Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Come inizia una guerra civile – 121
La cruna dell’ago - 86
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 86
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 66
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 66

In mezzo alla tempesta - 2



Sinistra
Pd, se si scinde è meglio
di Massimo Cacciari


l partito è una melassa indigeribile. E la convivenza forzata ha generato mostri. Ma adesso la situazione sta per esplodere. Da una parte i cattolici-liberali, magari con Renzi; dall'altra i neo-socialisti, magari con Barca

(26 aprile 2013)


Il modo in cui il PD si è sfasciato, in diretta tv, e in occasione della scadenza istituzionale più solenne, l'elezione del capo dello Stato, ancora offende - ma la sostanza della questione non muta, e non sarebbe cambiata neppure se per qualche voto fossero passati Marini o Prodi. Piangere sulle macerie del suo gruppo dirigente non serve.

E molto poco ormai anche narrare la triste istoria dei suoi errori, conclusasi con lo stato di pura confusione mentale emerso nelle ultime vicende. Lasciamo pure il giudizio alla pietas delle generazioni future. Ciò che conta oggi per chi a quell'area politica si era rivolto, e per gli equilibri democratici dell'intero Paese, è comprendere come potrebbe evolversi la sua crisi e quali esiti dovremmo auspicarne. Fingere che le rotture esplose siano malessere passeggero, che il gruppo dirigente possa magicamente trovare un'unità mai esistita intorno a questo o a quel nuovo leader, significa pura Illusionspolitik. Celebrare un congresso, nominare un segretario rappresentante necessariamente una delle anime in conflitto e sperare che poi costui possa far meglio di Bersani, significa soltanto protrarre l'agonia - che ha come naturale scadenza la riconsegna del Paese a Berlusconi. Saggio sarebbe, invece, riconoscere con disincanto e sobrietà le faglie reali che dividono irrimediabilmente il Pd e il fallimento dell'idea da cui era nato. Avendola in prima persona per vent'anni coltivata, credo di sapere che il lutto non è facile da "lavorare", ma un organismo politico si dimostra adulto se sa affrontare tale fatica.

La scommessa poteva essere vinta soltanto se i gruppi dirigenti provenienti da aree, culture, storie anche antropologicamente diverse avessero individuato un destino, una destinazione comune, che non trovavano nel proprio, individuale "patrimonio". E occorreva l'affermarsi in generale di una cultura politica maggioritaria, che è risultata contrastare "radicitus" il cattivo senso comune patrio.

Si riparta perciò dalle linee di rottura interne al Pd. Si faccia ordine a partire da esse. La convivenza coatta genera mostri, parricidi, fratricidi, infanticidi e purtroppo anche tragicommedie, come l'ultima. Il Pd è stato una melassa indigeribile che ha lasciato "fuori campo" sia una seria corrente ex Pci - socialdemocratica, che quella cattolico-popolare davvero rappresentativa in molti territori, rimasta succube della forza (si fa per dire) burocratico-organizzativa che i Ds avevano ereditato dal Pci, e perdendo così via via la propria stessa base elettorale. A migliorare la situazione, si è aggiunto il giovanilismo ultima-moda bersaniano, con la cooptazione di qualche "nuovo politico", di quelli che prendono la "linea" dagli amici di Facebook. Non sono componenti componibili! Invece di aumentare le forze, insieme possono solo distruggersi.

Abbiamo bisogno di ulteriori prove? E invece, ben distinte, queste aree potrebbero svolgere missioni importanti e in qualche modo complementari, rendendo possibili compagini di governo operative. Ricordiamoci quale potenzialità aveva dimostrato, non millenni orsono, un'area di sinistra facente riferimento a Cofferati. Mi pare che il "manifesto" di Fabrizio Barca si muove nella prospettiva della fondazione di un partito socialdemocratico, solidamente organizzato, in cui riunire, in un'ottica esplicitamente europea, sia Sel, che altre formazioni-relitti ex comunisti. E' una prospettiva culturalmente opposta a quella di Renzi. Nulla di male. La cultura politica che Renzi esprime, tra liberalismo e un cattolicesimo popolare che ne ripensa i caratteri organicistico-solidaristici alla luce della "società liquida" prodotta dalla Rete, può aggregare, ben oltre il Pd, vasti settori di opinione pubblica (anche "grillina") e concreti interessi economici. Ma queste due aree fondamentali debbono definirsi autonomamente e con la massima chiarezza. Cosa impossibile se continueranno a inseguirsi e combattersi all'interno della stessa casamatta. La loro "offerta politica" deve al più presto presentarsi ed essere percepita come un'alternativa razionale, legittima, storicamente fondata, all'interno di un quadro politico dove la distinzione delle posizioni non preclude in alcun modo la possibilità di compromessi e collaborazione.

Il centro-sinistra, dopo l'indecente spettacolo fornito in questi giorni, ha il dovere di ripensarsi alla radice, di tentare un "nuovo inizio". E questo non si può inventare, non può ridursi a ciance e cieche speranze. Deve emergere dalla sua storia reale e dalle potenzialità oggi presenti. Non ne vedo altre al di fuori di quelle sopra citate. Insomma, una nuova Quercia, senza equivoci post-modern, da una parte, e un partito-movimento, partito leggero e ideologia dello "Stato minimo", dall'altro. Insieme sono due anime che finiranno col contare il 10 per cento - ben distinte potrebbero pure governare.

Pd
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http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 2205813//1
camillobenso
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In mezzo alla tempesta - 3



******


Già all’inizio della settimana Wanda Marra aveva tracciato il primo profilo dei due partiti.

LA NUOVA SINISTRA CON BARCA

Fabrizio BARCA
Sergio COFFERATI
Stefano FASSINA – (Sentito stamani ad Agorà è un autentico disastro - ndt)
Rosario CROCETTA
Enrico ROSSI
Laura PUPPATO
Corradino MINEO – (Non stupisce affatto, essendo tra i giornalisti più liberi e liberali della RAI – ndt)
Michele EMILIANO – (Questa si che è un autentica sorpresa – ndt)
Pippo CIVATI
Nico STUMPO
Ignazio MARINO (Altra autentica sorpresa, anche i suoi comportamenti sono sempre stati di sinistra – ndt)


ROTTAMATI

Pier Luigi BERSANI
Rosy BINDI
Anna FINOCCHIARO
Frengo MARINI


IN SOSPESO

Guglielmo EPIFANI
Walter TOCCI
Roberto SPERANZA


IL NUOVO PD CON RENZI
Matteo RENZI
Enrico LETTA
Massimo D’ALEMA – (Il Papa della religione “POLTRONE & FORCHETTE”- ndt)
Walter VELTRONI – (Quello che doveva andare in Africa e che gli africani hanno posto un netto NIET. Rimani pure in Italia a rovinare lo stivalone – ndt)
Dario FRANCESCHINI
Piero FASSINO – (Vescovo della religione “POLTRONE & FORCHETTE”- ndt)
Luigi ZANDA - (Vescovo della religione “POLTRONE & FORCHETTE”- ndt)
Sergio CHIAMPARINO - (Arcivescovo della religione “POLTRONE & FORCHETTE”- ndt)
Arturo PARISI
Paolo GENTILONI
Beppe FIORONI
Matteo RICHETTI
Sandra ZAMPA
Sandro GOZI – (Vai dove ti porta la poltrona – ndt)
Matteo ORFINI – (Della finta sinistra opportunista dei giovani turchi - Vai dove ti porta la poltrona – ndt)
Andrea ORLANDO - (Della finta sinistra opportunista dei giovani turchi - Vai dove ti porta la poltrona – ndt)
Alessandra MORETTI - (Della finta sinistra opportunista - Vai dove ti porta la poltrona – ndt)


**

Ieri la sparata di Boccia, così tanto poco risoluto per il voto a Prodi, ha minacciato: << Chi non vota la fiducia è fuori>>.

Al che è partita immediatamente la ribellione, tanto che Emiliano ha risposto: <<Nessuno mi caccia, se ne vadano loro>>


Quando succedono queste cose è meglio, come sostiene Cacciari, che si separino, perché non fanno altro che peggiorare la situazione.

Ad Agorà stamani è passato il seguente sondaggio:

00:34:40
Il rischio di scissione nel Pd è reale?
SI 73 %
74 % TRA GLI ELETTORI DI CENTROSINISTRA.

http://www.agora.rai.it/dl/RaiTV/progra ... 7.html#p=0


***

Highlights

00:47:21
Viaggio dentro il Pd

00:57:16
Intenzioni di voto

01:33:16
L’attuale situazione politica potrebbe portare a tensioni sociali?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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In mezzo alla tempesta - 4



Nella settimana “Minchiate Pd”, il partito dei defunti ha perso 5 punti, e non è finita.

Se tutto, in via del tutto teorica, anche la prossima settimana dovesse perdere altri 5 punti si trova a quota 17 %, cioè esattamente quanto avevano preso i Ds nelle elezioni del 2006, ma con l’aggravante che allora era solo un partito a perdere così tanto,…..adesso sono in due.

Una parte è andata verso il M5S che guadagna un 1,5 %. Un’altra parte è andata in direzione Sel, 2,1 %, e il resto ha deciso di non votare più.

Molti sostengono che il Pd si debba scindere prima del voto di fiducia.

E’ un errore.

Prima facciano partire il governo e poi si dividano.

Bisognerà vedere quanti nel Pd aderiranno alla sinistra. In questo modo Letta sarà costretto ad ascoltare maggiormente la sinistra se vuole continuare e non cadere subito. Una cinquantina dal TG3 ore 19,00.

In questo modo la sinistra Pd non riuscirà mai a ottenere niente nelle condizioni attuali del Pd.

Avrà maggior peso se Letta dovrà andare a cercare voti caso per caso.

Questo è in sostanza un governo Berlusconi con Letta Enrico a Palazzo Chigi.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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In mezzo alla tempesta - 5




Neppure il Prof. Vaciago ha un’idea complessiva adatta alla situazione (TG3 ore 19,00). Bisogna ridurre le tasse sulle imprese. La sappiamo da troppo tempo, ma quando si tratta di decidere dove andare a prendere le risorse brancolano nel buio.

C’è ancora in fase di formazione del governo il nodo da sciogliere della riduzione della riduzione dell’Imu.

Il Pdl chiede la pregiudiziale di togliere l’Imu completamente. Il Pd chiede di toglierla fino a 500 euro anno.

Lo capiscono anche i sassi che il Caimano vuole la restituzione dell’Imu per sé, per i suoi amici nababbi e per i suoi elettori più che benestanti.

Con un elemento di questo genere, non si và da nessuna parte. Letta se passa avrà sempre da combattere con questi problemi.

Le minchiate di ora sono quelle con il governo Monti.

Sarà sempre così fino a quando ci sarà il Tappo della politica italiana.
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

camillobenso ha scritto:
paolo11 ha scritto:Ieri sera ho visto Servizio Pubblico di Santoro.Fassino del PD e altri.Gli hanno chiesto per quale motivo non hanno votato Rododà.Risposta il PD non in blocco non l'avrebbe votato.
A questo punto qualcuno mi può spiegare cosa è il PD.
Visto che con la votazione per Marini area ex DC lo stesso Renzi stessa area non lo voleva votare.
Visto che puo Prodi area ex dc pure quello non ha avuto i voti.
Rodotà niente.
Ma quante anime ci sono nel PD.E come può chiamarsi di centrosinistra visto le votazioni .
Qualcuno me lo spiega?
Ciao
Paolo11


Le correnti del Pd erano 27 circa un anno fa. 25 circa 2 mesi fa. 22 Nell’ultima conta.
http://it.wikipedia.org/wiki/Correnti_d ... emocratico

**

Ad agorà, stamani, hanno accennato che nel Pd comandano in pratica i capi tribù.

http://www.agora.rai.it/dl/RaiTV/progra ... 7.html#p=0


**

Quelli di reset Pd
La rabbia della base Pd alla Bolognina: “Eravamo comunisti, ora siamo la Dc”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... dc/574798/

**

In un vox populi pubblicato in questo 3D si legge:

Evviva finalmente è tornata la Dc.

Quello che non si comprende è che se è un’affermazione di gioia o è solo ironia.
...............................................
Caro camilobenso .Quale partito ha cosi tante correnti D'Aria.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

paolo11 ha scritto:
camillobenso ha scritto:
paolo11 ha scritto:Ieri sera ho visto Servizio Pubblico di Santoro.Fassino del PD e altri.Gli hanno chiesto per quale motivo non hanno votato Rododà.Risposta il PD non in blocco non l'avrebbe votato.
A questo punto qualcuno mi può spiegare cosa è il PD.
Visto che con la votazione per Marini area ex DC lo stesso Renzi stessa area non lo voleva votare.
Visto che puo Prodi area ex dc pure quello non ha avuto i voti.
Rodotà niente.
Ma quante anime ci sono nel PD.E come può chiamarsi di centrosinistra visto le votazioni .
Qualcuno me lo spiega?
Ciao
Paolo11


Le correnti del Pd erano 27 circa un anno fa. 25 circa 2 mesi fa. 22 Nell’ultima conta.
http://it.wikipedia.org/wiki/Correnti_d ... emocratico

**

Ad agorà, stamani, hanno accennato che nel Pd comandano in pratica i capi tribù.

http://www.agora.rai.it/dl/RaiTV/progra ... 7.html#p=0


**

Quelli di reset Pd
La rabbia della base Pd alla Bolognina: “Eravamo comunisti, ora siamo la Dc”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... dc/574798/

**

In un vox populi pubblicato in questo 3D si legge:

Evviva finalmente è tornata la Dc.

Quello che non si comprende è che se è un’affermazione di gioia o è solo ironia.
...............................................
Caro camilobenso .Quale partito ha cosi tante correnti D'Aria.
Ciao
Paolo11

La Dc ne ha avute 10 nel 1980.

Vuoi che questi non volessero il primato?

http://www.youtube.com/watch?v=wi0PvhE3KKk
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Continuiamo a far finta di niente.



Anti-stress version

Varese, nel ‘covo’ dei neo nazi. Dove “la persecuzione degli ebrei è stata giusta”
Intervista al presidente della Comunità militante dei Dodici Raggi, che 'pesca' i suoi adepti tra i delusi dei partiti e allo stadio, tra i tifosi del Varese calcio. "Siamo schierati con la destra radicale, quella scomparsa. Ma oggi la politica è nemica del nostro popolo. Molti seguono l’esempio di Hitler, altri di Mussolini, altri ancora di Franco"

di Alessandro Madron | 26 aprile 2013Commenti



All’interno della sede della Comunità militante dei dodici raggi le telecamere non entrano. E’ stata ricavata un anno fa in un vecchio magazzino di Caidate, una frazione di Sumirago (Varese) e non le manca nulla. Il bar, l’angolo per la pratica delle arti marziali, i tavoli e persino una piccola biblioteca. E’ qui che si riuniscono i membri del Do.Ra., l’associazione vicina al movimento skinhead che sabato scorso ha organizzato il mega raduno che ha richiamato in provincia di Varese oltre quattrocento teste rasate da tutta Europa. Do.ra oggi conta 170 frequentatori occasionali e una sessantina tra soci fondatori e soci attivi. Il presidente si chiama Alessandro Limido, 33 anni, orgogliosamente nazionalsocialista e una condanna in primo grado per associazione a delinquere finalizzata alla discriminazione razziale, etnica e religiosa. Lo abbiamo incontrato alla vigilia dell’anniversario della Liberazione. “Di solito non parliamo con i giornalisti e i poliziotti per evitare strumentalizzazioni, ma sull’evento del 20 aprile sono state dette molte cose false”.

E cosa è stato detto di falso?
Prima cosa non abbiamo celebrato il compleanno di Adolf Hitler, se lo avessimo fatto non avremmo problemi ad ammetterlo. Inoltre la nostra realtà è stata accostata alla vicenda che in questi giorni vede a processo una serie di persone che hanno celebrato il compleanno del Fuhrer nel 2007. Non abbiamo niente da spartire con Graziani, Lattuada e Ordine Nuovo. Non abbiamo mai fatto politica in 20 anni, gli ideali sono un’altra cosa. Nessuno dei nostri militanti è coinvolto in quegli avvenimenti.

Detto questo, la coincidenza con la data del 20 aprile è davvero casuale?
No. Per noi la data è importante e abbiamo scelto di festeggiare il nostro anniversario in quella data proprio perché è significativa, ma dire che abbiamo festeggiato il compleanno di Hitler è come dire che Ceausescu è stato giustiziato il 25 dicembre per celebrare il Natale.

Quando è scoppiata la polemica in molti si sono chiesti come sia possibile che nessuno vi abbia impedito di agire…
Avevamo tutti i permessi necessari. Abbiamo fatto un regolare contratto con chi ci ha concesso lo spazio. Abbiamo pagato la Siae, ci siamo allacciati all’Enel, abbiamo comunicato l’evento in questura che ci ha autorizzati, così come è stata avvertita la polizia locale del comune di Malnate.

Insomma, tutto regolare.
Certo, il nostro obiettivo era fare l’evento e lo abbiamo fatto secondo le regole. Se l’Anpi lo ha segnalato e la questura non se ne è occupata per tempo, vuol dire che non è stato ritenuto pericoloso. La Digos è stata presente tutta la sera e nessuno di noi è stato segnalato per qualche reato.

Chi ha partecipato alla festa?
C’erano presenze di tutta Europa. Abbiamo una fratellanza con i ragazzi di Budapest, inoltre siamo molto legati alla comunità sarda, c’erano i ragazzi di Cagliari, c’erano persone dalla Francia e dalla Germania, ma anche da altri paesi.

Il concerto che avete organizzato, a cui hanno preso parte gruppi neo-nazi, in molte parti d’Europa non sarebbe stato tollerato…
A tanti di noi il rifiuto tocca poco, riteniamo di essere nel giusto e continuiamo sulla nostra strada. Ci siamo da 20 anni, siamo tra i primi in Italia a portare la sottocultura skinhead. Diciamo che tiriamo dritti per la nostra strada, le conseguenze le paghiamo e le scontiamo fino in fondo. Quando si solleva polverone, quando ci sono perquisizioni o altri episodi, perdiamo molti militanti, ma chi crede veramente nell’idea non si lascia certo intimorire da queste cose.

Se mi fossi presentato da privato cittadino mi avreste fatto entrare al concerto?
I concerti di solito sono chiusi, tipo feste private, per evitare strumentalizzazioni. Si entra solo per conoscenza diretta di qualche membro del movimento. Quindi credo che no, non saresti potuto entrare. C’è sempre il rischio che arrivi il teppista senza testa, il ragazzino stupido che entra col braccio teso urlando frasi senza senso.

Vale a dire?
A noi dà fastidio la mercificazione degli ideali, non siamo di quelli che vanno a Predappio o a Mezzegra con la camicia nera. Un ideale è una cosa importante e per farsene carico ci vuole consapevolezza. Bisogna saper reggere il peso del pensiero delle persone, per diventare militanti di Varese Skinhead ci sono tempi di osservazione molto lunghi.

Chi sono le nuove leve?
I ragazzi nuovi arrivano di solito dai partiti, gente che ha in mente un’idea di attivismo e che magari si è stancata degli schemi dei partiti. Poi uno dei quattro pilastri della nostra comunità militante è lo stadio, il nostro vicepresidente è uno dei responsabili del Sette Laghi, un gruppo di tifoseria del Varese.

Perché a Varese siete riusciti a creare una comunità così radicata?
Molto probabilmente la città ha una sua identità molto marcata, una sorta di anima destrorsa. Molto probabilmente qui è più facile qui che altrove avvicinarsi ad un discorso radicale. Così siamo riusciti a diventare una delle piazze più importanti, la più grande tra le piccole realtà italiane.

Voi votate?
No, non votiamo. Sia come movimento che come associazione. Credo che la politica attualmente sia nemica del nostro popolo.

In cosa credete?
Noi siamo schierati con la destra radicale, non quella di oggi, ma quella scomparsa. Molti seguono l’esempio di Hitler, altri di Mussolini, altri ancora di Franco. L’ideologia politica è quella, ma a chi dice che in occasione della festa abbiamo fatto apologia si sbaglia di grosso. Non c’erano svastiche o saluti romani, non perché non ci piacciano, ma perché in quell’occasione non c’entravano nulla.

Il 25 aprile si festeggia la Liberazione, in Italia segna la fine dell’esperienza nazi-fascista che ha scritto la pagina più drammatica della storia del secolo scorso. Come vi rapportate con quell’esperienza?
Rifiutiamo il concetto di genocidio. Secondo noi non c’è stato lo sterminio sistematico. Gli ebrei sono stati perseguitati perché nemici della Germania e dell’Italia e lo ritengo giusto.

Una posizione opinabile e smentita dalla storia.
Da che mondo è mondo, la guerra è una cosa terrificante e si muore in tutti i modi, anche i più orribili.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... ta/575941/
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Re: Come se ne viene fuori ?

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In mezzo alla tempesta - 6




Pd, Civati: “Berlusconi principale azionista del governo Letta”

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/ ... ta/230102/



“Mi fanno ridere quelli che nel Pd la settimana scorsa dicevano ‘mai al governissimo’ e ora lo votano. Questo è nello stesso tempo un governo Letta e un governo Berlusconi. Ma il principale azionista è il Cavaliere“. Sono le parole di Pippo Civati, deputato Pd, intervenuto telefonicamente a “Un giorno da pecora”, su Radio Due. “Si tratta più o meno di tutti i dirigenti del Pd” – continua il politico, che esprime la sua opinione sul toto-ministri – “Brunetta al Lavoro sarebbe traumatico, Violante alla giustizia è scivoloso. Loro, D’Alema, Gelmini e Alfano sono la logica conseguenza della scelta di questo governo”. Riguardo alla notizia che potrebbe essere espulso a breve dal partito, Civati afferma che i dissidenti sono cinquanta, anche se quelli che si manifestano sono la metà. E ammette: “Dai toni che si usano mi sento già fuori dal Pd. Cosa faccio se mi cacciano? Non entro in nessun Gruppo Misto, al massimo resto a casa. Forse” – continua – “lascerei la carica di deputato. Farò una valutazione con chi mi ha eletto”. E aggiunge: “Se il Pd vota un governo con esponenti politici ‘ingombranti’, rischia di morire. In questo momento voto contro, poi vedremo”
26 aprile 2013
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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In mezzo alla tempesta - 7



Scorrendo le notizie dei quotidiani di ieri, il fatto che Papa Francesco abbia ritenuto irrilevante possedere lo Ior, ha colpito non poco il solito gruppetto che alla biblioteca centrale di SSG ogni giorno feriale si nutre di pane e politica.

Tutti rigorosamente anticlericali, non per partito preso, ma per l’indecente spettacolo offerto dalla congrega dell’Oltretevere da troppo tempo, le iniziative prese da Francesco nell’inizio del suo pontificato piacciono. Laicamente piacciono.

Tanto che ieri nel pomeriggio mi è presa una gran voglia di scrivere una lettera aperta indirizzata a Francesco, una lettera provocatoria, ma mica tanto.

In questo momento l’unica persona di peso veramente riformista e con capacità e volontà di rinnovamento all’interno dello stivalone è proprio lui. Non esiste nessun altro, anche perché essendo già al vertice della sua organizzazione, non ha bisogno di salire oltre nella scala gerarchica e nello stesso tempo non può subire ricatti da chi si oppone al rinnovamento.

Una sospensione temporanea della storia e torniamo sotto lo Stato Pontificio di Francesco, solo e soltanto, per il tempo che sarà ai vertici della Chiesa cattolica e che produrrà rinnovamento.

Questo perché il Papa Re, possa salvare quella che i suoi confratelli che l’hanno preceduto hanno chiamato : “L’amata Italia”.

E’ venuto il momento di restituire tutti i favori che l’Italia ha fatto nei confronti del Vaticano SpA.

I disastri quotidiani messi in campo dagli sciamannati della casta vanno tutti nella direzione di radere al suolo definitivamente il Paese.

Da questa situazione non se ne esce più, e prima che dietro l’angolo ci si presenti qualcosa di veramente spaventoso è preferibile lanciare anche questa provocazione.

Quello che è strano e che appartiene alle stranezze delle vita, è che ieri sera a cena mio cugino ha avanzato la medesima proposta di sua sponte, senza che avessi minimamente accennato alle mie intenzioni di giornata.

Sono sempre stato schierato da un vita con forte convincimento con i bersaglieri di Porta Pia, anche perché il potere temporale della Chiesa è un non senso, e va nella direzione di abbattere i fondamenti della religione Cattolica.

E dopo il pateracchio annunciato del governo dell’Asilo Mariuccia di ieri, qualcuno che ci dia una mano ci vuole.

E’ urgente, è impellente. Ultima chiamata poi sarà il caos totale.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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In mezzo alla tempesta - 8



il manifesto 23.4.13

Stefano Rodotà
Un'intesa con l'autore dello sfascio?
«Il capo dello stato messo alle strette dai partiti. Faranno qualche provvedimento, ma non affronteranno la crisi in cui siamo finiti»

intervista di Daniela Preziosi
http://www.scribd.com/doc/138221264/Int ... ano-Rodota


Parla l'altro candidato: «Il capo dello stato messo alle strette dai partiti. Faranno qualche provvedimento, ma non affronteranno la crisi in cui siamo finiti»
«In questi giorni ho cercato di fare con discrezione, ma con decisione, quello che si doveva fare. A quelli che dicevano 'Rodotà non si pronuncia?', dico che le cose non si fanno in trenta secondi. E a giudicare dalle reazioni, mi pare di esserci riuscito». Il professor Stefano Rodotà, l'«altro» candidato alla presidenza della Repubblica, quello delle forze contrarie alle larghe intese, ha ascoltato Napolitano in tv.

Cosa pensa delle parole di Napolitano?
La prima osservazione è una conferma: l'irresponsabilità o l'interesse dei partiti hanno trascinato il presidente nella crisi che loro stessi hanno creato. Hanno messo il presidente con le spalle al muro: siamo incapaci, pensaci tu. Un passaggio di enorme gravità politica. La seconda: Napolitano è stato indotto a un discorso da presidente del consiglio. E poi c'è una terza. Sono scandalizzato: mentre Napolitano diceva dell'irresponsabilità dei partiti, quellli applaudivano invece di stare zitti e vergognarsi. Hanno perso la testa.

Piazza e parlamento non si possono contrapporre, ha detto.
Vanno riaperti i canali di comunicazione fra istituzioni e società, soprattutto dopo il governo Monti, con il parlamento ridotto a passacarte. Posso ricordare che nel pacchetto della Costituente dei beni comuni ho predisposto un testo per l'obbligo di presa in considerazione da parte del parlamento dell'iniziativa popolare. Basterebbe una modifica dei regolamenti parlamentari.

E nella crisi, cosa pensa del Pd?
Da tutta questa vicenda è uscito vittorioso Berlusconi, che sta imponendo le sue condizioni, e il Pd è andato a raccomandarsi al Colle, e poi ha dato di nuovo spettacolo.

Napolitano indica la strada delle larghe intese. Secondo lei è l'unica?
Non posso mettere fra parentesi il fatto che la larga intesa si fa con il responsabile dello sfascio e della regressione culturale e politica di questo paese. Si faranno interventi economici, si utilizzeranno i modestissimi documenti dei saggi, ma non potrà essere affrontata nessuna della questioni che possono restituire alla politica e al parlamento una qualità di interlocutore della società. Larghe intese? Il protagonista è Berlusconi.

Lei dice: resto un uomo di sinistra. Ora guarda a Vendola?
Sono contento, ma anche molto sorpreso, di questo senso di identificazione emerso nei miei confronti. Io ho una lunga storia personale nella sinistra, di lavoro teorico ma non solo: le forze politiche non hanno capito niente del referendum sull'acqua votato da 27 milioni di persone, e io ho invano cercato di far ricevere i promotori dal vertice del Pd. Ho letto microvolgarità su di me. Come: Rodotà non prende mai un autobus. Non ho preso l'autobus in questi giorni perché per me era imbarazzante. Sull'aereo si sono messi ad applaudire. Hanno riesumato Carraro per fargli dire che Rodotà sta nei salotti. L'unico salotto a cielo aperto in cui sono stato si chiama Pomigliano. Lì, alla manifestazione della Fiom, ho portato lo striscione con il mitico Ciro. Sarò alla manifestazione della Fiom del 18 maggio. Io non ho niente di carismatico. Semplicemente, testimonio che si può lavorare sulle cose: beni comuni, acqua, le discriminazioni. Certo, questa vicenda mi carica di responsabilità. Però, prima voglio vedere con chiarezza le cose. Proprio sul manifesto, appena nata Alba avvertivo di fare attenzione a mettere in piedi un soggettino pronto a sfasciarsi alla prima occasione. Quale cultura politica possiamo mettere in campo?

A proposito di futuro, cosa vede nel futuro del Pd?
In questo momento temo un vero rischio per la democrazia. Il Pd sembra inconsapevole del fatto che la sua frammentazione apre una grande questione democratica, un vuoto. Se viene meno un soggetto forte della sinistra e ci sarà un puzzle impazzito, avremo il confronto Berlusconi-Grillo. Una specie di livello finale.

Lei ha scritto sulla democrazia elettronica come il populismo del terzo millennio. Poi è diventato la bandiera dell'M5S, che professa la democrazia elettronica.
La democrazia elettronica e la tecnopolitica ha vari modi di manifestarsi. Ma certo che c'è una differenza fra chi ritiene che tutto si risolve nella rete e chi ritiene che la rete ha un ruolo crescente. Grillo ha operato in rete, ma quando è venuto il momnento elettorale ha riempito le piazze. Basta pensare a No bavaglio, Se non ora quando: qualcosa che prima era consentito soltanto alle grandi organizzazioni strutturate, partiti sindacati e Chiesa. Le piazze erano state svuotate dalla tv, la rete le ha ririempite. Oggi dobbiamo lavorare su questo. Non siamo al duello finale fra democrazia di rete e democrazia rappresentativa. Piuttosto, vedo un obbligo: nella Costituzione c'è un filo sottile fra referendum e iniziativa popolare che dev'essere rafforzato non come una via alternativa. Nel Trattato di Lisbona c'è un'apertura importante in questo senso. I sindacati europei stanno promuovendo un'iniziativa per chiedere alla Commissione di stabilire le regole sulla non privatizzabilità del servizio pubblico. Sa quante firme sono state raccolte finora? Un milione e 600mila in tutta Europa. È il momento di lavorare su questo. Faccio un'aggiunta personale: Rodotà non è stato inventato da Grillo. Il mio nome circola da mesi sulla rete. Insieme ad altri: la rete ha selezionato tutte persone di sinistra, ci metto con qualche fatica anche Emma Bonino, ma certamente anche Romano Prodi. Questo punto dovrebbe farci riflettere. Ci sono delle oscurità? Grillo e Casaleggio avranno fatto un complotto per tirare fuori solo nomi di sinistra per mettere in difficoltà la sinistra? Il fantasma della rete si aggira. E la politica sa fare solo tweet.

Che idea si è fatto si Grillo?
Posso dire le cose su cui sto riflettendo. La parlamentarizzazione del 5 stelle è ormai un dato di fatto. Quando l'altra sera Grillo ha parlato di golpe, ed io poi ho dichiarato di rispettarela legalità parlamentare e di essere contrario alle marce su Roma, alcuni del 5 stelle mi hanno detto che questo ha aiutato a evitare una bagarre. Io non so quale sarà il futuro del 5 stelle. Stanno in parlamento, vedremo come utilizzeranno lo strumento parlamentare. Hanno insistito perché si cominciasse a lavorare nelle istituzioni, non mi pare che siano andati in parlamento con la dinamite. Come si fa a dire che il Movimento 5 stelle è incostituzionale, quando anche su Repubblica con tanti abbiamo riflettuto sull'incostituzionalità del berlusconismo?

A proposito, Scalfari le ha detto che bisogna fare la politica con cuore, e anche con il cervello.
Non è una bella maniera, in molti mi hanno spesso rimproverato di aver messo sempre in campo troppi elementi di ragione. E però: la cultura illuminista, cara a Scalfari, ha rilanciato tre valori. Libertà, uguaglianza e fraternità. Perché la fraternità è stata la figlia minore della triade rivoluzionaria?
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