La maionese impazzita chiamata Pd - 10
Renziani attaccano l'Unità
Sardo: noi aperti al confronto
5 aprile 2013
Il titolo di prima pagina dell'Unità di oggi: 'No di Renzi al governo Bersani' accende lo scontro nel Pd. Il quotidiano viene duramente censurato dai parlamentari più vicini al sindaco di Firenze, tanto che Matteo Richetti arriva a suggerire l'opportunità che il direttore Claudio Sardo si dimetta.
«Un titolo può piacere o meno. Ma suggerire le dimissioni di un direttore di giornale per un titolo che non si condivide, mi pare un infortunio - scrive in risposta a Richetti il direttore dell'Unità, Claudio Sardo -. Tanto più se la ragione è l’autonomia de l’Unità, che si presume ferita. Quanto al merito del titolo di oggi - “No di Renzi al governo Bersani” - continuo a pensare che sia una sintesi fedele dell’intervista di Renzi al Corriere della Sera. Renzi ha detto che, arrivati a questo punto, il Pd deve scegliere tra un accordo esplicito con il Pdl e le elezioni anticipate. L’ipotesi cancellata è proprio la proposta di Bersani: un governo di centrosinistra che affronti, provvedimento dopo provvedimento, i numeri critici in Senato; un secondo binario delle riforme la cui guida è affidata a chi sta fuori dal governo. Renzi ha anche criticato la tattica, non solo la strategia del segretario del Pd: "Qui si punta a prendere tempo e a eleggere un Capo dello Stato che ci dia più facilmente l’incarico di fare il nuovo governo". Sia chiaro: posizioni legittime e importanti, meritevoli di una discussione aperta nel Pd. Anzi, un’opportunità perché il confronto sia pubblico e trasparente. Nel mio articolo di oggi penso di aver discusso con grande rispetto questa opinione, che non condivido ma che, a mio giudizio, contiene elementi di verità che non possono essere liquidati in modo superficiale. L’Unità sarà aperta a questa discussione. Anzi, chi la legge sa che la discussione è già aperta, come dimostrano anche i commenti e gli articoli del giornale di oggi».
Richetti scrive così sulla sua pagina Facebook: «Ho avuto modo di conoscere Claudio Sardo e senza difficoltà devo riconoscere che l'ho trovato persona di grande slancio culturale e di pensiero. Uno di quei giornalisti che non antepongono la notizia alla storia. E mi sembrava anche l'uomo giusto per sancire definitivamente la differenza tra propaganda e informazione. Dopo il titolo di oggi de l'Unità devo ricredermi. "No di Renzi al governo Bersani" e' esattamente il contrario della verità. È cioè del fatto che Matteo Renzi ha sostenuto e sostiene lealmente la decisione che Bersani sia la nostra indicazione a premier. Ha solo precisato che occorre fare in fretta. Voler dare di Renzi l'idea della persona inaffidabile e che sotto sotto non pensa quel che dice, ci rigetta nella propaganda. Di parte, nemmeno di partito. E allora, i caso sono 3. Tutti gravi. Se il titolo e' "scappato", Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore distratto. Se il titolo e' voluto, Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore in malafede. Se il titolo e' imposto o suggerito da altri, più contigui alle esigenze di partito (e di parte), Sardo farebbe bene a lasciare, all'Unita' serve un direttore».
È lo stesso deputato renziano nel corso del pomeriggio ad operare una parziale retromarcia e su Twitter Richetti scrive: «Nella cordiale telefonata che mi ha fatto Sardo mi sono scusato se ho mancato di rispetto ma ho ribadito perché ritengo titolo di oggi grave».
In precedenza dura la replica a Richetti di Stefano Di Traglia, portavoce del segretario Pier Luigi Bersani. «Chiedere le dimissioni di un direttore perché non si concorda con un titolo è un atto grave. Si a critiche, no a censure» spiega su Twitter. Sulla stessa linea Chiara Geloni, direttrice di Youdem tv. «Solidarietà a Claudio Sardo. Chiedere le dimissioni di un direttore per un titolo sgradito è molto grave. Fermatevi, per carità». Quanto al merito, aggiunge Geloni «è un titolo perfettamente legittimo. un'interpretazione politica, se si vuole. Opinabile, come tutte».
«Ricomincia la vergognosa propaganda dell'Unità e di Youdem contro Matteo Renzi», attacca anche Roberto Reggi. «I media di un partito dovrebbero riportare le posizioni dei militanti e dei dirigenti e non tifare per qualcuno», rincara Angelo Rughetti.
«Claudio Sardo è un ottimo giornalista, pensare di chiederne le dimissioni per un titolo mi sembra davvero eccessivo» afferma il deputato del Pd Edoardo Patriarca. «Sardo ha saputo dare nuovo impulso all'Unità - continua Patriarca -. La sua professionalità, la sua storia politica sono una risorsa per il partito. Mi auguro che questa polemica sia presto archiviata».
Sulla vicenda interviene anche Ivan Scalfarotto: «Mi dispiace moltissimo dirlo, ma il titolo a tutta pagina dell’Unità di questa mattina mi ha veramente spiazzato. Il “No di Renzi al governo Bersani” fa pensare che l’organo del partito abbia dimenticato di essere tale e si sia trasformato nel foglio di una parte. Usare un’espressione mai usata e probabilmente mai pensata da Renzi – così come dire che Renzi “ragiona come Berlusconi” – dipinge il sindaco di Firenze e chi lo sostiene non come oppositori interni, ma come avversari politici. Come vicepresidente dell’Assemblea nazionale, e quindi parte di un importante organismo di garanzia e di unità, mi aspetto dal nostro giornale – così come dalla nostra emittente televisiva e da tutte le strutture di supporto, organizzative e di comunicazione del Partito democratico – la capacità di rappresentare in ogni circostanza il PD nella sua interezza. Nel rispetto dell’unità del partito e del diritti delle minoranze di vivere al suo interno anche quando il confronto sulle idee si fa, come può legittimamente accadere, aspro».
Interviene anche la FNSI: «E' veramente surreale la richiesta fatta da alcuni politici del Pd delle dimissioni del direttore de l'Unita' Claudio Sardo a motivo di un titolo che non condividono. Avere una differenza di opinione sui temi, sui corsi, sui personaggi e sulle proposizioni dei politici sta nell'ordine delle cose ed e' del tutto legittimo».
Lo sottolineano in una dichiarazione il segretario e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi e Giovanni Rossi. «Chiedere la testa del direttore di un giornale che si assume la responsabilita' di offrire realmente notizie e opinioni e un'interpretazione sua e del suo giornale e' surreale e sconcertante tanto piu' quando la richiesta arriva da personaggi di un partito che vuole avere nel suo dna le liberta' di stampa e nel suo codice genetico il pluralismo democratico e culturale. Francamente - aggiungono Siddi e Rossi - e' incomprensibile e forzato tutto questo a fronte di una difficolta' politica che pesa sul Paese e sul cui si misurano legittimamente sforzi, ansie, sensibilita' che si esprimono in modo differente. Il direttore Sardo e i giornalisti de l'Unita' in una condizione di impresa e molto delicata, riconducibile al Pd ma che nello stesso tempo pero' formalmente non ne e' il proprietario, sono protagonisti di un'opera di informazione che va rispettata per il criterio professionale e morale con cui la esprimono. Semmai, verrebbe da chiedersi, a questo punti nel Pd tutti e non solo alcuni si diano da fare per assicurare un futuro di impresa e di impegno editoriale nel rispetto delle identita', dell'indipendenza dell'informazione, dei progetti e dei posti di lavoro».
http://www.unita.it/italia/renziani-att ... o-1.493053