Il dramma della nostra situazione
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Re: Il dramma della nostra situazione
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Suicidi Civitanova Marche, morti che parlano
di Marco Politi
| 6 aprile 2013Commenti (138)
Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi, i due coniugi anziani impiccatisi perché non ce la facevano a tirare avanti, si “vergognavano” delle loro difficoltà economiche e hanno chiesto perdono per il suicidio. Il fratello di lei, Vincenzo, non ha retto e si è buttato in mare. Non è un cantare dell’Ottocento, è l’Italia del 2013.
Romeo, Anna Maria, Vincenzo non hanno da invocare perdono, in altri tempi si sarebbe detto che la loro morte “grida vendetta”. A vergognarsi dev’essere la classe politica, così autoreferenziale da non vedere e men che mai nominare nei suoi gargarismi televisivi e narcisistici tweet la disperazione che sta crescendo in Italia. La nuvola nera che avvolge anziani lasciati a se stessi, giovani precari, famiglie allo stremo, disoccupati in crescita, imprenditori senza futuro, generazioni allo sbando. Bisogna andare a San Pietro per sentire parole come “poveri” ed “emarginati”, la loro sorte non appare mai sulla bocca di cosiddetti saggi, rottamatori o sedicenti leader.
I morti parlano, diceva Arthur Schnitzler, chiedono conto ai vivi. E la domanda oggi è che ci sia uno Stato che torni a funzionare, si occupi del bene comune e non sia saccheggiato dalle cricche. E che vi sia un governo per tirare il Paese fuori dall’abisso in cui è precipitato.
L’Italia della disperazione sputa sul politichese, ha sete di fatti.
Vuole che simili tragedie (in questi anni ce ne sono state tante, dimenticate) non avvengano più.
L’Italia va governata.
Non mettendosi in carovana con gli impresentabili.
Ma facendo leva sulle tante e i tanti “Boldrini” già presenti in Parlamento.
Grillo se lo ricordi. L’Italia non è una playstation. Non c’è un bingo da fare domani. Oggi bisogna agire perché Romeo, Anna Maria, Vincenzo non siano seguiti nella rovina da altri disperati.
Il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2013
Suicidi Civitanova Marche, morti che parlano
di Marco Politi
| 6 aprile 2013Commenti (138)
Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi, i due coniugi anziani impiccatisi perché non ce la facevano a tirare avanti, si “vergognavano” delle loro difficoltà economiche e hanno chiesto perdono per il suicidio. Il fratello di lei, Vincenzo, non ha retto e si è buttato in mare. Non è un cantare dell’Ottocento, è l’Italia del 2013.
Romeo, Anna Maria, Vincenzo non hanno da invocare perdono, in altri tempi si sarebbe detto che la loro morte “grida vendetta”. A vergognarsi dev’essere la classe politica, così autoreferenziale da non vedere e men che mai nominare nei suoi gargarismi televisivi e narcisistici tweet la disperazione che sta crescendo in Italia. La nuvola nera che avvolge anziani lasciati a se stessi, giovani precari, famiglie allo stremo, disoccupati in crescita, imprenditori senza futuro, generazioni allo sbando. Bisogna andare a San Pietro per sentire parole come “poveri” ed “emarginati”, la loro sorte non appare mai sulla bocca di cosiddetti saggi, rottamatori o sedicenti leader.
I morti parlano, diceva Arthur Schnitzler, chiedono conto ai vivi. E la domanda oggi è che ci sia uno Stato che torni a funzionare, si occupi del bene comune e non sia saccheggiato dalle cricche. E che vi sia un governo per tirare il Paese fuori dall’abisso in cui è precipitato.
L’Italia della disperazione sputa sul politichese, ha sete di fatti.
Vuole che simili tragedie (in questi anni ce ne sono state tante, dimenticate) non avvengano più.
L’Italia va governata.
Non mettendosi in carovana con gli impresentabili.
Ma facendo leva sulle tante e i tanti “Boldrini” già presenti in Parlamento.
Grillo se lo ricordi. L’Italia non è una playstation. Non c’è un bingo da fare domani. Oggi bisogna agire perché Romeo, Anna Maria, Vincenzo non siano seguiti nella rovina da altri disperati.
Il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2013
Re: Il dramma della nostra situazione
Se davvero si vuole rispettare una tale tragedia, dovremmo cominciare a rifuggire dalla retorica.
L'unica risposta da dare a queste morti è quella relativa alle seguenti domande:
perché abbiamo la pressione fiscale più alta d'Europa, ma non assicuriamo i più elementari livelli di assistenza?
Con oltre 800 miliardi di spesa pubblica, la crisi economica appare un alibi. Qui la crisi non c'entra, c'entrano gli elementi minimi di uno stato sociale ormai inesistente.
Che uso si fa di tanto denaro?
E' da qui che occorre partire se si vogliono onorare queste morti.
L'unica risposta da dare a queste morti è quella relativa alle seguenti domande:
perché abbiamo la pressione fiscale più alta d'Europa, ma non assicuriamo i più elementari livelli di assistenza?
Con oltre 800 miliardi di spesa pubblica, la crisi economica appare un alibi. Qui la crisi non c'entra, c'entrano gli elementi minimi di uno stato sociale ormai inesistente.
Che uso si fa di tanto denaro?
E' da qui che occorre partire se si vogliono onorare queste morti.
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Re: Il dramma della nostra situazione
Tragedia di Civitanova, la senatrice Camilla Fabbri risponde alla nostra lettera aperta
L’esponente pesarese del Partito Democratico: “Il fatto mi ha colpito nel vivo. Viviamo una crisi pesante e una situazione di stallo che richiede responsabilità. Mi impegno per riforma fiscale, riduzione costo del lavoro, sistema bancario”
di: Pier Paolo Flammini 6 aprile 2013 @9:26
ASCOLI PICENO – Riportiamo di seguito la risposta di Camilla Fabbri, senatrice pesarese del Partito Democratico, in merito alla nostra lettera aperta seguente la tragedia di Civitanova Marche. La senatrice esprime alcuni temi che saranno propri della sua attività parlamentare; preferisce non intervenire sulla cosiddetta Riforma Fornero né sui conflitti di interesse richiamati nel nostro articolo. Se vorrà farlo, il nostro spazio sarà a sua disposizione, come per gli altri parlamentari.
Ho prontamente commentato la notizia della tragedia di Civitanova, non solo perché mi ha colpito, come a tutti voi, sul piano umano ma perché conscia e consapevole che il perdurare di una crisi pesantissima ed allo stesso tempo questo stallo lunghissimo nel dare risposte al paese ed alle persone che più ne hanno bisogno, è la ragione principale che deve muovere l’azione politica e di servizio di ognuno di noi. Abbiamo troppo spesso assistito in questi lunghi 5 anni a fatti la cui gravità non può non essere considerata.
La mia professione mi ha permesso di vivere molti anni vicino ad imprenditori, artigiani e commercianti virtuosi ed onesti di questa nostra regione. Persone laboriose delle quali conosco le capacità e lo spirito di abnegazione. Uno dei motivi della scelta di candidarmi, grazie all’esperienza che ho maturato e consapevole che la politica sia servizio per la collettività, è fortemente legata ai temi del lavoro.
In una situazione politica di grande difficoltà, nella quale, mi permetta, sono troppi i facili populismi, in Senato sono già stati affrontati diversi temi, primo tra tutti, appena approvata, una risoluzione che impegna il Governo in carica, ad emettere un decreto sullo sblocco di 40 miliardi che la Pubblica Ammiisdeve alle imprese, senza ovviamente aumentare la pressione fiscale, come pure sarà discussa la prossima settimana una mozione,anche da me presentata sulla tristemente famosa,Tares e sulla sua sospensione.
Sono ovviamente molte le problematiche da affrontare e, se dovessi dirle su cosa nei prossimi mesi vorrei lavorare, sicuramente la riforma fiscale, la riduzione del costo del lavoro, come incidere sul sistema bancario affinché si possano ricreare le condizioni di fiducia tra cittadini, imprese , banche ed interventi che promuovano e facilitino l’ inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Ovviamente tutto ciò impone che prevalga un senso di responsabilità tra le forze politiche affinché si formi quanto prima un Governo, che le commissioni permanenti possano discutere sui provvedimenti urgenti per il paese, che si smetta di fare politica con i no, che prevalga la moralità nell’essere e nel fare. Grazie per questa sua sollecitazione.
Saluti
http://www.picenooggi.it/2013/04/06/177 ... ra-aperta/
L’esponente pesarese del Partito Democratico: “Il fatto mi ha colpito nel vivo. Viviamo una crisi pesante e una situazione di stallo che richiede responsabilità. Mi impegno per riforma fiscale, riduzione costo del lavoro, sistema bancario”
di: Pier Paolo Flammini 6 aprile 2013 @9:26
ASCOLI PICENO – Riportiamo di seguito la risposta di Camilla Fabbri, senatrice pesarese del Partito Democratico, in merito alla nostra lettera aperta seguente la tragedia di Civitanova Marche. La senatrice esprime alcuni temi che saranno propri della sua attività parlamentare; preferisce non intervenire sulla cosiddetta Riforma Fornero né sui conflitti di interesse richiamati nel nostro articolo. Se vorrà farlo, il nostro spazio sarà a sua disposizione, come per gli altri parlamentari.
Ho prontamente commentato la notizia della tragedia di Civitanova, non solo perché mi ha colpito, come a tutti voi, sul piano umano ma perché conscia e consapevole che il perdurare di una crisi pesantissima ed allo stesso tempo questo stallo lunghissimo nel dare risposte al paese ed alle persone che più ne hanno bisogno, è la ragione principale che deve muovere l’azione politica e di servizio di ognuno di noi. Abbiamo troppo spesso assistito in questi lunghi 5 anni a fatti la cui gravità non può non essere considerata.
La mia professione mi ha permesso di vivere molti anni vicino ad imprenditori, artigiani e commercianti virtuosi ed onesti di questa nostra regione. Persone laboriose delle quali conosco le capacità e lo spirito di abnegazione. Uno dei motivi della scelta di candidarmi, grazie all’esperienza che ho maturato e consapevole che la politica sia servizio per la collettività, è fortemente legata ai temi del lavoro.
In una situazione politica di grande difficoltà, nella quale, mi permetta, sono troppi i facili populismi, in Senato sono già stati affrontati diversi temi, primo tra tutti, appena approvata, una risoluzione che impegna il Governo in carica, ad emettere un decreto sullo sblocco di 40 miliardi che la Pubblica Ammiisdeve alle imprese, senza ovviamente aumentare la pressione fiscale, come pure sarà discussa la prossima settimana una mozione,anche da me presentata sulla tristemente famosa,Tares e sulla sua sospensione.
Sono ovviamente molte le problematiche da affrontare e, se dovessi dirle su cosa nei prossimi mesi vorrei lavorare, sicuramente la riforma fiscale, la riduzione del costo del lavoro, come incidere sul sistema bancario affinché si possano ricreare le condizioni di fiducia tra cittadini, imprese , banche ed interventi che promuovano e facilitino l’ inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Ovviamente tutto ciò impone che prevalga un senso di responsabilità tra le forze politiche affinché si formi quanto prima un Governo, che le commissioni permanenti possano discutere sui provvedimenti urgenti per il paese, che si smetta di fare politica con i no, che prevalga la moralità nell’essere e nel fare. Grazie per questa sua sollecitazione.
Saluti
http://www.picenooggi.it/2013/04/06/177 ... ra-aperta/
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Re: Il dramma della nostra situazione
...............camillobenso ha scritto:Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Marco Politi > Suicidi Civitan...
Suicidi Civitanova Marche, morti che parlano
di Marco Politi
| 6 aprile 2013Commenti (138)
Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi, i due coniugi anziani impiccatisi perché non ce la facevano a tirare avanti, si “vergognavano” delle loro difficoltà economiche e hanno chiesto perdono per il suicidio. Il fratello di lei, Vincenzo, non ha retto e si è buttato in mare. Non è un cantare dell’Ottocento, è l’Italia del 2013.
Romeo, Anna Maria, Vincenzo non hanno da invocare perdono, in altri tempi si sarebbe detto che la loro morte “grida vendetta”. A vergognarsi dev’essere la classe politica, così autoreferenziale da non vedere e men che mai nominare nei suoi gargarismi televisivi e narcisistici tweet la disperazione che sta crescendo in Italia. La nuvola nera che avvolge anziani lasciati a se stessi, giovani precari, famiglie allo stremo, disoccupati in crescita, imprenditori senza futuro, generazioni allo sbando. Bisogna andare a San Pietro per sentire parole come “poveri” ed “emarginati”, la loro sorte non appare mai sulla bocca di cosiddetti saggi, rottamatori o sedicenti leader.
I morti parlano, diceva Arthur Schnitzler, chiedono conto ai vivi. E la domanda oggi è che ci sia uno Stato che torni a funzionare, si occupi del bene comune e non sia saccheggiato dalle cricche. E che vi sia un governo per tirare il Paese fuori dall’abisso in cui è precipitato.
L’Italia della disperazione sputa sul politichese, ha sete di fatti.
Vuole che simili tragedie (in questi anni ce ne sono state tante, dimenticate) non avvengano più.
L’Italia va governata.
Non mettendosi in carovana con gli impresentabili.
Ma facendo leva sulle tante e i tanti “Boldrini” già presenti in Parlamento.
Grillo se lo ricordi. L’Italia non è una playstation. Non c’è un bingo da fare domani. Oggi bisogna agire perché Romeo, Anna Maria, Vincenzo non siano seguiti nella rovina da altri disperati.
Il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2013
Caro camillobenso.Anche la Presidente della camera Boldrini è stata contestata.Anche se nuova in politica.
Questo vuol dire che la rabbia verso le istituzioni non guarda più in faccia nessuno.SE ci fossero andati dei politicanti noti cosa sarebbe successo?
Ciao
Paolo11
Re: Il dramma della nostra situazione
Mi sa che anche Grillo non se la passerebbe più tanto bene.paolo11 ha scritto: ...............
Caro camillobenso.Anche la Presidente della camera Boldrini è stata contestata.Anche se nuova in politica.
Questo vuol dire che la rabbia verso le istituzioni non guarda più in faccia nessuno.SE ci fossero andati dei politicanti noti cosa sarebbe successo?
Ciao
Paolo11
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Re: Il dramma della nostra situazione
paolo11 ha scritto:...............camillobenso ha scritto:Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Marco Politi > Suicidi Civitan...
Suicidi Civitanova Marche, morti che parlano
di Marco Politi
| 6 aprile 2013Commenti (138)
Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi, i due coniugi anziani impiccatisi perché non ce la facevano a tirare avanti, si “vergognavano” delle loro difficoltà economiche e hanno chiesto perdono per il suicidio. Il fratello di lei, Vincenzo, non ha retto e si è buttato in mare. Non è un cantare dell’Ottocento, è l’Italia del 2013.
Romeo, Anna Maria, Vincenzo non hanno da invocare perdono, in altri tempi si sarebbe detto che la loro morte “grida vendetta”. A vergognarsi dev’essere la classe politica, così autoreferenziale da non vedere e men che mai nominare nei suoi gargarismi televisivi e narcisistici tweet la disperazione che sta crescendo in Italia. La nuvola nera che avvolge anziani lasciati a se stessi, giovani precari, famiglie allo stremo, disoccupati in crescita, imprenditori senza futuro, generazioni allo sbando. Bisogna andare a San Pietro per sentire parole come “poveri” ed “emarginati”, la loro sorte non appare mai sulla bocca di cosiddetti saggi, rottamatori o sedicenti leader.
I morti parlano, diceva Arthur Schnitzler, chiedono conto ai vivi. E la domanda oggi è che ci sia uno Stato che torni a funzionare, si occupi del bene comune e non sia saccheggiato dalle cricche. E che vi sia un governo per tirare il Paese fuori dall’abisso in cui è precipitato.
L’Italia della disperazione sputa sul politichese, ha sete di fatti.
Vuole che simili tragedie (in questi anni ce ne sono state tante, dimenticate) non avvengano più.
L’Italia va governata.
Non mettendosi in carovana con gli impresentabili.
Ma facendo leva sulle tante e i tanti “Boldrini” già presenti in Parlamento.
Grillo se lo ricordi. L’Italia non è una playstation. Non c’è un bingo da fare domani. Oggi bisogna agire perché Romeo, Anna Maria, Vincenzo non siano seguiti nella rovina da altri disperati.
Il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2013
Caro camillobenso.Anche la Presidente della camera Boldrini è stata contestata.Anche se nuova in politica.
Questo vuol dire che la rabbia verso le istituzioni non guarda più in faccia nessuno.SE ci fossero andati dei politicanti noti cosa sarebbe successo?
Ciao
Paolo11
Caro paolino, a Civitanova Marche ci poteva andare uno ed un solo rappresentante del mondo politico e dello Stato. Laura Boldrini. (Infatti tutti gli altri, compreso il Capo dello Stato, sono stati alla larga, a debita distanza)
E malgrado questo, malgrado Laura Boldrini fosse una di loro appena eletta, proveniente dalla società civile, senza colpe e senza macchie, anzi si è mossa con estrema dignità in questi brevi giorni del nuovo incarico, Boldrini è nata a Macerata distante 20 km da Civitanova Marche, abbiamo potuto constatare che il termometro che misura la febbre dovuta alla rabbia nei confronti dello Stato, ci ha detto che la febbre è molto alta, un febbrone da cavallo.
Quello di ieri non era un film del neorealismo italiano del maestro Rossellini. Ieri è andato in onda un provino di quello che succederà nelle prossime settimane, perché la classe politica, riprendendo quanto ha sostenuto più di un anno fa Zagrebelsky:
Un antico testo anonimo firmato "il vecchio oligarca" - "La costituzione degli ateniesi" - sosteneva che la democrazia degenera senza avere le energie per autoriformarsi.
da due anni brancola sempre di più nel buio fitto della seconda “Notte della Repubblica” cercando d’inventarsi formule che non reggono più alla prova dei problemi interni ed esterni, rincorrendo sogni poco realistici di sopravvivere secondo l’italico motto:
“Speriamo che io me la cavo…”
Loro cercano di cavarsela, non il popolo italiano che vive all’esterno della cittadella dorata dove vive la casta.
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Re: Il dramma della nostra situazione
I suicidi si dividono in tre categorie.
1) Quelli che fanno scalpore e che sono usati diffusamente dai media, tanto da richiedere la presenza della neo eletta presidente della Camera, Laura Boldrini.
2) Quelli che interessano solo una parte dei media come quello di oggi oppure quello di 3 giorni fa.
3) Quelli che non interessano assolutamente i media.
Per chi resta, la poesia di Totò “A livella” non vale.
http://www.dailymotion.com/video/x4di39 ... WhOkLWpo6U
C’è suicidio e suicidio.
***
Tre giorni fa
Suicida dopo aver perso casa e lavoro
Un artigiano di 68 anni di Mogliasi, vicino mantova, si è suicidato dopo aver perso casa e laboratorio con il terremoto del maggio 2012.
Le scosse avevano reso inagibile sia il luogo di lavoro che l’edificio che ospitava la sua casa, ma dopo il sisma la vita per lui era ripresa, così come il lavoro.
Eppure la ferita psicologica era rimasta, tanto che gli amici lo vedevano sempre più depresso.
Qualche giorno fa il colpo definitivo: la palazzina che ospitava il laboratorio è stata demolita.
Ieri mattina l’uomo è sceso in cantina , si è puntato la pistola alla tempia, una pistola regolarmente denunciata e ha fatto fuoco. Vicino al cadavere un biglietto per i familiari: “Scusate per quello che vi ho fatto”.
***
Oggi
VIA DUE PONTI
Suicida noto ristoratore romano
Il 52enne, proprietario di diversi locali, si è impiccato a un albero. Si indaga per scoprire le motivazioni del gesto
ROMA - A scoprire il corpo nel primo pomeriggio di venerdì è stato un amico preoccupato perché non aveva più notizie di lui. Alberto Boi, 52 anni, uno dei più noti ristoratori romani, era morto da qualche ora impiccato a un albero nel giardino della sua villetta ai Due Ponti, sulla via Flaminia. Sul suicidio indaga la polizia, che ha ascoltato sia l'amico sia alcuni dipendenti dei locali della vittima, in centro, ai Parioli e a Saxa Rubra. Ristoranti sardi come il Gallura, i Due Otri, il Costa Paradiso, dal Poetto e il Sardegna. Dai primi accertamenti degli investigatori sembra che il ristoratore di origine cagliaritana non soffrisse di depressione né avesse debiti o problemi economici. Ma le indagini sono solo all'inizio.
Rinaldo Frignani
12 aprile 2013 | 19:47© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 0825.shtml
1) Quelli che fanno scalpore e che sono usati diffusamente dai media, tanto da richiedere la presenza della neo eletta presidente della Camera, Laura Boldrini.
2) Quelli che interessano solo una parte dei media come quello di oggi oppure quello di 3 giorni fa.
3) Quelli che non interessano assolutamente i media.
Per chi resta, la poesia di Totò “A livella” non vale.
http://www.dailymotion.com/video/x4di39 ... WhOkLWpo6U
C’è suicidio e suicidio.
***
Tre giorni fa
Suicida dopo aver perso casa e lavoro
Un artigiano di 68 anni di Mogliasi, vicino mantova, si è suicidato dopo aver perso casa e laboratorio con il terremoto del maggio 2012.
Le scosse avevano reso inagibile sia il luogo di lavoro che l’edificio che ospitava la sua casa, ma dopo il sisma la vita per lui era ripresa, così come il lavoro.
Eppure la ferita psicologica era rimasta, tanto che gli amici lo vedevano sempre più depresso.
Qualche giorno fa il colpo definitivo: la palazzina che ospitava il laboratorio è stata demolita.
Ieri mattina l’uomo è sceso in cantina , si è puntato la pistola alla tempia, una pistola regolarmente denunciata e ha fatto fuoco. Vicino al cadavere un biglietto per i familiari: “Scusate per quello che vi ho fatto”.
***
Oggi
VIA DUE PONTI
Suicida noto ristoratore romano
Il 52enne, proprietario di diversi locali, si è impiccato a un albero. Si indaga per scoprire le motivazioni del gesto
ROMA - A scoprire il corpo nel primo pomeriggio di venerdì è stato un amico preoccupato perché non aveva più notizie di lui. Alberto Boi, 52 anni, uno dei più noti ristoratori romani, era morto da qualche ora impiccato a un albero nel giardino della sua villetta ai Due Ponti, sulla via Flaminia. Sul suicidio indaga la polizia, che ha ascoltato sia l'amico sia alcuni dipendenti dei locali della vittima, in centro, ai Parioli e a Saxa Rubra. Ristoranti sardi come il Gallura, i Due Otri, il Costa Paradiso, dal Poetto e il Sardegna. Dai primi accertamenti degli investigatori sembra che il ristoratore di origine cagliaritana non soffrisse di depressione né avesse debiti o problemi economici. Ma le indagini sono solo all'inizio.
Rinaldo Frignani
12 aprile 2013 | 19:47© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cr ... 0825.shtml
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- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: Il dramma della nostra situazione
E no caro Paolino!paolo11 ha scritto:Omissis...
Caro camillobenso.Anche la Presidente della camera Boldrini è stata contestata.Anche se nuova in politica.
Questo vuol dire che la rabbia verso le istituzioni non guarda più in faccia nessuno.SE ci fossero andati dei politicanti noti cosa sarebbe successo?
Ciao
Paolo11
Le distinzioni devono assolutamente essere fatte altrimenti cadiamo nel piu' becero qualunquismo e di questo non ne abbiamo proprio bisogno.
La rabbia esiste ed e' a livello molto alto ma non per questo dobbiamo sparare a zero su tutto.
Spesso questo succede quando ti accorgi che chi hai sempre votato te lo ha messo invece sempre in quel posto e ora per sparagli addosso pretendi di sparare nel mucchio. Orco boia che soluzione
Troppo facile questo modo di far politica amico mio.
Non si ha il coraggio di colpire il vero colpevole poiche per molto tempo hai creduto in lui e di conseguenza un po' di colpa te la senti pure te dentro. Quanto di meglio ora se non mettere dentro pensando di scagionarci delle ns.colpe.
Come dire:erano/eravamo tutti colpevoli mentre non era proprio cosi'.
Se dobbiamo "sparare" dobbiamo avere chiaro l'obiettivo.
Quindi, caro Paolino(si fa per dire),noi sopratutto qui dentro, non dobbiamo caderci in queste trappole alquanto populiste.
Solo una curiosita. A quella persona che insultava la Boldrini avrei voluto chiedere a chi avesse dato il voto l'ultima volta.
Tutto qui.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Il dramma della nostra situazione
il messaggio " accorgetevi di me" può essere estremizzato in migliaia di sfumature, bisogna vedere quanto senso di colpa vuoi lasciare a chi resta.camillobenso ha scritto:I suicidi si dividono in tre categorie.
1) Quelli che fanno scalpore e che sono usati diffusamente dai media, tanto da richiedere la presenza della neo eletta presidente della Camera, Laura Boldrini.
2) Quelli che interessano solo una parte dei media come quello di oggi oppure quello di 3 giorni fa.
3) Quelli che non interessano assolutamente i media.
ovvio che quello a cui stiamo assistendo è il frutto della disperazione e non del narcisismo.
I media si tuffano dove trovano " materiale" e la lunga e circostanziata lettera, il gesto estremo del terzo soggetto ( famiglie simbiotiche-clan) era occasione troppo ghiotta rispetto all'insignificante gesto solitario del silenzioso.
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