chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
1. GRILLO: “NESSUN GRILLINO SI SOGNA DI VOTARE PRODI”. E STEFANO RODOTÀ NON RINUNCIA –
2. PRODI CI CREDE E DAL MALI MANDA A DIRE: “ARRIVO APPENA POSSO”. MA PURE LA BINDI AMMETTE CHE AL 4° VOTO IL PD NON HA I NUMERI PER LUI: “FORSE ALLA QUINTA VOTAZIONE” –
3. SI ALLARGA IL FRONTE ANTI-MORTAZZA. ALLE 14,30 PDL E LEGA SI RIUNISCONO E DECIDONO SE SOSTENERE LA CANDIDATA DI MONTI: NONNA PINA CANCELLIERI. CHE NON COMMENTA –
1 - QUIRINALE:GRILLO,NESSUNO IN M5S SI SOGNA VOTARE PRODI
(ANSA) - "Nessuno in M5S si è mai sognato di votare Prodi e non se lo sognerà nemmeno in futuro. Il nostro presidente è Rodotà". Lo ha detto Beppe Grillo intervenendo a Manzano (Udine). "Il nostro slogan è a casa tutti - ha aggiunto - se ne sono già andati cinque partiti". "Destra e sinistra hanno inciuciato per 25 anni, si sono passati la borraccia come Coppi e Bartali, gli inciucetti di nascosto. Hanno disintegrato un Paese e la colpa oggi di chi è? Di noi, perché siamo noi che creiamo l'ingovernabilità".
2 - QUIRINALE: RODOTA' NON RINUNCIA A CANDIDATURA
(ANSA) - Il Professor Rodotà non rinuncia alla candidatura. Lo hanno reso noto i capigruppo 5 stelle Vito Crimi e Roberta Lombardi, che lo hanno incontrato, spiegando che il Pd dovrebbe chiarire perché non si può convergere sul nome dell'ex presidente dell'authority.
3 - QUIRINALE, PRODI: "ARRIVO APPENA POSSO"
itzquotidiano.it - "Arrivo appena posso". Romano Prodi ha risposto così a Claudio Burlando, che lo ha chiamato per annunciargli le intenzioni del Pd di candidarlo al Colle. Prodi si trova a Mali, in Africa, e potrebbe arrivare per la mattina del 20 aprile.
Burlando ha dichiarato: "Sono riuscito a contattarlo appena ha acceso il telefono. Mi ha risposto che dovrebbe riuscire a rientrare domani mattina dall'Africa".
Burlando, presidente della Regione Liguria , ha poi risposto alle polemiche del Pdl per il mancato voto del Pd a Franco Marini: "Berlusconi ha fatto votare ai suoi che Ruby era la nipote di Mubarak. Bersani non è riuscito a farci votare Marini. Libertà è parola nostra".
4 - BINDI,SPERO CONVERGENZA SU PRODI ALMENO DA QUINTA
(ANSA) - "Abbiamo constatato l'impraticabilità di un accordo che abbiamo cercato di costruire e abbiamo ritenuto di candidare la persona che da sempre consideriamo il naturale candidato del centrosinistra al Quirinale". Così Rosy Bindi del Pd interviene nello speciale del TgLa7. "Ci auguriamo che questa candidatura abbia forza attrattiva se non dalla quarta almeno dalla quinta votazione sia nei confronti il M5S, sia di Scelta civica, nonostante l"autorevole candidatura della Cancellieri, e l'invito vale anche al Pdl". Bindi ha poi ribadito "che le due partite del Quirinale e palazzo Chigi", sottolineando la continuità con Napolitano.
"E' chiaro che la prima cosa da cui dovrà ripartire Prodi è il lavoro dei saggi e lo dico a chi pensa che Prodi significhi elezioni subito". E sull'esito commenta: "Niente è scontato, finché non facciamo lo spoglio delle schede: ci manca qualche voto, ma ci auguriamo non ci manchi e di trovarne tanti fuori. Dalla quarta votazione ci sono dei rischi, ma io ritengo che noi dovevamo uscire dalla fase che ha portato alla bocciatura di Marini e andare a ritrovare l'unità del centrosinistra".
5 - RIUNIONE CONGIUNTA GRUPPI PDL ALLE 14,30
(ANSA) - Si terrà alle 14,30 una riunione congiunta dei gruppi Pdl di Camera e Senato, cui prenderà parte anche Silvio Berlusconi, per decidere la linea da tenere in vista del quarto scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica. All'incontro prenderanno parte anche i delegati regionali. La riunione si terrà nella sala Colletti di Montecitorio.
La riunione - spiegano diversi big del Pdl - è per decidere le 'mosse' da mettere in campo dopo la decisione del Pd di candidare Romano Prodi. L'idea potrebbe essere quella di convergere su Anna Maria Cancellieri, ministro dell'Interno e candidatura proposta dal Scelta Civica: Come Marini - è il ragionamento fatto a via dell'Umiltà - si tratta di una personalità da noi giudicata super partes in grado di rappresentare l'unità.
Nel corso della riunione a cui prenderà parte anche il Cavaliere (che terrà prima a Grazioli un vertice ristretto) si valuterà anche se dare una risposta 'dura' alla scelta del Pd magari già con una manifestazione fuori Montecitorio. I centralini di via dell'Umiltà e palazzo Grazioli - fanno sapere dal partito - sarebbero stato invasi di chiamate di militanti pronti a mobilitarsi nel pomeriggio per protestare all'elezione del Professore alla presidenza della Repubblica.
6 - QUIRINALE, BERSANI PROPONE PRODI - IL PDL INSORGE, ATTESA PER LE MOSSE DEL M5S
Alessandro Sala per "Corriere.it"
E' il giorno della verità per la corsa al Colle, dopo le due fumate nere di giovedì e la bocciatura della base Pd alla candidatura dell'ex sindacalista Franco Marini, che in mattinata ha annunciato di aver ritirato la propria candidatura: «Sono cambiate le strategie», ha tagliato corto parlando ai cronisti.
ROSY BINDI X
Lo scenario è dunque completamente cambiato: il centrosinistra ha deciso di puntare sull'ex premier Romano Prodi, creando forti malumori nel Pdl che vede in lui l'avversario storico di Silvio Berlusconi e quindi un candidato tutt'altro che di garanzia. Ma aprendo qualche spiraglio di possibile intesa con il Movimento 5 Stelle, che aveva il professore nella rosa dei «papabili» scelti via web con le «Quirinarie».
ATTESA 5 STELLE - Per i seguaci di Grillo la prima scelta, dopo la rinuncia di Milena Gabanelli e Gino Strada, continua ad essere formalmente Stefano Rodotà. Ma i due capigruppo del Movimento, Vito Crimi e Roberta Lombardi, si sono recati a metà mattina a casa del giurista, ufficialmente «solo per fargli un saluto».
Ma questo faccia a faccia potrebbe lasciare presupporre anche il tentativo di fare il punto della situazione con il diretto interessato, per valutare un'eventuale convergenza del M5S sul candidato democratico, magari a partire da un eventuale quinta votazione dopo avere sostenuto ancora Rodotà alla quarta come candidato di bandiera.
La linea ufficiale è stata dettata alle agenzie a mezzogiorno da Crimi e Lombardi: «Rodotà conferma la sua disponibilità e non farà nessun passo indietro, nemmeno alla quarta votazione». Il voto è però segreto e nell'urna già al prossimo giro potrebbero finire consensi per Prodi di provenienza grillina. Il centrosinistra conta su 496 grandi elettori, bastano 8 consensi in più per chiudere la partita entro questa sera: dalla quarta votazione, infatti, il quorum si abbasserà da 672 a 504 voti.
I MALUMORI DEL PDL - La scelta di Prodi è stata accolta da una standing ovation dei deputati e senatori del centrosinistra. Il professore è decisamente un candidato di parte, capace di riunificare la coalizione dopo lo strappo creato dalla candidatura di Marini. Ma sarebbe inviso dal centrodestra, che avrebbe preferito un candidato in grado di fornire più garanzie al Cavaliere, e una sua elezione farebbe probabilmente tramontare ogni ipotesi di un governo di grande coalizione.
Berlusconi ha convocato all'ora di pranzo lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli per definire la strategia da tenere in occasione della quarta votazione. Non viene esclusa la possibilità di un'uscita dall'aula in segno di protesta. Alle 15, in concomitanza con la quarta votazione, potrebbe essere anche promossa una contestazione in piazza Montecitorio: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ha già iniziato a convocare via Twitter i propri militanti.
«FU COSI' ANCHE PER NAPOLITANO» - Dario Franceschini invita tuttavia a superare le diffidenze, dicendosi sicuro del fatto che Prodi possa essere una valida figura istituzionale capace di rappresentare l'intero Paese, così come avvenuto con Napolitano, che non fu votato dal centrodestra che oggi lo considera invece un presidente di garanzia, al punto da averne auspicato la rielezione. Prodi ha inoltre un forte peso sulla scena internazionale, sia per l'attuale ruolo di inviato speciale dell'Onu per il Sahel - in questi giorni si trova infatti in Mali e ha fatto sapere che rientrerà appena possibile -, sia soprattutto per le due precedenti esperienze a Palazzo Chigi e per il periodo trascorso alla guida della Commissione Europea a Bruxelles. Berlusconi, in ogni caso, dai suoi fedelissimi viene descritto furioso nei confronti di Bersani e della sinistra: «Vogliono farmi un'imboscata». E s'insinua il dubbio che in realtà fosse tutto preparato, una trappola per tirare fuori all'ultimo momento la carta Prodi.
IPOTESI CANCELLIERI - Il Pdl potrebbe, in alternativa all'uscita dall'aula, decidere di sostenere Anna Maria Cancellieri, attuale ministro dell'Interno, proposta da Scelta Civica e lanciata ufficialmente dal premier uscente Mario Monti come «personalità di alto profilo professionale» e sottolineando che «più l'elezione sarà unitaria, maggiore sarà l'autorevolezza del capo dello Stato che dovrà rappresentare tutti nelle sfide che attendono il Paese». Monti ha invece definito quella di Prodi «una scelta divisiva».
7 - CROSETTO, FDI VOTERA' CANCELLIERI
(ANSA) - "Fratelli D'Italia sosterrà Anna Maria Cancellieri". Lo ha confermato Guido Crosettto di Fratelli d'Italia nello speciale TgLa7condotto da Enrico Mentana. Secondo Crosetto la Cancellieri "viene percepita dai cittadini come una persona di buon senso e seria".
2. PRODI CI CREDE E DAL MALI MANDA A DIRE: “ARRIVO APPENA POSSO”. MA PURE LA BINDI AMMETTE CHE AL 4° VOTO IL PD NON HA I NUMERI PER LUI: “FORSE ALLA QUINTA VOTAZIONE” –
3. SI ALLARGA IL FRONTE ANTI-MORTAZZA. ALLE 14,30 PDL E LEGA SI RIUNISCONO E DECIDONO SE SOSTENERE LA CANDIDATA DI MONTI: NONNA PINA CANCELLIERI. CHE NON COMMENTA –
1 - QUIRINALE:GRILLO,NESSUNO IN M5S SI SOGNA VOTARE PRODI
(ANSA) - "Nessuno in M5S si è mai sognato di votare Prodi e non se lo sognerà nemmeno in futuro. Il nostro presidente è Rodotà". Lo ha detto Beppe Grillo intervenendo a Manzano (Udine). "Il nostro slogan è a casa tutti - ha aggiunto - se ne sono già andati cinque partiti". "Destra e sinistra hanno inciuciato per 25 anni, si sono passati la borraccia come Coppi e Bartali, gli inciucetti di nascosto. Hanno disintegrato un Paese e la colpa oggi di chi è? Di noi, perché siamo noi che creiamo l'ingovernabilità".
2 - QUIRINALE: RODOTA' NON RINUNCIA A CANDIDATURA
(ANSA) - Il Professor Rodotà non rinuncia alla candidatura. Lo hanno reso noto i capigruppo 5 stelle Vito Crimi e Roberta Lombardi, che lo hanno incontrato, spiegando che il Pd dovrebbe chiarire perché non si può convergere sul nome dell'ex presidente dell'authority.
3 - QUIRINALE, PRODI: "ARRIVO APPENA POSSO"
itzquotidiano.it - "Arrivo appena posso". Romano Prodi ha risposto così a Claudio Burlando, che lo ha chiamato per annunciargli le intenzioni del Pd di candidarlo al Colle. Prodi si trova a Mali, in Africa, e potrebbe arrivare per la mattina del 20 aprile.
Burlando ha dichiarato: "Sono riuscito a contattarlo appena ha acceso il telefono. Mi ha risposto che dovrebbe riuscire a rientrare domani mattina dall'Africa".
Burlando, presidente della Regione Liguria , ha poi risposto alle polemiche del Pdl per il mancato voto del Pd a Franco Marini: "Berlusconi ha fatto votare ai suoi che Ruby era la nipote di Mubarak. Bersani non è riuscito a farci votare Marini. Libertà è parola nostra".
4 - BINDI,SPERO CONVERGENZA SU PRODI ALMENO DA QUINTA
(ANSA) - "Abbiamo constatato l'impraticabilità di un accordo che abbiamo cercato di costruire e abbiamo ritenuto di candidare la persona che da sempre consideriamo il naturale candidato del centrosinistra al Quirinale". Così Rosy Bindi del Pd interviene nello speciale del TgLa7. "Ci auguriamo che questa candidatura abbia forza attrattiva se non dalla quarta almeno dalla quinta votazione sia nei confronti il M5S, sia di Scelta civica, nonostante l"autorevole candidatura della Cancellieri, e l'invito vale anche al Pdl". Bindi ha poi ribadito "che le due partite del Quirinale e palazzo Chigi", sottolineando la continuità con Napolitano.
"E' chiaro che la prima cosa da cui dovrà ripartire Prodi è il lavoro dei saggi e lo dico a chi pensa che Prodi significhi elezioni subito". E sull'esito commenta: "Niente è scontato, finché non facciamo lo spoglio delle schede: ci manca qualche voto, ma ci auguriamo non ci manchi e di trovarne tanti fuori. Dalla quarta votazione ci sono dei rischi, ma io ritengo che noi dovevamo uscire dalla fase che ha portato alla bocciatura di Marini e andare a ritrovare l'unità del centrosinistra".
5 - RIUNIONE CONGIUNTA GRUPPI PDL ALLE 14,30
(ANSA) - Si terrà alle 14,30 una riunione congiunta dei gruppi Pdl di Camera e Senato, cui prenderà parte anche Silvio Berlusconi, per decidere la linea da tenere in vista del quarto scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica. All'incontro prenderanno parte anche i delegati regionali. La riunione si terrà nella sala Colletti di Montecitorio.
La riunione - spiegano diversi big del Pdl - è per decidere le 'mosse' da mettere in campo dopo la decisione del Pd di candidare Romano Prodi. L'idea potrebbe essere quella di convergere su Anna Maria Cancellieri, ministro dell'Interno e candidatura proposta dal Scelta Civica: Come Marini - è il ragionamento fatto a via dell'Umiltà - si tratta di una personalità da noi giudicata super partes in grado di rappresentare l'unità.
Nel corso della riunione a cui prenderà parte anche il Cavaliere (che terrà prima a Grazioli un vertice ristretto) si valuterà anche se dare una risposta 'dura' alla scelta del Pd magari già con una manifestazione fuori Montecitorio. I centralini di via dell'Umiltà e palazzo Grazioli - fanno sapere dal partito - sarebbero stato invasi di chiamate di militanti pronti a mobilitarsi nel pomeriggio per protestare all'elezione del Professore alla presidenza della Repubblica.
6 - QUIRINALE, BERSANI PROPONE PRODI - IL PDL INSORGE, ATTESA PER LE MOSSE DEL M5S
Alessandro Sala per "Corriere.it"
E' il giorno della verità per la corsa al Colle, dopo le due fumate nere di giovedì e la bocciatura della base Pd alla candidatura dell'ex sindacalista Franco Marini, che in mattinata ha annunciato di aver ritirato la propria candidatura: «Sono cambiate le strategie», ha tagliato corto parlando ai cronisti.
ROSY BINDI X
Lo scenario è dunque completamente cambiato: il centrosinistra ha deciso di puntare sull'ex premier Romano Prodi, creando forti malumori nel Pdl che vede in lui l'avversario storico di Silvio Berlusconi e quindi un candidato tutt'altro che di garanzia. Ma aprendo qualche spiraglio di possibile intesa con il Movimento 5 Stelle, che aveva il professore nella rosa dei «papabili» scelti via web con le «Quirinarie».
ATTESA 5 STELLE - Per i seguaci di Grillo la prima scelta, dopo la rinuncia di Milena Gabanelli e Gino Strada, continua ad essere formalmente Stefano Rodotà. Ma i due capigruppo del Movimento, Vito Crimi e Roberta Lombardi, si sono recati a metà mattina a casa del giurista, ufficialmente «solo per fargli un saluto».
Ma questo faccia a faccia potrebbe lasciare presupporre anche il tentativo di fare il punto della situazione con il diretto interessato, per valutare un'eventuale convergenza del M5S sul candidato democratico, magari a partire da un eventuale quinta votazione dopo avere sostenuto ancora Rodotà alla quarta come candidato di bandiera.
La linea ufficiale è stata dettata alle agenzie a mezzogiorno da Crimi e Lombardi: «Rodotà conferma la sua disponibilità e non farà nessun passo indietro, nemmeno alla quarta votazione». Il voto è però segreto e nell'urna già al prossimo giro potrebbero finire consensi per Prodi di provenienza grillina. Il centrosinistra conta su 496 grandi elettori, bastano 8 consensi in più per chiudere la partita entro questa sera: dalla quarta votazione, infatti, il quorum si abbasserà da 672 a 504 voti.
I MALUMORI DEL PDL - La scelta di Prodi è stata accolta da una standing ovation dei deputati e senatori del centrosinistra. Il professore è decisamente un candidato di parte, capace di riunificare la coalizione dopo lo strappo creato dalla candidatura di Marini. Ma sarebbe inviso dal centrodestra, che avrebbe preferito un candidato in grado di fornire più garanzie al Cavaliere, e una sua elezione farebbe probabilmente tramontare ogni ipotesi di un governo di grande coalizione.
Berlusconi ha convocato all'ora di pranzo lo stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli per definire la strategia da tenere in occasione della quarta votazione. Non viene esclusa la possibilità di un'uscita dall'aula in segno di protesta. Alle 15, in concomitanza con la quarta votazione, potrebbe essere anche promossa una contestazione in piazza Montecitorio: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ha già iniziato a convocare via Twitter i propri militanti.
«FU COSI' ANCHE PER NAPOLITANO» - Dario Franceschini invita tuttavia a superare le diffidenze, dicendosi sicuro del fatto che Prodi possa essere una valida figura istituzionale capace di rappresentare l'intero Paese, così come avvenuto con Napolitano, che non fu votato dal centrodestra che oggi lo considera invece un presidente di garanzia, al punto da averne auspicato la rielezione. Prodi ha inoltre un forte peso sulla scena internazionale, sia per l'attuale ruolo di inviato speciale dell'Onu per il Sahel - in questi giorni si trova infatti in Mali e ha fatto sapere che rientrerà appena possibile -, sia soprattutto per le due precedenti esperienze a Palazzo Chigi e per il periodo trascorso alla guida della Commissione Europea a Bruxelles. Berlusconi, in ogni caso, dai suoi fedelissimi viene descritto furioso nei confronti di Bersani e della sinistra: «Vogliono farmi un'imboscata». E s'insinua il dubbio che in realtà fosse tutto preparato, una trappola per tirare fuori all'ultimo momento la carta Prodi.
IPOTESI CANCELLIERI - Il Pdl potrebbe, in alternativa all'uscita dall'aula, decidere di sostenere Anna Maria Cancellieri, attuale ministro dell'Interno, proposta da Scelta Civica e lanciata ufficialmente dal premier uscente Mario Monti come «personalità di alto profilo professionale» e sottolineando che «più l'elezione sarà unitaria, maggiore sarà l'autorevolezza del capo dello Stato che dovrà rappresentare tutti nelle sfide che attendono il Paese». Monti ha invece definito quella di Prodi «una scelta divisiva».
7 - CROSETTO, FDI VOTERA' CANCELLIERI
(ANSA) - "Fratelli D'Italia sosterrà Anna Maria Cancellieri". Lo ha confermato Guido Crosettto di Fratelli d'Italia nello speciale TgLa7condotto da Enrico Mentana. Secondo Crosetto la Cancellieri "viene percepita dai cittadini come una persona di buon senso e seria".
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
paolo11 ha scritto:A mio avviso il PD sbaglia a candidare Prodi.Deve votare il candidato del M5S.Stefano Rodota.
Penso che grillo si ricordi quando andò da Prodi con dei punti da mettere nel programma.
Come credo che Grillo si ricordi quando voleva candidarsi nel PD cosa gli dissero.Ciao
Paolo11
io me lo ricordo.
.gli dissero che era un demente perchè nessuna persona con un lumicino di intelligenza può pensare di candidarsi in un partito quando è leader di un movimento ostile a quel partito.
.e gli dissero pure che era un fottuto fanatico fascista.
e credo sia stata una delle rare volte che al Pd hanno fatto "una cosa di sinistra".
p.s.
per questo me lo ricordo..hai visto mai il Pd far qualcosa de sinistra...
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Berlusconi: così è meglio andare al voto (Carmelo Lopapa).
19/04/2013 di triskel182
I berlusconiani annunciano le barricate per impedire lo slittamento della quarta votazione. “Il nostro candidato resta Marini: i numeri ci sono”.
Il leader Pdl: la Sinistra vuole prendersi tutto. Contestazioni a Udine: “Buffone”.
ROMA— «Si eleggano pure Prodi e allora andremo dritti al voto.
Occupano tutto, vogliono portare il Paese allo scontro, protesteremo anche in piazza».
Rientrato a Roma in serata dal blitz elettorale di Udine, Silvio Berlusconi è già sul piede di guerra: intravede la tenaglia che potrebbe stringersi già dalla quarta votazione.
Il progetto del candidato condiviso appare ormai arenato.
La linea, fino alla terza di questa mattina, resterà quella concordata con Pierluigi Bersani, nel faccia a faccia avuto dal Cavaliere a ora di pranzo (quando lo spoglio era ancora in corso ma era già palese l’impallinamento di Franco Marini): scheda bianca.
«Ci sono i numeri per eleggerlo alla quarta votazione, proteggiamolo e lo riproponiamo alla quarta», è la proposta di Berlusconi.
Lì per lì, Bersani si dice disponibile.
Del resto, l’ex presidente del Senato non sembra intenzionato a fare un passo indietro, nonostante l’amarezza per il «fuoco amico».
Poi, nel corso del pomeriggio, le cose cambiano, il malessere dentro il Pd fa montare una mezza rivolta contro la riproposizione di un’intesa con Berlusconi e lo scenario viene stravolto.
Addio larghe intese per il Colle.
Il Cavaliere sale sullo scranno della presidenza e stringe la mano a Laura Boldrini e Piero Grasso.
Poi rientra a Palazzo Grazioli per un pranzo con Alfano, Verdini, Schifani, Brunetta.
Intravede le ombre all’orizzonte, li invita a tenere toni bassi, «non ci conviene rompere, bisogna fare di tutto fino all’ultimo per evitare il peggio, noi resteremo su Marini per coerenza».
Ma già si prepara al peggio: «Se si rompe, si vota, faremo opposizione durissima».
Lascia Verdini, Alfano e Gianni Letta a trattare.
Ignazio La Russa, ormai Fratelli d’Italia, incontra in un corridoio di Montecitorio un gruppo di socialisti Pdl, tra i quali Stefano Caldoro e Lucio Barani, e fulmina con una battuta il loro segretario.
«Amici, Berlusconi ha appena dichiarato: lasciamo trattare Alfano. Siamo a posto» dice con eloquente gesto con la mano e risate dei pidiellini.
Segue precisazione dell’agenzia Dire che riporta l’episodio, ma ormai è andata.
Invano Verdini, nel cortile di Montecitorio, quando è già in corso la seconda votazione, sonda gli umori sulla possibilità di virare su Massimo D’Alema per la quinta votazione, dopo l’eventuale stop a Marini nella quarta.
Ne parla con Pier Ferdinando Casini, tra gli altri.
«No, troppo rischioso cambiare cavallo, loro non reggono comunque» spiega Angelino Alfano in Transatlantico ai deputati che chiedono lumi.
Anche il «sacrificio » della Lega, che alla fine ha votato compatta per Marini dopo l’iniziale rifiuto, si rivela vano.
«La spaccatura del Pd in tre correnti, cattolici, bersaniani e filo grillini, non porta a niente di buono e ci conduce alle elezioni anticipate» ragiona, numeri alla mano, il capogruppo al Senato Renato Schifani.
«Ma vi pare che trattino così Marini, uno dei fondatori del loro partito?» ancora non si dà pace la senatrice Simona Vicari.
Seconda fumata nera mentre dal palco di Udine Berlusconi alza il tiro: «O facciamo subito un governo forte o andiamo a votare a giugno».
Un gruppo di contestatori non gli dà pace per l’intera ora del comizio, al fianco del candidato alla Regione Renzo Tondo.
Gli urlano «buffone» e lui ribatte: «Qui bella gente mentre voi lì con tutte quelle barbe».
Poi torna sulla sconfitta in aula. «Avremmo voluto eleggere il capo dello Stato e avevamo fatto un intesa con Monti e con il Pd: abbiamo dovuto constatare che guerre interne alla sinistra stanno paralizzando il Pd».
Poi, se la prende con i grillini e la loro candidata ideale Milena Gabanelli (con lei al Quirinale «ci sarebbero state le manette sulla bandiera italiana»).
L’affondo consueto contro i magistrati si trasforma in autogol carpiato.
Sostiene che «l’Anm è come la P2: non dice chi sono i loro associati», sorvolando sul fatto che alla P2 risultava iscritto anche lui.
In serata rientra a Roma, il Pdl è in gabinetto di «guerra» permanente.
«Restiamo coerenti, bianca alla terza e alla quarta Marini se lui non farà un passo indietro prima — spiega Maurizio Lupi — diversamente tutti avremo mani libere. Il problema è che il Pd ha bocciato il metodo della condivisione ».
Il partito di Berlusconi si prepara però alle barricate fin nelle prossime ore per impedire lo slittamento della quarta votazione di oggi pomeriggio a domattina.
Il Pd lo chiede, il sospetto è che lo faccia per tessere nel frattempo con Sel una trama col M5s. «Non è proponibile, non ha precedenti» protesta Lupi.
Schifani e Brunetta daranno battaglia nella riunione dei capigruppo di stamattina.
Da La Repubblica del 19/04/2013.
19/04/2013 di triskel182
I berlusconiani annunciano le barricate per impedire lo slittamento della quarta votazione. “Il nostro candidato resta Marini: i numeri ci sono”.
Il leader Pdl: la Sinistra vuole prendersi tutto. Contestazioni a Udine: “Buffone”.
ROMA— «Si eleggano pure Prodi e allora andremo dritti al voto.
Occupano tutto, vogliono portare il Paese allo scontro, protesteremo anche in piazza».
Rientrato a Roma in serata dal blitz elettorale di Udine, Silvio Berlusconi è già sul piede di guerra: intravede la tenaglia che potrebbe stringersi già dalla quarta votazione.
Il progetto del candidato condiviso appare ormai arenato.
La linea, fino alla terza di questa mattina, resterà quella concordata con Pierluigi Bersani, nel faccia a faccia avuto dal Cavaliere a ora di pranzo (quando lo spoglio era ancora in corso ma era già palese l’impallinamento di Franco Marini): scheda bianca.
«Ci sono i numeri per eleggerlo alla quarta votazione, proteggiamolo e lo riproponiamo alla quarta», è la proposta di Berlusconi.
Lì per lì, Bersani si dice disponibile.
Del resto, l’ex presidente del Senato non sembra intenzionato a fare un passo indietro, nonostante l’amarezza per il «fuoco amico».
Poi, nel corso del pomeriggio, le cose cambiano, il malessere dentro il Pd fa montare una mezza rivolta contro la riproposizione di un’intesa con Berlusconi e lo scenario viene stravolto.
Addio larghe intese per il Colle.
Il Cavaliere sale sullo scranno della presidenza e stringe la mano a Laura Boldrini e Piero Grasso.
Poi rientra a Palazzo Grazioli per un pranzo con Alfano, Verdini, Schifani, Brunetta.
Intravede le ombre all’orizzonte, li invita a tenere toni bassi, «non ci conviene rompere, bisogna fare di tutto fino all’ultimo per evitare il peggio, noi resteremo su Marini per coerenza».
Ma già si prepara al peggio: «Se si rompe, si vota, faremo opposizione durissima».
Lascia Verdini, Alfano e Gianni Letta a trattare.
Ignazio La Russa, ormai Fratelli d’Italia, incontra in un corridoio di Montecitorio un gruppo di socialisti Pdl, tra i quali Stefano Caldoro e Lucio Barani, e fulmina con una battuta il loro segretario.
«Amici, Berlusconi ha appena dichiarato: lasciamo trattare Alfano. Siamo a posto» dice con eloquente gesto con la mano e risate dei pidiellini.
Segue precisazione dell’agenzia Dire che riporta l’episodio, ma ormai è andata.
Invano Verdini, nel cortile di Montecitorio, quando è già in corso la seconda votazione, sonda gli umori sulla possibilità di virare su Massimo D’Alema per la quinta votazione, dopo l’eventuale stop a Marini nella quarta.
Ne parla con Pier Ferdinando Casini, tra gli altri.
«No, troppo rischioso cambiare cavallo, loro non reggono comunque» spiega Angelino Alfano in Transatlantico ai deputati che chiedono lumi.
Anche il «sacrificio » della Lega, che alla fine ha votato compatta per Marini dopo l’iniziale rifiuto, si rivela vano.
«La spaccatura del Pd in tre correnti, cattolici, bersaniani e filo grillini, non porta a niente di buono e ci conduce alle elezioni anticipate» ragiona, numeri alla mano, il capogruppo al Senato Renato Schifani.
«Ma vi pare che trattino così Marini, uno dei fondatori del loro partito?» ancora non si dà pace la senatrice Simona Vicari.
Seconda fumata nera mentre dal palco di Udine Berlusconi alza il tiro: «O facciamo subito un governo forte o andiamo a votare a giugno».
Un gruppo di contestatori non gli dà pace per l’intera ora del comizio, al fianco del candidato alla Regione Renzo Tondo.
Gli urlano «buffone» e lui ribatte: «Qui bella gente mentre voi lì con tutte quelle barbe».
Poi torna sulla sconfitta in aula. «Avremmo voluto eleggere il capo dello Stato e avevamo fatto un intesa con Monti e con il Pd: abbiamo dovuto constatare che guerre interne alla sinistra stanno paralizzando il Pd».
Poi, se la prende con i grillini e la loro candidata ideale Milena Gabanelli (con lei al Quirinale «ci sarebbero state le manette sulla bandiera italiana»).
L’affondo consueto contro i magistrati si trasforma in autogol carpiato.
Sostiene che «l’Anm è come la P2: non dice chi sono i loro associati», sorvolando sul fatto che alla P2 risultava iscritto anche lui.
In serata rientra a Roma, il Pdl è in gabinetto di «guerra» permanente.
«Restiamo coerenti, bianca alla terza e alla quarta Marini se lui non farà un passo indietro prima — spiega Maurizio Lupi — diversamente tutti avremo mani libere. Il problema è che il Pd ha bocciato il metodo della condivisione ».
Il partito di Berlusconi si prepara però alle barricate fin nelle prossime ore per impedire lo slittamento della quarta votazione di oggi pomeriggio a domattina.
Il Pd lo chiede, il sospetto è che lo faccia per tessere nel frattempo con Sel una trama col M5s. «Non è proponibile, non ha precedenti» protesta Lupi.
Schifani e Brunetta daranno battaglia nella riunione dei capigruppo di stamattina.
Da La Repubblica del 19/04/2013.
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
"Si eleggano pure Prodi e allora andremo dritti al voto."
la mummia cinese
mica lo decide lui eh...
avrebbe avuto più senso che avesse detto:
"adesso andremo dritti ai miei processi".
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
il Fatto 19.4.13
Il carrello dei bolliti
di Antonio Padellaro
Sorbole ragassi noi vogliamo il cambiamento, sono stato chiaro???”: da sei mesi almeno il Bersani-Crozza ci rompe i timpani con il cambiamento qua e il cambiamento là, salvo poi barricarsi nel fortino della conservazione sua e dei suoi cari.
Nelle primarie pd si autodefinisce l’“usato sicuro” come unico argomento per battere Matteo Renzi, che da parte sua non ha la forza di buttare all’aria le polverose liturgie di partito e se ne torna a Firenze con la coda tra le gambe.
E che dire della propaganda elettorale condotta sull’antiberlusconismo di maniera (con l’agghiacciante giaguaro da smacchiare),
ventennale espediente per abbindolare gli ingenui,
sempre di meno visto il desolante esito finale.
Poi, dopo averlo insultato su tutte le piazze d’Italia, Bersani avvia lo sfibrante corteggiamento del movimento 5Stelle.
E fa finta di non capire che con un altro candidato premier, Grillo potrebbe anche ragionare: e infatti il leader di Bettola resta piantato lì.
Segue la pantomima dal titolo: con Berlusconi giammai le grandi intese, perché, ci mancherebbe altro, “noi vogliamo il cambiamento”.
Il popolo democratico non fa in tempo ad apprezzare ed ecco la “bella sorpresa”: concorda a quattr’occhi con l’ex nemico pubblico B. il nome del nuovo capo dello Stato, distogliendo l’ottuagenario Franco Marini da un giusto e meritato riposo.
Risultato: il Pd a pezzi, i militanti in rivolta, gli elettori in fuga.
Più che un errore politico quello di Bersani è la caporetto di un metodo ormai insopportabile, intriso di vecchiume e supponenza.
Solo poche settimane fa astenendosi o votando Grillo più della metà del popolo italiano ha dato un segnale di rivolta così forte e sonoro che solo una politica imbecille o in malafede poteva non sentire.
Infatti, tutto continua come prima e peggio di prima.
Le inutili consultazioni al Quirinale.
Le inutili pause di riflessione.
Gli inutili saggi nominati per espettorare inutili documenti programmatici.
E adesso anche le inutili tre prime votazioni alla Camera, in un tripudio di schede bianche e ridanciani omaggi a Marini (Valeria) e al conte Mascetti di Amici miei mentre l’uomo del cambiamento abbraccia con trasporto Angelino Alfano, e vai.
Seguiranno altri inutili voti in attesa che dal carrello dei bolliti venga estratta qualche altra bella sorpresa.
A un Paese che avrebbe bisogno come il pane di energie fresche e di teste abituate a ragionare con la velocità di Internet e l’acume di Obama si vogliono somministrare delle cariatidi condivise che già brigavano ai tempi di Craxi, o vispi nipotini di Togliatti o giuristi emeriti, campioni mondiali di consulenze e arbitrati.
Chi ci salverà?
Il carrello dei bolliti
di Antonio Padellaro
Sorbole ragassi noi vogliamo il cambiamento, sono stato chiaro???”: da sei mesi almeno il Bersani-Crozza ci rompe i timpani con il cambiamento qua e il cambiamento là, salvo poi barricarsi nel fortino della conservazione sua e dei suoi cari.
Nelle primarie pd si autodefinisce l’“usato sicuro” come unico argomento per battere Matteo Renzi, che da parte sua non ha la forza di buttare all’aria le polverose liturgie di partito e se ne torna a Firenze con la coda tra le gambe.
E che dire della propaganda elettorale condotta sull’antiberlusconismo di maniera (con l’agghiacciante giaguaro da smacchiare),
ventennale espediente per abbindolare gli ingenui,
sempre di meno visto il desolante esito finale.
Poi, dopo averlo insultato su tutte le piazze d’Italia, Bersani avvia lo sfibrante corteggiamento del movimento 5Stelle.
E fa finta di non capire che con un altro candidato premier, Grillo potrebbe anche ragionare: e infatti il leader di Bettola resta piantato lì.
Segue la pantomima dal titolo: con Berlusconi giammai le grandi intese, perché, ci mancherebbe altro, “noi vogliamo il cambiamento”.
Il popolo democratico non fa in tempo ad apprezzare ed ecco la “bella sorpresa”: concorda a quattr’occhi con l’ex nemico pubblico B. il nome del nuovo capo dello Stato, distogliendo l’ottuagenario Franco Marini da un giusto e meritato riposo.
Risultato: il Pd a pezzi, i militanti in rivolta, gli elettori in fuga.
Più che un errore politico quello di Bersani è la caporetto di un metodo ormai insopportabile, intriso di vecchiume e supponenza.
Solo poche settimane fa astenendosi o votando Grillo più della metà del popolo italiano ha dato un segnale di rivolta così forte e sonoro che solo una politica imbecille o in malafede poteva non sentire.
Infatti, tutto continua come prima e peggio di prima.
Le inutili consultazioni al Quirinale.
Le inutili pause di riflessione.
Gli inutili saggi nominati per espettorare inutili documenti programmatici.
E adesso anche le inutili tre prime votazioni alla Camera, in un tripudio di schede bianche e ridanciani omaggi a Marini (Valeria) e al conte Mascetti di Amici miei mentre l’uomo del cambiamento abbraccia con trasporto Angelino Alfano, e vai.
Seguiranno altri inutili voti in attesa che dal carrello dei bolliti venga estratta qualche altra bella sorpresa.
A un Paese che avrebbe bisogno come il pane di energie fresche e di teste abituate a ragionare con la velocità di Internet e l’acume di Obama si vogliono somministrare delle cariatidi condivise che già brigavano ai tempi di Craxi, o vispi nipotini di Togliatti o giuristi emeriti, campioni mondiali di consulenze e arbitrati.
Chi ci salverà?
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
il Fatto 19.4.13
Tesserati inferociti: “Presi a schiaffi”
La protesta davanti a Montecitorio: “Noi umiliati, con questi abbiamo chiuso”
di Beatrice Borromeo
Pier Luigi “mezza scoreggia”. Perché “la scoreggia intera è Berlusconi, e Bersani – a furia di andargli dietro – puzza di... ”. Solo che l’impietoso epiteto non arriva dagli elettori a Cinque Stelle, e nemmeno dai sostenitori di Renzi. Sono i bersaniani furenti che – raggruppati ieri davanti alla Camera – si accaniscono più di tutti contro il loro segretario. E mentre una tessera del Pd viene data alle fiamme (“perché ho resistito a tutto: a D’Alema, a Roma consegnata ad Alemanno, alle primarie losche; ma candidare Marini accordandosi sottobanco con Silvio, questo mai, Bersani è il sicario del Pd”, dice Claudia Costa, tra i volti della protesta), la signora Giuseppina srotola uno striscione scritto a penna (“Prima solo Berlusconi mi faceva vomitare, adesso anche tu Bersani”) e i ragazzi fanno partire un coro: “Marini, D’Alema, Amato... Bersani: ma che ti sei fumato?! ”. Però sono proprio loro, i giovani del Pd, quelli in fondo più diplomatici.
COSIMO E CARLO, 30enni arrivati il primo da Barletta e il secondo da Catania solo per assistere all’elezione del capo dello Stato, ragionano sul fatto che la rottura non è più tra Bersani e Renzi, ma “tra Bersani e la sua base: che siamo noi. E noi, che l’abbiamo purtroppo votato alle primarie, non capiamo la scelta di Marini. Come gli è saltata in mente? Ci sentiamo traditi, umiliati, presi a schiaffi”. Perché dopo l’elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera, “avevamo creduto in un Pd meno autolesionista, che potesse sposare il cambiamento e appoggiare Stefano Rodotà. Mai più Pd. La tessera 2013? Ma neanche per sogno”. E mentre i giovani democratici cominciano a occupare le sedi del Pd in tutt’Italia, e in piazza di Montecitorio si vede qualche maschera di Anonymous, sono i tesserati più anziani, gli ex fedelissimi del Partito, a essere più spietati. Dice la signora Paola: “Bersani perdi sempre, hai perso tutto, e non te ne vai mai. Sei ultravecchio: devi spa-ri-re” (parte l’eco: “Bersani evapora! Sei sconnesso”). Non va meglio al mancato presidente Franco Marini, destinatario di un imprecisato numero di “vaffanculo” prestati per l’occasione dai grillini ai bersaniani. Lui che “puzza di inciucio”, un “residuo andreottiano”, l’“anticristo”, azzarda qualcuno. Ma la rabbia delle piazza non è solo per loro. “Finocchiaro maledetta, tornatene all’Ikea”, urla un gruppo di iscritti al Pd prima di farsi distrarre dall’arrivo di Rocco Buttiglione, che incautamente cammina tra la gente. “Parassita, torna tra le mummie! ”, gli gridano. Il signor Luciano, coppola e barba bianca, protesta perché “noi non possiamo entrare alla Camera ma lui può venire qui a rompere”. Poi c’è Roberto Formigoni che, ignorando le suppliche delle sue guardie del corpo, si fa strada tra i manifestanti salutandoli come fa il papa. “Buffone! ”, “ladro”, “porco schifoso”. E ancora, mentre passa un camion dei rifiuti: “Raccogliete quel sacco d’immondizia prima che si metta a puzzare sotto il sole”. E soprattutto: “Vi rendete conto che si sono accordati con quelli lì? Con quello lì? ”, gridano indicando l’ex presidente della Lombardia. Poi Marini viene bruciato, e tra gli applausi sollevati c’è chi evoca il senso civico: “L’unica cosa che si ricicla in Italia, cari onorevoli, siete voi”.
il Fatto 19.4.13
Bandiera rossa
In piazza compare il vessillo del Pci
Alle manifestazioni più o meno spontanee organizzate ieri in Piazza Montecitorio per sostenere la candidatura di Stefano Rodotà e soprattutto per protestare contro il voto a Marini del Pd, è comparsa anche una rossa bandiera del vecchio Partito comunista italiano.
Tesserati inferociti: “Presi a schiaffi”
La protesta davanti a Montecitorio: “Noi umiliati, con questi abbiamo chiuso”
di Beatrice Borromeo
Pier Luigi “mezza scoreggia”. Perché “la scoreggia intera è Berlusconi, e Bersani – a furia di andargli dietro – puzza di... ”. Solo che l’impietoso epiteto non arriva dagli elettori a Cinque Stelle, e nemmeno dai sostenitori di Renzi. Sono i bersaniani furenti che – raggruppati ieri davanti alla Camera – si accaniscono più di tutti contro il loro segretario. E mentre una tessera del Pd viene data alle fiamme (“perché ho resistito a tutto: a D’Alema, a Roma consegnata ad Alemanno, alle primarie losche; ma candidare Marini accordandosi sottobanco con Silvio, questo mai, Bersani è il sicario del Pd”, dice Claudia Costa, tra i volti della protesta), la signora Giuseppina srotola uno striscione scritto a penna (“Prima solo Berlusconi mi faceva vomitare, adesso anche tu Bersani”) e i ragazzi fanno partire un coro: “Marini, D’Alema, Amato... Bersani: ma che ti sei fumato?! ”. Però sono proprio loro, i giovani del Pd, quelli in fondo più diplomatici.
COSIMO E CARLO, 30enni arrivati il primo da Barletta e il secondo da Catania solo per assistere all’elezione del capo dello Stato, ragionano sul fatto che la rottura non è più tra Bersani e Renzi, ma “tra Bersani e la sua base: che siamo noi. E noi, che l’abbiamo purtroppo votato alle primarie, non capiamo la scelta di Marini. Come gli è saltata in mente? Ci sentiamo traditi, umiliati, presi a schiaffi”. Perché dopo l’elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera, “avevamo creduto in un Pd meno autolesionista, che potesse sposare il cambiamento e appoggiare Stefano Rodotà. Mai più Pd. La tessera 2013? Ma neanche per sogno”. E mentre i giovani democratici cominciano a occupare le sedi del Pd in tutt’Italia, e in piazza di Montecitorio si vede qualche maschera di Anonymous, sono i tesserati più anziani, gli ex fedelissimi del Partito, a essere più spietati. Dice la signora Paola: “Bersani perdi sempre, hai perso tutto, e non te ne vai mai. Sei ultravecchio: devi spa-ri-re” (parte l’eco: “Bersani evapora! Sei sconnesso”). Non va meglio al mancato presidente Franco Marini, destinatario di un imprecisato numero di “vaffanculo” prestati per l’occasione dai grillini ai bersaniani. Lui che “puzza di inciucio”, un “residuo andreottiano”, l’“anticristo”, azzarda qualcuno. Ma la rabbia delle piazza non è solo per loro. “Finocchiaro maledetta, tornatene all’Ikea”, urla un gruppo di iscritti al Pd prima di farsi distrarre dall’arrivo di Rocco Buttiglione, che incautamente cammina tra la gente. “Parassita, torna tra le mummie! ”, gli gridano. Il signor Luciano, coppola e barba bianca, protesta perché “noi non possiamo entrare alla Camera ma lui può venire qui a rompere”. Poi c’è Roberto Formigoni che, ignorando le suppliche delle sue guardie del corpo, si fa strada tra i manifestanti salutandoli come fa il papa. “Buffone! ”, “ladro”, “porco schifoso”. E ancora, mentre passa un camion dei rifiuti: “Raccogliete quel sacco d’immondizia prima che si metta a puzzare sotto il sole”. E soprattutto: “Vi rendete conto che si sono accordati con quelli lì? Con quello lì? ”, gridano indicando l’ex presidente della Lombardia. Poi Marini viene bruciato, e tra gli applausi sollevati c’è chi evoca il senso civico: “L’unica cosa che si ricicla in Italia, cari onorevoli, siete voi”.
il Fatto 19.4.13
Bandiera rossa
In piazza compare il vessillo del Pci
Alle manifestazioni più o meno spontanee organizzate ieri in Piazza Montecitorio per sostenere la candidatura di Stefano Rodotà e soprattutto per protestare contro il voto a Marini del Pd, è comparsa anche una rossa bandiera del vecchio Partito comunista italiano.
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
camillobenso ha scritto:il Fatto 19.4.13
Il carrello dei bolliti
di Antonio Padellaro
Chi ci salverà?
ci salveranno travaglio,peppekrillo e santoro...
povero Padellaro...che fine ingloriosa.
Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Non so perché, ma la candidatura di Prodi buttata così, dopo il fallimento delle larghe intese su Marini, non mi dice niente di buono.
I numeri sulla carta non ci sono. Inoltre il rischio di franchi tiratori è molto elevato.
Perché rischiare di bruciare così una candidatura di tale prestigio e valore simbolico?
E' solo un'ulteriore prova dell'incapacità di Bersani o c'è sotto qualcosa di più perverso?
Staremo a vedere.
I numeri sulla carta non ci sono. Inoltre il rischio di franchi tiratori è molto elevato.
Perché rischiare di bruciare così una candidatura di tale prestigio e valore simbolico?
E' solo un'ulteriore prova dell'incapacità di Bersani o c'è sotto qualcosa di più perverso?
Staremo a vedere.
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
Quasi quasi a Berlusconi gli conviene votare Rodotà.Per non vedersi Prodi.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
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Re: chi sarà il prossimo Presdiente della Repubblica ???
mariok ha scritto:Non so perché, ma la candidatura di Prodi buttata così, dopo il fallimento delle larghe intese su Marini, non mi dice niente di buono.
I numeri sulla carta non ci sono. Inoltre il rischio di franchi tiratori è molto elevato.
Perché rischiare di bruciare così una candidatura di tale prestigio e valore simbolico?
E' solo un'ulteriore prova dell'incapacità di Bersani o c'è sotto qualcosa di più perverso?
Staremo a vedere.
maremmamara...ma non va mai bene niente eh.
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