the day after. quali accordi per governare?
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Buongiorno folks,
frasi dei prossimi giorni che consiglio a Renzi per tentare il recupero crediti dell’elettorato di sinistra che si sta sempre più allontanando e migliorare la sua pagella piena di insufficenze:
“mai un governo con i bananas”
“mai un PdR condiviso con la mummia cinese”
“Ichino è un incompetente”
“la Fornero è una fascista”
“avanti coi processi, forza Boccassini, viva la Repubblica”
frasi dei prossimi giorni che consiglio a Renzi per tentare il recupero crediti dell’elettorato di sinistra che si sta sempre più allontanando e migliorare la sua pagella piena di insufficenze:
“mai un governo con i bananas”
“mai un PdR condiviso con la mummia cinese”
“Ichino è un incompetente”
“la Fornero è una fascista”
“avanti coi processi, forza Boccassini, viva la Repubblica”
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Re: the day after. quali accordi per governare?
ripropongo la mia linea del Piave:
-nomina di un pdr con i controcaxxi di sicura matrice antibananas (prodi-zagrebelsky-rodotà uno di questi e nessun altro)
e nessuna trattativa con la mummia cinese perchè non si scambia un governo incerto e traballante con 7 anni di presidenza della repubblica
-governo tecnico con un pdc nominato dal nuovo presidente.
-legge elettorale.
-voto a ottobre.
piano B:
il nuovo presidente (sempre di sicura matrice antibananas ...) manda Pier le smacchiateur a chiedere la fiducia al senato.
se passa:
-governo politico di scopo sugli 8 punti già presentati.
-voto a primavera 2014
-nomina di un pdr con i controcaxxi di sicura matrice antibananas (prodi-zagrebelsky-rodotà uno di questi e nessun altro)
e nessuna trattativa con la mummia cinese perchè non si scambia un governo incerto e traballante con 7 anni di presidenza della repubblica
-governo tecnico con un pdc nominato dal nuovo presidente.
-legge elettorale.
-voto a ottobre.
piano B:
il nuovo presidente (sempre di sicura matrice antibananas ...) manda Pier le smacchiateur a chiedere la fiducia al senato.
se passa:
-governo politico di scopo sugli 8 punti già presentati.
-voto a primavera 2014
Re: the day after. quali accordi per governare?
@shiloh .... le tue opzioni troppo belle per essere vere.
stefano menichini ( il post)
Delle due una. O Matteo Renzi aveva le informazioni sbagliate, e allora ieri non doveva accusare il Pd di manovrare per eleggersi un capo dello stato compiacente pronto come primo atto a mandare Bersani davanti alle camere. Oppure Renzi aveva le informazioni giuste, e allora c’è da preoccuparsi per l’equilibrio del ristretto vertice che guida le mosse del Pd.
Propendo per la prima ipotesi. Anche perché l’eventuale manovra per “prendersi tutto” (smentita ieri da Letta dopo un pranzo con Bersani, e anche dal successivo incontro Bersani-Monti) si baserebbe su un’incredibile serie di calcoli sbagliati. E sarebbe innesco di sviluppi nefasti per il centrosinistra.
È fuori dalla cultura istituzionale democratica pensare che un presidente della repubblica che abbia avuto la sventura di essere eletto da una parte sola del parlamento possa, come primo gesto politico, contraccambiare dando un incarico di governo che il suo predecessore non aveva ritenuto di assegnare. Nessuno accetterebbe, è offensivo anche ipotizzarlo (a meno che, si intende, non siano nel frattempo cambiati gli orientamenti dei gruppi di minoranza).
Chi ha vissuto le campagne per il Quirinale sa poi che una simile impostazione sarebbe fragilissima nel segreto dell’urna delle camere riunite, esponendo il candidato e chi lo sostiene a rischi terribili.
Infine, quand’anche la prova di forza sul Quirinale riuscisse, tipo presa del Palazzo d’Inverno, e si eleggesse un presidente disposto a compromettere subito il proprio ruolo sfidando le accuse di partigianeria, si aprirebbe lo scenario che qui abbiamo già esorcizzato altre volte: un 2006 peggiorato. Se c’è al Nazareno chi s’ostina a non elaborare la sconfitta del 24 febbraio, e sogna di trasformarla in vittoria grazie alla manovra di palazzo, per favore vada a rileggersi di quella forzatura e di come, dopo soli due anni, il centrosinistra ne pagò le conseguenze nonostante il rinnovamento tentato con il Pd.
Oggi il centrosinistra ha meno voti di allora, in parlamento e nel paese. Dovesse governare domani, troverebbe forse come prima incombenza il varo di una manovra finanziaria bis. Avendo proceduto per strappi, andrebbe a sbattere anche prima di quanto capitò all’Unione. Perfino con Renzi leader, come toccò con Veltroni.
Dunque Renzi ha ragione a preoccuparsi? No, perché per fortuna stiamo parlando di fuffa: l’operazione «Quirinale tutto per noi» non esiste.
stefano menichini ( il post)
Delle due una. O Matteo Renzi aveva le informazioni sbagliate, e allora ieri non doveva accusare il Pd di manovrare per eleggersi un capo dello stato compiacente pronto come primo atto a mandare Bersani davanti alle camere. Oppure Renzi aveva le informazioni giuste, e allora c’è da preoccuparsi per l’equilibrio del ristretto vertice che guida le mosse del Pd.
Propendo per la prima ipotesi. Anche perché l’eventuale manovra per “prendersi tutto” (smentita ieri da Letta dopo un pranzo con Bersani, e anche dal successivo incontro Bersani-Monti) si baserebbe su un’incredibile serie di calcoli sbagliati. E sarebbe innesco di sviluppi nefasti per il centrosinistra.
È fuori dalla cultura istituzionale democratica pensare che un presidente della repubblica che abbia avuto la sventura di essere eletto da una parte sola del parlamento possa, come primo gesto politico, contraccambiare dando un incarico di governo che il suo predecessore non aveva ritenuto di assegnare. Nessuno accetterebbe, è offensivo anche ipotizzarlo (a meno che, si intende, non siano nel frattempo cambiati gli orientamenti dei gruppi di minoranza).
Chi ha vissuto le campagne per il Quirinale sa poi che una simile impostazione sarebbe fragilissima nel segreto dell’urna delle camere riunite, esponendo il candidato e chi lo sostiene a rischi terribili.
Infine, quand’anche la prova di forza sul Quirinale riuscisse, tipo presa del Palazzo d’Inverno, e si eleggesse un presidente disposto a compromettere subito il proprio ruolo sfidando le accuse di partigianeria, si aprirebbe lo scenario che qui abbiamo già esorcizzato altre volte: un 2006 peggiorato. Se c’è al Nazareno chi s’ostina a non elaborare la sconfitta del 24 febbraio, e sogna di trasformarla in vittoria grazie alla manovra di palazzo, per favore vada a rileggersi di quella forzatura e di come, dopo soli due anni, il centrosinistra ne pagò le conseguenze nonostante il rinnovamento tentato con il Pd.
Oggi il centrosinistra ha meno voti di allora, in parlamento e nel paese. Dovesse governare domani, troverebbe forse come prima incombenza il varo di una manovra finanziaria bis. Avendo proceduto per strappi, andrebbe a sbattere anche prima di quanto capitò all’Unione. Perfino con Renzi leader, come toccò con Veltroni.
Dunque Renzi ha ragione a preoccuparsi? No, perché per fortuna stiamo parlando di fuffa: l’operazione «Quirinale tutto per noi» non esiste.
Re: the day after. quali accordi per governare?
Beh, ma se è così, allora Bersani a che punta? E che senso ha questo stallo?Amadeus ha scritto: stefano menichini ( il post)
Dunque Renzi ha ragione a preoccuparsi? No, perché per fortuna stiamo parlando di fuffa: l’operazione «Quirinale tutto per noi» non esiste.
Evidentemente c'è una trattativa in corso col caimano. Cioè Bersani sta facendo proprio quello che i giovani turchi accusano Renzi di voler fare.
Per giunta sotto banco: di notte si cerca un accordo, mentre di giorno si fa finta di litigare... more solito...
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Re: the day after. quali accordi per governare?
amà,Amadeus ha scritto:@shiloh .... le tue opzioni troppo belle per essere vere.
stefano menichini ( il post)
Delle due una. O Matteo Renzi aveva le informazioni sbagliate, e allora ieri non doveva accusare il Pd di manovrare per eleggersi un capo dello stato compiacente pronto come primo atto a mandare Bersani davanti alle camere. Oppure Renzi aveva le informazioni giuste, e allora c’è da preoccuparsi per l’equilibrio del ristretto vertice che guida le mosse del Pd.
Propendo per la prima ipotesi. Anche perché l’eventuale manovra per “prendersi tutto” (smentita ieri da Letta dopo un pranzo con Bersani, e anche dal successivo incontro Bersani-Monti) si baserebbe su un’incredibile serie di calcoli sbagliati. E sarebbe innesco di sviluppi nefasti per il centrosinistra.
È fuori dalla cultura istituzionale democratica pensare che un presidente della repubblica che abbia avuto la sventura di essere eletto da una parte sola del parlamento possa, come primo gesto politico, contraccambiare dando un incarico di governo che il suo predecessore non aveva ritenuto di assegnare. Nessuno accetterebbe, è offensivo anche ipotizzarlo (a meno che, si intende, non siano nel frattempo cambiati gli orientamenti dei gruppi di minoranza).
Chi ha vissuto le campagne per il Quirinale sa poi che una simile impostazione sarebbe fragilissima nel segreto dell’urna delle camere riunite, esponendo il candidato e chi lo sostiene a rischi terribili.
Infine, quand’anche la prova di forza sul Quirinale riuscisse, tipo presa del Palazzo d’Inverno, e si eleggesse un presidente disposto a compromettere subito il proprio ruolo sfidando le accuse di partigianeria, si aprirebbe lo scenario che qui abbiamo già esorcizzato altre volte: un 2006 peggiorato. Se c’è al Nazareno chi s’ostina a non elaborare la sconfitta del 24 febbraio, e sogna di trasformarla in vittoria grazie alla manovra di palazzo, per favore vada a rileggersi di quella forzatura e di come, dopo soli due anni, il centrosinistra ne pagò le conseguenze nonostante il rinnovamento tentato con il Pd.
Oggi il centrosinistra ha meno voti di allora, in parlamento e nel paese. Dovesse governare domani, troverebbe forse come prima incombenza il varo di una manovra finanziaria bis. Avendo proceduto per strappi, andrebbe a sbattere anche prima di quanto capitò all’Unione. Perfino con Renzi leader, come toccò con Veltroni.
Dunque Renzi ha ragione a preoccuparsi? No, perché per fortuna stiamo parlando di fuffa: l’operazione «Quirinale tutto per noi» non esiste.
Menichini è il portavoce di quel perdente cronico,nonchè inciucista compulsivo di D'alema...cosa vuoi che dica ???
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Ormai la stampa italiana si divide in due categorie:
chi persegue una linea politica e chi fa sensazionalismo, nessuna delle due categorie fa più un resoconto serio della realtà.
Sulla vicenda Renzi mi pare evidente una cosa, l'uomo ha toppato, ha dimostrato insicurezza e troppa fretta, si è, al momento, bruciato la carta di avere un larghissimo consenso nel Pd e rischia di diventare "l'uomo dell'accordo con Berlusconi".
Pensate a qual è la reazione odierna dell'elettore di sinistra che legge di Renzi pronto a fare fuori Prodi per eleggere D'Alema presidente insieme alla mummia cinese.
Il ragazzo è sveglio (credo...), capirà lo scivolone e se ne starà buono,
perchè da qui all'elezione del Presidente della Repubblica non succederà nulla e dire in continuo "si perde tempo" farà molto ggggente... ma non sposta di un millimetro la questione.
chi persegue una linea politica e chi fa sensazionalismo, nessuna delle due categorie fa più un resoconto serio della realtà.
Sulla vicenda Renzi mi pare evidente una cosa, l'uomo ha toppato, ha dimostrato insicurezza e troppa fretta, si è, al momento, bruciato la carta di avere un larghissimo consenso nel Pd e rischia di diventare "l'uomo dell'accordo con Berlusconi".
Pensate a qual è la reazione odierna dell'elettore di sinistra che legge di Renzi pronto a fare fuori Prodi per eleggere D'Alema presidente insieme alla mummia cinese.
Il ragazzo è sveglio (credo...), capirà lo scivolone e se ne starà buono,
perchè da qui all'elezione del Presidente della Repubblica non succederà nulla e dire in continuo "si perde tempo" farà molto ggggente... ma non sposta di un millimetro la questione.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Ma dare un po' di fiducia a Bersani che tutti riconoscono essere persona corretta e leale no?
Del resto se ha contro gli inciucioni del partito (compreso Renzi, purtroppo) vuol dire che sta rifiutando l'inciucio.
Basta un po' di logica elementare per capirlo.
E poi, l'idea di rimandare la trattativa per il PdC a DOPO l'elezione per il PdR, e` davvero un golpe?
A me pare, sempre usando un po' di logica elementare, una mossa politica lecita e opportuna.
Dato che dall'altro lato approfittano dell'impossibilita` di risciogliere le camere per:
1. chiedere salvacondotti
2. emettere condanne politiche giocando al "tanto peggio tanto meglio"
Se proprio vogliamo fare "processi politici", usiamo il corretto grado di proporzione
nel valutare l'accusa.
E` piu` grave il tentativo di Bersani di avere un PdR realmente garante perche`
nel pieno dei poteri?
O la pretesa della PdL di ottenere un salvacondotto a Berlusconi?
Guardate che seguendo Renzi finisce cosi`.
Letta al Quirinale.
Berlusconi senatore a vita.
Processi in stallo.
Ulteriori tentativi di leggi ad personam/aziendam.
Bersani PdC per 6 mesi, poi sfiducia, elezioni, PdL al 30%, M5S al 20%, PD al 10%.
Stiamo calmi.
Lasciamo fare a Bersani.
Non saranno 2 settimane in piu` o meno che salveranno l'Italia.
Ma la bonta` dell'accordo politico raggiunto.
Non ripetiamo l'errore di novembre 2011.
soloo42000
Del resto se ha contro gli inciucioni del partito (compreso Renzi, purtroppo) vuol dire che sta rifiutando l'inciucio.
Basta un po' di logica elementare per capirlo.
E poi, l'idea di rimandare la trattativa per il PdC a DOPO l'elezione per il PdR, e` davvero un golpe?
A me pare, sempre usando un po' di logica elementare, una mossa politica lecita e opportuna.
Dato che dall'altro lato approfittano dell'impossibilita` di risciogliere le camere per:
1. chiedere salvacondotti
2. emettere condanne politiche giocando al "tanto peggio tanto meglio"
Se proprio vogliamo fare "processi politici", usiamo il corretto grado di proporzione
nel valutare l'accusa.
E` piu` grave il tentativo di Bersani di avere un PdR realmente garante perche`
nel pieno dei poteri?
O la pretesa della PdL di ottenere un salvacondotto a Berlusconi?
Guardate che seguendo Renzi finisce cosi`.
Letta al Quirinale.
Berlusconi senatore a vita.
Processi in stallo.
Ulteriori tentativi di leggi ad personam/aziendam.
Bersani PdC per 6 mesi, poi sfiducia, elezioni, PdL al 30%, M5S al 20%, PD al 10%.
Stiamo calmi.
Lasciamo fare a Bersani.
Non saranno 2 settimane in piu` o meno che salveranno l'Italia.
Ma la bonta` dell'accordo politico raggiunto.
Non ripetiamo l'errore di novembre 2011.
soloo42000
Re: the day after. quali accordi per governare?
E questo ci porterà al "governo del cambiamento"?
L'ORDINE AI PARLAMENTARI PDL DI SMETTERLA CON LE DICHIARAZIONI PRO-RENZI
Tra il Cavaliere e il leader del Pd
prove di trattativa sui nodi-chiave
Summit tra 7 giorni: comuni preoccupazioni
sul «Rottamatore»
ROMA - Ufficialmente, non è ancora fissato un incontro tra Berlusconi e Bersani. Ufficiosamente, si parla della prossima settimana, tra giovedì e venerdì. Perché «si sta muovendo tutto» dicono dallo stato maggiore del Pdl. Anche se, per ora, non si è arrivati ancora «a niente», e dunque non è il caso di anticipare un faccia a faccia che potrebbe essere quello decisivo.
La novità insomma è che si tratta. Che, dopo l'uscita durissima di Renzi arrivata «non a caso - dice un fedelissimo del Cavaliere - proprio quando sono cominciati i contatti tra noi e Bersani, con l'intento di farli saltare», Silvio Berlusconi e il suo avversario hanno capito che forse per battere quello che allo stato minaccia di diventare il nemico comune, bisogna provarci.
Sì perché, dopo l'entusiasmo iniziale per le parole di Renzi che «la pensa esattamente come noi, dice cose giuste», ai piani alti di via dell'Umiltà hanno realizzato che era il caso di frenare gli ardori. Ed è partito l'ordine ai parlamentari di smetterla con le dichiarazioni di plauso e giubilo verso il sindaco di Firenze. Piano - è stata la linea indicata -, perché, per dirla con Maurizio Gasparri, «Renzi può diventare il nostro sfidante se si va alle elezioni, e visto che è abbastanza vuoto da non dire mai nulla può piacere a destra, a sinistra, al centro...». Un modo per esorcizzare un pericolo reale: «Renzi ha fatto capire che se si va al voto in queste condizioni lui ci sarà», dice Cicchitto. E dunque, calma e gesso.
Insomma, Berlusconi non intende schierarsi tra i due litiganti del Pd prima di capire chi sarà il vincitore. Ma intanto le diplomazie hanno intensificato il lavoro. Fra Gianni Letta, Alfano, Verdini, direttamente con Bersani e con Enrico Letta, con Migliavacca, con Errani, fervono i contatti. Riservati, ma continui. E il Pdl ha fissato i punti ufficiali della trattativa, anche se ovviamente si lavora anche a soluzioni intermedie. Sulla carta, le ipotesi di intesa che soddisfano Berlusconi sono due. La prima prevede un accordo complessivo per l'elezione congiunta di un presidente di garanzia, anche espresso dal Pd (si parte da nomi e identikit del tipo Amato o Marini, fino a un più forte Violante, che ha il vantaggio di essere vicino al «partito dei giudici») e il governo assieme, con Bersani premier e ministri del Pdl. La seconda è una sorta di spartizione: se il Pd vuole farsi il governo autonomamente, con noi fuori (astensione, non partecipazione al voto, governo di minoranza) allora il capo dello Stato deve essere chiara espressione del centrodestra.
Poi ci sarebbe anche la terza ipotesi, ovvero la rottura: perché in cambio di un mero capo dello Stato di garanzia, il Pdl non ci starebbe a restare fuori dai giochi e dal governo: a quel punto, meglio il voto. «Fra pateracchi, soluzioni pasticciate e il voto, è sicuro che Berlusconi preferisce le urne», dice Cicchitto. E, è il non detto, se si andasse al voto a giugno in fondo potrebbe non dispiacere né al Cavaliere né a Bersani in questo quadro, perché «sarebbero loro a sfidarsi, e Renzi resterebbe fuori».
Però è chiaro che si ragiona anche su subordinate. La richiesta del Pdl di essere coinvolti nel governo non prevede per forza la presenza di ministri politici: secondo alcuni, si potrebbe arrivare anche a «ministri scelti da Bersani, esterni, se non di area nostra a noi non sgraditi», e in quel caso il governo - con un programma condiviso - sarebbe comunque votabile. Ma è proprio questo il punto su cui al momento non decolla la trattativa: perché allo stato per Bersani fare un governo con il Pdl, più o meno esplicito o mascherato, è «molto difficile», ammettono da via dell'Umiltà. E insomma ci sarà da lavorarci perché il no di Bersani allo stato «resta fermo, aperture ufficiali non sono ancora arrivate».
Certo, lo stesso Berlusconi è convinto che a Bersani convenga scendere a patti: «Per lui il rischio di una spaccatura nel partito se si va al voto è altissimo. Mentre avrebbe la possibilità, governando da premier il Paese e facendo cose buone grazie anche al nostro contributo, di allontanare dalla scena Renzi e di frenare con i fatti l'antipolitica di Grillo». In più, aggiungono da via dell'Umiltà, Bersani potrebbe stare tranquillo: nessuno nel Pdl gli chiederebbe «cose strane sulla giustizia». Ormai, spiegano, la strategia di Berlusconi è quella di difendersi dalla «persecuzione giudiziaria» attraverso «le prescrizioni dei processi: questa è la sua strategia, non salvacondotti che non esistono, e ha la possibilità di portarla in porto». Insomma, Bersani potrebbe anche «mettere in programma l'anticorruzione, non c'è problema, non sono leggi retroattive». Berlusconi in pratica chiederebbe «solo un presidente della Repubblica che non gli sia ostile» e che permetta che la sua strategia di rallentamento dei processi - fatta di legittimi impedimenti, ricorsi, richieste di spostamenti delle sedi dei processi - non venga ostacolata o messa all'indice.
Così si tenta la via dell'intesa, ma serve massima cautela, serve lasciare che - come dice il Cavaliere - «la partita in corso nel Pd si chiarisca, non entriamo nelle loro divisioni» e serve tenere aperte tutte le strade. Dall'abbraccio alle urne, il passo resta sempre breve.
Paola Di Caro
5 aprile 2013 | 9:24
http://www.corriere.it/politica/13_apri ... 8cb2.shtml
L'ORDINE AI PARLAMENTARI PDL DI SMETTERLA CON LE DICHIARAZIONI PRO-RENZI
Tra il Cavaliere e il leader del Pd
prove di trattativa sui nodi-chiave
Summit tra 7 giorni: comuni preoccupazioni
sul «Rottamatore»
ROMA - Ufficialmente, non è ancora fissato un incontro tra Berlusconi e Bersani. Ufficiosamente, si parla della prossima settimana, tra giovedì e venerdì. Perché «si sta muovendo tutto» dicono dallo stato maggiore del Pdl. Anche se, per ora, non si è arrivati ancora «a niente», e dunque non è il caso di anticipare un faccia a faccia che potrebbe essere quello decisivo.
La novità insomma è che si tratta. Che, dopo l'uscita durissima di Renzi arrivata «non a caso - dice un fedelissimo del Cavaliere - proprio quando sono cominciati i contatti tra noi e Bersani, con l'intento di farli saltare», Silvio Berlusconi e il suo avversario hanno capito che forse per battere quello che allo stato minaccia di diventare il nemico comune, bisogna provarci.
Sì perché, dopo l'entusiasmo iniziale per le parole di Renzi che «la pensa esattamente come noi, dice cose giuste», ai piani alti di via dell'Umiltà hanno realizzato che era il caso di frenare gli ardori. Ed è partito l'ordine ai parlamentari di smetterla con le dichiarazioni di plauso e giubilo verso il sindaco di Firenze. Piano - è stata la linea indicata -, perché, per dirla con Maurizio Gasparri, «Renzi può diventare il nostro sfidante se si va alle elezioni, e visto che è abbastanza vuoto da non dire mai nulla può piacere a destra, a sinistra, al centro...». Un modo per esorcizzare un pericolo reale: «Renzi ha fatto capire che se si va al voto in queste condizioni lui ci sarà», dice Cicchitto. E dunque, calma e gesso.
Insomma, Berlusconi non intende schierarsi tra i due litiganti del Pd prima di capire chi sarà il vincitore. Ma intanto le diplomazie hanno intensificato il lavoro. Fra Gianni Letta, Alfano, Verdini, direttamente con Bersani e con Enrico Letta, con Migliavacca, con Errani, fervono i contatti. Riservati, ma continui. E il Pdl ha fissato i punti ufficiali della trattativa, anche se ovviamente si lavora anche a soluzioni intermedie. Sulla carta, le ipotesi di intesa che soddisfano Berlusconi sono due. La prima prevede un accordo complessivo per l'elezione congiunta di un presidente di garanzia, anche espresso dal Pd (si parte da nomi e identikit del tipo Amato o Marini, fino a un più forte Violante, che ha il vantaggio di essere vicino al «partito dei giudici») e il governo assieme, con Bersani premier e ministri del Pdl. La seconda è una sorta di spartizione: se il Pd vuole farsi il governo autonomamente, con noi fuori (astensione, non partecipazione al voto, governo di minoranza) allora il capo dello Stato deve essere chiara espressione del centrodestra.
Poi ci sarebbe anche la terza ipotesi, ovvero la rottura: perché in cambio di un mero capo dello Stato di garanzia, il Pdl non ci starebbe a restare fuori dai giochi e dal governo: a quel punto, meglio il voto. «Fra pateracchi, soluzioni pasticciate e il voto, è sicuro che Berlusconi preferisce le urne», dice Cicchitto. E, è il non detto, se si andasse al voto a giugno in fondo potrebbe non dispiacere né al Cavaliere né a Bersani in questo quadro, perché «sarebbero loro a sfidarsi, e Renzi resterebbe fuori».
Però è chiaro che si ragiona anche su subordinate. La richiesta del Pdl di essere coinvolti nel governo non prevede per forza la presenza di ministri politici: secondo alcuni, si potrebbe arrivare anche a «ministri scelti da Bersani, esterni, se non di area nostra a noi non sgraditi», e in quel caso il governo - con un programma condiviso - sarebbe comunque votabile. Ma è proprio questo il punto su cui al momento non decolla la trattativa: perché allo stato per Bersani fare un governo con il Pdl, più o meno esplicito o mascherato, è «molto difficile», ammettono da via dell'Umiltà. E insomma ci sarà da lavorarci perché il no di Bersani allo stato «resta fermo, aperture ufficiali non sono ancora arrivate».
Certo, lo stesso Berlusconi è convinto che a Bersani convenga scendere a patti: «Per lui il rischio di una spaccatura nel partito se si va al voto è altissimo. Mentre avrebbe la possibilità, governando da premier il Paese e facendo cose buone grazie anche al nostro contributo, di allontanare dalla scena Renzi e di frenare con i fatti l'antipolitica di Grillo». In più, aggiungono da via dell'Umiltà, Bersani potrebbe stare tranquillo: nessuno nel Pdl gli chiederebbe «cose strane sulla giustizia». Ormai, spiegano, la strategia di Berlusconi è quella di difendersi dalla «persecuzione giudiziaria» attraverso «le prescrizioni dei processi: questa è la sua strategia, non salvacondotti che non esistono, e ha la possibilità di portarla in porto». Insomma, Bersani potrebbe anche «mettere in programma l'anticorruzione, non c'è problema, non sono leggi retroattive». Berlusconi in pratica chiederebbe «solo un presidente della Repubblica che non gli sia ostile» e che permetta che la sua strategia di rallentamento dei processi - fatta di legittimi impedimenti, ricorsi, richieste di spostamenti delle sedi dei processi - non venga ostacolata o messa all'indice.
Così si tenta la via dell'intesa, ma serve massima cautela, serve lasciare che - come dice il Cavaliere - «la partita in corso nel Pd si chiarisca, non entriamo nelle loro divisioni» e serve tenere aperte tutte le strade. Dall'abbraccio alle urne, il passo resta sempre breve.
Paola Di Caro
5 aprile 2013 | 9:24
http://www.corriere.it/politica/13_apri ... 8cb2.shtml
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Il cambiamento ci sara` se e solo se M5S sara` nelle condizioni di operare scelte politiche a 360 gradi.
Altrimenti Bersani o Renzi, inciucio con Berlusconi o meno, sara` comunque la fine del PD.
Ma prima ancora dell'Italia.
Questo presunto incontro fra Bersani e Berlusconi e` estremamente preoccupante.
Se deve portare all'umiliazione come l'incontro con M5S, meglio che Bersani lasci perdere.
Tanto Berlusconi e` comunque inaffidabile.
Se dovesse invece servire a far emergere in diretta la richiesta di salvacondotto
come condizione per un accordo per PdR/PdC, ben venga... ma stavolta Bersani
dovrebbe prepararsi, non andare allo sbaraglio...
Ma in ogni caso e` pura teoria... Berlusconi tutto e` tranne che stupido...
La certezza infatti e` che Berlusconi approfitterebbe per dimostrare "in diretta"
la sua moderazione, ponendo condizioni e "rassicurazioni" adeguate.
A quel punto a fronte delle preclusioni grilline, scatterebbe per forza di cose l'accordo sul PdR.
E questo anche grazie a Renzi e alla sua fregola di far fuori Bersani.
Seguirebbe accordicchio sul governicchio.
PdR per 7 anni ai "moderati", governicchio di 6 mesi...
Fine del PD.
Proprio non riesco a credere che sia Bersani che Renzi non vedano il baratro.
soloo42000
Altrimenti Bersani o Renzi, inciucio con Berlusconi o meno, sara` comunque la fine del PD.
Ma prima ancora dell'Italia.
Questo presunto incontro fra Bersani e Berlusconi e` estremamente preoccupante.
Se deve portare all'umiliazione come l'incontro con M5S, meglio che Bersani lasci perdere.
Tanto Berlusconi e` comunque inaffidabile.
Se dovesse invece servire a far emergere in diretta la richiesta di salvacondotto
come condizione per un accordo per PdR/PdC, ben venga... ma stavolta Bersani
dovrebbe prepararsi, non andare allo sbaraglio...
Ma in ogni caso e` pura teoria... Berlusconi tutto e` tranne che stupido...
La certezza infatti e` che Berlusconi approfitterebbe per dimostrare "in diretta"
la sua moderazione, ponendo condizioni e "rassicurazioni" adeguate.
A quel punto a fronte delle preclusioni grilline, scatterebbe per forza di cose l'accordo sul PdR.
E questo anche grazie a Renzi e alla sua fregola di far fuori Bersani.
Seguirebbe accordicchio sul governicchio.
PdR per 7 anni ai "moderati", governicchio di 6 mesi...
Fine del PD.
Proprio non riesco a credere che sia Bersani che Renzi non vedano il baratro.
soloo42000
Re: the day after. quali accordi per governare?
sono d'accordo con shiloh per la descrizione della stampa
su questa dicotomia renzi uguale berlusconi ci stanno marciando troppo e contribuiscono a bruciarlo volontariamente, del resto è Renzi a fare paura nei sondaggi , mica civati o serracchiani.
il ragazzo è sveglio e non credo che sia così avventato da credere di potersi avvicinare a berlu senza rimanere folgorato dall'alta tensione, tuttavia il mondo è pieno di gente troppo sicura di sè che c'è rimasta secca.
solooo hai ragione nel voler guardare con pazienza alle prossime due settimane però l'idea che il "salvataggio" del pd sia legato a un evento esterno ( nomina pdr) è la conferma ( ennesima) di un tipo di approccio alla politica troppo stantìo, troppo di rimessa, troppo di comodo....
poi però s'incazzano se l'unica "vitalità" o "reazione" porta verso Ichino.
e svejateve!
su questa dicotomia renzi uguale berlusconi ci stanno marciando troppo e contribuiscono a bruciarlo volontariamente, del resto è Renzi a fare paura nei sondaggi , mica civati o serracchiani.
il ragazzo è sveglio e non credo che sia così avventato da credere di potersi avvicinare a berlu senza rimanere folgorato dall'alta tensione, tuttavia il mondo è pieno di gente troppo sicura di sè che c'è rimasta secca.
solooo hai ragione nel voler guardare con pazienza alle prossime due settimane però l'idea che il "salvataggio" del pd sia legato a un evento esterno ( nomina pdr) è la conferma ( ennesima) di un tipo di approccio alla politica troppo stantìo, troppo di rimessa, troppo di comodo....
poi però s'incazzano se l'unica "vitalità" o "reazione" porta verso Ichino.
e svejateve!
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