Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
I partiti di oggi sono COMITATI D’AFFARI
Remo Bodei
Come inizia una guerra civile – 114
La cruna dell’ago - 79
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 79
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 59
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 59
La premiata ditta “Pompe funebri – Becchini & Becchini” – 29
(Per il funerale del Pd niente fiori ma solo opere di bene - bene con la b)
Un pò in ritardo ma ci sono arrivati a capire che sono diventati democristiani.
*
Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... dc/574798/
La rabbia della base Pd alla Bolognina: “Eravamo comunisti, ora siamo la Dc”
Militanti in rivolta nella sede della svolta Pci/Pds di Occhetto. Presenti consiglieri comunali renziani e bersaniani, gli assessori comunali di Bologna, Lepore e Rizzo Nervo. Giorgio Prodi: "Mio padre pugnalato"
di Emiliano Liuzzi | Bologna | 25 aprile 2013Commenti (21)
La Bolognina che pianse non c’è più, la passione di quel 12 novembre 1989, quando il Partito comunista diventò Pds, è stata sostituita con la rabbia per una cosa che oggi stentano a riconoscere anche quelli che la domenica mattina arrivavano in sezione e sentivano parlare di Ungheria, Berlinguer, Unione sovietica.
“Qui eravamo stalinisti, oggi siamo tornati democristiani”, dice Graziella, quella che conta più del segretario perché ha le chiavi e alle 17 apre il cancello.
Nelle stanze dove Achille Occhetto strappò col passato ora c’è un negozio di parrucchieri gestito da cinesi.
È lo stesso quartiere, lo stesso circolo.
La stessa città, Bologna, grassa e fu comunista, diventata con gli anni di un arancione sbiadito, a luci intermittenti.
Già tanto è stato oltrepassare la stagione di Sergio Cofferati, il sindaco che viveva a Genova, e poi quella di Flavio Delbono, il professore bruciato dalle gite d’amore con l’amante, pagate con i soldi pubblici.
Già tanto sopravvivere a questo. Per l’appuntamento che probabilmente verrà ricordato come la Bolognina due, con un mezzo passato e un futuro che presenta nebbia e ostacoli, incertezze ricatti, arrivano centinaia di persone.
Giovani, vecchi, ragazze e uomini , operai e impiegati. Accomunati da quella paura di diventare ex di un qualcosa che forse “è morto il 24 e 25 febbraio” o che nella peggiore delle ipotesi non è mai nato.
“Questa dirigenza ne deve andare”, dice Matteo Lepore, che in Comune a Bologna è assessore delegato al coordinamento della giunta.
È stato bersaniano e oggi è in quella comune molto ampia che si chiama Reset, parola che si rincorre durante tutto il giorno.
Reset con l’attuale dirigenza del partito, reset con Bersani, Bindi, Franceschini e Letta.
“Siamo per mandare a casa quelli che hanno portato il partito a questo disastro”.
Arriva anche Giorgio Prodi, figlio di Romano che in questi giorni, a chi lo incontra per strada, dice di essere “l’ex presidente”.
Giorgio, invece, l’ha presa con meno filosofia.
“Il Pd che si riunisce qui oggi è diverso da quello che ha pugnalato mio padre”, spiega raggiungendo l’incontro.
I giornalisti incalzano: il professore conosce i nomi dei 101 traditori.
“A me non ha detto nulla, però mi sembra molto chiaro il sistema nel quale questo è maturato.
Mi auguro che qui dentro si parli di quello che accadrà e non di quello che è accaduto.
Altrimenti il partito è morto.
Il paese è morto”.
Le facce rabbiose disegnano comunque un malato sul lettino di ospedale in prognosi riservata.
Questo è il Pd della Bolognina.
Non ci sono altre declinazioni possibili.
È tenuto in vita dalle macchine.
E dalla passione.
Dietro l’angolo nessuno sa cosa ci sia.
A Bologna almeno una definizione cercano di darsela.
E non sono niente di quello che succede oggi.
Sono ex bersaniani, renziani, ex giovani turchi, ma tutti accomunati da una speranza che arriverà solo dopo averci dormito sopra.
“Partiamo dall’azzerare tutti, poi vediamo”, dice Lepore.
Più duro Benedetto Zacchiroli, renziano ed ex-candidato alle primarie per il sindaco di Bologna senza successo: “La generazione che ha guidato il partito si è autorottamata. Siamo stati sconfitti dai dirigenti ai quali ci eravamo affidati.
A noi servirebbe un governo che risolva i problemi degli esodati e non che fa le leggine per Berlusconi.
Questo chiedeva il Paese.
Ma non siamo stati sconfitti dalla candidatura di Marini al Quirinale e dalla trappola per Prodi: abbiamo perso alle elezioni.
È questa la presa di coscienza che serve oggi per cercare uno spiraglio”.
C’è da camminare in una nebbia a quaranta all’ora.
“Ma chi pensava di venir qui a illuminarci coi falò delle tessere ha sbagliato.
Noi ci siamo, ma per riprenderci il partito e aprire una nuova stagione”.
È quello che dicono durante gli interventi aperti.
E poi parlano di Marini, dell’omicidio Prodi, di Letta.
Inizio alle sei del pomeriggio e poi avanti fino a notte fonda.
Lo spirito è quello di chi ha perso un appuntamento con la storia e cerca di non alzare le mani e farsi impallinare.
Sicuramente c’è tanta gente.
Manca l’odore del fumo di sigarette, mancano le bandiere rosse.
Ma non c’è nessuna voglia di rimanere sospesi a metà.
Riprendiamoci tutto, soprattutto il futuro.
“Non vogliamo morire arancioni o sbiaditi.
Non vogliamo morire democristiani”.
Remo Bodei
Come inizia una guerra civile – 114
La cruna dell’ago - 79
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 79
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 59
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 59
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Un pò in ritardo ma ci sono arrivati a capire che sono diventati democristiani.
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La rabbia della base Pd alla Bolognina: “Eravamo comunisti, ora siamo la Dc”
Militanti in rivolta nella sede della svolta Pci/Pds di Occhetto. Presenti consiglieri comunali renziani e bersaniani, gli assessori comunali di Bologna, Lepore e Rizzo Nervo. Giorgio Prodi: "Mio padre pugnalato"
di Emiliano Liuzzi | Bologna | 25 aprile 2013Commenti (21)
La Bolognina che pianse non c’è più, la passione di quel 12 novembre 1989, quando il Partito comunista diventò Pds, è stata sostituita con la rabbia per una cosa che oggi stentano a riconoscere anche quelli che la domenica mattina arrivavano in sezione e sentivano parlare di Ungheria, Berlinguer, Unione sovietica.
“Qui eravamo stalinisti, oggi siamo tornati democristiani”, dice Graziella, quella che conta più del segretario perché ha le chiavi e alle 17 apre il cancello.
Nelle stanze dove Achille Occhetto strappò col passato ora c’è un negozio di parrucchieri gestito da cinesi.
È lo stesso quartiere, lo stesso circolo.
La stessa città, Bologna, grassa e fu comunista, diventata con gli anni di un arancione sbiadito, a luci intermittenti.
Già tanto è stato oltrepassare la stagione di Sergio Cofferati, il sindaco che viveva a Genova, e poi quella di Flavio Delbono, il professore bruciato dalle gite d’amore con l’amante, pagate con i soldi pubblici.
Già tanto sopravvivere a questo. Per l’appuntamento che probabilmente verrà ricordato come la Bolognina due, con un mezzo passato e un futuro che presenta nebbia e ostacoli, incertezze ricatti, arrivano centinaia di persone.
Giovani, vecchi, ragazze e uomini , operai e impiegati. Accomunati da quella paura di diventare ex di un qualcosa che forse “è morto il 24 e 25 febbraio” o che nella peggiore delle ipotesi non è mai nato.
“Questa dirigenza ne deve andare”, dice Matteo Lepore, che in Comune a Bologna è assessore delegato al coordinamento della giunta.
È stato bersaniano e oggi è in quella comune molto ampia che si chiama Reset, parola che si rincorre durante tutto il giorno.
Reset con l’attuale dirigenza del partito, reset con Bersani, Bindi, Franceschini e Letta.
“Siamo per mandare a casa quelli che hanno portato il partito a questo disastro”.
Arriva anche Giorgio Prodi, figlio di Romano che in questi giorni, a chi lo incontra per strada, dice di essere “l’ex presidente”.
Giorgio, invece, l’ha presa con meno filosofia.
“Il Pd che si riunisce qui oggi è diverso da quello che ha pugnalato mio padre”, spiega raggiungendo l’incontro.
I giornalisti incalzano: il professore conosce i nomi dei 101 traditori.
“A me non ha detto nulla, però mi sembra molto chiaro il sistema nel quale questo è maturato.
Mi auguro che qui dentro si parli di quello che accadrà e non di quello che è accaduto.
Altrimenti il partito è morto.
Il paese è morto”.
Le facce rabbiose disegnano comunque un malato sul lettino di ospedale in prognosi riservata.
Questo è il Pd della Bolognina.
Non ci sono altre declinazioni possibili.
È tenuto in vita dalle macchine.
E dalla passione.
Dietro l’angolo nessuno sa cosa ci sia.
A Bologna almeno una definizione cercano di darsela.
E non sono niente di quello che succede oggi.
Sono ex bersaniani, renziani, ex giovani turchi, ma tutti accomunati da una speranza che arriverà solo dopo averci dormito sopra.
“Partiamo dall’azzerare tutti, poi vediamo”, dice Lepore.
Più duro Benedetto Zacchiroli, renziano ed ex-candidato alle primarie per il sindaco di Bologna senza successo: “La generazione che ha guidato il partito si è autorottamata. Siamo stati sconfitti dai dirigenti ai quali ci eravamo affidati.
A noi servirebbe un governo che risolva i problemi degli esodati e non che fa le leggine per Berlusconi.
Questo chiedeva il Paese.
Ma non siamo stati sconfitti dalla candidatura di Marini al Quirinale e dalla trappola per Prodi: abbiamo perso alle elezioni.
È questa la presa di coscienza che serve oggi per cercare uno spiraglio”.
C’è da camminare in una nebbia a quaranta all’ora.
“Ma chi pensava di venir qui a illuminarci coi falò delle tessere ha sbagliato.
Noi ci siamo, ma per riprenderci il partito e aprire una nuova stagione”.
È quello che dicono durante gli interventi aperti.
E poi parlano di Marini, dell’omicidio Prodi, di Letta.
Inizio alle sei del pomeriggio e poi avanti fino a notte fonda.
Lo spirito è quello di chi ha perso un appuntamento con la storia e cerca di non alzare le mani e farsi impallinare.
Sicuramente c’è tanta gente.
Manca l’odore del fumo di sigarette, mancano le bandiere rosse.
Ma non c’è nessuna voglia di rimanere sospesi a metà.
Riprendiamoci tutto, soprattutto il futuro.
“Non vogliamo morire arancioni o sbiaditi.
Non vogliamo morire democristiani”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
I partiti di oggi sono COMITATI D’AFFARI
Remo Bodei
Come inizia una guerra civile – 115
La cruna dell’ago - 80
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 80
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 60
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 60
La premiata ditta “Pompe funebri – Becchini & Becchini” – 30
(Per il funerale del Pd niente fiori ma solo opere di bene - bene con la b)
Reset Pd, la seconda Bolognina: “Mandiamo a casa tutti i dirigenti”
Giovani (e meno giovani) ex rottamatori e bersaniani si ritrovano dove Occhetto promosse la svolta del 1992. Con loro anche Giorgio Prodi, figlio dell'ex premier: "Non possiamo morire di tatticismo, dobbiamo avere più coraggio"
di Martina Castigliani | Bologna | 24 aprile 2013
Volevano incontrarsi all’aperto, piazza Santo Stefano, nel centro di Bologna per una grande manifestazione, ma il partito ha convinto i delusi del Partito Democratico a scegliere il circolo della Bolognina, quello della “svolta”, quello di quando è nato un partito che doveva aprire la strada al riformismo europeo. Prendono la parola i giovani, assessori della giunta comunale e iscritti che chiedono un cambiamento. Benedetto Zacchiroli, Matteo Lepore, il sindaco di Budrio Giulio Pierini, ma soprattutto i cittadini (“il termine è della sinistra, ce l’hanno rubato i grillini”, dicono) che sul palco vanno per esprimere amarezza e delusioni di un momento storico che li lascia senza parole.
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Emilia Romagna > Reset Pd, la se...
Reset Pd, la seconda Bolognina: “Mandiamo a casa tutti i dirigenti”
Giovani (e meno giovani) ex rottamatori e bersaniani si ritrovano dove Occhetto promosse la svolta del 1992. Con loro anche Giorgio Prodi, figlio dell'ex premier: "Non possiamo morire di tatticismo, dobbiamo avere più coraggio"
di Martina Castigliani | Bologna | 24 aprile 2013Commenti (254)
Volevano incontrarsi all’aperto, piazza Santo Stefano, nel centro di Bologna per una grande manifestazione, ma il partito ha convinto i delusi del Partito Democratico a scegliere il circolo della Bolognina, quello della “svolta”, quello di quando è nato un partito che doveva aprire la strada al riformismo europeo. Prendono la parola i giovani, assessori della giunta comunale e iscritti che chiedono un cambiamento. Benedetto Zacchiroli, Matteo Lepore, il sindaco di Budrio Giulio Pierini, ma soprattutto i cittadini (“il termine è della sinistra, ce l’hanno rubato i grillini”, dicono) che sul palco vanno per esprimere amarezza e delusioni di un momento storico che li lascia senza parole.
L’iniziativa si chiama Reset Pd, e l’obiettivo è il cambio di classe dirigente. Oltre cento le persone ad ascoltare. Tra il pubblico anche il figlio di Romano Prodi, Giorgio. Applaude quando si parla di ripartire da zero. “Ci proviamo a scegliere un’altra strada. Oggi sono qui perché vengo spesso alle iniziative del Pd. E non voglio smettere adesso. E’ importante reagire dalla base e ripartire. C’è sempre una possibilità dentro il partito. Stando attenti a tutti quei giovani che sono nati vecchi. E’ un’occasione che non possiamo perdere. In tutti i partiti del mondo quando ci sono le sconfitte si cambia la dirigenza, stando attenti a tutti quei giovani già vecchi. Abbiamo bisogno di cambiamento”. Sul nuovo incarico di governo commenta: “Dico solo che Enrico Letta ha una bella gatta da pelare. Si trova una situazione molto difficile, spero possa fare per il bene del Paese”. Un applauso unico si alza quando si cita Romano Prodi e l’errore di bruciare il nome che tutti avrebbero voluto vedere al Quirinale: “Io non sono la persona giusta per commentare”, risponde Giorgio Prodi, “sicuramente non ci sentiamo traditi. E’ una decisione frutto di una politica fatta in un certo modo che però così non dà risposte serie”.
Un inno al cambiamento, che passa per le testimonianze di attivisti delusi. “L’abbiamo chiamato Reset, perché da qui vogliamo ripartire. Cambiare tutto e soprattutto cambiare quella dirigenza che ci ha portato fino a questo punto”. Parlano di svolta e raccogliere la dignità perduta. Lo spiega al pubblico l’assessore del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo: “Siamo qui a incontrarci per salvare le cose. Pensiamo che sia importante non morire di tatticismo. Il partito può e deve avere più coraggio”. Non è il momento di bruciare tessere dicono in coro, ma di fare progetti e mettersi al lavoro. “Dobbiamo pensare a rifare il partito per rifare l’Italia. Un partito che fino a questo momento non sembra sia mai stato fatto”.
L’applauso lo strappa Lorenzo D’Agostino, iscritto al partito ed esponente dell’ala più giovance che l’incontro avrebbe voluto vederlo in piazza e all’aperto.
“E’ inutile che ci giriamo tanto intorno. Il nostro partito sta facendo un governo tecnico con Berlusconi.
E questa è una vergogna”.
E nemmeno la scelta di Enrico Letta lascia tranquilli gli animi dei più scontenti. “Ce lo ricordiamo chi era? Quello che mandava il pizzino a Monti felicitandosi con lui. Quella classe dirigente che vuole l’inciucio per noi è pari agli imprenditori che la notte del terremoto a l’Aquila ridevano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... za/574490/
Remo Bodei
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La cruna dell’ago - 80
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 80
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 60
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Reset Pd, la seconda Bolognina: “Mandiamo a casa tutti i dirigenti”
Giovani (e meno giovani) ex rottamatori e bersaniani si ritrovano dove Occhetto promosse la svolta del 1992. Con loro anche Giorgio Prodi, figlio dell'ex premier: "Non possiamo morire di tatticismo, dobbiamo avere più coraggio"
di Martina Castigliani | Bologna | 24 aprile 2013
Volevano incontrarsi all’aperto, piazza Santo Stefano, nel centro di Bologna per una grande manifestazione, ma il partito ha convinto i delusi del Partito Democratico a scegliere il circolo della Bolognina, quello della “svolta”, quello di quando è nato un partito che doveva aprire la strada al riformismo europeo. Prendono la parola i giovani, assessori della giunta comunale e iscritti che chiedono un cambiamento. Benedetto Zacchiroli, Matteo Lepore, il sindaco di Budrio Giulio Pierini, ma soprattutto i cittadini (“il termine è della sinistra, ce l’hanno rubato i grillini”, dicono) che sul palco vanno per esprimere amarezza e delusioni di un momento storico che li lascia senza parole.
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Reset Pd, la seconda Bolognina: “Mandiamo a casa tutti i dirigenti”
Giovani (e meno giovani) ex rottamatori e bersaniani si ritrovano dove Occhetto promosse la svolta del 1992. Con loro anche Giorgio Prodi, figlio dell'ex premier: "Non possiamo morire di tatticismo, dobbiamo avere più coraggio"
di Martina Castigliani | Bologna | 24 aprile 2013Commenti (254)
Volevano incontrarsi all’aperto, piazza Santo Stefano, nel centro di Bologna per una grande manifestazione, ma il partito ha convinto i delusi del Partito Democratico a scegliere il circolo della Bolognina, quello della “svolta”, quello di quando è nato un partito che doveva aprire la strada al riformismo europeo. Prendono la parola i giovani, assessori della giunta comunale e iscritti che chiedono un cambiamento. Benedetto Zacchiroli, Matteo Lepore, il sindaco di Budrio Giulio Pierini, ma soprattutto i cittadini (“il termine è della sinistra, ce l’hanno rubato i grillini”, dicono) che sul palco vanno per esprimere amarezza e delusioni di un momento storico che li lascia senza parole.
L’iniziativa si chiama Reset Pd, e l’obiettivo è il cambio di classe dirigente. Oltre cento le persone ad ascoltare. Tra il pubblico anche il figlio di Romano Prodi, Giorgio. Applaude quando si parla di ripartire da zero. “Ci proviamo a scegliere un’altra strada. Oggi sono qui perché vengo spesso alle iniziative del Pd. E non voglio smettere adesso. E’ importante reagire dalla base e ripartire. C’è sempre una possibilità dentro il partito. Stando attenti a tutti quei giovani che sono nati vecchi. E’ un’occasione che non possiamo perdere. In tutti i partiti del mondo quando ci sono le sconfitte si cambia la dirigenza, stando attenti a tutti quei giovani già vecchi. Abbiamo bisogno di cambiamento”. Sul nuovo incarico di governo commenta: “Dico solo che Enrico Letta ha una bella gatta da pelare. Si trova una situazione molto difficile, spero possa fare per il bene del Paese”. Un applauso unico si alza quando si cita Romano Prodi e l’errore di bruciare il nome che tutti avrebbero voluto vedere al Quirinale: “Io non sono la persona giusta per commentare”, risponde Giorgio Prodi, “sicuramente non ci sentiamo traditi. E’ una decisione frutto di una politica fatta in un certo modo che però così non dà risposte serie”.
Un inno al cambiamento, che passa per le testimonianze di attivisti delusi. “L’abbiamo chiamato Reset, perché da qui vogliamo ripartire. Cambiare tutto e soprattutto cambiare quella dirigenza che ci ha portato fino a questo punto”. Parlano di svolta e raccogliere la dignità perduta. Lo spiega al pubblico l’assessore del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo: “Siamo qui a incontrarci per salvare le cose. Pensiamo che sia importante non morire di tatticismo. Il partito può e deve avere più coraggio”. Non è il momento di bruciare tessere dicono in coro, ma di fare progetti e mettersi al lavoro. “Dobbiamo pensare a rifare il partito per rifare l’Italia. Un partito che fino a questo momento non sembra sia mai stato fatto”.
L’applauso lo strappa Lorenzo D’Agostino, iscritto al partito ed esponente dell’ala più giovance che l’incontro avrebbe voluto vederlo in piazza e all’aperto.
“E’ inutile che ci giriamo tanto intorno. Il nostro partito sta facendo un governo tecnico con Berlusconi.
E questa è una vergogna”.
E nemmeno la scelta di Enrico Letta lascia tranquilli gli animi dei più scontenti. “Ce lo ricordiamo chi era? Quello che mandava il pizzino a Monti felicitandosi con lui. Quella classe dirigente che vuole l’inciucio per noi è pari agli imprenditori che la notte del terremoto a l’Aquila ridevano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... za/574490/
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Re: Come se ne viene fuori ?
Tra le sue sfaccettature, la politica è anche l'arte della truffa.
Purtroppo truffa legalizzata.
Le dichiarazioni di Alfano all'uscita dalla consultazione con Letta, trasmesse dallo Speciale La7, sono una colossale truffa per merli imbecilli conclamati.
Eppure funziona.
Purtroppo truffa legalizzata.
Le dichiarazioni di Alfano all'uscita dalla consultazione con Letta, trasmesse dallo Speciale La7, sono una colossale truffa per merli imbecilli conclamati.
Eppure funziona.
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Re: Come se ne viene fuori ?
...............................................camillobenso ha scritto:paolo11 ha scritto:Spero solo che Letta abbia almeno il coraggio di volere dei ministri completamente nuovi.
Non vorrei trovarmi la Germini Brunetta ecccc.........
Ricordiamoci se resta IMU di fare una colletta per Brunetta.
Ciao
Paolo11
Pensa se ti ritrovi D'Alema agli Esteri e Violante alla Giustizia !!!
Caro camillobenso.Allora non hanno ancora capito un..........
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
paolo11 ha scritto:...............................................camillobenso ha scritto:paolo11 ha scritto:Spero solo che Letta abbia almeno il coraggio di volere dei ministri completamente nuovi.
Non vorrei trovarmi la Germini Brunetta ecccc.........
Ricordiamoci se resta IMU di fare una colletta per Brunetta.
Ciao
Paolo11
Pensa se ti ritrovi D'Alema agli Esteri e Violante alla Giustizia !!!
Caro camillobenso.Allora non hanno ancora capito un..........
Ciao
Paolo11
Caro paolo,
la risposta l’ha data Concita De Gregorio a Ballarò.
La casta si è chiusa nella cittadella per difendersi nell’ultima battaglia.
Visti i risultati della scorsa settimana, con la bocciatura di Prodi e l’arrampicarsi sugli specchi per Rodotà e la riconferma del protettore del Caimano, stiamo assistendo alla castissima che si raduna intorno a Berlusconi per l’ultima battaglia.
Dario Fo sintetizza la realtà nell’intervista di Beatrice Borromeo, IFQ:
Nel pacchetto c’era questo: voi (Pd) salvate me e io (Berlusconi – ndt) salvo voi.
Il resto è solo una colossale truffa.
Ridicono sempre le parole del 1994 e del novembre 2011.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Vox populi/
Reset Pd.
boborobo 0 minuti ago
Se decideranno di cacciare i "popolari" ed accogliere Vendola, allora potrebbe essere una svolta interessante!
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LeonardoM 3 minuti ago
Ma quali dirigenti...... QUA DEVONO ANDARE TUTTI A CASA!!!!
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maryy 28 minuti ago
Le ultime disgustose vicende di partito PD e PDL e non solo mi ricordano tantissimo la vicende di "Mani Pulite" e cioè hanno rubato soldi pubblici in egual modo e misura coalizioni comprese in quasi tutte le regioni italiane e che dire delle banche o fondazioni guarda un pà proprio del PD del Monte Paschi di Siena? ........dimenticavo copiate persino il M5S:...... "copy PD" altro che "reset PD"....
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xnovo 36 minuti ago
altor che reset pd, quel che serve è RESET ITALIA ed esiste già: http://reset-italia.net
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Davide Pentastellato 44 minuti ago
Cambiare dirigenza è possibile... ma tanto le lobby ci saranno sempre. Altrimenti il partito non esisterebbe più.
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Roberto Antici 51 minuti ago
Ho sempre votato pd turandomi il naso, perchè "non si può mescolare l'acqua con l'olio" cioè gente Dc con gente di sinistra, è ora, deve esserci una scissione la sinistra a gente di sinistra poi non è importante la questione giovani vecchi, la politica non è uno sport non servono prestazioni fisiche, ma semplicemente avere cervello quindi logica raziocinio buon senso e onestà, non rincorrere il cambiamento perchè fa tendenza, ma riformare la dove è necessario, ci hanno fatto credere tutti (politici media ) che in essa erano sbagliate le regole, per cui necessità di cambiamento, io credo invece fossero sbagliati gli uomini, nella seconda repubblica purtroppo sono sbagliati gli uomini e le regole modificate, esempio legge elettorale.
Bisogna ritornare a fare politica nelle sezioni di partito.
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Reset Pd.
boborobo 0 minuti ago
Se decideranno di cacciare i "popolari" ed accogliere Vendola, allora potrebbe essere una svolta interessante!
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LeonardoM 3 minuti ago
Ma quali dirigenti...... QUA DEVONO ANDARE TUTTI A CASA!!!!
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maryy 28 minuti ago
Le ultime disgustose vicende di partito PD e PDL e non solo mi ricordano tantissimo la vicende di "Mani Pulite" e cioè hanno rubato soldi pubblici in egual modo e misura coalizioni comprese in quasi tutte le regioni italiane e che dire delle banche o fondazioni guarda un pà proprio del PD del Monte Paschi di Siena? ........dimenticavo copiate persino il M5S:...... "copy PD" altro che "reset PD"....
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xnovo 36 minuti ago
altor che reset pd, quel che serve è RESET ITALIA ed esiste già: http://reset-italia.net
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Davide Pentastellato 44 minuti ago
Cambiare dirigenza è possibile... ma tanto le lobby ci saranno sempre. Altrimenti il partito non esisterebbe più.
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Roberto Antici 51 minuti ago
Ho sempre votato pd turandomi il naso, perchè "non si può mescolare l'acqua con l'olio" cioè gente Dc con gente di sinistra, è ora, deve esserci una scissione la sinistra a gente di sinistra poi non è importante la questione giovani vecchi, la politica non è uno sport non servono prestazioni fisiche, ma semplicemente avere cervello quindi logica raziocinio buon senso e onestà, non rincorrere il cambiamento perchè fa tendenza, ma riformare la dove è necessario, ci hanno fatto credere tutti (politici media ) che in essa erano sbagliate le regole, per cui necessità di cambiamento, io credo invece fossero sbagliati gli uomini, nella seconda repubblica purtroppo sono sbagliati gli uomini e le regole modificate, esempio legge elettorale.
Bisogna ritornare a fare politica nelle sezioni di partito.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Vox populi/
Reset Pd.
Otherdimension 49 minuti ago in risposta a Roberto Antici
eccone un altro... e quando lasciarono passare lo scudo fiscale per b, votato per il nucleare, fatto i banchetti contor acqua pubblica, regalato tv a b.. ecc. ecc ecc......anche li ti sei turato il naso?
ma vi rendete conto che la vostra ign oranza e indifferenza ha creato tutto questo?
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Filolao 1 ora ago
Azzerare l'intero gruppo dirigente ed impegnarsi a fare una legge elettorale con l'introduzione delle preferenze è diventato per il Pd una condizione d'esistere.
O ci illudiamo che con il "delinquente abituale" si possa governare?
Lasciamolo credere a Boccia, raro esempio di genio delle strategie politiche.
Tanto per lui é sempre comodo, comunque vada e chiunque governi.
Boccia,....il dirigente di sinistra Boccia!
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Otherdimension 52 minuti ago in risposta a Filolao
si vabè ma senti un po.. mi sai dire quando questa gente abbia aperto bocca conto lo scudo fiscale regalato a b dal pd? sui comitati per il no contro acqua pubblica, su voto al nucleare sempre del pd...e molto altro..... lo hanno mai fatto o hanno sempre taciuto?
gli elettori del pd e del pdl hanno reso ricca wanna marchi
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Otherdimension 1 ora ago
Per 20 LUNGHI ANNI questi elettori del pd hanno taciuto, ignorato o difeso quando il pd votò a favore del nucleare, contro acqua pubblica, quando regalò tv a B, quando votò il rifinanziamento guerre iraq e afganistan, quando lasciò passare lo scudo fiscale, in questi anni questi qui
LI AVETE MAI SENTITI DIRE QUALCOSA CONTRO QUESTI ENORMI DANNI FATTI?
ORA VOGLIONO RIFARSI LA VERGINITA' DOPO CHE HANNO STUPRATO UN PAESE CON LA LORO INDIFFERENZA.
parole come "Reset" " tutti a casa" parole del movimento questi hanno cos' tanta fantasia che per anni hanno ostacolato e insultato il movimento, ora gli copiano anche gli slogan, ESATTAMENTE COME IL PDL STESSE TECNICHE.
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Califfone 1 ora ago
Giusto per restare in tema informatico, più che un reset, qui ci vuole una formattazione completa del sistema poiché irrimediabilmente compromesso da virus e malware vari..........
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Erardo 1 ora ago
Prima degli uomini vengono le idee e quelle del Pd sono quasi identiche a quelle del Pdl, poi se pensano che la soluzione sia Prodi junior, tanto vale che rimangano dove sono.
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Giuseppe Bubba 1 ora ago
Incomincino deputati e senatori a dimostrare di avere coraggio. Votate NO ad un governo con il PDL.
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scarpantibus 1 ora ago
La reazione, e la volontà di far cambiare rotta al pd, è sacrosanta da parte degli iscritti che dissentono da quello che è successo nel tentativo di eleggere Prodi. E i conti bisogna farli nelle sedi opportune , chiarendo definitivamente i principi su cui fondare il novo PD, e se necessario, arrivare anche ad una salutare scissione, consapevoli che non si può tornare ad abbracciare ideologie ottocentesche. Lo scontro si svolge nell'alveo democratico in cui la proprietà privata è un valore fondante, che però deve essere subordinata al primario interesse e bene comune, Ma ora giusto per dimostrare che il PD non è rappresentato solo da 101 franchi tiratori c'è l'obbligo di dare sostegno al tentativo di Letta per la formazione di questo governo che spero faccia alcune cose importanti, come la modifica della legge elettorale, per poi dare nuovamente la parola agli elettori.
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pavida 49 minuti ago in risposta a scarpantibus
Chi sostiene Letta sostiene i Franchi tiratori... perchè fa quello che loro hanno voluto, è questa l'assurdità della questione... I franchi tiratori volevano l'inciucio e sono stati solo 101 perchè si sono contati e sapevano che tanti sarebbero bastati, se avessero avuto il sentore che ne servivano di più (se ad es avessero pensato che il M5S potesse votare per Prodi) sarrebero stati di più...
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gostin 2 ore ago
Tabula rasa di tutti questi politici ormai compromessi con i poteri forti.In primis D'ALEMA,PER FINIRE VELTRONI.
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Reset Pd.
Otherdimension 49 minuti ago in risposta a Roberto Antici
eccone un altro... e quando lasciarono passare lo scudo fiscale per b, votato per il nucleare, fatto i banchetti contor acqua pubblica, regalato tv a b.. ecc. ecc ecc......anche li ti sei turato il naso?
ma vi rendete conto che la vostra ign oranza e indifferenza ha creato tutto questo?
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Filolao 1 ora ago
Azzerare l'intero gruppo dirigente ed impegnarsi a fare una legge elettorale con l'introduzione delle preferenze è diventato per il Pd una condizione d'esistere.
O ci illudiamo che con il "delinquente abituale" si possa governare?
Lasciamolo credere a Boccia, raro esempio di genio delle strategie politiche.
Tanto per lui é sempre comodo, comunque vada e chiunque governi.
Boccia,....il dirigente di sinistra Boccia!
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Otherdimension 52 minuti ago in risposta a Filolao
si vabè ma senti un po.. mi sai dire quando questa gente abbia aperto bocca conto lo scudo fiscale regalato a b dal pd? sui comitati per il no contro acqua pubblica, su voto al nucleare sempre del pd...e molto altro..... lo hanno mai fatto o hanno sempre taciuto?
gli elettori del pd e del pdl hanno reso ricca wanna marchi
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Otherdimension 1 ora ago
Per 20 LUNGHI ANNI questi elettori del pd hanno taciuto, ignorato o difeso quando il pd votò a favore del nucleare, contro acqua pubblica, quando regalò tv a B, quando votò il rifinanziamento guerre iraq e afganistan, quando lasciò passare lo scudo fiscale, in questi anni questi qui
LI AVETE MAI SENTITI DIRE QUALCOSA CONTRO QUESTI ENORMI DANNI FATTI?
ORA VOGLIONO RIFARSI LA VERGINITA' DOPO CHE HANNO STUPRATO UN PAESE CON LA LORO INDIFFERENZA.
parole come "Reset" " tutti a casa" parole del movimento questi hanno cos' tanta fantasia che per anni hanno ostacolato e insultato il movimento, ora gli copiano anche gli slogan, ESATTAMENTE COME IL PDL STESSE TECNICHE.
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Califfone 1 ora ago
Giusto per restare in tema informatico, più che un reset, qui ci vuole una formattazione completa del sistema poiché irrimediabilmente compromesso da virus e malware vari..........
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Erardo 1 ora ago
Prima degli uomini vengono le idee e quelle del Pd sono quasi identiche a quelle del Pdl, poi se pensano che la soluzione sia Prodi junior, tanto vale che rimangano dove sono.
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Giuseppe Bubba 1 ora ago
Incomincino deputati e senatori a dimostrare di avere coraggio. Votate NO ad un governo con il PDL.
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scarpantibus 1 ora ago
La reazione, e la volontà di far cambiare rotta al pd, è sacrosanta da parte degli iscritti che dissentono da quello che è successo nel tentativo di eleggere Prodi. E i conti bisogna farli nelle sedi opportune , chiarendo definitivamente i principi su cui fondare il novo PD, e se necessario, arrivare anche ad una salutare scissione, consapevoli che non si può tornare ad abbracciare ideologie ottocentesche. Lo scontro si svolge nell'alveo democratico in cui la proprietà privata è un valore fondante, che però deve essere subordinata al primario interesse e bene comune, Ma ora giusto per dimostrare che il PD non è rappresentato solo da 101 franchi tiratori c'è l'obbligo di dare sostegno al tentativo di Letta per la formazione di questo governo che spero faccia alcune cose importanti, come la modifica della legge elettorale, per poi dare nuovamente la parola agli elettori.
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pavida 49 minuti ago in risposta a scarpantibus
Chi sostiene Letta sostiene i Franchi tiratori... perchè fa quello che loro hanno voluto, è questa l'assurdità della questione... I franchi tiratori volevano l'inciucio e sono stati solo 101 perchè si sono contati e sapevano che tanti sarebbero bastati, se avessero avuto il sentore che ne servivano di più (se ad es avessero pensato che il M5S potesse votare per Prodi) sarrebero stati di più...
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gostin 2 ore ago
Tabula rasa di tutti questi politici ormai compromessi con i poteri forti.In primis D'ALEMA,PER FINIRE VELTRONI.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Come inizia una guerra civile – 116
La cruna dell’ago - 81
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 81
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 61
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 61
La premiata ditta “Pompe funebri – Becchini & Becchini” – 32
(Per il funerale del Pd niente fiori ma solo opere di bene - bene con la b)
GOVERNO - PER LA LINEA DURA FRANCESCHINI, BOCCIA E SERRACCHIANI
«Chi non vota la fiducia è fuori dal partito»
Nel Pd la minaccia delle espulsioni
Puppato: «Niente minacce». Civati: «Almeno il 25 aprile non parliamo di cacciare qualcuno»
«Nessuna minaccia ai colleghi ma ci sono delle regole che vanno rispettate ed è chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito».
Francesco Boccia, deputato del Pd, interviene a Sky Tg e risponde, senza nominarla, alla senatrice Laura Puppato che aveva detto che non se la sentiva di votare la fiducia a fronte della presenza di certi ministri del Pdl nell'esecutivo Letta. «Se ci fosse un governo di Letta con Alfano vice premier, alla Giustizia magari Brunetta, la Gelmini all'Istruzione, Schifani all'Interno allora davvero io ho un problema di coscienza... e non lo voto», aveva detto la Puppato. Boccia replica:«Nessuno può anteporre personalismi a interessi collettivi così importanti». Pronta la replica della parlamentare Pd: «Niente minacce: di minacce non si vive e non si lavora». In precedenza era stato anche Dario Franceschini a ipotizzare l'espulsione di quanti dovessero votare contro la fiducia al governo Letta. Tra i fautori della Linea dura anche Debora Serracchiani, neo presidente della regione Fvg: «Io credo - ha detto a margine della cerimonia per il 25 aprile a Udine - che quello che è successo lo scorso fine settimana a Roma soprattutto per quanto riguarda Prodi sia gravissimo dentro il partito. Un partito - ha aggiunto - non si costruisce sulla fedeltà al leader, ma sulla lealtà fra chi ne fa parte. Quella lealtà e completamente saltata, e ovviamente se dovessimo trovarci di fronte alla medesima situazione io vorrei davvero che questi franchi tiratori si palesassero, si presentassero e naturalmente uscissero dal mio partito perché non credo - ha concluso Serracchiani - che ci siano le condizioni per andare avanti insieme».
CIVATI - A gettare acqua sul fuoco anche se critico sul governo che sta per nascere il deputato Pippo Civati che sul suo blog scrive: «Almeno il 25 aprile non parliamo di espulsioni». Lo scrive Pippo Civati del Pd sul suo blog. «Non sta molto bene, diciamo. Chi non è d'accordo, va ascoltato, non espulso. Io -aggiunge - per esempio ascolterei volentieri i 101 che non hanno votato Prodi. Davvero. Sarei felicissimo di conoscerli, oltretutto. E anche di raccogliere, in un instant book, le loro motivazioni. Titolo: il Pd, franco tiratore di se stesso».
Redazione Online
25 aprile 2013 | 15:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/13_apri ... 1b81.shtml
La cruna dell’ago - 81
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 81
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 61
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Cronaca di un affondamento annunciato - 61
La premiata ditta “Pompe funebri – Becchini & Becchini” – 32
(Per il funerale del Pd niente fiori ma solo opere di bene - bene con la b)
GOVERNO - PER LA LINEA DURA FRANCESCHINI, BOCCIA E SERRACCHIANI
«Chi non vota la fiducia è fuori dal partito»
Nel Pd la minaccia delle espulsioni
Puppato: «Niente minacce». Civati: «Almeno il 25 aprile non parliamo di cacciare qualcuno»
«Nessuna minaccia ai colleghi ma ci sono delle regole che vanno rispettate ed è chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito».
Francesco Boccia, deputato del Pd, interviene a Sky Tg e risponde, senza nominarla, alla senatrice Laura Puppato che aveva detto che non se la sentiva di votare la fiducia a fronte della presenza di certi ministri del Pdl nell'esecutivo Letta. «Se ci fosse un governo di Letta con Alfano vice premier, alla Giustizia magari Brunetta, la Gelmini all'Istruzione, Schifani all'Interno allora davvero io ho un problema di coscienza... e non lo voto», aveva detto la Puppato. Boccia replica:«Nessuno può anteporre personalismi a interessi collettivi così importanti». Pronta la replica della parlamentare Pd: «Niente minacce: di minacce non si vive e non si lavora». In precedenza era stato anche Dario Franceschini a ipotizzare l'espulsione di quanti dovessero votare contro la fiducia al governo Letta. Tra i fautori della Linea dura anche Debora Serracchiani, neo presidente della regione Fvg: «Io credo - ha detto a margine della cerimonia per il 25 aprile a Udine - che quello che è successo lo scorso fine settimana a Roma soprattutto per quanto riguarda Prodi sia gravissimo dentro il partito. Un partito - ha aggiunto - non si costruisce sulla fedeltà al leader, ma sulla lealtà fra chi ne fa parte. Quella lealtà e completamente saltata, e ovviamente se dovessimo trovarci di fronte alla medesima situazione io vorrei davvero che questi franchi tiratori si palesassero, si presentassero e naturalmente uscissero dal mio partito perché non credo - ha concluso Serracchiani - che ci siano le condizioni per andare avanti insieme».
CIVATI - A gettare acqua sul fuoco anche se critico sul governo che sta per nascere il deputato Pippo Civati che sul suo blog scrive: «Almeno il 25 aprile non parliamo di espulsioni». Lo scrive Pippo Civati del Pd sul suo blog. «Non sta molto bene, diciamo. Chi non è d'accordo, va ascoltato, non espulso. Io -aggiunge - per esempio ascolterei volentieri i 101 che non hanno votato Prodi. Davvero. Sarei felicissimo di conoscerli, oltretutto. E anche di raccogliere, in un instant book, le loro motivazioni. Titolo: il Pd, franco tiratore di se stesso».
Redazione Online
25 aprile 2013 | 15:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/13_apri ... 1b81.shtml
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
«Nessuna minaccia ai colleghi ma ci sono delle regole che vanno rispettate ed è chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito».
Francesco Boccia
Perché non ha detto la stessa cosa per l'elezione di Prodi????
Francesco Boccia
Perché non ha detto la stessa cosa per l'elezione di Prodi????
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- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Come se ne viene fuori ?
Caro Camillobenso.Dovrebbero aver dato un segno tangibile tutti i partiti.Rinunciare al rimborso elettorale almeno questo per poi riparlarne in seguito.
Visto chi più chi meno hanno rubato soldi ai cittadini nelle regioni.Soldi dati ai partiti e mangiati da chi teneva la cassa.Il M5S lo stà dando l'esempio.
Ciao
Paolo11
Visto chi più chi meno hanno rubato soldi ai cittadini nelle regioni.Soldi dati ai partiti e mangiati da chi teneva la cassa.Il M5S lo stà dando l'esempio.
Ciao
Paolo11
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