quo vadis PD ????

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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Bastava che Federico Geremicca fosse andato su Wikipedia per disporre dell'elenco delle correnti che anche lui oggi chiama "tribù".


Correnti del Partito Democratico
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera



L'articolo 29 de Lo Statuto del Partito democratico recita che «Il Partito Democratico ai sensi dell’articolo 18 della Costituzione, favorisce la libertà e il pluralismo associativo e stabilisce rapporti di collaborazione con fondazioni, associazioni ed altri istituti, nazionali ed internazionali, a carattere politico-culturale e senza fini di lucro, garantendone e rispettandone l’autonomia». «Tali fondazioni, associazioni ed istituti» vengono considerati «strumenti per la divulgazione del sapere, il libero dibattito scientifico, la elaborazione politico-programmatica» e le loro iniziative «non sono soggette a pareri degli organi del Partito Democratico»[1].
Per tale motivo diversi esponenti nel PD hanno subito promosso fondazioni e associazioni o hanno rilanciato quelle che già preesistevano al partito. L'attività febbrile intorno alle fondazioni democratiche ha fatto sì che da più parti si parlasse di vera e propria attività correntizia più o meno occulta. Non è ancora dato di parlare di correnti in senso classico, e del resto uno stesso esponente democratico può essere iscritto a più fondazioni e associazioni, così come quest'ultime spesso iscrivono anche soggetti esterni al PD quando non iscritte ad altri partiti.


Maggioranza [modifica]


Pier Luigi Bersani
L’area di maggioranza che sostiene il Segretario nazionale Pier Luigi Bersani conta il 53% del partito. In essa si sono sciolte le vecchie correnti che hanno appoggiato la prima mozione, quella che al congresso del 2009 candidava Bersani alla segreteria. I vecchi gruppi che costituiscono la maggioranza sono quello dei Dalemiani e Bersaniani, dei Bindiani, dei Lettiani, Mariniani, il gruppo di A Sinistra e Democrazia e Socialismo.
La linea politica della maggioranza o dei Bersaniani si basa sulla ricerca della sintesi tra le culture fondative del partito in un pensiero politico nuovo che rinnovi fortemente, senza però rinnegarli, i princìpi storici del centrosinistra e della sinistra, ovvero sulla costituzione di un partito popolare e fortemente radicato sul territorio, rappresentante innanzitutto del mondo del lavoro (imprenditori e lavoratori) e delle famiglie, liberale in economia, laico nell’etica, fortemente sociale e civico nel welfare. Dalla direzione del 13/01/2011, è entrata ufficialmente in maggioranza anche Area Democratica che già da tempo si era avvicinata alle posizioni del segretario, subendo per questo una scissione interna da parte dei veltroniani (nominatisi "Movimento Democratico") che rimangono molto critici sulla segreteria Bersani.


Tribù - 1 - Bersaniani [modifica]
E' la corrente socialdemocratica vicina al Segretario nazionale Pier Luigi Bersani.
I fedelissimi di Bersani sono il Presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani, il Coordinatore Organizzativo del PD Maurizio Migliavacca, il Responsabile degli Enti Locali Davide Zoggia, il Presidente della regione Toscana Enrico Rossi ed il Sindaco di Bologna Virginio Merola[2][3].
Alle Primarie del centro-sinistra del 2012, che hanno visto la vittoria al ballottaggio di Bersani, coordinatori della campagna di Bersani sono stati la Vicesindaco di Vicenza Alessandra Moretti, Tommaso Giuntella ed il Segretario regionale della Basilicata Roberto Speranza.


Tribù - 2 - Mariniani [modifica]
E' la rete di chi ha sostenuto a Segretario nazionale Ignazio Marino.
Alcuni di loro hanno creato altri gruppi a livello nazionale , ma nel territorio alla figura di Ignazio Marino sono legati moltissimi dirigenti di partito e amministratori locali, coordinatore della rete è Michele Meta già segretario dei Ds della regione Lazio, nella segreteria sono rappresentati dal responsabile degli dei nuovi diritti Ettore Martinelli, ne fanno parte Paola Concia, Felice Casson, Rosa Calipari.


Tribù - 3 - Dalemiani [modifica]
I Dalemiani sono guidati dall'ex leader di Partito Democratico della Sinistra e Democratici di Sinistra Massimo D'Alema.
Sono la componente d'ispirazione socialdemocratica, comprendente però anche esponenti de I Popolari e d'estrazione liberale, come Paolo De Castro. La corrente comprende circa 100 parlamentari ed è favorevole all'ingresso del partito nel Partito del Socialismo Europeo ed ad un'alleanza con l'Unione di Centro. Esponenti di spicco sono Michele Ventura, Nicola La Torre, Luciano Violante e Gianni Cuperlo[2][3].
I Dalemiani si raccolgono nell'associazione Riformisti e Democratici e nella fondazione Italianieuropei.


Tribù - 4 - Giovani turchi [modifica]
Sono la corrente di sinistra, anti-blairiana e antiliberista, fedelissimi del Segretario Bersani[3].
Il gruppo è composto da giovani bersaniani, come il Responsabile Economico del PD Stefano Fassina, il Responsabile per la Giustizia Andrea Orlando, il Responsabile alla Cultura Matteo Orfini e l'europarlamentare Roberto Gualtieri.



Tribù - 5 - Bindiani [modifica]
Per approfondire, vedi Democratici Davvero.
I Bindiani sono il gruppo di riferimento di Rosy Bindi, attuale Presidente dell'Assemblea Nazionale del Partito Democratico.
Si presenta come corrente di stampo cristiano sociale e socialdemocratico, erede della sinistra democristiana e del Partito Popolare Italiano. I membri della corrente provengono dai gruppi degli Ulivisti e de I Popolari, tra i quali Giovanni Bachelet, Marina Magistrelli e Roberto Zaccaria
Alle primarie del 2007 hanno sostenuto come candidato segretario Rosy Bindi e la sua lista Con Rosy Bindi. Democratici, davvero; alle primarie del 2009 hanno sostenuto Bersani.



Tribù - 6 - Lettiani [modifica]
I Lettiani sono la corrente di riferimento dell'attuale Vicesegretario nazionale Enrico Letta.
Si presenta come una componente di matrice cattolico-liberale e centrista, disponibile al dialogo con l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro. I membri del gruppo provengono da varie correnti, come gli Ulivisti, I Popolari, i Veltroniani ed i Dalemiani. Fedelissimi di Letta sono il pugliese Francesco Boccia[2][3], la piacentina Paola De Micheli, Alessia Mosca e Guglielmo Vaccaro[4]. Associazione di riferimento dei Lettiani è l'associazione TrecentoSessanta.
Alle Primarie del PD del 2007 hanno appoggiato alla Segreteria Letta, poi non eletto; alle Primarie del PD del 2009 hanno appoggiato alla Segreteria Bersani, poi eletto Segretario; alle Primarie del centro-sinistra del 2012 hanno appoggiato il Segretario Bersani, poi eletto candidato Premier.



Tribù - 7 - A Sinistra [modifica]
Per approfondire, vedi A Sinistra.
La corrente che si raccoglie attorno all'associazione A Sinistra nel PD rivendica la continuazione della tradizione del Partito Comunista Italiano e del Partito Socialista Italiano, promuovendo l'entrata del partito nel Partito del Socialismo Europeo e nell'Internazionale Socialista.
Nel gruppo vi sono l'ex ministro Livia Turco, Vincenzo Maria Vita e Paolo Nerozzi. Alle primarie del 2007 hanno sostenuto Walter Veltroni con la lista A Sinistra per Veltroni.



Tribù - 8 - Cristiano Sociali [modifica]
Il Movimento dei Cristiano Sociali è una piccola corrente di ispirazione cristiana; originariamente era uno dei tanti partiti formatisi in seguito alla scissione della Democrazia Cristiana, e confluito nel 2001 nei DS. Di stampo socialdemocratico e cristiano-sociale, lo scopo dei CS è quello di creare una formazione politica di sinistra ed attenta ai valori cristiani. Vi aderiscono i deputati Mimmo Lucà, che è anche il Coordinatore del Movimento, Paolo Corsini, Donata Lenzi e Fabio Porta.



Tribù - 9 - Democrazia e Socialismo [modifica]
Corrente guidata da Gavino Angius, ex membro del Partito Socialista, e nata con l'obiettivo di rendere il PD un partito di natura socialista e aderente al PSE e all'Internazionale Socialista.


Tribù - 10 - Area Democratica [modifica]
Per approfondire, vedi Area Democratica.



Tribù - 11 - Dario Franceschini.
All'indomani del congresso del 2009, tutti i sostenitori della seconda mozione che proponevano la riconferma a segretario di Dario Franceschini, forti del 34% dei voti presi in congresso, decidono di strutturarsi come corrente organizzata dandosi il nome di Area Democratica (AreaDem). In essa confluirono quindi le vecchie correnti veltronian-franceschiniane, cioè i Popolari/Quarta Fase, i Veltroniani, i Fassiniani, i Democratici Rinnovatori, i SemDem, gli Ecodem, i Liberal PD e i Teodem. In Area Democratica si è verificata una separazione promossa da Veltroni, Fioroni e Gentiloni che hanno costituito Movimento Democratico, corrente più critica nei confronti della maggioranza rispetto ad AreaDem. La rottura definitiva tra Areadem e Modem è avvenuta alla direzione del 13 gennaio 2011, in cui la corrente franceschiniana è entrata ufficialmente in maggioranza[5].



Tribù - 12 - Franceschiniani [modifica]
E' la componente di I Popolari/Quarta Fase che fa riferimento all'attuale capogruppo alla Camera Dario Franceschini.
È una corrente di origine democristiana e cristiano sociale rifacente alla tradizione della sinistra sociale della Democrazia Cristiana e del Partito Popolare. Nasce per sostenere Franceschini alle primarie del 2009 contro Bersani. Dopo la vittoria di quest'ultimo hanno formato la minoranza insieme ai Veltroniani, per poi collaborare con la maggioranza bersaniana.
Suoi esponenti sono Antonello Giacomelli, Alberto Losacco e Pina Picierno[2][3], ma anche Piero Fassino, d'ispirazione prevalentemente socialdemocratica.



Tribù - 12 - Fassiniani [modifica]
Corrente che fa riferimento al sindaco di Torino Piero Fassino.
E' composta da esponenti ex DS che hanno appoggiato Franceschini nel 2009. Tra i suoi membri la Vicepresidente dell'Assemblea nazionale Marina Sereni e l'ex ministro Cesare Damiano.
Semplicemente Democratici [modifica]
Nasce come lista a sostegno di Dario Franceschini alle primarie del 2009, promossa da importanti esponenti del Pd quali Debora Serracchiani, Rita Borsellino, Sergio Cofferati, David Sassoli e Francesca Barracciu. Questo gruppo pone particolare attenzione al rinnovamento del gruppo dirigente e alla questione morale interna.



Tribù - 13 - Movimento Democratico [modifica]
Per approfondire, vedi Movimento Democratico (Italia).

Walter Veltroni
Dopo la direzione del 23 settembre 2010 da Area Democratica sono usciti Veltroni, Fioroni e Gentiloni, che hanno costituito un'altra area di minoranza, chiamata Movimento Democratico, più critica nei confronti della maggioranza rispetto ad AreaDem. La rottura definitiva tra Areadem e Modem è avvenuta alla direzione del 13 gennaio 2011[5].



Tribù - 14 - Veltroniani [modifica]
Per approfondire, vedi Veltroniani.
Rappresenta il gruppo costituito intorno all'ex segretario Walter Veltroni di ispirazione prevalentemente socialdemocratica e moderata.



Tribù - 15 - Fioroniani [modifica]
E' la componente di I Popolari/Quarta Fase che fa riferimento a Beppe Fioroni.
È una corrente di origine democristiana e cristiano sociale rifacente alla tradizione della sinistra sociale della Democrazia Cristiana e del Partito Popolare.



Tribù - 16 - Gentiloniani [modifica]
Per approfondire, vedi Democratici Rinnovatori e Coraggiosi.
Definita un tempo come corrente dei Rutelliani rappresenta la parte cattolico-liberale e centrista del partito.
Si è sfaldata a seguito dell'uscita del proprio leader Francesco Rutelli e di gran parte dei propri membri che hanno scelto di aderire prevalentemente ad Alleanza per l'Italia. La parte più a sinistra, che è rimasta nel PD, è guidata da Paolo Gentiloni.



Tribù - 17 - Ecologisti Democratici [modifica]
Gruppo ecologista formato da esponenti sia provenienti dai Democratici di Sinistra che da La Margherita. Leader di riferimento è Ermete Realacci.



Tribù - 18 - Liberal Pd [modifica]
Per approfondire, vedi Liberal PD.
Corrente di orientamento socioliberale e riformista, costituita il 26 gennaio 2008 su iniziativa di Enzo Bianco, Valerio Zanone, Enrico Morando (ex-leader dei Liberal DS), Franco Bassanini e Pietro Ichino.




Tribù - 19 - Teodem [modifica]
Sono una corrente di stampo democristiano e cristiano-sociale che rappresenta la destra del Pd sul fronte dei temi etico-sociali.
Del gruppo fanno parte attualmente un deputato, Luigi Bobba, e tre senatori (Benedetto Adragna, Luigi Lusi e Antonino Papania)
Il gruppo un tempo era molto più influente, dal momento che originariamente aveva più esponenti. Hanno lasciano la corrente ed il partito Emanuela Baio Dossi, Marco Calgaro e Donato Mosella, che hanno aderito ad Alleanza per l'Italia, e Dorina Bianchi, Enzo Carra, Renzo Lusetti e Paola Binetti, che hanno aderito all'Unione di Centro.
Cambia l'Italia [modifica]
o Mariniani sono il gruppo eterogeneo e non organizzato che ha sostenuto la candidatura di Ignazio Marino alle primarie del 2009 ottenendo il 13% dei voti.
Per la sua stessa avversione al correntismo il gruppo non forma una vera e propria corrente organizzata ma una rete di personalità e territori il coordinatore della rete è Michele Meta tutti coloro che sostenevano la candidatura Marino condividono un forte interesse comune per i temi legati alla laicità dello Stato e ai diritti civili, al rinnovamento generazionale, alla questione morale e al merito.
A sostegno di Marino si sono schierati inoltre ex veltroniani doc come Goffredo Bettini, Marta Vincenzi, Ileana Argentin Felice Casson e Rosa Calipari, Ulivisti come Sandro Gozi, e i promotori del cosiddetto gruppo dei “piombini” come Ivan Scalfarotto e Paola Concia, Giuseppe Civati. Piemonte, Lombardia, Liguria, Sardegna, Lazio sono le realtà di maggior radicamento della rete dei "mariniani"


Tribù - 20 - Ulivisti [modifica]
È l'area più vicina a Romano Prodi e alla sua idea di Partito Democratico. Gli Ulivisti enfatizzano molto l'apertura del PD alla società civile e la democrazia interna al partito e al congresso non hanno appoggiato alcuna mozione. L'area si ispira al cristianesimo sociale e alla socialdemocrazia.




Tribù - 21 - Renziani [modifica]


Matteo Renzi
È la componente del Sindaco di Firenze Matteo Renzi ed i suoi simpatizzanti sono detti Rottamatori. La componente, di stampo centrista e liberale, è considerata la destra del partito[6] e vuole il rinnovamento della classe dirigente attraverso la rottamazione di quella vecchia. Dal punto di vista economico sono d'accordo con lettera della BCE[7] e con la riforma delle pensioni e vogliono le primarie per il candidato premier del centrosinistra del 2013[3].
Suoi principali uomini sono il Presidente dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia Romagna Matteo Richetti,ed il consigliere regionale lombardo, divenuto deputato durante la XVII Legislatura Giuseppe Civati. Insieme a quest'ultimo, si sono dichiarati a sostegno del gruppo altri dieci parlamentari: i senatori Andrea Marcucci, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Pietro Ichino, Luigi Lusi e i deputati Luigi Bobba, Roberto Giachetti, Maria Paola Merloni, Ermete Realacci e Giuseppina Servodio[8].
Il gruppo nasce nel 2010 con la convention Prossima fermata Italia, organizzata da Renzi e dal consigliere regionale lombardo Giuseppe Civati presso la Stazione Leopolda di Firenze[9]. Nel 2011 la convention si è ripetuta alla Leopolda col nome di Big Bang, alla quale ha partecipato anche Civati, anche se precedentemente si era distaccato dal gruppo[10]; sono intervenuti, tra gli altri, Alessandro Baricco e Giorgio Gori[11]. L'assessore alla Cultura del comune di Firenze Giuliano Da Empoli lascia la carica politica per dedicarsi alla costituzione della Fondazione Big Bang[12]. Nel 2012 Renzi lancia la sua candidatura alle primarie del centrosinistra e si costituisce il comitato Adesso! a suo supporto.


Tribù - 22 - Insieme per il Pd [modifica]
Nata nel 2009 sul web da iscritti, militanti e coordinatori locali, oggi conta più di 22.000 iscritti e nuclei territoriali nelle 15 regioni. Non si può considerare una vera e propria corrente, ma una community organizzata in modo innovativo, che si propone di sostenere il progetto originario del PD, comprendendo e andando oltre le culture di provenienza a favore di una cultura democratica che mobiliti intorno ad alcuni temi forti di cambiamento della società Italiana. I sostenitori condividono i temi quali la lotta al precariato, la meritocrazia, il riformismo, rinnovamento generazionale , criticismo verso i leader storici, apertura del PD alla società civile e la democrazia interna al partito con meccanismi come le Primarie e sistemi partecipativi come i referendum interni. Sono contro il nucleare, a favore del testamento biologico e la regolamentazione giuridica delle coppie di fatto.
Il 20 novembre 2010 per la prima volta i partecipanti si sono riuniti a Roma per la prima edizione di INSIEME DAY un convegno che ha sancito la nascita dell'area a livello pubblico. Il secondo Forum Nazionale, Voltiamo pagina. Insieme, tenutosi il 19 Giugno 2011 nella suggestiva Arena del Sol di Bologna, ha segnato la definita affermazione della community a livello nazionale. L'evento ha avuto un ampio risalto nei media nazionali ed il riconoscimento del Fondatore del PD, Romano Prodi, che ha inviato un video-messaggio di saluti. L'area è guidata da Giuseppe Rotondo e da Sandro Gozi.
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

camillobenso ha scritto:
soloo42000 ha scritto:
Ecche' dovevo votare il meno peggio solo perche' perche' altri han scelto il bipartitismo? Cosa ha risolto il bipartitismo?
Mica ho scritto questo.
Ho scritto che votando SEL, anziche` disperdersi, si sarebbe rafforzato grandemente il fronte di SX.


soloo42000
Mo’ è qui che casca l’asino (modo di dire).

Perché dovevano votare SEL per rafforzare il csx, se dallo stesso SEL se la davano a gambe dimezzandosi per le scelte bislacche di Vendola?

Cosa ha ottenuto Vendola con quella scelta che ha dimezzato il partito?

Quando si dimezzano i voti lo sanno anche i sassi che la scelta fatta è sbagliata.
Quando si dimezzano i voti lo sanno anche i sassi che la scelta fatta è sbagliata.
Se non e' vero nemmeno questo allura ragazzuoli meglio tornare ai vecchi tempi in cui si cambiava segretario e non solo lui quanto i risultatu elettorali erano negativi.
Che ne dici solooo? Ho cannato anche questa volta?


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
soloo42000
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da soloo42000 »

Che ne dici solooo? Ho cannato anche questa volta?
No.
Infatti Bersani dovra` scontare al congresso la propria incapacita`.
Ad esempio il non aver gestito Monti, mentre a noialtri qualche scienziato del PD ci faceva abbandonare dalla disperazione forumista.net dove denunciavamo, per l'appunto, tale incapacita`.
A non aver fatto una campagna elettorale decente, cosa che qui denunciamo da prima di Natale.

Pero` io non e` che per punire Bersani e il PD allora voto il primo cialtrone che passa.

Mia opinione, forse mio limite.
Naturalmente.

Qualcun altro invece la pensa diversamente.
E, come me, si assume la sua responsabilita` delle conseguenze del suo voto.

Ciao.


soloo42000
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Corriere 16.4.13

Terremoto nel Pd, ex dc in rivolta. E già si contano i franchi tiratori

di Maria Teresa Meli



ROMA — La vicenda del Quirinale ha terremotato il Partito democratico.

Pier Luigi Bersani sente la maggioranza sfuggirgli sotto i piedi.

I cattolici, infatti, o per meglio dire, gli ex democristiani sono sul piede di guerra: hanno capito che non sarà Franco Marini il candidato del partito al Colle e minacciano fuoco, fiamme e scissioni.


Seduto su un divanetto Beppe Fioroni scuote la testa e mormora ironico: «Amato da gran paraculo può fare anche il para-cattolico».

Dario Franceschini fa avanti e indietro per il Transatlantico con l'aria forzatamente svagata.

I «Mpm», ossia i «malmostosi per Marini» (così sono stati battezzati nel Pd gli ex Dc) sono gli unici ad aggirarsi per una Camera semivuota.


Intanto il segretario che vede inevitabilmente sgretolarsi la maggioranza fa convocare una riunione di bersaniani «puri» allargata anche agli «impuri».


Cioè ai «giovani turchi», che gli uomini del segretario vogliono incorporare alla loro corrente per riallargare una maggioranza che rischia di essere una minoranza.


Il clima è tale che un parlamentare di lungo corso profetizza: «Ci saranno minimo ottanta franchi tiratori chiunque sia il candidato».


Intanto Matteo Renzi parte alla volta di Parma: «C'è chi mi ha sconsigliato di andarci, ma chi se ne importa: l'inciucio con Berlusconi lo sta facendo Bersani, mica io».


Il sindaco di Firenze sa che i due lo temono.

Il segretario soprattutto perché sono già due candidati che gli ha fatto saltare.

Guardando a come lo trattano, non sembrerebbe che Renzi abbia tutta questa influenza, ma è così.

Lui critica Marini e Finocchiaro, dirigenti e parlamentari del Pd li difendono, però, spiega un autorevole esponente della maggioranza bersaniana, «se non sono più che immacolati, alle accuse di Matteo seguono quelle della gente, dei grillini e in questo clima meglio lasciar perdere».


Sembra la fotografia di un partito paralizzato, ma l'impressione che ricava il sindaco di Firenze è tutt'altra: «Vogliono comandare loro, sempre e solo loro (gli ex ds, ndr), adesso si sono inventati anche Barca, ma facessero quello che vogliono: se preferiscono perdere per non allargare il perimetro oltre la sinistra, affari loro».


Renzi in questi giorni si sente sotto attacco: «E nessuno mi difende, perché mi vivono come un corpo estraneo».


Non lo consola il fatto che i vertici del Pd non abbiano difeso nemmeno Romano Prodi dagli attacchi di Berlusconi e dei suoi (lo ha fatto, due giorni dopo, solo Enrico Letta).


E a qualche amico che lo invita ad andare avanti nella conquista del partito confida il suo vero timore: «Se continuano così, io rischio di ereditare una terra bruciata».


La tensione spezza gli ultimi fili del rapporto che legava Bersani e Renzi.


Il segretario è arrabbiato e si sfoga così con i suoi: «Quello è un irresponsabile. Ha paura che io riesca a fare un governo che duri mentre lui vuole andare alle elezioni anticipate. Ma ha fatto male i suoi calcoli».


Nonostante il buon numero di solerti pompieri che cercano di spegnere i mille fuochi che si accendono nel campo del Pd, il compromesso appare impossibile.


Per tutto il giorno continuano gli attacchi dei bersaniani a Renzi.


Solo Berlusconi li ha impegnati con la stessa intensità.


Renzi non vuole replicare direttamente agli insulti.


Ma c'è chi si chiede quanto potrà durare una situazione del genere.


E il deputato renziano Angelo Rughetti offre una chiave di lettura di quanto sta accadendo: «È strano che Bersani non senta la necessità di fare in modo che le relazioni politiche in questa fase delicata vengano portate avanti anche con il contributo di chi ha preso il 40 per cento dei consensi e si affidi solo alla vecchia guardia».


È una delle critiche che vengono fatte al segretario, quella di procedere senza coinvolgere una parte importante del partito.


E c'è chi, come l'ex parlamentare del Pd Peppino Caldarola, imputa questo modo di fare agli uomini più vicini al leader: «Gotor e gli altri che circondano il segretario dovrebbero ispirarsi a letture più liberali se non vogliono far degenerare la vita interna del Pd e passare alla storia come il più ottuso gruppo dirigente che la sinistra abbia mai avuto».


E c'è anche un'altra accusa che viene rivolta a Bersani.


Dai renziani, ma è condivisa dai dalemiani e dai veltroniani.


È di nuovo Rughetti a spiegare di che cosa si tratta: «Mi piacerebbe che Bersani facesse più il segretario e meno il candidato premier. Tutti sanno che il governo di minoranza non esiste e non serve: un esecutivo che così non è utile e non va messo in pista».


Già, però Bersani è seriamente intenzionato ad andare avanti con il suo governo di minoranza.


Non spera che i grillini cambino casacca adesso, però è convinto che con il tempo alcuni lo faranno.
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

soloo42000 ha scritto:
Che ne dici solooo? Ho cannato anche questa volta?
No.
Infatti Bersani dovra` scontare al congresso la propria incapacita`.
Ad esempio il non aver gestito Monti, mentre a noialtri qualche scienziato del PD ci faceva abbandonare dalla disperazione forumista.net dove denunciavamo, per l'appunto, tale incapacita`.
A non aver fatto una campagna elettorale decente, cosa che qui denunciamo da prima di Natale.

Pero` io non e` che per punire Bersani e il PD allora voto il primo cialtrone che passa.

Mia opinione, forse mio limite.
Naturalmente.

Qualcun altro invece la pensa diversamente.
E, come me, si assume la sua responsabilita` delle conseguenze del suo voto.

Ciao.

soloo42000
Qui allora o non ci capiamo o non vogliamo capirci.

Se son rotti i cojoniiii sia chi sta a sinistra sia chi sta' destra all'interno del PD.

Pensavano di poter "aggolmerare", come un tempo faceva la vecchia DC, sia quelli che stanno a sinistra che a destra ma non funziona piu' cosi',caro amicone.

Non funziona piu' cosi anche perche questo modo di interpretare la politica ha fallito clamorosamente e ognuno vuol ritornare da dove veniva. Il problema ora e' che quel da "dove veniva" e' stato distrutto e non gli resta che prendere il primo che s'inventa un po' di sinistra o di destra secondo le proprie identita' politiche originarie.

Certo non e' un bel vedere che Grillo abbia tutti questi proseliti ma col suo savoir faire riesce ad accalappiare quelll'elettorato poco politicizzato sia di sinistra che di destra. Ecche' devo dare la colpa a lui o a chi ha creato queste situazioni?

La rabbia di questi elettori e' talmente forte verso i loro vecchi partiti di origine che oramani gliene frega un ca..o votare per Grillo o qualcun altro. Anzi, ti dico di piu'. Il tradimento crea odio viscerale e se poi ci mettiamo pure la crisi abbiamo fatto bingo alla rovescia.

Tradire chi aveva degli ideali e su di te faceva affidamento, e' il massimo della negativita' politica poiche crea l'antipolitica. Se oggigiorno regna il disgusto verso la politica qualcuno avra' pure delle colpe o le dobbiamo anche queste addossarcele?

Che fare a questo punto, qualcuno direbbe(qualcuno non tutti):Prima che il tutto diventi antipolitica, ognuno vada per la sua strada e riprenda la sua vera identita' politica.

Se son fiori fioriranno di certo e con molta probabilita' eventuali nuove coalizioni politiche sorgeranno cercando di trovare i punti che li uniscono tralasciando quelli in cui non si e' daccordo e se questi basteranno a formare un governo, ben vengano.

Per gli altri si continuera' il confronto nelle sedi specifiche e cioe' nei parlamenti.

Ritornando al tema su SEL, ha ragione lo Zione.

E' stata una castronata e non avrebbe risolto nulla nemmeno avesse fatto vincere la coalizione poiche all'interno del PD coesistono in modo improprio formazioni con identita' politica che contrantano fra di loro.

Finche' non si fara una scramata all'interno, SEL sara' sempre subalterno oppure sara' costretto ad uscirne.. Non ci sono vie di mezzo.

La scelta di SEL avrebbe avuto un senso qualora questa scremata fosse gia' stata fatto.Non e' stato cosi' e quiendi il suo elettorato o gran parte, se' rorro i cojoni e chi si e' visto si e' visto.

Vendola adesso, anche se e' troppo tardi, dovrebbe lasciare il campo non solo per questa cazzata infinita ma sopratutto per aver fatto fallire un bel progetto iniziale e cioe' quello di una rinascita a sinistra con quei circoli giovanili che erano nati in tutta Italia e non solo e che erano la nuova speranza.

Questa seconda e' la piu' grave rispetto alla prima anche se e' una conseguenza. Mieradaa!!!Si e' fatto infinocchiare dal PD ma sopratutto da chi voleva distruggerlo. Ci e' cascato come un pero gnocco. Che sia venuto il tempo di dedicarsi di piu' alle poesie che alla politica? Mahh. Staremo a vedere :mrgreen:


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
soloo42000
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da soloo42000 »

>> La rabbia di questi elettori e' talmente forte verso i loro vecchi partiti di origine che oramani gliene frega un ca..o votare per Grillo o qualcun altro.

Ognuno e` RESPONSABILE.
Delle conseguenze delle sue azioni.
Sono noioso, lo so.

Stasera a Ballaro` hanno fatto vedere il solito servizio coi berlusconiani che inneggiavano a silvio salvatore.
Ecco.
Gli italiani secondo me dentro sono cosi`.
Anche a sinistra.

I "tradimenti", o presunti tali, non c'entrano una mazza.
Tanto che berlusconi li tradisce a piu` non posso.
Eppure lo votano lo stesso.

C'entra invece la vilta`.
Di voler dare ad altri le proprie colpe.
E di prendersela col piu` debole.

Sempre a Ballaro` stasera c'era il solito imprenditore che si lamentava della mancanza di soluzioni della politica.
Era un imprenditore, ma poteva anche essere un sindacalista, un cittadino qualunque.
Ma il ragionamento non cambia, e` lo stesso.

Io per 20 anni voto col pisello.
Eleggo un cialtrone dopo l'altro.
Poi quando la nave affonda me la prendo non col cialtrone (o meglio ancora con me stesso),
ma con l'avversario del cialtrone.
Perche` non ha fatto bene opposizione.
Perche` ha i suoi difetti.
Perche`, non avendolo votato e sapendo che anche per questo non ha la maggioranza,
ancora non mi risolve il problema che IO ho causato votando 20 anni il cialtrone.
Siamo al "superior stabat lupus".

No Juan.
Non ti seguo su questa linea.

Bersani deve pagare.
Ma prima di lui vorrei tanto vedere pagare i milioni che ci hanno portato al disastro.
Compresi quelli de' sinistraaa.

Magari quando gli toglieranno le pensioni (non capisco perche` debbano
toglierla a me preventivamente e non ai pensionati attuali retroattivamente)
allora magari capiranno, chissa`.

Ciao.


soloo42000
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Nel Paese di Pinocchio - 1

Colletta sul forum per acquistare un paio di occhiali alla pupetta Bonafè perché non vede lo scalpitare di Renzi.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Corriere 16.4.13

Ideologia e apparato addio, le affinità di Matteo e Silvio Linguaggio spigliato e poco politichese La sfida tra i due è sullo stesso terreno

di Pierluigi Battista



Ne parla bene, ma solo quando sa che l'altro ha già perduto la chance di presentarsi come candidato premier. Berlusconi si scioglie in complimenti per Matteo Renzi, ma un minuto dopo aver saputo che non sarà lui il suo competitore.


Renzi invece cerca sempre Berlusconi.


Ha voglia di mandarlo «in pensione», vuole battagliare con lui in campagna elettorale.

Contro di lui sente di poter vincere.

Lo sfida, ora che Berlusconi ha annunciato che in caso di elezioni anticipate il centrodestra potrà sempre contare sul suo leader carismatico.


A Berlusconi piace Renzi.



Ma sa che piace soprattutto al suo elettorato.



Ecco perché, sotto sotto, preferisce restare abbarbicato al dualismo con Bersani.


C'è un'asimmetria nel rapporto tra i due.


Berlusconi intuisce che Renzi è l'osso più duro che possa capitargli. Renzi, che incarna il nuovo, che non è cresciuto nelle vecchie case ideologiche, che non demonizza l'avversario, che parla un linguaggio spigliato e poco «politichese», si può permettere di sfidare Berlusconi sul suo stesso terreno.


Su una certa piacioneria, la gara è apertissima.


Sulla scarsa o nulla appartenenza agli apparati, la somiglianza è fortissima.



Renzi piace all'elettorato del centrodestra per lo stesso motivo per cui è detestato da una parte dell'elettorato tradizionale e più ideologizzato della sinistra.



Dalle sue parti diffidano di lui perché non ha l'esperienza del Partito.


Lo considerano un corpo estraneo.


Esercitano su di lui la cultura del sospetto.


Se è stato ad Arcore come sindaco di Firenze, allora nasce il sospetto che sia un emissario di Berlusconi nel campo dei «buoni».

Va addirittura ad «Amici» di Maria De Filippi e in gioventù è stato ospite di Mike Bongiorno.


Motivi sufficienti per viverlo come un alieno, uno che non ha fatto il cursus honorum, che non le stigmate della sinistra marchiate sul suo corpo e sul suo aspetto.


Ergo, è un berlusconiano.


E poi, lo sanno tutti: moltissimi elettori del centrodestra si sono messi in fila per votare Renzi alle primarie del Pd per poi, una volta assegnata la vittoria a Bersani, voltare le spalle e tornare nella propria casa (almeno in parte).


Il che vuol dire che una parte dell'elettorato berlusconiano era dispostissimo a «tradire» l'un tempo amatissimo capo ma che, con la presenza del «comunista» Bersani e ben poco riscaldato dal moderatismo di Monti, è momentaneamente tornato all'ovile.


Ma se ha tradito una volta, non potrebbe tradire anche al momento decisivo di un eventuale duello tra Berlusconi e Renzi?


Tra due tipi che restano diversi, sia anagraficamente che come potenza economica (Berlusconi è un magnate della tv e Renzi un ex boy scout con una moglie insegnante).


Quando Renzi è messo ai margini, Berlusconi ne loda la diversità rispetto al resto del gruppo dirigente del Pd.


Con lui non vale la celebre filiera «Pci-Pds-Ds-Pd».

Dal punto di vista strettamente biografico non avrebbe dovuto valere nemmeno con Franceschini, ex Dc e non ex Pci.

Ma Berlusconi aveva per lui la risposta pronta, la stessa adoperata per bollare Rosy Bindi (e persino Romano Prodi: «cattocomunista»).


Con Renzi no, il giochino di incastrare l'avversario non vale granché.


Anche se poi Berlusconi, nell'impeto di stabilire una differenza tra Renzi (quando è perdente) e gli altri del Pd, loda Renzi perché sarebbe un «socialdemocratico» mentre gli altri sono tutti, ancora, e inguaribilmente, «comunisti».

Commettendo un errore ideologico e concettuale non proprio irrilevante, giacché Renzi è il meno «socialdemocratico» in un partito che invece, dopo Veltroni, si è nuovamente appesantito del fardello della vecchia sinistra socialdemocratica. Renzi un socialdemocratico? Non si direbbe.


A differenza dei «socialdemocratici», Renzi non pensa che le tasse siano «belle».

A differenza di una buona parte della sinistra che in questi anni ha alacremente lavorato per costruire le condizioni di ripetute sconfitte, Renzi non è nemmeno «giustizialista».


Dice che Berlusconi vuole mandarlo «in pensione», non «in galera», come vorrebbe una sinistra incapace di battere Berlusconi sul terreno proprio della politica e dunque incline a farsi dare un «aiutino» dalla mano giudiziaria.


Tratti di somiglianza?


Sicuramente tratti che non dispiacciono a chi ha creduto alla «rivoluzione liberale» di Berlusconi e oggi ne patisce il fallimento.


Dirà pure «il nostro Matteo», ma in campagna elettorale Renzi, per Berlusconi, sarà l'osso più duro.

Meglio il «comunista» Pier Luigi?
pancho
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da pancho »

@ solooo
Non sfuggo alla tua risposta ma ora sono un po' stanco e devo fare altre cose prima di andare zu schlafen.
Questa discussione pero' mi interessa assaie e la riprendero' sicuramente il piu' prsto possibile.

un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Repubblica 16.4.13

E Bersani va al contrattacco del sindaco “Vuole ridurre il partito in macerie”
Il segretario esclude un passo indietro. Partito a rischio implosione

di Goffredo De Marchis




ROMA «È un’altra ferita al Pd. Purtroppo, l’unico che pensa al suo destino personale è proprio Renzi. Sta cercando di orientare la scelta che gli conviene di più, quella che lo porti al voto subito».


La facciata di Pierluigi Bersani racconta di un leader che minimizza, che si «aspettava tutto questo», che «ne ha viste di peggio», che sapeva come la partita del Quirinale «provochi il massimo di tensione nei partiti».



A costo di sentire i critici, sempre più numerosi, che si passano la voce di un «segretario che non reagisce, che non batte un colpo».


Ma i colloqui privati descrivono un Bersani furibondo con il sindaco di Firenze e pronto alla sfida finale.



«Quelle di questi giorni sono chiacchiere di cui io sono la prima vittima. Sgradevoli, ma sempre chiacchiere. Poi, arriverà la riunione dei gruppi parlamentari sul voto per il Colle. Vediamo se i renziani accettano la decisione della maggioranza. Se ci mettono la faccia, come dice sempre Matteo, o preferiscono rifugiarsi nella schiera dei franchi tiratori».



Il Partito democratico si salva dalle macerie solo se trova la quadratura del cerchio sul Quirinale.



«Se usciamo compatti da quel rebus, si aggiusta anche il Pd», dicono a Largo del Nazareno.



Anche Renzi si darà una calmata «perché se punta alla leadership o alla premiership non può pensare di costruirla sulle rovine».



Ma il messaggio di Bersani al sindaco di Firenze, ancora oggi, a 48 ore dalla riunione delle Camere in seduta comune non cambia: le carte le dò ancora io e dopo aver trovato un nome condiviso poi la proposta rimane il governo di cambiamento.


Con Bersani candidato naturale alla guida.

Bersani ha evitato pure la difesa pubblica di Anna Finocchiaro e Franco Marini.

Li ha chiamati al telefono e nel duello contro Renzi gli ha garantito: «I vostri nomi restano nella rosa del centrosinistra.


Lavoriamo anche su di voi».


I dirigenti ferocemente attaccati da Renzi non hanno chiesto al segretario una presa di posizione ufficiale.


«Ci pensiamo da soli». Neanche lui ha risposto alla critica ripetuta di pensare solo agli affari propri, quella che lo ferisce di più.



«Confermo: se sono di intralcio lascio. L’ho detto mille volte. E ricordo che 15 mesi fa ho detto di sì al governo Monti rinunciando a una vittoria sicura e netta. Alla faccia delle ambizioni personali».


Ma è chiaro che Bersani deve fare di più per tenere unito il partito.


Dopo lunghe telefonate con Enrico Letta, il vicesegretario è andato in televisione a spedire due segnali molto chiari: «Il Pd ha bisogno di rimanere unito».


Anche nell’interesse di Renzi. Il giorno dopo l’elezione del capo dello Stato, per il governo si riparte da zero e Bersani
si rimette in gioco.



Finocchiaro e Marini paragonano Renzi a Grillo: «Usa gli stessi argomenti ».


Ma l’accusa di grillismo non spaventa il sindaco. Il Movimento 5stelle ha sfondato nell’elettorato giovanile tra i 18 e i 25 anni.


La chiave generazionale continua a essere decisiva nella strategia di Renzi.


Che la stessa chiave possa avere successo dentro il Pd, negli equilibri interni appare più difficile. Matteo Orfini, leader dei Giovani Turchi, non si fa sedurre dagli attacchi ai “vecchi”


«Si possono trovare altri candidati sia per il congresso sia per
la corsa a Palazzo Chigi.


Io per esempio vedo bene Fabrizio Barca più per la seconda che il primo».


Per certi versi Orfini usa lo stesso linguaggio del sindaco.



«Il Pd è uscito male dalle elezioni, questo è il punto.





Tutto ciò che è successo dopo è la conseguenza di un risultato elettorale negativo».





Tra Renzi e Barca la componente di Stefano Fassina e Orfini potrebbe cercare un baricentro diverso, un nome nuovo per la segreteria.


L’ago della bilancia prima era Bersani, oggi, secondo i Giovani turchi, non più.


Ma prescindere da Renzi appare a tutti impossibile.






Ha occupato la scena, si è messo al centro della partita sul Quirinale e ha creato le condizioni perché Bersani arrivi indebolito alla scelta del candidato per il Colle.
(NB: La pupetta Bonafè, a Ballarò rispondendo a Tabacci, che evidenziava l’agitazione del sindaco, tutto questo no lo vede- ndt)





«Se il nome ci viene imposto da uno dei due blocchi, o Grillo o Berlusconi, il Pd, dal giorno dopo, rischia davvero il tutti contro tutti», dice uno dei dirigenti.
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