Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Io mi chiedo: se hanno fatto quel codice di comportamento e tutti sono d'accordo.
Se ora hanno avuto quel grande consenso dagli elettori.O cambiano lo statuto, oppure vuol dire che quello è ancora valido.
Infatti grillo lo ha detto.Chi pensava che votando M5S pensava ad un governo assieme ad altri si sono sbagliati.
Loro puntano ad avere la maggioranza per governare.
Motivo.
Ci sono cose che altri partiti non vogliono fare per vari motivi.
Es reddito di cittadinanza.
TAV
Ritirare i soldati dai vari fronti di guerra.Invece Monti parla di tenerli oltre il 2014
I famosi f 35 da disdire.
Altre ancora non condivisibili.
Altrimenti avrebbe fatto direttamente un Partito come altri.
Loro a torto o ragione vogliono mettere in campo il loro progetto,non quello di altri.Lo possono fare solamente avendo la maggioranza assoluta.
Almeno io lo concepisco così il movimento.
Si mettano d'accordo i due partiti tradizionali facendo due cose.Nuova legge elettorale, e dimezzamento dei parlamentari.Poi al Voto.
Ciao
Paolo11
Se ora hanno avuto quel grande consenso dagli elettori.O cambiano lo statuto, oppure vuol dire che quello è ancora valido.
Infatti grillo lo ha detto.Chi pensava che votando M5S pensava ad un governo assieme ad altri si sono sbagliati.
Loro puntano ad avere la maggioranza per governare.
Motivo.
Ci sono cose che altri partiti non vogliono fare per vari motivi.
Es reddito di cittadinanza.
TAV
Ritirare i soldati dai vari fronti di guerra.Invece Monti parla di tenerli oltre il 2014
I famosi f 35 da disdire.
Altre ancora non condivisibili.
Altrimenti avrebbe fatto direttamente un Partito come altri.
Loro a torto o ragione vogliono mettere in campo il loro progetto,non quello di altri.Lo possono fare solamente avendo la maggioranza assoluta.
Almeno io lo concepisco così il movimento.
Si mettano d'accordo i due partiti tradizionali facendo due cose.Nuova legge elettorale, e dimezzamento dei parlamentari.Poi al Voto.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
>>Io mi chiedo: se hanno fatto quel codice di comportamento e tutti sono d'accordo.
Ma cosa HANNO fatto?
Cosa SONO d'accordo?
Sbagli completamente SOGGETTO e AFFERMAZIONI.
Lo statuto l'HA fatto Grillo/Casaleggio. Non i grillini.
E gli stessi grillini NON SONO daccordo.
Perche` in massima parte ignorano persino che esista uno statuto e cosa contenga.
Ora.
Avendo aderito a un movimento di cui neanche vi siete curati di comprendere statuto e finalita`,
adesso ve ne assumete la responsabilita`.
Ciao.
soloo42000
Ma cosa HANNO fatto?
Cosa SONO d'accordo?
Sbagli completamente SOGGETTO e AFFERMAZIONI.
Lo statuto l'HA fatto Grillo/Casaleggio. Non i grillini.
E gli stessi grillini NON SONO daccordo.
Perche` in massima parte ignorano persino che esista uno statuto e cosa contenga.
Ora.
Avendo aderito a un movimento di cui neanche vi siete curati di comprendere statuto e finalita`,
adesso ve ne assumete la responsabilita`.
Ciao.
soloo42000
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Caro soloo42000.Io sapevo cosa votavo.Forse molti altri non lo sapevano.soloo42000 ha scritto:>>Io mi chiedo: se hanno fatto quel codice di comportamento e tutti sono d'accordo.
Ma cosa HANNO fatto?
Cosa SONO d'accordo?
Sbagli completamente SOGGETTO e AFFERMAZIONI.
Lo statuto l'HA fatto Grillo/Casaleggio. Non i grillini.
E gli stessi grillini NON SONO daccordo.
Perche` in massima parte ignorano persino che esista uno statuto e cosa contenga.
Ora.
Avendo aderito a un movimento di cui neanche vi siete curati di comprendere statuto e finalita`,
adesso ve ne assumete la responsabilita`.
Ciao.
soloo42000
Gredevano che fosse un partito che funzionasse come sempre avvenuto.Alleanze ecc.....
Questo è un mivimento che non ha niente da spartire con i partiti.
Bersani se vuole lasci il posto a Franceschi o Renzi.Che vadano a fare inciucio loro con Silvio.
Forse anche molti di voi che lo hanno votato non lo avevano capito.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Commissioni parlamentari, storia e prassi danno ragione al M5S
di: Matteo Mascia
Il Movimento 5 stelle ha in programma azioni eclatanti per ridare dignità al Parlamento, gli eletti pentastellati faranno di tutto pur di mettere nelle condizioni di lavorare Camera e Senato. Organi del potere legislativo costretti all’inoperosità a causa del blocco studiato a tavolino da Pd e Pdl, partiti i cui ragionamenti sono viziati dallo scenario politico maggioritario.
Una dinamica che oggi non può essere più applicata o, almeno, lo si può fare con le dovute correzioni. Le Camere sono infatti caratterizzate dalla presenza di tre minoranze affiancate dal Gruppo dei montiani. A Montecitorio lo scenario cambia solo in virtù dell’anomalo premio di maggioranza garantito dalla legge elettorale votata nel 2005, un numero di seggi in più che finisce per demolire sotto i colpi dell’evidenza i ragionamenti di Renato Brunetta, capogruppo del Pdl e Roberto Speranza, omologo del Pd.
Alla Camera non ci sarà nessun bisogno di aspettare che un nuovo governo incassi la fiducia per stabilire chi sarà maggioranze e chi sarà opposizione. Nel Regolamento di Camera e Senato non c’è alcuna norma che impedisca la costituzione delle commissioni parlamentari permanenti prima della formazione del governo.
I numeri parlano chiaro: tutti i Gruppi, in base al Regolamento, devono essere rappresentati di modo che venga rispettato lo stesso equilibrio presente in Aula. Le segreterie dei due partiti principali dovrebbero poi cogliere l’occasione per ripassare le norme costituzionali, la legge fondamentale non parla né di maggioranza né di opposizione.
Nulla vieta al presidente di una Commissione permanente di cambiare casacca durante il corso di una legislatura, procedura che non pare in grado di influenzare i lavori e le consultazioni all’interno del parlamentino. Il primo a segnalare la necessità di inaugurare il corso delle Commissioni è stato Alessandro Di Battista, deputato M5S particolarmente attento a tutto quello che concerne l’estero e la politica internazionale.
I suoi richiami sono stati ripresi dai colleghi di schieramento, desiderosi di poter prendere possesso del proprio ruolo istituzionale anche in quelle Commissioni di garanzia tradizionalmente assegnate al controllo delle opposizioni. Persino nel Partito democratico qualcuno ha iniziato a dare ragione ai sodali di Beppe Grillo, un cambio di rotta in grado di rivelare quanto sia largo il solco tra i parlamentari e la segretaria di Bersani. Il partito “deve dare mandato ai propri capigruppo di sollecitare la convocazione delle commissioni presso la presidenza di Camera e Senato”, ha spiegato il deputato democratico Pippo Civati sul suo blog. “Pare che il Pdl si opponga e che non voglia procedere: a riprova del fatto che qualcuno che gioca allo sfascio c’è e che noi certo non possiamo allinearci con una posizione del genere”, prosegue Civati. “L’obiezione della mancanza di maggioranza e minoranza non ha alcun senso alla Camera, dove la maggioranza c’è (a meno ovviamente che il Pd non intenda spaccarsi in queste ore) e al Senato si può aggirare la questione con un accordo tra gentiluomini – suggerisce Civati –: ove si formasse una maggioranza, chi assume la presidenza deve dichiararsi pronto a mettere in discussione il proprio mandato.
Non mi pare che il M5S possa sottrarsi a questo impegno e se il Pdl non dovesse essere d’accordo, peggio per il Pdl”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex magistrato Felice Casson: “Il Parlamento è in grado di lavorare in autonomia. Ci sono disegni di legge che possono essere esaminati anche senza il contributo del nuovo Governo”. Facendo una ricerca nelle scorse legislature, ci si imbatte in tre precedenti. Quello più recente e anche quello più simile alla situazione di questi giorni, risale al ‘92, quando Francesco Cossiga si dimise dal suo incarico al Colle e passò un lungo periodo prima che al Quirinale arrivasse Oscar Luigi Scalfaro. Le Commissioni permanenti vennero costituite in Parlamento il 17 giugno, mentre il nuovo governo di Giuliano Amato si formò il 28, cioè 11 giorni dopo.
Anche allora si istituì, nel frattempo, una Commissione Speciale, ma per la riforma dell’immunità parlamentare. Si deve arrivare al 1979 per trovare uno stallo analogo. Il 31 marzo di quell’anno, Giulio Andreotti lasciò Palazzo Chigi e le Commissioni permanenti videro la luce l’11 luglio. Il nuovo governo Cossiga nacque il 4 agosto del 1979, quasi un mese dopo. Il terzo precedente, anche se con tempi più brevi, risale al 1976. Aldo Moro si dimise il 30 aprile e gli organismi parlamentari vennero istituiti il 27 luglio del ‘76.
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=20186
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Non sono in grado di dire se queste commissioni possono essere fatte prima che si sia insediato un governo o dopo . Per tale motivo ritengo sia sempre utile sentire piu' campane su questo argomento.
un salutone da Juan
di: Matteo Mascia
Il Movimento 5 stelle ha in programma azioni eclatanti per ridare dignità al Parlamento, gli eletti pentastellati faranno di tutto pur di mettere nelle condizioni di lavorare Camera e Senato. Organi del potere legislativo costretti all’inoperosità a causa del blocco studiato a tavolino da Pd e Pdl, partiti i cui ragionamenti sono viziati dallo scenario politico maggioritario.
Una dinamica che oggi non può essere più applicata o, almeno, lo si può fare con le dovute correzioni. Le Camere sono infatti caratterizzate dalla presenza di tre minoranze affiancate dal Gruppo dei montiani. A Montecitorio lo scenario cambia solo in virtù dell’anomalo premio di maggioranza garantito dalla legge elettorale votata nel 2005, un numero di seggi in più che finisce per demolire sotto i colpi dell’evidenza i ragionamenti di Renato Brunetta, capogruppo del Pdl e Roberto Speranza, omologo del Pd.
Alla Camera non ci sarà nessun bisogno di aspettare che un nuovo governo incassi la fiducia per stabilire chi sarà maggioranze e chi sarà opposizione. Nel Regolamento di Camera e Senato non c’è alcuna norma che impedisca la costituzione delle commissioni parlamentari permanenti prima della formazione del governo.
I numeri parlano chiaro: tutti i Gruppi, in base al Regolamento, devono essere rappresentati di modo che venga rispettato lo stesso equilibrio presente in Aula. Le segreterie dei due partiti principali dovrebbero poi cogliere l’occasione per ripassare le norme costituzionali, la legge fondamentale non parla né di maggioranza né di opposizione.
Nulla vieta al presidente di una Commissione permanente di cambiare casacca durante il corso di una legislatura, procedura che non pare in grado di influenzare i lavori e le consultazioni all’interno del parlamentino. Il primo a segnalare la necessità di inaugurare il corso delle Commissioni è stato Alessandro Di Battista, deputato M5S particolarmente attento a tutto quello che concerne l’estero e la politica internazionale.
I suoi richiami sono stati ripresi dai colleghi di schieramento, desiderosi di poter prendere possesso del proprio ruolo istituzionale anche in quelle Commissioni di garanzia tradizionalmente assegnate al controllo delle opposizioni. Persino nel Partito democratico qualcuno ha iniziato a dare ragione ai sodali di Beppe Grillo, un cambio di rotta in grado di rivelare quanto sia largo il solco tra i parlamentari e la segretaria di Bersani. Il partito “deve dare mandato ai propri capigruppo di sollecitare la convocazione delle commissioni presso la presidenza di Camera e Senato”, ha spiegato il deputato democratico Pippo Civati sul suo blog. “Pare che il Pdl si opponga e che non voglia procedere: a riprova del fatto che qualcuno che gioca allo sfascio c’è e che noi certo non possiamo allinearci con una posizione del genere”, prosegue Civati. “L’obiezione della mancanza di maggioranza e minoranza non ha alcun senso alla Camera, dove la maggioranza c’è (a meno ovviamente che il Pd non intenda spaccarsi in queste ore) e al Senato si può aggirare la questione con un accordo tra gentiluomini – suggerisce Civati –: ove si formasse una maggioranza, chi assume la presidenza deve dichiararsi pronto a mettere in discussione il proprio mandato.
Non mi pare che il M5S possa sottrarsi a questo impegno e se il Pdl non dovesse essere d’accordo, peggio per il Pdl”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex magistrato Felice Casson: “Il Parlamento è in grado di lavorare in autonomia. Ci sono disegni di legge che possono essere esaminati anche senza il contributo del nuovo Governo”. Facendo una ricerca nelle scorse legislature, ci si imbatte in tre precedenti. Quello più recente e anche quello più simile alla situazione di questi giorni, risale al ‘92, quando Francesco Cossiga si dimise dal suo incarico al Colle e passò un lungo periodo prima che al Quirinale arrivasse Oscar Luigi Scalfaro. Le Commissioni permanenti vennero costituite in Parlamento il 17 giugno, mentre il nuovo governo di Giuliano Amato si formò il 28, cioè 11 giorni dopo.
Anche allora si istituì, nel frattempo, una Commissione Speciale, ma per la riforma dell’immunità parlamentare. Si deve arrivare al 1979 per trovare uno stallo analogo. Il 31 marzo di quell’anno, Giulio Andreotti lasciò Palazzo Chigi e le Commissioni permanenti videro la luce l’11 luglio. Il nuovo governo Cossiga nacque il 4 agosto del 1979, quasi un mese dopo. Il terzo precedente, anche se con tempi più brevi, risale al 1976. Aldo Moro si dimise il 30 aprile e gli organismi parlamentari vennero istituiti il 27 luglio del ‘76.
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=20186
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Non sono in grado di dire se queste commissioni possono essere fatte prima che si sia insediato un governo o dopo . Per tale motivo ritengo sia sempre utile sentire piu' campane su questo argomento.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Ciao Paolo11
E tu credi sia possibile avere la maggioranza assoluta ?
Inutile andare in Parlamento se non accetti il confronto
La maggioranza assoluta è molto pericolosa, io quando vado a votare di regola scelgo i partiti più
piccoli per frenare quelli che con la forza dei numeri vorrebbero sovrastare alla forza delle idee.
E tu credi sia possibile avere la maggioranza assoluta ?
Inutile andare in Parlamento se non accetti il confronto
La maggioranza assoluta è molto pericolosa, io quando vado a votare di regola scelgo i partiti più
piccoli per frenare quelli che con la forza dei numeri vorrebbero sovrastare alla forza delle idee.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Il costituzionalista “Le commissioni possono e devono essere costituite” (Beatrice Borromeo).
08/04/2013 di triskel182
Cosa impedisce al Parlamento di funzionare? Nulla”. Per Lorenzo Cuocolo, professore di diritto costituzionale all’università Bocconi di Milano, Camera e Senato sono (formalmente) nel pieno esercizio delle loro funzioni: “Volendo, potrebbero eleggere le commissioni permanenti domani mattina”.
È quello che chiedono i grillini in coro. Qual è allora il problema?
Non c’è nessun ostacolo tecnico, perchè i regolamenti di Camera e Senato prevedono che uno dei primi adempimenti sia proprio quello di eleggere le commissioni. La questione qui è politico-istituzionale: bisogna individuare i presidenti delle commissioni, scelti normalmente in base a un principio di equilibrio tra forze di maggioranza e di opposizione. Per esempio, il presidente della commissione di controllo sulla Rai, dice la prassi consolidata, non deve provenire dallo stesso partito cui appartiene il ministro delle Comunicazioni. Solo così possono controllarsi a vicenda.
I Cinque Stelle però insistono sul fatto che un governo c’è ancora: quello di Monti.
È vero, ma bisogna tenere conto che si tratta di un esecutivo tecnico, che si è dimesso senza più chiedere la fiducia alle Camere. Piuttosto, ci si potrebbe basare sui risultati delle ultime elezioni. Cosa dice la Costituzione in proposito? L’articolo 72 sostiene che le commissioni devono rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Tradotto, basterebbe prevedere in ogni commissione circa il 30 per cento di presenza di Grillini, Pd e Pdl e il 10 per cento di Montiani.
Così si garantisce l’equilibrio politico, ma resta il nodo delle presidenze. Come sceglierle?
Una norma esplicita manca. Ma una soluzione, se solo ci fosse la volontà politica di trovarla, ci sarebbe. Per esempio assegnare le presidenze in via transitoria – e in maniera equilibrata – tra i partiti. Ovviamente, l’accordo dovrebbe prevedere una rielaborazione nel momento in cui si formasse il nuovo governo.
Il presidente del Senato Piero Grasso ha detto che se Pd e Pdl non vogliono le commissioni permanenti, lui non può obbligarli a eleggerle.
È vero parzialmente. I regolamenti di Camera e Senato in effetti prevedono che siano i gruppi, cioè i partiti, a designare i loro rappresentanti nelle commissioni. E avrebbero dovuto farlo entro 5 giorni dalla formazione dei gruppi stessi, quindi c’è già un ampio ritardo. Ma l’articolo 21 del regolamento di Palazzo Madama sostiene che sia proprio il presidente a comunicare la composizione delle commissioni al Senato. In un caso di inerzia come questo, anche se è eccessivo chiedere a Grasso di agire autonomamente, il presidente potrebbe esercitare il suo potere di impulso e richiamare i gruppi al rispetto del regolamento.
Invece, per ora, il Parlamento si è affidato alle commissioni speciali. Prassi?
No, anomalia. Consentono al Parlamento di funzionare almeno un po’, e permettono di analizzare gli atti provenienti dal governo.
Così però il Parlamento si priva della sua funzione originaria, che è quella di legiferare.
Vero, ma per farlo ha comunque bisogno di un indirizzo politico.
E bastano, le commissioni speciali, ad affrontare le emergenze del Paese?
Sono solo una sponda, basti pensare che quella della Camera è costituita da 40 persone su 630, e quella del Senato da soli 27 membri. Il che significa che il 90 per cento di deputati e senatori, in questo momento, nella migliore delle ipotesi si annoia. E non c’è proprio ragione per cui non debba tornare al lavoro. Subito.
Da Il Fatto Quotidiano del 09/04/2013.
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Solo per approfondire
un salutone da Juan
08/04/2013 di triskel182
Cosa impedisce al Parlamento di funzionare? Nulla”. Per Lorenzo Cuocolo, professore di diritto costituzionale all’università Bocconi di Milano, Camera e Senato sono (formalmente) nel pieno esercizio delle loro funzioni: “Volendo, potrebbero eleggere le commissioni permanenti domani mattina”.
È quello che chiedono i grillini in coro. Qual è allora il problema?
Non c’è nessun ostacolo tecnico, perchè i regolamenti di Camera e Senato prevedono che uno dei primi adempimenti sia proprio quello di eleggere le commissioni. La questione qui è politico-istituzionale: bisogna individuare i presidenti delle commissioni, scelti normalmente in base a un principio di equilibrio tra forze di maggioranza e di opposizione. Per esempio, il presidente della commissione di controllo sulla Rai, dice la prassi consolidata, non deve provenire dallo stesso partito cui appartiene il ministro delle Comunicazioni. Solo così possono controllarsi a vicenda.
I Cinque Stelle però insistono sul fatto che un governo c’è ancora: quello di Monti.
È vero, ma bisogna tenere conto che si tratta di un esecutivo tecnico, che si è dimesso senza più chiedere la fiducia alle Camere. Piuttosto, ci si potrebbe basare sui risultati delle ultime elezioni. Cosa dice la Costituzione in proposito? L’articolo 72 sostiene che le commissioni devono rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Tradotto, basterebbe prevedere in ogni commissione circa il 30 per cento di presenza di Grillini, Pd e Pdl e il 10 per cento di Montiani.
Così si garantisce l’equilibrio politico, ma resta il nodo delle presidenze. Come sceglierle?
Una norma esplicita manca. Ma una soluzione, se solo ci fosse la volontà politica di trovarla, ci sarebbe. Per esempio assegnare le presidenze in via transitoria – e in maniera equilibrata – tra i partiti. Ovviamente, l’accordo dovrebbe prevedere una rielaborazione nel momento in cui si formasse il nuovo governo.
Il presidente del Senato Piero Grasso ha detto che se Pd e Pdl non vogliono le commissioni permanenti, lui non può obbligarli a eleggerle.
È vero parzialmente. I regolamenti di Camera e Senato in effetti prevedono che siano i gruppi, cioè i partiti, a designare i loro rappresentanti nelle commissioni. E avrebbero dovuto farlo entro 5 giorni dalla formazione dei gruppi stessi, quindi c’è già un ampio ritardo. Ma l’articolo 21 del regolamento di Palazzo Madama sostiene che sia proprio il presidente a comunicare la composizione delle commissioni al Senato. In un caso di inerzia come questo, anche se è eccessivo chiedere a Grasso di agire autonomamente, il presidente potrebbe esercitare il suo potere di impulso e richiamare i gruppi al rispetto del regolamento.
Invece, per ora, il Parlamento si è affidato alle commissioni speciali. Prassi?
No, anomalia. Consentono al Parlamento di funzionare almeno un po’, e permettono di analizzare gli atti provenienti dal governo.
Così però il Parlamento si priva della sua funzione originaria, che è quella di legiferare.
Vero, ma per farlo ha comunque bisogno di un indirizzo politico.
E bastano, le commissioni speciali, ad affrontare le emergenze del Paese?
Sono solo una sponda, basti pensare che quella della Camera è costituita da 40 persone su 630, e quella del Senato da soli 27 membri. Il che significa che il 90 per cento di deputati e senatori, in questo momento, nella migliore delle ipotesi si annoia. E non c’è proprio ragione per cui non debba tornare al lavoro. Subito.
Da Il Fatto Quotidiano del 09/04/2013.
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Solo per approfondire
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Berlusconi ineleggibile, Bersani parli chiaro
di Paolo Flores d’Arcais, da il Fatto quotidiano, 9 aprile 2013
Bene, benissimo! Un gruppo parlamentare dichiara solennemente che la decisione sulla ineleggibilità di Berlusconi va presa subito, che traccheggiare nella formazione della “Giunta delle elezioni” sarebbe uno scandalo, che di fronte a tale scandalo diventano giustificate proteste anche irrituali ed “estreme”, come l’occupazione delle aule parlamentari. Il M5S, nella conferenza stampa di ieri, per bocca dei suoi capigruppo, ha annunciato proprio questo. Costringendo il presidente del Senato Grasso a una contorta risposta, tutta sulla difensiva, e alla convocazione della “Giunta del regolamento” per decidere come procedere.
Il regolamento del Senato è però chiarissimo: “Il Presidente, non appena costituiti i Gruppi parlamentari, nomina i componenti della Giunta per il Regolamento, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e della Commissione per la biblioteca e per l’archivio storico, dandone comunicazione al Senato”. I Gruppi sono stati costituiti il 19 marzo, Grasso poteva aver nominato la “Giunta delle elezioni” quasi tre settimane fa, la “Giunta del regolamento” è stata infatti già nominata. Perché questo ritardo?
Lo capiscono anche i sassi: perché la “Giunta delle elezioni” può decidere, anche in tempi rapidissimi, l’esclusione di Berlusconi dal Parlamento, liberando il panorama politico italiano dal quasi ventennale incubo dell’illegalità e dell’inciucio. Nella “Giunta delle elezioni”, infatti, Pd e M5S hanno un’ampia maggioranza. Il M5S ha reiterato ancora ieri che voterà ovviamente per Berlusconi ineleggibile, prendendo sul serio la legge 361 del 1957, calpestata nelle precedenti legislature dal combinato disposto Caimano/D’Alema. Il capogruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda, ha ripetuto la stessa cosa più volte, aderendo all’appello di MicroMega (250 mila firme) e addirittura regalando alla manifestazione di piazza Santi Apostoli le copie della Costituzione con cui tale manifestazione si è autofinanziata.
I senatori del Pd vogliono smentire il loro capogruppo? Gli elettori Pd li inseguirebbero coi forconi. A questo punto Bersani non può più tacere. La “Giunta delle elezioni” può infatti decidere anche su modalità e ritmi del proprio lavoro. Se c’è la volontà politica di rispettare la legge (in una democrazia liberale dovrebbe andare da sé), Berlusconi può essere cacciato da Palazzo Madama entro qualche settimana. Bersani parli, dunque, perché un solenne impegno su Berlusconi ineleggibile avrebbe inevitabile influenza (benefica) anche sulla scelta per l’inquilino del Colle più alto.
(9 aprile 2013)
http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... li-chiaro/
di Paolo Flores d’Arcais, da il Fatto quotidiano, 9 aprile 2013
Bene, benissimo! Un gruppo parlamentare dichiara solennemente che la decisione sulla ineleggibilità di Berlusconi va presa subito, che traccheggiare nella formazione della “Giunta delle elezioni” sarebbe uno scandalo, che di fronte a tale scandalo diventano giustificate proteste anche irrituali ed “estreme”, come l’occupazione delle aule parlamentari. Il M5S, nella conferenza stampa di ieri, per bocca dei suoi capigruppo, ha annunciato proprio questo. Costringendo il presidente del Senato Grasso a una contorta risposta, tutta sulla difensiva, e alla convocazione della “Giunta del regolamento” per decidere come procedere.
Il regolamento del Senato è però chiarissimo: “Il Presidente, non appena costituiti i Gruppi parlamentari, nomina i componenti della Giunta per il Regolamento, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e della Commissione per la biblioteca e per l’archivio storico, dandone comunicazione al Senato”. I Gruppi sono stati costituiti il 19 marzo, Grasso poteva aver nominato la “Giunta delle elezioni” quasi tre settimane fa, la “Giunta del regolamento” è stata infatti già nominata. Perché questo ritardo?
Lo capiscono anche i sassi: perché la “Giunta delle elezioni” può decidere, anche in tempi rapidissimi, l’esclusione di Berlusconi dal Parlamento, liberando il panorama politico italiano dal quasi ventennale incubo dell’illegalità e dell’inciucio. Nella “Giunta delle elezioni”, infatti, Pd e M5S hanno un’ampia maggioranza. Il M5S ha reiterato ancora ieri che voterà ovviamente per Berlusconi ineleggibile, prendendo sul serio la legge 361 del 1957, calpestata nelle precedenti legislature dal combinato disposto Caimano/D’Alema. Il capogruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda, ha ripetuto la stessa cosa più volte, aderendo all’appello di MicroMega (250 mila firme) e addirittura regalando alla manifestazione di piazza Santi Apostoli le copie della Costituzione con cui tale manifestazione si è autofinanziata.
I senatori del Pd vogliono smentire il loro capogruppo? Gli elettori Pd li inseguirebbero coi forconi. A questo punto Bersani non può più tacere. La “Giunta delle elezioni” può infatti decidere anche su modalità e ritmi del proprio lavoro. Se c’è la volontà politica di rispettare la legge (in una democrazia liberale dovrebbe andare da sé), Berlusconi può essere cacciato da Palazzo Madama entro qualche settimana. Bersani parli, dunque, perché un solenne impegno su Berlusconi ineleggibile avrebbe inevitabile influenza (benefica) anche sulla scelta per l’inquilino del Colle più alto.
(9 aprile 2013)
http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... li-chiaro/
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Questi ritardi delle commissioni permanenti , il fatto che
Grasso poteva aver nominato la “Giunta delle elezioni” quasi tre settimane fa e non l'ha fatto,
il tutto mi puzza molto, i parlamentari o si ribellano loro a questa inerzia colposa o fra un pò
saranno i cittadini a muoversi con i forconi.
Grasso poteva aver nominato la “Giunta delle elezioni” quasi tre settimane fa e non l'ha fatto,
il tutto mi puzza molto, i parlamentari o si ribellano loro a questa inerzia colposa o fra un pò
saranno i cittadini a muoversi con i forconi.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Corradino Mineo è un nuovo senatore PD, chiaramente bersaniano, sia ad Agorà che nel suo blog quotidiano, sia su Twitter ha dichiarato che gli eletti PD al senato non si riuniscono né vengono consultati dalla segreteria.
Nel mio piccolo l'ho già sollecitato via Twitter di darsi da fare, ma fino ad oggi il nulla.
Su questo argomento importante, cioè sulla formazione delle commissioni tra le quali quella importante la Giunta Eleggibilità la voce ufficiale del PD è quella del capogruppo Zanda, che d'accordo con il PDL, dice che le commissioni si formeranno dopo il varo di un governo.
Oggi c'è stato incontro Bersani-Berlusconi ma se ne sa poco e dobbiamo aspettare di sapere di più prima di commentare.
Si sa ufficialmente da Enrico Letta che si è parlato solo di elezione del nuovo PdR, vedremo.
Un saluto
Nel mio piccolo l'ho già sollecitato via Twitter di darsi da fare, ma fino ad oggi il nulla.
Su questo argomento importante, cioè sulla formazione delle commissioni tra le quali quella importante la Giunta Eleggibilità la voce ufficiale del PD è quella del capogruppo Zanda, che d'accordo con il PDL, dice che le commissioni si formeranno dopo il varo di un governo.
Oggi c'è stato incontro Bersani-Berlusconi ma se ne sa poco e dobbiamo aspettare di sapere di più prima di commentare.
Si sa ufficialmente da Enrico Letta che si è parlato solo di elezione del nuovo PdR, vedremo.
Un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
............................................iospero ha scritto:Ciao Paolo11
E tu credi sia possibile avere la maggioranza assoluta ?
Inutile andare in Parlamento se non accetti il confronto
La maggioranza assoluta è molto pericolosa, io quando vado a votare di regola scelgo i partiti più
piccoli per frenare quelli che con la forza dei numeri vorrebbero sovrastare alla forza delle idee.
Ciao iospero.Credo che per radrizzare questo paese ci voglia un partito con la maggioranza senza avere altri partitini assieme.
Berlusconi l'ha avuta questa maggioranza.Adoperandola male.
Io non credo alla battuta Di Grillo di avere il 100%.Gredo che lui stesso non la voglia.
Ma una maggioranza che possa governare da solo,per una legislatura.
Poi giudicheranno i cittadini se cambiare o NO.
Se preferisci tutti i casini dentro il PD anche oggi.Ma dicono noi siamo democratici e parliamo.Parlare anche troppo porta alla confusione.
Ciao
Paolo11
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