chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Ammesso che la notizia sia vera, Pier Luigi “il debole”, subisce l’ennesimo ricatto della premiata ditta “Casta SpA”
17 APR 18:18
ULTIMO GIRO DI COLLE: BERSANI OFFRE AL BANANA IL TRIO AMATO-MARINI-D’ALEMA - GRILLO PUNTA TUTTO SU RODOTÀ…
- La rosa per l’inciucione Pd-Pdl, suggellato da “Sciolta Civica”, si è ristretta a tre nomi: Amato, Marini e D’Alema - In calo le chance di Prodi - Ma Bersani e Berlusconi hanno discusso anche di una rielezione di Napolitano - Grillo prova a sparigliare il Pd: il suo candidato è Rodotà… -
Se la notizia fosse vera, Bersani sta ripetendo pari pari l’errore che ha portato alla sconfitta il Cs 52 solo giorni fa.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
“Poi dice che uno si butta a sinistra”
http://www.youtube.com/watch?v=Z1-ahcwtGGc
è una celebre frase di Totò di 61 anni fa, ripetuta più volte nei suoi film.
Riportata ai giorni nostri diverrebbe:
“Poi dice che uno si butta su Grillo”
Se fosse confermata la notizia Bersani ha firmato il suo suicidio politico.
*****
LA NOTIZIA E' STATA CONFERMATA DAL TG3 - ORE 19,02
17 APR 18:18
ULTIMO GIRO DI COLLE: BERSANI OFFRE AL BANANA IL TRIO AMATO-MARINI-D’ALEMA - GRILLO PUNTA TUTTO SU RODOTÀ…
- La rosa per l’inciucione Pd-Pdl, suggellato da “Sciolta Civica”, si è ristretta a tre nomi: Amato, Marini e D’Alema - In calo le chance di Prodi - Ma Bersani e Berlusconi hanno discusso anche di una rielezione di Napolitano - Grillo prova a sparigliare il Pd: il suo candidato è Rodotà… -
Se la notizia fosse vera, Bersani sta ripetendo pari pari l’errore che ha portato alla sconfitta il Cs 52 solo giorni fa.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
“Poi dice che uno si butta a sinistra”
http://www.youtube.com/watch?v=Z1-ahcwtGGc
è una celebre frase di Totò di 61 anni fa, ripetuta più volte nei suoi film.
Riportata ai giorni nostri diverrebbe:
“Poi dice che uno si butta su Grillo”
Se fosse confermata la notizia Bersani ha firmato il suo suicidio politico.
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LA NOTIZIA E' STATA CONFERMATA DAL TG3 - ORE 19,02
Ultima modifica di camillobenso il 17/04/2013, 19:02, modificato 1 volta in totale.
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Ma Bersani e Berlusconi hanno discusso anche di una rielezione di Napolitano.
Anche questa notizia è da forconi, perché vorrebbe dire che i politici sono solo dei perditempo. Napolitano lo sta dicendo chiaro e tondo da più di un mese, NIET.
E allora di cosa parlano a fare???
Anche questa notizia è da forconi, perché vorrebbe dire che i politici sono solo dei perditempo. Napolitano lo sta dicendo chiaro e tondo da più di un mese, NIET.
E allora di cosa parlano a fare???
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Domani ci sarà da ridere (si fa per dire)
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Pero e' anche vero che Grillo ha un po' giocato le sue carte per ridicolizzare il Pd e di conseguenza il suo segretario.camillobenso ha scritto:Ammesso che la notizia sia vera, Pier Luigi “il debole”, subisce l’ennesimo ricatto della premiata ditta “Casta SpA”.............
Omissis........
.....Se la notizia fosse vera, Bersani sta ripetendo pari pari l’errore che ha portato alla sconfitta il Cs 52 solo giorni fa.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.....
Detto questo ora bisogna chiedersi se per il bene del Paese(visto lo dicono un po' tutti) vale un'onta per non accordarsi sul nome di
Rodota' ?
Se un'onta c'e' stata, dircelo francamente, se la sono anche meritata. E non solo loro.
Per quanto riguarda questa presunta candidatura, non so che dire. Oramai sono in tilt e non riescono a venirne fuori. Tira di qua e tira di la, tira su e tira giu'...e.... Confusione al massimo.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
pancho ha scritto:Pero e' anche vero che Grillo ha un po' giocato le sue carte per ridicolizzare il Pd e di conseguenza il suo segretario.camillobenso ha scritto:Ammesso che la notizia sia vera, Pier Luigi “il debole”, subisce l’ennesimo ricatto della premiata ditta “Casta SpA”.............
Omissis........
.....Se la notizia fosse vera, Bersani sta ripetendo pari pari l’errore che ha portato alla sconfitta il Cs 52 solo giorni fa.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.....
Detto questo ora bisogna chiedersi se per il bene del Paese(visto lo dicono un po' tutti) vale un'onta per non accordarsi sul nome di
Rodota' ?
Se un'onta c'e' stata, dircelo francamente, se la sono anche meritata. E non solo loro.
un salutone da Juan
La scelta é sempre la stessa: "Il Paese o la Casta SpA".
Questi 3 nomi contrastano in modo stridente con l'insistenza di Bersani sul concetto di cambiamento che ha ribadito ancora stamani sui quotidiani.
"Posso anche mettermi da parte ma la politica del cambiamento deve continuare".
La conservazione invece continua alla grande.
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
E' amaro constatare il continuo oltraggio alla Costituzione. Come è amaro constatare l'abuso del termine "democrazia". Qualcuno si offende per l'uso del termine "merli", ma la realtà è che lo stivalone è un grande allevamento di merli.
L'uso delle elezioni come segno di democrazia è in realtà un segno di abuso, perché alla fine comandano sempre i poteri forti, ad eccezione di quando sono con l'acqua alla gola, coma sta accadendo ora al potere forte "Confindustria", che chiede ai sindacati di collaborare.
Questo è un segno della gravità della situazione.
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17 APR 18:29
QUIRINALE SPA - BAFFINO, AMATO, RODOTA’ E QUEL CENTRO DI POTERE ASSOLUTO CHIAMATO “FONDAZIONE ITALIANIEUROPEI”
Trilateral, Bruegel, Aspen: i “poteri veri” scelgono chi comanda in Italia - E non a caso i quirinabili escono tutti dalla Fondazione di Amato e D’Alema, Rodotà compreso (ma Grillo li legge i giornali?) - I veri burattinai muovono le pedine, da sempre, dietro le quinte - Ecco chi sono….
Rita Pennarola per La Voce delle Voci
C'e' la Trilateral e c'e' Bruegel, ci sono Aspen, Astrid e, in primo piano, c'e' la Fondazione Italianieuropei. E' su questi tavoli che si sta giocando la partita per la guida del Paese, tanto a Palazzo Chigi quanto al Quirinale. Qui ricostruiamo la fitta ragnatela di interessi e personaggi collocati in ruoli apicali dentro sigle e fondazioni che da tempo reggono le sorti dei Paesi occidentali.
Un intreccio che riconduce immancabilmente ai nomi dei "papabilissimi" per guidare l'Italia secondo direttive gia' scritte, come accaduto per il governo Monti finora. A sorpresa, dentro gli organigrammi dei prestigiosi istituti politici ricorre anche il nome di Giulio Napolitano, figlio del capo dello Stato in procinto di lasciare il Colle. Partite che, alla luce di questi scenari, appaiono dall'esito scontato. Proprio come ai tempi del Britannia.
Tutto era andato, fino a gennaio, secondo le previsioni. E qualche lieve incidente di percorso - il Pdl che a dicembre decide di sfiduciare il governo Monti, anticipando d'un paio di mesi la gia' fissata tornata elettorale - non sembrava, tutto sommato, aver modificato di molto quanto gia' pianificato a tavolino sulle sorti dell'Italia. L'esecutivo guidato da Pierluigi Bersani con l'apporto sostanziale dell'alleato Mario Monti all'inizio del 2013 appariva quasi una certezza assoluta a quei poteri che da tempo tirano i fili della nostra economia, potendo contare su uomini ed apparati fidatissimi.
Poi qualcosa e' andato storto. Nel corso di una campagna elettorale lampo, la prima tutta invernale nella storia della repubblica, Silvio Berlusconi sfodera le sue armi di sempre: presenzialismo massiccio in tv e piazze ma, soprattutto, attacco frontale ai padroni dell'euro e a quei governi che, a partire dall'esecutivo Monti, puntano a spogliare il nostro Paese della residua sovranita' nazionale. Detto, fatto e centrato: contro ogni previsione dei sondaggisti, anche quelli di fiducia del Cavaliere, il Popolo della Liberta' rimonta di giorno in giorno quel misero 14-16% assegnato al partito tra fine dicembre e inizio gennaio.
Di pari passo l'exploit di Beppe Grillo, che sa cogliere le lacrime e il sangue di un Paese allo stremo per aggiudicarsi un risultato definito incredibile dai bookmaker alla vigilia del voto.
25 e 26 febbraio: il tavolo e' sparigliato. Il voto consegna un Paese spaccato in tre minoranze. Monti riporta una sonora bocciatura. E il "Piano A" sembra andare gambe all'aria. Eppure, quella risicata maggioranza dello 0,3% del Pd permette al capo dello Stato Giorgio Napolitano di assegnare comunque l'incarico a Bersani. Poco importa se e' gia' chiaro che il Movimento 5 Stelle non abbocchera', e se ad un Paese agonizzante resta ben poco tempo, con una media di mille imprese che ogni giorno chiudono i battenti. Bersani prova a oltranza. E fallisce.
Nell'uovo di Pasqua gli italiani trovano il "Piano B", ovvero: creare le condizioni per attuare con ogni mezzo il "Piano A", mettendo in campo dieci "saggi" prelevati dalle fila di Trilateral, Aspen, Italianieuropei ed altre "creature" tanto care a quella finanza internazionale che sta definitivamente espropriando gli italiani della loro terra e del proprio futuro.
GLI AMICI DEL GIAGUARO
Cominciamo da un uomo che rappresenta, come vedremo, la stella polare della commissione di saggi chiamati a decidere sul destino dell'Italia. Lui e' Valerio Onida, costituzionalista di gran fama, docente alla Statale di Milano nonche' ex presidente della Corte Costituzionale e nel 2010 candidato alle primarie del centrosinistra per le elezioni del sindaco di Milano (fu terzo con il 13,41% dei voti dietro Giuliano Pisapia e Stefano Boeri).
Meno nota e' la comune presenza del professor Onida e di Giulio Napolitano, figlio del presidente della Repubblica Giorgio, nel comitato scientifico di Astrid, a sua volta costola primaria della Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema.
Ma procediamo con ordine e partiamo proprio da Astrid, la "Fondazione per l'analisi, gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull'innovazione nelle amministrazioni pubbliche" che ha sede a Roma in corso Vittorio Emanuele 142.
Fondata nel 2009, Astrid «si finanzia con i proventi degli abbonamenti agli studi, ricerche e documenti di Astrid sottoscritti da imprese private, amministrazioni pubbliche, dipartimenti universitari e studi professionali e con i proventi derivanti da convenzioni o contributi per progetti di ricerca». Di sicuro interesse economico le convenzioni con gli enti locali. Per fare un solo esempio, ad aprile 2012 la Provincia di Siena ha rinnovato l'abbonamento annuo ai servizi informativi di Astrid, spendendo circa 1.800 euro.
Presieduta da Franco Bassanini, marito della montiana Linda Lanzillotta, la fondazione vede al vertice del comitato scientifico Giuliano Amato e fra i componenti, oltre ad Onida e Napolitano, personalita' come Stefano Rodota', altro "papabilissimo" per Palazzo Chigi o per il Quirinale. A marzo 2011 Bassanini fu ascoltato dalla Commissione Bilancio della Camera nella sua doppia veste di numero uno Astrid e presidente della Cassa Depositi e Prestiti.
Nel gruppo dei cinque "saggi" incaricati di sbrogliare la matassa istituzionale, accanto al professor Onida troviamo Luciano Violante. Anche questo non e' un caso. Perche' Violante - al di la' dei fiumi d'inchiostro scorsi in questi giorni sulle sue rassicurazioni in aula a Berlusconi, nel 2003, a proposito dell'intoccabile conflitto d'interessi, che poi di fatto non fu mai "toccato" - e' ovviamente da sempre un membro di primo piano dell'advisory board di Italianieuropei.
Alla cui presidenza c'e' lui, Giuliano Amato, altro presidente in pectore, del Consiglio o della Repubblica non si sa ancora. Nello stesso "board", con Violante, ritroviamo Giulio Napolitano, e poi vip di casa Pd come Enrico Letta, come l'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, o il titolare del governo Monti Francesco Profumo, o persone come Marta Dassu'. E' chiaro che sta tutto qui dentro - o in altre proliferazioni che vedremo di qui a poco - il famoso "rovello istituzionale" dal quale dovra' uscire il binomio che guidera' il Paese.
Viceministro degli Esteri nel governo Monti - con deleghe oggi appesantite dalle dimissioni di Giulio Terzi di Sant'Agata - Marta Dassu' ci conduce dalle stanze della potente creatura dalemiana ad un'ancor piu' lobbistica compagine internazionale, Aspen, nel cui organigramma Dassu' riveste ruoli di vertice. Non meno rilevante la presenza della politologa italiana all'interno della Trilateral, quel "cuore nero" della massoneria internazionale da cui dipendono i destini del mondo.
E' stato reso noto appena pochi giorni fa l'elenco dei componenti ufficiali della Trilateral aggiornato ad aprile 2013. Ecco i nomi di maggior significato per l'attuale situazione politica italiana. Presidente del Comitato esecutivo Trilateral e' Jean Paul Trichet, commissario europeo e predecessore di Mario Draghi alla guida della Bce.
Un ottimo amico di Mario Monti, Trichet: basti pensare che ha da poco dato il cambio all'attuale premier italiano come numero uno di Bruegel, la creatura montiana di cui si era occupata la Voce nel febbraio scorso, rivelandone l'esistenza e la potenza economica. Del resto, lo stesso Mario Monti e' tuttora indicato nell'organigramma Trilateral e compreso fra gli ex componenti di spicco attualmente impegnati in cariche governative.
Altro influente membro italiano della Trilateral e' poi Enrico Letta, di cui viene ricordato l'incarico di sottosegretario durante il governo guidato da Romano Prodi. Circostanza, evidentemente, tutt'altro che trascurabile per il plenipotenziario Pd. Ne' manca, al tavolo dei potenti della Trilateral, Carlo Secchi, rettore della Bocconi e gia' per questo riconducibile sul piano culturale sempre allo stesso Monti.
In una intervista rilasciata al Fatto Quotidiano lo scorso anno, il professor Secchi aveva ricordato, fra l'altro, che componente della Trilateral era stato lo stesso Romano Prodi, oggi in pole position per il Quirinale secondo i desiderata dei montian-bersaniani. Nel medagliere del rettore Secchi spicca fra l'altro la presenza al vertice di un organismo chiamato "Centrale finanziaria spa" fondato e presieduto dal massone Giancarlo Elia Valori.
Nessuna meraviglia, percio', che nella nomenklatura 2013 di Trilateral ci sia anche, fra gli italiani, il patron della Techint, Gianfelice Rocca, da sempre collegato a Valori e alle sue potentissime trame internazionali, nonche' uomo assai vicino all'Opus Dei. Nel 2010 "Centrale Finanziaria spa" di Valori e Secchi dichiarava di amministrare patrimoni per oltre 1 miliardo e mezzo di euro, avendo un capitale sociale da appena 10mila euro.
Andiamo avanti lungo la piramide Trilateral per incontrare Stefano Silvestri, che con il suo IAI (Istituto Affari Internazionali) e' strettamente collegato, anche attraverso appositi link, alla Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema e C. Del giornalista Silvestri si occupano Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato nel libro "Attentato al Papa" (Chiarelettere), in cui si legge, fra l'altro: «(...) nel Rapporto Impedian 14, data di emissione 23 marzo 1995, con oggetto "Nino", e' scritto: "[Nino e'] contatto confidenziale del Kgb. Nino e' stato vicedirettore dell'Istituto per gli affari internazionali (Iai), che era in stretto contatto con i ministeri italiani degli Affari esteri e della Difesa. Era un contatto confidenziale della Residentura del Kgb di Roma"».
Ma «il vicedirettore dello Iai, nome in codice "Nino", altri non era se non il professor Stefano Silvestri, esperto in relazioni internazionali, uno dei componenti del comitato di crisi nominato da Francesco Cossiga nei giorni del sequestro di Aldo Moro». E a tal proposito, nel libro "Doveva Morire", Imposimato e Provvisionato aggiungono: «Un ruolo importante ebbe Stefano Silvestri, vice presidente dello Iai. Il Colonnello dei Carabinieri Domenico Faraone, capo del contro spionaggio competente per i Paesi del Patto di Varsavia, identifico' nel Silvestri colui che, con il nome in codice Nino, nel Dossier Mitrokhin, era un contatto confidenziale della residentura del Kgb a Roma. (...)».
Da ex giudice istruttore, nel libro Imposimato analizza lungamente la relazione del componente del comitato di crisi Silvestri. E cosi' ne sintetizza il messaggio: «la forza delle BR e' solo nel fatto di avere tra le mani Moro vivo. Se Moro muore, finisce il ricatto brigatista. L'altra soluzione sarebbe la liberazione di Moro. Il Silvestri liquida subito questa ultima ipotesi, ritenedola impraticabile e aggiunge che lo Stato faceva male a voler evitare il peggio. E cioe'? Semplice: lo Stato sbaglia a curarsi della vita di Moro e a cercare di salvarlo».
Sempre nella compagine di Trilateral, infine, siede Enrico Tomaso Cucchiani, numero uno di Banca Intesa, nonche' membro di Aspen Institute.
Il think tank euroatlantico Aspen Institute ha come presidenti onorari Giuliano Amato, Gianni De Michelis, Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio. Attualmente il numero uno e' Giulio Tremonti. Tra i suoi vice, Enrico Letta e John Elkann, entrambi anche in Trilateral. Nel board, l'immancabile Marta Dassu' (direttore della rivista Aspenia) e la giornalista Rai Lucia Annunziata, ai vertici anche di Italianieuropei. Va ricordato che nella sua lunga attivita' di conferenziere in giro per il mondo, restano memorabili gli interventi di Giorgio Napolitano ad Aspen Colorado.
Il piddino Letta, insieme allo zio Gianni (altro possibile nome per il Colle), figura anche nel Comitato esecutivo di Aspen, insieme agli stessi Mario Monti, Enrico Tomaso Cucchiani, Romano Prodi e Gianfelice Rocca. Tutti insieme, tutti li'.
Sulla opacita' dell'Istituto, che rappresenterebbe un autentico buco nero della democrazia europea ed italiana, si sono espressi molti commentatori. La miccia e' stata accesa dalle stesse dichiarazioni d'intenti della "creatura", nel cui sito si legge, alla voce "valori e leadership": «Il "metodo Aspen" privilegia il confronto ed il dibattito "a porte chiuse", favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione.
Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di liberta' espressiva». I fantasmi di queste compagini "riservate" aleggiano sull'Europa per stabilirne i destini. Compresi quelli di Bilderberg, lil blindatissimo vertice annuale dei potenti, cui nel 2012 avevano preso parte, fra gli italiani, gli stessi Enrico Letta e John Elkann, oltre alla giornalista Lilli Gruber e al manager Telecom Franco Bernabe'. Bilderberg 2013, secondo fonti attendibili, si terra' ai primi di giugno nei pressi di Londra.
Sintesi "massima" delle nomenklature fin qui tratteggiate, nonche' delle linee-guida che porteranno alla nomina dei nuovi presidenti della Repubblica e del Consiglio, la Fondazione Italianieuropei si staglia come il bunker degli affari italiani nel cui crogiolo matureranno le scelte. Riassumiamo, percio', nomi e ruoli dell'organigramma.
Presidente di Italianieuropei e' lo stesso "padre fondatore" Massimo D'Alema. Nel Comitato di indirizzo, a lungo presieduto da Alfredo Reichlin (padre di Lucrezia Reichlin, ricercatrice di spicco nella montiana Bruegel), troviamo anche il presidente PD della Toscana Enrico Rossi e il "saggio" di Napolitano Luciano Violante. Marta Dassu' e Giulio Napolitano sono, come gia' detto, nell'advisory board.
Inutile ricordare, infine, la stretta vicinanza di Italianieuropei e soprattutto dell'omonima rivista con gli esponenti di Magistratura Democratica. Decine i convegni organizzati congiuntamente negli ultimi anni e non meno numerosi gli interventi dei vertici MD sul magazine dalemiano promosso dalla Fondazione. Vedi, per fare un solo esempio, l'articolo di Claudio Castelli, presidente MD, su Italianieuropei numero 1 del 2010. Titolo: "Oltre la crisi: un approccio diverso per il settore penale".
SAGGI PER CASO?
Concludiamo con qualche notizia inedita su alcuni fra gli altri "saggi" di Napolitano, per completare il quadro di uno scenario che, alla luce di quanto abbiamo visto fin qui, appare gia' delineato nelle sue linee essenziali. Solo un esercizio di stile, insomma, chiedersi come andra' a finire. «A meno che non cambi qualcosa - commentano alcuni osservatori dentro il Palazzo - gli unici dubbi riguardano al massimo la scelta fra Amato e Prodi, o giu' di li'».
Sul saggio Filippo Bubbico molti particolari interessanti ce li fornisce in questi giorni il giornalista materano Nicola Piccenna che, attraverso il suo frequentatissimo blog "Toghe Lucane", ricostruisce la storia recente dell'ex sottosegretario.
Architetto, a capo dei consorzi Seta Italia e Seta Basilicata (che in questi anni hanno ricevuto consistenti fondi dall'Unione Europea «per realizzare gelseti, allevare bachi e produrre seta», ma «tranne qualche piantagione di gelsi e qualche capannone vuoto ed in disuso, nulla sembra giustificare l'enorme esborso di fondi pubblici», scrive Piccenna), Bubbico e' stato a lungo presidente della Regione Basilicata. Da commissario ad acta autorizza la costruzione del Villaggio Marinagri alla foce del fiume Agri. Nel 2009 quel villaggio finisce nel mirino delle roventi inchieste targate Luigi de Magistris.
Poi sappiamo come e' andata a finire. Tre anni prima Bubbico era nel registro degli indagati di un altro pubblico ministero d'assalto: si trattava di Henry John Woodcock, che nel 2006 a Potenza indagava su un «diffuso e metodico rapporto collusivo» tra un clan mafioso lucano e ambienti politici, amministrativi e imprenditoriali della Basilicata. Nessun problema anche quella volta per Bubbico, che ha continuato al fianco di Bersani e D'Alema - dei quali e' notoriamente un fedelissimo - la sua escalation politica, oggi giunta ai massimi livelli con l'investitura da parte di Napolitano.
Dulcis in fundo, l'avvocato siciliano Giovanni Pitruzzella e il senatore berlusconiano Gaetano Quagliariello. Un tandem che si compatta nel 2011, quando una ventata di polemiche accompagna l'investitura di Pitruzzella al vertice dell'Antitrust per volonta' del nuovo primo ministro Mario Monti (sara' questo uno dei primissimi atti del suo insediament
Se infatti da Sel Claudio Fava insorge, ricordando come Pitruzzella, oltre che amico personale di Renato Schifani, e' stato autore di libri insieme a Toto' Cuffaro, condannato definitivamente per mafia, Quagliariello (altro saggio di Napolitano) scende subito in campo e tuona: «i presidenti del Senato e della Camera hanno nominato un valente giurista alla guida dell'Antitrust. Il fatto paradossale e' che appena qualche settimana fa i colleghi della sinistra, per sostenere che la bocciatura del rendiconto avrebbe imposto le dimissioni del governo, evocavano nelle aule parlamentari il manuale Pitruzzella di diritto costituzionale quale fonte dottrinaria di indiscutibile autorevolezza. Ora, improvvisamente, lo si accusa quasi di indegnita'...».
Chiude il cerchio Massimo D'Alema, che in quella stessa circostanza si butta a corpo morto in sostegno di Monti e delle sue scelte, rivendicando «la collaborazione di molti esponenti del nuovo esecutivo con la Fondazione Italianieuropei». Basta.
L'uso delle elezioni come segno di democrazia è in realtà un segno di abuso, perché alla fine comandano sempre i poteri forti, ad eccezione di quando sono con l'acqua alla gola, coma sta accadendo ora al potere forte "Confindustria", che chiede ai sindacati di collaborare.
Questo è un segno della gravità della situazione.
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17 APR 18:29
QUIRINALE SPA - BAFFINO, AMATO, RODOTA’ E QUEL CENTRO DI POTERE ASSOLUTO CHIAMATO “FONDAZIONE ITALIANIEUROPEI”
Trilateral, Bruegel, Aspen: i “poteri veri” scelgono chi comanda in Italia - E non a caso i quirinabili escono tutti dalla Fondazione di Amato e D’Alema, Rodotà compreso (ma Grillo li legge i giornali?) - I veri burattinai muovono le pedine, da sempre, dietro le quinte - Ecco chi sono….
Rita Pennarola per La Voce delle Voci
C'e' la Trilateral e c'e' Bruegel, ci sono Aspen, Astrid e, in primo piano, c'e' la Fondazione Italianieuropei. E' su questi tavoli che si sta giocando la partita per la guida del Paese, tanto a Palazzo Chigi quanto al Quirinale. Qui ricostruiamo la fitta ragnatela di interessi e personaggi collocati in ruoli apicali dentro sigle e fondazioni che da tempo reggono le sorti dei Paesi occidentali.
Un intreccio che riconduce immancabilmente ai nomi dei "papabilissimi" per guidare l'Italia secondo direttive gia' scritte, come accaduto per il governo Monti finora. A sorpresa, dentro gli organigrammi dei prestigiosi istituti politici ricorre anche il nome di Giulio Napolitano, figlio del capo dello Stato in procinto di lasciare il Colle. Partite che, alla luce di questi scenari, appaiono dall'esito scontato. Proprio come ai tempi del Britannia.
Tutto era andato, fino a gennaio, secondo le previsioni. E qualche lieve incidente di percorso - il Pdl che a dicembre decide di sfiduciare il governo Monti, anticipando d'un paio di mesi la gia' fissata tornata elettorale - non sembrava, tutto sommato, aver modificato di molto quanto gia' pianificato a tavolino sulle sorti dell'Italia. L'esecutivo guidato da Pierluigi Bersani con l'apporto sostanziale dell'alleato Mario Monti all'inizio del 2013 appariva quasi una certezza assoluta a quei poteri che da tempo tirano i fili della nostra economia, potendo contare su uomini ed apparati fidatissimi.
Poi qualcosa e' andato storto. Nel corso di una campagna elettorale lampo, la prima tutta invernale nella storia della repubblica, Silvio Berlusconi sfodera le sue armi di sempre: presenzialismo massiccio in tv e piazze ma, soprattutto, attacco frontale ai padroni dell'euro e a quei governi che, a partire dall'esecutivo Monti, puntano a spogliare il nostro Paese della residua sovranita' nazionale. Detto, fatto e centrato: contro ogni previsione dei sondaggisti, anche quelli di fiducia del Cavaliere, il Popolo della Liberta' rimonta di giorno in giorno quel misero 14-16% assegnato al partito tra fine dicembre e inizio gennaio.
Di pari passo l'exploit di Beppe Grillo, che sa cogliere le lacrime e il sangue di un Paese allo stremo per aggiudicarsi un risultato definito incredibile dai bookmaker alla vigilia del voto.
25 e 26 febbraio: il tavolo e' sparigliato. Il voto consegna un Paese spaccato in tre minoranze. Monti riporta una sonora bocciatura. E il "Piano A" sembra andare gambe all'aria. Eppure, quella risicata maggioranza dello 0,3% del Pd permette al capo dello Stato Giorgio Napolitano di assegnare comunque l'incarico a Bersani. Poco importa se e' gia' chiaro che il Movimento 5 Stelle non abbocchera', e se ad un Paese agonizzante resta ben poco tempo, con una media di mille imprese che ogni giorno chiudono i battenti. Bersani prova a oltranza. E fallisce.
Nell'uovo di Pasqua gli italiani trovano il "Piano B", ovvero: creare le condizioni per attuare con ogni mezzo il "Piano A", mettendo in campo dieci "saggi" prelevati dalle fila di Trilateral, Aspen, Italianieuropei ed altre "creature" tanto care a quella finanza internazionale che sta definitivamente espropriando gli italiani della loro terra e del proprio futuro.
GLI AMICI DEL GIAGUARO
Cominciamo da un uomo che rappresenta, come vedremo, la stella polare della commissione di saggi chiamati a decidere sul destino dell'Italia. Lui e' Valerio Onida, costituzionalista di gran fama, docente alla Statale di Milano nonche' ex presidente della Corte Costituzionale e nel 2010 candidato alle primarie del centrosinistra per le elezioni del sindaco di Milano (fu terzo con il 13,41% dei voti dietro Giuliano Pisapia e Stefano Boeri).
Meno nota e' la comune presenza del professor Onida e di Giulio Napolitano, figlio del presidente della Repubblica Giorgio, nel comitato scientifico di Astrid, a sua volta costola primaria della Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema.
Ma procediamo con ordine e partiamo proprio da Astrid, la "Fondazione per l'analisi, gli studi e le ricerche sulla riforma delle istituzioni democratiche e sull'innovazione nelle amministrazioni pubbliche" che ha sede a Roma in corso Vittorio Emanuele 142.
Fondata nel 2009, Astrid «si finanzia con i proventi degli abbonamenti agli studi, ricerche e documenti di Astrid sottoscritti da imprese private, amministrazioni pubbliche, dipartimenti universitari e studi professionali e con i proventi derivanti da convenzioni o contributi per progetti di ricerca». Di sicuro interesse economico le convenzioni con gli enti locali. Per fare un solo esempio, ad aprile 2012 la Provincia di Siena ha rinnovato l'abbonamento annuo ai servizi informativi di Astrid, spendendo circa 1.800 euro.
Presieduta da Franco Bassanini, marito della montiana Linda Lanzillotta, la fondazione vede al vertice del comitato scientifico Giuliano Amato e fra i componenti, oltre ad Onida e Napolitano, personalita' come Stefano Rodota', altro "papabilissimo" per Palazzo Chigi o per il Quirinale. A marzo 2011 Bassanini fu ascoltato dalla Commissione Bilancio della Camera nella sua doppia veste di numero uno Astrid e presidente della Cassa Depositi e Prestiti.
Nel gruppo dei cinque "saggi" incaricati di sbrogliare la matassa istituzionale, accanto al professor Onida troviamo Luciano Violante. Anche questo non e' un caso. Perche' Violante - al di la' dei fiumi d'inchiostro scorsi in questi giorni sulle sue rassicurazioni in aula a Berlusconi, nel 2003, a proposito dell'intoccabile conflitto d'interessi, che poi di fatto non fu mai "toccato" - e' ovviamente da sempre un membro di primo piano dell'advisory board di Italianieuropei.
Alla cui presidenza c'e' lui, Giuliano Amato, altro presidente in pectore, del Consiglio o della Repubblica non si sa ancora. Nello stesso "board", con Violante, ritroviamo Giulio Napolitano, e poi vip di casa Pd come Enrico Letta, come l'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, o il titolare del governo Monti Francesco Profumo, o persone come Marta Dassu'. E' chiaro che sta tutto qui dentro - o in altre proliferazioni che vedremo di qui a poco - il famoso "rovello istituzionale" dal quale dovra' uscire il binomio che guidera' il Paese.
Viceministro degli Esteri nel governo Monti - con deleghe oggi appesantite dalle dimissioni di Giulio Terzi di Sant'Agata - Marta Dassu' ci conduce dalle stanze della potente creatura dalemiana ad un'ancor piu' lobbistica compagine internazionale, Aspen, nel cui organigramma Dassu' riveste ruoli di vertice. Non meno rilevante la presenza della politologa italiana all'interno della Trilateral, quel "cuore nero" della massoneria internazionale da cui dipendono i destini del mondo.
E' stato reso noto appena pochi giorni fa l'elenco dei componenti ufficiali della Trilateral aggiornato ad aprile 2013. Ecco i nomi di maggior significato per l'attuale situazione politica italiana. Presidente del Comitato esecutivo Trilateral e' Jean Paul Trichet, commissario europeo e predecessore di Mario Draghi alla guida della Bce.
Un ottimo amico di Mario Monti, Trichet: basti pensare che ha da poco dato il cambio all'attuale premier italiano come numero uno di Bruegel, la creatura montiana di cui si era occupata la Voce nel febbraio scorso, rivelandone l'esistenza e la potenza economica. Del resto, lo stesso Mario Monti e' tuttora indicato nell'organigramma Trilateral e compreso fra gli ex componenti di spicco attualmente impegnati in cariche governative.
Altro influente membro italiano della Trilateral e' poi Enrico Letta, di cui viene ricordato l'incarico di sottosegretario durante il governo guidato da Romano Prodi. Circostanza, evidentemente, tutt'altro che trascurabile per il plenipotenziario Pd. Ne' manca, al tavolo dei potenti della Trilateral, Carlo Secchi, rettore della Bocconi e gia' per questo riconducibile sul piano culturale sempre allo stesso Monti.
In una intervista rilasciata al Fatto Quotidiano lo scorso anno, il professor Secchi aveva ricordato, fra l'altro, che componente della Trilateral era stato lo stesso Romano Prodi, oggi in pole position per il Quirinale secondo i desiderata dei montian-bersaniani. Nel medagliere del rettore Secchi spicca fra l'altro la presenza al vertice di un organismo chiamato "Centrale finanziaria spa" fondato e presieduto dal massone Giancarlo Elia Valori.
Nessuna meraviglia, percio', che nella nomenklatura 2013 di Trilateral ci sia anche, fra gli italiani, il patron della Techint, Gianfelice Rocca, da sempre collegato a Valori e alle sue potentissime trame internazionali, nonche' uomo assai vicino all'Opus Dei. Nel 2010 "Centrale Finanziaria spa" di Valori e Secchi dichiarava di amministrare patrimoni per oltre 1 miliardo e mezzo di euro, avendo un capitale sociale da appena 10mila euro.
Andiamo avanti lungo la piramide Trilateral per incontrare Stefano Silvestri, che con il suo IAI (Istituto Affari Internazionali) e' strettamente collegato, anche attraverso appositi link, alla Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema e C. Del giornalista Silvestri si occupano Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato nel libro "Attentato al Papa" (Chiarelettere), in cui si legge, fra l'altro: «(...) nel Rapporto Impedian 14, data di emissione 23 marzo 1995, con oggetto "Nino", e' scritto: "[Nino e'] contatto confidenziale del Kgb. Nino e' stato vicedirettore dell'Istituto per gli affari internazionali (Iai), che era in stretto contatto con i ministeri italiani degli Affari esteri e della Difesa. Era un contatto confidenziale della Residentura del Kgb di Roma"».
Ma «il vicedirettore dello Iai, nome in codice "Nino", altri non era se non il professor Stefano Silvestri, esperto in relazioni internazionali, uno dei componenti del comitato di crisi nominato da Francesco Cossiga nei giorni del sequestro di Aldo Moro». E a tal proposito, nel libro "Doveva Morire", Imposimato e Provvisionato aggiungono: «Un ruolo importante ebbe Stefano Silvestri, vice presidente dello Iai. Il Colonnello dei Carabinieri Domenico Faraone, capo del contro spionaggio competente per i Paesi del Patto di Varsavia, identifico' nel Silvestri colui che, con il nome in codice Nino, nel Dossier Mitrokhin, era un contatto confidenziale della residentura del Kgb a Roma. (...)».
Da ex giudice istruttore, nel libro Imposimato analizza lungamente la relazione del componente del comitato di crisi Silvestri. E cosi' ne sintetizza il messaggio: «la forza delle BR e' solo nel fatto di avere tra le mani Moro vivo. Se Moro muore, finisce il ricatto brigatista. L'altra soluzione sarebbe la liberazione di Moro. Il Silvestri liquida subito questa ultima ipotesi, ritenedola impraticabile e aggiunge che lo Stato faceva male a voler evitare il peggio. E cioe'? Semplice: lo Stato sbaglia a curarsi della vita di Moro e a cercare di salvarlo».
Sempre nella compagine di Trilateral, infine, siede Enrico Tomaso Cucchiani, numero uno di Banca Intesa, nonche' membro di Aspen Institute.
Il think tank euroatlantico Aspen Institute ha come presidenti onorari Giuliano Amato, Gianni De Michelis, Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio. Attualmente il numero uno e' Giulio Tremonti. Tra i suoi vice, Enrico Letta e John Elkann, entrambi anche in Trilateral. Nel board, l'immancabile Marta Dassu' (direttore della rivista Aspenia) e la giornalista Rai Lucia Annunziata, ai vertici anche di Italianieuropei. Va ricordato che nella sua lunga attivita' di conferenziere in giro per il mondo, restano memorabili gli interventi di Giorgio Napolitano ad Aspen Colorado.
Il piddino Letta, insieme allo zio Gianni (altro possibile nome per il Colle), figura anche nel Comitato esecutivo di Aspen, insieme agli stessi Mario Monti, Enrico Tomaso Cucchiani, Romano Prodi e Gianfelice Rocca. Tutti insieme, tutti li'.
Sulla opacita' dell'Istituto, che rappresenterebbe un autentico buco nero della democrazia europea ed italiana, si sono espressi molti commentatori. La miccia e' stata accesa dalle stesse dichiarazioni d'intenti della "creatura", nel cui sito si legge, alla voce "valori e leadership": «Il "metodo Aspen" privilegia il confronto ed il dibattito "a porte chiuse", favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione.
Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di liberta' espressiva». I fantasmi di queste compagini "riservate" aleggiano sull'Europa per stabilirne i destini. Compresi quelli di Bilderberg, lil blindatissimo vertice annuale dei potenti, cui nel 2012 avevano preso parte, fra gli italiani, gli stessi Enrico Letta e John Elkann, oltre alla giornalista Lilli Gruber e al manager Telecom Franco Bernabe'. Bilderberg 2013, secondo fonti attendibili, si terra' ai primi di giugno nei pressi di Londra.
Sintesi "massima" delle nomenklature fin qui tratteggiate, nonche' delle linee-guida che porteranno alla nomina dei nuovi presidenti della Repubblica e del Consiglio, la Fondazione Italianieuropei si staglia come il bunker degli affari italiani nel cui crogiolo matureranno le scelte. Riassumiamo, percio', nomi e ruoli dell'organigramma.
Presidente di Italianieuropei e' lo stesso "padre fondatore" Massimo D'Alema. Nel Comitato di indirizzo, a lungo presieduto da Alfredo Reichlin (padre di Lucrezia Reichlin, ricercatrice di spicco nella montiana Bruegel), troviamo anche il presidente PD della Toscana Enrico Rossi e il "saggio" di Napolitano Luciano Violante. Marta Dassu' e Giulio Napolitano sono, come gia' detto, nell'advisory board.
Inutile ricordare, infine, la stretta vicinanza di Italianieuropei e soprattutto dell'omonima rivista con gli esponenti di Magistratura Democratica. Decine i convegni organizzati congiuntamente negli ultimi anni e non meno numerosi gli interventi dei vertici MD sul magazine dalemiano promosso dalla Fondazione. Vedi, per fare un solo esempio, l'articolo di Claudio Castelli, presidente MD, su Italianieuropei numero 1 del 2010. Titolo: "Oltre la crisi: un approccio diverso per il settore penale".
SAGGI PER CASO?
Concludiamo con qualche notizia inedita su alcuni fra gli altri "saggi" di Napolitano, per completare il quadro di uno scenario che, alla luce di quanto abbiamo visto fin qui, appare gia' delineato nelle sue linee essenziali. Solo un esercizio di stile, insomma, chiedersi come andra' a finire. «A meno che non cambi qualcosa - commentano alcuni osservatori dentro il Palazzo - gli unici dubbi riguardano al massimo la scelta fra Amato e Prodi, o giu' di li'».
Sul saggio Filippo Bubbico molti particolari interessanti ce li fornisce in questi giorni il giornalista materano Nicola Piccenna che, attraverso il suo frequentatissimo blog "Toghe Lucane", ricostruisce la storia recente dell'ex sottosegretario.
Architetto, a capo dei consorzi Seta Italia e Seta Basilicata (che in questi anni hanno ricevuto consistenti fondi dall'Unione Europea «per realizzare gelseti, allevare bachi e produrre seta», ma «tranne qualche piantagione di gelsi e qualche capannone vuoto ed in disuso, nulla sembra giustificare l'enorme esborso di fondi pubblici», scrive Piccenna), Bubbico e' stato a lungo presidente della Regione Basilicata. Da commissario ad acta autorizza la costruzione del Villaggio Marinagri alla foce del fiume Agri. Nel 2009 quel villaggio finisce nel mirino delle roventi inchieste targate Luigi de Magistris.
Poi sappiamo come e' andata a finire. Tre anni prima Bubbico era nel registro degli indagati di un altro pubblico ministero d'assalto: si trattava di Henry John Woodcock, che nel 2006 a Potenza indagava su un «diffuso e metodico rapporto collusivo» tra un clan mafioso lucano e ambienti politici, amministrativi e imprenditoriali della Basilicata. Nessun problema anche quella volta per Bubbico, che ha continuato al fianco di Bersani e D'Alema - dei quali e' notoriamente un fedelissimo - la sua escalation politica, oggi giunta ai massimi livelli con l'investitura da parte di Napolitano.
Dulcis in fundo, l'avvocato siciliano Giovanni Pitruzzella e il senatore berlusconiano Gaetano Quagliariello. Un tandem che si compatta nel 2011, quando una ventata di polemiche accompagna l'investitura di Pitruzzella al vertice dell'Antitrust per volonta' del nuovo primo ministro Mario Monti (sara' questo uno dei primissimi atti del suo insediament
Se infatti da Sel Claudio Fava insorge, ricordando come Pitruzzella, oltre che amico personale di Renato Schifani, e' stato autore di libri insieme a Toto' Cuffaro, condannato definitivamente per mafia, Quagliariello (altro saggio di Napolitano) scende subito in campo e tuona: «i presidenti del Senato e della Camera hanno nominato un valente giurista alla guida dell'Antitrust. Il fatto paradossale e' che appena qualche settimana fa i colleghi della sinistra, per sostenere che la bocciatura del rendiconto avrebbe imposto le dimissioni del governo, evocavano nelle aule parlamentari il manuale Pitruzzella di diritto costituzionale quale fonte dottrinaria di indiscutibile autorevolezza. Ora, improvvisamente, lo si accusa quasi di indegnita'...».
Chiude il cerchio Massimo D'Alema, che in quella stessa circostanza si butta a corpo morto in sostegno di Monti e delle sue scelte, rivendicando «la collaborazione di molti esponenti del nuovo esecutivo con la Fondazione Italianieuropei». Basta.
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- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Il nome condiviso Pd-Pdl-Sc è Marini
Renzi minaccia rottura.
M5S vota Rodotà.
Bersani: “Raggiunta scelta condivisa”.
Incontra stasera i gruppi parlamentari, aveva proposto anche Mattarella e Amato.
Ma il sindaco di Firenze annuncia:
“Non lo votiamo”.
Domani primo voto per la presidenza della Repubblica.
Beppe Grillo attacca, dopo l’offerta di ieri ai democratici:
“Ci ignorano e preferiscono le berlusconarie”.
E dopo la rinuncia di Strada e Gabanelli lancia il giurista,
che rischia di spaccare i democratici e riceve l’apertura di Vendola.
http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ref=HREA-1
*****************************
Marini è in-vo-ta-bi-le.
e bravo Renzi a rifiutarlo.
chapeau a Matteo.
(quanno ce vo’ ce vo’…)
e bravo anche Niky ovviamente…ma questa era scontata.
se il PD non vota Rodotà è semplicemente fi-ni-to.
period.
Renzi minaccia rottura.
M5S vota Rodotà.
Bersani: “Raggiunta scelta condivisa”.
Incontra stasera i gruppi parlamentari, aveva proposto anche Mattarella e Amato.
Ma il sindaco di Firenze annuncia:
“Non lo votiamo”.
Domani primo voto per la presidenza della Repubblica.
Beppe Grillo attacca, dopo l’offerta di ieri ai democratici:
“Ci ignorano e preferiscono le berlusconarie”.
E dopo la rinuncia di Strada e Gabanelli lancia il giurista,
che rischia di spaccare i democratici e riceve l’apertura di Vendola.
http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ref=HREA-1
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Marini è in-vo-ta-bi-le.
e bravo Renzi a rifiutarlo.
chapeau a Matteo.
(quanno ce vo’ ce vo’…)
e bravo anche Niky ovviamente…ma questa era scontata.
se il PD non vota Rodotà è semplicemente fi-ni-to.
period.
Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Boh ... su 8 e mezzo ( e tg di sky) parlano di un nome che sarà a "sorpresa" .....
@shiloh : ben detto!
@shiloh : ben detto!
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- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
caro Bersani,
la gente, la TUA gente,
ti chiede il cambiamento,
e tu gli rifili Marini al colle e il governissimo con Berlusconi ???
Bersani stai fuori di testa…davvero.
p.s.
Comunque la reazione nel web è veramente forte, ne sono contento.
dai che riusciamo ad affossare questa porcata !!!
la gente, la TUA gente,
ti chiede il cambiamento,
e tu gli rifili Marini al colle e il governissimo con Berlusconi ???
Bersani stai fuori di testa…davvero.
p.s.
Comunque la reazione nel web è veramente forte, ne sono contento.
dai che riusciamo ad affossare questa porcata !!!
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
shiloh ha scritto:caro Bersani,
la gente, la TUA gente,
ti chiede il cambiamento,
e tu gli rifili Marini al colle e il governissimo con Berlusconi ???
Bersani stai fuori di testa…davvero.
p.s.
Comunque la reazione nel web è veramente forte, ne sono contento.
dai che riusciamo ad affossare questa porcata !!!
Non è che Bersani sia fuori di testa, è che gli italiani non hanno ancora capito come funziona l'ambaradan.
Bersani è un esecutore, la politica funziona così.
Divide et impera
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Divide et impera (pronuncia: dìvide et ìmpera, dato che sia la sillaba "vi" di "divide" sia la sillaba "pe" di "impera" sono brevi) è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa dividi e domina.
Esplicitato per la prima volta per descrivere una tecnica socio-politica romana, questa locuzione può essere utilizzata in tutti gli ambiti in cui, per ottenere il risultato, è in primo luogo necessario o vantaggioso spezzare o dividere ciò che si oppone alla soluzione.
Chi c’è in linea
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