore di ricerca ha cercato di minimizzare: «Siamo lieti di celebrare le festività ma è difficile scegliere gli eventi da evidenziare sul nostro sito». La versione italiana di Google, per dire, non aveva alcun doodle, nessun richiamo alla Pasqua, neppure un coniglietto (a proposito: ma avete visto come Obama ha conciato il povero Bo?) o un ovetto di cioccolato, men che meno scene bibliche o riferimenti diretti alla Resurrezione. Ma nessuno da noi ne ha fatto un problema, evidentemente ne abbiamo ben altri. Certe polemiche per fortuna sono roba da americani. Yankee doodle!
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Re: Circolano in rete...
Copiato da facebook:
"Umberto Caluri
Non occorre essere emeriti costituzionalisti per capire quale avrebbe dovuto essere il percorso lineare
di un Presidente della Repubblica impossibilitato a sciogliere le Camere: una volta appurata la impossibilità
della formazione di una maggioranza precostituita, avrebbe dovuto conferire l'incarico a chi aveva
il maggior numero di parlamentari sicuramente disponibili a concedere la fiducia, ossia Bersani.
Si sarebbe presentato in Senato, sarebbe stato battuto, e sarebbe rimasto in carica
per il disbrigo degli affari correnti e di quelli indilazionabili, in attesa dell'entrata in carica
del nuovo Presidente della Repubblica, il quale, a sua volta, avrrebbe potuto sciogliere le Camere.
Tenere artificiosamente in vita il Governo Monti, aver creato questo ircocervo dei dieci "saggi"
(il cui compito è oggettivamente oscuro, vista anche la infima qualità dei medesimi)
è una palese violazione del dettato costituzionale."
commenti:
Pasquale Elefante
Perfettamente in linea con Umberto,vorrei solo aggiungere che già c'è qualcuno che nel pd rema contro a questa analisi...lo pregherei per usare un eufemismo molto di moda ...di andarsene a.......
circa un'ora fa · Mi piace · 3
Paolo Amorico
...e non è detto neppure che al Senato sarebbe stato battuto. L'elezione di Grasso rappresenta un buon precedente.
circa un'ora fa tramite cellulare · Mi piace · 4
Giuliana Maninchedda
In ogni caso la volontà degli elettori ce la freghiamo in culo. Buongiorno cari...
circa un'ora fa · Non mi piace più · 2
Pasquale Elefante
inondiamo le pagine del partito con la tesi di umberto...almeno ci facciamo sentire!!
circa un'ora fa · Mi piace
Umberto Caluri
Pasquale, non è una mia tesi. E' l'ovvio.
circa un'ora fa · Mi piace · 1
Pasquale Elefante
allora inondiamoli di ovvietà forse per loro anche l'ovvio rappresenta una novità.....
58 minuti fa · Mi piace
Paolo Amorico
Direi di completare l'informazione con i riferimenti normativi.
Preparero' una nota e inondero' di comunicati stampa alcune testate con le quali collaboro. Umberto, a paolo.amorico@email.it.
"Umberto Caluri
Non occorre essere emeriti costituzionalisti per capire quale avrebbe dovuto essere il percorso lineare
di un Presidente della Repubblica impossibilitato a sciogliere le Camere: una volta appurata la impossibilità
della formazione di una maggioranza precostituita, avrebbe dovuto conferire l'incarico a chi aveva
il maggior numero di parlamentari sicuramente disponibili a concedere la fiducia, ossia Bersani.
Si sarebbe presentato in Senato, sarebbe stato battuto, e sarebbe rimasto in carica
per il disbrigo degli affari correnti e di quelli indilazionabili, in attesa dell'entrata in carica
del nuovo Presidente della Repubblica, il quale, a sua volta, avrrebbe potuto sciogliere le Camere.
Tenere artificiosamente in vita il Governo Monti, aver creato questo ircocervo dei dieci "saggi"
(il cui compito è oggettivamente oscuro, vista anche la infima qualità dei medesimi)
è una palese violazione del dettato costituzionale."
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Pasquale Elefante
Perfettamente in linea con Umberto,vorrei solo aggiungere che già c'è qualcuno che nel pd rema contro a questa analisi...lo pregherei per usare un eufemismo molto di moda ...di andarsene a.......
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Paolo Amorico
...e non è detto neppure che al Senato sarebbe stato battuto. L'elezione di Grasso rappresenta un buon precedente.
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Giuliana Maninchedda
In ogni caso la volontà degli elettori ce la freghiamo in culo. Buongiorno cari...
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Pasquale Elefante
inondiamo le pagine del partito con la tesi di umberto...almeno ci facciamo sentire!!
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Umberto Caluri
Pasquale, non è una mia tesi. E' l'ovvio.
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Pasquale Elefante
allora inondiamoli di ovvietà forse per loro anche l'ovvio rappresenta una novità.....
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Paolo Amorico
Direi di completare l'informazione con i riferimenti normativi.
Preparero' una nota e inondero' di comunicati stampa alcune testate con le quali collaboro. Umberto, a paolo.amorico@email.it.
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Re: Circolano in rete...
Con questa immagine, dal sito ufficiale del Partito Democratico, sembra che finalmenteBersani abbia svelato da quale parte penda il suo partito … e da come chiaramente si vede (e come già troppo spesso si è visto), non è a sinistra!
Da stopcensura.com
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