Come se ne viene fuori ?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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I partiti di oggi sono COMITATI D’AFFARI
Remo Bodei



Come inizia una guerra civile – 140

La cruna dell’ago – 105
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 105
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 85
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 85
In mezzo alla tempesta - 22


Uomini contro - 1



Primo maggio a Torino, uova contro il Pd. Fassino: “Al Fatto non parlo”


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/05/ ... pd/230543/


Dure contestazioni per la presenza del Pd al corteo del primo maggio a Torino. Circa 200 tra autonomi e anarchici hanno indossato una maschera e lanciato slogan e uova piene d’inchiostro contro i militanti del Partito democratico. Qualche momento di tensione anche con le forze dell’ordine, ma il corteo si è chiuso senza scontri. Il Pd si è presentato al corteo diviso: davanti i dirigenti e gli iscritti e dietro, con un proprio furgone e un proprio striscione, un nutrito gruppo di “militanti di base” che respinge quello che definisce “il governo dell’inciucio”, e spiega: “Abbiamo fatto delle elezioni in cui ci era stato detto, mai con il Pdl”. Fischi e slogan anche contro Piero Fassino nel corso del suo intervento dal palco. Avvicinato dalle telecamere de ilfattoquotidiano.it, il sindaco di Torino decide di farle allontanare dalla sua scorta senza rispondere alle domande

di Cosimo Caridi
1 maggio 2013
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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I partiti di oggi sono COMITATI D’AFFARI
Remo Bodei


Come inizia una guerra civile – 141

La cruna dell’ago – 106
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 106
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 86
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 86
In mezzo alla tempesta - 23


Finchè dura è tornata la Dc - 4




Il vero padrone è il Cavaliere

(Barbara Spinelli).
01/05/2013 di triskel182



PROPRIO nel momento in cui prometteva il «linguaggio sovversivo della verità», il nuovo presidente del Consiglio ha riscritto a modo suo, storcendolo non poco, il mito di David e Golia. Lo voleva usare come parabola delle larghe intese e della pacificazione, quando è una storia di guerra astuta e cruenta. Ha evocato la rinuncia alle armi del fanciullo-pastore. Quasi quest’ultimo prefigurasse un Cristo (falso, peraltro) che porge la guancia all’avversario e per questo rifiuta l’elmo di bronzo, la corazza, la spada – cui non è abituato – portando con sé solo cinque ciottoli lisci e la fionda.
In realtà David li porta per uccidere Golia, non per schivare il duello. Golia, il gigante filisteo alto sei cubiti e un palmo, cadrà a terrà ferito dal primo ciottolo. Il colpo finale, la decapitazione, il giovane pastore l’assesta con la spada, che sguaina dal fodero dell’avversario atterrato. L’atto fa di lui il pretendente al trono di Saul.
Chi ha visto il dipinto di Caravaggio ricorderà la resa dei conti, l’inorridita testa amputata di Golia, che ancora grida. Difficilmente gli verranno in mente le grandi intese magnificate da Letta alle Camere, l’era delle contrapposizioni finite, un intero ventennio di abusi di potere rimosso. Golia non è spodestato (Machiavelli direbbe non è spento): anzi, con lui si vuole difendere la Repubblica dalle avversità. È un Golia riabilitato, perfino premiato. Brandisce addirittura la spada, sull’Imu, per mostrare chi comanda in città. Nell’Antico Testamento, il gigante non è in predicato di divenire senatore a vita, o peggio presidente della Convenzione che ridisegnerà il regno e la sua costituzione. E Letta non è, come nel libro di Samuele, il temerario ragazzo che si getta nell’agone per «allontanare la vergogna da Israele»: indifferente ai fratelli che, impauriti, l’accusano di «boria e malizia », trascinato dalla fede. Nessuna boria né malizia, in Letta che apre le porte a Golia. Ma la fede qual è, dov’è? Quale convinzione forte lo spinge a esautorare il Parlamento — e i cittadini rappresentati — affidando a un organo parallelo e separato la rifondazione della politica, della Costituzione, della giustizia? Come può pensare, se non in una logica di compromissione più che di compromesso, di assegnare la regia della nuova Bicamerale nientemeno che a Golia?
La fede, Letta la possiede su punti tutt’altro che irrilevanti. Fede in un’altra Europa, unita in una Federazione dove non dominino gli Stati più potenti: Monti non osò, non credendoci. Fede in politiche che riducano diseguaglianze e impoverimento creati dalle terapie anti-crisi. Due ministri, Emma Bonino e Fabrizio Saccomanni, sono competenti e determinati in ambedue i campi, soprattutto quello europeo.
È il linguaggio di verità sul patto con Berlusconi che manca. Gli italiani (compresi gli 11,5 milioni che si sono astenuti, per rassegnazione o rabbia) hanno condannato vent’anni e più di politica offesa da tornaconti partitocratici. Sono stati ignorati: la politica sarà rimaneggiata non dai loro rappresentanti ma da pochi cosiddetti saggi, di nuovo, che pretendono di sapere più degli altri per potere più degli altri.
Sarà verità sovversiva, dice Letta, e invece siamo tuttora immersi in quella che è stata chiamata – da quando Bush iniziò la guerra in Iraq – l’era della post-verità: degli eufemismi che imbelliscono i fatti, dei vocaboli contrari a quel che intendono. Ne citiamo solo due: la parola riforma, sinonimo ormai di tagli ai servizi pubblici; la responsabilità, per cui la compromissione è necessità naturale che esclude ogni alternativa. Giustamente, ieri, Ezio Mauro ha scritto: «L’abuso semantico e politico, dunque culturale, del concetto di governo di salute pubblica» non è vittoria della politica.
Non è vera questa storia della necessità: il patto Pd-Pdl, e l’eventuale elevazione di Berlusconi a Padre Costituente o senatore a vita (in sostanza: a futuro capo di Stato) non sono necessità, ma scelte discrezionali. Per questo abbiamo evocato la post-verità di Bush jr: l’offensiva in Iraq fu presentata come guerra di necessità, quando era di scelta. L’Europa acefala ne uscì a pezzi, la Nato si rivelò arnese di Washington. Speriamo che Bonino ne prenda atto: europeismo e atlantismo non sono più la stessa cosa.
Napolitano ci ha ammoniti severamente, il 24 aprile: «Confido che tutti cooperino – e quando dico tutti mi riferisco anche in particolare ai mezzi di informazione – a favorire il massimo di distensione piuttosto che il rinfocolare vecchie tensioni». Mi permetto di difendere non solo il diritto, ma l’utilità del rinfocolamento. Che altro opporre alla riaccesa torcia del berlusconismo, se non la fiamma della critica, del No. La democrazia è compromessa, l’etica della responsabilità abusata, quando dall’agenda Pd scompare, grazie ai 101 traditori di Prodi, ogni accenno al conflitto di interessi e al dominio berlusconiano sulle tv.
Solo la disputa tra idee contrarie, solo l’Uno che si apre al due, può un po’ riavvicinare i cittadini allo Stato, alla politica. Solo se i media ridiventano quarto potere, libero da doveri di «cooperare»; se i partiti stessi smettono la perversa fratellanza con lo Stato. Solo se nasce, negli uni e negli altri, quella che Fabrizio Barca chiama «mobilitazione cognitiva»: la diatriba diffusa, non riservata a cerchie, cricche, attorno a conoscenze e pareri contrastanti. Salvatore Settis lo ricorda, nell’intervista al Secolo XIX di domenica: 30.000 associazioni cittadine, oggi, rappresentano 5-6 milioni di persone. Non son poche. Il potere negativo del sovrano popolare non muore.
Proprio in questi giorni abbiamo avuto una prova, decisiva, dell’utilità della non-cooperazione con la ragion di Stato. Ne ha riferito Paul Krugman, in un articolo che dichiara defunta, almeno nelle accademie, l’Austerità (Repubblica,
27 aprile). È un dogma cui l’Europa è appesa da anni: se non cresciamo economicamente, è solo perché gli Stati sono troppo indebitati. A sfatare l’assioma: tre economisti non ortodossi dell’università di Massachusetts- Amherst (i professori Michael Ash e Robert Pollin, lo studente di dottorato Thomas Herndon) che hanno scoperto errori di computer (l’errore Excel)
commessi nel 2010 dai due economisti di Harvard, Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart. Il dogma («i Paesi che si indebitano oltre il 90 per cento del Pil non possono crescere») è in pezzi.
Non si tratta solo di un errore Excel ma di un’ideologia, che mescola abilmente economia, politica, democrazia oligarchica: Krugman smaschera il «diffuso desiderio di trasformare l’economia in un racconto morale, in una parabola sugli eccessi e le loro conseguenze. Abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, narra il racconto, e adesso ne paghiamo l’inevitabile prezzo. Gli economisti possono spiegare ad nauseam che tale interpretazione è errata, e che se oggi abbiamo una disoccupazione di massa non è perché in passato abbiamo speso troppo, ma perché adesso spendiamo troppo poco, e che questo problema potrebbe e dovrebbe essere risolto. Tutto inutile: molti nutrono la viscerale convinzione che abbiamo commesso un peccato e che dobbiamo cercare di redimerci attraverso la sofferenza».
Così torniamo al governo necessario di Letta. Se le dispute e le tensioni vengono tacitate, sarà difficile sperimentare nuove vie, istituzionali e anche economiche. Cosa dice il ministro Saccomanni dell’errore Excel
e della deduzione di Krugman («Ciò che il più ricco 1 per cento della popolazione desidera, diventa ciò che la scienza economica ci dice che dobbiamo fare »)? Se l’agenda Monti non è rimessa in questione, se non si mobilitano conoscenze alternative, come superare la crisi? Se non credo nell’evidenza dei fatti scoperchiata dagli economisti dissidenti – si domanda alla fine Krugman – «Cosa sto facendo della mia vita»?

Da La Repubblica del 01/05/2013.
cielo 70
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da cielo 70 »

Sì il padrone è Berlusconi finché lo si lascia fare, essendo uno che se la prende con chi è più debole. C'è un governo dove l'azionista di maggioranza non è lui, e in parlamento c'è sinistra e libertà e 5 stelle. Quindi invece di continuare a ritenere che il monarca ha vinto sarebbe bene fare quello che si può allo stato attuale delle cose. Poteva andare peggio.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

13 luglio del 2012: ”Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo“.
Enrico Letta



Come inizia una guerra civile – 142
La cruna dell’ago – 107
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 107
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 87
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 87


In mezzo alla tempesta - 24




<<Ghe sem….>> “Ci siamo….” Dicono da queste parti

Se Letta non affronta “ i nodi principali dell’economia” ci troveremo di fronte a problemi di ordine pubblico.

Massimo Cacciari questa sera a Otto e mezzo.

Piano piano c’è qualcuno che riesce a capire cosa c’è dietro l’angolo.

Ma è troppo poco per l’onda d’urto che abbiamo di fronte.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

cielo 70 ha scritto:Sì il padrone è Berlusconi finché lo si lascia fare, essendo uno che se la prende con chi è più debole. C'è un governo dove l'azionista di maggioranza non è lui, e in parlamento c'è sinistra e libertà e 5 stelle. Quindi invece di continuare a ritenere che il monarca ha vinto sarebbe bene fare quello che si può allo stato attuale delle cose. Poteva andare peggio.


Tra le varie leggi che governano, che hanno governato, e governeranno sempre questo pianeta, esiste quella dei rapporti di forza.

In questi ultimi 19 anni, per varie ragioni, compresa quella dei legami con le mafie (vedi il regalino del Ponte sullo Stretto, fatto contemporaneamente a quella siciliana e a quella calabrese), hanno tutti preferito allearsi piuttosto che combatterlo.

In venti anni ho fatto fuori sei leader della sinistra”, ha dichiarato il vecchio bauscia milanese con alto compiacimento, 5 giorni fa.

Capacità sua o carenza degli avversari????
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

13 luglio del 2012: ”Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo“.
Enrico Letta


Come inizia una guerra civile – 143
La cruna dell’ago – 108
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 108
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 88
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 88


In mezzo alla tempesta - 25



Il "potere" non ha tenuto conto del potenziale del web. Prima o poi correrà ai ripari.


“Bastard and Poor’$”, nasce la prima agenzia di rating dei lavoratori
La piattaforma online consente ai dipendenti pubblici e privati di esprimere un giudizio sull'azienda o l'ente per cui lavorano restando anonimi. E denunciando così condizioni di sfruttamento, precariato e bassi salari

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 1 maggio 2013Commenti (24)


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“Il tuo lavoro ti fa schifo? Racconta la tua storia e contribuisci a cambiare la realtà”. Debutta online Bastard and Poor’$, la piattaforma che consente ai lavoratori di dare un rating alla propria azienda restando anonimi. Una sorta di Wikileaks per dipendenti che si definisce il “Trip Advisor dei posti di lavoro”, nonchè la “prima agenzia di rating dei lavoratori sul lavoro”. Presente anche su Facebook e Twitter, è uno strumento per quelli che sono “stanchi che si parli di tutto, tranne che del lavoro che fanno, che sono costretti a fare o che non riescono a trovare. Che si facciano i conti su tutto, tranne che sul salario che gli finisce in tasca e sui profitti che i padroni continuano a fare sulla nostra pelle”.

Un sito per chi vuole finalmente denunciare la propria condizione di precarietà e di casta, per “individuare e screditare – spiegano i fondatori – i responsabili della nostra condizione di precarietà. Centinaia e migliaia di storie di precarietà si trasformano in un giudizio che le aziende pubbliche, private, le cooperative e le multinazionali saranno costrette ad ascoltare”. L’obiettivo è fare arrivare il giudizio dei lavoratori “anche alle orecchie di chi nel prossimo futuro o anche domani dovrà piegarsi allo sfruttamento“.

Per segnalare la propria storia basta compilare il form sul sito. “Lavoro“e “Welfare” sono le due macro aree su cui è possibile formulare un giudizio. Il sito inoltre, “valuta l’affidabilità di un’azienda o del servizio pubblico attraverso l’esperienza del lavoratore tramite una scala da A+ a F”. Ovvero da A, “in osservazione” passando per B, “preoccupante”, C “pessimo”, D “declassato” e F, ovvero “sciopero”.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Vox populi


Ivo Serenthà 0 minuti ago
Sono d'accordo sulla nascita di queste opportunità,possono servire nel potersi orizzontare sul selvaggio mondo del lavoro che si è venuto a creare.

L'unica perplessità è la veridicità delle fonti,poterle verificare tramite l'anonimato è una mission impossible.

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Pierluigi R. 31 minuti ago
Vado subito.

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Marcello Rossetti 52 minuti ago
MI PIACE. Ho visto il sito e lo trovo interessante. Ho delle storie sul mio lavoro che potrebbero far capire in che mondo viviamo. Non sapevo l'esistenza di bastardandpoors.com ma nemmeno di glassdoor.com. La cosa che mi piace è che bastardandpoors.com è in italiano, se anche glassdoor.com fosse stato in italiano ci avrebbe fatto più comodo. Per noi italiani serve un luogo dove poter raccontare le nostre storie anche a livello regionale.

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Roberto Del Longo 1 ora ago
Vi segnalo il sito www.votazienda.it , iniziativa sotto certi aspetti similare ma che mira ad un approccio costruttivo tra lavoratori e aziende, dal momento che l'obiettivo finale è il miglioramento continuo delle aziende in ottica di responsabilità sociale d'impresa. Denunciare è corretto, ma dobbiamo noi stessi essere bravi a proporre e suggerire strade per il miglioramento

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Claudio Musso Alessio 1 ora ago
Ecco questa è una buona idea, ora vediamo se nel caso di grosse aziende criticate all'interno della piattaforma, partiranno richieste di censura, mia auguro che il sito abbia successo, condividere i problemi che si hanno all'interno delle aziende aiuta a capire che il problema non è solo locale, si supera la sindrome del succede solo a me e magari si inizia a combattere contro i sopprusi, condividendo anche le soluzioni per chi i problemi li ha superati.

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maralbertoronchi 1 ora ago
Cari Ispettori del Lavoro se cercate trovate ad esempio a Castelfranco Emilia ( MO ) c'è una ditta di distribuzione automatica che si chiama M.D.A. service srl la quale non rispetta le norme di sicurezza, non pagano gli straordinari, poi mettono dentro in un capannone dove ci sono alimenti i 2 camion, i capannoni sono pieni di ragnatele......e nessuno controlla chissà il perchè, l' USL locale mai si è fatta viva nei 5 anni che ci ho lavorato, perchè?????

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SuperSandro 1 ora ago
Mah, parte dal presupposto che nessuna azienda è "passabile": il rating meno grave è "in osservazione", tutti gli altri sono da denuncia. Pur considerando che molte aziende sono criticabili(ssime) ho i miei dubbi sull'affidabilità delle considerazioni espresse.

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galerio 1 ora ago
Il sito non rientra neppure nella classifica di Alexa.com il che significa che o è un sito appena appena nato o che nessuno lo ha mai visitato. E quindi mi chiedo: come mai voi de ilfattoquotidiano ci avete addirittura scritto un articolo? E' forse il sito di un vostro amico a cui volete fare pubblicità? Perchè, come dicono anche altri utenti qui nei commenti, esistono già altri siti simili e molto più famosi e già utilizzati. Quindi se proprio aveste voluto fare un articolo su un sito di questo tipo, avreste di sicuro dovuto parlare di glassdoor.com e non di un sito che manco compare nei motori di ricerca... Come lo avete scovato dunque? E quanti link di rimando a tale sito, alla sua pagina di facebook, di twitter...
Quanta puzza che si sente.

Cercate di fare pulizia tra i "giornalisti" che scrivono qui, perchè questo articolo è una palese pubblicità che abbassa parecchio il livello di credibilità di questa testata.

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Tony de Maria 25 minuti ago in risposta a galerio
la prima che hai detto.
l' articolo più vecchio è di dicembre 2012.

non dico pensare ma almeno controllare prima di lanciare accuse ed invitare alla "pulizia"

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Franco Barba 40 minuti ago in risposta a galerio
Premesso che ho visto il sito e, benché interessante come impostazione, sicuramente è lontano dai livelli qualitativi di glassdoor. Ma che c'entra il discorso sulla classifica alexa? Lo sapete che molti articoli vengono scritti dopo una segnalazione, un comunicato stampa, una lettera al giornale o una campagna sui social? Il sito potrebbe anche essere nato e pubblicizzato oggi. Lavoro per una testata giornalistica e molto spesso mi capita di proporre degli articoli su cose di questo genere e più la notizia è fresca, meno se n'è parlato, meglio è per me e per chi pubblica gli articoli che passo (e che non scrivo io direttamente). Che secondo te preferisco farmi pubblicare un articolo su bastardpoors che è una novità assoluta (in italia, non mi interessa che ci sia una replica internazionale) o su facebook perché è al top della classifica Alexa? Ma per favore...caro galerio, mi sa che non sai come funzionano queste cose...Evita di scrivere cose come pulizia dei giornalisti perché non offendi solo quelli del Fatto ma noi tutti che lavoriamo in questo campo.

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RikkoFede 2 ore ago
Ma scrivono anche quante ore si imboscano per la pausa caffè, quante volte escono a fare la spesa senza stimbrare e tutti gli altri 10000 modi che si inventano per rubare lo stipendio?

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SpecialOne 2 ore ago in risposta a RikkoFede
RikkoFede scrivono anche tutti le tasse che pagano fino all'ultimo centesimo, rispetto alla tua categoria che ha portato l'evasione fiscale a questi livelli!!!

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Springbrunnen 2 ore ago
Cari Ispettori del Lavoro,
ora sapete dove andare a cercare e come svolgere la Vs funzione sociale ed economica.

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Roberto Canzanella 2 ore ago
Credo che i reati possono anche essere denunciati in forma anonima.

Ma le critiche vanno rivolte senza nascondersi.

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bebo 1 ora ago in risposta a Roberto Canzanella
evidentemente hai avuto sempre il coltello dalla parte del manico altrimenti questo spirito "cavalleresco" non lo avresti.

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max0931 1 ora ago in risposta a Roberto Canzanella
Lei ha ragione, ma in Italia questo non è ancora possibile si rischia troppo.

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Mir2011 2 ore ago
Spero che vengano alla luce tutte le "miserie" relative allo sfruttamento dei lavoratori, e che la politica non potendo più fare finta di non sapere prenda seri provvedimenti contro simili schifezze.

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anty41 2 ore ago
Esiste da anni glassdoor.com sito inutile!!

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elias cianca 23 minuti ago in risposta a anty41
si ma manca la lingua italiana.

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Luca Colantonio 2 ore ago
Il sito glassdoor.com e' gia' il sito leader da anni in questo campo.

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ppaul 2 ore ago
se prendesse piede sarebbe una cosa fantastica! anche se continuo a trovare incredibile che in italia serva sempre il fucile puntato alla schiena per migliorare le cose...

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¤¤ Carlj91 © ¤¤ 3 ore ago
interessante anche se l'oggettività delle considerazioni vanno a farsi fottere

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lela 3 ore ago
MI PIACE.

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pedro navarra 3 ore ago
Ottima iniziativa, bisogna che riflettano a come collegare le denunce con delle azioni di boicottaggio per esempio

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

SOS TATA


SOS TATA sta andando in onda sulla 7.

SOS Tata è un reality show italiano andato in onda per la prima volta in Italia nell'autunno 2005[1], e tuttora in onda suFox Life e LA7[1]; si ispira al format originale americano "Nanny 911"[1], arrivato all'ottava edizione, in onda dal 30 novembre 2012

Format televisivo
Il programma intende aiutare genitori con figli, di età compresa tra 2 e 12 anni, da cui non riescono a farsi rispettare e a cui non riescono a dare un'adeguata educazione.
In ogni puntata, le tre tate protagoniste ricevono una chiamata dai genitori "disperati" (quando essa arriva interrompono le loro attività di svago e si radunano), che richiedono il loro intervento tramite un videomessaggio in cui uno dei genitori parla illustrando le problematiche della famiglia. Poi le tate discutono tra di loro per decidere chi sia la più adatta ad intervenire in quella situazione, in base alla loro esperienza e al loro carattere.



Sarebbe opportuno che gli italiani "super disperati" telefonassero in massa per chiedere aiuto per i bambinelli un po’ cresciuti come:

1) Giorgio Napolitano, per imparare a fare il presidente della Repubblica super partes e non aiutare sempre Silvio Berlusconi a tirarsi fuori dai suoi guai giudiziari.

2) Sivio Berlusconi, per imparare alla sua veneranda età a non raccontare balle

3) Enrico Letta per abituarsi a non fare montagne di dichiarazioni per poi fare in pratica l’esatto contrario.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

13 luglio del 2012: ”Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo“.
Enrico Letta



Come inizia una guerra civile – 144
La cruna dell’ago – 109
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 109
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 89
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 89


In mezzo alla tempesta - 26



Con i risultati elettorali del 25 febbraio scorso siamo entrati nella tempesta e la navigazione è a vista. Si vive alla giornata, ogni giorno ha la sua storia. Ogni giorno potrebbe accadere di tutto.

Cinque giorni fa è accaduto questo:

Ghedini avvisa Berlusconi dei processi imminenti. Cicchitto lo ...
http://www.liberoquotidiano.it/.../Ghed ... i-immi...‎

5 giorni fa – Ghedini avvisa Berlusconi dei processi imminenti. Cicchitto lo insulta: "Sei un imbecille". Momenti di tensione nel partito del Cavaliere sulla ...


Due giorni fa, invece si registra:

Tutte le sentenze che non fanno dormire Berlusconi (e Letta ...
http://www.giornalettismo.com/.../tutte ... re-ber...‎

2 giorni fa – Le magie dei governi di coalizione. Fino a ieri le scadenze dei processi a Silvio Berlusconi ricordavano lui solo e basta, come da tradizione al ...



Ed ecco che Lucio Magri su La Stampa ieri rendeva noto il cambio della guardia. Fuori il fdp Ghedini, dentro Coppi.

Segno che le cose non sono messe molto bene da quelle parti.

Roberto D’Agostino in proposito fa un’osservazione tutt’altro che trascurabile:

2. SE IL BANANA FINISSE CONDANNATO O AGLI ARRESTI, CADREBBERO LETTA E NAPOLITANO. L’ITALIA SAREBBE SENZA GUIDA E ANCORA IN BALIA DELLO SPREAD.


Sì, vabbé lo spread, ma l’occupazione e le aziende???


*

Immagine


01 MAG 15:07
1. CAMBIA IL GOVERNO, CAMBIANO GLI AVVOCATI: SILVIO SILURA GHEDINI E ASSUME COPPI –

2. SE IL BANANA FINISSE CONDANNATO O AGLI ARRESTI, CADREBBERO LETTA E NAPOLITANO. L’ITALIA SAREBBE SENZA GUIDA E ANCORA IN BALIA DELLO SPREAD. È IL MOMENTO DI NON DIFENDERSI DAI PROCESSI MA NEI PROCESSI –

3. COPPI FECE ASSOLVERE ANDREOTTI, È STIMATO DAI MAGISTRATI E RIPUDIA LA “POLITICIZZAZIONE”, DIVERSAMENTE DA GHEDINI E LONGO –

4. IL “SALVACONDOTTO” NON È QUINDI UN DECRETO, MA A MOSSE CONCERTATE TRA RE GIORGIO E B. SU CORTE COSTITUZIONALE, CASSAZIONE, E GIUDICI MILANESI -


Ugo Magri per "La Stampa"


Berlusconi rovescia la strategia politica, e prova a indossare i panni dello statista, addirittura di padre della patria (casomai gli riuscisse il colpo di guidare la futura Convenzione per le riforme...).

Ma la metamorfosi, o travestimento, non si esaurisce qui. Con una mossa che alcuni dei suoi fan giudicano geniale, altri invece tardiva, il Cavaliere cambia pure la tattica giudiziaria. Anziché insistere con gli assalti al Palazzo di Giustizia lanciati dalle sue «amazzoni», risultati controproducenti e processualmente dannosi, Silvio vuole imboccare adesso la strada di una difesa «tecnica». Vale a dire sobria. Composta.

Rispettosa dei giudici e della corte. Impossibile sapere se si tratti di una sua intuizione, oppure di un suggerimento che gli giunge da molto in alto, nel quadro di una pacificazione politica e giudiziaria insieme. Fatto sta che alla vigilia del redde rationem, con la sentenza di appello per Mediaset e quella per Ruby attese tra breve, Berlusconi ha deciso di «integrare» il collegio difensivo. In realtà di cambiarlo.

Quello attuale non gli sembra il più idoneo per questa repentina «inversione a u»: nel corso degli anni l'avvocato Ghedini ha in parte condiviso e in parte subito le intemerate di Silvio contro le toghe rosse, contro i magistrati politicizzati definiti a più riprese «un cancro», diventando un tutt'uno col suo assistito. Troppo schierato con Berlusconi, insomma, troppo suo amico e «politicizzato» per cambiare improvvisamente pelle.

Da uomo di mondo, Ghedini è il primo a rendersene conto. Ciò spiega come mai sia stato proprio lui a chiedere, insieme con Denis Verdini, l'aiuto di uno scienziato del diritto penale: il professor Franco Coppi. Temuto e riverito negli ambienti giudiziari per l'autorevolezza specie sulle materie che, guarda caso, più da vicino interessano il Cavaliere (all'università di Roma fanno testo due suoi libri dedicati ai reati sessuali e a quelli contro la Pubblica amministrazione). Sebbene non abbia ancora firmato l'incarico, Coppi è orientato a lanciarsi nell'impresa. Ma alle sue rigidissime condizioni.

Per dirne una, Berlusconi dovrà comportarsi proprio come un altro celebre assistito di Coppi, Giulio Andreotti. Che per tutta la durata del processo a Palermo si dimostrò imputato modello. Mai un tentativo di buttarla in politica, zero esternazioni. Una condotta che gli valse alla fine l'assoluzione. Quando invece don Gelmini (altro cliente del prof) si mise a rilasciare interviste, Coppi non esitò un attimo a congedarlo. Sarà capace Berlusconi di contenersi?

E soprattutto: il cambio di rotta verrà premiato come avvenne per il Divo Giulio? Le migliori carte della difesa sono già state giocate, qualcuna in modo azzardato. Per esempio, il 6 maggio la Cassazione dovrà pronunciarsi sulla richiesta di trasferire da Milano a Brescia il processo su Ruby. Molti indizi fanno pensare che l'istanza verrà rigettata. E l'aver contestato davanti alla Suprema Corte i giudici milanesi non li disporrà certo a un verdetto più sereno...

Coppi eredita questi svarioni tattici, che adesso Berlusconi ripudia. Per dirla con un fedelissimo, «lui vuole verificare se davvero esiste una magistratura senza pregiudizi nei suoi confronti, in grado di assolverlo. Dunque sceglie un avvocato non politicizzato che sa trattare con i giudici non politicizzati...».

Dalle sue parti sono in molti a credere che pure la mansuetudine politica sia finalizzata all'esito dei processi. Cosicché si interrogano su cosa mai potrebbe accadere, nel caso in cui le condanne si abbattessero implacabili ugualmente. «Ogni previsione», dicono, «sarebbe azzardata».
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

13 luglio del 2012: ”Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo“.
Enrico Letta



Come inizia una guerra civile – 145
La cruna dell’ago – 110
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 110
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 90
http://www.youtube.com/watch?v=7kVbnAR4CUY
Cronaca di un affondamento annunciato - 90


In mezzo alla tempesta - 27


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<<E poi dicono che uno si butta a sinistra…..>>
(Totò - Totò e i re di Roma. - 1951 - http://www.youtube.com/watch?v=U-m1FxPWTK8 )


Adesso non ci si può buttare più da nessuna parte.

La parola d’ordine della propaganda della nuova Dc è diventata “Pacificazione”.

Hanno raso al suolo l’Italia e oggi si sono inventati la “Pacificazione”.

Abbiamo riso allora, e ridiamo ancora oggi rivedendo la gag di Pasquale, interpretata da Totò e dalla sua fida spalla Mario Castellani a Studio Uno, senza riflettere che siamo tutti dei “Pasquali”.

O meglio,… dei merli Pasquali.

Castellani - <<Ma che ridi,…………ma che ridi, ….ma che ridi, mi fai rabbia,…….ride, ride,…..ma va pensavo,….pensavo,…….. ma poi scusa ma perché non hai reagito ????>>

Totò - <<E che me frega ammè,……che so’ Pasquale io????>>


A loro modo, sotto il profilo artistico, sono stati dei bravi attori quelli della finta sinistra e della destra perché sono riusciti a recitare la parte degli eterni nemici sempre in guerra. Berlusconismo contro antiberlusconismo.

Ce l’hanno fatta bere per 19 anni di fila.

Facevano finta di litigare ma poi per accordi pregressi, si comportavano come i ladri Pisa, che di giorno litigavano per spartirsi il bottino e di notte andavano a rubare insieme.

Alle elezioni del febbraio scorso, 3,5 milioni di elettori di sinistra hanno detto basta a questa buffonata.

Alla casta dei defunti però questo non bastava e hanno proseguito con la stessa manfrina. La parentesi grillacea non fa testo perché serviva solo a fare fuori Bersani, colpevole di qualche reminiscenza di sinistra. Debole, debole, ma non gradita ai poteri forti.

Fatto fuori il ragazzo di Bettola City, si è acceso il semaforo verde per la “Pacificazione”.

Con soddisfazione, Calogero Mannino dichiara:

GOVERNO LETTA/ Mannino: la "chiave" sono i giovani Dc del '91…
http://www.ilsussidiario.net/.../GOVERN ... ani-Dc-del...-/...
2 giorni fa – CALOGERO MANNINO ci spiega perché il nuovo governo, pur non potendosi ... la fotografia del gruppo dirigente del Movimento giovanile Dc del '91. ...diversa della propria, in quella dei post comunisti; chi è confluito nel Pdl, ...

Non erano riusciti a riunire i 2 pezzi di Dc, perché il Pd ha perso le elezioni, Monti ha fatto flop e Pierazzurro è sparito, quindi, con l’occasione, sfruttando le necessità giudiziarie del Caimano, hanno fatto il colpo gobbo di riunire tutta la vecchia Dc incamerando anche gli ex socialisti alla Mussolini, passando per il centrino montiano.

La macchina della propaganda si muove oggi all’insegna della “Pacificazione”.

**

il Fatto 1.5.13

Il nuovo governo
Se la pacificazione è una vergogna

di Furio Colombo



Tutto ciò che è accaduto in questi giorni nella politica italiana appare privo di senso. Certo è privo di senso agli occhi di chi ha votato a sinistra. È accaduto questo: l’intero e vasto gruppo di deputati e senatori che erano stati eletti per contrapporsi a Berlusconi, ai suoi valori e al suo partito, improvvisamente hanno attraversato l’emiciclo e sono andati a sedersi con la parte che avevano il compito di sconfiggere. L’immagine deve essere chiara, affinchè non ci sia confusione. Non è la destra che è venuta a sinistra (fatto del resto indesiderabile e impossibile). Non è stata trovata una terra di mezzo, come in certi racconti o leggende. No, è avvenuto, in modo inequivocabile, il trasferimento sulla destra di ciò che resta della sinistra italiana (tranne il Sel e due deputati Pd). Sono state accettate persone, storie, eventi anche di poco fa, come l’occupazione del Palazzo di Giustizia di Milano, programmi del recente periodo elettorale, progetti per il prossimo futuro, valori.
TUTTO ciò è confermato da immagini in cui non solo scompaiono le distanze simboliche, ma si moltiplicano gli abbracci, come per provare che tutto ciò è accaduto davvero. Sarà difficile per il Pd, chiunque ne diventi il Segretario, spiegare agli elettori (che certo si sentono vittime di un misterioso inganno) perchè questo passaggio in massa da sinistra a destra è avvenuto secondo un rito detto di “pacificazione”, che invece è ovviamente una resa e, al momento, la fine della identità di un importante partito politico. Non basterà la spiegazione della emergenza, e della necessità di dare al più presto un governo all’Italia. Perchè prima bisognerebbe spiegare perchè (e chi) ha negato il voto a Romano Prodi mentre stava per essere eletto subito, e ha fatto finta di non accorgersi del nome di Rodotà, che avrebbe portato, insieme, il nuovo presidente della Repubblica e aperto un nuovo spazio per il governo. È vero, in entrambi i casi vi sarebbero stati effetti collaterali. Prodi era il simbolo stesso del no a Berlusconi. Il voto a Rodotà avrebbe escluso Berlusconi e il berlusconismo da ogni spazio politico in questa legislatura, eccetto gli infelici scatti d'ira di Brunetta, e avrebbero introdotto i Cinque Stelle a una partecipazione politica non solo di veti. E il Pd avrebbe incassato a pieno la sua prima, vera vittoria politica in vent’anni: guidare un governo immune dalle scorie berlusconiane del passato (che, come le radiazioni, avevano già pericolosamente penetrato la vita interna di quel partito) e scollarlo del tutto da quel tanto di collaborazionismo che aveva già segnato paurosamente il più importante partito di opposizione. Il voto unanime per l’eterna amicizia con Gheddafi (su proposta e progetto di Berlusconi e Maroni) può essere un esempio efficace e tetro. Ma a quel tempo Berlusconi governava. Aveva vinto le elezioni. Perchè governa adesso, co - guidando il governo di altri, dopo che le elezioni le ha perse? Perchè ha in mano la “golden share” di un governo detto “di Enrico Letta”, formalmente il vice segretario superstite del Pd, ma in realtà completamente controllato da Berlusconi e dal suo rappresentante Angelino Alfano, un replicante perfetto e succube, dal quale ci si può aspettare solo obbedienza?
QUELL’OBBEDIENZA, lo sanno tutti, è dovuta a Berlusconi, che non ha vinto nulla e comanda tutto. Ormai lo sapete che questa affermazione azzardata purtroppo è vera. Per fargli spazio si è dovuto abbattere Marini (fatto) si è dovuto abbattere Prodi (fatto), si è dovuto evitare di pronunciare il nome di Rodotà e far finta che non vi fossero altri voti in Parlamento (fatto) è stato necessario incaricare i “saggi”, per introdurre in politica il concetto di scuola-guida (fatto), interrompere le votazioni presidenziali di Camera e Senato fingendo che fossero impossibili, per costringere Napolitano ad essere ri-votato (fatto) e infine incaricare di formare il governo al dottor Enrico Letta, colto, gentile e adatto. Adatto a che cosa? Non lo sappiamo, salvo il fenomeno stupefacente della transumanza di tutto il Pd (meno due) che va sulla destra, in modo che sarebbe impossibile per gli elettori rintracciarlo, nel caso che dovessero esserci improvvise elezioni. Ma anche il ritorno alle urne non dipende più dal Capo dello Stato, come da Costituzione. Dipende da Berlusconi. Lealmente lo ha detto subito: o mi togliete l’I-MU adesso e sempre, o liquidiamo tutto. Dunque Camera e Senato hanno approvato, tra gli abbracci, un governo di Berlusconi, con Berlusconi, per Berlusconi, mettendogli in mano il telecomando. Ora l'attesa è in apparenza per la sorte dell'IMU (e di tutti i Comuni italiani). In realtà l’attesa è per certe sentenze e certi spostamenti di processi (per esempio da Milano a Brescia) e certi legittimi impedimenti (che non si possono non riconoscere a chi ha in mano il telecomando di un intero governo) per far scattare certe prescrizioni. Ormai, con il ritorno nei ruoli chiave della stretta osservanza berlusconiana, tutta la Repubblica ha un solo nemico (secondo noi, un solo combattente per la libertà) nelle istituzioni: i giudici. Quando dirigevamo L'Unità, D'Alema ci aveva avvertito: “Non farete fuori Berlusconi per via giudiziaria. Ci vuole la politica”. Eccola la politica. Dio salvi la via giudiziaria, e la Repubblica.
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